In morte di Marco Pannella.

Pannella è morto ed, ammonisce un vecchio adagio,  dei defunti non si deve dir nulla se non bene, forse nel timore che i medesimi, offesi, vengano a tirarci i piedi di notte. Per cui la morte è il momento in cui ricordare solo i meriti (ed anche al di là della loro effettiva portata) dimenticando magnanimamente colpe ed errori. Personalmente non ho mai creduto in questa ipocrisia funeraria, per la quale sono stati tutti uomini grandi ed incompresi dai loro contemporanei: la liturgia del “coccodrillo” mi ha sempre fatto un po’ schifo. Dico subito che, sul piano politico –e quindi storico- dò un giudizio prevalentemente negativo della sua opera e dell’eredità che lascia.

Il personaggio ha meriti e non piccoli, come le battaglia per il divorzio, per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza al servizio militare, e più in generale per i diritti civili, per la legalizzazione della cannabis, la denuncia della degenerazione partitocratica ecc. di cui gli va dato atto lealmente. Ma ha avuto anche colpe somme come il sostegno all’ondata neo liberista, la banalizzazione della politica ridotta a celebrazione del leader (di cui fu il primo assertore) ed a virtuosismo comunicativo privo di reali contenuti, l’allineamento servile agli Usa, le disgustose giravolte fra centro sinistra e centro destra, sempre alla ricerca di spazi istituzionali, le ambiguità sul terreno della lotta alla mafia, dove spesso il garantismo sfociava in una sorta di para fiancheggiamento. Altra battaglia ambigua fu quella ecologista, che, se da un lato apriva la strada ad una più matura riflessione sul rapporto fra uomo ed ambiente naturale, dall’altro ebbe una infelice connotazione antindustrialista.

Pannella, ha espresso una visione della democrazia come competizione fra ristrette élites, sostenute da branchi di acritici attivisti, con un sostanziale rifiuto della dimensione strategica della politica, surrogata dalla totale delega all’estro momentaneo del leader (massima negazione del principio di democrazia, tanto diretta quanto rappresentativa) e dalla sua abilità nel manipolare le folle. Soprattutto, Pannella ha colpe imperdonabili sul piano dell’involuzione costituzionale del paese: a lui  (ed a Occhetto e Segni) dobbiamo il colpo di Stato del 1993, quando la fine del sistema elettorale proporzionale ha aperto la strada allo sventramento della Costituzione e, paradossalmente alla definitiva deriva oligarchica del regime: il Parlamento dei nominati ha la sua premessa logica nella battaglia pannelliana per il maggioritario uninominale. E, con questo, è stato l’alfiere di un ceto politico senza qualità, l’élite senza merito.

Né si può tacere la sua grande disinvoltura sul tema della cd questione morale: fu un gran fustigatore dei costumi, durissimo  accusatore delle greppie di regime, ma la sua battaglia contro i fondi neri dell’Eni, a metà anni sessanta ebbe come sbocco la costituzione della Radoil, titolare di due pompe di benzina generosamente concesse da Cefis e che a lungo provvidero alla sopravvivenza del Pr e sua personale.

Quale sia il giudizio che se ne voglia dare, Pannella ha attraversato gran parte del settantennio repubblicano, con una stagione di notevole fortuna fra gli ultimissimi anni sessanta ed i primi novanta. Un ventennio in cui esercitò un ruolo politico il cui peso fu sempre superiore alle magre percentuali elettorali che raccoglieva (e che mai raggiunsero il 4%, con l’eccezione unica ed effimera delle europee 1999). Molto di quel che è diventato questo paese oggi, nel bene, ma più ancora nella degenerazione e nella decadenza, è dovuto a Pannella: l’Italia è diventata, in parte per la sua opera, un paese più laico, più moderno, ma anche più cinico, più “americanizzato”, più oligarchico, meno industriale e più povero, diciamolo: più squallido,
Quanto alla sua eredità, quella di cui andare meno orgogliosi è stato il lascito di un ceto politico che  ebbe nel Pr la sua culla originaria: i Rutelli, i Giachetti, i Della Vedova, gli Elio Vito, eccetera eccetera eccetera. Giudicate voi. Un esame storico puntuale e documentato richiederebbe molte pagine che qui ed ora non sono possibili. L’uomo è stato complesso e tanto celebrarlo con scontati encomi quanto liquidarlo con giudizi sprezzanti sarebbe fargli torto. Si impone un giudizio equilibrato che rimandiamo meno frettolosa  occasione ed ambito più consono. Qui ci basta un giudizio breve e sintetico che vede le ombre prevalere sulle luci, ma che comunque indica in Pannella uno dei grandi protagonisti del settantennio repubblicano.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (55)

    • L’articolo che “andrea z.” ha segnalato è illeggibile.

      Scusi, ma Marx con il postmoderno cosa c’entra? Almeno rispettare la cronologia degli eventi se non la logica sarebbe il minimo.
      Quanto a Slavoj Zizek ha mai letto un suo libro? Zizek è un feroce nemico della post-modernità, e il più incisivo!
      Sul “chiliasmo comunistico rivoluzionario di Pannella” siamo all’idiozia più assoluta. Pannella è stato un libersta. Un non-violento che votava le missioni di guerra… definirlo comunista è semplicemente una cazzata post-moderna!

  • Nessun rimpianto politico per il più liberista tra i liberali: fosse stato per lui avrebbe smantellato tutto il sociale per darlo in pasto al mercato .. internazionale. Elettoralemente ha flirtato e oltre con tutti, per cui chiedere di prenderlo sul serio era un po’ come chiedere di credere alla Befana. Una volta concordò di presentarsi sotto un unico simbolo con gli altri laici, salvo all’ultimo momento presentare sulla scheda il proprio simbolo. Un uomo politico di parola!
    Con la storia poi del referendum sul divorzio è campato di rendita non so per quanti anni.
    Pannella ? Ahh si, il cicciolino Pannella, il teorico del godimento .. manco fosse D’Annunzio .. Mah ! sui suoi meriti per il sistema Italia ho un vuoto.

    • Mi sovviene un ricordo. Nel 1994, dopo una giravolta spaziale, il campione della lotta alla partitocrazia si alleò nientepocodimeno che con Berlusconi. Ottenne 6 seggi e chiese per se la poltrona della Farnesina. Silvio, che proprio appannellato non era, gli concesse il posto da Commissario Europeo per Emma Bonino … in tandem a Mario Monti.

      • Le sue oscillazioni non finirono mica lì, se vogliamo essere precisi. Diciamo che è stato un perfetto esempio di pendolo dal moto perpetuo.

        Non ho mai compreso perché, pur comportandosi come un Mastella qualsiasi, sia sempre stato presentato come un irriducibile e coerente idealista. Che lui lo abbia fatto è nelle cose; che nessun giornalista abbia smontato questa favoletta un po’ meno.

  • Direi che queste righe di Pellizzetti descrivono compiutamente il nostro:
    “Liberista anti-welfariano, nemico acerrimo della Sinistra storica e sindacale, promotore di referendum contro i diritti dei lavoratori, pusher della democrazia diretta (ammazzata mediante overdose), lo spregiudicato guru radicale è stato un perfetto prototipo del giocatore tra le righe e gli schieramenti, sempre alla ricerca famelica della solita luce del riflettore (e della comparsata gigionesca in televisione), inafferrabile nelle giravolte lessicali finalizzate a scompaginare le fila, confondere le idee e disarticolare aggregati sociali.
    Una volta trasformato il suo partito nella protesi della propria iomania – se la memoria non inganna – fu proprio lui il primo a promuovere liste elettorali modello “santino” (il culto della personalità tramutato in una sorta di icona salvifica); il va sans dire, liste intestate non più a un simbolo identitario collettivo, bensì al proprio nome: la riduzione fideistica del progetto generale al carisma individuale”.

  • Matteo Luca Andriola

    Nella bozza dell’intervento di Emma Bonino ad Arezzo del 19 novembre 1999, dal tema “LIBERTA’ ECONOMICHE E REFERENDUM” (dal sito di Radio Radicale), la sodale di Marco Pannella dice che non è causale che i radicali, dagli anni ’80, siano apertamente liberisti, dato che da quel decennio “… la tradizione radicale italiana è una tradizione fortemente segnata dalla riflessione e dall’iniziativa sui temi economici ; Ernesto Rossi è stato un antesignano delle battaglie per la liberalizzazione economica nell’Italia repubblicana ; ha combattutto con forza contro i monopoli e contro le rendite parassitarie ; ha ingaggiato duelli durissimi con una Confindustria protezionista e assai poco liberista ; ha attaccato – quaranta anni fa – i sindacati operai accusandoli di essere conservatori e di contrastare le innovazioni che avrebbero favorito i lavoratori più deboli ed i disoccupati.

    Ma anche negli anni un po’ più recenti, gli anni ottanta, il Partito Radicale si é occupato di questioni economiche, ad esempio presentando una Legge che, un po’ sulla scorta della esperienza americana, poneva la questione del controllo e della riduzione del debito pubblico. Ed erano gli anni ottanta, quando Maastricht era solo una sconosciuta cittadina olandese. E poi, sempre negli anni ottanta, l’iniziativa, anche duramente non violenta, per il raddoppio delle pensioni minime, non per demagogia, ma perché si trattava di una misura che avrebbe inciso pochissimo sul bilancio pubblico e avrebbe corretto una evidente stortura del nostro sistema previdenziale. Del resto la stessa battaglia per la riforma maggioritaria ha una valenza economica: il Fondo Monetario Internazionale ha di recente riconosciuto che i sistemi maggioritari garantiscono – a parità delle altre condizioni – le migliori performance economiche diminuendo il peso dell’intermediazione dei partiti sulle decisioni di politica economica.” (tutto il testo al sito: http://www.radioradicale.it/exagora/bozza-dellintervento-di-emma-bonino-ad-arezzo-del-19-novembre-1999)

    • Politicamente è stato un elemento di mancata chiusura del sistema proporzionale nel lungo periodo per il sol fatto di esserci. Si dovrebbe parlare di fattore P, visto che i suoi voti erano inutilizzabili. Nel politico maggioritario ha svolto il ruolo di Sansone … con tutti i filistei.

  • Non entro nel merito del suo scritto perché dovrei parlare della psicologia di un uomo solo che ha tentato di fare cose che altri fanno con le lobby. Lobby che lo hanno sostenuto solo in pochissimi casi, considerando bene la sua ingenuità. Noi del M5S abbiamo Currò, Rizzetto e tanti altri che spero non facciano danni come quei nomi da lei indicati ma solo il futurò ce lo dirà. Per il momento non mi assolvo…rimando ai posteri.

  • Concordo con Matteo Luca Andriola che il partito radicale-libertario, storicamente ha l tra i suoi predecessori Ernesto Rossi, il”liberogiustiziere” definito dai giornali al momento del suo arresto come: ” Una carogna al laccio”. E’ finito Marco Pannella a consumare alcool e nicotina con un altro Rossi, il cantante Vasco. La parabola di Pannella è degnamente rappresentata dai due Rossi, personificazioni della degenerazione in atto di una falsa gioventù, già nata decrepita, di una generazione di falliti, cioè quella dei “sessantottini” di falliti, sia sul piano umano, poi su quello politico. E’ il trionfo delle quote rosa,del femminismo, dei disertori e degli obiettori di coscienza, della droga,del divorzio breve,dello sfascio della famiglia tradizionale e dell’aborto che è costato in vite umane come una guerra mondiale, con milioni di bambini uccisi nel ventre dalle loro madri assassine e contro natura .La Emma Bonino è stata la degna comare di tale guitto della politica. Marco Pannella è stato il “migliore dei peggiori”. Che la “damnatio memoriae” scenda su di lui e sui suoi sodali.

    • “dell’aborto che è costato in vite umane come una guerra mondiale, con milioni di bambini uccisi nel ventre dalle loro madri assassine e contro natura”
      pienamente d’accordo, ma aggiungerei colla quasi sempre connivenza dei genitori biologici, anche i maschi nell’assassinio di questi innocenti che non hanno chiesto di venire concepiti hanno le loro responsabilità.

      • È un vero mistero come tutto questo rispetto della “vita umana” i fascisti lo riservino alla vita nell’utero ma non si siano fatti scrupoli a gasare esseri umani con iprite o ziklon-b.

        Ricorda un po’ la posizione di padre Florestano Pizarro: “Esatto, a noi ci interessa la vita dal concepimento fino alla nascita e un attimo prima della morte. In mezzo ci sta un grandissimo chissenefrega.”

          • A prescindere che il Ziklon B era usato in agricoltura come anticrittogamico…resta il fatto incontestabile che l’aborto ha prodotto una folta schiera di cagne assassine e conto natura. Rammento la campagna terroristica portata avanti dalle “mammane” e dai radicali, contro i nascituri. Oggi giorno la completa radicalizzazione del paese, ha prodotto questo infame risultato:un paese di vecchi, ove i morti hanno superato i giovani. Senza bambini non vi è futuro. Questo lo dobbiamo ai Pannella e ai vecchi sporcaccioni di laici.Ma ci sono gli allogeni che stanno riempiendo lo stivale di nuove nascite. Venite amiche carrette del mare, venite barconi saturi di giovani maschi africani, in preda a tempeste ormonali, furto, rapina la rivoluzione si avvicina. E’ aperta la stagione della caccia alla femmina bianca,lo stupro liberatore come ai bei tempi del 1945 a Berlino, da parte dei mongoli.L’aborto è un crimine contro natura, chi osa uccidere la creatura concepita,al terzo mese di gravidanza,come previsto dalla legge attuale in vigore, si arroga un diritto che nega le supreme leggi della vita a tutela della stirpe; chi viola tali leggi perisce!

          • Azz… Che cretino! Ha ragione professore, mi cospargo il capo di cenere in ginocchio sotto i suoi piedi. E lei può anche muoversi, e io zitto, niente. Sto fermo (cit., a memoria)

          • A prescindere che il Mifepristone si usa per il trattamento di tumori cerebrali, endometriosi, polipi, e che si trova nell’elenco dei medicamenti essenziali dell’OMS… resta il fatto irrefutabilissimo che “è lecito procurare l’aborto prima dell’animazione della creatura affinché la donna incinta no sia morta o infamata e in nessuno aborto si commette omicidio”, Inocencio XI, Papa di Roma, vincitore dei turchi allogeni nella battaglia di Vienna e santo patrono di abortisti.

          • @Gherardo Maffei
            ” … si arroga un diritto che nega le supreme leggi della vita a tutela della stirpe; chi viola tali leggi perisce!”
            La stirpe ??
            La stirpe è concetto che si studia a proposito della successione mortis causa ..

  • Gentile Professore,
    mi trova concorde su tutto. Aggiungerei un altro aspetto del servilismo verso il potere imperiale americano di cui l’uomo si è ripetutamente distinto. La battaglia per l’aborto come strumento di regolazione demografica. Nei Paesi sudditi (quelli da spolpare delle risorse materiali) i figli si lasciavano fare, nutrire e poi morire di fame con i metodi più disparati, dei quali alcuni ho potuto scoprire solo viaggiando in Africa. Nei Paesi vassalli (quelli da nutrire e spremere della loro forza lavoro senza che perdano tempo ad occuparsi della prole) invece i figli si possono eliminare all’origine sotto forma di “esercizio dei diritti intimi della persona”, cioè quella sorta di zuccherino dato in cambio dell’espropriazione di tutti gli altri diritti (rappresentanza politica, gestione del proprio risparmio, libertà di investimento e di impresa nel proprio territorio, ecc.).
    Oggi l’obbiezione di coscienza dell’80% dei medici rende onore alla categoria, in un Paese dove i giuristi della Corte Costituzionale ritengono invece che il diritto alla vita nasce solo allo scadere del terzo mese di gravidanza, come se, fino al giorno prima, il feto sia solo un pezzo di carne. All’origine del diritto c’è sempre un fatto o un atto giuridico, invece per questo diritto, che dovrebbe venire prima di tutti gli altri, c’è solo una data arbitrariamente fissata dalla legge ordinaria. Almeno in questo Pannella si dimostrò coerente: “Se è, come è, un pezzo di carne alla vigilia del terzo mese, lo deve essere anche alla vigilia del parto”. Per lui il fatto giuridico era il parto (mentre per i cattolici bisognava andare a ritroso in cerca di un fatto giuridico sostanziale e non effimero, com’è il distacco del cordone ombelicale). Del resto i suoi committenti americani gli avevano detto: “Punta alla massima liberalità, purché la madre non si metta ad allattarlo, altrimenti esce dal circuito lavorativo”. Poi qualche committente più raffinato lasciò a Pannella la bandiera oltranzista (così da confondere ancor più la mente ai cittadini chiamati alle urne), ma intervenne mettendo dei paletti prima del nono mese: “Posizioniamo il termine sul terzo mese, ma con possibilità di deroga nei casi di mancanza di reddito, per evitare che la donna arrivi ad affezionarsi troppo a quel pezzo di carne e se lo tenga”.
    Se non fosse stata una manovra demografica e si fosse voluto veramente solo tutelare i diritti della donna, bastava impedirle l’aborto lasciandole invece il diritto di scegliere fino a sei mesi dopo la nascita, predisponendo le risorse per l’eventuale mantenimento del nascituro presso un istituto statale o privato convenzionato, con un apposito capitolo nella legge finanziaria.
    Se l’aberrazione giuridica attuale non è una delle tante facce dell’occupazione imperiale delle menti di cui siamo oggetto da decenni, cos’altro è?

  • Professor Giannuli, con il suo consenso, mi permetto di fare copia e incolla di quanto scritto dal ricercatore storico Maurizio Barozzi sulla propria pagina facebook:

    E’ IL LORO SANTO E’ GIUSTO CHE LO CELEBRINO
    Ieri, e presumo anche oggi, i mass media hanno celebrato, oltre i limiti della decenza, Marco PANNELLA, facendone il loro Santo laico di questa società degli spettri.
    Mi tengo, a denti stretti, gli strali offensivi, ed espongo solo alcuni passaggi politici:
    PANNELLA è stato un praticante della VIOLENZA, altro che non violento! La violenza peggiore, subdola , infame, la “violenza non violenta”, che quando è sostenuta da potenti forze, mass media e altro, è devastante. Non c’è solo la violenza dello schiaffo e del pugno, ma anche quella subdola delle pressioni, dei ricatti.

    PANNELLA ha fatto da battistrada per le immonde ideologie neoradicali nel nostro paese. Se oggi il mondialismo ci ha imposto la società multietnica e quella bisexy, lo ha fatto sulla scia dei radicali.

    PANNELLA è stato un insulto per tutti coloro che veramente hanno intrapreso scioperi della fame e della sete, e non aggiungo altro.

    PENNELLA, come oggi ricordava l’amico Maurizio M., è tra i massimi promotori della guerra alla Serbia-Montenegro con bombardamenti di ospedali dove morirono molti bambini. Ed anche su altre criminali “guerre atlantiche” il desso ha sorvolato allegramente.

    PANNELLA ha offerto il suo nome, ammantato di falso pacifismo e non violenza, per coprire i crimini israeliani in Palestina, una prassi tanto più infame per chi si diceva sensibile ad ogni violenza sulla terra.

    PANNELLA ha contribuito a deviare le lotte dei lavoratori, spostandole su temi demenziali, modello gay, consentendo così al peggior capitalismo, quello finanziario, di fagocitare tutta la società e riportare il lavoro ad un semi schiavismo.

    PANNELLA ha contribuito alla edificazione della Seconda Repubblica, ovvero alla totale perdita della nostra sovranità nazionale e di tutto il potere nelle mani dei banksters.
    E mi fermo qui, perché più riassumo più mi incazzo!

  • Complimenti!
    Aggiungerei solo una cosa, che naturalmente è espressa tra le righe di questo folgorante e impeccabile ritratto: Pannella con le sue battaglie giuste (poche) e sbagliate (tante), tutte combattute strombazzando le stesse frasi fatte, ha completamente distorto il concetto dei “diritti”.
    Con il suo fondamentale contributo i “diritti civili”, oggi, comprendono varia paccottiglia di ideuzze, interessi e pulsioni che non sono né diritti né civili.
    Nel “basso ceto politico” ricordato giustamente alla fine, questi perenni postulanti ciarlatani che sono il suo regalo vivente a un paese che non aveva certo bisogno di questi figuri, manca la Bonino.

  • “Quanto ai radicali, Pannella und Bonino, non li considero personalmente una forza politica, ma un elemento culturale di profonda corruzione civile e umana, avanguardia di un individualismo estremo e anomico. In parole semplici, ripugnanti”
    Costanzo Preve.

  • Il fatto che i fascisti che scrivono su questo blog lo attacchino con tanto livore, me lo rende più simpatico di quanto non mi sia mai stato. Detto questo, mi sembra più interessante riflettere sulle somiglianze e sulle differenze fra l’esperienza del PR di Pannella e il M5S. Somiglianze: la figura strabordante del leader, l’amore per i plebisciti (i referendum radicali, le consultazioni in rete per il m5s), l’antipatia per i sindacati, la disponibilità ad alleanze con la destra, l’affastellare lotte giuste con iniziative scandalistiche e a volte demenziali, l’islamofobia, l’uso intensivo dei media del tempo (ieri la televisione e i giornali per il PR, oggi la rete per il M5S). Differenze: Pannella stava appiccicato ai palazzi del potere romano per “provocarli” e ottenere un’influenza politica “di martellamento per contiguità”, il M5s è più di massa e diffuso sul territorio; il PR non ha mai puntato a gestire qualcosa, tanto meno arrivare al 51% (però il m5s espelle regolarmente chi prova davvero a gestire qualcosa, e quindi un’analogia si ritrova). Le differenze sono dovute davvero a una cultura politica differente? O solo al fatto che la rete permette una dislocazione territoriale e un rapporto con i militanti differente?

    • Caro Giovanni, dopo i miei complimenti dell’altra volta, oggi devo farLe qualche umile appunto. Il livore, uno stravenduto come Pannella, se lo merita da chiunque abbia un po’ di considerazione per la gente del suo martoriato Paese, dopo decenni di psico occupazione straniera. Le ricordo altresì che nel Ventennio il Partito Fascista annoverava proprio la crema degli italici venduti allo straniero. Dunque a me sembra che alcune categorie di giudizio sarebbe il caso di rivisitarle, per non fare troppa confusione. Anche sul M5S ci andrei cauto prima di paragonarlo al PR.
      Sul profilo della costituzione la differenza la fa il finanziamento, americano per il PR, e volontario e popolare per il M5S.
      Sul profilo della cultura politica qualche somiglianza con il PR si può trovare nel M5S: l’ingenuità credulona di una buona parte della base militante sulle materie in cui il vertice non si è ancora pronunciato. Ecco perché lo zio Sam sta puntando al vertice del M5S: smantellato quello, il PR potrebbe rivivere nel M5S e questa volta con una percentuale elettorale ben più consistente. Guarda caso, uno dei pezzi principali sulla scacchiera già non c’è più.

      • Giovanni Talponeg

        Non ho capito bene, ma fa niente, quando ero giovane volevo capire tutto, ora sono guarito. Non sono d’accordo sul criterio “finanziamento”: tutti partiti della Prima Repubblica sono stati finanziati da qualcuno (dagli USA, dall’URSS, dalla FIAT, dall’ENI ecc.). Ci ho ripensato, e sono arrivato alla provvisoria conclusione che c’è una differenza essenziale fra PR e M5S: il Pr nasce da una visiona ultraindividualistica della società (simile per certi versi al pioniere americano che difende la propria libertà contro gli inglesi e contro Washington (capitale)); in questo senso ha avuto anche un ruolo democratico e progressivo nell’Italia del dopoguerra, oppressa da tre potenziali “stati etici”: quello fascista, quello cattolico, quello stalinista. Gli sono riconoscente per le coraggiose battaglie su diritti familiari e sessuali. Sul resto, è già stato detto. Il M5S vuole “semplicemente” rappresentare al meglio la Volontà Popolare manipolata e tradita dai Partiti. Ignorando o combattendo tutte le mediazioni sociali e i corpi intermedi, percorre un tratto di strada non lontano dal PR. Inoltre, un certo radicalismo (l’anticlericalismo ecc.) è una componente minoritaria ma ben presente nella società italiana, e viene quindi anch’essa raccolta ed espressa dal M5S. Il “problemino” del M5S, è che non esiste un’unica Volontà Popolare, ma innumerevoli, e spesso contraddittorie persino al loro interno. Gramsci ci ha insegnato a studiare con attenzione tutto ciò. Il M5s è pre-gramsciano, e inevitabilmente soppravvive solo espellendo chi incomincia a pensarci su.

        • A questo punto non mi resta che invitarla a leggere gli altri miei commenti qui presenti e critici sulla materia dei “diritti familiari e sessuali” così come è stata propugnata da Pannella. Tengo qui ad aggiungere che la difesa dei nascituri non può essere correlata necessariamente ad una politica “etica” e che invece trattasi di una questione meramente in punta di diritto. Di certezza del diritto, o, per essere più precisi, di certezza della data del fatto giuridico dante origine (al diritto alla vita). Tutto il resto è superfluo e fuorviante.
          Chi vuole mettere a questa questione il suo proprio cappello (e cioè i moralisti) o viceversa chi vuole appiccicarle un’etichetta infamante (e cioè i liberisti) intende aggirare il problema e quindi fa un’operazione non corretta (non di rado perché nel suo passato ha qualcosa di personale da giustificare). Poi ci sono i casi più estremi, quelli rappresentati da coloro che vanno a prendere tutte le etichette infamanti a disposizione (fascista, cattolico, stalinista, integralista, ecc.) e gliele appiccicano sopra (nel caso una sola non sia sufficiente a corroborare il proprio assunto campato per aria).
          Infine, riguardo agli espulsi dal M5S, erano ben note alcune regole prima della partenza nel Febbraio 2013. Una riguardava il rispetto della volontà espressa preventivamente dalla maggioranza dei parlamentari del gruppo. Chi non ha voluto più stare a questa regola se n’è automaticamente andato negli altri gruppi. Punto. Nel PR non ha funzionato più o meno così? O era Giacinto che silurava personalmente i dissidenti?

  • Concordo pienamente, e mi solleva che si sia sollevata una voce fuori dal coro effettivamente ipocrita e disgustoso, del peana pro Pannella

  • Con Giannuli è un topos: osservazioni puntuali e contesto interpretativo in regime immaginale socialdemocratico.

    L’opera di Pannella va tutta in una direzione: l’anglosassonizzazione della società italiana giusti gli auspici del conquistatore di turno. E’ stato il vestale dell’atomismo individualistico ma nel contesto della dogmatica umanista, decretata dai servi del dio giudeo e corroborata da quelli della dea Mammona. Ha operato instancabilmente pel disfacimento della forma tradizionale della civiltà europea, austera, virile, repressiva.

    Va da sé che la trasformazione degli individui in una pletora di monadi consumistiche protese alla massimizzazione del proprio utile marginale (in chiaro: a fregarsi a vicenda) genera il rovinoso processo di decadenza tardoimperiale che abbiamo sotto gli occhi. L’epitaffio di Pannela: essere stato padre e maestro di una nuova figura umana, il bankster cocainomane newyorkese.

    Giannuli, nella sua ottica sessantottina, vorrebbe tenere assieme due opposti antinomici come l’autonomia individuale e il vincolo solidale fra i consociati. Il che lo porta a faticate distinzioni tra quel che gli piace e quel che non gli piace all’interno di un opera perfettamente unitaria, senza vedere come i suoi estremi si implicano a vicenda. E’ evidente, ad esempio, il ruolo svolto dal divorzio nel processo di atomizzazione della società italiana, che poi sfocia nella neutralizzazione-spettacolarizzazione della politica.

  • Vediamo se ho capito: Pannella si intesta delle conquiste sociali e civili di cui ha merito per lo 0,0001% e noi siamo qui a discutere del fatto che fosse un alfiere – anzi L’alfiere – di un progetto mondialista che ci vorrebbe tutti froci (per usare un termine che tutti capiscono)?
    Giusto? È la vostra tesi?

    Garçon? Il solito, vodka doppia. Anzi, lasci pure la bottiglia. Merci.

  • caro Giannulli, Raymond Queneau diceva che i popoli felici non hanno storia. La storia è la scienza dell’infelicità degli uomini.
    E gli storicisti, come lei, fanno dell’infelicità non lo strumento, ma il fine della loro esistenza professionale. Ne sono costretti per attitudine, per postura ideologica. Prigionieri della loro preconcetta coerenza, non possono che teleologicamente appropiarsi dei fatti e delle persone al fine di ridurre tutto ad un minestrone teorico indigesto. Dare un giudizio storico oggi su Marco Pannella è operazione di bassa macelleria politica, e lei lo sa bene. Come sa bene che il problema ddi quelli che fanno il suo mestiere è quello di proteggere i fatti storici dagli assalti della memoria. Soprattutto di quella contaminata dalla fede politica.
    Il suo articolo non fa onore alla sua intelligenza che, in altre occasioni ho apprezzato.
    Ciò detto, capisco il risentimento verso un personaggio di caratura superiore a quelli che bazzicano e hanno bazzicato la politica nazionale. Ogni azione di Marco Pannella è stata ispirata unicamente dall’amore per i più deboli, senza distinzioni di classi o appartenenze. Riconoscetegli questo immenso valore primario che nessuna sinistra storicista ha mai preso in seria considerazione.

    • Gentile Sandro,
      La prego, il surrealismo ha fatto la sua epoca e solo nei salotti di coloro che il mondo non volevano guardarlo per vari motivi, non ultimo per tenersi i loro privilegi senza avere scrupoli. Eppure gli stessi sogni si basano sulla realtà vissuta, sono elaborazioni del vissuto, della storia della persona che li fa. In generale è la limitatezza del vissuto che origina l’infelicità (anche se si può eccezionalmente avere questo limite avendo viaggiato). E’ quando questa limitatezza pesa alla persona che lo porta, che nasce l’infelicità senile. Ed è buona cosa.
      La storiografia, in quanto strumento utile a mettere a disposizione di molti ciò che non ha potuto rientrare nel loro vissuto personale, dovrebbe quantomeno essere considerata materia buona, anche se non produce automaticamente felicità.
      Il vero problema è proprio questo: che il nostro vissuto è limitato. Lei ha conosciuto Pannella? Ha conosciuto le sue frequentazioni? Come può scrivere allora: “Ogni azione di Marco Pannella è stata ispirata unicamente dall’amore per i più deboli, senza distinzioni di classi o appartenenze”. Un bambino nel grembo di sua madre è o non è il massimo della debolezza?
      A meno che Ella non intenda “i più deboli di comprendonio”, che sono stati sempre la sua passione. In tal caso però mi permetta di correggerla: trovava più interessanti quelli appartenenti alle classi più agiate.

      • @Sandro Lazier.
        Ma stiamo scherzando?
        Lo sanno tutti che Pannella ad anni alterni legeva Mounier e Maritain.
        Quasi quasi mi faccio un abito double face a strisce rossonere e neroblu e prendo l’abbonamento del Milan e dell’Inter.
        Però l’idea di avere tre tessere politiche in tasca non è male: la vittoria è assicurata comunque vada.
        Pannella era troppo avanti !

          • @Sandro Laizer
            Non esiste una internazionale radicale per il semplice fatto che i partiti radicali sono profondamente diversi l’uno dall’altro. In questo il partito radicale è stato una perfetta sintesi nel corso della sua storia, che dopo Pannella è stato cosa diversa. E che dire della stessa denominazione politica? Lista Pannella, lista Bonino, Lista Sgarbi pannella, Partito transnazionale … ovvero la più totale confusione sulla propria identità. Un uomo che si chiamava Francesco, poi si fece chiamare Giulia, poi Michele, poi Astrubale, poi Guendalina … come lo si identifica .. se non attraverso le impronte digitali?

      • Tra tutte le debolezze, quella di comprendonio pare essere la più diffusa. E sembra non risparmiare neppure chi è convinto d’esserne immune. Saccenza e pedanteria, infatti, sono trappole infide che non si addicono ad un saggio attempato. Ragion per cui sorvolo sulla qualità della sua replica che ritengo più morale che razionale.
        Le faccio quindi una domanda da storico. Conosce lei fatti circostanziata in cui Marco Pannella abbia agito diversamente da quanto ho sostenuto nel mio commento?
        Se li conosce me li elenchi sinteticamente.
        Se non li conosce lo dica chiaramente. Le altre sue considerazioni sono personali induzioni o deduzioni che non hanno nulla a che vedere con la storia.

        • Con il permesso di Giannuli, a cui avevo promesso di tacere sul tema,
          cerco di rispondere io alla Sua domanda, dato che Ella non ha risposto ad una sola delle mie.
          Considero la battaglia di Giacinto per il divorzio del tutto incurante dei diritti dei figli minori della coppia e quindi del tutto incongruente con il nostro ordinamento teso a garantire in generale i minori, come ricordano anche le norme sul matrimonio (per quel che posso dedurre nulla osterebbe invece al divorzio abbreviato per coloro che non hanno figli minori).
          Considero altresì la sua battaglia per l’aborto del tutto incurante di un principio generale di tutela. La necessaria inconfutabilità del fatto giuridico dante origine al diritto e quindi alle relative tutele. Il fatto giuridico non può essere lo scadere di un termine fissato arbitrariamente dalla legge ordinaria, che nulla ha a che fare con la realtà (l’ultimo giorno del terzo mese non rappresenta alcunché dal punto di vista biologico, mentre solo il concepimento sgombra il campo da qualsiasi dubbio). Giacinto infatti quello scadere arbitrario lo riconobbe tale. Ma se in ciò pareva subito dimostrare la sua onestà intellettuale, un momento dopo, individuando addirittura nel taglio del cordone ombelicale tale fatto giuridico, dimostrava l’incredibile e cioè che poteva persino infischiarsene della sua stessa onestà intellettuale, pur di compiacere a qualcuno (che come ho sopra accennato aveva pianificato la demografia e la produttività a livello planetario).
          Quanto alle frequentazioni private di Giacinto mi basta considerare quelle della sua delfina Emma, che vanno da George Soros in su.
          Aggiungo un dato: nella sua recente lettera a Papa Francesco, Giacinto, in un passaggio censurato dai media, affermava guarda caso che non riusciva più a separarsi dal rosario che era stato di Monsignor Oscar Romero, vescovo martire a San Salvador, uomo che per i deboli si era battuto evidentemente con maggiore sincerità …
          Vede, Giacinto alla fine dei suoi giorni ha preferito riconoscere qualcosa di nuovo che non fosse coerente con la sua vita passata. E in questo è di esempio per tutti coloro che invece hanno preso posizione su divorzio e aborto solo sulla base della loro condotta passata, vuoi strafottente vuoi virtuosa, e si sono coperti gli occhi di fronte all’evidenza, producendo quel pastrocchio giuridico che ancora oggi ci ritroviamo. Coraggio Sandro, se Giacinto ce l’ha fatta può farcela anche Lei.

  • Conosceva benissimo chi era IL VERO POTERE, quello della strategia della tensione, delle stragi, dell’assassinio di Aldo Moro, ma si strusciava al potere come un giullare, per ottenere visibilità e immortalità per inseguire le sue utopie egocentriche. Ha cazzeggiato una vita intera interessandoci a molteplici sacrosanti problemi secondari (come fanno i giornalisti!), distraendoci dal vero potere secolare criminale falsario usuraio kalergico che alla fine HA INCAPRETTATO L’ITALIA con il totale collaborazionismo e tradimento della casta partitocratica parlameRDare.

  • Confesso di aver goduto come un riccio quando la Corte costituzionale bocciava ai radicali i quesiti referendari o sbagliavano ricorso davanti al TAR, per poi sentire Pannella non capire neppure perchè avesse preso la tranvata … nelle sue sfuriate contro la Corte costituzionale.
    Era bravo anche nel mangirsi i propri fili politici, ecco perchè non lascia un delfino.
    Come abbiano fatto a sopravvivere per anni e anni senza avere parlamentari non mi è facile da capire. Come venisse selezionata da Pannella la classe dirigente nazionale resta un punto oscuro.
    C’è qualcuno che mi spiega il liberismo e la questione della convezione rai senza gara?

  • Pannella. Pannella ?
    Questo nome non mi è nuovo.
    Ahh si, si tratta di quell’ex onorevole incandidabile, i cui seguaci furono ripetutamente trombati alle elezioni politiche per clpa degli altri partiti i cui elettori non votavano la sua lista.
    Ora ricordo. Voleva essere nominato come senatore a vita per averne dette di tutti i colori contro la partitocrazia di cui vooleva entrare nel tempio di Montecitoros.
    Da grande voglio fare il senatore fino alla morte.

  • Una personalità originale.
    Sarà ricordato per tantissime cose, molte negative, alcune positive, alcune divertenti come l’aver fatto eleggere una prostituta pornografa in parlamento, per aver bevuto la sua urina in televisione, per l’aver distributo il finanziamento pubblico ai partiti in contanti ai cittadini, per aver dato parola a tutti su Radio Radicale, senza alcun filtro.
    Pace all’anima sua.

    • @Ercole
      Anche oggi tutti hanno su tutto la parola su internet … i microfoni aperti si risolvevano spesso in insulti e bestemmie. L’urina fu bollita e raffreddata? Come è sopravvissuto politicamente senza finanziamenti pubblici per anni e anni, pur in presenza di un apparato/costi di tutto rispetto?
      Cicciolina si è candidata a Roma per un partito storico … non ha preso neppure 30 voti. Mahh ???
      §§§§
      Da dopodomani mi invento il diritto di incazzarmi a testa in giù, sancito da un rescritto rinvenuto nell’Università di Timbuctù, contro lo sfruttamento di qualcosa/qualcuno, divento amico di una minoranza sperduta della Papua, irrompo negli gli studi della locale TV, faccio un po’ di caciara in modo che tutti parlino bene o male di me, e poi mi faccio elegere alla Camera Alta di Curlandia.
      Sempre meglio che lavorare. Io almeno avrei risolto i miei problemi entrando a far parte della casta.
      I vostri problemi ???
      Sono ca … voli vostri.
      E se non mi votate siete … °@§*^=$ servi della gleba degli altri partiti che oscurano il mio pensiero, censurano le mie performance non dandogli il giusto risalto spettacolare.
      Se non lo avete capito ancora, io sono io, e voi non siete un …

  • Eccellentissima nostra Signora del cappello, fondatrice del suo ordine in attesa di riconoscimento, mi permetta di svolgere alcuni pensieri politici.
    Pur rispettando la scelta delle religiose che si consacrano a Dio, sono portato a diffidare delle cape di pezza quando sono nel mondo e se lei si presenta così, diffido di lei.
    Il tutto politico ruota intorno all’oggetto e al suo uso. Certo che -con eccezioni sporadiche- non si può obbligare qualcuno ad avere i capelli biondi o a indossare un abito, piuttosto che un altro, ma come Ella sa, l’abito fa la monaca … salvo far ridere. Se la monaca prima si inventa un toy boy in alternativa alla lite con il suo pigmalione, poi fa intuire di aver perso i capelli (ma non dice che ricrescono), poi riceve una fatwa dal suo capo perché ritenuta troppo prossima al jet set, a cui risponde ricordando il valor del vile denaro … ecco, vede a me di questa sit commedy interessa poco, se non fosse per il rispetto di chi veramente indossa quel tipo di cappello, ma che non ha fondato nessun ordine per prendere voti.
    Moshe Dayan qualche buon motivo per presentarsi con la benda sull’occhio lo aveva. Golda Meir con il suo viso scavato era un’icona. Nella filmografia di guerra si sono visti militari inventarsi menomazioni inesistenti. Capitan uncino …. Ma che lei d’un tratto fondi un ordine unipersonale per prendere i voti, già fa ridere, in più si mette in testa pure l’aureola. Tradizionalmente l’aureola è giallo oro, mentre la sua è multicolor in tono con l’abito indossato.
    Se ha l’aureola, è santa, sebbene in vita; se ha il cappello della sofferenza è martire … e la colpa ne sia certa è degli altri.
    Questa storiella mi ricorda lo sfottò dato verso un presidente del consiglio di non tagliarsi la barba per non suicidarsi politicamente, o la richiesta di Clint Eastwood a Sergio Leone di togliere il sigaro di bocca al suo personaggio, ritenuto invece dal regista il protagonista assoluto.

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