Ma questo Parlamento può fare una nuova legge elettorale o no?

Recentemente ho rilasciato un’intervista a “La Repubblica” (6 gennaio 2014) che, a causa di qualche taglio, può aver ingenerato qualche equivoco che qui mi sembra il caso di dissipare. Il giornalista mi ha chiesto se ritenevo il Parlamento illegittimo e, pertanto, non in grado di occuparsi della riforma elettorale. Come in altre interviste (ad es. data a “La 7” il giorno 7 gennaio) ho precisato che la questione si pone su due piani diversi, che occorre non confondere: quello giuridico e quello politico.

Sul piano giuridico il Parlamento è legittimo perché, per definizione, gli organi dello Stato non ammettono “vacanze”; diversamente dovremmo ritenere illegittimo anche il Presidente Napolitano, eletto da questo Parlamento, il giudice Giuliano Amato, nominato da questo Presidente e, in definitiva la stessa sentenza della Corte perché al voto su di essa ha partecipato Amato che non ne avrebbe avuto titolo.

Sul piano giuridico si può porre qualche dubbio dopo che sia stata depositata la motivazione della sentenza della Corte ed in base a quello che ci sarà scritto, in particolare per quel che riguarda i cento e passa parlamentari attribuiti con il premio di maggioranza  dichiarato illegittimo.

Ma, per ora, da un punto di vista giuridico il parlamento è nella pienezza dei suoi poteri. Diverso è il discorso sul piano politico (e questo è il pezzo saltato che determina gli equivoci di cui dicevo). Dal punto di vista politico è evidente che un Parlamento eletto sulla base di un dispositivo dichiarato incostituzionale dalla Consulta, ha una legittimazione assai ridotta e direi quasi inesistente.

E’ evidente che un Parlamento del genere:

a- non possa durare tutta la legislatura ma debba essere sciolto al più presto per andare a nuove elezioni con una legge conforme al dettato della Corte;

b- non possa occuparsi di una legge così importante e delicata come la legge elettorale, se non nei limiti strettamente necessari a rendere perfetta l’attuale legge elettorale ed andare a votare;

E credo che sia questo il senso in cui Grillo dice illegittimo questo Parlamento, avendo in ciò ragioni da vendere. Su questo conviene essere chiari: la Corte non ha dichiarato incostituzionale l’intera Legge Calderoli (detta Porcellum) ma solo due suoi punti riguardanti il premio di maggioranza ed il voto di preferenza per gli eletti. Pertanto, la legge che residua dall’intervento abrogativo della Corte, è perfetta per quel che riguarda la divisione dei seggi fra partiti e coalizioni perché elimina il premio di maggioranza ma lascia intatto l’impianto proporzionale con le clausole di sbarramento previste.

Invece necessita di un piccolo intervento di un solo comma che ripristini le preferenze, dato che è dichiarato incostituzionale il metodo delle liste bloccate. Dunque, un intervento di scarsissima entità, che potrebbe essere fatto in una settimana.

A proposito delle proposte in campo (modello Spagnolo e Mattarellum) osserviamo che, non solo si tratta di proposte di merito che vanno molto al di là della correzione del Porcellum e presentano aspetti che ripropongono motivi di incostituzionalità, ma che si tratta di operazioni che impedirebbero di votare in primavera. Infatti, tanto il “Mattarellum” quanto il sistema spagnolo richiedono la ridefinizione dei collegi il che, fra disegno della mappa, pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, riorganizzazione degli uffici circoscrizionali e/o di collegio ecc, richiede almeno tre mesi che andrebbero a sommarsi al mese-mese e mezzo necessario per l’approvazione della legge nei due rami del Parlamento. Questo, forse, è sfuggito anche a Renzi che ha fretta di andare a votare ma non si rende conto che in questo modo si impantana tutto.

Né, come sento dire, è possibile riprendere come base su cui lavorare i collegi già esistenti nella vecchia legge Mattarella che, infatti, prevedeva una loro revisione ogni 5 anni, per evitare una cattiva distribuzione dei seggi fra collegi piccolissimi e collegi troppo grandi. In questi 13 anni che ci separano dall’ultima volta che abbiamo votato con il Mattarellum, il Mezzogiorno ha perso 3 milioni di cittadini e le proporzioni si sono fortemente alterate. In ogni caso, resterebbe il problema della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale (15 gg prima dell’entrata in vigore) e della riorganizzazione degli uffici elettorali, per cui, nulla da fare.

L’unica cosa decente che si può fare è aspettare la sentenza della Corte Costituzionale, leggerla per bene, modificare l’attuale Legge Calderoli nel modo indicato dalla Corte ed andare a vitare appena possibile. Poi il prossimo Parlamento provvederà.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (12)

  • riguardo grillo mi limito a notare che l’ambiguità dei suoi discorsi è probabilmente una cosa voluta, dato che in politica i messaggi ambigui fanno più presa su certo elettorato, che si può divertire a colorarlo con le sue interpretazioni (e non potrebbe fare altrimenti, data la natura del messaggio stesso). e nonostante su napolitano grillo abbia detto una volta che l’empeachment non era tecnicamente possibile , mi sembra che in definitiva ci sguazzi sulla mancata chiarezza, in quanto penso che abbia probabilmente notato i vantaggi comportanti dal paventare all’elettorato scenari in cui sentenze dal sapore messianico salvifico riportino l’ordine in questo martoriato paese. ricordo ancora una volta che il termine “vago” significa anche “grazioso”…
    noto infine che il m5s, nonostante grillo ha anche parlato di cannabis qualche anno fa, è stato l’unico partito a non avere preso posizione nei confronti della cannabis. a conti fatti sembra che come democrazia interna siano messi un pò peggio della lega: evidentemente i parlamentari m5s ritengono che le scie chimiche siano argomenti più degni di dibattito parlamentare rispetto a quelli relativi alle cd. droghe leggere. ma, a parte questo, non capisco come mai grillo non abbia sfruttato la questione nemmeno in toni negativi. insomma si era capito il fatto che grillo non abbia intenzione di fare votare ai suoi nemmeno provvedimenti positivi per paura di avvantaggiare il governo e sbattendosi ampiamente delle condizioni di vita dei governati. ma trovo meno difficilmente spiegabile il fatto che il m5s non si sia espresso del tutto, neanche fosse solo per parlar male degli altri partiti (cosa che l’argomento avrebbe tralatro permesso abbondantemente) purtroppo l’unica spiegazione che mi dò della cosa è legata alla volontà di contestualizzare il m5s come un partito di estrema destra. in tal caso l’appoggio alla legge fini-giovanardi ci sta tutto. spero di essere smentito, ovviamente, ma allo stato attuale la direzione mi sembra questa…

  • Ma lei è d’accordo con l’abolizione del bicameralismo?

    A me pare una sciocchezza. Da operatore del diritto non posso che indignarmi per la bulimia legislativa degli ultimi decenni. Peraltro causa e/o conseguenza di una pssima qualità delle norme sia sul piano sistematico (che non di rado richiede degli sforzi interpretativi per coordinare norme, contenute in fonti diverse, che disciplinano lo stesso oggetto in maniera contraddittoria, che definire funambolico è un eufemismo) sia sul piano semantico (non di rado ci si imbatte, sopratutto nelle norme di definizione, in tautologie o richiami ad altre norme che in pratica creano una sorta di circolarità, senza definire un bel niente).

    E poi, a conferma di quanto detto sopra, si osservi che ormai in quasi tutti gli atti approvati sono presenti disposizioni correttive di precedenti disposizioni mal formulate (magari disposizioni che nel correggere una precedente disposizione andavano a determinare altri aspetti di incoerenza della disciplina: siamo a questi livelli, non scherzo!)

    Mi pare che questa ideologia del “fare in fretta” perché i “mercati” o l’ “Europa” ce lo chiedono e perché c’è la globalizzazione non abbia fatto un gran bene alla qualità e la certezza del diritto.
    Meglio mantenere (almeno) una doppia lettura. Legiferare meno e meglio sarebbe auspicabile

  • Tutto vero, tutto corretto se il problema dell’Italia fosse quello di avere un parlamento legittimo. Purtroppo però, la legittimità dei parlamentari, non è in cima alla lista dei problemi che affannano le persone normali e non per ignoranza o ignavia ma perché la realtà ha messo altre questioni all’ordine del giorno. All’ordine del giorno ci sono dei problemi concreti molto concreti. I problemi concreti li può risolvere solo un governo che governi veramente.
    Dopo il voto a maggio con un proporzionale, quale governo avrebbe l’Italia visto che il risultato non sarebbe moto diverso da quello sperimentato a febbraio 2013?
    Di un governo che governi e che dia soluzione a problemi urgenti e concretissimi M5s se ne frega alla grande. Si accontenta di svolgere il ruolo di “partito antisitema” un tempo riservato alla sinistra sedicente radicale, un ruolo che effettivamente copre una domanda politica presente. Il copione recitato da Grillo e da M5s, questi comportamenti da “arditi del popolo”, si collocano in un orizzonte culturale ambiguo e contraddittorio e quindi in ultima istanza protofascista. Non si può dimenticare l’esperienza storica di Fiume, l’impresa dannunziana e l’esito che poi ha avuto. Mi perdoni il poeta ma Grillo è un D’Annunzio del 2014 e gioca al tanto peggio tanto meglio.
    A chi interessa avere un governo in ostaggio, un governo che governa poco e male? C’è chi la debolezza della politica la coltiva accuratamente ed è chi dalla debolezza della politica ci guadagna.

    P.S. Ma poi alla fine, e veramente possibile governare l’Italia? Forse no. La vicenda della legge di stabilità e degli insegnanti ha poi messo in evidenza un problema assai poco trattato e direi misconosciuto se non occultato: i dipendenti della pubblica amministrazione hanno esibito una competenza e una qualità tecnica modesta se non mediocre. Chi di fatto ha scritto la legge di stabilità sa scrivere una legge di stabilità? Propongo di esternalizzare la scrittura della legge di stabilità. Evidentemente il sistema clientelare del berlusconismo ha avuto effetti devastanti anche sulla competenza e sulla qualità degli uomini che formano la pubblica amministrazione. Tra politica come responsabilità di indirizzo e competenza giuridico amministrativa c’è un conflitto di interessi che si risolve sempre a favore dei burocrati.

    • seisicuro che la questioone sia così secondaria? In fondo, con questo criterio anche un colpo di stato potrebbe essere giustificato con le “altre quesyoni all’ordine del giorno. O no?! In democrazia le questiomni di forma sono questioni di sostanza.

  • Frequento da pochissimo il suo blog signor Giannuli. Lo so che essendo lei un accademico le spetta il titolo di Professore, ma un blog mi sembra una specie di agorà e allora mi piace, senza mancare di rispetto, ridurre un po’ le distanze.
    I commenti dei signori che hanno risposto qui sopra, hanno il taglio tipico dell’eloquio avvocatesco. Se così fosse non accetto le loro velenosissime critiche al M5S, per due ordini di motivi:
    – L’argomento in oggetto è la legittimità del Parlamento eletto con una legge elettorale su cui grava una sentenza di incostituzionalità. La governabilità è altro argomento, ma si finisce subito col parlare di questo per rovesciare accuse sul Movimento.
    – L’articolo è molto chiaro e il parere espresso dal signor Giannuli è tecnico, quindi, se commenti e rilievi vanno fatti, è su questo piano che vanno concepiti.
    Piccola considerazione finale:criticare i dipendenti della pubblica amministrazione dopo che per decenni li si è “istruiti”, è come sparare sulla Croce Rossa. Se a farlo poi sono esponenti delle seguenti caste: avvocati notai medici farmacisti, che in cambio di privilegi non poco hanno contribuito al degrado morale e civile della nazione, allora siamo forse alla malafede.

    • <Paolo federico: tranquillo nonci tengo affatto al titolo di prof.
      lasciando da parte la governabilità che non c’entra nulla, il problema è stabilire se questo parlamento è legittomato ad operare o no. Sul piano giuridico: sicuramente si sino al deposito della sentenza della Crte costituzionale nella quale vedremo se c’è qualcosa che implichi la rdistribuzione dei seggi o no, dopo si vedrà. Personalmente penso che non essendo stati convalidati dalla apposita commissione e sulla base del precedenteBerlusconi, sia molto dubbio che i parlamentari eletti con il rpemio di maggioranza possano essere confermati.
      Sul piano politico: certamente no perchè un Parlamento su cui grava una sentenza di questo tipo non ha i titoli morali per occuparsi proprio della legge morale per l’evidernte conflitto di interesse che ne sorge. O se vigliamo: “per la contraddizion che nol consente”.

  • È vero che le questioni di democrazia sono questioni di sostanza.
    È vero che dal principio dell’emergenza, come ci ha insegnato Carl Schmitt, passano tutti i percorsi che portano a una svalorizzazione della sovranità popolare, con una gamma che va da una sovranità più o meno paludata trasferita all’esecutivo (decretazione d’urgenza) fino alla dittatura fascista.
    È vero che questo Parlamento ha una legittimità molto scarsa. La questione da legulei che riguarda la sentenza della Corte è forse il male minore anche se ha un peso giuridico enorme. Il male più grave è un connubio governativo contro natura che paralizza la possibilità di fare vere riforme e favorisce il potere delle lobby (la vicenda del gioco d’azzardo è stata a dir poco ributtante).
    Detto questo però auspico che un punto di vista sulla riforma elettorale esposto da un analista valuti scenari a breve, medio e lungo termine e nonsi occupi solo di questioni di principio.
    Fra legge elettorale e governabilità di un paese esite un nesso essenziale. Per valutare un sitema bisogna avere dei parametri e questi sono la rappresentatività e la responsabilità. I due parametri sono potenzialmente in conflitto tra loro, occorre trovare un punto di equilibro. Tra massimizzaione della responsabilità (maggioritario uninominale) e massimizzazione della rappresentatività (proporzionale puro) occorre trovare delle vie di mezzo. E non c’è dubbio che il problema tecnico-politico dell’Italia oggi è un problema di responsabilità di governo e perciò il nesso sitema elttorale-governo è il più importante.
    Riguardo alla velenosità delle critiche a M5s non è il caso né il luogo per avvitarsi su questo tema. Rimando solo alla lettura di un agile libretto. L’autore è uno psicanalista lacaniano. Massimo Recalcati, “Patria senza padri. Psicopatologia della politica italiana.” Minimum fax.

  • @davide arboit
    massimizzazione della responsabilità con il maggioritario? ma dove l’hai visto ‘sto film? uno dei motivi per cui la consulta ha bocciato sta porcheria è che questi premi di maggioranza hanno permesso regolarmente il formarsi di maggioranze non presenti al momento del voto e che non sarebbero proponibili del tutto prima del voto, senza nessuna responsabilità da parte dei parlamentari, che sfuggono sistematicamente al controllo del partito. ad esempio i 101 traditori del pd, nonostante cada su di loro la presenza di un governo diverso da quello che han proposto per cercare voti, probabilmente non risponderanno di nulla a nessuno, perchè il partito è grande ed è bello stare tutti insieme, anche se c’è qualche criminale in mezzo. e li vorrei vedere a questi 101 con un sistema proporzionale, in cui non c’è bisogno di partiti contenitori pletorici e in cui quindi sarebbero costretti a fare un partito “loro” e cercare i voti agli elettori pd vantandosi di avere pugnalato alle spalle prodi…

  • Scusa se te lo dico Aldo, ma secondo me la fai troppo difficile. Ho letto il tuo articolo sul blog Di Beppe Grillo e ti assicuro che se io che tendo sempre ad approfondire, con fatica sono arrivato a metà, dubito fortemente che in troppi ne abbiano letto almeno un quarto…
    Cosa ci sarebbe di male in un “semplice” doppio turno alla francese? Ero a Parigi durante le elezioni di Hollande, e ho accompagnato alcuni miei amici alle urne in ambedue le tornate. Poi ho seguito tutti i risvolti della situazione, non potendo non notare l’assoluta perfezione di quel sistema. Tutti gli indecisi, muovono automaticamente le chiappe e si dirigono alle urne, se il risultato non è chiaro o se si sta rischiando di consegnare il proprio paese a degli incapaci, e se nelle ultime elezioni avessimo avuto tale sistema elettorale, a quest’ora il M5S starebbe di sicuro al governo con almeno il 70% dei voti totali.

  • in questi 20 anni, con la scusa che solocon il70% si può “cambiare l’italia”, i partiti sono stati completamente deresponsabilizati dal fare qualcosa, dato che mediare, mettersi d’accordo, mettere in atto i programmi per cui si è stati votati sono divetati non solo comportamenti opzionali, ma anche comportamenti sconvenienti rispetto alla via principe: il raggiungimento di una maggioranza che agisce come una delega in bianco tesa a garantire la gestione del potere. il fattoche con un proporzionale non avremmo mai avuto berlusconi è diventato un particolare per gli italiani: solo non sorprendetevi se il nano resuscita un’altra volta….

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