Ucraina: Merkel e Hollande sono complici dei criminali di Odessa
Prima di ogni commento sulla situazione ucraina, penso sia doveroso offrirvi in visione queste breve documentario, che dimostra come sia falsa la versione ufficiale, che sostiene essere stato un incendio la causa della morte di 46 russi, che erano fra quelli rifugiati nella casa dei sindacati ad Odessa:
Non è stato un incendio più o meno fortunoso. E’ stato un crimine di massa contro i civili, perpetrato dalle squadracce neo naziste che, ormai, hanno preso la mano a tutti gli altri in Ucraina.
Non credo di essere accusabile di preconcetto spirito di schieramento e credo di averlo dimostrato sulla questione venezuelana, dove non ho risparmiato critiche al governo chavista ed espresso molta comprensione verso gli studenti che lo contestano (anche in dissenso con un mio amico e collaboratore di questo sito). Qui le cose stanno diversamente e, per una volta, premetto una dichiarazione di schieramento all’analisi che cercherò di fare (peraltro mantenendo, per quanto possibile, l’equilibrio che deve sempre avere chi voglia capire cosa sta accadendo). Ma, quando ricompaiono i nazisti con le loro atrocità, non è possibile alcuna neutralità e non c’è dubbio sulla parte da scegliere: contro di loro ed a fianco delle vittime.
Detto questo, entriamo nel merito partendo da una constatazione: è in corso in Ucraina una partita strategica mondiale che va molto oltre gli attori che occupano il palcoscenico. Ma prima di affrontare l’esame degli attori mondiali (lo faremo nel prossimo articolo), ci sembra il caso di premettere un esame veloce di come si sia arrivati a questo stato di cose e di che gioco stiano facendo le componenti interne allo schieramento indipendentista ucraino.
L’Ucraina, così come la conosciamo non è mai esistita: non c’è mai stata un’Ucraina indipendente con questa conformazione territoriale e, soprattutto, non c’è mai stata questa distribuzione etnica.
Sia l’una che l’altra cosa sono il prodotto di due secoli di dominazione russa (ed in particolare del mezzo secolo sovietico), che ha comportato lo spostamento di grandi correnti migrative da e nel territorio che oggi chiamiamo Ucraina.
Ancor più: la Crimea non è mai stata Ucraina, fu “regalata” da Kruscev alla maggiore repubblica dell’Urss (dopo quella russa) come parte di un pacchetto di concessioni fatte per isolare e battere la guerriglia indipendentista dei seguaci di Stephan Bandera, che andava avanti da un decennio dopo la fine della guerra e che si era rivelata potenzialmente molto pericolosa in coincidenza con la crisi coreana del 1950-53.
Dunque, l’attuale conformazione si è determinata durante il periodo sovietico, quando si trattava di poco più di un’unità amministrativa, dotata di una sua fittizia autonomia politica utile soprattutto ad ottenere un altro seggio nell’Onu, accanto a quelli dell’Urss e della Bielorussia.
Poi, la dissoluzione dell’Urss trasformò questa unità amministrativa in una entità statuale, perché aprire una discussione sui nuovi confini sarebbe stato impensabile nella situazione di sfascio in cui la Russia versava. Ci si limitò a mantenere le basi in Crimea per la marina russa. Ma l’Ucraina restò un aggregato disomogeneo di regioni poco amalgamate, con zone prevalentemente russofone, zone propriamente ucrainofone ed un nucleo centrale misto con percentuali variabili da provincia a provincia.
C’è da dire che la contrapposizione fra le diverse etnie (lasciando da parte il caso particolarissimo dei tatari di Crimea) è stata amplificata dai media molto più di quanto non sia in realtà: in primo luogo perché non esistono solo russofoni e ucrainofoni, ma anche diverse sfumature intermedie; in secondo luogo perché non c’è alcun automatismo fra lingua parlata e rivendicazione dell’indipendenza: non tutti gli ucrainofoni sono indipendentisti e non tutti i russofoni sono ostili all’indipendenza; in terzo luogo, ci sono regioni in cui le diverse etnie sono accettabilmente integrate e reciprocamente tolleranti.
E’ vero invece che, nonostante questa diluizione dei conflitti interetnici, un senso di appartenenza nazionale ucraina non è stato costruito in questo ventennio di indipendenza. Non c’è un senso di nazionalità condivisa e questo si è evidenziato più nell’atteggiamento verso la Ue che in quello verso la Russia: che la maggior parte dei russofoni auspichi di ricongiungersi alla “grande madre Russa” è nell’ordine naturale delle cose, ma che una nazionalità, che ha appena riconquistato la sua indipendenza, aspiri, come prima cosa, a confluire in una unione sovranazionale, per rendersi “più uguale” ai vicini di ovest, non è esattamente il modo più efficace per dare risalto alla propria particolarità nazionale.
Dunque, più che di indipendentisti ucraini, ha senso parlare di eurofili che sognano di diventare una nuova Germania o una nuova Francia sol che si compia il miracolo dell’ammissione nella Ue.
E questo acquista maggior peso ove si consideri che le diverse regioni sono poco amalgamate dal punto di vista economico e che ci sono diversi conflitti di interesse sulla distribuzione delle risorse fra esse. Ma, soprattutto è la proiezione economica verso l’ Europa che divide il paese, perché diverse regioni non hanno alcun interesse in questa direzione o, semplicemente, non sono pronte all’impatto.
Tutto questo è anche il prodotto di una classe politica che è peggiore persino di quella italiana.
I vari Kravcuc, Juscenko, Tymoscenko, Yanukovic, che si sono succeduti alla presidenza, sono stati personaggi assolutamente impresentabili, che, invece di costruire un’identità nazionale, hanno cavalcato le contrapposizioni, inasprendole per quanto potevano, allo scopo di mietere voti e conquistare un governo che poi non hanno saputo usare.
Yanukovich è stato il più ladro e cialtrone dei governanti di quello sventurato paese: aveva promesso ai russofoni una parificazione linguistica che si è ben guardato dal realizzare, aveva accettato l’integrazione nella Ue per poi fare marcia indietro. Non stupisce che sia caduto in disgrazia presso tutti. Anche Mosca non sapeva come fare per liberarsi di lui. Nel frattempo la crisi mondiale rendeva i margini finanziari sempre più stretti ed oggi l’Ucraina è un paese virtualmente fallito, con un debito enorme verso la Russia, dalla quale ha preso molto più gas di quanto potesse pagare, approfittando del passaggio del gasdotto attraverso il suo territorio.
Dunque, che si arrivasse a una mobilitazione di piazza era nell’ordine delle cose e Maidan, all’inizio, ha avuto caratteristiche largamente simili a quelle delle piazze arabe o europee. I fascisti ci sono arrivati subito dopo l’inizio, ma hanno acquisito peso solo dopo che quell’incapace di Yanukovic ha iniziato a giocare al “dittatore cattivo”, scatenando una repressione che non era neppure in grado di reggere a lungo. Poi, dopo la sua caduta e dopo il referendum in Crimea, le cose hanno preso un ritmo incalzante che ha favorito gli orientamenti più oltranzisti: le regioni orientali, in riva al mar Nero, dove le percentuali dei russofoni sono elevate, hanno iniziato a manifestare umori separatisti, ci sono stati scontri sempre più frequenti, cui gli accordi di Ginevra hanno vanamente cercato di porre fine, perché il governo di Kiev, neppure 48 ore dopo, ne ha fatto strame, partendo con una spedizione punitiva contro le regioni orientali che, nel frattempo, organizzavano il referendum di ieri.
Il pogrom di Odessa va inserito in questo quadro e dimostra come governo e bande fasciste siano sulla stessa linea: terrorizzare i russofoni e provocare Mosca ad intervenire, nella speranza di un allargamento del conflitto che tiri dentro la Nato.
Personalmente sono convinto che si facciano molte illusioni sulla disponibilità degli europei, ma direi anche degli americani, a combattere per loro. Uno scontro del genere potrebbe avere conseguenze incalcolabili, tirando dentro anche altri e, peraltro, non mi pare che tanto in Europa quanto negli Usa, né lo stato delle casse né l’umore delle popolazioni sia in sintonia con questi progetti. Quanto, poi, alla voglia di misurarsi militarmente con i russi, mi sembra un desiderio così ardente che penso vada soddisfatto.
In tutto questo, la Ue sta facendo un gioco ignobile al servizio degli Usa, non cercando di porsi come mediatore, ma schierandosi apertamente con una delle parti in conflitto, in nome di principi inesistenti come quello dell’intangibilità delle frontiere esistenti. Da Merkel e da Hollande non è venuta una parola di condanna per il pogrom di Odessa, il che li rende complici morali di esso. Ed Hollande è il più spregevole in questa gara a chi è il servo più servo degli americani.
Speriamo che fra due settimane il Ps francese sprofondi sotto il 10% e si disintegri. Poi c’è l’aspetto più delicato che è quello della partita dei grandi sulla testa di ucrainofoni, russofoni ed europei, ma di questo parleremo nel prossimo articolo.
Aldo Giannuli
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lorenzo meneghini
grande aldo, finalmente un’analisi oggettiva e ben fatta….l’informazione italiana in tutto ciò ancora parla delle urne trasparenti di ieri….
Gaetano
Professore,
Claudio Martinelli sul suo blog analizza le reazioni delle destre europee come “anomale” rispetto alla tesi della origine “fascista” dei movimenti di Maidan,cosa ne pensa?
http://il-main-stream.blogspot.it/2014/05/i-fascisti-stanno-con-mosca-non-con-kiev.html#more
aldogiannuli
gaetano@ martinelli ha ragione sul fatto che i fascisti nostrani, per antiamericanismo, stanno dalla parte di Putin, ma questo non significa che le squadracce ucraine siano meno fasciste di loro, anzi…
quanto Bandera ci scriverò qualcosa di piu, anche se, in effetti, non può essere definito un nazista nè io l’ho fatto
nicola
Caro Aldo Giannuli,
grazie per questa tua presa di posizione, è una boccata d’aria in mezzo a tanta propaganda di guerra. Infatti i mass media continuano a raccontare la favola dei separatisti cattivi contrapposti ai buoni dell’esercito di Kiev. Sono schifato dall’idea che l’Occidente stia schierato con fascisti e neonazisti: sul social network vk.com è possibile trovare molti profili di neonazisti che hanno partecipato alla strage di Odessa. Sono visualizabili foto davvero impressionanti di questi giovani armati di bastoni, pistole e pugnali: sono autentici criminali, a cui non peserebbe assassinare vilmente anche donne e bambini. Per questa ragione hai ragione, bisogna reagire e sostenere la resistenza ai neonazisti e ai piani di guerra USA e NATO, prima che sia troppo tardi.
GA
Hollande servo degli americani? A me da l’idea che sia più uno sfigato alla ricerca di gloria, lui e il suo predecessore, che forse era meno peggio. Su molti dossier, mi sembra, la Francia spinge molto più d Obama e si dimostra infinitamente più cinico e pericoloso: Siria, Iran e Palestina.
Quel che non è chiaro è il ruolo della Germania, perché non mi sembra abbia tanta voglia di fare da secondo agli stati uniti, ma ancora una volta dimostra di non essere in grado di imporre la sua pax, ma anzi di fare disastri (il primo fu quello della yugoslavia)
Aglieglie Bratsorf
Peggio ancora rispetto alla connivenza politica di Merkel e Hollande, espressione più che altro di codardia di due capi di stato che attaccano il carro a quello che sembra il più forte (gli USA, ancora loro) per proteggere la propria pericolante posizione, è la infame complicità della stampa. Se per i media internazionali, che sono dei semplici distributori di comunicati stampa della Casa Bianca e degli studi dei think tank neocon e che hanno interessi imperiali in ballo, la cosa è “comprensibile”, più vigliacca e schifosa è la posizione dei nostri giornali, in particolare di quelli “antifascisti”. Il Corriere della CIA è l’organo ufficiale del sionismo splatter,si sa, ma andate a vedere una rivista che dovrebbe essere “intellettuale”, di analisi geopolitica come Limes.
giandavide
intervenire? gli ucraini hanno già perso. i russi hanno già invaso la parte del territorio che gli interessa strategicamente e se la stanno pigliando a colpi di paramilitari e referendum organizzati da paramilitari, mentre l’esercito ucraino se ne torna a piedi lasciando ai russi i mezzi blindati o si fa abbattere gli elicotteri dai sam russi. è difficile imputare all’esercito ucraino una roba del genere, data la sua totale disorganizzazione. per la russia è un altro discorso: considerando la cecenia e una altro paio di eventi simili,dovrebbe essere evidente che i metodi russi per trattare con la dissidenza sono questi, e che, al contrario degli ucraini a cui non ne riesce una, hanno le capacità militari e logistiche per procurarsi quanti cadaveri vogliono.
insomma io il neonazismo ce lo vedo da tutte e due le parti (basta conoscere un minimo il tenore del dibattito politico in russia, oltre alla vicinanza a putin di tutti i gruppi neonazisti europei) e mi sembra una buona occasione per non schierarsi.
trovo molto sintomatico l’accostamento con chavez. che c’entra? maduro organizza porogrom neonazisti? al massimo mi ricordo dei poveri che spogliano il ricco e il ricco fa le sue foto nudo insieme ai suoi amici ricchi per dimostrare che è meglio nudi che con chavez. certo, sono cose commoventi per un neoconvertito al grillismo, ma continuo a non vedere il nesso. e quindi l’unico nesso che mi rimane è che chavez non è neoliberista, putin si. è logico che ogni buon convertito al neoliberisnmo grillino, si debba posizionare diversamente anche sul piano geoppolitico. come ideologia totalizzante non c’è male.
aldogiannuli
giandavide@ Putin ed i russofoni non sono angioletti, lo sappiamo, però una porcheria nazista come questa di Odessa non l’hanno fatta. Forse la faranno, speriamo di no, ma per ora non l’hanno fatta. Non sono masi stato filorusso, ma se pestano l’esercito ucraino non posso dire altro che gli ucraini se la sono andata a cercare.
Maduro: mai detto che organizza pogrom neo nazisti, l’ho criticato per le cose che ha effettivamente fatto fottendomene del fatto che aè (o meglio, si proclama, antineo liberista) così non me ne frega che Putin sia (questo si) neo liberista, esprimo giudizi sull’operato di ciascuno a prescindere dalla collocazione ideologica
Quanto algrillismo, per piacere non dire cretinate e cerca di pensare prima di pestare i tasti.
giandavide
vorrei capire una cosa: cosa sarebbe stato del venezuela senza le suqdracce armate che chavez non disarmò (ma i cui figli vanno a scuola perlomeno): siamo sicuri che non ci sarebbe stato un golpe diretto dagli usa? anche se sembra che per ilprofessore gli usa diventano malvagi solo se agiscono in europa e contro gli interessi di putin,mentre in america possono fare quello che vogliono. forse mi sbagliavo sul grillismo, è direttamente la dottrina monroe applicata alla politica internazionale (ed è inutile che ribadisco a chi apparengono le fette dei nostri culi….)
aldogiannuli
giandavide@ ti prego, rifletti e non scrivere banalità del genere. Certo che il tentativo di colpo di Stato contro Chaves fu sostenuto ed ispirato dagli Usa . E quando mai ho detto il contrario? Ma ti faccio presente che Chavez non ha mai pesato la mano con la repressione e questo lo rendeva forte. Qui invece, siamo alla rivolta dei certi medi e dei giovani con qualche porzione di classi povere, e non è un colpo di Stato (visto che esercito e polizia non mi pare che stiano tramando per deporre Maduro), ma c’è una repressione (poi possiamo discutere sui numeri) al posto della ricerca di un dialogo politico. E la repressione rende sempore più deboli, questo ricordatelo. Peraltro le due grandi colpe degli chavisti si chiamano incompetenza economica e corruzione e su questo mi pare ci sia poco da dire. Questo ho rimproverato a Maduro non i pogrom nazisti che certamente non ha fatto.
Claudio Martini
Comunque Claudio Martinelli si chiama Claudio Martini. Saluti a tutti.
Germano Germani
E’ una costante da parte delle “anme belle” il richiamo alla presunta ferocia dei presunti neonazi ucraini.Ridicola e patetica poi la pretesa che il presunto neonazismo ucraino sia “il male assoluto” satanicamente reincarnato, è il solito dogma teologico del nuovo culto obbligatorio per tutti.La ferocia degli adepti del pensiero unico dominante attualmente in occidente, batte tutti i record mondiali mai prima d’ora registrati.Volete un esempio? Basterà citare il più grande e moderno stupro di massa del novecento, programmato,voluto e attuato scientificamente, ma soprattutto aizzato dal propagandista Iljia Erenburgh quotidianamente da Radio Mosca,nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, che ebbe come vittime due milioni di donne tedesche. Ci fosse un fottuto democratico, intriso fino al midollo, dei sacri valori della democrazia,della resistenza, che lo ricordi.Poi è impossibile spiegare tale fenomeno di stupro di massa,calzando gli occhiali degli economisti di tutte le scuole e credi, spiegandolo come lotta di classe o come fenomeno riconducibile alle dinamiche economiche di sfruttatori e sfruttati.Ma come sempre su tali crimini è calato un silenzio omertoso, in perfetto stile mafioso. E’ una costante quella di evocare la violenza e i crimini del “male assoluto” quale alibi per mascherare i propri di crimini.Poi è la weltschaaung (visione del mondo) la vera chiave di lettura, per capire i conflitti attuali in corso d’opera, per poi attuare la scelta del fronte con il quale battersi. La storia maestra di vita, dalla quale gli uomini mai nulla imparono, dimostra che tutto può accadere, anche una immonda allenza degli arcicapitalisti statunitensi coi bolscevichi sovietici, per battere il “male assoluto”. “Grande è la confusione sotto il cielo,la situazione è eccellente”. Mao Tse Tung.
Tenerone Dolcissimo
Puo’ anche essere che l’ucraina sia in mano ad una banda di neonazisti, ma se io avessi i russi sull’uscio di casa anche io mi unirei alle bande naziste per cacciarli via. Quindi, putin si tolga cortesemente dai coglioni e poi discuteremo sulla costruzione di una ucraina democratica
maurizio
Quando si dice idee chiare e coerenza:”E magari verrebbe fuori un decente partito socialista come in Francia”
Indovinate chi l’ha scritto non secoli fa dopo essersi ironicamente o no augurato una vittoria di Renzi alle primarie?
Oddio uno ha sempre diritto di cambiare idea,ma che cosa e’ cosi’ cambiato in un anno nel Ps francese?
Non e’ piuttosto che qualcuno e’ scivolato talmente da considerare il male assoluto tutto quello che e’,diciamo cosi’ che ci si capisce,
Europa
aldogiannuli
Maurizio@ : parlavo di quello che è stato il Ps francese prima di questa catastrofe di Hollande che ne ha fatto strame
giandavide
appunto dalla risposta dovrebbe essere evidente che lo chavismo e il putinismo sono agli antipodi: se da un lato la repressione di maduro può essere considerata una reazione antitetica e dettata dalla debolezza, nel caso di putin si tratta di azioni coerenti con il suo impianto autoritario. non per niente il modello di tutte le destre europee è putin, non certo gli sconosciuti burocrati di kiev.
alfredo novarini
Mi piacerebbe che il sito del Concetto Marchesi fosse inserito nell’elenco dei tuoi siti amici. Fraterni saluti Alfredo Novarini
aldogiannuli
alfredo novarini: sicuramente si è stata una imperdonabile dimenticanza di martino (io non so come si fa) che non ho notato, ma segnalo subito