Ma siamo proprio sicuri che Berlusconi vincerà ancora?
“Indagato per Concussione e Minacce. Silvio accusato di tutto: manca solo l’abigeato”
(“Il Giornale” martedì 16 marzo 2010 p. 1)
“Perchè non hanno cercato bene”
(Aldo Giannuli 16 marzo 2010)
Alcuni lettori di questo blog mi hanno chiesto una possibile spiegazione del perchè Berlusconi –nonostante sia il personaggio che ben conosciamo- vinca le elezioni. Lo farò a breve, ma, prima di tutto chiediamoci se la domanda sia corretta: Berlusconi ha vinto in diverse occasioni, certo, riuscendo a galleggiare come un tappo di sughero anche quando sembrava aver subito rovesci definitivi, ma siamo sicuri che non sia iniziato il suo tramonto definitivo?
E non parlo di un futuro lontano, ma di qualche settimana.
A fine mese voteremo per i consigli di 13 regioni (pari circa all’85% del corpo elettorale) e non sembra che il barometro del Cavaliere segni “tempo sereno”. Alle politiche di 2 anni fa, il Pdl incassò poco più di 13 milioni di voti ( 11 se teniamo presenti le sole regioni in cui si vota oggi): non sarei stupito se il Pdl registrasse una flessione fra 1 milione e 2 milioni e mezzo di voti, con un calo percentuale fra il 6 e il 9% sulle politiche e di due o tre punti rispetto alle europee dell’anno scorso.
Mi spiego: tutto lascia intendere che il Pdl abbia dei flussi elettorali in uscita: verso l’astensione in primo luogo, verso la Lega in secondo e, in misura più modesta, verso l’Udc (trascurabili emorragie potranno verificarsi anche verso il Pd o la lista di Storace).
Vice versa, non si avverte alcun flusso elettorale in entrata, salvo qualche nuovo elettore compensato da quelli che non ci sono più.
Già questo segnale dice che si profila una flessione non irrilevante.
C’è poi il caso di Roma, dove la lista non è stata ammessa e dove il Pdl prendeva un po’ più di 1 milione di voti che, evidentemente, mancheranno all’appello. Possibile che una buona parte si riversi sulla lista civica della Polverini, altri voteranno la sola candidata governatrice, altri ancora Udc o Storace ed infine molti si asterranno. Comunque vada, alla fine della giostra quei voti mancheranno alla somma. Certo si potrà dire che se la lista ci fosse stata il risultato sarebbe stato diverso, ma se questo dovesse accompagnarsi ad una flessione più o meno generalizzata nelle altre regioni, il discorso convincerebbe solo sino ad un certo punto. E una flessione a favore della Lega è probabile in misura vistosa in Piemonte e Veneto dove la Lega ha i candidati governatori. In Veneto poi la flessione potrebbe essere particolarmente severa perchè all’appello potrebbero mancare i voti di una parte dell’elettorato di Galan, che non ha gradito il cambio di cavallo e potrebbe premiare l’Udc (anche perchè Bossi ha dichiarato che non vuole Galan neppure come ministro). In Lombardia la flessione potrebbe essere più contenuta ma comunque esserci. In Puglia la presenza della Poli Bortone potrebbe portar via un bel po’ di voti al Pdl rispetto alle politiche. Nelle altre regioni non ci sono sfide di concorrenti particolarmente temibili (forse solo l’Udc un po’ in Calabria), ma c’è l’incubo dell’astensione.
Il carnevale delle liste (con conseguente campagna elettorale a botte di carta bollata) rischia di essere la goccia che fa traboccare un vaso già pieno di irritazione: il caso escort (importante per l’elettorato femminile), l’interminabile diatriba sulle leggi salva-Silvio mentre di riduzione delle tasse non si parla (importante per i lavoratori autonomi che sono la spina dorsale del blocco berlusconiano), poi gli scandali Bertolaso e Di Girolamo (che urtano anche gli elettori più tranquilli), un partito che si rivela ancor più rissoso del Pd e che da un anno è sulla soglia della scissione (cosa sgradita agli elettori meno politicizzati e meno schierati). Se a tutto questo aggiungete alla fine la figuraccia delle liste, vi rendete conto che la gente può anche pensare di fare tutto un conto. Anche la gente più mite può sopportare molto, ma proprio tutto no.
E questo potrebbe anche chiudersi con un 9 a 4: alla destra solo Veneto, Lombardia, Campania e Calabria che, pur segnando la conquista di queste due ultime regioni, sarebbe una sconfitta scottante per il Pdl che, solo 2 anni fa, guidava una coalizione che dava 10 punti di stacco a quella di centro-sinistra.
Se questi ragionamenti dovessero trovare una conferma il 28 marzo, è facile prevedere il seguito: inizierebbe la fiera delle recriminazioni sulla responsabilità della sconfitta, una guerra di tutti contro tutti. Avevamo scritto su queste pagine che Fini non avrebbe fatto la scissione prima delle regionali, per la stessa ragione diciamo ora che una sconfitta alle regionali potrebbe essere la spinta finale al grande passo. Ma anche gli ex An non finiani (Larussa, Gasparri, in parte lo stesso Alemanno) si troverebbero a mal partito: già la divisione delle cariche 70 agli ex Fi e 30 agli ex An, gli andava stretta. Con l’uscita di Fini gli appetiti degli ex forzitalioti reclamerebbero di dimezzare la quota aennina. E già adesso si legge (“Corriere della Sera” pagine milanesi del 16 marzo 2010) di risse a suon di schiaffoni (fisici) fra le due componenti, figurarsi dopo.
Anche gli ex Fi si dilanierebbero fra ex socialisti, tremontiani filo leghisti, ciellini, ex Dc, “sudisti”, pretoriani di palazzo, signori di corte, nani, ballerine, odalische e baiadere. Al punto che lo stesso Berlusconi sembra tentato già da adesso dall’idea di piantare baracca e burattini e fare un nuovo partito ancora più “suo”.
Facile dedurre che questo segnerebbe la crisi di governo in un paio di settimane dopo Pasqua, e non è detto che a succedere a Silvio debba essere Berlusconi. Potrebbe anche esserci un governo di tregua istituzionale guidato da Tremonti o da una personalità esterna come Cordero di Montezemolo o, ancor di più, Draghi. E la cosa sarebbe giustificabilissima: la crisi è tutt’altro che passata e l’Italia è in zona retrocessione subito dopo Portogallo e Spagna, una riedizione del governo Berlusconi potrebbe essere improponibile e nuove elezioni entro giugno impraticabili. Molto meglio un governo tecnico, magari con una maggioranza un po’ diversa, con Berlusconi all’opposizione (e sta a vedere che il 25 aprile non ci porti una seconda Liberazione!)
Poi fra uno o due anni si voterebbe, ma in una situazione molto diversa e con un Cavaliere ormai definitivamente astro spento.
Forse confondo i desideri con le previsioni, ma stiamo a vedere. Per scaramanzia, il pezzo sul perchè Berlusconi vince, non lo scriverò sino al 28 marzo e mi auguro che qualche giorno dopo potrò scrivere sotto il titolo “Perchè Berlusconi vinceva”.
Auguri a tutti.
Aldo Giannuli, 18 marzo ’10
aldo giannuli, elezioni regionali 2010, fini, generazione italia, pdl, sondaggi elettorali 2010, vittoria berlusconi

tobia schweitzer
analisi perfetta della situazione pre-elettorale. complimenti
michele
Ahh, che bello leggerla oggi, una boccata d’ossigeno! Speriamo che la sua analisi sia azzeccata. Se dovesse andare così, stapperò alla sua salute una buona bottiglia di Prosecco, purtroppo da una di quelle regioni (ahimè) che non solo resterà saldamente in mano al centrodestra, ma diventerà sempre più verde (e non in senso ambientalista….). Un sacrificio per il bene della Nazione, diciamo (!).
In bocca al lupo a tutti noi.
davide
non credo che il dopo berlusconi sia una liberazione.Da una parte c’è l’area che il professore LaGrassa chiama Gf e Id,una quinta colonna americana e sionista che ha un certo peso sul pd e sinistrati in generale,ma anche su Fini.
dall’altra?Il solito gattopardismo italico.E comunque nessun governo che avrà il coraggio di fare la scelta giusta,cioè di spostarsi verso prospettive euroasiatiche ed anti atlantiste,questa si una liberazione
marta
La forma riflessiva è sicuramente migliore della risposta immediata. Aldo, sono curiosa di leggere il tuo argomento in merito a quello che hai scritto.
Claudio Cavana
Va bene che non hai la boccia di cristallo, caro Aldo, e sicuramente non sei un aruspico…diciamo però che se la tua analisi sarà corretta ( Buddha, Manitou, Confucio, Allah lo vogliano, visto che Dio è schierato con lo stato vaticano…)sei fin d’ora UFFICIALMENTE invitato ad assaporare un succulento PIATTONE di tortellini a casa nostra. Nell’enclave COMUNISTA di Bologna, ovviamente.
Sinceramente…A PRESTO ( e viviamolo come una Macumba propositiva questo invito, per cui…GRAZIE per la risposta ! )
Forzutino
Caro Aldo,
l’analisi è condivisibile e, spero, anche esatta nella sua parte “divinatoria”.
Essendo uno di quelli che ti aveva espressamente richiesto un parere sui perché del trionfo del berlusconismo resto in trepidante attesa del tuo pezzo in merito all’argomento (anche se ovviamente la mia richiesta basava su curiosità politiche ma soprattutto sociologiche), nella speranza di poter parlare presto “al passato” di tutto ciò.
Come ho però letto in un intelligente post precedente, il berlusconismo esiste e non morirà con la scomparsa del suo alfiere più noto, purtroppo sopravvivrà. Il problema sta qui. Perché dal c.d. “riflusso” in poi la società italiana ha subito una violenta spinta verso il consumismo; a mio avviso è stata letteralmente presa per mano ed accompagnata (soprattutto dalla TV, ma non solo) sulla triste strada dove ci troviamo oggi, e se nel fasci-populismo dell’attuale Destra esso “sguazza”, la Sinistra non è affatto immunizzata, anzi…
ugo agnoletto
purtroppo berlusconi ha ancora l’appoggio del Vaticano. Ma dico: come mai il papa non ricorda il numero 2226 del catechismo della chiesa cattolica, in cui si recita: Difendere il bene comune della società esige che si ponga l’aggressore in stato di non nuocere?
demian
Per chi ne avesse voglia, qui potete ascoltare alcuni umori di elettori del centro-destra: http://www.youtube.com/watch?v=-vSL-YEd0lA
ahr ahr ahr…
stradivarius
Mamma mia, quanto spero che le tue previsioni si convertano in fatti!
Se posso permettermi, io direi che il motivo per il quale B. vince le elezioni è che “chi lo vota non si rende conto che c’è qualcosa che genera le ombre delle forme proiettate sul fondo della caverna”…