Mattarella e la linea d’ombra.

Nel pezzo precedente mi sono occupato del profilo istituzionale e penale della vicenda del governo Conte, oggi mi occupo del profilo politico che (la cosa non è affatto chiara per diversi frequentatori di questo blog) non sono affatto la stessa cosa e la messa in stato d’accusa del Presidente non è una azione politica (come sarebbe una mozione di sfiducia, peraltro non prevista dalla Costituzione) ma l’avvio di una procedura penale che, in quanto tale, deve rispettare i principi del garantismo penale.

In questi 25 anni che ci separano da Mani Pulite si è formata una terribile (in)cultura politica che ignora totalmente il garantismo e ritiene che la soluzione dei problemi politici stia in un processo penale assai sommario. Veniamo al merito politico della questione.

C’è una regola non scritta che, per il buon funzionamento delle istituzioni, nessuno deve spingere sino in fondo i propri poteri e prerogative, pena il blocco del sistema. Per convenzione è bene che ciascuno si tenga un po’ al di qua di quel che la carta costituzionale gli consentirebbe. Questo ha consentito alla Prima Repubblica di durare per quasi mezzo secolo, nonostante un clima internazionale molto difficile.

Ho l’impressione che questa regola non scritta la stiano violando tutti, sia il Presidente della Repubblica che il duo Salvini-Di Maio e questo sta preparando una crisi istituzionale senza precedenti.

Prima di tutto, togliamo di mezzo la “false flag” (se preferite: il pretesto) di Savona. Certamente il Presidente ha il potere di nominare i ministri ed a lui spetta l’ultima parola (a proposito: il suo giudizio è insindacabile e la Costituzione non fissa limiti alla sua discrezionalità, affidandosi al far play istituzionale), però qui la questione non è quella di un singolo nome.

Quando Scalfaro bocciò Previti alla giustizia lo fece perché ravvisò un conflitto di interessi fra la sua qualità di difensore di Berlusconi ed il ruolo di Guardasigilli. Similmente Gratteri fu bocciato dal presidente pro tempore, perché questi ritenne che non fosse opportuna la nomina di un magistrato nel governo, per rispetto del principio della separazione dei poteri. E potremmo continuare: dunque impedimenti determinati dalla condizione personale del candidato ministro, qualche volta si è trattato del modo diplomatico per nascondere un giudizio sulle capacità troppo modeste del candidato, ma qui il problema non è questo: Savona è uno studioso di altissimo livello (e questo non lo discute nessuno) e non presenta alcun conflitto di interesse o incompatibilità, come ministro sarebbe stato perfetto. Qui il problema non è di nomi ma di linea politica: le posizioni di Savona in materia di ordine monetario, la sua forte perplessità sull’Euro. Per ora non entriamo nel merito della questione, ma limitiamoci a riformulare il quesito che non è se il Presidente abbia o no il potere di scegliere i ministri (ovviamente si) ma se il Presidente possa usare questo suo potere per censurare un aspetto della linea politica del governo. Ed a noi sembra che questo sarebbe un uso surrettizio dei suoi poteri per invadere il campo che spetta alla maggioranza parlamentare.

Il Presidente può (e deve) avere un indirizzo costituzionale anche in conflitto con il governo, mentre è per lo meno discutibile che possa avere poteri di indirizzo politico contrapposto a quello del governo, proprio per le sue funzioni arbitrali. Che ne direste se in una partita l’arbitro si mettesse a giocare e magari segnare una rete? Ma, si osserva, il Presidente lo fa per difendere i trattati internazionali del paese, perché la stessa lettera della Costituzione obbliga alla loro osservanza. Ma questo vale per bloccare eventuali rotture unilaterali dei trattati, non per impedire che possa esserci un loro ripensamento nelle forme proprie del diritto internazionale. Dove sta scritto che l’appartenenza ad un determinato quadro internazionale o ad un determinato trattato debba essere eterna e non ripensabile?

E’ un diritto di qualsiasi governo quello di rinegoziare i trattati cercando una loro modifica condivisa. Così come è un diritto di qualsiasi popolo quello di rideterminare la propria collocazione internazionale, così come ha fatto il popolo inglese e, mi pare, che non sia successo nessuno sconquasso finanziario. Purtroppo dalla Presidenza Napolitano di infelice memoria, c’è stata una sorta di pervertimento del ruolo del Presidente che, da rappresentante della Nazione nei confronti della comunità internazionale, è diventato il rappresentante degli interessi della comunità internazionale nei confronti della Nazione. Un mutamento che ne ha stravolto la funzione prevista dalla Costituzione.

Per di più appare abbastanza azzardato sostenere che un ministro sarebbe portatore di una operazioni di uscita dell’Italia dall’Euro sulla base del fatto che ha scritto libri in cui esprimeva giudizi negativi sull’Euro: quei libri non sono atti politici. Ancora più azzardato è pensare che la nomina di quel ministro provocherebbe sicuramente un crollo della fiducia dei mercati finanziari verso l’Italia: può darsi che questo sia un ragionamento realistico ma è comunque solo una ipotesi. A meno che il Presidente non sabbia ricevuto messaggi precisi in questo senso, ma a maggior ragione dovrebbe difendere l’autonomia politica del suo paese.
Sappiamo tutti che i mercati finanziari stanno facendo un pressing sul nostro paese e che se ne debba tener conto, ma sentire un Presidente che dice papale papale che non può nominare un ministro perché non è gradito ai mercati finanziari non è cosa molto bella: a questo punto facciamo fare le elezioni direttamente ai mercati finanziari e non parliamone più.

Dunque, M5s e Lega, avendo la maggioranza parlamentare hanno diritto di governare ma, di fatto, hanno tolto le castagne dal fuoco al Presidente obbligando Conte (modesto postino della maggioranza) a dimettersi. Meglio avrebbero fatto a proporre un nome come quello di Bagnai o Gori (che sono sulla stessa linea critica verso l’Euro) e, di fronte ad un nuovo rifiuto, porre la questione del se il governo può o meno proporre la revisione dei relativi trattati, eventualmente proponendo conflitto di attribuzione dei poteri davanti alla Corte Costituzionale. Questa sarebbe stata la via maestra, non quella grossolana che hanno seguito.

Anche i leader di maggioranza imparino un minimo di farplay costituzionale, che non è un dato ornamentale ma un elemento essenziale per il buon funzionamento del sistema: non si possono rivolgere al Presidente come se fosse un cameriere che deve obbedire ai nuovi padroni di casa. Non si può prendere a schiaffi l’arbitro e pretendere che la partita si svolga regolarmente. In questa crisi Lega e M5s si sono comportati con una rozzezza, una grossolanità, una ignoranza delle più elementari regole istituzionali senza precedenti. Neanche nelle taverne dell’angiporto ci si comporta così e ricordano gli affiliati dei Casamonica nel noto bar romano.

Forse non ce ne stiamo accorgendo, ma si sta profilando una crisi devastante e senza precedenti dal 1945: è in atto un attacco finanziario contro il nostro paese, lo spread è raddoppiato in pochi giorni, a breve le agenzie di rating declasseranno i nostri titoli di debito pubblico sulla soglia dei titoli spazzatura e, in questo quadro, noi ci permettiamo questo scontro frontale fra Parlamento e Presidenza della Repubblica. E’ probabile che si vada a nuove elezioni ad ottobre (cosa che ho ritenuto probabile sin ai primi giorni dopo il 4 marzo). In questo contesto non ci vuol molto a capire che la “colpa” delle elezioni anticipate sarà scaricata sul Quirinale difeso, presumibilmente da Fi e Pd. Questo significa che se Lega e M5s dovessero avere successo, questo significherebbe che avremmo un Presidente delegittimato, il che accadrebbe a sette mesi dal voto e con la speculazione internazionale che pasteggia sul nostro paese ormai a rischio di immediato default.

Attenzione: questa sarebbe la “tempesta perfetta” nella quale la crisi politica alimenta quella finanziaria e vice versa. Che tutti rientrino nei propri limiti o qui andiamo a sbattere.

Ripeto: Lega e M5s hanno tutto il diritto di governare e scegliere la linea politica del governo, ma lo facciano in forme un po’ più accettabili sul piano della civiltà politica.

Personalmente, essendo di sinistra, non posso che essere all’opposizione di questo governo di destra, ma, essendo anche un convinto sostenitore della democrazia parlamentare, ritengo doveroso difendere il diritto della maggioranza a governare, poi penso sbagliatissimo il suo indirizzo e cerco di combatterlo sul piano del confronto politico nel poco che posso.

E siamo a quello che dicevo in un pezzo precedente: questo è un conflitto fra una maggioranza di destra, ma espressa dal voto popolare e l’opposizione delle èlite politiche, finanziarie contro di esso. Impossibile schierarsi con l’uno contro l’altro. Bisogna costruire una alternativa all’uno e alle altre e, nel frattempo, cercare di impedire che la Costituzione venga travolta fra l’inciviltà dei nuovi vincitori e le meschine astuzie di èlite squalificate e screditate.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (74)

  • Gentile professore,
    sento di poter condividere con lei molto di ciò che analizza ma molto altro no. Ad iniziare dal suo enfatico proclamare il diritto del Presidente della Repubblica a scegliere i ministri in modo del tutto discrezionale: questo non è vero e non potrebbe esserlo se si considera l’anima che pervade tutto l’impianto costituzionale. La cosiddetta “mente del legislatore” come criterio ultimamente interpretativo della norma vale anche, direi soprattutto, per la Costituzione. Orbene, in essa non si evince in nessun modo tale acuminata prerogativa del Capo dello Stato ma, anzi, tutto il contrario. La sua figura, essendo l’unico organo costituzionale monocratico, doveva essere di garanzia, rappresentanza e raccordo; impossibile, per la coerenza di tutto l’impianto istituzionale, fargli assumere un ruolo così pervasivo da addirittura addentrarsi nel merito di questioni tanto politiche come la scelta dei ministri. E’ chiaro, a mio avviso e come ho già detto altrove, che storicamente si è assistito ad un progressivo espandersi delle attribuzioni presidenziali ma questo, semmai, è dovuto ad un deterioramento della vita politica politica in genere e, di conseguenza, della visione istituzionale in particolare. Valga per tutto l’idea, che ci accompagna da almeno trent’anni, di una deriva presidenzialistica alla francese. Vero è che la letteralità del dato costituzionale, volutamente e parzialmente indefinito, si presta in più di un caso a varie interpretazioni, ripeto, letterali: ricordo il presidente Pertini che, avvalendosi di una sua personalissima interpretazione, volle intendere per il PdR la possibilità di nominare cinque senatori a vita nell’arco del settennato. Nessuno lo incriminò per alcunché, molti si dichiararono perplessi e nessuno poi continuò su questa strada per l’evidente incongruenza interpretativa. Quindi sforamenti sono possibili di fatto ma non sostenibili di diritto e, se rientrano presto, non costituiscono nemmeno un precedente. Lei ricorda l’infelice presidenza di Napolitano e io le ricordo la funesta presidenza di Cossiga. A me, e solo a me sia chiaro, sembra che, da questa in poi, a ricoprire la carica di Presidente della Repubblica siano stati chiamati uomini dai trascorsi discutibili in funzione “garantista” a vantaggio dell’establishment: non devi essere troppo irreprensibile altrimenti nessuno avrà la possibilità di forzarti la mano quando il caso lo richiede! Tutto a detrimento della credibilità delle Istituzioni e della tenuta autenticamente garantista dell’impianto costituzionale. Mi sembra ovvio evidenziare come questa brutta consuetudine non riguardi in alcun modo il Presidente della Repubblica in carica. Sta di fatto che la crisi attuale, come lei rileva benissimo e puntualmente, sia in potenza destabilizzante come non ci era ancora dato di vedere. Un’altra cosa lei rimarca fortemente: la rozzezza dei protagonisti. Non c’era sicuramente bisogno di arrivare al punto in cui siamo per conoscere lo stile di Lega e M5S: dai cori di Salvini agli assalti dei banchi del governo dei cinque stelle, sono anni che vediamo esondare il duro confronto politico verso i tratti di una violenza insopportabile. Quello che ci mancava era il palesarsi della violenza istituzionale nei tratti curiali e mai scomposti di figure scialbe solo all’apparenza. Immagino sia a conoscenza del maldestro tentativo di sostituzione delle dichiarazioni di Conte. Tutti abbiamo, però, assistito alle dichiarazioni pubbliche di un PdR che si sostituisce ad un PdC e che fa politica pura dall’ambone del Quirinale. E’ stato questo che ha incrinato l’equilibrio sostanziale dei poteri ed ha innescato una deriva di cui non possiamo prevedere l’esito. Ed è esattamente questo che deve essere fermato subito. Gli errori degli arbitri sono perfettamente funzionali al sistema, la loro manifesta parzialità distrugge sia il campionato che il gioco stesso.

      • Caro Professore, Paolo Flores D’Arcais Filosofo, direttore della rivista MicroMega ieri, 28/05/2018, su Hufington Post ha scritto “Sindacare sulle opinioni di Savona esula dai poteri di Mattarella”. Da non perderne la lettura, perchè l’intervento politico del Presidente Mattarella non può essere derubricato come fa lei a questione di inciviltà politica da una parte e capriccio del Presidente, perchè pensa che un potenziale Ministro possa essere il distruttore dell’Europa. L’intervento di Mattarella e di chi lo ha consigliato è voluto, pianificato dopo più 80 giorni di governo, aver dato l’incarico e accettato tutto il resto. Mattarella ha gridato che doveva difendere il risparmio, bene tutelato dalla Costituzione. Certamente, e perchè non lo ha tutelato quando non ha chiesto, con le armi in suo possesso (e sappiamo che ne ha tante) gli hanno sottoposto una legge elettorale che, si sapeva ci avrebbe lasciati in queste condizioni. Mattarella prima sene va è meglio è per tutti noi. Non è un problema se ci sono gli estremi giuridici per la messa in stato di accusa, no. Per me durante le cariche elettive vale il principio, in linea di massima, di una sorta di immunità e questo anche per il Capo dello Stato. Però ha perso la fiducia della gran maggioranza degli italiani. La ringrazio per la ospitalità.

          • Caro Giannuli, sono francamente sorpreso dal tuo modo di (non) argomentare su questo tema. Un conto è la liceità di un comportamento, e un altro ancora la faccenda dell’atto d’accusa. Non mescoliamo le due cose per schivare la prima. È del tutto probabile che non vi siano gli estremi per un procedimento d’accusa, soprattutto perché Conte si è dimesso. Ma il comportamento di Mattarella NON È STATO LECITO. Chiedere “Dove sta scritto nella Costituzione” è un nonsense. Nelle Costituzioni non ci può stare scritto tutto. Non c’è neanche scritto che 2+2=4. Questo non giustifica dire che 2+2=5, perché, per la Matematica, 2+2 può fare 0, 1 oppure 4, ma non 5.
            Rivolto la domanda: “Dove sta scritto (nella Costituzione o dove ti pare” che il Presidente può discriminare sulle nomine del Governo PER MOTIVI POLITICI?
            Questa ostinazione a negare l’evidenza francamente mi sorprende, anche se è molto diffusa. Ma è un fatto preoccupante, anche se non nuovo. Perché ciò che sta arrivando necessità lucidità, non il pronunciamento di articoli di fede.
            Con l’occasione aggiungo qualche informazione relativa a posti al di fuori della Provincia di Abbiategrasso:
            Questo è Pritchard, sul Telegraph:
            http://vocidallestero.it/2018/05/29/telegraph-colpo-di-stato-soft-europeo-in-italia-un-momento-cruciale/
            E questo – udite – è Wolfgang Munchau, che oltre che tedesco è direttore della sezione tedesca dell’Economist:
            http://vocidallestero.it/2018/05/28/eurointelligence-sulla-decisione-di-mattarella-bentornati-nella-germania-di-weimar/

          • La messa in stato di accusa la decide la maggioranza parlamentare non lei, mi trovi un rigo della costituzione che dice il contrario

      • Tenerone Dolcissimo

        “Il Presidente della Repubblica non e` responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.”
        in combinato disposto con
        “Il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del Governo e ne e` responsabile.
        Mantiene l’unita` di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando la attivita` dei Ministri.”
        Interessante poi esaminare quest’altra disposizione
        “(il PdR”) Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.”
        Ovviamente non potrebbe mai entrare nel merito della nomina.
        Per eventuali risultanze dei lavori dell’assemblea costituente datemi qualche giorno.

          • Tenerone Dolcissimo

            Tutte le interpretazioni giuridiche sono interpretazioni sistemiche.
            Nulla temono di più gli avvocati che i clienti che leggono la singola norma senza badare al contesto
            Le leggi -e tanto più la costituzione per la sua breviloquenza- sono un unicum strutturale ed organico esattamente come il corpo umano.
            E immagino che tu sappia che si puo’ diventare ciechi perché il pancreas funziona male

      • L’art. 92, c.2: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.” E che, se li sceglie lui?

      • Il rigo in questione è esattamente quello che prevede il procedimento di accusa per tradimento e attentato alla costituzione. Il Presidente non può negare la nomina di un ministro per far piacere alla Germania , alla BCE o al FMI ( tradimento ), non può negare la nomina di un ministro dell’ economia per sottrarre al parlamento il potere di indirizzo economico che gli appartiene in via esclusiva ( attentato alla costituzione, nella parte in cui attribuisce tale potere al parlamento e non al presidente ). Il presidente può legittimamente rifiutare la nomina di un ministro per altri motivi ( come fu fatto per previti e altri )

  • Avrei una domanda professore, Cottarelil ha detto che senza fiducia governerà fino all’autunno. La domanda è: ma può farlo?

    Per quel (poco) che ne so se un governo non ottiene la fiducia rimane in carica quello precedente per gli “affari correnti”, ovveRo Gentiloni. Peccato che pare non andrà così. Ma il governo Cottrell sarebbe formalmente legittimo?

    Non voglio farle dire quello che non può, ma non siamo oltre la Costituzione in questo caso?

    • dubito molto che possa farlo, direi al massino sino ad agosto, forse primi settembre se c0è una mozione del parlamento contro il voto in agosto

      • Non mi sono spiegato professore: come può governare anche solo 5 minuti senza fiducia?
        Senza automaticamente rimane in carica Gentiloni.

        Dove sto sbagliando?

        • al momento del giuramento del nuovo governo il vecchio cessa di esistere e nonè riesumabile, per cui se il nuovo non ottiene la fiducia resta in carica per il disbrigo degli affari correnti esattamente come è oggi il governo gentiloni

          • .. ma taluni obiettano che il precedente governo almeno una fiducia l’aveva ottenuta dalle Camere, mentre il nuovo governo del Presidente, manco quello.

          • e ci sono anche diiversi precedenti di gioverni che non avendo ottenuto la fiducia sono restati in carica per l’ordinaria amministrazione (Andreotti I, Fanfani nel 1987 ed altri)

          • L’unico organo costituzionale nel nostro sistema parlamentare per il quale c’è continuità è il governo, il discorso sarebbe diverso se fossimo una repubblica presidenziale.
            Ma al di là di questo, che in fin dei conti può essere socondario, uno sguardo retrospettivbo merita un cenno. La tesi fu “rinverdita” in un periodo in cui di quella DC, e non solo … , non se ne poteva più … al punto tale che si andò alle elezioni col monocolore del DC Fanfani, ma non sostenuto dalla DC.
            La puntata successiva è fin troppo nota.

          • Grazie mille professore, mi ha tolto un dubbio. E effettivamente ho controllato (non che non mi fidi) e funziona come mi dice lei.

        • Tenerone Dolcissimo

          Sì si può. Posso concordare con lei che sia vomitevole, ma si può.
          Nel corso dei lavori della costituente si era ipotizzata una procedura del tipo:
          1) incarico del pdr a pdc e ministri
          2) fiducia
          3) nomina definitiva
          ma fu bocciata.

  • Sono passati più di ottanta giorni per perfezionare la sceneggiatura di un “contratto” di programma, i cui contenuti sono stati divulgati urbi et orbi, tra slogan che ci sarebbe stato un istituto giuridico “al governo”.

    Noto il “contratto”, pubblicizzato con clamore, la tesi che il veto su Savona sarebbe stato di natura politica non è confermata dal dato di fatto di mandato esplorativo a Conte.

    Che non si potesse stabilire con certezza un nesso tra l’incremento improvviso dello spread e la figura di Savona, non implica che non fosse auspicabile cautelare il Paese da una simile possibilità.

    Che il Paese sia stato bersagliato da attacchi ignobili all’estero è cosa nota ma resta da chiarire se la risposta con dichiarazioni muscolari dei politici nostrani possa considerarsi come “programmatica” e dunque incompatibile con certe cautele.

    Comportarsi in certi modi sembra che aumenti consensi di una parte della popolazione anche se le conseguenze poi ricadono su tutti.

  • Esimio professor Giannuli, le faccio notare che RE Sergio Mattarella ha compiuto un gesto extra-costituzionale, ai limiti dell’ eversione. Agendo in questo modo le cosiddette élites non fanno altro che danneggiarla l’Europa, favorendo nettamente l’avanzata delle forze antisistema. Alle prossime elezioni politiche lega-5stelle avranno la maggioranza dei due terzi del parlamento, e potranno modificare la costituzione come vogliono loro, senza referendum confermativo.

  • Mattarella ha fatto un errore colossale che apre la porta a scenari imprevedibili…. che ci voleva a far nascere un governo con Savona dentro, che comunque aveva già affermato che non voleva uscire dall’Euro, e poi valutare il suo operato eventualmente bloccando alcune leggi strane?
    In quasto modo avrebbe svolto il suo ruolo di garante della costituzione senza dover per forza bloccare un governo di maggioranza e scatenando un putiferio sull’opinione pubblica….
    Ora supponiamo che si torni ad elezioni e M5S e Lega si presentino insieme come coalizione con il loro programma e con Savona indicato come presidente del consiglio…..si prendono il 70 per cento e Mattarella che fa? continua ad impuntarsi per arrivare stavolta si ad essere messo sotto accusa per attentato alla costituzione? vogliamo arrivare a questo? Io credo che ormai si sia rotta una diga e l’acqua continua ad uscire, Mattarella sta provando maldestralmente a fermarla provocando piu’ danni che altro…

  • Caro prof. ,
    sono sempre stato d’accordo con Lei .
    Questa volta , però , non capisco il suo ragionamento … !!
    Lei dice di essere di sinistra ma dice di essere contrario al Governo ,
    perchè un governo Lega-M5st ( forse con F.lli di I.) è di destra ;
    quindi afferma di essere contrario – a prescindere – senza specificare le motivazioni & senza neanche sapere il programma di questo governo ,
    anche se , in pratica , cercherà di fare gli interessi dell’Italia e dei lavoratori italiani CONTRO gli interessi dell’èlite politiche & finanziarie degli oligarchi di Bruxelles : LO HA AMMESSO LEI ( cioè : tagli , austerità , privatizzazioni , ecc. , ecc. , cioè Grecizzazione dell’Italia : un film già visto )
    In pratica , a Lei non interessa il programma ( che è per la maggior parte un programma di Sinistra perchè difende i lavoratori italiani dall’invasione africana & cerca di attrarre le s.p.a. dall’estero riducendo le tasse ) , interessa SOLO la posizione che per procedura abituale i partiti assumono in parlamento ( a sx. opp. a dx. del presidente ) .

  • Nella Costituzione Italiana non è scritto da Nessuna Parte
    che il Presidente della Repubblica Possa Scegliere il Presidente del Consiglio dei Ministri.
    In Costituzione Non è Neppure Scritto che siano le Camere a Scegliere il Presidente del Consiglio.
    Però, Siccome Spetta Unicamente alle Camere dare la Fiducia al Governo,
    è Pacifico che Siano i Parlamentari del Partito,
    o Coalizione di Partiti presentatisi alle Elezioni insieme,
    o alla Coalizione di Partiti che si Coalizzano in Parlamento,
    detenendo la Maggioranza Assoluta dei due Rami del Parlamento,
    ovvero del 50%+1 dei Parlamentari Rispettivamente della Camera e del Senato,
    spetta a Tali Parlamentari Designare il Presidente del Consiglio,
    che il Presidente della Repubblica poi è Tenuto a Nominare Ufficialmente,
    una Volta che Abbia ottenuto la Maggioranza sia alla Camera che al Senato.
    Da ciò discende che il Presidente della Repubblica
    Non ha Alcun Diritto di Scegliere Lui il Presidente del Consiglio,
    ed a Maggior Ragione nel caso non ottenesse Neppure la Maggioranza delle due Camere.
    Quindi, nel caso Specifico attuale di Cottarelli che non è Parlamentare,
    Non Avendo Neppure il Presidente della Repubblica fatto le Consultazioni
    per verificare una possibile Maggioranza in Palamento,
    e finanche dovesse andare in Parlamento a Richiederne Comunque la Maggioranza,
    di fronte all Sfiducia del Parmaneto o anche di una Sola Camera,
    Cottarelli non Avrebbe Nessun Diritto Costituzionale a Restare per gli Affari Correnti.
    Il presidente della Repubblica dovrebbe Viceversa
    Nominare un Governo Pro Tempore per la Normale Amministrazione fino a Nuove Elezioni,
    costituito dal M5S-LEGA, eventualmente senza l’Apporto di Savona,
    oppure dare l’Incarico di Governo Provvisorio alla Coalizione del Centro Destra
    che ha Ottenuto la Maggioranza Relativa del 37% dei Voti.

    Per quanto riguarda i poteri del Presidente della Repubblica,
    La Costituzione all’Articolo 92 , non recita
    che il Presidente della Repubblica possa discrezionalmente scegliere i Ministri !
    Infatti L’articolo 92 della COSTITUZIONE in vigore recita :
    ART. 92.
    …..
    Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri
    e, su proposta di questo, i ministri.

    Per Verificare scaricatevi la Costituzione dal Sito del Quirinali al seguente link
    http://www.quirinale.it/qrnw/costituzione/pdf/costituzione.pdf
    alla pg. 25

    Nel Caso della Forzatura di Mattarella nei confronti di Savona,
    per me la situazione è questa:
    La forza del Presidente Mattarella, in questo caso ,
    discende non tanto dall’Articolo 92 della Costituzione,
    ma dal Fatto che l’Ipotesi del Governo M5S-LEGA
    era una forzatura, in quanto i Programmi Elettorali
    sui quali entrambi i partiti avevano avuto il consenso elettorale
    dai propri elettori erano contrapposti,
    ed anche i relativi Mandati dei Rispettivi Elettori
    era quello di non fare Governo con la Lega quello del M5S,
    e viceversa quello con il M5S nei confronti della Lega.
    Ed il Contratto che il M5S e la Lega hanno stilato in questi gfiorni, non ha neppure avuto il relativo mandato elettorale.
    Quindi Mattarella a questo punto rimanderà agli Elettori la Decisione sul Nuovo Governo.
    Infatti le Responsabilità Penali & Civili del Governo, della Maggioranza,
    del Parlamento, del Presidente della Repubblica,
    in un Sistema Democratico che Risponde
    alla Volontà Espressa dagli Elettori
    alle Elezioni Politiche, Regionali Amministrative.
    Se un Governo ha la Maggioranza decretata dagli Elettori,
    ed Attua il programma Elettorale Sottoposto agli Elettori,
    e da Essi Approvato a Maggioranza Assoluta,
    o eventualmente, in un Sistema Elettorale con Premio di Maggioranza,
    al Governo Espresso con quel Premio di Maggioranza,
    al Programma sempre Sottoposto agli Elettori
    questi Governi Non Dovranno Rispondere né Civilmente Né Penalmente
    a Nessuna Conseguenza Negativa e Danni Procurati al Paese e Italiani
    dal Programma Attuato con le relativa Procedura Conforme
    alla Legislazione esistente all’Atto delle Elezioni.
    Nel Caso Invece che il Governo sia stato Costituito da Partiti
    Con Programmi Diversi e/o in Antitesi Sottoposti ai Rispettivi Elettori,
    e questo è il caso specifico del Nuovo Governo in Itinere M5S e LEGA,
    il Governo, i Relativi Parlamentari, ed il Presidente della Repubblica
    che ne abbia Acconsentito la Costituzione,
    Dovranno Rispondere Civilmente e/o Penalmente
    Alle Eventuali Conseguenza Negative e Danni Procurati al Paese e Italiani
    dal Nuovo Programma Attuato senza il Consenso della Maggioranza degli Elettori.
    Nel Caso del Programma del Centro Destra esso ha avuto la Maggioranza Relativa, ed il programma è stato Approvato solamente dai Propri elettori nella percentuale del 37% circa di Elettori Italiani.
    Nel Caso M5S il programma non ha avuto neppure lòa maggioranza relativa ed il suo programma è stato Approvato solamente dai Propri elettori nella percentuale del 32% circa di Elettori Italiani.
    Quindi il Governo in Costituzione M5S e LEGA Non ha avuto Nessun consenso della Maggioranza degli Elettori, e di conseguenza non avendo avuto il Nuovo Programma nessun Voto da Parte degli Italiani,
    dagli Elettori il Nuovo Governo, i Relativi Parlamentari, il Presidente della Repubblica Possono Rispondere di Eventuali Conseguenze Negative dovuta alla attuazione del Nuovo Programma non Approvato dalla Maggioranza degli Elettori Italiani .
    Per Superare eventualmente tale Ostacolo,
    il Governo Costituito non a Maggioranza Espressa dagli Elettori,
    deve Sottoporre a Tutti gli Elettori il Nuovo Programma del Costituendo governo.
    In Attesa potrà procedere esclusivamente
    a Normale Attività Amministrativa
    senza deroga alcuna per dei Eventuali altre necessità non previste dal precedente Governo.
    Per questo io sono perché alle Elezioni i Partiti e le Liste di Partiti e Movimenti,
    debbano Presentare il Programma sotto Forma di
    “Legge Quadro di Legislatura “
    ed il Programma che ha ottenuto la Maggioranza degli Elettori a Formare il Governo,
    da Trasformare, nella Prima seduta Legislativa in “Legge Quadro di Legislatura “
    da attuare successivamente come se fosse la Legge Delega di Legislatura ,
    senza Bisogno di nuovi voti parlamentari,
    se attuata nei limiti della dettati dalla “Legge Quadro di Legislatura “
    Mentre per qualsiasi altra Legge non Prevista nella Legge Quadro, il Parlamento è autonomo ed il governo non è soggetto a voti di fiducia.
    Con questa modalità i parlamentari hanno il Vincolo di Mandato ricevuto dagli elettori alla
    “Legge Quadro di Legislatura “
    pena la decadenza immediata da parlamentare,
    eccetto che per quanto non previsto dalla Legge Quadro.
    Per. Ind. Giacomo Dalessandro

    MCS Movimento Cattolico Socialista

    http://www.italia3millennio.eu

    http://www.engineering-online.eu

    http://www.consulenteambientale.eu

    http://www.cristo-re.eu

    http://www.cristo-re.it

    http://www.mcsi-movimentocattolicosocialista.eu

    • cioé come Renzi, che ha ereditato i voti (e i parlamentari) presi da Bersani
      con un programma e poi ha governato facendo l’ opposto ?

  • Carissimo Professore tutto quanto scrive è giusto e mi trova d’accordo, ma in virtù proprio della situazione internazionale, non sarebbe stato più corretto da parte del PdR lasciare formare il governo e poi eventualmente respingere i singoli provvedimenti su cui non fosse stato d’accordo? Penso soprattutto a tutto il lavoro fatto per far nascere il governo e poi aver buttato tutto per aria, con il risultato che stiamo vedendo per borsa e finanze dello stato.

  • “un nome come quello di Bagnai o Gori ” ma è quello che gli ha detto Mattarella, un po’ perché Savona non era eletto nelle loro liste e già aveva accettato Conte nel ruolo di outsider, un po’ perché Savona appartiene alla vecchia nomenclatura dello Stato di cui fa parte Matta sarebbe interpretato un po’ come garante degli assetti economici un po’ come avallo del sistema Stato, che Savona conosce bene, alle scelte prossime future. Nel gioco di specchi delle responsabilità, una cosa è essere eletto nelle fila di chi attua le azioni, un’altra è quella di chi non eletto sta nel ruolo di consigliere. Nel primo caso hai piena e legittima responsabilità, nel secondo hai una delega più o meno ampia a seconda dei casi.
    Che nel caso di Savona, data l’introspezione che ha negli apparati statali, senza la piena legittimazione, l’azione sarebbe come una scelta dell’organismo statale. Salvini ha puntato a scaricare le sue responsabilità sulla vecchia nomemclatura, perché Savona si presti a tale gioco?!?
    Salvini non ha mai avuto intenzione di andare al governo, neanche se avesse il 60% dei votanti, non è una amministrazione locale dove trova il paracadute dello Stato. Bisognerebbe verificare cosa teorizza la lega come gestione dello Stato, il referendum dell’ottobre scorso forse da qualche indicazione.

    E poi non era lei che diceva che i rampolli dovevano smarcarsi dalla trappola del governo. Di Maio un po’ meno perché a provato a mediare fino al ultimo, ma Salvini è un furbo fanfarone che istiga alla violenza: la ruspa la indica contro i poveri disgraziati che vivono di furterelli e elemosina in tuguri, un po’ come un progetto di riqualificazione ambientale. In fin dei conti Traini stava scherzando solo che gli è uscito un po’ male.

  • Ineccepibile. Però ha sbagliato più Di Maio di Salvini. Se fosse un vero uomo di Stato (ma con questi giovani egomani non c’è rischio) si scuserebbe per la proposta di messa sotto accusa del Presidente, e si presenterebbe come chi sta cercando una soluzione costruttiva. Certo, a questo punto tutto è molto più difficile (vedo che oggi è Grillo ad abbassare i toni).

  • “Per ora non entriamo nel merito della questione, ma limitiamoci a riformulare il quesito che non è se il Presidente abbia o no il potere di scegliere i ministri (ovviamente si)”. No! Ovviamente no.

  • La messa in stato d’accusa del PDR é un atto assolutamente giustificato ed opportuno. Lo é anche se non ci sono assolutamente gli estremi per arrivare ad una condanna in quanto non è ravvisabile alcun dolo del PDR. Tuttavia è riscontrabile un grave errore di quest’ultimo. Parlamentarizzare la questine serve proprio per mettere in evidenza tale gravissimo errore e disinnescare un precedente che di fatto ci trasformi in una repubblica presidenzale.
    Insomma deve essere chiaro che da oggi in poi nessun PDR potrá permettersi di negare la nomina di un ministro voluto dalla maggioranza per questioni di linea politica, peché a questo punto il dolo sarebbe riscontrabile.

      • Il precedente va comunque discusso, e alla domanda va data una risposta.
        La linea politica legata alla scelta dei ministri da oggi in poi può essere decisa dal PDR o no? Siamo tornati allo statuto albertino?

  • Prof. Giannuli, sembrerebbe che Di Maio abbia proposto anche Bagnai e Siri come alternative ma dalla Presidenza della Repubblica ci sia stato un “niet”. Chiunque in passato abbia criticato UE non è gradito , punto. Ma c’è anche da dire che mi sembra sia stato Salvini ad avere creato il muro contro muro con “Savona o Morte”, non capendo o facendo finta di non capire, che c’è il momento di usare il martello come c’è il momento di usare la lima. Io penso che del -prof. Savona non sentiremo piu parlare il suo compito è terminato. Salvini monopolizzerà una volta per tutte il CDX, avra il suo 40% e la premiership.

    • il quirinale smentisce comunque non spòettava a Di Maio frae quei nomi ma al presidente del consiglio che però non c0era in quanto al suo posto c’era solo un fattorino

      • Ma Di Maio conferma. Forse dimentica che prima che salisse il Prof. Conte con la lista dei nomi, sia Di Maio che Salvini sono stati convocati al Quirinale. E secondo lei di cosa hanno parlato ? Tra l’altro una mossa inconsueta nella storia quirinalizia.

  • Gentile professore,
    dovrebbe prima decidersi se l’Italia, rebus sic stantibus, starebbe meglio o peggio ritirandosi dall’euro. separare la questione di merito, dalla questione di metodo, come si è arrivati a questo stallo, è un errore che non ci permette di cogliere l’indubbia ambiguità della situazione. cioè è un errore di analisi, e non di valutazione.
    lei aborrisce salvini e di maio, e io condivido, ma aggiunge che rovineranno il paese. ma per dire questo prima deve chiarire se per lei sia opportuno o meno rimanere nell’euro, rebus sic stantibus. se lei non lo sa, allora forse salvini e di maio non rovineranno il paese, in quanto, furbescamente, nascondono un disegno che porterà l’opinione pubblica a un sentiment non solo contro la ue, ma anche a favore dell’abbandono della moneta unica. lei potrebbe replicare che così si sarebbero occultate le vere intenzioni dei duellanti e si sarebbero presi in giro gli elettori. ma alla fine, si potrebbe replicare, si sarebbe comunque raggiunto il risultato corretto o un risultato che lei non dice disprezzare. alla fine è sempre avvenuto in politica che la modificazione delle condizioni permette il sorgere di opportunità che non erano espresse prima delle elezioni. considerare questa possibilità come una violazione della democrazia rappresentativa mi sembra una forzatura moralistica. a meno che lei, quando dice che salvini e di maio ci rovineranno non pensi che rebus sic stantibus è meglio rimanere nell’euro, o uscirne solo con un riaggiustamento della finanza pubblica.
    ma non è quello che dice cottarelli?
    cordiali saluti
    f.b.

  • Egregio Professore.
    Mi dispiace che lei condivida l’osservazione di alcune “grandi” testate internazionali (tutte asservite all’ establshment) sui barbari che avanzano su Roma.
    Le devo ricordare che i barbari, a Roma, ci sono da 20anni. Il primo Attila nostrano è il nostr amato car0 leader Berlusconi, che in vent anni ha sfanculato e offeso tutti, Presidenza della Repubblica, Parlamento, Magistratura, opposizioni (si fa per dire!), Vaticano ecc….
    Suo degno erede Matteo Renzi, altrettanto “barbaro” nei confronti della Costituzione (che ha provato a stuprare), delle opposizioni, del Parlamanto e dei suoi stessi “compagni” di partito..
    Su Napolitano mi risparmio gli insulti dato che tutti ormai sanno chi è e cosa ha fatto.

    Inoltre obbietto su quel sottovalutare il gran casino combinato da Mattarella.
    Nel giro di 24 ore ha:
    – Spaccato il Paese in due (alla faccia del suo ruolo “unitario”).
    – Umiliato 17 milioni di elettori (della Lega e del M5S) che da ora in poi lo vedranno come avversario politico e non garante supremo della Repubblica.
    – Posto le premesse alla vittoria di un Centrodestra a trazione leghista con Matteo Salvini presidente del Consiglio (e poi voglio vedere se avrà ancora il coraggio di imporre Veti, rischiando la Guerra Civile).
    – Ha difeso le sue scelte parlando su una “astratta” difesa dei risparmi degli italiani, ricordando le migliori tradizioni populiste!
    Un vero e proprio disastro istituzionale. Un comportamento inconmprensibile, che dimostra la sua incapacità di gestire questa situazione.
    L’Impeachment è un’emerita sciocchezza. Però la richiesta di fare un passo indietro e chiedere le dimissioni del Presidente per sua evidente incapacità di gestire la situazione, è il minimo!

    Un altra osservazione riguardo il doppiogiochismo di Salvini. Io non credo che Salvini abbia bleffato sull’alleanza con i 5 stelle. Semplicemente si è trovato nella parte di quello che avrebbe vinto comunque (sia tornando alle elezioni che governando con Di Maio). E’ stato Mattarella, con i suoi scellerati veti, che lo ha portato a scegliere le nuove elezioni. Salvini è sicuramente di un cinismo unico, ma non un traditore telecomandato da Berlusconi.

    E così il nostro Mattarella si trova ad affrontare tutto quello che voleva esorcizzare:
    – Spread a 300 (nonostante il Cottarelli “rassicuratore”)
    – Governo non politico senza maggioranza e disprezzato dal paese
    – Possibile vittoria degli antieuropeisti alle prox. elezioni
    – Un Paese spaccato in due
    – L’Istituzione della Presidenza pesantemente danneggiata dal suo operato
    Abbia la decenza di dimettersi e dedicarsi a portare al Parco i Nipotini. Per il bene dell’Italia.

  • Professore, perfino la Presidenza del Consiglio (almeno fino a questo momento) sembra pensarla diversamente: “nella risoluzione delle crisi si ritiene che il Capo dello Stato non sia giuridicamente libero nella scelta dell’incaricato, essendo vincolato al fine di individuare una personalità politica in grado di formare un governo che abbia la fiducia del Parlamento […].
    Una volta conferito l’incarico, il Presidente della Repubblica non può interferire nelle decisioni dell’incaricato, né può revocargli il mandato per motivi squisitamente politici.” http://www.governo.it/il-governo-funzioni-struttura-e-storia/la-formazione-del-governo/186

    L’impeachment sembra una farneticazione più politica che giuridica.

  • Molti sono convinti che la Lega alle prossime elezioni farà il botto, non solo sopravanzando del doppio FI, ma eguagliando e perfino superando il M5S.
    Ma non bisogna credere ai sondaggi farlocchi.
    Chissà perchè io invece penso il contrario: come ho già detto in un’altro post, Berlusconi si sta pappando anche Salvini, un’altro pirla come a suo tempo Bossi, ambedue convinti di essere più furbi di lui.
    Facile previsione: basterebbe notare che in queste ore Berlusconi sta molto in silenzio (quanto strilla quando qualcosa non gli sta bene!), ed ha già dichiarato che FI voterà contro questo Cottarelli.
    Lo credo bene: sa che, a differenza di qualche giorno fa, andando a nuove elezioni lui sarà riabilitato anche dai suoi elettori, oltre che da una magistratura certamente benevola (e non mi si dica che la sua “riabilitazione” è stato un atto dovuto: quando non vogliono fare qualcosa, sanno allungare il brodo a livelli omeopatici). Siamo pieni di nostalgici (e, purtroppo, nostalgiche!) dei bunga bunga, così come eravamo pieni di gente che rimpiangeva Mussolini, Craxi, ecc.
    Volete un’altra prova? Ascoltate quel furbone di Feltri, che non manca occasione di ricordarci il suo padrone, presentandolo come un vecchio ormai male in arnese, poverino! (lui non lo dice chiaramente, ma si capisce dai toni): mostra il dito perchè non si veda la luna, e fesso chi ci casca.
    Spiace che in questi spazi il nostro ospite si perda in questioni di lana caprina come la “interpretazione autentica” del dettato costituzionale: mi scuserà, ma risulta anche un po’ ipocrita mentre afferma a lettere in grassetto che “Lega e M5s hanno tutto il diritto di governare e scegliere la linea politica del governo” e non manca subito dopo di raccomandare “Bisogna costruire una alternativa”, intendendo naturalmente qualcosa a lui familiare, tipo Rifondazione o similia, che è poi quello che è sempre stato il suo obiettivo, anche quando surrettiziamente sembrava parteggiare per il Movimento.
    Intanto, mentre scrivo lo spread è a 320 punti e chissà com’è nessuno oggi strilla più di tanto contro Mattarella, mentre fino a ieri, quando lo spread stava a 200, cioè a livelli fisiologici, levavano alti lai contro Salvini e Di Maio: piuttosto i media di regime se la pigliano con qualche pisquano come quel tal commissario Ue Oettinger (Carneade?), un cattivone che pare abbia affermato «I mercati insegneranno all’Italia a votare giusto».
    Ma non mancheranno quelli che troveranno il modo di accusare del misfatto Salvini e, soprattutto, Di Maio; ad iniziare dallo stesso Giannuli, che in altro intervento già accusava Di Maio di voler portare il Paese al fallimento, e che qui e adesso afferma che “lo spread è raddoppiato in pochi giorni,” e la causa va ricercata nel fatto che “noi (cioè il M5S), ci permettiamo questo scontro frontale fra Parlamento e Presidenza della Repubblica”.
    Voglio lanciare un appello al professore: la prego, nessuno le chiede di essere un grillino, per carità di Dio, ma solo di essere un tantino intelllettualmente onesto.

    • proprio perchè sono intellettualmente onesto faccio queste critiche nel merito delle quali tu non entri. brutta cosa l’esser tifosi senza cervello

  • .. magari ci fossimo trovati di fronte al gatto e alla volpe !
    Di astuzia, malizia e sagacia i due ne hanno mostrata poca.
    Gli è mancato il metodo e la consapevolezza della natura dei padroni dello spread.
    Dall’estero è uscito in pubblico meno dell’1%, giusto l’essenziale, dal duo molto di più.
    A volte gli spreadmen hanno dimostrato di essere un passo avanti.
    Forse, più che del gatto e della volpe, bisgona parlare del gico del gatto col topo.

  • ACME NEWS
    Il duo Salvini&Di Maio si recheranno in pellegrinaggio in Inghilterra da Sir David (Dave per gli amici) per imparare come si fa la Brexit e su come non si entra nell’euro.
    Dopo voleranno in DAnimarca per apprendere come si sta nell’EU, ma non nell’euro.
    Di ritorno si fermeranno in Svizzera come studenti stagisti in una banca di cui non è stato ancora reso noto il nome.
    Infine, se avranno tempo, prenderanno nota dei giornalisti ostili da cui proteggersi.

    • E per coronare la gita scolastica e sbarazzarsi degli ultimi eurini, una crociera in gommone verso l’Albania per andarsene dall’Ue senza uscire dalla Nato…

  • Per lungo tempo, da epoche non sospette, su queste pagine ho avvertito di quale pasta fossero fatti i nostri alleati ( *à@?”) e amichi (non c’è errore).
    Questa crisi di formazione di un governo lo ha mostrato pubblicamente.

  • Senta professore, vorrei tributarle un… attestato di pubblica stima, perciò scrivo nei commenti in generale e non a risposta di quanto più sotto!
    Non è comune trovare chi ha il coraggio e l’onestà di pubblicare tutto quanto le viene inviato a risposta o a commento specialmente in un “affaire” tanto scottante e scomodo come questa triste vicenda di Mattarella. A risposta di alcuni articoli di giornali, anche molto seri o così credevo, i miei interventi sono stati cassati. Da lei mai anche quando, ho visto, alcuni hanno rasentato l’insulto personale.
    Lo stile è l’uomo e lei dimostra molto più che stile.
    Grazie

  • Ancora una volta grazie, per la sua lucidità, pare che in questi giorni, ne occorra più del solito per tenere i nervi saldi. Continui, la prego, non ci lasci in balia degli editorialisti/avvoltoi.

  • Questa mi pare la sostanza vera: “..è un conflitto fra una maggioranza di destra, ma espressa dal voto popolare e l’opposizione delle èlite politiche, finanziarie contro di esso. Impossibile schierarsi con l’uno contro l’altro”.

  • Gli ultimi due articoli del Professor Giannuli, come sempre -nel senso che ci ha abituato bene- sono impeccabilli: le lucide analisi sono condivisibili e i giudizi politici aderenti a ciò che il nascente governo ha elaborato. Inoltre sviluppa un percorso coerente con la sua storia storia personale e col generosissimo tentativo -aggiungo, purtroppo non andato a buon fine- di portare il M5* nel solco che gli sarebbe stato più proprio. E’ più che comprensibile e giustificato e rispettabile che egli si ponga all’opposizione di questo governo, che detto per inciso, non piace neppure a me perchè del lavoro si è dimenticato.
    Però un conto è la tattica, altro la strategia. Nei due pezzi non c’è la distinzione dei due livelli.
    Diciamo chiaramente: abbiamo assistito all’ennesimo attacco all’Italia. Savona sarebbe stato il primo tentativo da molto tempo a questa parte di rintuzzare i colpi inferti dall’estero, di iniziare a crepare il castello di sabbia europeo-germanico. Ricordo che quando si è trattato di cacciare l’invasore De Gaulle dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta, i partigiani e i fascisti hanno momentaneamente abbandonato le loro divisioni politiche e militare e hanno fatto fronte comune per scacciare le armate francesi.
    Concludo con quanrto ha scritto Melenchon sulla situazione Italiana:
    «Berlino fatica a formare il governo italiano. La catastrofe è consumata in Italia. Uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea è stato colpito dai fulmini della Commissione Europea e dei suoi padroni berlinesi. L’Unione Europea ha mostrato il suo pugno di ferro. Piuttosto che avallare la nomina di un ministro delle Finanze sconveniente per Berlino, il presidente della Repubblica italiana ha fatto terra bruciata». «Il deplorevole presidente italiano compie il suo ruolo con la consapevolezza rude di tutti i curatori fallimentari. Nomina un dirigente del Fondo Monetario Internazionale soprannominato ‘Mister tagli’. Tutto è detto con questo soprannome.Quali motivazioni ha questo presidente per compiere una tale violazione della volontà popolare espressa dal voto degli italiani?».
    «Il presidente italiano – continua Mélenchon – ha invocato come argomento finale, il rischio di aumentare il divario tra i tassi di interesse tedeschi e italiani. Il guinzaglio, che tiene tutti i paesi per la gola (…) Come ai bei tempi del ‘serpente monetario europeo’ in cui il valore della valuta di ciascun paese dell’Unione Europea era fisso rispetto a quello degli altri e quindi del più forte. La moneta unica mostra chiaramente in questo momento cos’è. Non protegge alcun paese. Li allinea tutti sulla politica economica della Germania».
    Melenchon, infine, indica chi sono i veri responsabili di quella che si profila come la più grave crisi istituzionale italiana: «L’unica e sola responsabilità per la situazione viene dai dettami di Bruxelles e dalla brutalità dei governanti tedeschi. Berlino lotta per trovare burattini convincenti in Italia per garantirsi il suo dominio» (tratto da http://www.antidiplomatico.it)
    Non mi si venga a dire che Melenchon – la cui analisi condivido in toto- non sarebbe nominabile da Mattarella …
    Faccio infine notare il silenzio di Washington.

  • Mi scusi professore, secondo lei qualcuno ha suggerito a Mattarella di muoversi in questo modo? Lo scontro è tra le élite della destra internzaionale e quella nazionalpopolare? Dietro Mattarella c’è la Germania e dietro M5S e Salvini ci sono gli Usa? Siamo in mezzo ad un conflitto geopolitico?

      • Lucia Annunziata (sotto il link) sostiene che dietro Salvini e Di Maio c’e’ la manona di Putin e che i due Statisti, fin da prima delle elezioni, sapevano di dover arrivare al punto di dover individuare in Mattarella il bersaglio, in modo da eliminare l’unico baricentro attuale del nostro sistema politico.

        https://www.huffingtonpost.it/lucia-annunziata/bugiardi_a_23444714/

        Il direttore di Avvenire Lunedi’ in televisione parla di interesse comune di USA e Russia di smantellare Euro e EU.

        Secondo Scalfari (in un editoriale di qualche mese fa) Bergoglio e’ convinto che l’Europa ha “poco tempo” per darsi una strategia di sopravvivenza.

  • Concordo pienamente sul fatto che siamo di fronte ad una crisi epocale. Più che per gli aspetti economici pur veri per il manifesto tentativo di porre fine alla democrazia italiana utilizzando come un grimaldello l’ eurocrazia e mercati non liberi ma controllati politicamente di istituzioni straniere e spesso neppure democratiche.

    Dissentì fortemente invece sui metodi e sulle critiche alla maggioranza. La maggioranza sotto attacco dalla minoranza deve reagire con estrema durezza, dobbiamo essere pronti a tutto, capire da che parte staranno le forze armate in caso di scontro tra il.popolo italiano e il loro formale comandare supremo al soldo di poteri stranieri BCE, FMI ( vedi Cottarelli ) . in queste situazioni i processi alle intenzioni devono essere fatti e per tempo ( poi e tardi ) , il garantismo , almeno contro i potenti deve essere messo da parte, e i propri concittadini che non vogliono rispettare il volere legittimo della maggioranza avvisati delle conseguenze. Di fronte ai golpe non si reagisce con cavillosi sofismi ma con azioni decise miranti a stroncare il golpe e soprattutto i golpisti

  • Se Salvini e Di Maio sono degli sprovveduti e maleducati cos’è Mattarella? Ogni cosa che ha fatto o detto è stata un errore grossolano, si è dimostrato pavido e manovrato, ha fatto affermazioni pericolose, ha mentito, ha pure insultato Savona. E gli si è ritorto contro tutto! Tra i tre ha fatto la figura peggiore dimostrandosi inadeguato al ruolo ben più degli altri due. E a settant’anni, mica a quaranta!

  • La messa in stato d’accusa del PdR è un errore clamoroso e Di Maio, appena ha visto i sondaggi, è subito corso ai ripari. Pensava di anticipare Salvini nel gioco del più duro ma si è dimostrato quel che è; un acerbo politico di poco acume. Detto questo, ho trovato molto grave l’intervento di Mattarella, non tanto nell’azione di veto ma nella dichiarazione rilasciata. Credo che un PdR non dovrebbe mai interferire pubblicamente con la linea politica di un governo nascente. E’ vero, queste cose si fanno ma non si dicono (Napolitano insegna) e ci sono altri modi (la firma delle leggi per esempio) per moderare l’azione di governo. Con il suo intervento, egli ha indebolito ulteriormente agli occhi internazionali la sua figura istituzionale in particolare, e quella nazionale in generale. Il messaggio recepito è stato non tanto “difendo l’interesse nazionale” quanto, “non riesco a tenere a bada due ragazzotti”. I mercati puniscono le incertezze ma non i ministri e questo lo sanno anche i sassi.

  • Facciamo chiarezza senza troppi giri di parole.
    I poteri del PdR li dovrebbe conoscere bene chi ha dato l’esame di Diritto Costituzionale o anche solo quello di Diritto Pubblico:

    art. 92 co. 2: il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta vincolante di questo, i ministri.

    Quindi NON: art. 92 co. 2: il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri………….come vuoi far credere al popolino.

    Paolo Savona solo una scusa……

    La guerra finanziaria è cominciata. Durissima.

  • Caro prof. Giannuli, la sua fortuna é di essersi formato in un tempo storico diverso, dove la politica si studiava, si praticava, si istituzionalizzava. E’ una vox clamans in deserto. Mi ricordo una sua audiolezione in cui, giustamente, ribadiva che la cifra dell’Occidente é solo l’evoluzione tecnologica. Quella sociale e politica non é affatto scontata, anzi. Come vediamo

  • Nella mia poca dottrina trovo l’articolo bene argomentato ma discutibile nel suo presupposto, l’idea che la normativa costituzionale possa essere approcciata secondo una logica strettamente giuridica. In ogni circostanza, ma specialmente in un testo costituzionale, versante giuridico e politico si implicano vicendevolmente e solo così il primo riesce a creare ordinamento. In effetti la maggior parte delle ipotesi realistiche di condanna di un PdR pertengono all’uso improprio dei suoi poteri e non a un loro sconfinamento conclamato. Si pensi a un PdR che boccia tutti i PdC e i ministri proposti dai partiti per tutti e 5 gli anni del suo mandato, o che si rifiuta di firmare lo stato di guerra e la mobilitazione mentre il Paese viene invaso da una Potenza occupante.

    Apprezzabile l’osservazione secondo cui il PdR si è trasformato da rappresentante degl’italiani verso l’estero in rappresentante degl’interessi esteri in Italia. Ma questo è vero per l’intero regime demopiddino.

    Neppure sono d’accordo sul rimprovero di incompetenza e rozzezza mosso a Lega e 5 stelle. Giudizio in sé incontestabile, che però prescinde dal contesto di rapidissima trasformazione (e incipiente decadenza) della plutocrazia demagogica (pardon del parlamentarismo liberale) tradizionale, vasato su formule sempre meno provviste di significato. Le procedure di verifica suggerite da G. avrebbero richiesto mesi o anni. Nel frattempo Mattarella avrebbe avuto un buon motivo per non sciogliere le camere e dare agli euristi il tempo per riorganizzarsi. Attardarsi ai criteri di correttezza istituzionale del passato sarebbe oggi un autolesionismo.

    Gli è che Giannuli, da buon socialdemocratico di sinistra, vorrebbe tenere in vita la democrazia parlamentare, magari integrandola con una certa spinta sociale, e guarda contrariato agli segnali di suo disfacimento. Discorso non molto diverso credo valga sull’eurodittatura, che vorrebbe superata ma in forme consensuali e non violente, anche perché nel contesto della scomparsa della sinistra sa che non sarà la sua parte politica a profittare di un’accelerazione della storia.

    Chi non sa comandare o seguire le evoluzioni del politico finisce per combattere una battaglia di retroguardia, stretto fra i contendenti reali.

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