Le dimissioni di Tremonti

Con estremo piacere pubblichiamo questo contributo dell’amico Nico Perrone.

Un ministro che impone tasse pesantissime e ingiuste, deve essere personalmente in regola col fisco. Giulio Tremonti, ministro dell’Economia e delle Finanze del governo Berlusconi, ha invece varato una manovra finanziaria per colpire in modo ingiusto e pesantissimo i ceti medi, e attraverso le ricaduta fiscale, anche i meno abbienti.
Ma proprio Tremonti ha recentemente dimostrato di avere violato in modo arrogante e continuato le leggi fiscali che fa invece severamente applicare nei confronti dei normali cittadini. Il ministro pagava infatti in nero, finché non è stato scoperto, l’affitto di un’ampia e lussuosa abitazione della quale si serviva a Roma. Non appena scoperto, ha cambiato casa alla svelta. Ma senza vergognarsi, continuando anzi ad applicare sempre maggiori vessazioni per i comuni cittadini.
L’episodio che ha visto come protagonista il ministro, è vergognoso. A parte il complessivo giudizio fortemente negativo sul governo Berlusconi che non occorre ribadire qui, s’impone adesso la necessità che Tremonti venga subito sostituito. Un ministro evasore, non ha i titoli morali e giuridici per far gravare sempre nuove tasse sugli italiani.

La scoperta dell’evasione fiscale di Tremonti è avvenuta il 16 luglio scorso. Essa si verificava peraltro in un contesto ben caratterizzato dal punto di vista penale e fiscale, mediante una successione di subaffitti il cui beneficiario era il ministro Tremonti. Mentre per dare il giusto colore a questa storia, si deve aggiungere che chi riscuoteva l’affitto in nero del ministro è stato incarcerato con grave peso di accuse.

Quanto a Tremonti – dal maggio 2008 nel governo Berlusconi, dopo essere stato vicepresidente di Forza Italia dal 2004 al 2009 – si deve ricordare che prima dell’attuale carica di ministro economico aveva fatto la professione di tributarista, acquisendo vasta conoscenza delle norme tributarie e dei meccanismi di evasione.
Per questo affitto, a partire dalla seconda metà del 2008 il ministro ha pagato mensilmente circa 4.500 euro, mediante una inconsueta rateizzazione settimanale. Credendo di giustificarsi, appena scoperto e con una bella faccia tosta Tremonti ha firmato un articolo di prima pagina sul Corriere della sera, affermando: “Ho commesso illeciti? No. Errori? Sì. Nessun nero e nessuna irregolarità. Lo riconosco. Ho fatto una stupidata. E di questo mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilità”.

Pagare in nero l’affitto, per il signor ministro non è dunque un illecito: almeno quando lo commette proprio lui.
Chi sa se il Tremonti avrebbe consentito che i suoi uffici accettassero una giustificazione del genere da un evasore comune.

Nico Perrone

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Aldo Giannuli

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Comments (6)

  • Sono d’accordo, e mi sembra incredibile che la vicenda sia passata così in cavalleria, nessun commento veramente duro da parte dei giornali, nessuna richiesta veramente pressante di dimissioni (richiesta assolutamente sacrosanta). Posso immaginare gli attacchi forsennati del Giornale o di Libero e di tutti i destrorsi in generale se un simile, incredibile comportamento fosse stato tenuto da un ministro di un governo di sinistra (centrosinistra, sinistra è troppo, per noi…). Avremmo rasentato la guerra civile, coi fascisti in piazza a contestare violentemente il ministro in questione.
    E colgo l’occasione per notare anche quanto scarsa e debole sia stata la reazione alla folle decisione di spostare le feste laiche: è palese che non c’è alcun motivo economico alla base di questa ennesima sciocchezza – anzi, credo che sia anche controproducente per le mancate entrate nel settore del turismo – ma solo una furia iconoclasta contro ogni simbolo della resistenza, dell’antifascismo, della tutela dei lavoratori, dell’unità d’Italia. Un vero attacco fascista a alla nostra storia civile, alle nostre libertà, ai nostri diritti. E alla nostra splendida Costituzione. Secondo me, in questo caso, Napolitano avrebbe dovuto imporre di cambiare la norma per firmare.
    Ma purtroppo siamo a questo punto.

  • Io non trovo nessuna contraddizione nel comportamento di Tremonti. La sua ignoranza della normativa fiscale ovviamente non è credibile, anche perchè lui in passato è stato titolare di un grande studio tributarista e le sue manovre finanziarie, ricordo la Tremonti 1, 2 ter, la conversione in Euro dei capitali esteri, i condoni penali e tributari del 2001 e 2003, e successive reiterazioni fino al periodo attuale seguono una logica perversa ma costante assolutamente coerente con le idee e gli scopi di questa maggioranza governativa. Sono stato sorpreso invece dall’ammicamento che ha avuto qualche esponente dell’opposizione che per qualche tempo….L’unica alternativa a questa maggioranza di governo è una radicale e diversa maggioranza politica, opposta nei suoi obiettivi. Si può fare, la recente primavera dei sindaci ha mostrato che gli elettori sono pronti. Nel frattempo, in Parlamento si potrebbe proporre una serie di misure economiche e fiscali che dimostrino che a invarianza dei saldi di bilancio si potrebbe addiritura evitare di deprimere l’economia e porre le basi di un futuro rilancio del Paese,così, tanto per tenersi in esercizio e sentirsi ancora utili alla società.

  • Il 25 aprile non si tocca. Vediamo di passare dalle parole ai fatti e mobilitiamoci.
    3morti è come tutti i politici italioti in conflitto di interessi: per questo nessuno lo attacca, mi riferisco agli invertebrati che dovrebbero fare opposizione.

  • @ mic francamente mi sembra esagerato, il nostro paese ha il freno a mano tirato perchè continuiamo a guardare indietro. in un film di Totò di “50 anni fa” ricorreva la domanda “… ma lei è anti o …” da allora nn è cambiato nulla e poi nn mi parlare di introiti turistici, sono fatti sulla nostra stessa pelle e a discapito del nostro già magro PIL, ritengo che fatto 100 il numero di lavoratori che fanno il ponte, solo il 20% vada FUORI, gli altri restano a casa, a girarsi i pollici.
    Lasciamo una sola festa nazionale e rimbocchiamoci le maniche.

  • D’accordo con il concetto di freno a mano tirato, ma pensare che togliendo le feste nazionali s’impenni la produttività, tra l’altro sottraendo ai lavoratori un’occasione di vivere una giornata non cadenzata dal lavoro e a stipendio invariato per di più, mi sembra masochistico. E io non amo i giochetti sadomaso della nostra classe dirigente.

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