M5s, Podemos, Alternative fur Deutschland, Front Nazional, Trump: ma che sta succedendo?

Quando mi capita di parlare del M5s spesso constato un atteggiamento pregiudizialmente ostile che il più delle volte trapela da una malcelata speranza che il fenomeno duri poco, in modo da tornare al più presto alla “normalità”.
Non pensate che si tratti solo del piddino che spera nella morte del M5s in modo da restare senza sfidanti, o del leghista che spera di recuperare una parte dei voti persi all’epoca del Trota, ma anche del militante della sinistra (quella vera) che, del tutto irragionevolmente, pensa che il collasso dei 5 stelle gli spianerebbe praterie infinite. E la crisi romana (dove, innegabilmente, i 5 stesse stanno facendo gli straordinari quanto a fesserie) ha rilanciato questi umori: la Repubblica si spinge a parlare di “Caporetto” dei 5 stelle, ma forse dimenticando che dopo Caporetto venne Vittorio Veneto; Il Foglio dice che è inutile mettere mano alla legge elettorale per evitare la vittoria grillina, perché ci stanno pensando da soli a farsi fuori i grillini, con le contorsioni romane. Insomma “O Roma o Morte”, se il M5s fallisce a Roma è finito.

Il bello è che a questa balla hanno abboccato i 5 stelle che sono entrati nello psicodramma del crollo imminente se a Roma va male. Capiamoci: è ovvio che se a Roma facessero fiasco  (e vi confesso che non sono affatto ottimista, anche se spero il contrario) sarebbe una sconfitta politica di prima grandezza con prezzi politici pesanti, ma di qui al crollo totale ne corre. Diciamo che, probabilmente, sarebbe compromessa seriamente la vittoria alle politiche ma, se proprio debbo dirla tutta, io non sono convintissimo del fatto che il M5s possa andare al governo nelle prossime elezioni. Di fatto il M5s ce la fa se resta questa legge elettorale, ma sono pronto a scommettere che la rifaranno. Magari ne faranno una che stabilisce che i voti al Pd vanno contati due volte, o faranno la lista “tutti contro uno”, modificheranno la legge sui partiti in modo da escludere il M5s dalle elezioni o chissà che altro, ma che aspettino con le mani in mano di essere ruzzolati dalle loro poltrone non è cosa che si possa credere seriamente.

Tornando al ragionamento principale, perché non credo che il M5s sia un fenomeno transitorio o, addirittura, stia già crollando? Il punto è che non si tratta di un fenomeno italiano, ma di qualcosa che investe tutto l’Occidente o, quantomeno, Europa ed Usa. Il punto è che è in questione la legittimazione  dei sistemi di potere consolidati. Negli anni trenta in Usa ed Inghilterra e nel resto d’Europa dopo la fine della guerra, si affermò un modello di democrazia sociale, fondato sul compromesso socialdemocratico fra capitalismo ed organizzazioni del movimento operaio: pace sociale contro redistribuzione della ricchezza e stato assistenziale. Questo ordine è andato in frantumi man mano che è avanzata la controrivoluzione neo-liberista per affermare un nuovo ordinamento basato sul comando della finanza, la delocalizzazione industriale, la precarizzazione di massa, la distruzione del ceto medio, una concentrazione della ricchezza senza precedenti e una globalizzazione pensata in funzione del monopolarismo imperiale americano. Questo nuovo ordine ha celebrato il suo trionfo fra il 1989 ed il 1993, ma già 15 anni dopo è entrato in una crisi strutturale dalla quale non riesce a venir fuori.

Dopo otto anni di una crisi che ha distrutto risparmi, posti di lavoro, garanzie sociali, falcidiando salari e stipendi, si sta manifestando (per la verità già da tre-quattro anni) la rivolta delle classi subalterne e dei ceti medi che ritirano la delega ai partiti tradizionali di sistema (liberali, socialdemocratici, cattolici, conservatori ecc.) aggregandosi in nuove formazioni abbastanza improvvisate.

Come ho già scritto, l’impatto con l’arrivo delle ondate di migranti, ha provocato uno spostamento a destra della protesta tanto nell’Europa del Nord quanto negli Usa (dove stiamo rischiando l’elezione di Trump!), mentre nell’area mediterranea si manifestano movimenti più di sinistra.

Questo è un fenomeno strutturale che non torna indietro: le masse che si stanno spostando possono passare da una formazione antisistema ad un altro movimento simile o forse passare all’astensione, ma, in gran parte, non pensano affatto di rifluire nella gabbia del sistema dalla quale sono uscite. E questo vale anche per il M5s.

Sbaglia chi pensa che i suoi elettori stiano soffrendo chissà quale delusione: larga parte dei suoi elettori sa che il movimento non ha una classe dirigente e probabilmente farà una quantità di sciocchezze, ma accetta comunque di pagarne il prezzo pur di portare il sistema al crollo.

Ovviamente si mescolano umori contrastanti: in primo luogo la rivolta contro la casta (che è stupido ridurre solo ad antipolitica) e contro l’inaccettabile pressione fiscale. Poi c’è di tutto: da quelli che temono gli immigrati al sindacalismo radicale, da vegani e non violenti a frange fascistoidi, da pezzi di sinistra comunista a cattolici impegnati nel volontariato. Tutto ed il contrario di tutto. E questo magma attraverserà molte trasformazioni, diventerà cose diverse, ma non sparirà nel nulla, si rassegnino quelli che sognano l’ “heri dicebamus”: il buon tempo antico è finito.

Questo non vuol, dire che il M5s ha un futuro blindato, anzi, rischia seriamente l’osso del collo se continua a fare sciocchezze, ma rischierà seriamente solo quando emergerà un movimento antisistema concorrente che riesca a risultare più convincente ma, tanto sul fianco di destra quanto su quello di sinistra, per ora, non c’è nessun segno che lasci presagire una sfida del genere in tempi politicamente prevedibile.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (73)

  • Che il cattivo tempo antico sia finito e il gioco cominci a indurirsi sono d’accordo. Sta nella crisi conclamata, in quella reale (assai più profonda di quella conclamata) e nella totale incapacità / disinteresse delle classi dirigenti – ridottesi a mere appendici dei poteri forti – a offrire risposte appena credibili.

    Per quanto riguarda il M5S, rischierà seri(ssima)amente non appena si troverà costretto a prendere posizioni definite, cioè man mano che assumerà posizioni di governo. L’attuale circo romano ne è un vago assaggio.

    Per il resto la situazione va facendosi esplosiva, soprattutto per la crescente pressione esercitata dall’invasione migratoria. La gente non ne può più e presto basterà una scintilla. Ci avviamo verso anni in cui può succedere di tutto, compresa la possibilità che i dominanti decidano di mettere da parte la democrazia come strumento di autolegittimazione.

    • Tenerone Dolcissimo

      può succedere di tutto, compresa la possibilità che i dominanti decidano di mettere da parte la democrazia come strumento di autolegittimazione.

      Se è per questo ti avverto che siamo già a buon punto e fra gli applausi der popolo de sinistra

  • “Meno male che Silvio c’è” è stato lungamente irriso ma si è detto anche che capisse l’elettorato di riferimento per via dell’apoteosi di comensi innanzi ad una travagliata biografia.

    Le praterie ci sono già ma il M5S (come altri) sembra già sazio. Ogni tanto ne molla qualcuna ma la si interpreta come segno di buona digestione.

    Per un paese in cui è che quasi metà dell’elettorato non abbia verosimilmente aspettative alcuna verso i delegati alla ribalta delle cronache potrebbe anche desumersi che il rimanente abbia pochi pregiudizi.

    C’è da chiedersi se debba essere considerato un bene l’eventualità che persino i delegati stessi possano mostrare non meno dissimili aspettative fatta salva che la democrazia sia concretamente incarnata dall’elettorato al completo ma si mostri tramite gli “eletti” sulla base di filtri elettorali astrusi che “semplicemente funzionano”.

    Deve essere vero: la satira è sacra ed iI solo fatto che la si accetti senza censure misura l’efficacia della democrazia. 😛

    Nella narrazione fittizia di un politico di sinistra c’è un piccolo spazio ache per invitare a riconoscere percepire un disagio sia cosa diversa dal guardarsi dagli errori:

    http://www.oilproject.org/lezione/riassunto-fontamara-ignazio-silone-trama-personaggi-analisi-13088.html

    Non che i fontamaresi non cercassero di prendere il controllo del loro destino e certamente non poterono che imparare a convivere con i propri errori senza necessariamente avere l’occasione di perseverare sempre negli stessi.

    «L’empowerment sociale o di comunità, secondo la definizione data dal Cornell University Empowerment Group (1989), è “un processo intenzionale, continuo, centrato sulla comunità locale, che comporta rispetto reciproco, riflessione critica, attività di cura (caring) e partecipazione di gruppo, mediante il quale le persone prive di una giusta quota di risorse valide possono raggiungere più facilmente l’accesso a tali risorse e accrescere il loro controllo su di esse.” I processi di empowerment portano allo sviluppo di “comunità competenti” (Iscoe, 1984), contribuendo a creare un diffuso senso di coesione sociale, una sensibilizzazione sulle problematiche rilevanti per la comunità e a proporre obbiettivi di azione comuni (Zani, 2012).»
    https://it.wikipedia.org/wiki/Empowerment

    L’empowerment non è la stessa cosa della “democrazia diretta”.

  • Per me il grande errore del M5S è stato vagheggiare una politica fatta di persone solo ed esclusivamente totalmente pure e totalmente oneste. Non che sia cosa da rifuggire, ma è cosa assai difficile da realizzare. Anche se ci fossero persone così verrebbero stoppate dal vecchio sistema che avrebbe buon gioco a creare sospetti, falsi dossier tali da costringere il giudice a verificare. A questo punto la legge lo abbligherebbe a firmare un avviso di garanzia è la persona onestissima dovrebbe dare le dimissioni. Poi dopo qualche anno verrebbe fuori la sua totale innocenza, ma intanto la volontà popolare sarebbe stata tradita da un eccesso di “onestismo”. Certo dire alla gente che solo gli onesti devono stare in politica prende moltissimo, ma è un argomento che può essere abilmente usato anche contro il M5S. Tutti possiamo essere accusati o sospettati. Io forse ho stretto la mano a dei mafiosi senza saperlo, presi più di 30 anni fa una multa per divieto di sosta….non posso entrare in politica?! Chi può dirsi totalmente puro? Anche per Gesù Cristo trovarono delle accuse….

    • Tenerone Dolcissimo

      Il limite del M5S è questo spirito da boy scout onesto ma disciplinato
      Quando un popolo viene depredato da un’aristocrazia parassitaria e tassatrice non discute e non manda affanculo, ma prende le armi e taglia teste come fecero i francesi e prima ancora gli inglesi con Cromwell
      In particolare la rivoluzione di cromwell fu una grande rivoluzione in cui i ceti produttivi (imprenditori e loro dipendenti) invece di litigare fra loro scannarono le aristocrazie dominanti e tassatrici.
      PS Mi spiace per i tanti sinistri partecipanti a questo blog, ma in Italia in questo momento le aristocrazie parassitarie e tassatrici sono composte al 99% da uomini e donne di sinistra

      • é un ossimoro l’asserzione “…aristocrazie parassitarie e tassatrici… sono composte da uomini e donne di sinistra…”!
        come l’olio con l’acqua… il comunismo non é miscibile con le aristocrazie parassitarie…!
        chi lo sostiene é un falso e un baro, appartenente alla peggio feccia destrorsa che pretende di osannare il “crimine nero” nascondendolo con le malefatte dei traditori del comunismo!
        saluti bakuniani

  • Certamente per una mia lacuna,
    forse per essere un ultrà del gargarozzo,
    senz’altro per la mia sfrenata passione per i frutti di mare,
    non ho capito il reiferimento ai vegani.

  • Professore buongiorno!
    Passano i secoli, non gli anni o i decenni, e in politica si ripetono sempre gli stessi errori. Sempre, purtroppo, dalla stessa parte. Pretendere di avere la strada spianata con l’improvvisa “mancanza” di un opponente denota un meccanicismo sconfitto dal tempo, prima che ancora dalla ragione. Tuttavia, c’è ancora chi lo pensa. In barba al “suo” Gramsci, che parlava di condizioni ideali per la cosiddetta “rivoluzione passiva” allorché si verificava “una combinazione di forze progressive scarse e insufficienti di per sé […] con una situazione internazionale favorevole alla loro espansione e vittoria” (http://dl.gramsciproject.org/quaderno/10-II/nota/61.html). E qui, il campo di esistenza per una possibile rivoluzione passiva, direi che ci sia tutto. Quello che si apprestano a fare i cosiddetti “poteri forti”, a partire da un eventuale vittoria del referendum. Pertanto, chi si appresta a essere forza di alternativa, si dia da fare e non pensi alle disgrazie altrui, che andrebbero solo ad avvantaggiare qualcun altro: al momento è ancora poco più di un ectoplasma. Un caro saluto.

  • La tesi centrale mi pare difficilmente contestabile.

    Ricordo che l’impagabile (si fa per dire) Pigi Battista già dopo le europee dichiarò finita l’esperienza dei 5s.

    Poi…

  • Tenerone Dolcissimo

    La finiamo di considerare l’azione politica della UE una politica liberista o neoliberista o ordoliberista o porno liberista ecc. ecc.???
    Noi LIBERALI veri -non le patetiche imitazioni come Monti- siamo i primi a voler combattere la UE che ci ammazza di tasse e regole e non mi sembra che i liberali abbiano mai fatto il tifo per avere tante regole e tante tasse. La UE che vuole “costruire il mercato”: il mercato è come l’amore; non si costruisce, ma nasce da solo ed è fatto delle volontà di tanti individui per cui tutti noi partecipanti a questo blog siamo il mercato. La UE che vuole dare una struttura al mercato distruggendo la piccola impresa perché ritenuta inadatta. Questo è comunismo da piano quinquennale.
    E veniamo ai fatti.
    Milton Friedman è stato il primo ad affermare che l’allora ancora in gestazione euro sarebbe stata una catasfrofe.
    Il suo allievo italiano Antonio Martino è stato uno dei pochi a votare contro il fiscal compact.
    Nella UE ci hanno trascinato gente come Prodi e Ciampi e Amato, tutti nel cuore del popolo di sinistra.
    Nell’euro ci hanno trascinato gente come Prodi e Ciampi e Amato, tutti nel cuore del popolo di sinistra.
    Ex gruppettari come Lionello Mancini fanno propaganda ordinando agli italiani di essere disciplinati e pagare il canone in bolletta.
    Sarebbe il caso di spiegare ai componenti del popolo di sinistra che hanno le corna: i loro rappresentanti li hanno traditi per decenni.

  • La sinistra “vera”, della quale mi onoro di far parte, se continua a rifiutarsi di studiare, analizzare e discutere seriamente, comunque vada non avrà a disposizione praterie ma al massimo qualche vaso di geranio rinsecchito. Però rimane il problema di fondo: come dovrebbe essere una forza politica laica, democratica, socialmente egualitaria e razionale per intercettare almeno in parte l’immenso malcontento che si aggira per l’Europa?

    • Giovanni buon pomeriggio!
      Concordo su tutta la linea… compreso il “Che fare?” finale. Io qualche idea ce l’avrei in proposito. Comincerei, non in ordine di importanza, ma puramente di come mi vengono in mente, con i maoistici “imparare da”:
      1. Imparare dai cinquestelle a comunicare in rete: lo so, mettere in piedi un sito è un lavoro, ma è un lavoro ormai indispensabile. E’ un riferimento immediato per i compagni che vogliono informarsi o partecipare a eventi e dibattiti, per i quadri che necessitano di documentazione o entrare nella loro casella di posta, per i semplici curiosi che vogliono sapere cosa succede a sinistra o per chi, anche solo una volta, volesse capire la posizione del partito su un dato argomento del dibattito politico, piuttosto che del programma approvato al Congresso
      2. Imparare dalle esperienze passate, a partire dal bertinottismo, che le cazzate si pagano, politicamente parlando, in termini di credibilità, voti, risorse (interne ed esterne), morale e che ripartire da zero è sempre più difficile, se non impossibile nel breve periodo.
      3. Imparare dagli immigrati, dai disoccupati, dai cassintegrati, dagli esodati, dagli anziani con pensione di anzianità e da quelli con la minima, dai lavoratori precari e da quelli che lo diventeranno fra poco, a capire COSA SONO LE PRIORITA’. Per dirne una, prima loro, poi i cosiddetti “diritti civili”, le beghe interne fra autoproclamatisi stalinisti, trotzkisti, maoisti, guevaristi, zapatisti, e tutti gli “isti” che antepongono i propri personalismi alla maggior convergenza nella lotta di classe. Perdonami questa breve nota autobiografica: ho speso quattro anni, non mesi, ad alzarmi alle cinque e a star sveglio fino a tardi per scrivere, fuori dall’orario di lavoro e dalle beghe di casa, una tesi di dottorato che mi sono finanziato con la busta paga, avente come argomento le radici tradizionali del cosiddetto “marxismo” di Mao. Quella che era solo un’intuizione, ha così assunto una forma rigorosa, basata su dati certi e inoppugnabili. Corollario: se Mao era più confuciano che “marxista”, tirate le vostre conclusioni sui dirigenti comunisti dell’attuale generazione (la trovi qui https://www.academia.edu/3394081/Il_substrato_confuciano_e_tradizionale_del_marxismo_di_Mao_Zedong insieme ad altre “carte inutili”, come fece dire il buon Bulgakov a Margarita). Ebbene, nonostante il mazzo che mi sono fatto, quando incontro una “guardia rossa” mancata non sto lì a menare il torrone sul fatto che qui non sia arrivata la rivoluzione cinese, ma una sua immagine, e che le cose andarono ben diversamente… mentre stiamo parlando dell’unemployment act!
      Inoltre, all’uomo della strada, qualunquista quanto vogliamo, ma il cui voto vale quello del militante che sta su fino all’una di notte a preparare incontri e documenti, passa l’esatto opposto. Solo propaganda di regime?
      4. Imparare a NON fare, questa volta, come i cinquestelle circa l’assurdità di certi regolamenti interni. Aldo sarà mesi che scrive “attenti a non confondere un avviso di garanzia per sciopero non autorizzato con un avviso di garanzia per concussione”, e loro niente. Un po’ di dossieraggio, di bombe a scoppio ritardato, e tutti a salire in cattedra e ad accusarli. di tutto. Poi non fa nulla se le accuse si rivelano false: anche Milosevic è stato recentemente prosciolto. Recentemente, intanto, il tavolo è saltato.
      5. Unità nel partito e disciplina di partito. E’ un corollario del terzo punto, ma in realtà non dovrebbe nemmeno esserlo! Dovrebbe essere un prerequisito: quando si decide a maggioranza una linea, quella è, punto, da un lato; dall’altro, che la linea votata a maggioranza, proprio per questo, deve esprimere la SINTESI di tutte le sensibilità all’interno del partito, non il “qui comando io questa è casa mia” così come va di moda nei partiti ad personam di oggi.
      Così, Giovanni, qualcosa cambierebbe, ed è più che un “forse”.
      Ciao e non molliamo!
      Paolo

      • Un partito può opportunamente fornire un contesto extraparlamentare per superare le limitazioni individuali nella ricerca delle soluzioni a problemi sociali spesso particolarmente complessi e decidere legittimamente a maggioranza di questioni interne.

        La disciplina di partito dei gruppi parlamentari andrebbe meglio rappresentata come groupthink e costituisce la modalità preferenziale per inquinare la deliberazione nei contesti ove la “regola di maggioranza” la si applica all’intera assemblea e non a sottogruppi.

        L’effetto di una simile “manovra” distorce la rappresentatività delle deliberazione ove è dovere costituzionale che lo sia.

        L’effetto sembrerebbe presumibilmente affine a quello che si avrebbe con un proporzionale qualora i collegi fossero di dimensioni ridotte.

        La deliberazione deve consistere in un esame completo delle alternative e tale può essere solo nel contesto collegiale investito di tale prerogativa mentre gli altri livelli andrebbero intesi in senso preparatorio e non mandatorio del “lavoro decisionale”.

        Giacché i partiti “né di destra né di sinistra” si sprecano (molte le ricette per i “mix” brandizzate a vario titolo: FI, PD, SC, M5S ecc.) , il fenomeno di sopprimere le opinioni minoritarie interne prima della deliberazione collegiale potrebbe occultare legittime maggioranze assembleari o quantomeno distorcere la consistenza reale del supporto delle “linee” nazionali (aggiungendosi alle conseguenze di legge elettorale “truffa”, astensione, ecc.)

        Se davvero si fosse desiderato un sistema diverso la Costituzione avrebbe dovuto stabilire un “sistema di voto ponderato” per votazioni parlamentari alle quali potessero partecipare solo capigruppo su mandato imperativo dei segretari di partito.

        I media che praticano la “moral suasion” come se nulla fosse ancora non si sono decisi a chiederlo mentre si cimentano sulle “complicazioni” della Costituzione.

        Quasi si dimentica che la si poteva fare ancora più semplice (o magari lo si lascerà per dopo).

        • Dici cose molto giuste e con una proprietà di linguaggio, avrebbe sottolineato la mia prof di lettere, che ti invidio e che denota una conoscenza specialistica della materia. E’ vero, ridotto ai minimi termini, la decisione a maggioranza di una minoranza con potere decisionale costituisce un’ulteriore distorsione degli equilibri reali: il culmine di questo processo è la dittatura, chiamiamola col loro nome. A livello elettorale, un maggioritario dove il capo carismatico eletto si sente investito per cinque anni a “governare”, ovvero a fare di testa sua senza sabbia negli ingranaggi e, nel frattempo, a rimuovere dal punto di vista costituzionale e legale la SOLA POSSIBILITA’ di tale sabbia negli ingranaggi, è lo stadio immediatamente precedente. D’altro canto, il plebiscitarismo da un lato e l’anarchia apparente di un “not in my backyard” che lascia ai poteri forti, di fatto, tutto il potere decisionale, compreso quello di spiarci in casa “per motivi di sicurezza”, rimangono modalità previste dalla dittatura – ufficiale o no – di cui sopra. Si configura una situazione che, in altri tempi, non si sarebbe esitato a definire “leninistica” prima maniera. Aveva ragione, certo, perché abbiamo il suffragio universale ma è talmente depotenziato che è come se fossimo senza, come nel ’17; depotenziati anche gli istituti di rappresentanza dei lavoratori e dominio assoluto del capitale, come nel ’17; a questo punto, fra dittatura del capitale e dittatura del lavoro, formalmente, che differenza ci sarebbe? Da ieri a oggi avete comandato voi, da oggi comandiamo noi, nella stessa identica maniera. Eppure… eppure: un comunista NON PUO’ governare nella stessa maniera di un capitalista, perché l’idea di società che ha in mente è completamente diversa, perché – solo a titolo esemplificativo – lo Stato è una sovrastruttura destinata a estinguersi. Belle parole, la storia non andò così, ecc. Eppure… anche qui ci sono degli eppure: il primo fu lo stesso Lenin. L’introduzione della tassa in natura in piena guerra civile, e la successiva NEP, rappresentano un cambiamento di linea che, per chi ha avuto la pazienza di leggersi tutti i carteggi preparatori, non può essere ridotto – come invece si tende a fare qui per ovvi motivi – a uno pseudotrasformismo e altrettanto pseudoopportunismo. Stesso discorso per la nostra Costituzione. Il PCI concorse attivamente alla sua redazione perché si rese conto che quella era l’UNICA Carta dello Stato praticabile, da marxisti-leninisti, per la conquista e l’esercizio del potere. Nel mezzo c’erano stati Gramsci e la lotta antifascista. Un caro saluto e grazie.

          • La mia dimestichezza con tali argomenti si limita alla lettura di quanto fornito gratuitamente sulla rete per sedare l’inquietudine derivante dal’assenza di una risposta ai miei dubbi.

            La possibilità di errori inconsapevoli è sempre presente e condividere le mie credenze tentative fornisce occasione per individuarli.

            Lo stato dei sindacati, la lotta all’evasione, il rischio di delocalizzazione e deindustrializzazione: Alcune soluzioni richiedono una volontà di cooperazione (anche sovranazionale) superiore a quella necessaria allo status quo nell’era della globalizzazione.

            La necessità di una soluzione alternativa adatta ai tempi si scontra con parecchi vincoli ed un livello di difficoltà insondabile.

            Anche per l’economia (spesso foriera di cattivi presagi) si può leggere di esperti che stanno cercando una soluzione diversa ma ancora non sembra ci sia una soluzione organica riconosciuta come effettivamente praticabile.

            La ringrazio cordialmente.

    • A mio parere (IMHO) dovrebbe sviluppare un discorso completamente opposto a quello delle forze menzionate da Giannuli che, a parte Podemos, sono tutte di destra-estrema destra. Quindi internazionalismo socialista invece che sovranismo, antirazzismo legato ad un discorso di classe (l’immigrato è un alleato contro il capitale, non un nemico), diffusione di modelli culturali diversi.
      So che sembra un’utopia, ma le utopie servono per camminare e muoversi in una certa direzione, diceva qualcuno.

  • Mettere nello stesso calderone M5S, AfD, Le Pen, Trump e addirittura Podemos (che ideologicamente parte da tutt’altre basi, anche se usa una retorica simile) è azzardato. Può servire per cogliere lo spirito dei tempi, ma definire quelle forze come antisistema è proprio un errore. Quello che sta avvenendo è il contrario di ciò che dice Giannuli: la controrivoluzione è quella delle forze politiche emergenti contro la rivoluzione del capitalismo globalizzato e finanziarizzato. Ma le classi lavoratrici o comunque gli sfruttati in questo caso non entrano nel gioco, perchè non sempre le rivoluzioni li vedono coinvolti. Infatti di tutte le forze politiche menzionate da Giannuli, nessuna punta a una rivoluzione sociale, o un cambiamento dei rapporti capitale-lavoro. Quindi stiamo parlando semplicemente di lotte di potere fra vari modi di intendere il capitalismo.

    Sono d’accordo invece nel dire che il fenomeno M5S non sia transitorio. Ma questo aumenta l’inquietudine, perchè il M5S è l’Uomo Qualunque del XXI secolo. Se sta avendo più successo è per la profonda crisi di identità della classe popolare e per una società inebetita da 50 anni di modelli culturali che veicolano competitività e darwinismo sociale. Pasolini, almeno su questo aspetto, ci aveva visto giusto.

  • L’unico successo dei 5 stelle a Roma è il No alle Olimpiadi, punto centrale del programma di moralizzazione che vanno sbandierando.
    E Beppe Grillo lo ha celebrato degnamente durante l’ultimo comizio prendendosela con i palazzinari ed il magna magna che si andrebbe in caso contrario ad apparecchiare a costoro. Giusto, nulla da ridire.
    Ci si dimentica però di ricordare che lo stesso identico risultato fu conseguito 4 anni fa dal tanto vituperato Mario Monti, quando ancora la sua stella brillava fulgida, che con un ragionamento di pura natura finanziaria affossò la richiesta di candidatura di Roma (ricordo che fece opportunamente presente come il default della Grecia fu conseguenza delle spese folli per i giochi di Atene)
    E allora, come la mettiamo??
    Questa sera al Tg La7 Mentana ha posto il quesito che ogni persona con sale in zucca non può che chiedersi: ma se non è stata la Taverna a passare le mails ai giornali, chi è stato?
    Voglio vedere quanto tempo ancora ci vorrà prima che qualche lampadina inizi ad accendersi (Sifar permettendo….)

  • Che uno storico come lei non voglia dire la verità agli italioti è intollerabile. La radice o meglio la vagina che ha sgravato questo mostriciattolo di paese, o meglio sarebbe a dire come fece il Cancelliere austriaco Principe Metternich già nel lontano 1815 questa “espressione geografica” al giorno d’oggi è una sola e va ricercata nello sbarco dei gangsters negroamericani, con la complicità della mafia siculo-statunitense del 1943.Falso,fuorviante, demagogico, pusillanime è tutto il resto. Siamo il paese storicamente comprovato dei traditori, dei rinnegati e oggi un paese di falliti, che presto molto presto per ragioni demografiche è destinato ad divenire un enclave nord africana. Amen.

    • @Mafferi E l’Austria, la Svizzera, il Belgio, l’Islanda (rispetto alla Norvegia) etc. etc. cosa sono ?
      Giusto per ricordare, siamo stati la bestia nera dell’Austria.
      Ma gli Yenkies furono i soli a sbarcare in Sicilia, a Teheran c’era solo loro?
      Venendo ai giorni nostri chi tradisce chi, giusto per usare la categoria?
      Vogliamo parlare di Unione Politica e Germania e perchè no di Brexit?
      Si è mai chiesto da cosa nasce la minorità internazionale dell’Italia, ora più accentuata?
      Certo si può parlare di quei quattro capi di governo sconclusionati che si riuniscono ad Atene per far pressione sulla Merkel e sul suo ministro economico, ma appunto sono quattro inconcludenti.
      Una certa oleografia vorrebbe i latino-mediterranei con la panza al sole a grattarsi e far la siesta, mentre i virtuosi e laboriosi germani sarebbero il fior fiore dell’umanità.
      Suvvia … ci si misuri, veda la politica intenazionale .. e non solo, e scoprirà quanto sono scorretti e pagani, non creda noi siamo i demoni e loro gli angeli.
      Parole come Lussemburo cosa le evocano, la Danimarca dove la portano .. ?
      P.s. Qualche post fa si scriveva di sforbiciata del debito pubblico … non creda che gli altri non l’abbiano fatto o non abbiano esportato inflazione o peggio recessione.
      CErto abbiamo i campi di battaglia delle mafie, ma i capitali mafiosi dove vanno a finire, se lo è mai chiesto?

    • @ Maffei.
      Che ne dice di fare un esercizio di ucronia?
      Facciamo il caso che sciaboletta non avesse fatto arrestare Mussolini, il quale non fosse andato in minoranza nel gran consiglio, togliamo pure di mezzo il duca di Addis Abbeba …
      ammettiamo pure che fosse rimasto al potere. Quali sarebbero stte le conseguenze e gli effetti?
      Gli sbarchi alleati in Europa non mi pare sarebbero stati evitabili. In Sicilia avvenero mentre era Mussolini era al potere. La capitolazione di Lampedusa e fu da lui firmata …
      La penisola sarebbe stata ugualmente risalita dagli alleati.
      Quanti morti in più ci sarebbero stati nelle forze armate italiane e tra i civili ? Possiamo dire che fu una guerra sbagliata, sicuramente non la nostra guerra e che Hitler, giunto ai Pirenei, non invase la Spagna del corrottissimo e alleato Franco?
      Non solo. Gli alleati (parola grossa per indicare anche taluni f.f. d. p. ) avrebbero avuto buon gioco nello smembrare l’Italia sul modello di quanto avvento con le due Germanie, e nel deindustrializzarla, dopo e meglio dei tedeschi in ritirata. Non pensa che avremmo avuto un conflitto artificiale soffiato dall’esterno inter italico?
      Cosa sarebbe cambiato in meglio nell’avere un’Italia sconfitta in toto al 100% ?
      Avremmo salvato l’onore ? Ma l’onore di chi? L’onore di Sciaboletta, Mussolini e Badoglio che vollero la guerra? Ma di chi stiamo parlando? Di uno che scappa davanti al nemico e salpa .. di uno che si travisa da soldato tedesco … e di un badogliante … Quanto a dignità militare Saddam e Gheddafi hanno fatto un figurone rispetto al trio traditore e disertore. Ameno loro non sono scappati.
      Suvvia.

      • @ Gaz. Nelle sue spesso sconclusionate repliche,mischia il diavolo con l’acqua santa. Certamente gli USA erano un colosso difficile da abbattere.Ma le armi “nuove” (non segrete) di Werner Von Braun potevano grazie ai missili V2 (Vendetta 2…)ribaltare la situazione. Il destino cinico e baro non lo ha voluto. I gangster negroamericani che nel 1943 grazie alla proficua collaborazione della mafia-siculo statunitense, invasero l’Europa, furono le avanguardie delle attuali orde di negri africani che quotidianamente approdano sulle nostre spiagge. Venite amiche carrette del mare, venite barconi saturi di giovani maschi africani, in preda a tempeste ormonali, la femmina bianca come bottino di guerra vi spetta di diritto.Emulate i mongoli dell’armata rossa che nel 1945 stuprarono due milioni di femmine germaniche, dalle bimbe adolescenti fino alle vecchie decrepite! Poi per non farci mancare nulla, furto,rapina, saccheggio… la rivoluzione si avvicina.Gaz lei, come la maggioranza dei tartufi europei, non ha capito che la prossima imminente guerra mondiale sarà una guerra di razze! Guai ai pietosi!

          • Ha ragione professore. Sono stato generico nel citare l’inventore della missilistica moderna il genio Werner Von Braun.Dovevo citare l’italiano Luigi Romersa, corrispondente di guerra del Corriere della Sera,esperto militare, il quale testimoniò in suo libro (che lei come storico deve assolutamente leggere) che la bomba atomica germanica, era in dirittura d’arrivo.Non è un caso che il Cancelliere eletto democraticamente dal popolo, nel bunker affermò : “che Dio mi perdoni gli ultimi cinque minuti di guerra”. Il paese dei negroamericani lo anticipò e lo mise in atto criminalmente sui civili inermi ( non su obiettivi militari ) di Hiroshima e Nagasaki.

          • sai che fonte!!
            Ma se anche Hitler avesse prodotto quanche ordigno automico ( e quanti ne avrebbe potuti produrre), la rispopsta anglio americana lo avrebbe ugualmente distrutto. Mi creda il destino cinico baro (a proposito: è diventato saragattiano?) non c’entra nulla

        • @ Maffei. Se non erro, credo di aver già scritto che il concetto di razza applicato ai Sapiens Sapiens è antiscientifico. Per le strade può incontrare profili greci, arabi, normanni, spagnoli, francesi, germanici, albanesi e altri ancora, eppure non ci facciamo la guerra per questioni di melanina o per il colore degli occhi e dei capelli ( i calvi sarebbero inabili). E poi la guerra inter razziale, dove dovrebbe scoppiare, in Svezia, in Germania, a Ceuta, a Mazzara del Vallo, negli Stati Uniti, in Sud Africa ?
          P.s. Mi piacciono le donne giapponesi, ma non per questo mi sogno di andar ridicolmente in armi contro Tokio da samurai alla don Chisciotte.
          P.s. 2. La Luftwaffe neppure con gli aerei a reazione ottenne il dominio dei cieli sul finire della guerra, rispetto agli aerei tradizionali di inglesi e americani.

          • @ Gaz. Le lancio la sfida poi passo e chiudo tale argomento, che è solo per stomaci forti; il suo evidentemente non lo è. Lei può cambiare, opinione politica, partito, cittadinanza, stato sociale, colore delle chiome, indumenti e mutatis mutandis perfino recandosi a Casablanca sesso . Provi a cambiare la sua razza di appartenenza, provi a trasformarsi da bianco caucasico in boscimane australiano o in a cannibale congolese! Recepito?

          • @ Maffei. Ma chi le ha detto che io sia bianco caucasico? Secondo i suoi paramentri dovrei essere considerato turco, giacchè un Gaz …
            I boscimani vivono in Africa e non in Australia; chi si è pappato i congolesi non sono stati i cannibali, ma i belgi.
            Non sono un grande esperto di tutta l’Africa, ma nel Ghana, di cui so qualcosa in più, ho solo amici. Ho vissuto in un condomimio dove ero l’unico italiano con zero problemi. Parlo con persone dagli occhi più scuri dei miei e non mi pare che abbiano mai provato a banchettare con i mei muscoli.
            Non pensi che le civiltà siano state solo quelle della Mezzaluna fertile e dell’Europa …
            Sulla sessualità mi autocensuro …

        • @ Maffei.
          Una città: Telemark + seguito.
          I luoghi della presunta deflagrazione nucleare tedesca sono stati ispezionati con i contatori Geiger e non sono stati rinvenuti aumenti significativi di radioattaività paragonabili ai siti delle atomiche sperimentali statunitensi o sganciate sul Giappone.
          Probabilmente si tratto di una nucleare sporca, che in reatà è un ordigno convenzionale modificato – ma su questi argomenti tecnici non sono un esperto-.
          In Germania non si è assistito ad una teoria di morti come quelle avvenute a Hiroscima e Nagasaki, inoltre dopo la guerra non trovata nessuna area tedesca distrutta da un’esplosione nucleare simile a quelle giapponesi.
          Costruire ordigni nucleari in gran numero non era semplice neppure per gli americani. Pare che dopo il secondo lancio non avessero altre bombe pronte.
          Ammesso che i tedeschi avessero avuto un solo esemplare di atomica .. che fanno, se lo esplodono in casa per fare fuochi d’artificio ? Proprio senza fantasia bellica … e con sciupio di materiale fissile!

  • «Anche i risultati di questo sondaggio mostrano dunque come, al di là della sfiducia che appare oggi coinvolgere anche il Movimento di Grillo, il sentimento populista continui a restare molto (troppo) ampio nel nostro Paese. Ed è significativo che esso sia presente anche in parte dell’elettorato dei partiti tradizionali, tanto che il 31% degli elettori del Pd, il 39% di quelli di Forza Italia e addirittura il 54% dei votanti per la Lega Nord (oltre, naturalmente, il 66% di chi è intenzionato ad astenersi) non esisti ad affermare che i partiti compreso il M5S sono tutti uguali.»
    http://www.ilgiornale.it/news/politica/governo-m5s-incubo-tre-italiani-su-quattro-1305121.html

    Sondaggio Istituto Eumetra Monterosa per il Giornale non ancora depositato su http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/

  • Il bello è che chi non capisce l’economia non capisce che questa ondata populista è l’altra faccia della medaglia della crescita vertiginosa della finanza e dello strapotere dei soggetti che gravitano nel mondo della finanzia.
    A partire dagli anni ’80 è sono stati compressi, gradualmente ma costantemente, i salari (anche indirettamente, tramite la compressione del welfare che eroga servizi a prezzi politici ai salariati). Partendo da questo schema classico, ai soggetti salariati si possono in qualche modo assimilare tutti gli altri soggetti (piccoli e medi imprenditori, partite iva) dai quali il grande capitale estrae (con forme diverse di sfruttamento, ma ugualmente efficaci nella sostanza) plusvalore oppure coloro che rimangono nella precarietà (disoccupati, lavoratori interinali) per alimentare lo stock di un “esercito industriale di riserva”.

    È veramente una semplice equazione: se si comprimono costantemente i redditi di una massa largamente maggioritaria di persone e contemporaneamente aumenta la produttività del lavoro a causa dell’innovazione tecnologica nel processo produttivo, come si fa a vendere il maggiore prodotto (Marx avrebbe detto a “realizzare il profitto”)?

    Bisogna finanziare i “pezzenti” affinché s’indebitino oltre il loro reddito per comprare il prodotto, e di questa materia prima (credito al consumo, carte di credito, subprime, ninja) si alimenta l’industria dell’intermediazione finanziaria e il circolo della creazione di denaro dal denaro.

    Il problema è che adesso bisogna fare i conti con l’instabilità politica che questo assetto inevitabilmente crea.
    Questo è, a mio avviso, il tallone di Achille di un ordinamento veteroliberale (che già ne provocò il collasso negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso in Italia e Germania), partendo dal presupposto errato che la libertà economica (intesa come la più totale sregolatezza del mercato e assenza di intervento dello Stato nell’economia) apporti benefici a tutti, si sega il ramo del consenso popolare dove un ordinamento non autoritario deve necessariamente sedere per essere stabile e dare certezza agli stessi capitalisti.

  • Pare che il caso “Raggi capitale” non sposti di un centimetro l’assetto politico:
    http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/GestioneDomande.aspx

    Certamente i sondaggi creano opinione più di quanto servono a fotografare la realtà, ma è un dato interessante.

    Non è automatico che il crollo dei pentastellati aprirebbe spazi a sinistra, ma è indubbio che ci sarebbe qualche barlume di speranza. Anche se aveva ragione Mario Monicelli: la speranza è una trappola… è una brutta parola e non si deve usare.

    Quanto ai 5 stelle sono liquidabili con una frase di Grillo, il quale era solito scrivere:
    Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene? ). Noi neppure…

    Io non sono solito far proclami e con le mie idee la resa è nei fatti, va detto tuttavia che le boutade sono pietre… prima o poi qualcuno te le tira indietro.

    Per i pentastellati sta storia di Roma …in un paese con una sinistra sociale e politica organizzata, sarebbe stata una vera “sassata”. Sarebbe, appunto.

    Sempre per citar Monicelli direi che il riscatto per noi che siam trotskisti prof non è una cosa semplice… è doloroso, esige anche dei sacrifici. E se non va come avremmo voluto allora che vada alla malora 😉

    • Certamente i sondaggi creano opinione più di quanto servono a fotografare la realtà, ma è un dato interessante.

      I sondaggi sono un modo per stimare le opinioni di una popolazione senza consultarli tutti, hanno margini di errore e difficoltà tecniche e sono strumentali alla riduzione della “voti non rappresentati” nei sistemi elettorali con soglie di sbarramento.

      Una soglia elettorale del 5% in un ecosistema politico frammentato può distruggere quasi fino al 50% dei voti (come in Russia nel 1995)

      I margini di errore sono più alti nel caso di piccole formazioni a questo si aggiungono le “opinioni” individuali sulla possibilità che una nuova formazione superi lo sbarramento.

      C’è passato anche il M5S da piccolo quando al tempo dileggiava i sondaggi mentre proponeva di consultare gli iscritti al blog.

      Non risulta siano state date garanzie che la metodologia delle consultazioni del blog riesca a fotografare la realtà dell’intero elettorato del M5S però creano opinione, senz’altro.

  • Da qualche giorno seguo questa diatriba sollecitata da lei (secondo me a scopo provocatorio) sul M5S. Cercando il pelo nell’uovo del M5S e in quello che resta della sinistra, come se quella parola fosse priva di significato.
    Ma nessuno a colto l’occasione x riflettere, anzi tutti pronti a dare la linea e la ricetta…..
    Questo mi dice che la soluzione x uscire dalla melma in cui siamo è che dobbiamo tutti fare ammenda e rimboccarsi le maniche TUTTI INSIEME senza colori …. fatelo x i vs figli se non volete farlo x il Paese…..

    • @Sandra, e non solo.
      Non sono sicuro di aver ben compreso il messaggio dietro il suo post, e tuttavia mi piace e mi ci ritrovo. E ci aggiungo anche la mia di provocazione.
      Leggo spesso, qui e altrove, appelli alla ricostruzione di un Partito autenticamente di sinistra; mi piacerebbe tanto capire perché, a quale scopo e con quali obiettivi. Nasce prima l’uovo o la gallina? Cioè, in un Paese nasce prima la necessità di una politica che si sostanzia poi in un partito, oppure un partito con obiettivi politici che cerca poi di affermare nel Paese?
      Questo continuo appello alla rifondazione mi fa pensare al sogno di realizzare davvero un Jurassic Park e far rivivere animali vissuti in epoche che nulla hanno a che vedere con quella attuale.
      In queste persone, vedo spesso un’ossessione individuale a trovare una propria collocazione, un luogo intellettuale ma anche fisico dove incontrare altri con i quali conoscersi e riconoscersi (salvo poi dividersi su qualsiasi argomento a spaccare il capello in quattro), piuttosto che una preoccupazione per le vere necessità del Paese.
      Queste persone mi hanno sempre fatto pensare agli Indovini nell’Inferno Dantesco: hanno la testa voltata all’indietro e per questo motivo possono solo camminare a ritroso e vedere solo il passato.

      • In un paese nascono prima le persone che possono essere rappresentati o meno da quelli esistenti oppure “associarsi liberamente” in partiti.

        Nel nostro l’astensione è il primo “non partito”: una condizione peculiare per cui non v’è rappresentanza né associazione.

        Le opinioni sono convinzioni formate in assenza di elementi di certezza assoluta:
        Tutti ne posseggono giacché “uno vale uno” ma per condividere l’assenso su una in comune non si può semplicemente intimarne la riduzione o senza stabilire un modo per affidabile per valutarle.

        https://en.wikipedia.org/wiki/Deliberative_democracy#Cohen.27s_outline

        Questo vale anche per la democrazia diretta (cfr versione italiana dell’articolo)

        Si dimostra un crescente interesse per l’uso di studi randomizzati controllati per mostrare la fondatezza di mere opinioni.

        http://www.cresa.eu/progetti-di-ricerca/evidence-based-public-policy/
        http://toptierevidence.org/nevadas-reemployment-and-eligibility-assessment-program

      • I politici della prima repubblica, sia pure pieni di difettacci, avevano la conscenza dello stato e della politica internazionale. Nei loro vertici sapevano quali leve usare …
        I politici della seconda repubblica non hanno una pari conoscenza, sono spaesati nel presente che non comprendono.
        Nel frattempo mi permetto di pensare che il livello medio della popolazione sia migliorato e quello della classe politica peggiorato.
        Certo che il discorso individuale è fondamentale, ma c’è anche un livello collettivo e politico, che è determinante.

        • Tenerone Dolcissimo

          Gli è che abbiamo superato la seconda repubblica e siamo in piena repubblica di Vichy con l’Italia occupata e governata da finora tre quisling

  • Off Topic su Stiglitz.
    Qualche post addietro J. Stiglitz è stato commentato negativamente per aver detto una serie di sciocchezze di diritto costituzionale sul referendum e non solo.
    Oggi l’economista Paul de Grauwe, con una intervista al fattoquotidiano, critica nel merito le idee verticistiche di Stiglitz sul doppio euro, uno per il nord europa, l’altro per il Mediterraneo, bollandole come fantascienza economica, perchè il discorso non regge prima di tutto in termini politici e poi istituzionali.
    Stiglitz, back home.

    • Sono parzialmente d’accordo.
      Scarterei le ricette di Stiglitz, ma mi terrei buone le sue analisi sulla situazione e le sue conclusioni circa la necessità di superare in qualche modo l’euro ed i suoi danni.

          • Tenerone Dolcissimo

            Lo dico a tutti
            Tutti quelli che non siano malati di collaborazionismo in modo consapevole (i quisling) o inconsapevole (come Allora ditelo che soffre di complessi di inferiorità al punto di inginocchiarsi appena un buffone come Moscovici fa la voce grossa)
            Ognuno deve dare il suo piccolo colpo di piccone al muro dell’euro e poi a quello della UE. L’ariete è pesante e possiamo abbattere questi muri solo tenendolo tutti assieme.

  • Tenerone Dolcissimo

    Un paio di precisazioni importanti.
    Come oramai è chiaro, se si segue la nascita della UE e dell’euro, istituzioni patrocinate da uomini di sinistra ed avversate dai liberali, UE ed EURO sono nate da un progetto di pappatoria, con cui le sinistre italiane (Prodi, Amato, Ciampi) hanno praticamente fatto un patto con la UE.
    Il patto consisteva in queste fasi:
    1) colpevolizzare gli italiani facendoli sentire inferiori per presunte loro colpe (vedi la dichiarazione di Moscovici di fronte a cui Allora ditelo si è prosternato dimostrando chi è il vero servo della UE). ALTRO CHE PROGETTO LIBERALE;
    2) depredare gli italiani dei propri ingenti risparmi: la vera colpa degli italiani non è di essere cicale ma formichine risparmiose che hanno capitalizzato un ingente peculio. E qualsiasi portafoglio prima o poi viene preso di mira da qualche predone;
    3) dividersi il malloppo: la maggior parte ha preso le vie del nord, come i 40 miliardi ESM che hanno salvato le banche tedesche e francesi. Una minore ma non disprezzabile percentuale è rimasta qui ed è andata ad ingrassare lobby e greppie sinistroidi come la RAI.
    Ne volete la prova? Eccola
    Deutsche Bank, che oramai è alla frutta, ha bisogno di soldi per salvarsi il culo e salvarlo ai propri dirigenti. La soluzione è quella di fottere altri soldi agli italiani. Per questo DB ha predisposto un progetto che prevedere di applicare un’imposta patrimoniale alle italiche genti. Il progetto è stato prontamente sponsorizzato dalla UE che ha immediato ordine ai propri servi italiani di preparare il terreno con una campagna propagandistica ad hoc. E chi sono questi servi? Liberali forse? No sono due organizzazioni comuniste e coministoidi come CGIL e CISL capeggiate da Camusso e Furlan.
    SI BADI BENE
    TUTTI I SERVI DELLA UE E DELL’EURO E DELLA MERKEL SONO UOMINI DI SINISTRA
    MA
    NON TUTTI GLI UOMINI DI SINISTRA SONO SERVI DELLA UE E DELL’EURO E DELLA MERKEL
    Anzi, dando a Cesira quel che è di Cesira, devo ammettere con un po’ di invidia che le maggiori iniziative per distruggere questi mostri schifosi (UE ed EURO) sono partite proprio da uomini di sinistra come Bagnai e Rinaldi e Mori e altri, le cui idee non condivido ma con i quali sono pronto a combattere fianco a fianco per liberare il paese dalle truppe di occupazione e dai loro quisling.

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