Cappuccino, brioche e intelligence n°24. La morte di Osama Bin Laden: posso dire che non mi convince per niente?
Mai come questa volta il titolo della rubrica è quello giusto: questa mattina ero proprio al bar davanti al cappuccino, però senza giornali (non usciti per la festa del 1 maggio), quando una delle persone che incontro abitualmente e con la quale commento le notizie del giorno (un simpaticissimo signore piuttosto anziano, ma curioso di tutto come un quindicenne) mi ha portato la notizia della morte di Bin Laden. La morte di uno stragista non può certo addolorare uno come me che ha speso 20 anni della sua vita per studiare le stragi italiane, per cui non ne sono stato affatto addolorato, ma via via che il mio amico mi dava i particolari appresi dalla Tv, iniziava a farsi strada una crescente incredulità. Troppe cose non quadravano e poi, se c’era un momento adatto per la morte del capo di Al Quaida, più opportuno di così non poteva essere.
Tornato a casa mi sono messo a girare internet –aiutato anche da uno dei ragazzi che collaborano con me a questo sito- beccando notizie in giro, anche sui siti in lingua inglese di area mediorientale. E i dubbi sono cresciuti.
Questa morte ha aspetti che non convincono:
1°- Se il complesso recintato (diciamolo in inglese che fa più effetto: il compound) è stato la residenza di Bin Laden per questi 10 anni, o anche solo per questi ultimi anni, a soli 70 km dalla capitale, difficilmente poteva essere sfuggito ai servizi pakistani, per cui si apre tutto un capitolo di spiegazioni che il governo di Isalabad dovrà dare agli “alleati americani.
2°- Alleati mica tanto, visto che si sarebbero ben guardati dal dare notizia dell’azione contro Osama che, in fondo, si svolgeva in territorio pakistano. Insomma, la fiducia si spreca! E bella figura ci fa il governo pakistano che vede scorrazzare i corpi speciali americani sul suo territorio senza neanche una telefonata di cortesia. Ed il governo di Islamabad non fa nemmeno finta di protestare.
3°- Osama sarebbe stato freddato con un colpo di pisola alla testa. E da quello che si capisce, si sarebbe trattato di una esecuzione a freddo, non del risultato accidentale di una sparatoria durante la cattura, anche perchè si dice che l’obbiettivo era l’uccisione e non la cattura. Possibile? C’è la possibilità di catturare il capo della più pericolosa organizzazione terroristica del Mondo, il nemico pubblico numero 1, di interrogarlo, di esibirlo in televisione come una straordinaria preda di caccia, di fargli un processo che diventa un media event mondiale senza precedenti, e voi gli sparate alla testa in quattro e quattr’otto? Dove si vede questo film?
4°- Comunque sia andata, è evidente l’interesse di chi ha ucciso Osama a trattenerne il cadavere, per documentare al di là di ogni dubbio che si tratta proprio di lui. E invece, nel giro di qualche ora, prima lo si porta in una base militare americana in Afghanistan (che, come è noto, non ha sbocchi al mare), dopo lo si porta in una località imprecisata per buttarlo a mare, o forse lo si fa da un aereo. Spiegazione ufficiale: in ossequio ai dettami della religione islamica (che, invece, dice il contrario). Anzi no: per evitare che si formi un luogo di culto sulla sua tomba. Ma si sarebbe potuto anche seppellirlo segretamente in una base militare, magari trasportarlo in Usa e seppellirlo sotto falso nome in un piccolo cimitero del Montana o del Connecticut o in ogni caso tenerlo per eventuali accertamenti tanatologici. E. allora, perchè tanta fretta di disfarsi del cadavere?
5°- E’ strano che, salvo la patacca di foto diffusa dall’emittente pakistana, non ci siano immagini del cadavere o dell’operazione tali da documentare il fatto. Ma forse verranno nelle prossime ore.
6°- Al solito ci troviamo di fronte a versioni non coincidenti fra americani e pakistani o anche fra americani. Questo può anche spiegarsi con la confusione inevitabile del momento, ma è sempre spia di qualcosa che non va.
7°- Sembra che i talebani confermino la morte di Osama, però occorrerà attendere una uscita di Al Quaeda (magari un video di Ayman al-Zawāhirī) per una conferma più concreta.
I dubbi principali sono essenzialmente due: che il morto non sia Bin Laden e stiamo assistendo a una sceneggiata, oppure che il morto sia lui, ma che le cose stiano in modo ben diverso da quello raccontato, per cui si è dovuto procedere in un certo modo per nascondere qualcosa. Ad esempio, che la sua cattura, più che il frutto di una brillante operazione delle Special Forces Usa, sia il risultato di chissà quale imbrogliata trattativa fra americani ed altri evidentemente interessati a liberarsi di un peso diventato non più utile.
Veniamo a qualche considerazione politica più generale.
Dicevamo che se Bin Laden doveva sparire, nessun momento era più opportuno di questo:
a- c’è una rivolta diffusa nel mondo arabo, nella quale si immagina che Al Quaeda possa avere un ruolo, ma che, per ora, sembra essere rimasta abbastanza marginale sia in Libia che in Egitto, Tunisia, Barhain e Siria. Questo non vuol dire che in seguito non possa infilarsi in qualche modo nelle rivolte ed avere un ruolo importante. In ogni caso, c’è l’esigenza di buttare acqua sul fuoco, dunque torna utile togliere di mezzo una bandiera, dietro cui potrebbe aggregarsi parte della rivolta.
b- ci sono turbolenze dei prezzi petroliferi che tornano a salire e delle borse inquiete per l’incidente nucleare giapponese, le sorti del debito americano ecc, e far sparire Bib Laden serve a dare una sensazione di maggiore sicurezza in campo petrolifero, ed a rafforzare la posizione internazionale degli Usa che, indirettamente, ricevono ossigeno anche per i loro affaticati titoli. Insomma: “si signori abbiamo un buco di cassa da fare spavento, ma questo è servito a fare guerre come quelle al terrorismo che proteggono la sicurezza di tutti, senza di noi Osama sarebbe ancora vivo, quindi il nostro debito conviene anche a voi, perchè aiuta anche sul piano petrolifero”.
E, infatti, la borsa ha reagito in modo euforico: i titoli azionari si sono apprezzati e petrolio ed oro sono calati.
c- fra pochi mesi cadrà il decennale dell’11 settembre e della guerra afghana che è costata un botto, ma ha prodotto risultati piuttosto scarsi: è inevitabile che questo accenda una discussione sull’opportunità di proseguire ed in che modi. Anche decidere di uscirne, senza aver colto almeno qualche risultato simbolico non è facile. La morte di Bin Laden cade come il cacio sui maccheroni: può servire sia a dimostrare che la guerra si sta vincendo e, quindi, vale la pena di restare ancora un po’ per cogliere la vittoria piena, tanto per dire che, eliminato, Osama, che era l’obbiettivo dichiarato dell’azione, se ne può uscire onorevolmente.
d- in autunno si avvierà la campagna elettorale per le presidenziali ed Obama non sta messo bene nei sondaggi, un forte successo simbolico è quello che ci vuole per risalire nella china degli indici di gradimento e predisporre una forte controffensiva dopo il successo dei thea party. Insomma sembra un replay della presidenza Clinton che, dopo il disastro delle elezioni di medio termine del 1994, riuscì ad essere rieletto nel 1996 grazie ad un dosaggio fra qualche successo in politica internazionale ed operazioni trasformistiche sul piano interno, appropriandosi di buona parte del programma conservatore.
Bin Laden è comparso quando la sua presenza era funzionale al “conflitto di civiltà” ipotizzato da Huntington e seguito dalle guerre di Bush ed esce di scena quando questo serve ad una diversa politica americana verso il mondo arabo-islamico.
Intendiamoci: non sto dicendo che Bin Laden fosse un agente della Cia e l’11 settembre è stato solo un episodio di strategia della tensione per fare la guerra all’Afghanistan. Non sono mai stato convinto di questa ipotesi che trovavo un po’ troppo “complottista” anche per i miei gusti che non sono proprio quelli di un boyscout. Dico che sotto la apparenza di un conflitto senza quartiere far due entità irriducibili l’una all’altra, c’è stato un scontro che ha conosciuto sicuramente punte di intensità straordinaria, ma che, forse, non ha escluso continue trattative coperte, negoziati politici in cui sono intervenuti anche terzi soggetti (come appunto, gli ambigui pakistani o i poco limpidi sauditi e chissà chi altro).
La storia della guerra dell’Aghanistan è tutta da scrivere ed occorrerà avere ben altri documenti a disposizione. Questa morte è solo un problema in più da risolvere.
Aldo Giannuli
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Carlo
Aldo, mi sembra di capire che nell’ipotesi meno complottista gli Usa si sarebbero sbarazzati del cadavere vero del vero Bin Laden per evitare un’autopsia che avrebbe dimostrato il coinvolgimento nell’esecuzione dei pakistani o degli Stati arabi alleati (ed evitare così rivolte interne degli islamisti) . Ma perchè non falsificare l’autopsia (in fondo mica l’Onu può chiedere una contro-perizia autoptica)? Od organizzare meglio la messa in scena? Questa sarebbe più scadente di quella imbandita per Salvatore Giuliano… La dinamica resta poco convincente. Il Bin Laden Babbo Natale cospirativo è un’ipotesi più ragionevole.
Un abbraccio
Rosario
Indubbiamente l’uccisione di Bin Laden è un grosso successo mediatico e un sollievo per Barak Obama sia dal punto di vista politico, in vista di elezioni che promettevano difficoltà sia dal punto di vista economico perchè permettono all’America diverse opzioni, quali la cessazione delle ostilità in Afganistan, con redistribuzione delle risorse in altri settori, o l’eventuale riposizionamento delle truppe in Medio Oriente, dove sono custodite le fonti petrolifere. In ogni caso, come si dice: “è cacio sui maccheroni”. Concordo in pieno con la rappresentazione della morte, di sapore teatrale e ritengo che l’ISI abbia spontaneamente consegnato Bin Laden, utile ostaggio….ma in cambio di che cosa?
marcolfo
anche la notizia sull’esame del dna, che tutti i siti di news rilanciano come prova indiscutibile, e’ gran strana o quanto meno andrebbe chiarita. Ammesso che si riesca a farlo in pochissimi minuti e con una accurata precisione, ma mi domando: quindi gli Usa avevano il dna di osama bin laden da poterlo confrontare con quello dell’individuo ucciso?
Lenis Picker
Secondo me il colpo alla nuca di piccolo calibro è stato esploso da uno dei suoi uomini, che avevano l’ordine di non farlo catturare.
ugo agnoletto
falso o non falso, potrebbe essere un messaggio per Gheddafi
Paola Pioldi
Ciao a tutti,
anche questo colpo di scena svanirà portando con sè le convenienze dei potenti. Sono allibita da come il potere mediatico riesca a farla sempre franca. Spero che in questo blog presto si parlerà d’altro.
Paola
Giovanni Talpone
Aldo, sono d’accordo su tutta la tua analisi e tuoi dubbi. Vorrei solo proporre due possibili approcci interpretativi alternativi:
1) Gli Americani sono molto stupidi. Pensiamo al caso Abu Omar a Milano: la cosa migliore da fare sarebbe stato collaborare con l’autorità inquirente italiana che stava già controllandolo, e mettere completamente in luce l’eventuale rete terroristica (o lasciar cadere i sospetti). La CIA ha fatto del suo peggio nel modo peggiore (i cellulari per tenere in contatto la squadra, come tanti Lele Mora!).
2) Gli Americani sono molto intelligenti. Hanno individuato e protetto il miglior terrorista possibile per i loro scopi (nel senso che Osama era soggettivamente “autentico”, ma che è stato “scelto” e protetto perchè “folle nel modo giusto”). Questo spiega perchè doveva essere ammazzato (troppo rischioso lasciarlo vivo) e perchè il riconoscimento fisico era superfluo (avrebbero dovuto però almeno simulare un’analisi alla CSI: sceneggiatura scadente).
Sui tempi dell’ammazzamento, valgono le tue considerazioni.
Massimo Copetti
Personalmente, ritengo che l’episodio in questione concluda un decennio drammaticamente indecifrabile, nel quale l’abbondante informazione non ha fatto altro che confondere ulteriormente le idee a chi ha cercato di vederci chiaro.
Pensiamo alle incongruenze della versione ufficiale dell’11 settembre (inutile elencarle, basti solo ricordare che la stessa autobiografia di Bush ne demolisce una parte, quella relativa all’aereo caduto in Pennsylvania), al fatto che nessuno ha mai capito quali siano i reali obiettivi della guerra afgana, al tempismo svizzero dei video-messaggi di Bin Laden (di cui alcuni palesemente falsi), e poi a David Pearl, al mullah Omar che scappa in moto, all’ambiguità del Pakistan, alla Buttho che già tre anni fa parlava dell’uccisione di Bin Laden…
Insomma, una vicenda apertasi dieci anni fa con delle menzogne e conclusasi ieri con una palese farsa. Agente della Cia, fanatico islamista, petroliere, morto ieri, dieci anni fa, nel 2006? Cosa è stato realmente Bin Laden? Sinceramente, non sono ancora riuscito a farmene un’idea perché l’attendibilità delle fonti (ufficiali, ma anche quelle fornite dalla contro-informazione) è sempre stata scarsissima. L’unica certezza è lo straordinario tempismo con cui ieri è uscita la notizia, per il resto possiamo solo avanzare congetture. Interroghiamoci piuttosto sul livello della nostra informazione e su quale ruolo abbiano avuto i mass-media nel muovere coscienze, eserciti e mercati.
Saluti a tutti
davide
i mass media si muovono su basi preparate dai governi.In occidente sono l’anello di congiunzione tra Potere e indistinte masse.
La notiza della morte di BIN LADEN, in effetti, non convince nemmeno i miei clienti.In edicola si discute di questo caso come di una americanata,tenete conto che il giornale più venduto a parte corriere ,da me e nella mia zona è Il Giornale,quindi…Mi sa che gli amerikani hanno fatto una pessima sceneggiata.
L’unico a credere, obbedire,combattere no perchè non tiene il fisico è Beppe S.un giornalista di un notissimo giornale italiano,che se la prende con i negazionisti.Buon per lui che si mangia di tutto.
Credo semplicemente che la morte di Osama Bin laden era già scritta nella sceneggiatura di questo scadente telefilm che da dieci anni ci viene proposto:l’america e i suoi ascari contro i temibili stati canaglia.
Un passo naturale per togliere un personaggio che il pubblico non seguiva più come un tempo e preparare un nuovo super cattivone.Il quale immancabilmente arriverà.Il colonialismo imperialista deve ogni tanto rinnovarsi quando passa a un nuovo stadio e oggi con le rivoluzione farlocche in libia e in siria,c’è bisogno di altro.
andrea
un intervento molto interessante di Tariq Ali sull’argomento.
parte 1 – http://bit.ly/laB829
parte 2 – http://bit.ly/mMQiS8
Marco
Morte naturale e corsa ai ripari?
In fondo gli states Dovevano sapere dove si trovasse da tempo.
Maurizio Melandri
In questi giorni si continua a dire che Osama rivendicò l’attentato alle torri gemelle. Mi pare di ricordare, ma vado a memoria, che la cosidetta “rivendicazione” fu una frase parecchio ambigua ed arrivò anni dopo l’11 settembre.
Non so chi fece l’attentato, di certo Osama era il “cattivo” perfetto, ed ora, che sembrava ritiratosi a vita privata, non serviva più per giustificare la guerra in Afghanistan (territorio più che strategico).
Le foto non verranno mostrate, non è interessante tutto ciò?
davide
una firma leggendaria del giornalismo italiano,maestro di schiere inter(e) di apprendisti giornalisti,b.s. , prima ha ironizzato sui negazionisti che non credono alla morte di bin laden,poi oggi ci ha reso noto che la mancanza di foto,anzi la volontà di non pubblicarle sono un’ideona amerikana-con la k che così torniamo tutti nei 70-che si riassume così:”meglio tanti scettici in occidente,che l’ira di dio in oriente”.Per la prima volta il popolo americano non esibisce il trofeo,ma sopratutto:che filmetto scarso sto Killing Osama,sembra una pellicola di chuck norris,anzi chuck è premio oscar in confronto
Viene da rimpiangere i diabolici piani di Federico Umberto D’Amato
Beniamino
Francamente non penso che gli USA si sono inventati una cosa del genere.Per inventarsi la morte di Bin Laden dovrebbero esserci tante e tali complicità che mi sembra impossibili potersi realizzare. Se tutto ciò che è accaduto fosse falso e poi verrebbe fuori la verità essa avrebbe per gli Stati Uniti l’effetto di una bomba atomica sia sul piano interno che internazionale.Sarebbe l’insulto più insulso mai visto per oltre 3000 morti e miliardi di persone vive. Non credo che siano così folli.
>Sulla morte di Osama Bin Laden | Almeno noi ci proviamo
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