Lettera aperta al Ministro per le riforme Maria on. Elena Boschi.
Onorevole Ministro,
ho seguito lo scontro che Ella ha avuto in Parlamento con i senatori dei gruppi M5s e Sel, a proposito delle riforme istituzionali in corso d’opera. Ella ha comprensibilmente difeso il suo operato, negando che tali riforme costituiscano una svolta autoritaria caratterizzata da uno spirito illiberale. Al di fuori della polemica politica –in questo caso particolarmente accesa- vorrei sottoporLe pacatamente alcune considerazioni, a titolo puramente personale, come semplice cittadino e studioso della materia (come storico mi sono spesso occupato delle evoluzioni istituzionali del nostro paese, dal fascismo in poi). Naturalmente, non intendo attribuirLe alcun disegno autoritario e non metto in questione le intenzioni –sicuramente le migliori-, quanto piuttosto indicare alcune dinamiche oggettive che possano andare al di là delle intenzioni –sicuramente le migliori-.
Non sarebbe la prima volta che da una norma costituzionale sbagliata seguano conseguenze gravi ed estranee alla volontà del legislatore: sicuramente i costituenti di Weimar che inserirono nel testo l’art. 148 sullo stato d’eccezione, non immaginavano l’uso che ne avrebbero fatto i nazisti solo 12 anni dopo.
Entrando nel merito della questione, il rischio maggiore che io vedo in questa riforma è lo smantellamento delle misure a protezione della Costituzione volute dall’Assemblea Costituente: il sistema elettorale proporzionale (tacitamente sottinteso dal testo), il bicameralismo perfetto con la diversa base elettorale delle due Camere, l’integrazione del collegio elettorale per il Presidente della Repubblica con i rappresentanti regionali, l’istituzione di un giudice di legittimità costituzionale, le maggioranze richieste sia per l’elezione del Presidente quanto dei giudici della Consulta, nonché per il processo di revisione costituzionale costituivano un insieme organico di norme a tutela del meccanismo di controllo e garanzia della Repubblica, in una raffinata architettura di pesi e contrappesi. E questo, per evitare il rischio di concentrare il potere nelle mani di un solo partito da cui sarebbe nato un regime.
Da circa venti anni è iniziato un processo di “mutamento costituzionale a rate” che ha finito per smantellare quell’accorta architettura a protezione della nostra norma fondamentale.
Di fatto, è con il passaggio dal proporzionale al maggioritario che è venuta meno la principale garanzia, vanificando il valore delle soglie stabilite dall’art. 138.
Infatti, vorrei ricordare che nel ventennio appena trascorso è passato il costume, sconosciuto in passato, delle riforme Costituzionali unilaterali, decise dal solo partito di maggioranza. Vorrei ricordare che in nessun sistema basato su una legge elettorale maggioritaria, il processo di revisione costituzionale è totalmente affidato al Parlamento, ma si prevede l’intervento del Capo dello stato, o dell’equivalente della Consulta o del referendum popolare -spesso obbligatorio ed in qualche caso preventivo- nel processo di revisione.
Tuttavia, sin qui, questo processo ha trovato qualche limite nel persistere della struttura bicamerale del nostro ordinamento: proprio la base elettorale regionale ha prodotto costantemente maggioranze di governo assai più risicate al Senato che alla Camera. D’altra parte, la composizione assai varia del collegio elettorale del Presidente (senatori a vita, delegati regionali, diversa composizione dei due rami del Parlamento) ed una persistente prassi costituzionale hanno contribuito a preservare una pur relativa terzietà del Presidente. E (salvo che per la presenza dei delegati regionali) le stesse cose potremmo dire per l’elezione dei giudici costituzionali.
Ora, la riforma in corso di discussione, travolge anche questi residui paletti, lasciando solo quello, tenuissimo, della prassi costituzionale. Con la riduzione del Senato a 95 membri, il Parlamento in seduta comune passa da 1008 membri (più gli ex Presidenti) a 725, per cui la maggioranza assoluta dei votanti scende da 505 a 363 voti. Considerando che l’Italicum prevede un premio elettorale di 354 seggi per il vincitore, si ricava che bastino solo 9 senatori per assicurare al partito di governo il potere di eleggere da solo tanto il Presidente della Repubblica quanto i giudici costituzionali. Il Capo dello Stato, a sua volta, ha il potere di nominare altri 5 giudici che garantirebbero una maggioranza precostituita nella Corte di giudici di ispirazione governativa Con la stessa maggioranza potrebbe essere messo in stato d’accusa il Presidente che, quindi, dal momento dell’elezione al suo possibile deferimento all’Alta Corte, si troverebbe a dipendere totalmente dalla volontà del partito di maggioranza e, dunque, perdere gran parte della sua terzietà. La stessa nomina dei senatori non più a vita, ma per sette anni (esattamente la durata del mandato presidenziale) li configurerebbe come una sorta di “gruppo parlamentare del Presidente” da affiancare alla maggioranza di governo.
Mi si farà notare che le leggi costituzionali dovrebbero comunque passare al vaglio del Senato, che potrebbe avere un colore diverso da quello della Camera. Ma occorre considerare il carattere “iper maggioritario” del processo di formazione del nuovo Senato. Infatti, esso sarebbe eletto a maggioranza dalle assemblee regionali a loro volta elette con sistema maggioritario. Di fatto, questo significa la quasi totale esclusione delle formazioni minori e la spartizione quasi a metà del rimanente dei seggi fra i due principali partiti (o coalizioni), ma quello di governo potrebbe giocare in più la carta dei 5 senatori di nomina presidenziale.
Di fatto, il partito vincitore delle elezioni avrebbe il concreto potere di mettere mano a piacimento alla Costituzione e, dove non vi riuscisse in sede parlamentare, potrebbe poi sempre contare su una compiacente interpretazione di una Corte Costituzionale addomesticata.
Certamente né Ella né il Suo partito hanno in mente un simile piano di occupazione del potere, ma chi può garantire che domani la maggioranza non sia conquistata da un partito con minori scrupoli democratici?
D’altro canto, onorevole Ministro, non Le sfuggirà la situazione assai critica in cui versa questo processo di revisione costituzionale, condotto da un Parlamento che ha un vizio di rappresentatività dichiarato dalla Corte Costituzionale e che, per di più, ha come obiettivo la nascita di un senato non elettivo ma di secondo grado e di doppia selezione maggioritaria.
Certamente, fra i sistemi di democrazia liberale, non mancano esempi di assemblee senatoriali non elettive, ma espressione di poteri locali o nomine del Capo dello Stato o altro ancora, ma, mi permetto di far notare che in un nessuno di questi casi il Senato ha poteri in materia di leggi costituzionali, ed, inoltre, nessuna di queste assemblee è il prodotto di una doppia selezione maggioritaria, che ne riduce enormemente la rappresentatività.
In definitiva avremmo un Parlamento composto da una Camera di nominati, eletta con criterio maggioritario e con pesanti clausole di sbarramento, ed un Senato di eletti di secondo grado con doppia selezione maggioritaria, dal quale dipenderebbero quasi totalmente tutti gli organi di controllo e garanzia ed il processo di revisione costituzionale: converrà che si tratterebbe di una situazione piuttosto anomala nel quadro delle democrazie liberali.
Qualora Ella ritenesse non infondate queste preoccupazioni, sarebbe positivo che si aprisse un confronto, quantomeno sulle possibili misure per mettere in sicurezza la Costituzione.
AugurandoLe buon lavoro le porgo i miei rispettosi saluti
Aldo Giannuli
aldo giannuli, elena boschi, maggioritario, matteo renzi, parlamento, proporzionale, riforme, senato
SantiNumi
Professore, Lei potrebbe avere anche ragione.
Ma lo vuole l’€uropa.
kthrcds
Ciò che sembra caratterizzare l’entourage di Renzi è il pressapochismo e l’incompetenza, cementati da una solida sovrastima di sé stessi. Costoro stanno lavorando su riforme scritte da altri di cui non capiscono la portata, né sono in grado di prevedere le inevitabili derive autocratiche che favoriranno – basta ascoltare i vaneggiamenti dei vari Orfini, Nardella, Taddei, Bonafè, Moretti, ecc., che duettano con giornalisti sempre più improbabili e inattendibili nel corso di quelle deprimenti fiere della propaganda che sono i talk show tv.
Ma loro sembrano contenti così: di recitare la parte dei giovani e delle giovani donne (che, sia detto una volta per tutte, sono in tutto e per tutto uguali agli uomini, in termini di presunzione, incompetenza, arroganza, faciloneria e pressapochismo) e, in forza degli 11 milioni di voti presi in virtù dell’abbandono dell’avversario, sembrano essersi davvero convinti di essere dei riformatori, degli statisti, nientemeno.
“11 milioni di italiani ci chiedono di fare le riforme”, ripete spesso e volentieri Renzi quando ha finito il repertorio di battute da sacrestia, glissando sulla circostanza che i restanti 38 milioni non gli hanno chiesto proprio nulla; tranne forse di tornarsene a Firenze.
Dovranno comunque accelerare i tempi, perché quando dopo l’estate arriverà l’ennesima randellata sotto forma di “manovra”, Renzi avrà un bel da fare a convincere la popolazione che lui è l’innovatore di cui l’Italia aveva estremo bisogno.
Cosi come già per Monti e Letta, anche il declino di Renzi sarà repentino e tutti faranno a gara per disconoscerlo.
E non appena la destra toglierà di mezzo quell’ingombrante catafalco che è Berlusconi, vincerà le prossime politiche senza sforzo sull’onda dell’inevitabile fallimento renziano e di quel berlusconismo che il sire dei babbei ha inoculato irreversibilmente nella società italiana.
Giorgio A. Iacono
Questa ministra, egregio professore, non risponderà nemmeno a rime baciate e combaciate alla sua lettera aperta, sottolineata da una profonda e amara ironia che condivido.
Lettera aperta alla Ministra per le riforme Maria on. Elena Boschi - Caratteri Liberi
[…] Lettera aperta alla Ministra per le riforme Maria on. Elena Boschiluglio 24, 2014 Collaboratori di Aldo GiannuliOnorevole Ministro,o seguito lo scontro che Ella ha avuto in Parlamento con i […]
Paolo Federico
Speriamo che la ministra abbia la competenza la buona volontà e soprattutto la personalità per raccogliere il suo invito.
Mi creda, me lo auguro di tutto cuore.
e. adamo
tanto per cominciare, siamo sicure che “l’onorevole ministro” riuscirà a comprendere le argomentazioni del prof. giannuli?
nicola
“tanto per cominciare, siamo sicure che “l’onorevole ministro” riuscirà a comprendere le argomentazioni del prof. giannuli?”
No, io non lo credo.
mezzo pensante
la Boschi non credo sappia minimamente quello che sta facendo. e se lo sapesse non le importerebbe.
il sistema che costoro vogliono mi sembra sempre più affine a quello sovietico: tutto il potere in mano al segretario di partito (reso unico da legge elettorale e alleanza PD-Forza Italia ormai stabile)
“Certamente né Ella né il Suo partito hanno in mente un simile piano di occupazione del potere, ma chi può garantire che domani la maggioranza non sia conquistata da un partito con minori scrupoli democratici?”
Divertente. professore lei ha sempre quel che di pungente…avrebbe potuto anche fare satira di professione.
Germano Germani
E’ pesante ripetersi a proposito della ministra Maria Elena Boschi, ma ancora una volta ne vale la pena, citando Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del Futurismo.Interpellato negli anni venti se era a favore del voto alle donne, si espresse in maniera positiva.Ma aggiunse che il voto femminile avrebbe mandato in parlamento, un centinaio di parlamentari donne, dimostrando così l’assoluta inutilità del parlamento stesso. Mai come con il governo Renzi attuale, simile profezia si è avverata. Per comprendere l’inutilità del parlamento in carica, basterà citare il “deus ex machina” israeliano, naturalizzato italiano, che risulta essere uno dei consigliere più autorevoli di Renzi.Senza scordare lo statunitense Michael Ledeen.La leggiadra fanciulla ministro non conta niente, ma certamente è più decorosa di molti suoi omologhi maschi.
Adriano M.
Tempo perso parlare con chi è messo lì per non ascoltare.
Contro i fascisti i nostri padri sono andati in montagna ed hanno lottato rischiando e a volte perdendo la loro vita perché la nostra fosse degna di esseri umani e non di schiavi. Adesso tocca a noi e ai nostri figli fermare questi qui. Si fanno chiamare democratici, ma sono peggiori dei fascisti e non meritano trattamento migliore. Anche perché non fanno né faranno prigionieri: o noi o loro.
ANTONIO PALUMBO
Egregio professore, non mi permetto di contestare neanche una parola di quello che scrive; purtroppo devo constatare che gli effetti sociali prodotti dall’attuale costituzione, non sono molto brillanti. In questo paese di furbi(dove si riescono a distorcere i buoni principi, facendo della democrazia un “menù à la carte”, dove quando fa comodo ci si veste da paladini del popolo e dove tutto sta sprofondando in un mare di chiacchiere) preferisco rinunciare a qualcosa nella liturgia dei contrappesi democratici, di di cui lei giustamente parla, per un più efficace decisionismo parlamentare.
SantiNumi
Caro Professore, la invito caldamente a leggere questo articolo e i link collegati:
http://orizzonte48.blogspot.it/2014/07/la-tagliolaalla-sovranita.html?m=1
Chissà perché questi articoli non finiscono mai sul blog principe della Casaleggio Associati Associati?
Ormai è tardi.
(Il golpe del ’92 non ci sarebbe probabilmente stato senza lo SME… Almeno è chiaro perché sono stato monotematico con euro e storia del pensiero economico: non ci sono le risorse culturali per avere un’opposizione, figuriamoci una Resistenza )
Lorenzo G.
Credo Signori miei come direbbe il giullare di Rignano
Che siamo alle fasi finali di una Debacle Storica senza precedenti
Non solo non raccoglierà nessuna lettera Karina huff Boschi
Ma non la leggera neanche,visto la prosopopea e saccenza che aleggia in quel parlamento oggi
Non so come andrà a finire ma spero che non si tocchi il fondo
Perché poi la risalita può costare molto cara agli Italiani
Ma mi pare vista la classe politica odierna
Che non abbiamo scampo
Buona fortuna Italia
Non votate più !!!
Temistocle Vaccarella
Noto che c’è ancora chi evoca vecchi fantasmi, quali le mummie imbalsamate dei partigiani, la resistenza.Ma se la radice dei mali attuali sono proprie queste!Tale merce avariata è da gettare nella spazzatura della storia. A costoro dico ma quando deciderete di indossare i pantaloni lunghi?
Franco Gatti
Ottimo il commento di kthrcds
Andrebbe stampato ed appeso in tutte le sedi dei circoli PD, perchè tutti gli iscritti ed i simpatizzanti di quel partito possano leggerlo.
Franco Gatti
leopoldo
su “Non sarebbe la prima volta che da una norma …..”, quello che è successo con nazismo e fascismo fu indipendente dalle costituzioni, che poi vi siano stati appigli per giustificazioni è un altro discorso tante che hanno anche introdotto ordinamenti legislativi ad hoc. Cmq resta il fatto che le cose si possono fare bene e si devono spiegare alle persone nel modo più chiaro possibile.
SantiNumi
@Germano Germani
Tra quelle “mummie imbalsamate” ci sono anche i miei nonni.
Lascia stare Vaccarella, i GAP e quant’altro di cui sai che non tengo santini.
La figura di Lelio Basso è invece, a parer mio o di un Bertrand Russell (non) qualsiasi, un unicum mondiale, della Storia umana e che trascende qualsiasi considerazione storica, etico-politica e filologica: il suo lascito intellettuale e umano sarà lume anche durante il prossimo medioevo.
Che tu non possa (e soprattutto, NON VOGLIA) capirlo è un altro paio di maniche: “verba volant” e i corsi storici possono essere oggetto di tutto il revisionismo che vuoi: *** sed eius scripta manent ***.
Che questi nominati siano classisti, illiberali, paternalisti e filonazisti come i fascisti è un dato di fatto: che poi siano MOLTO PEGGIO dei fascisti perché sono delle povere bestie ignoranti, flatulenza nel vuoto dell’universo e, soprattutto, palminidi ignobilmente COLLABORAZIONISTI, è un altro conto e ti posso venire incontro.
Sono letame GOLPISTA e COLLABORAZIONISTA. È pacifico.
La Resistenza è qualcosa di più di un assembramento di eterogenei poveri cristi che è andato a farsi fucilare dagli anti-italiani (a cui appartenevano in primis il duce e i suoi sodali: non mi aspetto che tu possa comprendere perché Mussolini disprezzasse i suoi concittadini).
Leggi bene, più volte e soppesando le seguenti parole:
«”Resistere” significa difendere all’ultimo respiro lo Spirito dell’Uomo».
David Arboit
Una esposizione e interessante dei problemi. Esposizione che mi vede in gran parte d’accordo. Soprattutto una esposizione sobria, pacata e chiara.
In particolare sottolineo l’aspetto di un Parlamento di nominati. C’è un punto inderogabile dell’accodo Berlusconi-Renzi ed è proprio questo: i parlamentari li nomino io.
Il fatto è che i ragionamenti politici sobri e pacati non sono all’ordine del giorno e sono destinati a restare lettera morta. La discussione sulla riforma istituzionale e diventata una gazzarra dove l’obiettivo di tutti, nessuno escluso, è la visibilità mediatica. Del merito non frega niente a nessuno, del bene comune anche.
Le opposizioni fanno un ragionamento tattico stupido: con la lotta dura senza paura e senza esclusione di colpi, pensano, o avremo la vittoria piena facendo fallire il progetto o avremo una mezza vittoria perché il muro contro muro impedisce di fatto qualunque dialogo e qualunque miglioramento, quindi gli errori che ci sono in questa proposta di legge resteranno, non verranno corretti, ergo noi, dopo, avremo tutto il tempo di rinfacciarli a Renzi a lungo, facendogli fare una brutta figura. In sintesi è la logica del tanto peggio tanto meglio, alla faccia del bene comune e dei cittadini italiani. Teatrino della politica, né più né meno.
Le opposizioni fanno un ragionamento tattico stupido perché dal punto di vista mediatico hanno già perso in partenza la battaglia. La potenza di fuoco di Renzi è insuperabile. Inutile pensare di poterlo superare con l’arma dei mass media. Dal punto di vista dell’arma mass media Renzi sta all’opposizione parlamentare come l’esercito di Israele sta a quello di Hamas. Solo un “David” idiota (o sul libro paga di Golia) può prendere a ceffoni un “Golia” sapendo che con la sua fionda non può cogliere mai il bersaglio. In mezzo, come nella strisci di Gaza, c’è il popolo, qui da noi il popolo italiano.
L’unica strada sensata sarebbe quella di evidenziare, come si è fatto qui i problemi, e proporre emendamenti per correggere il testo in discussione. È la strada del dialogo proposta dal Presidente della repubblica. Ragionare seriamente, pacatamente, facendo in modo che nel paese e in Parlamento si discuta su pochi punti chiave. E invece no, si solleva il polverone. Strano che non sia stato ancora ripetuto il tormentone retorico e demagogico del “colpo di stato”. Probabilmente l’espressione è così logora che non la si può più utilizzare.
L’opposizione ha già perso. Manca l’intelligenza che consentirebbe di essere all’altezza del compito storico. “Sono morti, Siete morti” direbbe qualcuno che lei ben conosce.
David Arboit
Rettifico subito: l’espressione “colpo di stato” compare proprio qui sopra, nell’articolo sull’eversore Giorgio Napolitano. Non lo avevo ancora letto.
aldogiannuli
David: be però quello che sta facendo Napolitano non è certo nei limiti della normalità democratica e mi riferisco anche solo alle ultime 24 ore
David Arboit
Napolitano è evidente che agisce per dare indirizzi politici. Cosa che non gli compete in nessun modo. In alcune fasi della vita del paese può avere senso questo comportamento, lo aveva fatto anche Pertini. Si tratta di stimolare la politica, il Parlamento. Se, quando e come esorbita è una cosa da discutere caso per caso.
David Arboit
A proposito di pressapochismo e incompetenza. È noto dall’abc della politica che in politica il vuoto, la vacanza, non si dà. Tolto Renzi, cosa che non è di fatto possibile accada, oggi in Italia ci sarebbe il vuoto pneumatico, il nulla, cosa che ancorché impossibile non è realisticamente auspicabile.
Adriano M.
Dal blog “http://www.fascinazione.info/”
“Anonimo ha scritto: lunedì 22 novembre 2010 04:44:00
Prendendo atto che alcuni frequentatori di questo blog, hanno dato fuori di melone, per il mio pseudonimo precedente,ho scelto quindi tale nuovo pseudonimo,assumendo il vero nome di Temistocle Vaccarella, uno sfortunato trokzista napoletano, che è esistito realmente, ammazzato nel 1944 dai gappisti del PCI a Parco Sempione,attirato in un agguato.Erano anni in cui il PCI non tollerava concorrenti a sinistra, quando non gli ammazzava di propria mano, lasciava fare ai nazifascisti, infatti alle Fosse Ardeatine finirono la maggior parte degli aderenti a Bandiera Rossa di Roma.Entrambe le notizie le ho tratte dalla monumentale Storia della Guerra Civile del compianto e grande giornalista Giorgio Pisanò.Temistocle Vaccarella non è un personaggio di qualche film di Totò…”
Dal blog http://aldogiannuli.it/nuovotest/
“Temistocle Vaccarella dice:
25 luglio 2014 alle 06:49
Noto che c’è ancora chi evoca vecchi fantasmi, quali le mummie imbalsamate dei partigiani, la resistenza.Ma se la radice dei mali attuali sono proprie queste!Tale merce avariata è da gettare nella spazzatura della storia. A costoro dico ma quando deciderete di indossare i pantaloni lunghi?”
Non voglio entrare in polemica con i fascisti: non meritano alcun riconoscimento politico e da me non lo avranno.
Voglio però far notare a chi legge questo blog che cosa sono costoro e quali le loro argomentazioni. Non ragionano, non dimostrano, non ascoltano. Insultano e basta.
Usurpandone il nome, non hanno rispetto nemmeno di un Compagno vero e di un uomo che ha perso la propria vita inseguendo un ideale nobile: il sogno di un mondo migliore.
Quanto a Renzi, dopo aver risposto “ce ne faremo una ragione” a coloro che di volta in volta non erano d’accordo con lui, troncando qualsiasi confronto e impedendo ogni ragionamento nel merito di ciò che egli imponeva, oggi definisce “sassi sui binari” coloro che si oppongono, con la complicità di personaggi del calibro della Boschi, allo scempio delle istituzioni da lui portato avanti. Questa è la vera essenza del fascismo: forza senza ragione, sottomissione allo stato puro, mondo in cui non c’è alternativa nel far torto o patirlo, tentativo di azzerare la complessità dell’esistente dietro a facili quanto magari brutali scorciatoie. E proprio per questo è una causa persa in partenza: la realtà prima o poi si riprende il posto che merita.
Ciò che Mussolini minacciava tanti decenni fa, oggi Renzi cerca di realizzarlo: secondo lui, il Senato dovrebbe diventare un bivacco per i sui manipoli affamati di poltrone.
Esattamente cinquanta anni fa, nella nostra Patria si udiva un tintinnio di sciabole. Oggi è più difficile contrastare certa gente, anche se paradossalmente sappiamo chi è, ma non è impossibile. Mussolini è durato venti anni. Renzi finirà molto prima.
Sarà lotta dura e siamo solo agli inizi. Noi ci siamo e ci saremo.
aldogiannuli
Adriano M: per la precisione Temistocle Vaccarella era un bordighista
L’ho ricordato in un mio scritto di oltre trenta anni fa (che non riesco più a trovare) sulle dissidenze comuniste nella Resistenza.
Quanto al “Vaccarella” del fil di Totò (“Il Coraggio” con Gino Cervi) si chiamava Gennaro e non Temistocle.
Germano Germani
Santi Numi, io sono ben consapevole del disprezzo che Mussolini dimostrava per noi tutti. Sua è la celebre frase: “governare gli italiani non è difficile, è inutile”.Tu persevera nell’errore diabolico di ispirarti a Lelio Basso (con annessa tutta la sua cricca di cospiratori “liberogiustizieri” )io prediligo il barone Evola, il quale sosteneva che non fu il fascismo a rovinare gli italiani, ma gli italiani a rovinare il fascismo. Concludo citando il cancelliere austriaco principe Metternich, il quale affermò nel 1815, durante il congresso di Vienna, che l’Italia non era una nazione, non era un popolo, ma solo una espressione geografica.Io suggerisco che il prossimo presidente della repubblica italiana, sia il comandante Schettino, degno rappresentante di noi italiani!
SantiNumi
@Germano Germani
Pensi che non sappia che bolscevichi e liberali reazionari furono (e i secondi lo sono ancora) il peggio dell’etica socio-politica?
Ciò non toglie che il fascismo è stato, prima del “vincolismo europeista” che è frutto dell’incesto delle due precedenti ideologie, la pagina più vergognosa e beceramente ignorante di questa penisola (almeno al netto dei Bava Beccaris e dei Cadorna).
Russell non chiamò il celebre giurista a giudicare i liberali reazionari delle multinazionali anglosassoni perché aveva necessità di un “libero giustiziere”.
Erano le multinazionali aglosassoni che cercavano i fascisti quando avevano bisogno di “liberogiustizieri”? Giusto? A partire da quei vigliacchi collaborazionisti che liberogiustiziarono Giacomo Matteotti.
Conoscere la storia significa solo avere una serie di nozioni più o meno fattuali: “capirla” è un altro paio di maniche.
Così come “capire” il disprezzo del duce per gli Italiani non significa “comprenderlo”.
L’ermeneutica dei corsi storici non può svincolarsi dal pensiero economico, da quello giuridico o da quello politico e filosofico.
Capire l’importanza del pensiero bassiano durante la svolta autoritaria in atto, è fondamentale sia per i democratici sia per gli ex-fascisti: è importante anche per questi ultimi proprio perché i nuovi fascisti non parlano italiano.
Germano Germani
Santi Numi, la tua riflessione è interessante,ben ragionata e condivisibile in gran parte, anche se a tratti mi appare nebulosa, per colpa del tuo settarismo, che ti limita, ti condiziona, ti penalizza.Certamente uno dei mandanti dell’omicidio di Matteotti, fu il gerarca fascista (nonché ebreo) Finzi,finito fucilato nel 1944 alle Fosse Ardeatine.Ma si trattava di un ” pseudo-fascista” legato ad ambienti torbidi finanziari- massonici e in rapporto con agenzie petrolifere angloamericane. In realtà il nazifascismo, fu una realtà storica essenzialmente rivoluzionaria, complessa,variegata,contradditoria. Inaccettabile e ridicola la definizione di “male assoluto”, come impone la vulgata corrente.Certo se partiamo dalla nota affermazione di Karl Marx, che l’economia è il destino dell’uomo, tutto si spiega con il bipide umano che diventa un tubo digerente e nulla più.
P.S. Per quanto riguarda Adriano M. lo sfido a trovare una mia parola di dileggio nei confronti di Temistocle Vaccarella,il cui sacrificio merita rispetto;a me non importa la sua opzione ideologica, a lui va l’onore delle armi, ma comtemporaneamente il disprezzo per il cinismo dei vertici comunisti.
Gab66
Immagino che la Boschi non si sia data la pena di risponderle. Come la pensano queste persone si vede anche da questo: stanno per cambiare una Costituzione e non accettano e e promuovono nemmeno uno straccio di dibattito! Mi sarei aspettata, che ne so, una ministra che fa conferenze, partecipa a seminari o dibattiti!
Armando Farina
Tutti bravi, il vostro eloquio esprime cultura, ma in fondo in fondo la sterilita’ dello stesso, in quanto non modifica il fatto che ho una misera pensione, e quella rimane a dispetto delle piu’ che giuste ed intelligenti argomentazioni.