Lettera ai colleghi contemporaneisti sul “caso Moffa”.
Pubblico oggi la lettera che ho inviato nei giorni scorsi ai colleghi della Sissco (Società Italiana per lo studio della Storia Contemporanea), dove ho espresso alcune considerazioni in merito al “caso Moffa” che nelle scorse settimane ha creato non poco scompiglio.
Alla lettera, per il momento, non è seguita alcuna risposta da parte dei colleghi.
A.G.
Cari Amici,
Una premessa: Claudio Moffa me lo ricordo dalla fine anni settanta, quando iniziò a bazzicare Democrazia Proletaria, in cui militavo. E lo ricordo molto sensibile alle tesi moscovite a proposito della questione etiopico-eritrea. Sono sempre stato un antisovietico di granito e sono stato fra i fondatori dell’associazione Italia Eritrea per cui potrete immaginare gli scontri che avemmo. Dopo, nei primi novanta, vidi la sua rivista “La lente di Marx che sembrava l’organo dell’ Associazione per il Libero Pensiero di Michail Suslov: roba da gastro duodenite solo a leggere i titoli e l’ elenco dei collaboratori. E proprio su quella rivista Moffa lanciò la sua campagna negazionista, aprendo un dibattito con interventi di autorevolissimi storici di sinistra.
Dunque, non ho alcun motivo di sintonia politico culturale, stima personale o anche semplice simpatia per il noto professore teramano. Detto ciò, ci sono un po’ di questioni da chiarire e pertanto mi limiterò a porre alcune domande.
1- Il master va avanti da 5 anni e se ne parlò in occasione del caso Faurisson, ma già nell’ anno precedente, nel silenzio più totale vi aveva fatto lezione Serge Thion, altro notissimo esponente negazionista. Domanda: cari colleghi di teramo, dove eravate quando il consiglio di facolta’ decise di approvare il master nonostante le posizioni di moffa fossero notissime? E dove eravate quando avete visto arrivare in facolta’ personaggi come il citato Thion, Maurizio Blondet ecc?
2- Dopo un anno di sospensione, l’Ateneo Teramano decideva di riaprirlo, nonostante il precedente. Il Rettore si è difendeva dicendo che la segnalazione veniva dal CdF di Scienze politiche: cari colleghi di teramo, e’ il rettore che dice frescacce o e’ vero? e, se e’ vero, come e’ andata? Eravate assenti, avete votato contro, a favore o cosa?
3-Consiglio a chi voglia approfondire, di farsi una passeggiata sul sito www.masteruniteramo.it e di leggere l’elenco dei 160 relatori che si sono avvicendati: c’è una impressionante serie di nomi di sinistra. Politici giornalisti, magistrati, consulenti parlamentari. Ma la cosa più scioccante, storici (molti dei quali, haimé, miei amici e questo mi è dispiaciuto ancor di più). Ovviamente tutto questo è oggi sbandierato come fonte di legittimazione della serietà scientifica del master. Allora, viene il dubbio che ci sia una consistente corrente culturale di sinistra che (forse spinta dall’appoggio alla causa palestinese) pensa davvero che occorra rimettere in discussione la questione dell’ Olocausto, ma allora che venga allo scoperto e parliamone, senza far finta che si tratti del solo Moffa.
Ma temo che la soluzione sia terribilmente più semplice e scoraggiante: che abbiano accettato molto alla leggera l’ invito. E allora chiedo: cari colleghi interessati, come vi e’ venuto in testa di accetare questo invito? Ma quando andate a fare una lezione o una conferenza, vi documentate prima su dove state andando? E se lo avete fatto, vi siete accorti che prima di voi avevano fatto lezione personaggi come thion e blondet?
Io mi batterò sempre perchè possa parlare anche Blondet, ma non mi viene lontanamente in testa di andare in un corso in cui lo avrei come collega.
4- Il master si giova di un parterre di relatori da fare invidia alle più famose istituzioni universitarie: da Monsignor Ravasi a Giulio Andreotti, da Michele Ainis a Giovanni Pellegrino, senza contare lo stuolo di illustri magistrati (Sinagra, Siclari, Calia, Priore). Unico in Italia, che io sappia, ad essere stato presentato presso la Presidenza del Consiglio (voi siete mai stati ospitati per un dibattito a Palazzo Chigi?). Ma la cosa più impressionante di tutte è la partecipazione di autorevolissimi esponenti israeliani. Nonostante questo sia stato definito la fiera del negazionismo e il precedente di Faurrisson, è andato a tenervi lezione, senza battere ciglio, Mordechay Lewy.
Sapete chi è?
L’ ambasciatore di Israele presso la Santa Sede. Vi pare normale? E prima di lui c’ era stato Don Vittorio Segre -storico eccellente e professore Emerito di Pensiero politico ebraico all’Università di Haifa, il quale, prima di darsi all’ insegnamento universitario (nel 1969) ha avuto una brillante carriera militare e diplomatica.
domando a voi tutti: vi pare normale tutto questo? Come si fa a definire covo di antisemiti un master onorato da presenze al di sopra di ogni sospetto come quelle appena citate? Ma, soprattutto, siamo sicuri che questo master cosi’ ricco di relazioni e cosi’ autorevolmente sponsorizzato- sia proprio quel che sembra?
5- Certo che se i sostenitori della legge penale antinegazionista avessero avuto bisogno di una occasione per eliminare questa insopportabile anomalia di un paese europeo che non l’ ha ancora varata, il noto docente gliela ha servita su un piatto d’ argento. Il punto è un altro: oggi si chiede a gran voce di buttare fuori Moffa dall’ università. Dico subito che non sono affatto d’ accordo perchè mi sembra un modo surrettizio (e un pò democristiano) per far passare in altra forma la legge antinegazionismo.
Firmerò qualsiasi dichiarazione o appello in difesa della libertà di insegnamento, anche se non credo che ce ne sarà alcun bisogno: l’ uomo mi pare abbastanza ben sostenuto e alla fine se la caverà, così come ha ottenuto la riammissione del suo master. Ma alcuni mi obietteranno che la rimozione di Moffa sarebbe opportuna non per il merito delle sue affermazioni, ma perchè dice bestialità sul piano scientifico. Personalmente ritengo le tesi negazioniste autentiche castronierie, ma allora il punto non è la vexata questio negazionismo si o no, ma il livello scientifico del personaggio che squalifica l’intera classe accademica. Benissimo! Sono d’ accordo: è ora di fare un bel riesame del livello scientifico del nostro corpo docente; però, non mi verrete a dire che Moffa è l’ unica bestia dell’ intero mondo universitario italiano! E allora che ne dite di una commissione parlamentare di inchiesta o di una commissione ministeriale che verifichi il livello dei docenti e segnali i casi meritevoli di sanzione sino al licenziamento?
E’ una idea che a me diverte molto.
6- Ma se Moffa è indegno di insegnare per le sue bestialità negazioniste, ancora meno degni sono quelli che lo hanno mandato in cattedra una decina di anni fa: in fondo bastava leggere La lente di Marx e qualche altro suo articolo per sapere cosa diceva. Ed allora, come ha fatto la commissione a promuoverlo? Ma li hanno letti i suoi lavori? E soprattutto: chi sono quei geni che gli anno fatto vincere il concorso? E chi sono quegli altri geni che gli hanno fatto superare lo straordinariato?
Tutto ciò premesso, cari amici, una domanda a voi tutti: se non facciamo chiarezza su questa serie di punti, siamo proprio sicuri anche come sissco- di avere i titoli morali per parlare sulla questione?
Con la stima di sempre
Aldo Giannuli
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Carlo
Aldo, complimenti, come al solito hai scritto un gran pezzo che fa capire e sorridere. Complimenti per il coraggio che dimostri nello smascherare i vizi della tua stessa corporazione (che sono, haimè, di tutto il paese). Temo che se volessimo dare una risposta realistica al tuo J’accuse dovremmo renderci conto che tutti questi papaveri del bel mondo accademico-politico hanno transitato dal master di Moffa solo per il gettone di presenza, l’albergo, la cena pagata, durante la quale magari fare public relations per sistemare mogli e amanti.
Berlusconiani inconsapevoli, con leggerezza, l’aggravante dei futili motivi.
L’Italia sprofondò (insieme al mondo) nel suo 2° fascismo per leggerezza, senza pensarci…
un abbraccio
Carlo
Claudio Moffa
Giannuli, la lezione di cUi parli (del 2010!) è stata giudicata da un PM assolutamente priva di antisemitismo ed anzi “pregevole” e “ineccepibile” da un punto di vista e metodologico e di merito. È in rete, vedi di leggerla invece di sparare idiozie. Mi trattengo in attesa di un tuo riscontro. Poi non avrò remore.
Andrea
mi rendo conto che apparirò come una pulce con la tosse e che, con ottime probabilità risulterò off topic, ma prendo spunto dal passaggio sull’approccio di ‘sinistra’ all’olocausto ed il contemporaneo appoggio alla causa palesinese’ per condividere il mio pensiero sulle ‘giornate della memoria’.
scelgo di ricordare le vittime per quello che erano… vittime. le ricordo come emblemi di tutte le vittime dell’oppressione di chi non credeva nell’uguaglianza di tutti gli appartenenti alla nostra specie, di chi credeva e guistificava la sopraffazione… non le ricordo per il gruppo a cui appartenevano in quanto, a mio giudizio, questo rappresenterebbe un’accettazione del ‘punto di vista’ di coloro che non ritengono che siamo tutti uguali. pertanto, piuttosto che rendere omaggio al gruppo a cui appartenevano le vittime dell’Olocausto (quindi ebrei, rom, omosessuali, prigionieri politici, ecc), credo che se interpretrate con onestà quei giorni debbano essere dedicati a chi oggi è vittima della sopraffazione… dai palestinesi ai ceceni, dai curdi ai tibetani, dai lavoratori nelle fabriche di shenzen alle orde di giovani donne dell’est e dai pakistani in kuwait agli immigrati di adro.
p.s. il professor Giannuli è troppo un galantuomo e pertanto, poichè non lo fa mai, segnalo sull’argomento il suo ‘abuso pubblico nella storia’ che ha degli interessantissimi passaggi sul negazionismo