Lettera aperta al Presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia.

Caro Smuraglia,

come già sai, un report della nota banca d’affari americana Jp Morgan sostiene che l’incapacità degli stati europei di fare fronte alla crisi è prodotta, in buona parte, dalle “costituzioni antifasciste”, che buona parte di essi (Francia, Spagna, Portogallo, Italia, Germania, Grecia) si dettero dopo la seconda guerra mondiale. Secondo lo sconosciuto estensore del documento, esse sarebbero contrassegnate da elementi “socialisti” come l’esecrabile (per l’autore) costituzionalizzazione del valore di uguaglianza, da cui discendono gli eccessivi diritti sociali garantiti, i limiti ai diritti di proprietà, il “diritto di protestare contro proposte sgradite” che trova davanti esecutivi “deboli”. In conclusione: troppi diritti, troppe proteste, “troppe elezioni foriere di populismi” (sic!).

Tutto questo sarebbe emerso con più evidenza dopo la crisi finanziaria del 2007-2008, di fronte alla quale governi europei non sarebbe riusciti ad imporre le necessarie restrizioni di bilancio e le necessarie scelte impopolari (e qui si citano i casi di Grecia, Portogallo, Spagna (ma l’Italia deve essere rimasta nella penna dell’estensore).

Donde, il suggerimento di sbarazzarsi di queste costituzioni e scriverne di nuove interne all’ordine mondiale neo liberista.

Occorre riconoscere che le premesse da cui parte l’uomo della Jp Morgan (al netto dei giudizi di valore) sono corrette: le costituzioni antifasciste hanno una innegabile componente di socialismo, che trovò un punto di incontro con la democrazia sociale dei partiti cristiani e con l’eredità costituzionale del liberalismo. L’antifascismo fu questo: la convergenza fra culture politiche diverse che si ritrovavano sul terreno di una libertà riconquistata con l’abbattimento del totalitarismo fascista. L’antifascismo non fu solo la negazione del fascismo, ma ebbe un suo contenuto positivo che trovò concretizzazione proprio nel patto costituzionale del dopo guerra. Si constatò che la democrazia liberale non resistette all’assalto fascista per il suo elitarismo e dalla conseguente inadeguatezza a garantire l’accesso delle masse alla vita dello Stato. Come tu mi insegni, la diga definitiva contro il fascismo fu costituita da questa nuova concezione della democrazia che collegava il rifiuto della guerra e del militarismo al valore dell’eguaglianza sociale che subordinava la garanzia della proprietà privata alla sua funzione sociale. E frutto di questa nuova democrazia sono stati il mezzo secolo di pace in Europa e di crescita delle condizioni di vita delle classi non abbienti. Quello che ha riguardato in particolare i lavoratori che hanno potuto giovarsi proprio di quel “diritto di protestare” che tanto allarma la Jp Morgan e più in generale delle garanzie fornite dalle Costituzioni antifasciste. Caro Smuraglia, oltre che docente, sei stato valentissimo avvocato del lavoro, ma quante delle cause che hai fatto, avresti vinto senza giovarti delle garanzie della prima parte della Costituzione?

L’infelice sortita della Jp Morgan non desterebbe troppo allarme se non coincidesse con altri avvenimenti di natura diversa, ma che potrebbero confluire sullo stesso indirizzo. Penso, per esempio alla minaccia di Sergio Marchionne: la Fiat potrebbe non investire più in Italia in ”mancanza di regole certe”. Considerando che la dichiarazione è stata fatta in un conteso di critica sprezzante ad una sentenza della Corte Costituzionale, ci si chiede di quali “regole certe” intenda parlare l’ad della Fiat e se non intenda auspicare una revisione di quegli articoli che hanno indotto la Corte ad accogliere il ricorso della Fiom.

Nello stesso momento il governo ha varato un disegno di Legge per rendere più celere la revisione della Costituzione, in deroga a quanto stabilito dall’art. 138 di essa. Revisione i cui contorni non sono affatto chiari (stiamo parlando solo della seconda parte della Costituzione o anche della prima? E quali limiti avrà anche il “ritocco” della forma di governo e di Stato? Quali garanzie resteranno ai cittadini in termini di diritti collettivi?). A questo proposito l’Anpi, che è, per statuto, per tradizione storica, per eredità morale del partigianato, la principale depositaria di quei valori della Costituzione nata dalla Resistenza, ha già energicamente protestato, avviando contatti con singoli intellettuali (come Rodotà o Zagrebelsky) e con associazioni come Libertà e Giustizia o i Comitati Dossetti. Penso che sia la strada giusta e che si possa iniziare una campagna nelle scuole, nelle facoltà universitarie, nei quartieri ecc. contro il, tentativo di liquidare la Costituzione. Per tale campagna sono a disposizione come molti colleghi e gruppi di studenti che ho consultato prima di scriverti. Penso che il punto di arrivo possa e debba essere una giornata nazionale di lotta in difesa della Costituzione antifascista alla quale chiamare tutte le associazioni, i sindacati ed i partiti che si richiamano all’antifascismo.

Sul terreno dell’ordine costituzionale si misura come l’antifascismo non sia solo una venerabile reliquia del passato, ma un elemento vivo e vitale di lotta politica. Ieri la lotta era contro il fascismo, oggi contro il neo liberismo “afascista” ed antidemocratico.


Aldo Giannuli

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Comments (40)

  • Mamma quante cose su cui mi trovo totalmente discorde ho letto!
    I problemi in Italia sono 3: l’evasione fiscale da 200 miliardi di €; la corruzione politica da 3% del PIL e da scialacquo completo delle entrate; la durata mostruosa dei processi civili (e penali).
    Costituzioni antifasciste? Mi pare che la crisi è partita proprio dalla Mecca del libero mercato, gli USA, perchè non si diede ascolto a certi funzionari pubblici che avevano dato una serie di allarmi.
    Mi pare che la costituzione tedesca sia anche quella antifascista, mi ricordo che con quella giapponese si è ispirata proprio alla nostra.
    Mi pare anche che dal riconoscere tutti uguali (cosa neanche tanto originale visto il dibattito già nell’antica Grecia) al Socialismo ce ne passa e parecchio.
    Se l’Italia avesse avuto un ceto politico avrebbe fatto come la Germania o la Polonia che non mi pare abbiano grossi problemi attualmente.
    La verità è che mi pare stiano cercando (sono già a buon, anzi, ottimo punto) di ridurci a servi-della-gleba / consumatori-ottusi, senza diritti e coll’unico obbligo di lavorare per mantenere i parassiti. Rigor Montis docet.
    Piuttosto prof. perchè non cerca di inserirsi nel dibattito guardando ai 5 Stelle? Mi pare lei sia un pò fermo sui vecchi modi di dare un contributo mentre oggi anzichè organizzare cortei, manifestazioni e in definitiva comportarsi come si faceva ai tempi del 68 e del dopo 68, penso sia produttivo solo buttarsi nella politica attiva: organizzare un giorno per la difesa della costituzione antifascista sarebbe come un sasso nello stagno senza nemmeno i cerchi concentrici: finirebbe per non filarselo nessuno. Ha già più volte manifestato simpatie “entomologiche”, faccia l’ulteriore passo, anzi balzo, del suo cervello il MoVimento ha davvero bisogno. Ci (ri)pensi la prego.

    • Mirko: non ho capito su cosa non è d’accordo. Comunque: se il dissenso è sulle forme di protesta mi dica lei cosa propone se azioni come quelle che critica pensa siano superate e non mi ìvenga a dire che si fa tutto sulla Rete! Non ho nulla contro il M5s con il quale sono disposto a collaborare come con ogni forza di cambiamento. Però Le consiglio di essere più prudente negli enrtusiasmi: il M5s ha avuto un ruolo positivo nelle elezioni ma neanche esso è il toccasana e mi pare che qualche acciacco già lo mostri. In ogni caso io come al solito sono disposto a discutere di tutto

  • Io davvero non capisco come si possa considerare il cosiddetto neo liberismo un’ideologia politica, o per meglio definire il mio pensiero, un’ideologia politica condivisibile da una larga parte della popolazione. In soldoni, per quanto ne so io, il neo liberismo propugna la massima libertà per le aziende nelle scelte produttive, ed in particolare la libertà di spostare i propri siti produttivi laddove il lavoro costa meno. Il beneficio consisterebbe nella riduzione dei prezzi di cui beneficerebbero i consumatori. Ora, anche senza avere sotto gli occhi i disastri a cui abbiamo assistito, ci vuole un lobotomizzato per credere a questa balla. Se tutti gli industriali spostassero le loro aziende in uno stato dove il lavoro costa meno, il PIL crollerebbe e la nazione si troverebbe con una riduzione delle entrate spaventosa, con conseguente crollo dello stato sociale e riduzione drastica dei dipendenti pubblici. Questo significa che il neo liberismo non solo danneggia le fasce sociali che, tradizionalmente di sinistra, non lo voterebbero perché ideologicamente distanti, ma anche quelle categorie che sono tradizionalmente vicine alle idee liberali.
    Forse sarebbe il caso di cominciare a cercare di far capire alle persone questo concetto, invece di arroccarsi sulla difesa della Costituzione. Intendiamoci, difendere la Costituzione contro modifiche improntate al neo liberismo è sacrosanto, ma farlo genericamente in nome della Resistenza rischia di apparire agli occhi delle masse ignoranti, spesso costituite da persone con elevato grado d’istruzione e quindi ancora più pericolose, perché convinte di sapere, come una difesa di ideologie vecchie e fuori contesto storico. Bisogna invece far capire alle persone che esistono nuove forme di fascismo, molto più subdole, contro cui probabilmente non abbiamo ancora sviluppato i necessari anticorpi.

  • Forse sta succedendo veramente qualcosa, anche se sembra che tutto sia fermo.

    Ieri (17.07.2013) sul Corriere della Sera, Sartori critica aspramente il Ministro Kyenge (perche’ incompetente) e termina l’articolo in maniera ellittica: “L’Italia non si puo’ permettere governi combinati da misteriose raccomandazioni di misteriosissimi poteri. Siamo forse arrivati alla P3?”.

    Forse e’ solo la usuale vanita’ accademica di Sartori ma siamo in tanti a chiederci quello che sta succedendo veramente, a dispetto di una presunta immobilita’.

    Il riferimento di Giannuli alla revisione costituzionale mi sembra molto opportuno.

    Consiglio anche la lettura di Barbara Spinelli su Repubblica di ieri e l’intervista a Zagrebelsky su Il Fatto di oggi.

    Una domanda su tutto: perche’ fare del Consiglio supremo di difesa l’Alfa e l’Omega delle decisioni in materia di Difesa, espropriando il Parlamento, in particolare sulla faccenda degli F35? Il Generale Tricarico su L’Espresso della scorsa settimana (in edicola il 12.07.2013) e’ stato molto chiaro: l’F35 non ci conviene e ci leghera’ mani e piedi agli USA. La Germania, per es., sta optando per un aggiornamento degli Eurofighter. Tricarico va oltre: tutto il nostro rapporto nei confronti degli USA per la tecnologia militare e’ di evidente squilibrio a favore gli USA che mantengono il segreto su parti importanti ma che pretendono la disclosure da parte nostra.

    Io ho come l’impressione che siamo sotto (forte) ricatto e che Napolitano stia solo cercando di limitare i danni.

    Diro’, di nuovo, una cosa impopolare a favore di Napolitano: difendendo l’indifendibile (il Governo Letta ed i suoi Ministri dell’Interno e degli Esteri) Napolitano cerca di evitare un effetto domino che magari qualcuno sta cercando di provocare: mi sono chiesto perche’ la faccenda Kazakha e’ uscita solo ora dopo piu’ di 45 giorni dal fattaccio.

  • LA JP morgan al solito parla con lingua biforcuta… un eventuale costituzione neoliberista difficilmente aiuterebbe i governi a ridurre i deficit, ma servirebbe esclusivamente a foraggiare potenti interessi economici non tassabili più di tanto… l’unico effetto sarebbe abbassare la spesa pubblica (no ospedali e scuole) con un parallelo calo del gettito fiscale dovuto alla sparizione della classe media ed al forte contenimento dei salari… anche un ritorno di grandi aziende (vedi la Fiat) porterebe più contributi statali che tasse… quindi jp parla pro domo sua e non pro entità statali occidentali… ma non è una novità… la questione è chi sono gli amici di jp qui e ora?

  • Giannuli: anch’io mi chiedo che ruolo effettivo stia giocando Napolitano.

    Ho conoscenze limitate del (e nel) giro che conta, quindi posso solo fare delle ipotesi e sospendere il giudizio.

    Mi rimane da capire quali siano, nelle condizioni date, i margini di manovra.

    Per es., il fatto di tenere dentro Berlusconi a tutti i costi e’ dettato da: 1) tendenda ad inciuciare come D’Alema? 2) necessita’ numeriche parlamentari? 3) evitare di fare il gioco USA fino in fondo rimanendo senza margini di manovra?

    Cambiando argomento, sulla trattativa Stato Mafia. Il termine e’ improprio, perche’ “Stato” e “Mafia” sono stati mano nella mano dall’Unita’ d’Italia. Allora, cosa e’ successo veramente nel 1992/93 e perche’ l’intero sistema politico fa blocco a difesa del segreto di quegli anni?

    Ipotesi: 1) sono tutti coinvolti; 2) si tento’ l’operazione di sottrarre la mafia ai golpisti atlantisti, dandogli in cambio via libera nel campo economico e finanziario; 3) non lo lo.

  • Domenico Di Russo

    Caro prof.,

    sono d’accordo sulla necessità di ritrovare forme di manifestazione e contestazione su un tema strategico di importanza cruciale (non a caso, il fatto che sia stato sollevato da J.P. Morgan la dice lunga) che, pur organizzate sulla Rete, puntino all’incontro umano e alla costituzione di un rete nazionale di protesta e proposta radicali.
    E mi sta più che bene il richiamo alla Costituzione, specie se si considera il carattere anti-costituzionale (specie nei confronti della Costituzione della Repubblica Italiana) dei trattati europei da Maastricht in poi: la battaglia deve essere condotta, infatti, su punti essenziali quali l’uscita dall’attuale architettura politico-economica continentale incardinata sul carattere tecnocratico e oligarchico dell’Unione Europea e sullo sbilanciamento dell’area valutaria europea innescato dall’Euro a favore della Germania e dei suoi satelliti; il ripristino della sovranità monetaria e fiscale; il recupero di una politica economica e industriale programmata centralmente; la repressione finanziaria; e così via.
    Tuttavia trovo per certi versi controproducente il richiamo all’antifascismo. Mi spiego: so bene che l’antifascismo costituisce il tratto costitutivo e fondante della Costituzione, per cui manifestare a difesa di quest’ultima comporta necessariamente implementare il suo carattere antifascista. Eppure eviterei di rivendicare insistentemente l’antifascismo, se non altro per una ragione che credo elementare: non ha senso ed è forse banale richiamarsi all’antifascismo in assenza di fascismo.
    Se il fascismo è quel complesso ideologico che è stato egemone nell’Europa tra le due guerre e che ha continuato a essere strisciante nei due-tre decenni successivi, si tratta allora di un fenomeno storicamente finito, compiuto e non più riproducibile, per lo meno nelle forme in cui si è presentato e lo abbiamo vissuto o conosciuto. A meno che non si voglia ampliare per estensione la semantica della parola ‘fascismo’ a tutto ciò che risulta totalitario ma, a mio modesto avviso, sarebbe una mossa sbagliata. E poi, si sa, tra il dichiararsi antifascisti e il praticare seriamente l’antifascismo quando questo dovesse mai risorgere, in nuove forme e con nuovi mezzi, c’è sempre un abisso e resterebbe solo da lavorare sulla cifra delle unità per capire quale sarebbe la percentuale di coloro che, all’ora x, si “defilerebbero” perché quella delle decine sarebbe sicuramente 9 (tradotto: tra il 90% e il 99% di tutti i manifestanti “antifascisti”).
    Insomma: organizziamoci, riuniamoci, manifestiamo, protestiamo, proponiamo, lottiamo, ma facciamolo contro il vero nemico. Facciamolo in nome dell’anticapitalismo, dell’antiliberismo, contro l’UE, contro i trattati europei, contro la rendita finanziaria.

  • L’intervento di J.P. Morgan che avevo letto sui giornali, dovrebbe, credo, indurci ad un riflessione più approfondita sul quadro istituzionale al cui interno tale intervento si inserisce: non quello italiano ma quello europeo.

    Come ho sentito dire da Giorgio Cremaschi in assemblea lunedì scorso a Milano, la valutazione espressa dai più alti dirigenti di J.P. Morgan riguarda il fatto che le costituzioni antifasciste – e l’affezione delle popolazioni rispetto ai valori in esse contenute – si stanno dimostrando un ostacolo alla massimizzazione dei loro profitti, la cui strategia di realizzazione è coincidente al processo di integrazione europea così come lo abbiamo davanti; così come esso è voluto dai tecnoburocrati-autocrati-oligarchi di Bruxelles e Francoforte.
    Tali personaggi, tipo Rehn, van Rompuy e compagnia, mai votati da nessuno per fare quel che fanno ma nominati dai governi dei paesi membri, i quali in questo modo – direi che lo abbiamo capito tutti ormai – cooptano dei propri fedelissimi lobbisti per rappresentare in sede comunitaria chi gli ha pagato le campagne elettorali su base nazionale, sono nella metà dei casi persone che prima degli incarichi comunitari lavoravano per grandi banche d’affari e fondi d’investimento, ed a tali occupazioni ritornano appena finito il mandato.

    La Banca Centrale Europea, che ha di fatto “licenziato” dei governi assolutamente indecorosi in Grecia ed Italia ( indecorosi ma, piaccia o meno ammetterlo, legittimamente eletti ) ha insediato nuovi capi di esecutivo, Papademos e Monti, e dettato per iscritto i programmi di governo senza aver nessuna legittima autorita per fare ciò.
    Essa ha fedeli esecutori, quali in primis Napolitano, pronti ad eseguire qualsiasi cosa a costo, senza tanti scrupoli, di mettersi la Costituzione sotto le suole dei piedi.
    Su chi ne sia a capo non ricorrerò a parole mie ma alle parole ben più autorevoli delle mie del prof. Bruno Amoroso dell’Università di Roskilde: “L’Europa ha seguito per imitazione le stesse politiche con le “direttive europee”, passivamente recepite anche in Italia, che hanno introdotto la banca “universale” e la liberalizzazione dei mercati finanziari. In Italia questo percorso è stato segnato dalla biografia di Mario Draghi, che bene illustra i conflitti d’interessi e le collusioni tra mondo politico e poteri finanziari. Negli anni ottanta è direttore per l’Italia della Banca Mondiale, negli anni novanta diventa direttore generale al Tesoro e privatizza il sistema bancario, introduce il Testo Unico del 1993 sulle banche che recepisce tutte le direttive europee, comprese quelle ben note sui derivati speculativi. Poi lascia la mano per andare a dirigere la Goldman Sachs e contribuire così a mettere a punto la “grande truffa” che esplode nel 2008, di cui non era a conoscenza come responsabile della sorveglianza in quanto Governatore della Banca d’Italia. Nel mentre la “sinistra” è distratta dalla difesa dell’”autonomia” della Banca d’Italia, dalla denuncia sul conflitto d’interessi di Berlusconi contro il quale, in ogni caso, non fa nulla”.

    Insomma, le grandi banche d’affari ed i fondi di investimento internazionale dirigono la politica comunitaria e i processi decisionali comunitari sono non rappresentativi di alcuna volontà politica espressa dal basso, dal popolo. Si tratta piuttosto di processi decisionali istituzionalmente verticistici, oligarchigi e fondati sulla nomina invece che sull’elezione.
    Qualsiasi complottista è semplicemente un fesso, perchè tutto viene fatto TOTALMENTE ALLA LUCE DEL SOLE ( come nel racconto di Poe, mi pare se non sbaglio autore: se vuoi tenere nascosta una fotografia non occultarla in fondo ad un cassetto, meglio se la appendi sopra il caminetto in mezzo ad altre 20 ).

    A questo punto, sapendo che l’edificio potrebbe crollare, questi grandi poteri finanziari hanno bisogno di passare velocemente all’incasso, e dicono in modo assolutamente ESPLICITO che il processo di integrazione europea così come esso è in atto, ha lo scopo di riempire le loro tasche perpetrando una gigantesca rapina nei nostri confronti. Ma per costrigerci a subirla devono prima revocarci la democrazia, e l’antifascismo è un ostacolo!
    Il loro problema è solo questo: esistono ancora ostacoli legislativi al compimento di questo progetto, ostacoli dati dalla permanenza delle poche residuali vestigia delle nostre democrazie e sovranità nazionali, tenute in piedi dai principi espressi dalle rispettive costituzioni antifasciste.

    Tradotto vuol dire che *questo* ( e dicendo *questo* intendo dire da sinistra che sarebbe stato possibile ed auspicabile dare vita ad un altro tipo di percorso di integrazione europea, ma che dobbiamo fare concretamente i conti con ciò che abbiamo di fronte, che non è frutto del caso ma di precise volontà politiche che ormai non possono più essere cambiate dall’interno perchè rappresentano posizioni totalmente bloccate ed in teologale malafede ) processo di integrazione europea è in realtà una gigantesca transizione dalle democrazie ad un autoritarismo ad andar bene a-democratico se non apertamente antidemocratico e fascista.

    Stiamo perdendo le nostre democrazie, per carità “borghesi” e concepite per un pieno quadro di compatibilità col capitalismo e quindi per mille motivi criticabili, ma che comunque degli spazi di libertà ed autorappresentazione li garantivano, per permettere ai lobbisti delle banche d’affari ( che trovano piena rappresentazione ai vertici di UE e BCE ) di instaurare un autoritarismo, magari fascista, più funzionale alla realizzazione dei loro interessi.

    Cadute le ultime maschere bisognerebbe fare i conti con il fatto che la discussione “euro si/euro no” è ormai completamente superata dagli eventi.
    Non si è riusciti ad introdurla nel dibattito politico, nonostante l’impegno di persone intelligenti che ci hanno provato come ad esempio Mimmo Porcaro dall’interno di Rifondazione, o i tentativi del M5S di iniziare a parlare di un referendum consultivo, ma a questo punto sarebbe inutile.
    Avrebbe avuto senso farlo, e sarebbe stato necessario riuscirci, 5 anni fa.
    Adesso l’emergenza è sul fronte della democrazia, costi quel che costi dal punto di vista economico, perchè all’estremo “meglio poveri ma liberi che….poveri altrettanto e neanche liberi”.
    A questo punto i termini della questione si riassumono nella dicotomia Democrazia antifascista versus Unione Europea, inutile girare intorno al concetto.

    Qualunque sia il costo economico del rompere i rapporti con queste isituzioni comunitarie è un dato ormai irrilevante, se consideriamo bene primario ed insindacabile vivere da persone liberi che si rapportano ad istituzioni democratiche e rappresentative.
    Tutto è un dettagliuccio di poco conto rispetto alla questione di democrazia che J.P. Morgan ci ha sbattuto in faccia con brutale sincerità.

    Sarò drastico, ma la sostanza del discorso è questa.
    Francamente credo che l’ANPI non arriverà mai a dire che sventolare la bandierina azzurra con le stelline non c’entra più proprio un bel niente coi bei sogni ( secondo me comunque discutibili ma almeno animati da buone e sincere intenzioni ) di Spinelli confinato dal fascismo a Ventotene, ma è in realtà diventanto equivalente a sventolare una bandierina fascista, e quindi tutti i sinceri antifascisti devono cominciare a combattere contro l’UE, per uscirne, al fine di salvare la nostra Costituzione ed il valore dell’antifascismo.
    Questo è un messaggio che a sinistra non passa.
    Lo dico da militante ( senza più bandiera, proprio per questo motivo ) di sinistra.
    Non c’è niente da fare, questo concetto non passa.
    Smuraglia questa cosa non la dirà mai, ma in questo momento sarebbe l’unica cosa sensata e sottoscrivibile che potrebbe dire.

  • Verrebbe da dire CVD (come volevasi dimostrare): hanno arrestato a Panama Mr. Lady, 007 del caso Abu Omar, da sempre sotto copertura.

    Dice Gramaglia sul sito del Fatto:

    “Dopo Alma, ‘Mister Bob’: povero Enrico! Ma allora ditelo, che ce l’avete con le larghe intese, il governo Letta, Alfano e la Cancellieri. No, non parlo del Pd, … Ne’ dei ‘grillini’ … Parlo di quegli apparati dello Stato, la polizia, i servizi… l’arresto di Lady crea imbarazzi con gli Stati Uniti e non emoziona per nulla l’opinione pubblica. Senza poi contare che l’ex agente della Cia stava proprio a Panama, Paese degli inciuci del Cavaliere e del faccendiere Lavitola con il presidente Martinelli e il suo staff. C’è di che farsi venire qualche rovello. C’è un governo che non riesce a prendere le decisioni che considera prioritarie, perché la sua maggioranza glielo impedisce, ma fa, quasi a sua insaputa, cose di cui farebbe volentieri a meno. Ci va bene così?, o a chi va bene così? Forse, se lo chiede pure Enrico a Palazzo Chigi…”.

  • @Mirko G. S.

    I problemi in Italia sono 3: l’evasione fiscale da 200 miliardi di €; la corruzione politica da 3% del PIL e da scialacquo completo delle entrate; la durata mostruosa dei processi civili (e penali).

    Mirko, sono attivista anch’io e fino a che non capisci che la “corruzione” e “l’evasione fiscale” sono i nostri più gravi problemi solo nella testa di Beppe e di chi sta espropriando l’Italia del suo benessere il M5S non arriverà da nessuna parte.

    Se non capisci la causa dei guai non puoi trovare le giuste soluzioni.

    Sai sicuramente cosa oggi ha pubblicato il carissimo Di Battista, giusto? A proposito del report della Ragioneria Generale.

    Bene.

    Rileggiti il post delirante di Beppe di ieri poi leggiti un articolo come questo:

    http://www.voxeu.org/article/going-beyond-mystery-italy-s-price-competitiveness-indicators

    Ti sembra normale continuare con sta storia della corruzione e del debito pubblico?

    Condivido che gli intellettuali INDIPENDENTI dovrebbero essere più attivi a mettere pressione al vertice del M5S: mesi fa ho fatto un commento simile al tuo con la medesima esortazione rivlta al Prof. Giannuli.

    Professore. Se non sarete Voi accademici, e fra di Voi chi è più libero ed integerrimo, che influenza chi ha la responsabilità del movimento culturale alla base del M5S, chi dovrebbe farlo? Gli Amerikani? I Servizi(etti) segreti? Qualche amico “fidato” di Beppe o Gianroberto che fai il triplo gioco?

    L’Intelligentia ha – in questi mesi – responsabilità STORICHE. Abbiamo bisogno di GUIDE.

  • Giovanni Pauletti

    Sembra che la sovranità nazionale dell’Italia non esista più. Le società di rating che danno indicazioni sulle linee di politica sociale, la polizia di stato che si piega ai voleri del dittatore kazako, il PD che si genuflette davanti a B. (ma non è una novità), il Nap che ci mette del suo. Perché non ricordare Dante: “ahi serva Italia di dolore ostello…..”. Almeno cerchiamo di tenersi stretta l’unica cosa ancora seria nel nostro paese: la Costituzione. Teniamo duro, anche grazie ai blog, a persone come il Prof. Giannuli (ho quasi tutti i suoi libri a casa). Forza Aldo!

  • @ sanitumi: non c’ bisogno di guide, ma di strumenti: se dai un pesce a un uomo lo sfami per un giorno; se gli insegni a pescare lo sfami per tutta la vita. in questo senso iniziative come questa promossa da aldo sono interessanti e da supportare pienamente: perchè tendono all’educazione, a dare la possibilità di capirci tra noi e capire in che direzione bisogna andare. è vero come dice domenico, che il termine a livello di marketing è datato e che bisognerebbe trovare qualcosa con più presa, ma il concetto in effetti è sempre lo stesso: il neoliberismo tende alla creazione di status di privilegio e alla conformazione di regimi totalitari, data la sua tendenza a negare le istanze sociali e a svuotare di senso e contenuto le istituzioni. per un modo o per l’altro si arriva sempre al fascismo.

    interessanti le riflessioni di caruto su napolitano, sebbene tutta sta funzione deterrente di berlusconi nei confronti degli interessi d’oltreoceano non ce la vedo. senza contare che gli scandali estivi sono un classico della politica italiana, e il fatto che escano fuori d’estate è sintomo che le conseguenze per il governo saranno pochine. poi scalfari che dice in poche parole che visto che a berlusconi di alfano non gliene frega nulla, lo potrebbe anche cacciare. e in effetti non avrebbe nemmeno tutti i torti su questo punto. poi certo, hanno pure indagato la fondazione vedrò per il mose, un sacco di coincidenze, ma credo che la coincidenza più significativa sia il fatto che renzi e debenedetti si siano sfilati dal governo. dove vogliono andare? vogliono prendersi tutto il partito? e soprattutto credono seriamente di poterlo fare? forse si, forse no, ma credo che questo punto non sia irrilevante nell’interventismo recente di napolitano, che ha pure avvertito grillo sulla convenienza di discrete aperture a sinistra, che lo hanno in effetti aiutato a tenersi unito il partito e per impedire quindi la nascita di maggioranze alternative a questa. insommma, napolitano è pessimo, ma a me sembra solo il pallido frutto dell’alleanza berlusconi-dalema-grillo

  • SantiNumi, un qualsiasi Paese spende in base a quello che guadagna e quello che guadagna è dato quasi esclusivamente dal prelievo tributario. 200 miliardi all’anno di evasione, cioè di mancate entrate DOVUTE equivalgono al 10% dello stock attuale di debito pubblico. Questo è un problema dell’Italia perchè mantenendo invariata la legislazione si potrebbe ogni anno abbattere il debito pubblico in maniera pesante, disponendo di quei soldi.
    Analogo discorso vale per la corruzione politica: abbiamo politici che non prendono le decisioni necessarie ma si spartiscono le entrate dello Stato come fosse la refurtiva di una rapina (in parte lo è). Questo è un problema ancora maggiore perchè è la causa dell’evasione fiscale oltre che la fonte di tutto quanto non funzioni in Italia. Come dire che il problema principale di un organismo non è nelle disfunzioni del sistema nervoso oppure che il problema principale di un internato in un manicomio non sia che il suo cervello è andato.
    In Germania l’evasione è intorno ai 6 miliardi e quasi tutto viene ricuperato dallo Stato… poi Beppe farnetica…

  • Professore intendevo dire che non mi ritrovo colla disamina del tizio della Morgan in quanto sembra dalle sue parole che: antifascismo e giustizia sociale = Comunismo, povertà, crisi. Invece mi pare che i Paesi virtuosi abbiano superato la crisi semplicemente colla applicazione delle leggi e una programmazione basata sull’interesse pubblico anzichè sugli interessi delle lobbies e di partito.
    Se l’Italia appartiene ai PIIGS e rischia il default non è un problema di antifascismo ma di cialtronismo politico. Quando lei critica la (non) opposizione a B. riprende le parole di Grillo, che non ha inventato nulla ma afferma solo dati evidenti. Il problema della crisi italiana è questo, l’antifascismo non ha colpe; questo intendevo dire.

    • Mirko: da come Lei aveva scritto si capiva che non fosse d’accordo con me. Per quanto riguarda la cialtroneria dei polirtici non posso essere che d’accordo, ma non si tratta solo di questo: il corporativismo diffuso, il localismo, la cialtroneria di manager e finanzieri, il familismo amorale, la viltà del ceto intellettuale, il servilismo verso gli Usaecc ecc. dove li mettiamo?

  • @Mirko G. S.

    un qualsiasi Paese spende in base a quello che guadagna

    Assolutamente NO!! E’un’eresia ideologica che ha portato al fiscal compact e a mettere il pareggio di bilancio in Costituzione!

    Un politico NON può NON conoscere la differenza tra microeconomia e macroeconomia: questo è appunto il peggior frame ideologico inoculato dalla propaganda neoliberista. Ma come pensi che sia stata disintegrata la sinistra in Italia e in Europa?

    Queste sono le ricette di Monti, di Boldrin, dei Radicali, del PD e di tutte le formazioni peggio reazionarie della scena politica.

    L’Italia NON rischia il default perchè siamo spendaccioni e c’è la corruzzZzione! Il BILANCIO PUBBLICO è devastato dagli INTERESSI sul debito pubblico, NON dalla spesa pubblica: e il motivo della sua esplosione è stato ESCLUSIVAMENTE l’esplosione del DEBITO PRIVATO A CAUSA DELL’UNIONE MON€TARIA (https://it.wikipedia.org/wiki/Ciclo_di_Frenkel) in un contesto già insostenibile a causa del divorzio tra TESORO e Banca d’Italia che ci costringe a far l’elemosina sul mercato secondario dal 1981.

    La Germania è virtuosa solo nella propaganda RAZZISTA dei politici del nord che devono giustificare al loro elettorato i costi della guerra economica scatenata dal desiderio di egemonia della loro classe dominante in Europa.

    Tu NON puoi essere un attivista, argomenti come un comune piddino: dovresti sapere come ha fatto la Germania a ottenere questa posizione di vantaggio in Europa. E a quale prezzo. Mai sentito parlare delle riforme Hartz? Hai mai visto come è distribuito il reddito nella cara e virtuosa tedeschia?

    Questa ignoranza sui fatti macroeconomici ci espone ad una estrema vulnerabilità allo shopping dei tuoi amici virtuosi che hanno già iniziato la campagna acquisti dei nostri gioielli di famiglia.
    E’ questa la “decrescita” che vogliamo? La deindustrializzazione? La deflazione salariale?

    Ma che MoVimentista sei? Questo è il lavoro che noi ATTIVISTI VERI abbiamo fatto:

    https://docs.google.com/file/d/0B0DM_HqqOHAVREd0QUtmdkRPZUE/edit?pli=1

    Se NON si cambia rotta con questo qualunquismo sulla politica economica faremo la fine della Lega.

    Beppe è un grande, ha fatto 30: ora deve fare 31.

  • @Professore

    Ma lei può condividere un approccio all’analisi politica come quella di Mirko? Ma l’elenco di “mali” socioeconomici che elenca non c’erano anche quando eravamo in pieno boom economico e culturale? Quando gli amici virtuosi degli odierni “collaborazionisti” erano costretti loro malgrado a prendere un minimo in considerazione il nostro ruolo geopolitico?

    Stiamo assistendo al secondo tempo di ciò che è iniziato con il “golpe” del ’92: possibile che il dibattito si limiti ad analisi che un Oscar Giannino, uno Scalfari o un venduto qualsiasi può spiattellare?

    Il parallelismo con il ’92 è stato appena fatto da Beppe Grillo in un modo tanto pedestre che, come al solito, finisce per promuovere il contrario di ciò che sarebbero tecnicamente i nostri interessi nazionali.

    Cosa intende poi per “localismo”? Mi confermi, la prego, che non si contrappone a mondialismo e a società multietnica…

    Non posso non pensare che Moro sia stato proprio l’inizio della fine.

    Saluti.

  • @giandavide

    Condivido assolutamente ciò che dici: è vero che i fascisti hanno “rubato” il sostantivo “dux, ducis” per promuovere un modello pseudo-nietzschiano e autoritario.

    Ma le guide non devono essere per forza dei “condottieri” o dei Dogi.

    Possono essere delle guide “spirituali”, dei “maestri” appunto: coloro che, nel loro campo, possono fornire degli STRUMENTI incredibili per il benessere personale e collettivo.

    Il Prof. Giannuli è chiaramente un mio “influencer”: sono interessato alle sue opinioni/analisi perchè cerco modelli di riflessione e di pensiero strumentali al mio percorso formativo. Ha, per me, un ruolo di docenza.

    Lo strumento “Ciclo di Frenkel” mi è stato fornito da un altro Professore (che piaccia o meno ai suoi detrattori): può arrivare anche Krugman ora a difendere l’€ (e non lo fa), ma se non smonta il modello di Roberto Frenkel lo mando tranquillamente a stendere.

    Il desiderio di molte persone è che i leader politici vengano “influenzati” da accademici coraggiosi ed indipendenti, non dalle banche d’affari.

    Roosvelt dava retta a Keynes non a J.P. Morgan.

  • il punto è sempre quello bagnai, l’amico delle banche italiane: nega gli effetti della corruzione; magnifica la dirigenza economica italiana dei ligresti e compagnia; fa analisi che concludono sempre conun “non si è mai visto x, quindi x non può accadere” (il che lo porta più indietro di aristotele); non parla di keynes dato che per lui non fa molta differenza se i soldi finiscono a una banca piuttosto che nell’economia reale; parla di moneta alternativa e rifiuta i bitcoin (la moneta elettronica alternativa lodata da assange, tralaltro).

  • Nuova Costituzione, riforma delle carceri, piano nazionale di edilizia scolastica, modifica radicale degli ammortizzatori sociali, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Ed ancora, legge elettorale, stop al pagamento dell’Imu e rinuncia all’aumento dell’Iva.

  • @giandavide

    Non credo che stiamo parlando dello stesso Prof. Bagnai che ha reso celeberrimo il “Ciclo di Frenkel”: ti consiglio il suo libro “Il tramonto dell’euro”.

    La dialettica, la rigorosità, l’organicità e la semplicità lo hanno reso di gran lunga il divulgatore più apprezzato sui temi macroeconomici.

    Il Bagnai di cui parlo io ha posizioni esattamente opposte a quelle che elenchi tu e recita la General Theory come un rosario… 🙂

    p.s.
    I BTC sono stati il mio miglior investimento valutario: l’altranno li ho acquistai a 7 e quest’anno li ho rivenduti a 120…

    Cmq non è Bagnai che raffredda l’entusiasmo sulla cryptocurrency per eccellenza ma direttamente Krugman: http://krugman.blogs.nytimes.com/2011/09/07/golden-cyberfetters/
    http://krugman.blogs.nytimes.com/2013/04/12/adam-smith-hates-bitcoin/

    Saluti.

  • posso credere che bagnai recita keynes come un rosario: a memoria e in modo anche avulso dal resto delle sue interpretazioni. non si spiegherebbe altrimenti la sua interpretazione dell’italia “virtuosa” degli anni ’90, senza contare ciò che bagnai pensa di berlusconi:

    ” A tutti, ma soprattutto alla “sinistra”, fa comodo liquidare il problema come un problema di debito pubblico, perché così ne può dare la colpa al governo precedente. Il problema è invece di debito privato, la colpa è dell’euro, e il governo precedente ha tenuto i conti in ordine, mantenendo il fisiologico incremento del debito durante la recessione nell’ambito dei 10 punti di Pil. Certo, questo ci ha riportato indietro di dieci anni come rapporto debito/Pil, ma in Europa, con una crisi simile, solo la Germania ha fatto marginalmente meglio di noi, potendo però contare su una crescita drogata dalla nostra domanda. Quindi Berlusconi non era un problema macroeconomico, l’euro sì, e i fatti lo dimostrano.”

    http://goofynomics.blogspot.it/2011/11/luscita-delleuro-redux-la-realpolitik.html

    ecco se questi (berlusconi e bagnai) sono dei keynesiani, io sono babbo natale e la facciamo finita. non credo che sia possibile essere keynesiani e contemporaneamente dire che berlusconi e le sue politiche non sono state un problema macroeconomico per l’italia, dato che berlusconi di keynesiano non ha fatto proprio nulla: ha concentrato la ricchezza e basta. ma non è certo un caso che bagnai scrive anche su libero.

    infine questo è bagnai sul bitcoin. veramente molto argomentativo. https://twitter.com/AlbertoBagnai/status/259761625245024257

    riguardo le critiche di krugman, a cui aggiungo anche questa, https://twitter.com/AlbertoBagnai/status/259761625245024257

    mi sembra che si concentrino prevalentemente sul fatto che il bitcoin viene ritenuto uno strumento finanziario ed accumulativo, cosa che peraltro è vera, ma che non è certo stata inventata con il bitcoin, ed è piuttosto legata al modo in cui gli uomini interagiscono con le monete al giorno d’oggi. e rispetto a queste modalità di usare i soldi egemoni al giorno d’oggi il bitcoin si pone in modo assolutamente destabilizzante, sviluppando fino al livello del paradosso le contraddizioni del nostro sistema economico, che aveva abbandonato la società di adam smith ben prima che nascesse il bitcoin. è chiaro che il bitcoin, non essendo legato ad un’istituzione statale, non può essere uno strumento keynesiano, ma il suo inserimento nei meccanismi dell’economia globalizzata e deregolamentata lorende una quinta colonna che getta sabbia negli ingranaggi, e solo per questo lo trovo degno di supporto.

  • santi numi, partiamo da premesse molto distanti. io penso che l’Italia sia male amministrata e spenda male i soldi. credo sia inoppugnabile. i paesi piigs si sono indebitati fino al collo rimandando al giorno che sarebbe stato fare i conti colle conseguenze (che sarebbe magari stata una gatta da pelare per politici diversi, forse dell’ opposizione). la tanto vituperata germania coi debiti ci ha ristrutturato la parte est. la grecia invece paga pensioni di reversibilità alle figlie nubili… i debiti bisognerebbe accenderli per fare investimenti. in italia non è mai stato così basti vedere che tutte le proposte per arginare le rapine avanzate dal m5s vengono boicottate. se la germania vuole diventare egemone fa semplicemente quello che tutti paesi tranne quelli cialtroni vogliono fare… iniziamo a fare anche noi così per prima cosa facendo quadrare i conti facendo pagare le tasse a tutti e ripristinando lo stato di diritto.

  • Sono stati superati i confini della legalità e della decenza costituzionale. Adesso è l’ora di raccogliere attorno a un unico obiettivo tutte le forze, le associazioni, i movimenti che scelgono di opporsi allo scardinamento della repubblica parlamentare. Attorno a personalità come Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà , Salvatore Settis, Gaetano Azzariti, Carlo Smuraglia, attorno a associazioni come Libertà e Giustizia, i Comitati Dossetti, la Convenzione per la legalità costituzionale, Salviamo la costituzione, l’Anpi nazionale, i sindacati che hanno partecipato al 2 giugno a Bologna si sta organizzando una imponente mobilitazione, tale da costituire un importante punto di riferiment per il referendum che inevitabilmente si prospetta. Un incontro organizzativo si terrà prima di luglio. I punti critici e di forte allarme democratico sono almeno 3:1) il metodo scelto dal governo e dalle forze politiche che lo sostengono che non rispetta l’articolo 138 della Costituzione;2) Il semi presidenzialismo o il presidenzialismo che molti, anche fra i cosiddetti “saggiâ€, cercano di imporre;3) la legge elettorale che non è considerata la priorità assoluta.Durante l’incontro con le associazioni si comincerà a gettare le basi per il Comitato referendario. Adesso basta. Si sta giocando col fuoco ma i cittadini italiani non dimenticano la loro storia e nel momento più grave della crisi economica si oppongono allo smantellamento della Costituzione nata dalla Resistenza.

  • @giandavide

    Bagnai si rifà ad un keynesinismo ortodosso e con quel post che riporti non fa altro che dimostrare come la retorica di sinistra sia volta a scaricare il barile su Tremonti e sul Caimano quando i dati dimostrano che non ci sono state “spese pazze dello stato ladro”: il problema da risolvere è il debito privato non quello pubblico. Semplice.

    L’esplosione del debito privato è stato causato dall’€ e, di questa devastazioone, ne è più direttamente responsabile un Prodi, un Amato o un Fassina rispetto a Belzebù.

    p.s. Non si può chiedere a un Bagnai opinioni sul BTC quando non sa come funziona Wikipedia… 😉

  • @Mirko

    No, Mirko, le argomentazioni che porti, grazie al cielo, non arrivano neanche dal Blog di Beppe ma direttamente dalla penna sporca di sangue di Skalfari.

    Ti ho linkato quel lavoro fatta dagli attivisti di economia5stelle.

    Ci sono tutti i riferimenti per uscire da questa matrix mediatica e avere un po’ più chiaro il quadro complessivo.

    Pls, diamoci una mano, siamo noi la Resistenza.

    Un abbraccio.

  • piccolo particolare: il fatto che bagnai non si sia minimamente preoccupato di ricordare che la spesa pubblica italiana sotto il governo berlusconi non è stata indirizzata verso l’economia reale, ma verso la prosecuzione di un welfare concepito come tinello di casa degli amici. questa piccola dimenticanza lo pone fuori da qualsiasi ragionamento di matrice keynesiana, dato che il keynes che ne risulta è quello dello scavare buche e riempirle, ovvero l'”uomo di paglia” costruito dai neoliberisti per criticare le politiche keynesiane: non basta che lo stato spenda soldi perchè si applichino delle politiche di tal genere, ma serve anche che questi soldi siano spesi in funzione socialmente utile e produttiva. e bisogna davvero essere in botta psichedelica per vedere della produttività in operazioni balorde come quella di alitalia, dove gli italiani hanno pagato lo yatch a colannino. e un premier che ti svende la compagnia di bandiera per favorire i peggio amichetti non è un problema macroeconomico per l’italia? e ho fatto il primo esempio che mi veniva: ce ne sarebbero molti altri…

  • Invece no, caro Santinumi, derivano da Report, da Limes, da discussioni fatte con altre persone, dai viaggi in Polonia. Scalfari fortunatamente non c’entra. Cmq leggerò quello che hai linkato.

  • L’Italia è mal amministrata e spende malissimo i propri soldi, ma di spesa pubblica in questo paese ce n’è troppo poca, non troppa.

    Possiamo lungamente discutere su quel che dice un prof. di economia p quel che dice un altro.
    Il punto resta sempre lo stesso, in Italia abbiamo fatto esplodere il debito pubblico innanzitutto mettendo lo Stato nella condizione di finanziarsi chiedendo prestiti alle banche invece che con la propria politica monetaria ( la “banca centrale indipendente” non vuol dire niente, o meglio, vuol dire indipendente da qualsiasi indirizzo politico e in misura direttamente proporzionale dipendente dagli istituti credito ).
    Da li in poi ci siamo dissanguati pagando interessi sugli interessi, il che non vuol dire sottovalutare quanto schifosamente clientelare fosse la cassa del mezzogiorno.
    L’uno non esclude l’altro.

    Certo è che se continuiamo a pagare interessi sugli interessi non ne caveremo fuori le gambe.
    Se continueremo a mettere soldi pubblici nel riempire i buchi delle sofferenze bancarie, invece di applicare il sacrosanto principio che se lo Stato ci mette i soldi rileva la proprietà ( nazionalizza ) e si fa un grande polo pubblico del credito, sarà peggio che andar di notte.

    I 150 miliardi annui di evasione&elusione fiscale?
    Sono un problema, certo, nessuno sostiene il contrario. Sono un problema come lo era la cassa del mezzogiorno utilizzata solo per gestirsi le clientele politiche ( motivando poi la nascita di quell’altra banda che è la Lega Nord, che non era contro le clientele, ma contro il fatto che non fossero loro ad avvantaggiarsene ).
    Dobbiamo tuttavia essere realisti.
    Il problema dell’evasione fiscale è talmente tanto sedimentato ed incancrenito da rendere impossibile una soluzione con la bachetta magica ed al contempo è ineludibile la necessità di rimodulare tutto il sistema fiscale perchè esso contiene già una intollerabile passa patrimoniale, legata al fatto che lo Stato ha sempore tollerato che la parte più ricca evadesse, andando a pescare i soldi da chi le trattenute le ha direttamente in busta paga.
    Anche questa è una patrimoniale ( al contrario ), ma pur sempre tale.
    Oltre a questo però dobbiamo anche fare i conti con un’altra contraddizione che è venuta creandosi in modo particolare negli ultimi 20 anni paralllelamente all’indebolimento delle garanzie contrattuali dei dipendenti e in generale alla stagnazione del mercato interno mentre la gran massa del popolo aveva a disposizione sempre meno da spendere.

    Mentre una volta si evadeva per arricchirsi negli ultimi 20 anni lo si è fatto per sopravvivere.
    Lungi da me l’affermare che evadere sia giusto, quando è invece un furto e su questo non si discute.
    Ma se fosse possibile domani mattina inventarsi un metodo che renda impossibile evadere contestualmente l’intera economia di questo paese andrebbe al collasso, a partire dai più piccoli che si son semplicemente preoccupati di sopravvivere.
    Praticanti delle varie professioni vessati da ordini professionali che son diventanti autwentiche caste chiuse, cui viene mensilmente messo in mano un rimborso spese che neanche basta a coprire ciò che costano i mezzi di trasporto, ed oltre a questo devono pure pagarsi la cassa previdenziale andando in passivo.
    Questa gente non ha molta alternativa, per sopravvivere, al dilazionare il momento dell’apertura della partita IVA a quando finalmente nell’ordine ci saranno entrati e fattureranno in proprio e non per conto del professionista nel cui studio fanno i propri praticantati, altrimenti semplicemente si troverebbero nella condizione di dover pagare per lavorare.
    Le partite IVA mascherate, che in realtà sono a tutti gli effetti dei dipendenti, pagati con lordo equivalente a quello che una volta era un normale netto, ma senza ferie e/o malattie pagate, con i contributi da pagare con una folle gestione separata INPS che costa delle cifre folli per maturare pensioni che sono in realtà delle pedate nel sedere.
    Qua stiamo parlando di altre centinania di migliaia di persone che evadono per sopravvivere, non certo per arricchirsi.

    E i piccoli commercianti strangolati dalla grande distribuzione?
    20 anni evadevano per arricchire, ma oggi?
    Per quello che hanno fatto ( sbagliatissimo ) in passato, vogliamo oggi dire che la grande distribuzione sia bella buona e giusta ( lo sapete come trattano i dipendenti )?

    Da tutto questo si può uscire, si deve uscire, è questione di volontà politica.
    Ma anche avendo la più ferma e più in buona fede delle volontà politiche si può farlo solo gradualmente, con una progressiva strategia di rientro, mentre parallelamente si portino avanti delle forti politiche di redistribuzione e di *investimento pubblico*, altrimenti si finisce di distruggere tutto.

    Abolire l’evasione domattina, se anche fosse possibile, sarebbe “distruttivamente giusto”.
    Intanto che si rientra gradualmente bisogna fare in modo che lo stato spenda ( per investimento invece che per clientela ) DI PIU’.

    Su questo SantiNumi, piaccia o meno, ha perfettamente ragione.
    Dopo che abbiamo abolito l’evasione da un momento con l’altro, tiriamo su un clamoroso extragettito fiscale al primo anno, contestualmente facciamo crollare ancor di più il PIL, già al secondo anno non ci abbiamo guadagnate niente, e al terzo falliamo per ottemperare ai criminali impegni presi col fiscal compact.

    In Italia la “kasta” fa schifo, ma chi crede che un paese – Italia compresa – fallisca per la kasta, mi dispiace, ma di quel che stiamo vivendo ha capito poco.

  • @Mirko

    Il nome di Skalfari è stato fatto solo perchè è uno degli spin doctor più virulenti che inquina l’informazione nella nostra penisola.

    Poiché è servo di coloro che hanno svenduto e saccheggiato l’Italia negli ultimi 20’anni ha consolidato la campagna di disinformazione sui temi di carattere macroeconomico che hai promosso e su cui ho posto le mie obiezioni di merito: concentrarsi sulla corruzione e sul debito pubblico ora è la tattica di chi “auto-denuncia” un carico di stupefacenti da un kilogrammo che arriva dalla frontiera mentre si cerca di far passare un rimorchio che ne contiene una tonnellata.

    Il M5S sta facendo “il gioco del nemico” come la Lega nel ’92 quando si scagliava contro la “partitocrazia e Roma Ladrona” consegnandoci di fatto, con il contributo di Mani Pulite, alla “bancocrazia” e a “Bruxelles Ladrona” che hanno fatto scempio dell’economia del nostro paese.

    Il M5S si deve opporre a questa linea suicida che stanno proponendo Beppe e Gianroberto:

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/11/beppe-grillo-referendum-per-leuro-e-ristrutturazione-del-debito/324037/

    E’folle e collaborazionista.

  • Enea io sono perfettamente d’accordo con te e in parte con SantiNumi. Tuttavia io non condivido il vostro credo anti-euro ed anti fiscal-compact. Sicuramente l’Italia ha da oltre 20’anni questo stock ed è sempre riuscita a rigenerarlo, il fatto che si siano ricordati solo da un paio d’anni a questa parte del nostro debito pubblico ed abbiano abbassato il rating è una chiara speculazione ordita da lontano, ma ciò non toglie che altri Paesi, lo ripeto, non hanno i nostri problemi. Hanno la bacchetta magica? Fanno miracoli? No. Semplicemente rispettano le regole e fanno scelte dettate dall’opportunità, non dalle clientele e da tornaconti personali. Da quando hanno abbassato il rating cosa ha fatto l’Italia per ricuperare? Niente. Cosa ha fatto Monti il super genio della Bocconi? Ha alzato le tasse, non si è premurato di farle pagare a chi dovrebbe pagarle. Nessuno ha mai operato in modo prudente e degno. A questo punto dovremmo scappare dall’Euro? Scappiamo dal secolo scorso, forse è arrivato il momento di affrontare i nostri problemi senza dare la colpa gli altri.
    P.S.: per abolire l’evasione da oggi a domani basta abolire il contante. Abbasseremmo il debito pubblico, avremmo da fare investimenti, redistribuiremmo il reddito in maniera più equa, faremmo finalmente vedere in Europa che non siamo un popolo di cialtroni.

  • Per quanto riguarda gli avvocati poi, Enea, permettimi, ma vorrei capire perchè, manuale Verde di procedura civile alla mano, gli avvocati di tutta la Repubblica francese sono un sottomultiplo di quelli della Corte d’appello di Napoli.
    La giustizia andrebbe riformata ma quelli che si oppongono maggiormente alla riforma sono proprio gli avvocati. L’ingresso in questa “casta” è difficilissimo, ma c’è la certezza, una volta entrati, di essersi garantiti una sorta di rendita in quanto in Italia non esiste alcun sistema naturale meritocratico di selezione del professionista in ambito forense, qualunque avvocato incapace può tranquillamente esercitare ed arrivare alla pensione indisturbato. Questo è uno sei tanti problemi che affligge l’Italia e che bisognerebbe al più presto cambiare perchè mantenere la professione di legale come una sorta di ammortizzatore sociale per laureati in legge è una delle cause che porta al prolungamento dei processi da un lato e alla fuga verso i lodi arbitrali da un altro delle controversie. In Italia gli stranieri non investono per questo motivo ed è un dato di fatto, non lo dice Scalfaro.

  • @Mirko G. S.

    io non condivido il vostro credo anti-euro ed anti fiscal-compact

    Non credi a 70’anni di studi macroeconomici con analisi pressochè pacifiche in tutta la comunità scientifica: preferisci credere a Monti, a Skalfari, a Giannino piuttosto che a Krugman o De Grauwe.

    ciò non toglie che altri Paesi […] non hanno i nostri problemi

    TUTTI i paesi della zona € hanno i nostri problemi! Anche la Francia che pensava di fare la furba insiema alla Germania!! Ma cosa fai? Credi al mito della razza ariana??

    [..] per abolire l’evasione da oggi a domani basta abolire il contante

    Abolire il contante?
    Questa poi… un bel chip sotto pelle e siamo a posto: con questo mi certifichi che non puoi essere un attivista.

    Alle prossime elezioni vota PD, dalle opinioni che esprimi è il partito che ti rappresenta di più.

  • @Mirko

    In Italia gli stranieri non investono per questo motivo ed è un dato di fatto

    Effettivamente queste sono sparate alla Boldrin e alla Giannino più che del Venduto: altri rappresentanti di lobby che non vedono l’ora di finire di ciucciarsi fuori Enel, Eni, Finmeccanica e quei pochi brand che ci sono rimasti.

    Ma chi ti ha detto che gli investimenti diretti esteri (IDE) in Italia siano un bene? Certo è che se il massimo dell’informazione sono la Gabanelli o Santoro è difficile capire che il problema è il DEBITO PRIVATO, il DEBITO ESTERO e NON quello pubblico.

    Siamo appena stati travolti dallo tzunami del credito facile senza rischio di svalutazione da parte delle banche del nord e vogliamo ancora capitali dall’estero? Ma è follia!

    Certo, facciamo investire gli Ariani in Italia dando a qualche bel fondo anglosassone la partecipazione di maggioranza di Saipem.

    p.s. ma non ti preoccupare, lo hanno già fatto. Buona miseria a tutti.

  • Giannuli è assolutamente e profondamente sbagliato storicamente parlando, caratterizzare come antisociale il fascismo italiano. Poco prima di defungere l’atea e marxista Margherita Hack ha riconosciuto che il lavoratore italiano pur non essendo libero, durante il ventennio mussoliniano, era socialmente molto più garantito di ora dove il liberalismo imperversante ha distrutto lo stato sociale, che fu instituito nella penisola proprio dal fascismo negli anni trenta.Ma poi stiamo scherzando vero quando pretendiamo di dare una coloritura di “fascismo” alla JP Morgan. Costei rappresenta il mondo cosmopolita e speculatore capitalista,fatto da notissimi banchieri e finanzieri internazionali,che da sempre furono contro il fenomeno nazifascista, che furono gli artefici dell’entrata in guerra degli USA per liquidare con una guerra di annientamento le potenze dell’asse e che per il loro scopo non esitarono ad allearsi con il bolscevismo staliniano.Evidentemente temevano di più Hitler che Stalin, per i noti motivi facilmente intuibili, che le risparmio.Il fascismo italiano fu l’unica forma di socialismo mai realizzata in Italia. Basti pensare che il primo provvedimento adottato dal CLNAI nel 1945, fu di abolire la socializzazione delle imprese, varata dalla RSI mussoliniana. finalmente libera dai compromessi ventennali con l’alta borghesia capitalista, il vaticano, la casa regnante, la massonera speculatrice alla JP Morgan tanto per intenderci.Poi l’appello agli ultra novantenni dell’ANPI lo trovo patetico,ridicolo,assolutamente fuorviante, essi furono in Italia durante il conflitto mondiale veri e propri collaborazionisti della massoneria antifascista, alla JP Morgan, tanto per capirci, massoneria che non esitò ad impiegare l’arma atomica contro popolazione civile ed inerme, pur di sconfingere e liquidare le potenze dell’asse e ciò che il nazifascismo rappresentava sul piano ideologico e che aveva realizzato nelle proprie nazioni, ove le classi operaie stavano sotto il profilo sociale ed economico, molto meglio che nel “paradiso dei lavoratori staliniano” e nella patria della antifascista JP Morgan.Le consiglio di leggere le parole di fuoco che l’antifascista confinato a Ponza, Ernesto Rossi, dedicò all’amministrazione del presidente USA Franklin Delano Roosvelt,colpevole con il New Deal,ai suoi occhi, di aver adottato la politica economica del fascismo italiano.Fatti storicamente comprovati non opinioni.

  • @Germano Germani

    La tua posizione mi vede assolutamente concorde nella netta distinzione tra il modello fascista sviluppato in Italia con il sostegno del governo inglese, in chiave antiamericana, e quello “neoclassico”, feudale dei rentiers e della finanza mondialista e apolide.

    Dato il minimo comun denominatore dell’antidemocraticità dei modelli, sono sotto i nostri occhi i differenti risvolti politico-economico-sociali. (E noterei, con un filo di disprezzo, il diverso livello di valore culturale e di intelligenza di chi rispettivamente li sostiene…).

    Per uscire dal feudalesimo e dalle economie parassitarie è stata necessaria la Rivoluzione Francese, per “uscire” dal nazifascismo sono state parzialmente cedute le sovranità nazionali.

    E’ indiscusso poi che le socialdemocrazie e le politiche dello stato sociale rivendicate dalla sinistra nascono sotto il fascismo italiano: è assolutamente evidente che il concetto marxista di “comunismo” ispiratore della propaganda di sinistra è assolutamente antitetico con il concetto di “progressività delle imposte” e di redistribuzione del reddito che si sviluppa negli anni trenta rendendo l’Europa del dopoguerra l’area mondiale con la qualità della vita più alta e con la forbice delle disuguaglianze sociali più basse.

    Insomma, nelle socialdemocrazie progressiste europee, e nella realizzazione del “sogno europeo del welfare”, si applicano politiche sociali di derivazione fascista, non comunista.

    Di questa ultima parte del ragionamento, francamente, mi manca tutto il framework di fonti necessarie e un minimo di studio vero delle dinamiche in oggetto.

    Noto, @Germano Germani, che tu invece sei assertivo: avresti delle indicazioni a livello di fonte che confermano che le politiche economiche italiane sviluppate negli anni trenta sono espressioni del “potere dietro le autorità fasciste” e non un riflesso delle politiche Keinesiane a cui si sono accodati gli stati europei per far fronte alla crisi?

    Che io sappia, Mussolini all’inizio degli anni venti lodava lo stato “minimo” che doveva garantire solo la difesa dei gentiluomini dai furfanti. Poi gli scandali vergognosi in borsa della famiglia Agnelli & Co. fino allo scoppio della bolla mondiale con il solito tzunami che è partito dagli Stati Uniti: a quel punto Mussolini ha “cambiato” idea sul libero mercato… la fine delle “banche universali”, la nascita dell’IRI e di tutte le basi che hanno poi portato al volano delle industrie parastatali nel dopoguerra.

    E’gradito qualsiasi spunto per un chiarimento.

    Saluti.

  • Santi Numi, uno degli slogan mussoliniani era: “tutto nello stato,niente al di fuori dello stato, nulla contro lo stato”.In primis l’economia. Fu Franklin Delano Roosvelt a imitare con il New Deal, l’intervento dello stato corporativo fascista nella economia, che fu un volano per lo sviluppo industriale italiano, sfruttato anche nel dopoguerra. Uno dei padri fondatori della repubblica antifascista, il “liberogiustiziere” Ernesto Rossi, scriveva peste e corna sia dell’intervento dello stato corporativo fascista nell’economia, ma soprattutto del New Deal roosveltiano, che a suo dire, negli anni trenta, sciomiottava lo stato mussoliniano.Ma con grande scoramento di Ernesto Rossi,ebbero entrambe le esperienze, sia italiana che statunitense, un enorme successo economico.Vogliamo citare le opere sociali fasciste come l’AGIP ereditata nel dopoguerra da Enrico Mattei,l’IRI, la BNL, l’INPS,l’ordine dei giornalisti ( Giorgio Bocca definì Mussolini un ottimo giornalista)leggi a protezione della maternità e infanzia, le otto ore lavorative,la sanità popolare gratuita, l’edilizia popolare, l’Enciclpedia Treccani,l’Accademia d’Italia, le colonie estive per le famiglie operaie,Cinecittà di Roma,inoltre la CGIL ereditò in gran parte strutture e quadri dirigenti dei sindacati fascisti pre esistenti e mi fermo qui per non annoiare.Poi per quanto riguarda gli Agnelli almeno era una famiglia torinese proprietaria della FIAT, ora è della famiglia Elkan…che sono tutto tranne che italiani!Anzi sono la personificazione dell’economia da rapina, economia cosmopolita e apolide, nemica dei popoli e della loro sovranità.Idem per Marchionne, che fa rimpiangere il cavalier Valletta!Tutto ciò in ossequio a quello che tu dici parziale rinuncia delle sovranità nazionali,ben sacrificate, aggiungo io, pur di sconfiggere il “male assoluto” vale a dire il nazifascismo!Il secondo conflitto mondiale fu una sorta di “guerra santa” per il trionfo nel mondo del capitalismo apolide,cosmopolita, speculatore e nemico dei popoli e della nazioni, che purtroppo imperversa attualmente su tutto il globo terracqueo.

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