
Vigilanza Rai e segretario generale del Comune di Roma.
Come si sa Bianca Berlinguer, unica conduttrice di Tg che dava un po’ di spazio al No, è stata brutalmente sbalzata di sella e sostituita da un renziano che più renziano non si può. Intendiamoci: nessuno è inamovibile, per cui la Berlinguer è una bravissima giornalista, ha lavorato bene facendo il migliore dei tre Tg, ma, dopo 7 anni, può benissimo essere sostituita, per cui nulla questio sulla cosa in sé. Però, se questo lo si fa alla vigilia di un referendum di questa importanza e per metterci un fedelissimo di Renzi, la cosa fa pensare a male. Perché non si sono aspettati tre mesi per il cambio? Quale era l’urgenza se non proprio quella di garantire il coro monocolore dei Tg?
E dunque, diciamo le cose come stanno, questa è l’ennesima porcheria di questo ignobile governo. Lo hanno capito persino i due membri della commissione di vigilanza Rai della sinistra Pd che si sono dimessi per protesta.
Tanto più mi stupisce l’inerzia del Presidente della Commissione Fico che, per quel che se ne sa, non ha mosso paglia. Forse mi sbaglio e gradirei essere smentito da qualcosa che mi dica cosa è stato fatto da parte del Presidente.
Insomma se a garantire i diritti dell’opposizione non è il Presidente della commissione di vigilanza, che per di più è un deputato di opposizione, chi mai dovrebbe farlo?
Ripeto, spero in una smentita, ma intanto devo dire che questa cosa non mi è affatto piaciuta: se il Presidente non può fare nulla perché la maggioranza non glielo permette (ma vorrei fare i conti per vedere chi ha la maggioranza in commissione) può fare dignitosamente una cosa: dimettersi denunciando pubblicamente lo strapotere della maggioranza.
E due parole vorrei dirle per concludere la polemica sul segretario generale scelto dalla Raggi, la dott. Raineri. La polemica, al solito ispirata dagli scherani del Pd, si è incentrata sulla questione del compenso che è del tutto irrilevante e mal centrata, perché, di fatto, la dottoressa Raineri non fa che prendere lo stipendio che prendeva prima come magistrato (che poi gli stipendi dei magistrati siano eccessivi è vero, ma è altra questione).
Il punto vero è un altro: sino alla fine degli anni novanta, queste figure manageriali esterne all’amministrazione non esistevano. Le premesse per il cambio vennero poste con la cd “riforma Bassanini” (Leggi 5 marzo 1997 n 59,15 maggio 1997 n 127, 16 giugno 1998 n 191 e 8 marzo 1999 n 50). Scopo di questa legislazione (che sostituiva l’impianto quasi secolare della “legge Giolitti” 25 giugno 1908 n 290) era lo snellimento della funzione pubblica, la garanzia piena della sua imparzialità, la sua autonomia dall’autorità politica che conservava solo poteri di direzione ma non era più sovraordinata gerarchicamente ad essa, lo svecchiamento della nostra burocrazia da portare al livello del più moderno management.
La legge avrebbe voluto introdurre nella nostra amministrazione il principio americano dello spoyl sistem, quantomeno nei gradi più alti, e man mano finì per imporsi in una serie di livelli come, appunto quello dei comuni. A distanza di quasi 20 anni, direi che non è stato raggiunto nemmeno l’1% dei risultati promessi, in compenso è uscito un fiume di soldi dalle casse dei comuni per pagare questi pretesi consulenti che, altro non erano che galoppini dei partiti. D’altra parte, quando mai lo spoil system ha garantito la neutralità dell’amministrazione? Semmai la logica è esattamente quella opposta. Dunque, la colpa di questi super stipendi è storicamente di Bassanini, cioè, tanto per cambiare, del Pd.
Se una critica mi sento di fare alla Raggi ed al M5s non è la scelta di pagare uno stipendio così alto alla Raineri (questo era inevitabile) ma di essersi arresi alla logica spartitoria della Bassanini. E’ vero che quella legge e le successive, permettono di fare queste nomine, ma, che io sappia, non impongono di procedere in questo modo. Per cui, io farei un regolare concorso interno all’amministrazione di competenza, scegliendo dentro l’organico e magari con una ragionevole integrazione dello stipendio precedente. Ma così ci priveremmo delle favolose competenze di questi grandi manager? Ma fatemi il piacere!
Che facciamo, anche il M5s accetta lo spoil system? Non mi sembra decente.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, bassanini, incarichi dati da virginia raggi, luca mazzà direttore Tg3, m5s, raineri, roberto fico, sostituzione bianca berlinguer, spoil sistem, stipendi m5s

Roberto B.
Purtroppo, ultimamente stiamo assistendo a parecchi segnali sconcertanti (e allarmanti). Forse c’è anche qui la scusa dell’inesperienza e ingenuità, però ….
Mi auguro solo che tu non debba diventare un grillo parlante e finire allo stesso modo (in senso metaforico, ovviamente).
Allora ditelo
“spoils system” tradotto “sistema del bottino”: dubito che i media abbiano spiegato le riforme in questi termini. Giacché in questi tempi si è sentito parlare anche di “esimente politica” mi è venuto il dubbio su quanto il “sistema” possa essere suscettibile a corto circuiti tra i due aspetti.
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L’impressione è che la normativa eufemisticamente invocata come “par condicio” non consenta una tutela efficace e sia primariamente intesa per coadiuvare la “filosofia” del porcellum.
Se non erro gli esposti possono essere “rimediati” con integrazioni ai palinsesti (magari nelle fasce più influenti) o mere sanzioni pecuniarie.
Raccomandazione al rispetto dei principi a tutela del pluralismo in vista dello svolgimento del referendum sulla riforma costituzionale (07 luglio 2016)
Tempi di parola sul Referendum Costituzionale nei Tg e negli Extra-Tg dei gruppi: Rai, Mediaset, Cairo, Sky Italian Holdings (01 agosto 2016)
https://www.agcom.it/documents/10179/5139876/Dati+monitoraggio+15-07-2016+1470066868257/cf6de3c1-8768-42b9-b442-1d432eb0edd6?version=1.0
Gli ostacoli alla possibilità di elaborare i dati che determinati formati pongono costituiscono altro tema: http://opendefinition.org/od/2.0/it/
Quello che fa http://www.opentg.it/ è qualcosa che la normativa considera assolto da pdf tabulari ma non sembra sia aggiornato per includere anche il referendum.
PS: Chi rappresenta il No? Le tesi per il no di qualche deputato PD che non abbia votato contro in parlamento possono sostituirsi a quelle espresse da costituzionalisti del comitato del No?
Allora ditelo
NB: Per il pluralismo politico il “tempo parola” è considerato con maggiore attenzione in quanto rappresenta “libertà di espressione” direttamente concessa al politico (concessa generalmente come dato aggregato per legge, e come dato non aggregato grazie all’elemosina sporadica di qualche editore: ad esempio solo nei due mesi precedenti qualche elezione primaria).
Il “tempo di notizia” è invece il tempo concesso su un tema o un soggetto politico.
“Tempo notizia” potrebbe essere solo sul referendum in generale oppure sulle ragioni del si o sulle ragioni del no (nel qual caso si potrebbero anche riassumere bene le migliori ragioni del No e bene le peggiori ragioni del Si, o viceversa)
PS: Qualche curiosità sul documento preliminare visionato da Fico può essere soddisfatta solo con la visione di tale documento. Sarebbe interessante valutare fino a che punto possa influire sulla percezione un cambiamento di metodologia, non credete?
Allora ditelo
Nel valutare le distorsioni del pluralismo occorrerebbe tenere presente che non tutti i canali facciano gli stessi ascolti.
Approssimativamente TG1 e TG5 fanno circa il 44% degli ascolti (dati 2015)
http://www.tvblog.it/post/1164557/focus-ascolti-dei-telegiornali-vince-il-tg1-in-crescita-rispetto-allo-scorso-anno
L’impressione è che la normativa (ben più che compatibile col bipolarismo) non sia delle migliori e consenta solo un minimo di dati gratuitamente e persino in un formato che non agevola le analisi e la consapevolezza della “opinione pubblica”
Tra ciò che non è disponibile, l’accessibilità di dati sulle presenze di vari personaggi politici che potrebbe migliorare la natura delle risposte auto-celebrative sulla professionalità e l’autonomia editoriale.
Dare più risalto ad un soggetto interno ad uno schieramento politico potrebbe essere fatto anche inconsapevolmente -per carità- ma ha una sua influenza.
Gaz
Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea, assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico.
I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione.
Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.
Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.
§§§§
Cara Corte costituzionale ricordi non a fasi alterne che los sgaloppinos pappantes non sono proprio la stessa cosa delle cateorie deboli da protegere.
Massimo Caronti
Sarà una brava giornalista faziosa…ora ha un nuovo programma può fare ancora meglio il suo lavoro in orario migliore…Quando faceva il programma notturno era la stessa cosa….Gruber 2
Paolo Selmi
Professore buongiorno!
Concordo con Roberto e ringrazio per i dati puntuali dell’intervento successivo. A questo punto spero, ripeto spero, nella sempre maggiore perdita di importanza del mezzo radiotelevisivo nell’informare e orientare i cittadini, perché i dati sono sconvolgenti. L’atteggiamento del M5S è quantomeno ambiguo, discutibile e, in un’ottica puramente opportunistica, anche poco furbo: perché come giustamente Lei notava, pecca di coerenza non in un paese sperduto di cui nessuno parla, ma a Roma (sia per la Commissione che per la municipalità), dove tutti i riflettori sono puntati su (e contro) di loro. Ognuno poi tragga le sue conclusioni, resta però il fatto che questa non è una logica alternativa all’esistente modo di far politica e che, forse forse, mentre uno va in lambretta per le spiagge a far propaganda per il NO, un altro – preposto alla vigilanza – non va oltre al biascicare qualcosa a pochi mesi dal voto.
Un’altra cosa però non mi torna: la sera dopo il terremoto, avevo appena finito di scrivere quell’intervento in cui citavo i dati dell’INGV, accendo la tv, e trovo Bruno Vespa che cita gli stessi dati, mostra le stesse cartine che inchiodano costruttori e politici alle loro responsabilità e con lo stesso tono di denuncia e accusa: atteggiamento che non aveva avuto, per esempio, non solo nei casi di Concordia e Motta di Cavezzo, ma anche il giorno prima dove il tono del cartellone era decisamente più fatalistico e apocalittico. Dopo il primo attimo di smarrimento, l’unica spiegazione, anzi più che altro l’unica domanda che mi sono posto è la seguente: al netto di un’improbabile conversione di Vespa, non è che parallelamente al tentativo renziano di imbavagliare la RAI abbiamo un altro tentativo, sottocoperta ma non troppo, che va nel senso opposto? Magari già fiutando (o puntando su) la sconfitta referendaria? Tian xia da luan (天下大乱), Grande è il disordine Sotto il cielo (e ultimamente anche nella mia testa quando cerco di trovare un senso alle vicende politiche italiane). Un caro saluto.
Paolo
Allora ditelo
«Pur in calo, la televisione è in assoluto il mezzo di informazione predominante: la utilizza il 91,8% di chi si informa di politica (93,5% nel 2009). Seguono i quotidiani (in forte flessione, dal 49,9% al 42,3%), la radio (32,9%), le riviste settimanali (10,5% dall’11,3% del 2009) e quelle non settimanali (3,6%); ci si informa anche tramite le discussioni e il confronto con amici (in crescita, dal 24,9% al 30,3%), parenti (dal 18,8 al 24,5%), colleghi di lavoro (15,4%) e conoscenti (dal 10,4% al 14,1%); mentre solo il 2,3% ricorre a organizzazioni politiche o sindacali.»
http://www.istat.it/it/archivio/136808
Internet consente più flessibilità (accesso a documenti che le testate online preferiscono “riassumere” senza agevolarne la reperibilità) ma quello che si può in più facendo “lavoro” giornalistico richiede tempo ed impegno che può essere l’eccezione e non la regola.
Alla fine in democrazia conta quanto sia diffusa una data informazione e non che sia teoricamente possible trovare l’ago nel pagliaio.
Perché non dare anche le informazioni sul “tempo notizia” riguardo le ragioni del si e del no al referendum e limitarsi al solo tempo di parola (di soggetti “scelti” dalle redazioni tra tutti quelli disponibili)?
Perché la normativa consente tale andazzo così come le precisazioni di Fico del 2 agosto si devono leggere sul suo blog?
Brugial
Sì, la colpa è del PD (come se tutti gli altri partiti non avessero preso parte alla cottura ed alla spartizione della torta!)
Il fatto singolare della vicende è vedere come il M5S, che trae la sua ragion d’essere unicamente dalle asserite condanne e sbandierate promesse di abolizione di queste prassi, si sia invece comodamente seduto a tavola per ritagliarsi la sua fetta.
Ancor più sconvolgente il fatto che si reputi normale collegare l’attribuzione di uno stipendio alla persona e non già alle mansioni che questa effettivamente svolge, come dire: tu oggi sei professore universitario e percepisci uno stipendio di 6 mila euro mensili, domani ti nomino supervisore-capo-bidello di mia fiducia (carica indispensabile (?) dello spoil system perchè mi permette di controllare chi entra ed esce dalla università) e continui a percepire i 6 mila euro siccome tanto prendevi.
Questi sono i presupposti logici di chi vorrebbe “aggiustare” l’Italia.
Salute!
David arboit
Ha fatto bene Raggi. Entrando al governo dei Comuni a volte si sente la necessità di essere affiancati da persone esterne all’ente e di fiducia perché può capitare che la burocrazia comunale sia un covo di vipere. Forse il Comune di Roma non lo è o forse lo è…
Aldo S. Giannuli
ma la Muraro è proprio esterna a quel nido? Io spesso me lo chiedo
GherardoMaffei
La Berlinguer se non era figlia di cotanto padre, sarebbe mai assurta ai vertici della televisione e responsabile di un telegiornale? Sarebbe mai convogliata a giuste nozze con un senatore? Nessuno nemmeno lei prof.Giannuli, ha preso in esame simili domande. Si può parlare di nepotismo o di meritocrazia? Rammento il giudizio tagliente di un comunista vero come Giancarlo Pajetta, il quale a proposito di Enrico disse che fu cooptato direttamente in direzione del PCI. Forse ha beneficiato anche lui dei meriti antifascisti di su padre Mario, noto giustizialista epuratore e massone, il cui nome viene ricollegato alla sentenza di morte eseguita nei confronti del Questore d Roma Pietro Carsuo e del feroce linciaggio del direttore del carcere romano Donato Carretta. “Qualis pater, talis filius.”
Aldo S. Giannuli
1 certamente non ignoro l”omportanza di chiamarsi Berlinguer”, ma deve convenire con me che, Bianca ha dimostrato poi di essere un’ottima giornalista
2 Il nonno della Boschi fece benissimo a chiedere la condanna a morte per Caruso: in guerra i traditori si fucilano, soprattutto quando collaborano con il nemico nella scelta degli ostaggi da uccidere. Non lo sapeva?
GherardoMaffei
Il Questore Caruso traditore? Falso proveniva dalla Milizia di Trieste, prese parte alla spedizione di Fiume con D’annunzio,poi alla Marcia su Roma.Fece il proprio dovere, fornendo la lista degli ostaggi da giustiziare,dopo la prima e vera “strage di stato” quella di via Rasella; che vide la morte di decine e decine di poliziotti sud tirolesi e di ignari passanti, con un attentato dinamitardo. Male fece il nonno di Bianca Berlinguer (non Boschi) a chiederne ed ottenerne la fucilazione, filmata dal noto regista Luchino Visconti e reperibile su you tube.Traditori furono tutti coloro che accolsero i gangsters americani invasori, con la complicità della mafia siculo-statunitense, come “liberatori e che tuttora occupano con centinaia di basi militari, alcune con armi nucleari, questo disgraziato paese. Pietro Caruso non fu mai un traditore, ma un fascista onesto e coerente alle sue idee.Il suo è un goffo e maldestro tentativo di ribaltare la realtà storica.
Aldo S. Giannuli
Lei dimentica che l’Irtalia era dall’altra parte della barricata e che la cosiddetta Repubblica Sociale non aveva alcuna legittimità ma era solo un regime collaborazionista del nemico occupante
Pippo Di Sabato
D’annunzio?…bella roba…sopravvalutatissimo individuo.
Roberto B.
Ogni giorno ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.
Oggi il Corriere riporta la reazione di Sala alla possibilità di fare i Giochi a Milano: appena Malagò l’ha interpellato al riguardo, subito è corso ai ripari con dichiarazioni identiche a quelle della Raggi (che speriamo che tenga il punto).
“Togliamo il tema dal tavolo e affrontiamo questioni più importanti per i milanesi e gli italiani”, dice Sala: ma quando le stesse cose le diceva la Raggi, apriti cielo! I soliti M5S che dicono di no a tutto!