L’India sulle ali dei Rafale

In attesa di riprendere i consueti commenti, vi propongo questo articolo di un mio studente molto sveglio (anche troppo…), Nicola Dall’Oro su una questione di qualche interesse: gli aerei francesi Rafale che stanno avendo molto successo nei paesi asiatici ed africani. A.G.

L’India sta attraversando un periodo di crescita economica inarrestabile e vantando una popolazione molto giovane è destinata a confermare questa rapida ascesa. Con lo scontro che tiene occupate le superpotenze, Cina e l’ambiguo alleato russo da una parte e Stati Uniti dall’altra, New Deli, forte della sua “ostpolitik all’indiana” che le permette di non rimanere coinvolta nella contesa, vuole ritagliarsi un ruolo da protagonista nello scacchiere asiatico aumentando il proprio soft power nel territorio circostante.

Obiettivo che necessita di un’ingente capacità operativa delle forze armate per proiettare e mantenere la propria influenza oltre i confini nazionali. Se da un lato l’esercito è ben equipaggiato ed efficiente è altrettanto vero che urgono miglioramenti nella flotta aerea e nella marina, Arma che negli ultimi anni ha assunto un’importanza strategica sempre maggiore. Per questo motivo i 36 Dassault Rafale acquistati dalla Francia il 23 settembre 2016 rispecchiano la geopolitica di New Delhi.

I Rafale rispondono a tutte le esigenze del subcontinente asiatico. Innanzitutto, prodotti dall’azienda francese Dassault Aviation con cui vi è già una collaborazione pluriennale che ha portato alla realizzazione di uno stabilimento di produzione a Nagpur e di un centro di ingegneria a Pune, fungono da argine alla dipendenza dall’industria bellica russa. Fin dai tempi dell’Unione Sovietica Mosca ha fornito armamenti bellici di elevata qualità all’apparato militare indiano. I sistemi di difesa contraerea S-400, miglior prodotto di questa tipologia sul mercato internazionale, sono solo l’ultimo di un lungo elenco di acquisti scaturiti da questo liaison interminabile che ha di recente visto un rinnovo di contratto da 14,5 mld di dollari. Aprirsi ad altri mercati tuttavia permette di evitare contraccolpi qualora uno di questi fosse colpito da una crisi.
L’India non potrà mai scordarsi il danno subito negli anni novanta a causa del collasso del regime sovietico, principale fornitore di articoli bellici.

Economici, grazie a bassi costi di manutenzione e consumi, e versatili in ogni tipo di missione, i Rafale, aerei dal multiforme impiego sono in grado inoltre di fornire uno straordinario supporto al combattimento grazie alla loro elevata autonomia, al lungo raggio di azione e all’ingente peso che possono trasportare, permettendo l’utilizzo di missili anche a testata nucleare. Queste caratteristiche, aggiunte all’ammirevole abilità di stealth -invisibilità ai radar-, riflettono gli scenari prioritari dell’India. In primo luogo, sarebbe in grado di neutralizzare le difese del Pakistan, eterno rivale, attraverso incursioni difficilmente contrastabili. Tattica perfetta per colpire le basi aeree pakistane, difesa principale di un territorio morfologicamente vulnerabile, quindi per accresce il fattore deterrenza contro possibili attacchi di Islamabad nella strategica quanto contesa regione del Kashmir.

Un’altra ottima qualità dei Rafale è l’efficacia negli attacchi alle navi. Una grande Nazione deve controllare le rotte dei propri rifornimenti e l’asse Pechino-Islamabad sempre più solido e attivo desta parecchie preoccupazioni su questo fronte. Con l’affitto del porto pakistano di Gwadar infatti, la Cina si è assicurata una testa di ponte nel Mar Arabico da cui passa il 95% del commercio indiano e l’83% del greggio destinato al subcontinente indiano. Dunque, oltre a subire un accerchiamento terrestre, New Delhi si ritrova navi battenti bandiera cinese nel cortile di casa. Ecco allora che i gioielli dell’industria aerea francese diventano fondamentali anche per il sostegno all’ Indian Navy che inizia a proiettare il proprio controllo nell’Oceano Indiano, oggetto anche di contesa sino-americana per la rilevanza degli stretti di Hormuz e Malacca che lo delimitano.

Dunque, l’India con questo acquisto ribadisce la sua determinata ambizione di voler giocare da protagonista nel territorio asiatico che la circonda, vitale per la propria affermazione tra gli Stati che contano, ma soggetto alle brame di superpotenze ingolosite dalle potenzialità che esso offre.

Nicola Dall’Oro

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Aldo Giannuli

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Comments (17)

  • SS400 e Rafale, ottimo mix per un brindisi nel Cremlino.
    Saranno in grado alla Dassault di costruire da soli il caccia di prossima generazione?

  • Vola Giggino, vola Giggetto.
    Vuoi vedere che la maggiore colpa di Gheddafi fu quella di collezionare solo costose auto francesi e non anche aerei francesi multi uso, buoni pure per andare a fare la spesa?
    All’Eliseo devono ringraziare la lungimiranza di Gheddafi, dato che Macron ha criticato Erdogan per aver inviato via mare in Libia mezzi corrazzati e uomini, altrimenti dalla Libia i caccia sarebbero già volati alla volta della Francia.
    Erdogan ha risposto per le rime, accusando la Francia di essere la principale responsabile dei problemi in Libia dal 2011.
    Giggino ha chiesto all’omologo turco di lavorare insieme per ripristinare il cessate il fuoco. Tuttavia al collega cipriota ha espresso preoccupazione per le perforazioni turche non autorizzate a sud della ZEE di Cipro.
    Non male come esercizio di cerchiobottismo e di contemporanea partecipazione agli opposti schieramenti.
    Che cerca ora Macron?
    Ha voluto, insieme ai tedeschi, marginalizzare e prendere in giro l’Italia in Libia, e non solo? Ora si meritano Erdogan!
    Gli é piaciuto telefonare sugli alti Colli per avere taluni dei ministri casual che abbiamo? Se li sono cercati!
    Provi semmai Macron a vendere i Rafale a Erdogan. Può sempre sperare in qualche Corte Suprema, come é avvenuto in India per la vendita dei 36 caccia nel Rafale deal controversy, ma in senso contrario.

  • Domanda.
    Perché la Francia, che fu tanto solerte nello smuovere il Consiglio di Sicurezza contro Gheddafi, non fa altrettanto con Macron contro Erdogan, criticato per aver infranto la tregua concordata a Berlino, mediante l’invia di armi e mercenari in Libia?

  • Professore, mi spiace per il suo allievo,ma definire il Rafaleun velivolo “stealth” e dai “costi contenuti” vuol dire non sapere nulla di caccia!

    • i Rafale di ultima generazione sono stati muniti di dispositivi adatti a sviare l’intercettazione radar oper cui garantirebbero prestaziono stealth (che poi funzioni è da vedere…) quanto al costo si tratta di un discorso relativo, magari pubblicheremo una tabella comparata dei costi. Insomma non credo che il jmio allievo abbia fatto partyicolari errori

      • Boni, state boni.
        L’Imperatore d’Europa senza europei non dorme. Nervoso fa su e giù per i saloni dell’Eliseo. I laici strizzacervelli non sanno a quale Santo votarsi. I voti degli umani a Giove scarseggiano pericolosamente per le prossime elezioni. Il suo gradimento é al 24%.
        Qui ci scappa la crisi diplomatica. Si sa, il Deprecabile in quattro e quattr’otto ritira l’ambasciatore e inizia con un Rafale (raffica) di insulti. Lo ha già fatto per molto meno.
        Andiamoci piano col pubblicare il listino dei caccia e delle loro versioni. La versione base differisce da quella turbo diesel e soprattutto da quella a metano.
        Vogliamo comparare l’inestimabile fascino francese dei Rafale con gli anonimi F35?
        Al Sisi ha sospeso l’ordine di acquisto di 12 Rafale, perché troppo costosi.
        Nicola, adelante con juicio.
        La stampa francese di regime, rigorosamente anti italiana, parla di schiaffo dell’Italia alla Francia, come dire che il bue dice cornuto all’asino. Eppure l’Italia non fabbrica caccia. Ma l’Italia é colpevole sempre di qualcosa, a prescindere, oppure é irrilevante.
        Al Sisi ha il demerito di aver comprato due navi italiane: l’Imperatore, campione del libero mercato, l’ha preso come un affronto personale.
        Prudencia, prudencia!!
        Diciamolo una volta per tutte: i formaggi francesi non puzzano.
        I cantieri navali francesi, senza degli italiani, producono le migliori navi del mondo e di tutta la Via Lattea.
        I Band automobilistici tedeschi finiti in mano ai francesi, (lo é anche Fiat?) hanno un servizio post vendita impeccabile nella fornitura di pezzi di ricambio.
        http://www.romatoday.it/politica/chiude-opel-fiumicino-licenziamenti.html
        Viva Messié le President!
        Alberto Sordi ci aveva avvisati dal lontano 1974.
        https://www.youtube.com/watch?v=XLuPpjhKEQA

      • Il Rafale al costo di 3×2 vola sulle ali della Libertè, Legali te e …
        Alle prossime condominiali vota e fai votare Macron, il presidente pilota.
        Con Macron più Rafale per tutti.
        Chi vota Macron avrà in omaggio i filosofemi di Henri Bernad Levi.
        Prenotati. Offerta limitata ai primi 100.

  • In India sono passati, con un balzo spettacolare, nel tempo di una vita dalle vacche sacre agli aerei di Jupiter.
    E pensare che nel millennio scorso ho contribuito alla raccolta di cibo per l’India …

  • Ho deciso.
    Da grande voglio fare il concessionario di aerei.
    Voglio vendere aerei Rafale.
    Non ditemi che prima devo diventare inquilino dell’Eliseo!
    Quanti kilometri fa il Rafale con un litro?

  • L’Imperatore d’Europa senza europei é stato in Polonia in visita ufficiale.
    I filo americani polacchi non gli hanno comprato neppure un Rafale, neppure giocattolo.
    Allora quel gran genio del Macron ha tirato fuori dalla valigetta campionario il meraviglioso e magico mondo della campagna Fabriqué en France.
    Il Deprecabile però doveva farsi perdonare gli insulti rivolti a suo tempo ai polacchi, apostrofati come é solito fare con chi non la pensa come lui.
    Il Geniaccio in un discorso da contorsionista della politica ha mostrato perle rare come “La Francia non è diventata filo-russa … La Francia non è né pro-Russia né anti-Russia. La Francia è filo-europea”.
    Nel lessico macroniano Europa = Francia.
    Come se non bastasse ha esortato la Polonia guidare l’Europa insieme a Germania e Francia.
    La miglior risposta dei politici polacchi sta in alcuni dei loro visi increduli e perplessi di fronte alle parole di Macron, ovviamente non ripresi dai filmati ufficiali francesi.
    Il duo Macron&Merkel temono che dopo la Brexit la Polonia possa accarezzare il sogno di lasciare l’UE, ovvero di privare la Germania di un altro mercato.

  • Vola Giggino, vola Giggetto
    Non c’è trippa per i Rafale.
    Anzi, non c’è proprio trippa. Non ci serve nulla, abbiamo tutto.
    Questo dovrebbe essere il messaggio forte e chiaro che Giggino dovrebbe inviare all’Imperatore d’Europa senza europei, prima della prossima visita ufficiale programmata a febbraio in quel di Napoli, ma anticipata alla stampa dall’ospite … alla faccia del galateo diplomatico. Ma si sa, le gaffes degli altri scivolano in cavalleria …
    Giggetto é passato dal fare le pulci alle arroganti macronate, ad essere commensale ai pranzi di gala con il Deprecabile: da lui non ci si può aspettare molto, se non che diventi un ottimo ministro senza portafoglio.
    Giove Eliseo ripeterà a Napoli lo show verbal acrobatico già udito a Varsavia, pur di piazzare la mercanzia del suo campionario fabriqué en France e vendere tratti utili del modello di società francese.
    In più avrà la pretesa di dettare all’Italia le linee di politica estera, da tenere sulla Libia e sul post Brexit, ovviamente a vantaggio degli interessi francesi e a detrimento di quelli italiani.
    Il Presidentissimo si esibirà in una oleografia Partenopea para neo melodica da rock star mancata, sol perché la cornice della Capitale non é pronta per la firma del Trattato del Quirinale, col quale ci metterà definitivamente l’anello al naso.
    Sarebbe il caso di ricordare all’estimatore (a parole) della cultura napoletana, che le cattedre di lingua italiana nelle superiori e all’università francesi sono state falcidiate da lui stesso, come mai prima, e come nessun altra lingua. Quando farà la sviolinata, ci starà prendendo in giro con la sua solita ipocrisia.
    Un Governo serio accompagnerebbe Macron sui luoghi dove i suoi lodati goumier si sono macchiati dei peggiori crimini contro i civili inermi.
    Sui dossier dove l’Italia sistematicamente prende schiaffi, manco a parlarne, ovviamente!
    Palazzo Chigi é sede vacante. Idem la Farnesina.

  • Qualcuno potrà ricordare al democratico Macron che le manganellate ai dimostranti e respingimenti della sua polizia al confine non sono proprio carezze?
    Macron condanna Micio Macio Miaoduro, titolare dell’omonima ditta dura, ma non vede quel che succede in casa sua.

  • Non bastavano i Rafale ad alimentare i sogni di copiose esportazioni belliche in tutti i paesi del mondo per la sempiterna gloria dell’Imperatore d’Europa senza europei.
    Ora l’Imperatore ha iniziato a sognare ad occhi aperti di allargare il suo ombrello nucleare all’Europa intera.
    Non sono un tecnico del settore per valutare la macronata, ma qualche considerazione politica la si può fare.
    Da buon Imperatore ha dischiuso la virtuale proposta innanzi agli allievi di un’accademia militare francese. Gli Stati destinatari dell’ombrello, sin dal momento iniziale, non sono ritenuti alla pari, ma al più vassalli da coinvolgere nei costi dell’atomica di Marianna, cui legarsi mani e piedi, soprattutto nella Francafrica
    Da Mosca e Washington non é arrivata nessuna reazione: un silenzio eloquente.
    Non meravigliamoci poi che Cina e Turchia siano ben accolte in Africa.

  • Il concessionario vendita dei Rafale ha invitato l’Europa (leggasi Francia) a diventare una potenza nucleare, sulla base delle 300 testate già sviluppate.
    Visti gli effetti delle prime 300 testate, non ci resta che sperare in miglioramenti dopo le seconde trecento testate … al muro.

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