Monti, Bersani e Casini dopo la vittoria di Grillo

Sono state elezioni amministrative senza valore politico? Non diciamo sciocchezze: qui sta crollando il sistema politico della seconda repubblica, anche se non sappiamo cosa sta venendo fuori. Anche nel 1992-3 successe la stessa cosa: fra il dicembre 1992 ed il novembre 1993 ci fu una tornata di amministrative (votarono fra l’altro, anche Roma, Milano, Torino e Napoli) che segnarono il crollo di socialisti, democristiani e laici e l’ascesa della Lega e del Msi. Due mesi dopo si sciolse la Dc, Berlusconi lanciò Forza Italia, il Msi divenne Alleanza Nazionale e ci furono le elezioni politiche vinte dalla destra. La fine della Prima Repubblica venne anticipata da banalissime elezioni amministrative e, dunque, non conviene mai sottovalutare segnali di questo genere.
In due parole è successo quanto segue: Il Pdl e la Lega sono stati duramente ridimensionati, il Terzo polo si è liquefatto, il Pd flette ma resiste, Idv e Sel ottengono risultati mediocri e tendenzialmente in calo, mentre c’è un successo netto del Movimento 5 stelle e delle liste civiche.

Non ci vuole la sfera di cristallo per indovinare che stiamo andando ad una ristrutturazione del sistema politico, attraverso un processo di scissioni e riaggregazioni. Ha iniziato Casini liquidando il Terzo polo. Nello stesso tempo in casa Pdl emergono vari progetti tendenti ad aggregare quel che rimane del Pdl con l’Udc ed, in prospettiva, altri soci minori della stessa area.  E’ il progetto del “cantiere dei moderati” avanzato da Bondi, che si biforca in due direzioni: da un lato Alfano-Berlusconi, orientati ad un semplice assorbimento dell’Udc (salvo qualche vistosa offerta al solo Casini) nel Pdl così come è, con gli ex An dentro, dall’altro Pisanu che sconta la scissione di aennini e “tecnici” ( Brunetta e c.) ed attribuisce molto più peso agli ex Udc, con i quali, probabilmente, farebbe blocco.

Nel primo caso, Berlusconi ed Alfano risulterebbero al centro del partito e quindi schiaccerebbero in posizione subalterna Casini, mentre nel secondo, Casini (e Pisanu) sarebbero i soci di maggioranza ed Alfano sarebbe schiacciato sulla destra. La differenza fondamentale è che nel primo caso sarebbe sempre Berlusconi a comandare, nel secondo egli passerebbe non in seconda ma in terza fila. Per ora è come se i due membri della prossima società avessero lanciato un’opa ostile sull’altro.

Un problema nel problema è poi che fare con la Lega. Maroni, cosciente del baratro in cui sta sprofondando, ha già iniziato timide advances verso il Pdl per tornare in combutta. Stanti così le cose, se vince l’asse Berlusconi-Alfano, si apre qualche spiraglio per la Lega, se vincono Casini e Pisanu non dovrebbe andare così. Ma senza la Lega (che per quanto collassata, sotto il 5% non dovrebbe andare) le speranze di vincere le elezioni fra un anno si riducono al lumicino. Con la Lega, però, sarebbe solo la vecchia coalizione del 2001-2006 con qualche sigla cambiata: una minestra riscaldata da mensa della Caritas. Potrebbe piacere ancor meno di una alleanza senza la Lega.
Ma il problema maggiore della destra è chi presentare come candidato alla Presidenza del Consiglio: Berlusconi è ormai impresentabile anche per il consiglio comunale di Milano, Alfano è la copia sbiadita del suo dante causa,  Casini, come qualsiasi altro esponente politico del Pdl o dell’Udc, sa di vecchia politica e non è quello che ci vuole per recuperare i voti degli elettori di destra in rivolta. Per di più, se una fetta dei voti perduti lo è stato per l’appoggio del Pdl al governo Monti ed alla sua politica fiscale, Casini è ancora meno adatto a di chiunque altro a recuperare, essendo stato il maggiore supporter di Monti.

Dunque occorre cercare fuori. Ma anche qui le proposte scarseggiano: Monti è controindicato per il suo rigore fiscale, Cordero di Montezemolo è una novità annunciata da almeno dieci anni e sembra Godot che sempre deve arrivare e non arriva mai, comunque, un finanziere di questi tempi non miete simpatie nemmeno se fosse un po’ più simpatico dell’arcigno torinese. Potrebbe esserci la Marcegaglia, ma solo a condizione di una secca vittoria del duo Casini-Pisanu: è donna, parla al cuore dei piccoli e medi industriali, ha spesso contrastato Berlusconi e dunque, forse potrebbe anche funzionare. Ma ha diversi handicap: non trascina le masse, non è amata nel Pdl, sarebbe uno schiaffo in faccia alla Fiat che farebbe barricate contro di lei, nel complesso, sarebbe una scelta un po’ debole.

Dunque: “candidato cercasi”. Peraltro, la via per l’unificazione Pdl-Udc è ancora lunga ed accidentata e, comunque, partirebbe -nella migliore delle ipotesi- da un misero 25-29% di partenza, soprattutto se non riuscisse a presentarsi come un semplice travaso dello stesso vino da una bottiglia all’altra. In tempi di antipolitica ci vuole ben altro.

A sinistra le cose stanno messe meglio, ma solo perché al momento non ci sono concorrenti credibili. Non c’è nessun guizzo di fantasia: sfumata (almeno per ora) la prospettiva di una intesa con Casini, il massimo che riescono a mettere insieme è la formula di Vasto (Pd, Idv, Sel). Per quanto tutti tre i partiti siano in discesa per l’effetto Grillo, è difficile che scendano sotto il 35-38% pur nella peggiore delle ipotesi.

Ci sarebbe poi da collocare fra i due blocchi un’area di circa il 10% di “difficilmente collocabili” che, però, potrebbero essere reclutati alla fine da uno dei due contendenti per fare numero (Rifondazione, Rutelli, Storace, Fini, Mpa di Lombardo, socialisti, etniche e frattaglie varie).

Dunque, i due schieramenti maggiori, con acquisti dell’ultima ora,  andrebbero un po’ sopra il 75-77%, il resto (che, per la verità non è poco) si distribuirebbe fra Lega, Movimento 5 stelle, radicali) e liste di disturbo o di testimonianza. Anche se la destra recuperasse tutto il raccoglibile (Lega, Fini, Storace,  Lombardo e Rutelli con il suo autista), difficilmente andrebbe oltre il 34-37% (sempre che i voti si assommino senza perdite), mentre la sinistra imbarcando i socialisti, liste etniche come Uv e Svp, Rifondazione, qualche civica e raschiando il fondo del barile, il 39-42% lo metterebbe insieme. Tutto sommato, l’ipotesi peggiore della sinistra resta al di sopra della migliore ipotesi della destra.

Questo, però, a “bocce ferme”, cioè con le stesse regole elettorali, senza l’emersione di nuovi partiti e senza un improvviso exploit di qualcuno dei presenti altre certi livelli.

Esaminiamo queste possibilità:

Legge elettorale mutata. Dovremmo vedere quale nuova legge possa venir fuori per ricalcolare tutto, ma allo stato attuale ci sembra che siano molto poche le possibilità che la legge vada in porto per tre ottime ragioni:

a-perché ogni partito vuole una legge ritagliata sulle sue esigenze del momento che ovviamente confliggono con quelle degli altri e la coperta è troppo corta, se tiri da una parte scopri il corpo dall’altra

b-perché i partiti sono terrorizzati dal successo del Movimento 5 Stelle che vogliono sterilizzare a tutti i costi, ma non sanno come farlo

c-perché il tempo a disposizione è scarso anche se si votasse fra 1 anno.

Per ora, dunque, ragioniamo sul sistema elettorale che c’è.

Emergere di nuove liste. Sino a poco tempo fa, i sondaggi attribuivano uno sbalorditivo 30% ad una eventuale “lista Monti” nuovo soggetto politico che avrebbe succhiato voti sia al terzo polo, sia alla destra sia, soprattutto, a sinistra (un terzo di quei voti sarebbe venuto dal solo Pd). Le amministrative, con la sconfitta secca del Terzo polo, che avrebbe dovuto annunciare il successo di una eventuale lista Monti, hanno di molto ridimensionato questa aspettativa. Per di più, il carisma del Presidente del Consiglio sembra stia sbiadendo a vista d’occhio. Il San Giorgio chiamato a domare il drago, non ci sta riuscendo: lo spread è tornato oltre i 300 punti ed è pericolosamente vicino a quota 400 che segna il limite di sostenibilità, le misure per la crescita non arrivano ancora e tutto fa pensare che, alla fine, saranno ben misera cosa, la figuraccia dei super tecnici sulla spending review  (revisione della spesa, per i comuni mortali) ha deluso molti sostenitori, la “riforma” dell’art. 18 ha alienato molte simpatie a sinistra,  il malessere sociale  monta fra suicidi ed assalti ad Equitalia… tutto sembra avviare Monti ad una precoce decadenza. E fra sei mesi non sarà meglio. Pertanto, tutto fa pensare che, se davvero questa lista dovesse esser fatta (cosa della quale dubitiamo assai), difficilmente supererebbe un 6-7% preso a tutti due gli schieramenti, nel caso di presentazione autonoma. Pertanto, se quel risultato non fosse preso tutto o quasi dalla sinistra, il risultato finale non dovrebbe mutare rispetto a quello che ipotizzavamo. Anche se l’eventuale “lista Monti” si apparentasse con la destra è possibile che possa risultare più di danno che di giovamento agli alleati, che avrebbero molte difficoltà a spiegare l’alleanza con quello che “ha messo le mani in tasca agli italiani”.

Una nuova lista di protesta: anche se la crisi morde ed accelera i comportamenti collettivi, non sembra probabile la rapida ascesa si un nuovo soggetto politico protestatario (magari Forza Nuova o consimili), soprattutto perché, almeno per ora, lo spazio è presidiato da Grillo. E poi un soggetto politico con vasto seguito popolare non si improvvisa in pochi mesi. Neanche al tempo di internet e neanche se si trattasse di un movimento “civetta” dietro cui ci fossero i mezzi di qualche potente competitore.
Un exploit oltre misura di una delle liste esistenti. Che, tradotto, significa un fortissimo successo di Grillo (altri non sono oggi immaginabili) oltre il 12%. Se questo accadesse a spese della sinistra, potrebbe rimettere tutto in discussione, spianando la vittoria alla destra.

Questo è l’unico scenario che abbia delle probabilità (per quanto non elevatissime) di cambiare le previsioni correnti portando la sinistra alla sconfitta.

Dunque, è questo l’unico “fianco scoperto” che la sinistra deve cautelare. E la politica del “muro contro muro”, dell’attacco frontale potrebbe rivelarsi un boomerang molto pericoloso. Molto meglio cercare di capire le ragioni che stanno dietro il voto a Grillo ed adeguare la propria proposta politica. Forse la politica del dialogo potrebbe risultare più pagante.

Aldo Giannuli


Aldo Giannuli

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Comments (19)

  • Personalmente sottoscrivo tutto. Salvo segnalare l’omissione di una questione, secondo me non irrilevante, che già ponevo nei precedenti post: se la prospettiva di una coalizione di sinistra è quella della foto di vasto, col PD nell’attuale composizione, ritengo che ci siano dei soggetti che potrebbero, almeno ex post, condizionare e tenere in ostaggio l’eventuale maggioranza vincente (vedi Letta, Boccia e i vari “Teodem”). Non che gli altri del PD, cioè i vari D’alema Veltroni e co., siano migliori – intendiamoci – ma, almeno, fingendo questi ultimi di essere soggetti di sinistra (anche se moderatamente), poi dovrebbero fare i conti con i loro elettori.

    Come la mettiamo con questo nodo, Prof. Giannuli? Mi piacerebbe conoscere la sua opinione al riguardo.
    Non sarebbe opportuno in questa fase che, da parte di tutti partiti nel perimetro della “foto di vasto” o aspiranti tali – magari approfittando della contemporanea ristrutturazione dei moderati – si supportasse l’azione meritoria di “punzecchiamento” da parte Di Pietro, che mi pare stia provando a provocare una frattura e uno slittamento?
    Meglio restringere i margini elettorali (anche se non vedo folle di elettori pronti a seguire Fioroni e Letta) ma costruendo, in prospettiva, una coalizione politica più omogenea e stabile.

  • Appunto! Salvo che, secondo me, dall’esterno del PD, giocandosela intelligentemente, è possibile indurre un mutamento dello status quo interno.

    Non bisognerebbe perdere occasione per fare emergere tutte le contraddizioni che questo partito si porta in seno fin dalla sua fondazione. E i partiti che, al livello locale, governano con il PD hanno il fianco scoperto per colpire su questo punto dolente.

    Ad esempio, pur non essendo un grande fan di Orlando, da siciliano trovo che l’operazione fatta a Palermo sia un piccolo capolavoro per “stanare” il malaffare e il conservatorismo opportunisticamente mascherato nel PD siciliano. il PD sembra aver incassato, per adesso, ma martellando e rimartellando, prima o poi l’ambiguità potrà essere fatta emergere ed esposta pubblicamente (PRIMA delle elezioni).

    Un altro modo, al livello centrale, è porre adesso, senza possibilità di rimandare ulteriormente, la questione delle alleanze. Perchè il PD vuole prendere tempo, sapendo bene che il tempo gioca a suo vantaggio. Essendo (ancora) il partito più corposo in termini di base elettorale, l’avvicinarsi delle elezioni non può che ridurre i margini negoziali degli aspiranti alleati.

  • secondo me Passera si candidera’ a presidente del consiglio, purtroppo e’ difficile capire con che maggioranza. Forse un governo di unita’ nazionale con più’ politici e meno tecnici? Non so’ ma ho la vaga sensazione che Corrado Passera ci stia lavorando, non so’ insieme a chi..

  • La piattaforma programmatica su cui la sinistra può vincere a man basse le prossime elezioni è, a mio parere, sintetizzabile così: un “moderatismo” di pura sinistra è possibile!(senza democristiani e sabotatori modello Mastella tra le scatole).
    Che non è poi tanto diversa da quella che,in Francia, si è affermata con Hollande.

    Questa formula serve a sgomberare ogni residua diffidenza da parte del ceto medio (che, ormai, economicamente si fa fatica a definire tale) – anche approfittando del fatto che la crisi ha demolito molti teoremi su cui si basava il totalitarismo strisciante neoliberista – troncando alla radice anche la logica che sarà, prevedibilmente, il postulato politico alla base della campagna elettorale dei conservatori riorganizzati, per spaventare l’elettore medio: non esistono “moderati” di sinistra (quindi, per tutelare la vostra libertà, ingoiate il rospo e votate ancora per noi). Inoltre, demolirebbe anche l’altro postulato (attualmente fondato), questo rivolto all’elettore un po più sofisticato: è inutile votare per loro perchè, per via della sua eterogeneità, la sinistra non può governare veramente.

    Però, allo stesso tempo, il “pura SINISTRA” sarebbe il segnale inequivocabile che molti cittadini italiani aspettano da tempo e auspicano: devono essere le classi più agiate – quel 10% che detiene il 50% della ricchezza nazionale secondo Bankitalia – a sostenere (sulla base di un sacrosanto principio di porgressività) la maggior parte dei costi della crisi.

    Vi faccio vedere che, in questo modo, anche il “pareggio di bilancio” può diventare popolare e, oserei quasi dire, piacevole.
    D’altronde “è l’Europa che ce lo chiede!”No?

  • egregio prof. giannuli, analisi interessante ma eccessivamente palazzocentrica, stile il processo di biscardi in salsa politica che viene propinato dalla 7 la mattina, tanto per intenderci. come volevasi dimostrare, il ns facta o kerensky in salsa tricolore sta sbandando pericolosamente insieme al suo governo, proprio perchè come suggerivo qualche post fà- mi permetta di autocitarmi- il ns trovava lea propria legittimazione e il proprio punto di forza in fattori che non è assolutamente in grado di controllare, ed in più abbiamo la totale assenza di radicamento sociale unito ad una eccezionale miopia politica 8 si veda per tutte il tentativo dell’algido grilli che insieme alla maestrina torinese hanno solo abbozzato alla sopressione delle festività dei santi patroni, ritirata solo per l’illuminate reazione delministro riccardi ” se togliete agli italiani pure i santi a cosa si dovranno votare…” pare che la mente più politica della compagine governativa abbia arguito-. in secondo luogo mi sorprende che un marxista comelei sembra perdere di vista il quadro generale,qualche settimana fà dissi attenti a ciò che può succedere in grecia, eed ora i canali aperti sullo scacchiere sono innumerevolie potrebbere regalare le più impensate vie d’uscita. in ultimo luogo vorrei sottoporre a lei in qualità di esperto di intelligence, la mia riflessione sugli ultimi eventi cd terroristici, sinceramente non so se si tratti di azione “spontanee” o “manovrate”, ma se guardo i cerchi nell’acqua dello stagno, debbo dedurre che i ns eroi all’ interno del palazzo sono presi da una seria crisi di panico, il richiamo pavloviano di rientro nei ranghi da parte dell'”opinione pubblica” non sembra funzionare, e qualcuno nelle alte sfere probabilmente non sa a che santo votarsi. D’altronde anche questo è un segno dei tempi, un potere che utilizza in maniera automatica sempre gli stessi metodi è un potere non in crisi ma vitualmente già defunto. in attesa di una sua, cordiali saluti

  • Orlando? la sua vittoria non fa che rappresentare la decadenza del momento, Orlando era sindaco di Palermo quando gli altri candidati ancora dovevano nascere. qui gente come Cirino Pomicino, Amato o De Michelis ancora vorrebbero comandare: e basta! facciamola finita.

    “non so che dirLe: mi sa che siamo alla canna del gas e non solo come sinistra ma come paese”.

    per me siamo proprio alla canna del gas come civiltà, ormai neanche più occidentale, c’è rimasta la civiltà unica, che sta spazzando via quel che rimane

  • Ciao,
    non ho né strumenti né le competenze per azzardare previsioni. Come cittadina non mi interessa quali saranno gli schieramenti, le coalizioni e i vari inciuci a cui assisto, ormai con nausea incipiente, da decenni. Sono decisamente più attenta ai programmi che sembrano valere poco per i politici: troppo presi a cercare di mantenersi in sella. Grillo non mi piace, spero che, il M5S, si svincoli presto da quello che è il suo leader carismatico (pur riconoscendone i meriti)… Questo si sarebbe una novità!
    Il fatto che la ns classe politica sia in fibrillazione per come presentarsi alle prossime elezioni, rende bene la drammatica idea di cosa s’intenda, ancor oggi, per politica: certo sono importanti alleanze e strategie, ma se, il tutto si riduce a ciò, senza essere affiancato da una sufficiente capacità elaborativa di programmi … Sapete che vi dico? Voterò, pur con perplessità, M5S. Inoltre non mi pare che i nostri politici abbiano fatto del loro meglio per attuare le parti sane dei loro programmi elettorali… Ma non provate un po’ di repulsione? E’ questo stato d’animo generalizzato a cui attinge il M5S … discutibile, ma ripeto, mi piace pensare che sia foriero di un prossimo futuro cambiamento che promuova capacità, volontà, curiosità e voglia di partecipazione per molti cittadini. Un riavvicinamento, magari un po’ ingenuo, ma non compromesso, della gente alla politica. Come sosteneva Aldo, in precedenti post, staremo a vedere cosa nascerà da confusione, eterogeneità, diverse provenienze, inesperienze e, purtroppo, per il momento, dipendenza da un solo leader.
    Paola

  • a parte che qualche mese fa eravate tutti a dire che monti era il nuovo berlusconi e che sarebbe durato altrettanto, impauriti della counicazione intrisa di loden e fumo di londra di marietto, mentre inevitabilemnte la macchina liturgico-comunicativa della salvazione si è rotta miseramente, e che continuo a non capire perchè qualche mese fa aldo sosteneva che fosse una gran bazza che non si fosse tornati al matterellum (che avrebbe risolto qualsiasi problema di maggioranza per una qualsiasi colaizione di sinistra), non capisco nemmeno cosa significa questo dialogo.
    innanzitutto non è la sinistra che non vuole parlare con grillo e seguaci, ma viceversa. al limite ci sono soggetti come me che dopo averci provato per anni a intavolare un minimo di discussione si sono stancati, ma non mi sembra di percepire questa chiusura al dialogo di cui aldo si lamenta. almeno da parte della sinistra. da parte dei grillo boys è un’altro discorso, dato che l’unico punto chiaro del programma di grillo è quello di non schierarsi con nessun altro, non votare nessun’altro, non allearsi con nessun’altro, e potrei aggiungere “non avrai altro dio al di fuori di me”, ma poi direbbero che alzo i toni, quindi non lo scrivo.
    certo, sarebbe bello dialogare con gente il cui programma è molto simile al tuo, ma purtroppo non è possibile dialogare quando una delle due parti non vuole stare a sentire.
    per questo io credo che per la sinistra sia più utile provare a costruire un programma, a capire da dove si viene e dove si va, lavorando sulle proprie contraddizioni e tentando di migliorarle assumendo anche le proposizioni migliori dei grillo boys, dato che molte cose non sono assolutamente da buttare, e proponendo uno schema ancora più orizzontale.
    il centrosinistra potrebbe recuperare i voti sottratti da grillo in un giorno: il giorno in cui avranno il coraggio di cacciare a pedate certi soggetti che in un partito di sinistra sono impresentabili, dato che esprimono solo l’alto livello di nepotismo presente in italia (veltroni, letta eccetera), e qui sono d’accordo con andrea.
    ma evidentemente questo coraggio non c’è, non solo nel pd in cui prevale il cameratismo più bieco, ma neanche in sel o idv, che sono rimasti schiacciati dal loro stesso desiderio di allearsi con il pd per un’altrernativa di governo, cosa che gli ha impedito di differenziarsi dal viscido alleato pd e che ha causato una quantità infinita di grane (ad esempio, molte persone pensano ancora che vendola abbia raccomandato un primario nonostante non sia vero, e che tedesco e frisullo non facessero parte del pd ma di sel). ma la colpa è stata anche di vendola, costretto a fare lo scendiletto di bersani e dei dalemiani per un annetto, prendendo schiaffi a destra e a manca e porgendo l’altra guancia. è logico che poi ti ritrovi con la faccia gonfia e livida e gli eventuali elettori un pò demotivati.

    ma credo che sia utile fare notare il fatto che, nonostante l’alleanza col pd abbia prodotto una quantità innumerevole ed endemica di sfighe, la conformazione della sinistra italiana è tale per cui un soggetto di sinistra al di fuori della sinistra moderatissima e praticamente destrorsa del pd non si affermerà mai. la frammentazione presente nella sinistra italiana non permette l’affermazione di nulla, dato che appena c’è una cosa a sinistra che ha il minimo successo si deve per forza scindere il più possibile, come un’ameba, anzi peggio, dato che tutti i soggetti che nascono dalla scissione poi non trovano di meglio da fare che distruggersi a vicenda.
    è chiaro che poi si formano tutti questi simpatici soggetti nè di destra nè di sinistra, basati sulla confusione e tendenti alla degenrazione.
    poi aldo, se preferisci anche tu diventare nè di destra nè di sinistra, buttando nel water la storia del novecento, buona fortuna, ma devo dire che a questo punto preferisco il riflusso nella vita privata, dato che non ho mai considerato la lobotomia un presupposto per l’attività politica, e non inizierò a farlo adesso.

  • Penso che uno dei problemi dei partiti attuali consista nel voler proporre candidati credibili, senza però abbozzare uno schema di società o idee economiche che indichino una via agli elettori impauriti. A questo punto il movimento 5 stelle diventa un’alternativa credibile, proprio per la mancanza di un leader ben definito, e per il fatto che almeno esprimono opinioni sui più disparati argomenti. Oggi offrire una forma politica destrutturata, che parta dal basso e per ora rimanga in basso, nella forma più semplice di rappresentanza, quella assembleare, può diventare un’interessante novità.

  • @Stefano

    La vittoria di Orlando PUO’ benissimo – se vuoi – rappresentare la decadenza del momento. Come ho anticipato, non sono un fan di Orlando.

    Però Orlando, pur con tutti i suoi difetti, è una persona stimabile e pulita. E ti assicuro che questi due fattori in combinazione con la capacità di sbancare elettoralmente, in Sicilia, non sono cosa da poco.

    Inoltre, l’operazione Orlando è apprezzabile perchè ha sparigliato i giochi di un’oligarchia che si era messa d’accordo dietro un giovane candidato “paravento” per spadroneggiare escludendo i cittadini, come spesso accade in Sicilia.

    Questi del PD siciliano, che hanno imposto il loro candidato in contrasto con il partito nazionale (fra l’altro, con molti dubbi ancora irrisolti sulla regolarità delle operazioni di voto delle primarie), sono gli stessi soggetti che hanno fatto da stampella a Lombardo negli ultimi due anni di legislatura e che adesso, col pretesto delle dimissioni del “governatore”, saranno complici dello scioglimento anticipato di un anno dell’assemblea regionale, allo scopo palese di aggirare per l’ultima volta il dimezzamento previsto dal 2013 dei parlamentari regionali.

    Di questo stiamo parlanso. Se qualcuno che ha la forza politica per farlo – come Orlando – si mette in mezzo per rompere questo giochino e dimostrare cos’è il PD in Sicilia e di che credito gode (al di là di clientele e parentele) è già un passo avanti.

  • Mi scuso in anticipo se andrò un po’ fuori tema, ma sono in debito di una risposta al Prof. Giannuli dall’articolo precedente. La risposta riguardava il mio modo di definirmi di destra, contrapposto alle etichette indicate nel precedente articolo. Proverò di legare il chiarimento richiesto ad alcune modeste riflessioni sul tema di quest’articolo.
    Mi permetta un’osservazione: speravo francamente che l’uscita “Peraltro, mi pare che i fascisti fossero di destra o sbaglio?” me la risparmiasse. Gira in rete un simpatico teorema, la Legge di Godwin, che in poche parole sostiene che, in una discussione su Usenet col crescere del numero di post la probabilità di un paragone con Hitler o i nazisti tende a uno. Non casco nella trappola di denigrare le idee degli altri accostandole ad uno dei tanti dittatori che l’umanità ha partorito.
    Io sono un ingegnere, non un filosofo, mi diletto un poco di storia, ma solo molto antica. Per me, quindi, la politica è soprattutto amministrazione della cosa pubblica. Pertanto, la differenza fra destra e sinistra è soprattutto sul peso che deve avere lo Stato nell’economia di un paese. Ovviamente, avendo una visione di destra, per me lo Stato deve fare il controllore e basta, oltre alle funzioni irrinunciabili: istruzione, difesa, giustizia, ecc. Ma tutto questo va bene in un paese normale, dove i cittadini possono credere che la legge tutto sommato non guardi in faccia a nessuno, le scuole funzionano, la polizia protegge i cittadini onesti, e via discorrendo.
    In un paese dove il compito principale della polizia consiste nello scortare politici corrotti che altrimenti correrebbero il serio rischio di essere linciati, un Grillo che invita le persone a tornare ad occuparsi del loro paese prima che pochi sciagurati, privi di scrupoli, lo distruggano completamente, può in effetti apparire quasi rivoluzionario. La realtà è diversa. La realtà è che bisogna assolutamente recuperare la corretta prospettiva, quel modo di guardare alle cose per il quale uno che si mette in tasca dei soldi non guadagnati è un disonesto, che va punito, non un furbo da imitare. Se un politico viene beccato ad approfittare della sua posizione per benefici personali, si scusa e se ne va, per sempre. Può sembrare, in Italia, di chiedere la Luna, ma all’estero, anche appena fuori dai nostri confini, lè cose funzionano così, da sempre. Quando ci troveremo di nuovo nella legalità, allora potremo discutere di destra e di sinistra. E vedrà che allora di Grillo non ci sarà più l’ombra.

  • @giandavide: scusa ma alla tua “domanda” sul M5s (“certo, sarebbe bello dialogare con gente il cui programma è molto simile al tuo, ma purtroppo non è possibile dialogare quando una delle due parti non vuole stare a sentire.”) ti rispondi da solo (“sel o idv, che sono rimasti schiacciati dal loro stesso desiderio di allearsi con il pd per un’altrernativa di governo, cosa che gli ha impedito di differenziarsi dal viscido alleato pd e che ha causato una quantità infinita di grane “)

    Quello che gli elettori e i militanti del M5s temono è che un’alleanza con la sinistra sui programmi sia tradita dopo le elezioni(com’è successo decine di volte, quindi si tratta di razionalità empirica) bruciando la loro credibilità costruita proprio grazie ad un isolazionismo purista.

    Sono assolutamente d’accordo con Aldo l’unica speranza di vittoria ci sarà se la sinistra apre al M5s accettando la gran parte della sua base programmatica (che è all’80% ottima e condivisibile mancante però di progetti precisi di politica economica ed estera ) chiedendo scusa a Grillo che anni fa quel programma di riforma della rappresentanza l’avrebbe “regalato” alla “sinistra”.
    Ma questa trattativa si potrà portarla a termine solo se sarà condotta da leader nuovi, non di seconda o terza fila ma forse di 15esima (leader locali dalla biografia cristallina)perchè Vendola, Ferrero, Bonelli etc. sono bruciati (malgrado la loro buona fede personale a cui mi ostino a credere).
    Mi rendo conto di aver scritto un breve racconto di fantascienza ma se ne esce solo così. Si sono estinti anche i dinosauri che avevano una pellaccia più dura di Mamma Sinistra

  • leggo sempre con attenzione e piacere articoli e commenti.
    trovo l’analisi tristemente ralistica, la classe politica non ha saputo rinnovarsi ed inevitabilmente va incontro ad una crisi che è diventata generazionale (perdonatemi il termine). ritengo tuttavia sottovalutato il malcontento crescente dell’opinione pubblica, ho timore che si stia preparando il terreno all’ennesima stagione del terrore per poi ristabilire tutto come prima…

  • lo so che mi rispondo da solo, ma ad essere un minimo obiettivi la situazione della sinistra in italia non è rosea, e bisogna essere dei seguaci di qualcuno per non vederlo, e questo spero che non sia il mio caso.

    ma riguardo al programma purtroppo, essendo sfiducioso per natura, e non essendoci alcuna garanzia che questo venga rispettato e non cambi dopo l’insediamento al potere, continuo ad essere molto poco convinto che grillo sia un’alternativa. non solo per i parallelismi con la lega e gli altri movimenti di dissenso, ma anche per la configurazione da partito-azienda, dovuta alla presenza della casaleggio associati, che, anche a non essere d’accordo con le conclusioni di pietro orsatti (che in effetti in un inchiesta per micromega ha trovato delle strane vicinanze tra casaleggio e una serie di multinazionali) rimane il fatto che non è possibile che la campagna di comunicazione di un partito sia decisa con (o, più probabilmente, da) un’azienda di comunicazione. in realtà è possibile, dato che publitalia rappresenta il nucleo da cui è nata forza italia, ma è una cosa che trovo aberrante. e se è aberrante per un partito, figuriamoci per un movimento che parla di orizzontalità nelle scelte. qui insomma sono ancora pià sfiducioso di aldo, che liquida la cosa come un rapporto professionale. ma chi ha deciso che un movimento debba avere un rapporto professionale con un’azienda che gli gestisce l’immagine? a voi sembreranno particolari, ma per me queste cose pesano, e se poi hanno un riscontro nei programmi elettorali (che di fatto hanno assunto elementi nuovi da quando casaleggio ha curato in esclusiva l’immagine di grillo) e nelle candidature (ricordatevi che il porcellum prevede dei nominati dai segretari di partito) a me sembra gravissimo.

    comunque se dialogare significa fare proprie tutte le proposte grille effettivamente di sinistra, che sono molte, sono d’accordo, dato che questo sarebbe semplicemente un riappropriarsi di ciò che fa parte della propria visione del mondo, e sotto questo aspetto grillo ha smosso delle acque che stavano stagnando in modo sempre più paludoso. ma se significa essere presi a sputi in faccia preferisco rispondere con ulteriori sputi.

    p.s.
    sempre per parlare di successi e insuccessi delle sinistre europee, oltre alla caduta della linke e il successo dei pirati, mi ha colpito l’exploit di quel partito greco col nome impronunciabile (sistriza? boh) e soprattutto il suo oltranzismo nei confronti dei due colossi del bipolarismo greco. vedo in esso sia molti aspetti che richiamano, anche positivamente, quelli grilleschi, ma in un apparato che conserva anche la propsettiva della sinistra radicale, e mi sembra che se ha preso tutti quei voti qualche motivo ci sarà (ebbè), e sarei anche curioso di sapere cosa ne pensa aldo, dato che pensare

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