Marini.
Ed allora, alla fine, Marini non ce la ha fatta: sulla carta partiva da circa 800 voti, poi man mano, si sono sfilati prima Sel ed i renziani, poi i socialisti, poi Fratelli d’Italia (confesso che Crosetto mi è sempre stato simpatico e questo me lo rende ancora più simpatico), poi sono iniziate a fioccare le dissociazioni singole di grandi elettori Pd e Scelta Civica, mentre qualche mal di pancia serpeggiava anche nel Pdl e, su tutto, gravava l’incognita su quello che avrebbero fatti “i giovani turchi” di Fassina. Si sapeva che persino i parlamentari emiliani (patria di Bersani) stavano stilando un documento per chiedere al vecchio democristiano di fare un passo indietro figuriamoci!).
Forse Marini non era il candidato peggiore (sicuramente peggiori sarebbero D’Alema, Amato e soprattutto Bonino), sicuramente era il più sbagliato: interno alla casta e uomo dell’inciucio come Dalema & c, ma più vecchio, sbiadito, senza un passato politico di primo piano, inviso a gran parte del suo stesso partito (persino alla Bindi, mentre ed era esattamente uno dei due nomi che Renzi aveva esplicitamente bocciato nella rosa) e, per di più, trombato alle ultime elezioni nella sua stessa regione. Ma insomma, si può prendere a sberle l’elettorato imponendogli come Capo dello Stato uno che non è riuscito a farsi rieleggere deputato?
Nei sondaggi dei vari quotidiani (per quel che valgono) il suo nome non compariva affatto o raccoglieva percentuali da prefisso telefonico. Bersani non poteva fare una scelta più di casta, più estranea al sentimento del paese, più sgangherata, più inciucesca di questa.
I risultati parlano chiaro: una bella fetta dei grandi elettori del Pd non se la è sentita di votare uno così e Bersani ormai è del tutto delegittimato. Come dare torto persino alla Santanchè quando dice che, bocciato Marini, loro non hanno più interlocutore nel Pd, perché nessuno può dire di rappresentare non dico la totalità, ma neppure la maggioranza del gruppo elettorale Pd.
Per scegliere un candidato “largamente condiviso” Bersani ha scelto uno che gli ha fracassato il partito: ma si può essere più incapaci? La posizione di Bersani non era certo facile, lo sappiamo, però è sbalorditiva la serie di errori di metodo che ha fatto. In primo luogo ha impostato malissimo il rapporto con il M5s, partendo dalla questione del governo e non da quella sul Capo dello Stato che, come si è visto, era terreno più facile per avviare una (difficile intesa). Va detto, però, che Grillo ci ha messo del suo con una intransigenza sterile e un po’ isterica, mentre aveva ben altre possibilità.
Poi, Bersani, visto che il M5s rispondeva picche, ha deciso di rivolgersi a destra, ma non troppo, cioè per il capo dello Stato si ma per il governo no. O non ancora… non si è capito. In tutto questo, non gli è passato per la mente di consultare i suoi gruppi parlamentari: sei un segretario di partito semi sconfitto alle elezioni, sei sotto schiaffo a destra da parte di Renzi ed hai mal di pancia sulla sinistra, hai avuto freddezza dal capo dello Stato uscente che era del tuo partito, non sai come condurre la crisi di governo. In condizioni simili, se non vuoi finire rapidamente nel tritacarne, il minimo che devi fare è assicurarti di avere alle spalle la grande maggioranza dei tuoi grandi elettori.
Per cui, l’assemblea dei gruppi la fai PRIMA, non dopo aver formulato la rosa e, soprattutto, ti accerti che la linea di apertura al Pdl sia sufficientemente condivisa. Insomma, non era possibile fare più errori in una volta sola. Forse Bersani pensava di essere il generale che guida l’attacco e che i soldati seguono come un sol uomo: ma chi credeva di essere, Napoleone sul ponte di Arcole?
Il bello è che, nelle condizioni di scollamento del centro sinistra che erano già chiare, la partita era aperta a due esiti possibili: se Marini non fosse riuscito al primo turno questo avrebbe significato che il Pd si era svenato inutilmente e il suo segretario aveva perso, oppure, se Marini fosse riuscito lo sarebbe stato solo grazie ai voti determinanti della Lega e, quindi, il Pd, per la formazione del governo, si sarebbe legato in tutto e per tutto al centro destra e non avrebbe avuto più la legittimità per chiedere il Presidente del Consiglio, E questa è una sconfitta peggiore per Bersani che, in ogni caso sarebbe stato il perdente.
Dopo un risultato così, cosa resta da fare al povero Bersani? Nella vita ci sino molte cose da fare oltre che la politica: ad esempio il ricamo, il giardinaggio, il golf. E la norcineria no? Fare prosciutti è una attività nobilissima che dà vive soddisfazioni.
Il Pd ormai è solo un aggregato caotico di correnti, gruppi di interessi e sultanati e forse si avvia ad una rapida scomposizione. Non è detto che sia un male: si è sempre trattato di un ibrido sterile e malriuscito e che si ridisegni una mappa delle forze politiche un po’ meno pasticciata è auspicabile. Ma sapranno farlo o si suicideranno in una esplosione convulsa?
Sempre di più si avverte il bisogno di un vero partito di sinistra.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, berlusconi, bersani, marini, pd, pdl, presidente della repubblica, quirinale

Francesco Impalà
O forse Napoleone sul ponte di Arcore…
aldogiannuli
be, questa volta il ponte si è spaccato sotto i piedi. Quel che riesce ad Arcole non riesce ad Arcore
Caruto
La posizione di Bersani era in effetti molto difficile.
Pensavo a quello che avrei fatto io ed ho letto un intervento di Stille su Repubblica.it che sembrava mi avesse letto nel pensiero: “Dato che sai cosa c’e’ dal lato del PDL e gli interessi che perseguono, fai il contrario di quello che vogliono”.
http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-presidente-repubblica-edizione2013/2013/04/18/news/l_harakiri_di_bersani_di_alexander_stille-56912430/
Come metodo e’ meno balzano di quello che sembra.
Avevo visto che quelli del PDL erano molto nervosi e ripetevano tutti (anche i giornalisti di corte) la stessa cosa: “Se Marini non passa, Bersani se ne deve assumere la responsabilita’”, “Se non passa Marini, non si fa il governo e si va alle elezioni ecc..”.
Presumo che temono di rimanere veramente fuori gioco.
E tu che fai, non ne approfitti?
Marini, il candidato più sbagliato | FiascoJob Blog
[…] Dal blog di Aldo Giannuli […]
Luca iozzino
Quasi d’accordo su tutto tranne una cosa.
GRILLO ha FATTO BENISSIMO a non accettare di dare la fiducia ad un governo della MALAVITA guidato da un personaggio che ha appena dimostrato di non meritare nessuna fiducia.
Naturalmente chiunque può tentare di convincermi che Bersani si un essere umano degno di fiducia, prego solo di farlo de visu, scegliete voi l’arma.
aldogiannuli
Luca: non era affatto necessario che il MN5s desse la fiducia a Bersani era sufficiente che al Senato uscisse dall’aula al momento del voto, badando di terere Bersani impiccato al loro atteggiamento, togliendogli la sedia di sottoi appena facesse qualcosa di sbagliato. Dio solo sa perchè Grillo se l’è giocata cosi male. Comunque mi pare chje con Rodotà stia recuperando, speriuamo bene
Francesco Sylos Labini
Complimenti per l’ottima analisi anche se non sono d’accordo su un punto. A mio parere Bersani non ha neanche tenato di impostare il rapporto con il M5s, ha solo fatto una sceneggiata per deleggitimarli e ne è uscito con le ossa rotte. Ma aveva già deciso che avrebbe fatto l’accordo con B. il giorno delle elezioni. Se uno cerca un accordo non presenta come opzione se stesso.
aldogiannuli
Caro Sylos Labini Lei attribuisce a Bersani una capacità di elaborare il dolo che temo proprio non abbia. Secondo me è al di sotto dei sospetti che Lei formula
byu tech
disastro totale. per capire bersani bisogna tornare a quando fece il ministro. partì in quarta con le liberalizzazioni…fini presto a 90°. cosi fu e cosi è stato ora. politico mediocre incapace di pensare alcuna strategia di medio lungo termine. lo sanno tutti credo, ha fatto comodo a molti.
ora il pd ha una sola possibilità, come negli ultimi 20 anni, romano prodi. proveranno con lui, come ormai suggeriscono in tanti a partire dal corriere.
ma se prima bersani era un morto che cammina ora tutto il gruppo dirigente lo è.
intanto buttiglione e silvio prendono insulti e monetine…siamo alla resa dei conti.
il popolo è stremato, ogni giorno si ammazza qualcuno.
giandavide
io continuo a sperare in una tattica di bersani, sebbene mi sembri sempre più difficile starci dietro. fatto sta che alla prima votazione non poteva passare nessuno, quindi è contemplata l’esistenza di tattiche. vedremo domani. in caso contrario io cercherei spiegazioni di natura medica: a bersani è preso un coccolone o una malattia simile ed è diventato cretino. tutto può succedere nella vita.
faccio notare al duca iozzino che i duelli non sono contemplati dal codice penale.
aldogiannuli
Giandavide e Luca: pimntatela di punzecchiarvi così, in fondo dite cose mica tanto diverse
Paolo
Senza fare agiografie Rodotà lo possiamo riassumere con critica all’austerità + FIOM + beni comuni
Renzi, che oggi esce come l’eroe di giornata, propone Chiamparino, che potremmo riassumere con austerità + Marchionne + privatizzazioni.
I Giovani Turchi per la volta n+1 non riescono a smarcarsi da Bersani e lasciano la palma dell’unico non allineato a Renzi, come avevano già fatto alle primarie. L’ipotesi che Fassina o Orfini possano fare l’equivalente italiano di Melenchon o Lafontaine è sempre più remota. Viene da rimpiangere il Correntone dei Ds…
Rodotà ha qualche possibilità a livello numerico? Se 5stelle e vendoliani tengono duro su di lui, quanti del pd dovrebbero votarlo per riuscire a eleggerlo?
Peucezio
Tutto questo comunque è strano.
Bersani fa una corte ossessiva a Grillo da un mese e mezzo a questa parte, poi un bel giorno Grillo, che finora aveva risposto coi pesci in faccia, non solo gli propone un presidente della repubblica del suo partito, ma addirittura gli dice che se glie lo appoggia, probabilmente ci farà pure il governo insieme e lui, che fino a ieri non voleva accordi con Berlusconi per nessun motivo, sbatte la porta in faccia a Grillo per proporre un candidato opaco che non piace né dentro il partito né tantomeno al suo elettorato e che comporterebbe al tempo stesso la deflagrazione interna del Pd e il suo tracollo di consensi.
Può essere che l’insipienza politica di Bersani e dei suoi collaboratori più stretti arrivi anche fino a questo punto: non mi stupirei di nulla. Però io ho il forte sospetto che c’è qualcuno dall’esterno che sta mandando qualche segnale, che sta dando indicazioni. Mi chiedo se non ci siano dei forti interessi (a livello europeo e internazionale) che premono per alcuni candidati (che li garantiscono) e non per altri, o che temono un accordo con Grillo e vogliono scongiurare la possibilità di uno governo con il M5S dentro.
Altrimenti non si spiegherebbe il voltafaccia improvviso, da voler compiacere Grillo a voler di colpo compiacere Berlusconi a costo di dare uno schiaffo in faccia a Grillo.
Angelo Iannaccone
Io credo che l’ideale per Bersani sia aprirsi una salumeria, ad ogni modo quel che è certo è che, continuando così, tra breve gli resterà solo da rifugiarsi in Tunisia per sottrarsi all’incontro con i cittadini, che lo attendono fuori (non gli sarà più sufficiente andarsene dall’uscita secondaria del teatro Capranica). L’ultima impresa (cioè quella di individuare il candidato al Quirinale, che dovrebbe ottenere le più ampie convergenze, in un candidato, che riesce a spaccare letteralmente il PD e cioè il partito, che lo esprime) è clownesca ! L’unica cosa che Bersani dovrebbe fare è tapparsi in casa, senza mettere più il naso fuori, fino a che non ci si sia dimenticati di lui. L’uomo non pare però avere contezza dei disastri, che combina, e della realtà, che lo circonda. Inquietante poi è che il candidato individuato (Marini), difronte all’evidenza che la sua candidatura spacca e fa esplodere il suo stesso partito, non trova di meglio che insistere nella sua candidatura, confidando nella possibilità di essere eletto comunque con i voti del PDL e della Lega, nonostante l’opposizione di almeno la metà del suo partito (sic. !). Non so se Bersani si creda Napoleone, ma quel che è certo è che è capace di combattere (si fa per dire) solo la battaglia di Waterloo ed ovviamente perderla tutte le volte.
Francesco
Le speranze sono scarse…sinteticamente c’è un Bersani che vuole fare necessariamente un governo con il suo nome vuoi per voglia di riscatto di una sinistra latitante, scomposta e disunita che ha superato le urne di misura vuoi (forse) perché sinceramente vorrebbe provare salvare qualcosa perché sa bene che se si rivota rivince Berlusconi senza appello..penso che tentativo di inciucio come questo non ha precedenti e affonda le basi nel tentativo di Bersani e Berlusconi di mantenere in piedi questo sistema decrepito….ma il problema é: dove sono i veri candidabili al ruolo di Presidente? Chi dovrebbero essere? Se dovesse essere un politico proposto chi é rimasto di spessore e pulito per essere davvero garante??uno della cosiddetta società civile potrebbe mai tenere a bada queste “queste iene” sul viale del tramonto??abbiamo tutti un problema ancora più grande di quello di analizzare il perché Marini andava bene o male (e la disamina di Giannuli su questo signore mi trova ampiamente d’accordo) e cioè il fatto che non c’è un probabile candidato
sergio
Condivido in pieno, professore. Penso che a Grillo sia riuscita la mossa che non era riuscita a Bersani: fare all’altro l’offerta irrifiutabile!!!
E incredibilmente Bersani è riuscito a rifiutarla, sotto gli occhi increduli di tutti….inciampando come un pollo nei suoi stessi bizantinismi da politicante navigato.
Ha così dimostrato una volta di più che le sue presunte ‘avances’ al M5S delle settimane scorse erano solo di facciata (concordo col commento di Sylos Labini). E che pur di ribadire il suo no pregiudiziale a Grillo (e cercando l’ala protettiva di B.) è riuscito a farsi passare davanti – senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, quasi fosse un Crimi qualunque – uno dei personaggi migliori che la sinistra possa esprimere.
Spero che oggi Bersani si ravveda, ammettendo il grave errore di ostinazione, e che riesca a ricordarsi che è della massima importanza dare all’Italia un presidente autorevole e di elevata caratura come Rodotà – anche se a indicarlo per primi sono stati gli sporchi grillini, e la tua visione ormai è così confusa (e il tuo ego così mal-ridotto) che non vedi la cosa giusta neanche quando te la mettono sotto il naso.
Cordialità
enzodetoni
Caro prof. In una discussione precedente avevo auspicato fermezza da parte di grillo per portare i pd all’implosione.piu che implodere mi sembrano destinati a deflagare.ad ogni modo i no a marini e le proteste della base erano destinate ad evitare l’inciucione.ergo la posizione di grillo si rafforza anche nell’eventualita di prodi candidato (ottavo nelle quirinarie ) e percio votabile e la contemporanea trombature di bersani e del suo puparo d’alema! Speriamo perlomeno!!!
Paolo
@Peucezio: nel frattempo c’è stato un Presidente della Repubblica che ha messo insieme due commissioni politico-istituzionali comprendenti gli stessi partiti che poi hanno trovato l’accordo su Marini. So far per chi diceva che Napolitano stava solo facendo melina.
Luca iozzino
Grazie della risposta ,
Comunque secondo me anche lasciar entrare Bersani alla presidenza del consiglio con un’ astensione sarebbe stata una pessima idea ed una grave responsabilità nei confronti del paese, il problema è che uno così proprio deve essere tenuto lontano da luoghi in cui può fare danni. Grillo ha avuto una dote che finora ha difettato moltissimo ai politici Italiani, la lungimiranza… ha accettato di stare un mese e mezzo sotto la più grande botta mediatica mai vista ( nemmeno ai tempi di manipulite per motivi molto più seri che non una battutta infelice di questo o quel parlamentare ) e resistere. Ha resistito alla grande ( i sondaggi più vicini al Pd trionfalisticamente celebrano un calo di qualche decimale che di fatto per un partito che stava tirando il fiato dopo una super campagna elettorale era anche meno di un assestamento fisiologico , mentre Scelta civica si disintegrava ) ed ha atteso il momento in cui si sarebbe fatto politica per davver ( Adesso ) per fare Politica con la PI maiuscola ( come fece già sopportando un ccalo temporaneo di consensi quando cacciò – Giustamente, io lo criticai allora ma ho successivamente dovuto dargli ragione, specie avendo dovuto sopportare i trasformismi di favia in scelta civica – i due Scillipotidi dal movimento.
Mohammed V. Sherman
LE PAROLE DEL SENATUR – Nel pomeriggio anche Bossi si è espresso sulla questione della successione a Napolitano. Marini al Quirinale? «Potrebbe essere il meno peggio», ha detto a Montecitorio parlando con i cronisti mentre si stava svolgendo l’incontro tra Bersani e Berlusconi. E sul leader pdl: «Lui vuole uno dei suoi. Bisogna che parli un po’ sia con Bersani che con Berlusconi per aver una idea di chi propongono». Una donna al Colle? «Potrebbe anche essere una donna», è la risposta di Bossi. Si fanno nomi? «Non lo so». Poi il «consiglio» al Cavaliere: «Se fossi in Berlusconi darei i voti per il governo a Bersani tanto in pochi mesi va a schiantarsi, e poi vinco. Se fosse furbo dall’incontro con Bersani uscirebbe qualcosa». Quanto alla possibilità che la Lega possa appoggiare il Pd al Senato, «permettetemi di non rispondere…».
Jules Zimmerman
Quanto a Bersani, l’annuncio è il minimo che si potesse aspettare da un leader che ha fallito il tentativo di formare un governo di minoranza con l’appoggio esterno del Movimento 5 Stelle; ha fallito il progetto di un nome condiviso per il Quirinale perché Marini non ha avuto a sorpresa il sì compatto del Pd nonostante Marini fosse stato un fondatore del Pd; segno di uno scollamento tra leadership del Pd e la base parlamentare; ha fallito anche nel candidato di bandiera Romano Prodi acclamato nel corso dell’assemblea dai grandi elettori del Pd in mattinata e poi cecchinato in Parlamento.