
Le elezioni in Grecia ed un appello in favore della sinistra greca.
Il 20 settembre prossimo si voterà nuovamente per il parlamento greco. Inutile dire che, dopo un primo momento in cui i sondaggi davano scontatamente in testa Syriza, per effetto dell’istintivo compattarsi intorno a Tsipras contro la Germania e la Ue, le cose stanno avendo un decorso, per ora, assai diverso.
Il partito si è spaccato in tre tronconi (forse quattro), le misure di austerity imposte dalla Ue hanno iniziato a mordere, l’effetto iniziale pro Tsipras si è attenuato ed i sondaggi (per quel che valgono), segnalano un crollo di Syriza che sarebbe molto al di sotto del risultato di inizio anno. La prospettiva più concreta è che, nonostante il premio di 50 seggi, nessuno dei contendenti che la faccia a conquistare la maggioranza assoluta e che si debba riformare una coalizione centrista fra Tsipras, Nea Democratia, To Potami e Pasok, con, ovviamente, il seguito delle politiche di austerità imposte dalla Ue ed accettate da Tsipras.
Nel frattempo, Tsipras cerca di salvarsi con l’appello al “voto utile” per battere la destra, una canzone che conosciamo molto bene qui in Italia e che non cambierebbe nulla: anche nell’improbabile caso di una vittoria piena di Siryza, che ormai è a tutti gli effetti il Pd greco, sappiamo perfettamente che la strada sarebbe la stessa.
L’unica speranza di tenere aperto il caso greco è affidata ad un successo delle liste uscite da sinistra da Syriza (a cominciare da Unità Popolare di Lafanzanis) e del Kke.
Per questa ragione ho sottoscritto ed invito a sottoscrivere l’appello qui sotto riprodotto, a sostegno della sinistra greca.
Aldo Giannuli
Solidarietà al popolo greco
e alle forze sociali e politiche che si oppongono al nuovo memorandum
Dal 2010 il popolo greco sta subendo un attacco senza precedenti da parte delle istituzioni che rappresentano i creditori. Dal mese di luglio 2015, la stampa internazionale e italiana ha dato ampie informazioni sulla valanga di misure di austerità che colpiscono l’insieme della classe lavoratrice e gli strati sociali più diseredati (pensionate/i, disoccupate e disoccupati, giovani costretti a migrare…) . Come purtroppo sappiamo molto bene anche nel nostro paese, a tutto questo si aggiungono un’ondata di privatizzazioni, la distruzione dei servizi pubblici e l’estrema precarizzazione del mercato del lavoro, ossia il super sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori salariati che dispongono di un impiego e la chiusura di ogni prospettiva per le/i disoccupate/i. Quest’insieme di diktat di chiara impronta classista mira a colpire anche le regole più elementari della democrazia parlamentare.
In questo contesto, noi non possiamo che sostenere coloro che nella società greca e in parlamento si sono opposti al fatto che il governo Tsipras applichi queste misure antisociali, determinando uno stato d’animo di rassegnazione nella massa delle lavoratrici e dei lavoratori, secondo cui non vi sarebbe alternativa e non sarebbe possibile alcuna resistenza ai poteri del capitale e delle sue istituzioni.
Il nostro sostegno è oggi rivolto, tra gli altri, al raggruppamento politico che si è costituito – su impulso della Corrente di sinistra e del Red Network – sotto il nome di Unità popolare, che esprime e dà voce al vasto NO alle politiche di austerità che si è espresso con il referendum del 5 luglio.
Le militanti e i militanti e le molteplici organizzazioni e correnti che formano questo fronte dell’Unità popolare conducono la nostra stessa lotta, quella che stiamo cercando di costruire in Italia e in tutta Europa, contro coloro che attaccano i diritti sociali e democratici dell’insieme delle lavoratrici e dei lavoratori così come dei loro alleati sociali.
Per aderire all’appello scrivere a nomemorandum@gmail.com indicando nome e cognome, città, eventuali incarichi sindacali e/o politici.
appello grecia, appello popolo greco, elezioni grecia 20 settembre 2015, red network, siryza, tsipras

ilBuonPeppe
Solo una domanda: queste forze propongono l’abbandono dell’euro e/o della UE?
– SI: condivido l’appello
– NO: è tempo perso
Aldo Giannuli
non hanno ancora chiarito in proposito ma propendo per il si (per cui ho firmato)
ilBuonPeppe
Mi auguro che tu abbia ragione.
Certo che non aver chiarito una cosa del genere a due settimane dalle elezioni, non promette bene…
Gaz
Condivido post del BuonBeppe
Moravagine
Caro professore, metterei in evidenza un aspetto decisivo della questione, almeno in questa fase: il ruolo dei cosiddetti “sondaggi”. Possibile che a nessuno venga in mente (visto anche ciò che è successo prima del referendum, coi “sondaggi” che martellavano sul “sorpasso del sì” e cose del genere) che sono una parte essenziale della messa in scena? Come potrà mai Syriza, col disastro che si lascia alle spalle, dopo aver pugnalato a tradimento le migliori speranze, prendere più del 10-15%? Ciò potrebbe accadere solo in virtù di due fattori: la “promozione” di Tsipras a leader “moderato e affidabile” da parte dei media di regime e l’assorbimento della fu rete clientelare del Pasok (o la creazione di una nuova rete ad hoc), cosa piuttosto improbabile, dato che il governo è stato in carica pochi mesi e, a livello locale, Syriza amministra una sola regione ed un pugno di città di medie dimensioni. La funzione del “sondaggio” è dunque quella di scongiurare la probabile crescita di forze “antipatiche” che si ostinano a negare la realtà: Alba Dorata, KKE, Unità Popolare, Antarsya. Al contempo, come ai tempi di Papandreu, si polarizza la farsa delle urne attorno ai “progressisti” che vogliono fermare la destra ecc. e ai “moderati” che vogliono fermare i “comunisti” ecc., tutti già pronti all’inevitabile “megacoalizione” di destra-centro-sinistra. Prevedo, e mi auguro, una batosta per Tsipras (“il grosso grasso Matteo Renzi greco” cit. Alessandra Daniele da Carmillaonline) ed un successo per il KKE. Va detto, comunque, che Alexis il figo ha già avvelenato tutti i pozzi, e che è quasi ineluttabile che l’egemonia del campo “anti-euro” passi ad Alba Dorata, che probabilmente supererà il 10%. Saluti, Moravagine.
Riccardo
Quindi l’alternativa a Tsipras sarebbe il KKE, un partito talmente screditato dal suo stalinismo e decenni di inettitudine da essere diventato una barzelletta in Grecia? Andiamo bene.
Solo chi non conosce un fico secco della Grecia può scrivere dabbenaggini come le sue, mi creda.
La realtà è che Tsipras probabilmente vincerà (non avrebbe convocato elezioni se non fosse ragionevolmente sicuro di vincerle) perchè i greci hanno capito, se non altro, una cosa: cioè che ora come ora non c’è alternativa alle politiche attuali, perchè si sono resi conto di essere soli (neanche la Russia ha voluto aiutarli) e non è ancora tempo di un crollo della UE e delle sue politiche. Hanno capito che la guerra sarà lunga, che la nottata deve ancora passare.
Aldo Giannuli
signor so tutto io, ma lei crede davvero che io non sappia cosa è il kke? Ho lavorato a fianco dell’opposizione greca (a Bari erano molti gli sdtudenti greci) per tutti il periodo dei colonnelli e non so se lei ha una conoscenza poco più che turistica della Grecia. So che sono stalinisti… si immagini. ma questo è quello che passa il convento insieme al gruppo di Lafanzanis. Il suo Tsipras forse vincerà le elezioni e farà quello che la troika gli ordina di fare, ma se non c’è alternativa, a questo punto perchè non Nea Demnocratia che lo fa pure meglio?
Visto che è così cafone da rivolgersi con questo tono e parlare di dabbenaggione, le dirò che lei è un presuntoso ed un piccolo opposrtunista come il suo suo eroe.
Riccardo
Giannuli, per me Tsipras non è nessun eroe, anzi.
Però è comico che lei mi dia del “so tutto io” quando dal suo blog opina su qualsiasi aspetto dello scibile umano.
E per quanto riguarda il suo appoggio agli stalinisti, ricorda molto quella famosa massima di Brecht in cui si avverte di fare attenzione a scegliersi i compagni di strada, perchè c’è il rischio che alla fine il nemico marci alla tua testa.
Aldo Giannuli
Io scrivo su cose su cui studio e su cui pubblico libri, le non so
gli stalinisti li conosco e non li amo (non vorrà farmi lezioni di antistalinismo spero), ma questo è quello che ho a disposizione per difendere una idea di sinistra in Grecia, dato che Syriza ha dato forfait ed è passata dall’altra parte della barricata. Ovviamente mi pare che Lafanzanis sia meglio, ma qui devo fare i conti con tutto quello che può (per quanto male) fare da area resistente della sinistra.
Lei può avere un punto diverso dal mio e non mi sogno di dire che i suoi interventi siano degni di dabbenaggine o di ignorare tutto sulla Grecia, semplicemente dà una valutazione diversa dalla mia. Lei questo tratto di cortesia non lo ha avuto.
Antonio
Quanti appelli abbiamo visto contro l’austerità. Questo è solo l’ultimo ed è inutile come tutti gli altri. Ho cercato nel testo, la parola euro non compare neanche una volta. Finché non si sfata questo tabú non ci sarà salvezza. Mi rifiuto di firmare per gente che ancora non ha capito il perché della situazione.
Lorenzo
L’appello non dice una parola né sulla dittatura eur(ope)ista né sulle ragioni del tradimento di Tsipras. E’ un ritorno pari pari all’eloquio di Syriza pre-ribaltone (parallelismo tutt’altro che lusinghiero) che ignora a bella posta tutto quel che è successo in questi mesi. Il solito bla-bla alla Rifondazione o alla SEL. State sicuri che se ne avrà occasione questa nuova “estrema sinistra” si accorderà elettoralmente con Tsipras e ne voterà le giunte locali.
PS: segnalo due righe che ho scritto sulle cause del ribaltone di Tsipras. Caso mai i links esterni non fossero consentiti l’amministratore può cancellarlo:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=87813
angelo saracini atene
Tsipras non ha tradito,ma semplicemente aveva supervalorizzato lo psicoeconomico Varoufakis e tutti noi in Grecia ci eravamo fatti abbindolare seguendo le maestrie teatrinesche di una tragedia che non ci aspettavamo fosse compiuta da un governo di sinistra
Aliquis
Ero entusista di Syriza fino a quando, nel programma di Salonicco, non ho letto la frase “Bisogna costruire un regime meritocratico”. Strano che una forza di sinistra radixcale usi il termine “regime” accanto ad un’ aggettivo, “meritocratico”, la cui origine è dispregiativa; segno di ignoranza e subalternità culturale. Non sanno nemmeno che il termine meritocrazia fu inventato dal socialista britannico Micahel Young nel 1958, in un romanzo fantapolitico, “L’ avvento della meritocrazia”, nel quale profetizzava l’ avvento fi una spaventosa società dieguale giustificata appunto con la meritocrazia….
meritocrazia che Young voleva denunciare come ritorno di una nuova aristocrazia…….
un attacco al cuore della democrazia! Il fatto stesso che Tsipras, ma anche Yarufakis, si atteggiassero a “fighi” eleganti e di successo mi dava fastidio. >Poi ho visto il perchè.
Ma per quanto riguarda l’ euro, temo che sia il popolo greco, a quanto si dice, che lo vuole mantenere a tutti i costi (purtroppo). Ecco perchè Syriza può ancora prendere tantii voti.
Aldo Giannuli
sono d’accordo per la parol,a regime non per quelal “meritocratico”
Mario Bioletti
Hanno straragione ilBuonPeppe e Antonio, finché non si esce dall’euro sono tutte parole al vento.
Aldo Giannuli
e figuratevi se lo dite a me….
Roberto B.
Peggio! Potrebbe persino essere utilizzato come sostegno a Syriza, e indirettamente a Tsipras, dato che chi ha scritto l’appello non ha chiarito nel concreto gli obiettivi politici, tra i quali naturalmente ci deve essere l’uscita dall’UE e l’abbandono dell’euro.
Suona un po’ come un appello buonistta del tipo “mettetevi una mano sulla coscienza!”.
Già immagino i titoli dei giornali “amici degli amici”: “Gli intellettuali italiani chiedono migliori condizioni per il popolo greco”. Senza riportare magari il paragrafo sul sostegno agli oppositori di Tsipras.
Aliquis
Bè, provate a leggere l’ articolo di Mauro Boarelli “L’ inganno della meritocrazia”, facilmente repereibile su Google.
Aldo Giannuli
un conto è denunciare l’uso truffaldino della meritorcrazia un altro è rigettare la meritocrazia un quanto tale. La democrazia si basa sulla meritorcrazia, purchè ci si intenda sull’uso delle parole
Aliquis
La meritocrazia predica la disuguaglianza.
Invece la democrazia si basa sull’ uguaglianza.
Non ci possono essere concetti più antitetici di questi.
Aldo Giannuli
sbagliato: ci scriverò un articolo
Aliquis
Se scrive l’ articolo, provi a leggere prima anche un altro interessante articolo facilmente reperibile in rete, sul sito di Paradoxa on line: “Contro il merito”, di Francesca Rigotti.
Il succo è che il concetto di merito non è oggettivamente misurable, e nemmeno definibile. Che cos’è il merito? Essere bravi nello studio, sul lavoro? A parte il fatto che tali ambiti sono misurabili, quando lo sono soltanto nel proprio specifico settore (e quindi non sono politicamente validi a livello generale) la loro valutazione, nella nostra società, dipende sempre da un potere superiore. E’ il potere che decide, che divide tra meritevoli e immeritevoli. E non lo fa certo in modo oggettivo.
Comunque, anche a prescindere dai soggetti del potere, anche i criteri, le metodologie di valutazione, possono essere fuorvianti, anche indipendentemente dalla volontà di chi valuta. Si può dire che una persona zoppa è immeritevole perchè non riesce a correre? Allo stesso modo, se ci limitiamo all’ ambito scolastico, quante persone sono fallite soltanto perchè sono dislessiche, una caratteristica che fino a poco tempo fa era completamente sconosciuta?
Comunque Francesca Rigotti lo spiega molto meglio di me.
Aldo Giannuli
continuo a dire: sbagliato.
victorserge
meritocrazia: il potere di chi ha merito.
merito: valore intrinseco di un individuo riconosciuto dal consesso sociale di tipo corporativo.
per esempio: berlusconi ha avuto merito nel fottere le leggi dello stato italiano ed è diventato presidente del consiglio col favore di una consistente base elettorale italiana.
per esempio: salvatore settis ha il merito di essere un grande studioso di arte e uno strenuo difensore del paesaggio italiano, direttore di prestigiose università nel mondo( credo in francia se non sbaglio); pur tuttavia non essendosi candidato a nessuna carica nello stato italiano e pur avendo grandissimi meriti non è un personaggio di cui gli italiani abbiano avuto il MERITO di essere governati.
conclusione: il merito non si conquista con il lavoro, lo studio e la dedizione rispettando le legge dello stato; si conquista con la frode, il ladrocinio, l’apparenza e l’appartenenza a un ristretto gruppo di potere politico, mediatico, universitario, sindacale, sportivo, insomma a un gruppo corporativo che insegue il potere per rendere i cittadini succubi e non uguali di fronte alla legge.
in democrazia dovrebbe essere appunto il merito ad essere premiato, perché il governo è attributo di chi ha meriti per governare, da chi è stato insignito da parte di cittadini meritevoli di essere il capo un governo, a capo di un ministero, di un ente etc. etc.
saluti
victor serge
Aldo Giannuli
ottimo saggio di ideologia rentier
Gaz
Quando gli europei vennero in contatto con la Cina nel XVII sec. , si accorsero che l’amministrazione statale cinese era superiore a quelle occidentali, perchè i mandarini e, giù a scendere, i funzionari inferiori venivano selezionati col sistema del pubblico concorso con prove rigorose e razionali, che individuava i soggetti migliori, più idonei a svolgere le funzioni assegnate, laddove i gangli/posti di comando, e giù a scendere, nei sistemi amministrativi europei erano appannaggio delle solite stesse famiglie feudali da secoli e secoli, quando non venivano vedute, concesse per ricompense o esercitate a fini di lucro personale.
Questo nell’ancient regime.
Le istanze di rinnovaennento amministrativo dello stato permearono il pensiero dei Philosophes, che tradizinalmente avevano anche una profonda conoscenza del diritto romano, canonico e in parte di quello fiscal/tributario. Tali filone di idee può essere scorto anche nella nostra Costituzione, che prescrive come regola il concorso per l’accesso nelle pubbliche amministrazioni, quale conseguenza logica dei Principi in essa sanciti.
Ora di può discutere dei tipi di amministrazione, delle tutele giurisdizionali, delle sue disfunzioni, abusi inclusi, ma mi sembra che quel modello costituzionale di reclutamento sia tutt’ora valido, al punto tale che se non viene rispettato son tuoni e lampi …
Non mi sembra che l’ideologia politica del neo/anciet regime abbia qualcosa da suggerire in senso migliorativo al riguardo.
Roberto B.
Quando ero giovane, e anche dopo, credevo anch’io che lavorare bene, essere competenti e responsabili, onesti e sopratutto leali verso l’organismo che ti da’ lavoro (privato o pubblico che sia), fossero i titoli di merito necessari per una carriera brillante e per aspirare a raggiungere i massimi livelli.
Tutti i giovani, ma anche tanti meno giovani, ci credono!
Quindi, è facile: si mettono in competizione le persone e tra di loro emergerano sicuramente quelli che sanno svolgere al meglio i loro compiti. Quelli saliranno, faranno carriera, gli altri… beh gli altri devono adattarsi.
Però… però c’è sempre stato un pensierino che mi tormentava, tuttora.
Va bene, ma così degli incapaci, e ne ho conosciuti tanti saliti in cima, e dei cretini, e anche di costoro ne ho avuto tanti esempi tra dirigenti e funzionari di livello, che ne facciamo? Si dico, che gli facciamo fare, atteso che combinano guai e fanno errori alle volte irreparabili?
Adesso so (ma forse l’ho sempre saputo e mi rifiutavo di accettarlo), che devono essere messi in condizione di non fare danni e c’è un modo sicuro per ottenere lo scopo: non fargli fare nulla, il lavoro vero va svolto dai “tecnici competenti”, quelli che sanno quello che fanno. E loro? Beh, mi pare chiaro, secondo il vecchio ma sempre valido adagio:
Chi sa, fa’.
Chi non sa fare, coordina.
Chi non sa coordinare, dirige.
Chi non sa dirigere, sovrintende.
E a pensarci bene, è davvero normale che sia così: a quelli che non sanno lavorare, nessuno dà molto da fare. I superiori li conoscono bene ed evitano di assegnargli incarichi che presuppongono competenze e capacità.
Così, questi hanno un sacco di tempo disponibile che possono proficuamente impegnare a sviluppare le relazioni interpersonali, con i superiori e con chiunque altro sia utile per salire. Sanno però fare bene due cose: assecondare i loro superiori (i famosi “leccaculo”) e trasmettere in modo acritico le direttive ai sottoposti (cioè ai tecnici competenti).
Anche questi sono meriti e qualcuno dovrebbe poter dimostrare che sono meno importanti e meno “meriti” degli altri.
Aspetto il pezzo del prof. sull’argomento: chissà, forse lui può riuscirci.
Riccardo
Ahahahah, il KKE? Ma stiamo scherzando? Giannuli, le ricordo che il KKE è proprio quella forza che, fra le altre, durante la rivolta del 2013 ad Atene schierò il suo servizio d’ordine a difesa del Parlamento greco. E’ quella forza che pur di mantenere le sue minuscole rendite di posizione ha sempre abbaiato al regime senza produrre concretamente nulla in termini di aiuti concreti alle persone impoverite dalla crisi.
Gli unici che hanno contrastato Alba Dorata nel suo terreno di distribuire cibo ai soli greci sono stati all’inizio le persone dei quertieri organizzate spontaneamente, poi gli anarchici e poi quelli di Syriza.
E lei ora mi viene a dire che dovrei sostenere il Kke e i fuoriusciti di Syriza. Perchè, lei crede davvero che se vincessero potrebbero guidare la Grecia fuori dall’Euro e dalla UE? E come, di grazia? Il fallimento di Tsipras ha dimostrato, tra le altre cose, che un paese piccolo e povero come quello non ha nessuna possibilità di rompere unilateralmente alcunchè, perchè è solo. Almeno, restando nella legalità e nelle regole stabilite dalla stessa UE. Ma se lei crede davvero che le forze che appoggia con la sua firma possano organizzare una rivoluzione, non solo è molto ingenuo, è anche piuttosto stupido, e mi scusi per la franchezza.
La realtà è molto più difficile da mandare giù, ma bisogna accettarla: non è ancora tempo per un crollo della UE e dell’Euro, la nottata è ancora lunga. Probabilmente Tsipras ha capito che, se vogliamo rimanere nelle metafore guerresche, forse è il caso di ripiegare e adattarsi ad una lunga guerra di posizione. Altro che Kke.
Roberto B.
Spiace veramente leggere come alcune persone siano così poco educate.
Anche io, in questi stessi spazi di discussione, in genere civile, ho sostenuto e sostengo l’impossibilità per la Grecia di abbanonare l’euro: dico di più, a mio parere neppure la Germania potrebbe abbandonare la moneta unica, seppure lo volesse.
Dall’euro si esce solo nello stesso modo in cui si è entrati: tutti insieme, oppure non si esce: aspetto di essere smentito dai fatti.
Anche io ho deciso di non firmare più questi appelli pelosi ed inconcludenti, indipendentemente dai promotori, dal KKE e dalle altre forze politiche che si oppongono a Tsipras.
Ma non mi è venuto nemmeno di pensarlo che Giannuli sia uno stupido, figuriamoci di scriverlo! Che, nonostante tutto, ingoia il rospo e continua a darle spazio.
Chapeau professore!
Fabrizio
Posso darle un consiglio da umile suo lettore? Non metta la faccia su gente che non sa o non vuole dire se vuole uscire dall’euro o no, faranno la fine di Tsipras, strangolati dai creditori
Gaz
Netiquette ! Il bar dello sport è altrove. Che ivi gli avventori consumino prodotti dociari per aumentare il Pil.
Herr Lampe
Sottoscrivo l’appello alla netiquette (per quel che vale, mi pare che i toni sopra le righe ormai facciano parte di uno stile).
angelo saracini atene
la questione non è cosi semplice.. anche perché le proposte della sinistra greca con il senno del poi sono oltremodo semplicistiche e completamente elusive ,e qualcuno si aspetterebbe qualche proposta seria e concreta in alternativa alle lusinghe di sirene ormai troppo evanescenti