La vittoria di Corbyn.

La vittoria di Jeremy Corbyn nella consultazione interna al Partito Laburista inglese è certamente una buona notizia che segnala come inizino ad esserci le premesse di una svolta a sinistra della socialdemocrazia europea, dopo la sbornia liberista dei vai Blair, Schroder e compagnia servente.

Anche se con lentezza, i morsi della crisi iniziano a produrre una incipiente radicalizzazione dello scontro politico. E’ finita la stagione in cui la sinistra “vincente” era quella che faceva le stesse cose della destra e ricomincia a profilarsi un’alternativa alle politiche liberiste. Detto questo, ora non è il caso di prendere la solita sbornia per il leader di sinistra che vince all’estero: Zapatero, Tsipras, ecc., tutte illusioni che durano lo spazio di qualche mese e lasciano l’amaro in bocca. E dunque, guardiamo a Londra con soddisfazione, ma anche con realismo.

Corbyn, per ora, presenta un programma che somiglia moltissimo a quello con il quale Foot affrontò le elezioni del 1983, contro la Tatcher, incassando la più sonora sconfitta dal 1945 ed, in assoluto, il risultato più basso del dopoguerra. Nel merito molte di quelle proposte sono assolutamente ragionevoli: nazionalizzazione di imprese strategiche e banche, tassazione fortemente progressiva sul reddito, rifiuto di avventure militari e, di conseguenza, taglio delle spese militari ecc. Nel merito di ciascuna proposta, non ho obiezioni, il punto è se una strategia così formulata sia in grado prima di vincere le elezioni e dopo, di poter essere effettivamente praticata una volta al governo. Certo, il 1983 era l’alba dell’ondata neo liberista ed oggi siamo in una crisi devastante che non accenna a passare (almeno dal punto di vista dell’economia reale). Questo non vuol dire che non si debba riflettere sul perché di quella lontana sconfitta rimuovendola come qualcosa che non ci riguarda più.

Alla base di quella dèbacle c’erano due fattori connessi: la composizione di classe del Regno Unito e l’insussistenza di spazi per la socialdemocrazia in un ordine neo liberista. Abbiamo già detto come nel mondo della globalizzazione finanziaria le politiche socialdemocratiche di cauto adattamento del capitalismo alle esigenze sociali non hanno nessuna realistica possibilità di affermarsi, sia perché la libertà di spostamento dei capitali sottrae la possibilità di tassare efficacemente i grandi capitali, sia perché le delocalizzazioni, esportando la manifattura, riducono il peso della tradizionale classe operaia che ha sempre costituito la base sociale della socialdemocrazia. Poi la fitta rete di accordi internazionali, garantiti dalla cupola della tecnostruttura sovranazionale, legano le mani a qualsiasi governo.

Per quanto riguarda la composizione sociale dell’Uk, si tratta proprio della più riuscita affermazione delle politiche di delocalizzazione: l’intera economia inglese ruota intorno ai profitti delle City che sostiene il vasto indotto dei servizi, in larga parte composto da precari non sindacalizzati.

Una composizione sociale del genere non è esattamente il più accogliente per un programma classicamente socialdemocratico. Da questo punto di vista, la situazione è peggiorata rispetto a trenta anni fa: la classe operaia tradizionale è diminuita, i precari sono scarsamente interessati ad un programma del genere, il proletariato dei servizi ed i ceti medi è probabile che guardino con sospetto ad un programma di nazionalizzazioni. E la proposta di riaprire le miniere di carbone del Galles sembra non solo inefficace, ma anche controproducente.

Il tatcherismo non è stato una momentanea ventata di irrazionalità politica da rimuovere con un “heri dicebamus”: ha prodotto mutamenti sociali, culturali, politici di lunga durata che sono tuttora presenti. Il che non vuol, dire che si debba proseguire nella politica suicida dei Blair, Renzi, Hollande e simili. Ma se si vuole davvero cambiare le cose e rovesciare l’ordine neoliberista con le sue rigidità ed ingiustizie sociali, serve a poco rispolverare le ricette di trenta anni fa. Molte di quelle proposte vanno bene, ma devono essere inserite in una strategia di più ampio respiro e con una forte carica innovativa. Da questa fossa non usciamo rimettendo indietro di trenta anni le lancette dell’orologio.

Veniamo al merito che, a mio avviso, ruota intorno a due punti: la dimensione internazionale dello scontro e la formazione di un blocco sociale vincente.

La libertà d’azione dei governi nazionali è limitata al limite della paralisi dalla serie di accordi che fondano l’ordine mondiale neo liberista, a partire dai famigerati accordi di Marrakech e proseguendo con quelli di Maastricht eccetera. Se vogliamo cambiare rotta dobbiamo imporre il rinegoziato di quegli accordi, a cominciare dalla libertà di movimento dei capitali e dalla correlata partita fiscale. Quello che richiede un movimento di lotta internazionale che allei le sinistre dei vari paesi ai movimenti neo populisti (ad esclusione di quelli dichiaratamente fascisti), ai movimenti giovanili e degli immigrati, e, se riesce, le carcasse degli apparati sindacali che, forse, possono ancora servire a qualcosa, oltre che mantenere quei mangiapane a tradimento dei funzionari sindacali.

In questi anni, non sono mancati incipienti movimenti di protesta come gli indignados, Occupy Wall Street, l’onda eccetera, ma si è trattato di brevi fiammate locali che non hanno trovato un punto di riferimento internazionale. Avrebbe potuto muoversi in questa prospettiva (quantomeno europea) Tsipras, che ha buttato via l’occasione per totale insipienza politica. Speriamo che Corbyn capisca la lezione e si muova sin d’ora in questa prospettiva: in fondo, l’Inghilterra non è la Grecia ed il Partito Laburista ha peso e relazioni adeguate a principiare un simile progetto.

In un quadro di conflittualità sociale internazionale ha senso che un governo rompa unilateralmente i patti incrinando il sistema liberista mondiale. Speriamo che Corbyn, ammesso che vinca le elezioni, non lo scopra, come Tsipras, quando non ci sarà più nulla da fare. D’altro canto, se il grande capitale si muove a livello mondiale, come pensiamo che le sinistre possano farcela a livello nazionale e senza avere le proprie Davos o i propri Bilderberg?

Il secondo punto è la costruzione di una coalizione sociale capace di portare alla vittoria i laburisti in Inghilterra. E qui mettiamoci tutti in testa che non ce la si fa con uno schema di partito di corporazione operaia o con il solo lavoro dipendente. Abbiamo bisogno di una vasta coalizione sociale anticapitalista che metta insieme lavoro dipendente, lavoro autonomo e lavoro precario e che si fondi su due battaglie: quelle per il fisco e quelle per l’autoimprenditoria ed autogestione. La giustizia fiscale e la lotta al grande capitale che elude le tasse è quello che può saldare lavoro dipendente e lavoro autonomo, mentre l’autoimprenditoria e l’autogestione è quello che può saldare lavoro dipendente e precariato.

Ovviamente questo esige tanto una celta di lotta radicale quando una offensiva culturale che scalzi l’egemonia culturale finanziaria e imponga quella del lavoro.

Questo non è tempo di riformismo, ma di scontro frontale che esige non piccole ma grandi idee.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (38)

  • La sinistra come viene comunemente intesa, è da tempo alla canna del gas. Merce avariata,scaduta,fallimentare,suicida sotto tutti i punti di vista.Citerò delle cifre, che i più troveranno un conteggio macabro, ma che in sede storica ha la sua valenza: per sconfiggere il nazifascismo ci è voluto una immonda coalizione tra il plutocratico capitalismo statunitense con la bestialità sovietica,i veri responsabili del secondo conflitto mondiale e circa sessanta milioni di morti.Per sconfiggere il comunismo è bastata la coca cola. Gli unici due “martiri” sono stati Nicolae Ceausecu e consorte. Ciò invece di indurre ad una seria revisione i superstiti “sinistrati” perseverano nell’errore, erigendo steccati, pronunciando anatemi, scomuniche,citando anacronistici dogmi teologici, esigendo roghi medioevali per le streghe che osano fornicare con il demonio, vale a dire il “male assoluto”. Provano degli orgasmi sessuali all’apparire di mediocri leader, di un infimo livello come il mancato teppista del G 8 di Genova il greco Tsipras. Ora tocca al britannico Corbyn, stesso idolo fasullo di cartapesta. I sinistri superstiti sono paragonabili ai creduloni che accorrono in massa ovunque appare ad una una veggente una madonna.In realtà il vero leader attuale della sinistra è il gesuita Bergoglio, solo uno sprovveduto non lo recepisce.In conclusione citare sia la destra che la sinistra , sono due modi di dimostrare la propria incapacità di cogliere la realtà odierna. Destra o sinistra due schieramenti omologhi, due forme di semi paresi mentali,che ci lasciano come chi viene colpito da un ictus cerebrale devastante.Nuovi fronti unici, nuove sintesi, per la sfida della incombente terza guerra mondiale.Che vedrà scenari apocalittici, uno scontro mai visto tra i popoli di colore dei continenti del globo terracqueo per il dominio mondiale, ma non degli occidentali, il cui ruolo sarà solo quello di carne da macello. Gli stermini dei due precedenti conflitti mondiali saranno ben poca cosa.La storia ci ammaestra, ma non ci insegna mai nulla: verremo sterminati, ma al canto di “bella ciao”.

    • può darsi che la sinistra sia alla canna del gas e forse e merce scaduta, ma che a dirlo sia un fascista non si capisce se è piùcosa di piangere o da ridere… siamo seri

      • ma soprattutto a me fanno scompisciare da ridere quelli come Maffei quando parlano di plutocrazie, come se nei regimi fascisti a comandare non fossero i piu ricchi. Mussolini caro Maffei che ti piaccia o no e’ stato soltanto un burattino manovrato dal capitale, proprio come succede nelle democrazie “plutocratiche” dove i governi non sono altro che esecutori di ordini.
        E se non l’hai ancora capito vuol dire che sei proprio rimasto irrimediabilmente indietro.

        • @Maffei
          Aver compagno al duol scema la pena, ma aver compagno scemo nel duol, aumenta la pena: se il caporale H. non avesse avuto al suo piede il caporale B, palla pesante rossa blu e bianca, avrebbe conquistato Mosca … e forse gli esiti della seconda guerra mondiale sarebbero stati diversi.
          Maffei, le sue posizioni politiche non sono da italiano nostalgico fascista, ma da crucco baltico rancorso verso i russi. Aver imbarcato baltici e loro affini non so se sia stato un affare, ma è sotto gli occhi di tutti a quale livello di tensione internazionale ci stanno portando.
          Maffei, senti a me, statti qui. Se tu vai in mezzo ai nazi e ai baltici, quelli menano gli italiani. Chi te lo fa fare di andare in mezzo al freddo a prendere le palate e a farti rompre le cannuzze.
          Fatti un giro e vedi quanta povertà c’è in giro .. siamo quasi in un deserto o in uno scenario post bellico, dove solo le distruzioni materiali sono assenti. Chiediti perchè sei vestito made in China. Un tempo non era così. Molta è povertà indotta dal liberismo.
          H. di certo non adottò una politica economica liberista per risollevare la Germania dopo Versailles.
          Propongo una versione di “Bella ciao” dove si sente la sua origine Tutta per le sue orecchie.
          https://www.youtube.com/watch?v=OyMA84-mowI

  • Sono serissimo: il nuovo astro nascente della sinistra è il gesuita Bergoglio. Poi mi consenta una replica in sede storica, che a lei non piacerà: hanno vinto le armi dell’antifascismo (compresa quella atomica contro civili inermi) non le loro idee. Ancora qualche decennio di pazienza poi sinistra,antifascismo,ecc.ecc. finiranno nella pattumiera della storia. Come insegna Vico la storia è fatta di corsi e ricorsi.Chi vivrà vedrà.

    • Bergoglio il nuovo astro nascente della sinistra ???!!!!!!???? ma non sai fare altro che affermazioni ridicole. Bergoglio che in Argentina e’ stato a suo tempo connivente col regime dittatoriale, e’ semplicemente un furbo che sa molto bene come comunicare, un asso del marketing, e lo fa’ dicendo cose condivisibilissime come che le banche vaticane devono essere trasparenti, i preti pedofili allontanati e perseguiti legalmente, e si dice favorevole al pagamento dell IMU da parte della chiesa, etc…tutte cose che chi ha un briciolo di cervello non puo’ non condividere. Personalmente credo che siano solo affermazioni perlopiu’ di facciata ma tanto basta a infinocchiare quelli di sinistra e non. I pochi cambiamenti effettivi saranno solo un “mutatis mutandis”

      • Benito (maiuscolo) sono perfettamente in sintonia con te sul gesuita Bergoglio. “Candidi come colombe astuti come serpenti” ecco i gesuiti.I papi indifferentemente sono andati sia da Pinochet che da Castro. Hanno firmato concordati con il nazifascismo, Hitler che era battezzato, non fu mai scomunicato, mentre lo fu il massone Garibaldi. Il vaticano durante il periodo breve del ” male assoluto” (sic) era un covo di nemici politici del nazifascismo, spie e traditori,ma soprattutto ingrati, basti pensare che in Spagna i rossi avevano trucidato migliaia dico migliaia di preti e suore. Che Bergoglio sia stato eletto dagli “atei devoti” di sinistra, come loro leader basta leggere Eugenio Scalfari. In conclusione ha poco senso oggi parlare di fascismo antifascismo, destra sinistra; poi quando mi richiamo alla stagione dell’estate di San Martino, che furono i due regimi, in una era di “desertificazione” come l’attuale, mi richiamo ai “manvatara” (cicli storici) di Guénon, che durano secoli o millenni.Quindi parlare in questi anni recenti di pattumiere è prematuro. L’Araba fenice che risorge dalle proprie ceneri, può spiccare il volo in ogni momento, ma attenzione anche tra un secolo. Che siamo alla fine di una era di totale e finale decadenza è sotto gli occhi di tutti.Sono serissimo mi richiamo al pensiero di Evola, la cui ricetta è solo per palati forti.

        • Keynes di fronte agli economisti che gli parlavano di cicli di lungo periodo faceva osservare che nel lungo periodo saremo tutti morti.
          §§§§
          Ancora keynes, chiamato a risollevare le sorti di una banca sc0ZZEse, ribattè al suo presidente liberal/liberista che voleva lasciare le cose a se stesse, che era meglio lasciare il presidente a se stesso.
          §§§§
          A chi va a prendere la frutta e la verdura al mercato prima delle pulizie generali, cosa darebbe da mangiare quattro chili di esoterismo. Evola sarà pure per palati forti, ma non mi pare che insieme a Guenon sia per pance vuote.
          §§§§
          Il Lingotto, tra l’altro, ospita la sede del corso di laurea in ingegneria automobilistica e alcuni uffici importanti della ex Fiat. La Metro che vi ci porta è tedesca, si sbuca su via Nizza, occupata da automobili di tutte le marche, quasi tranne Fiat. Il meccanico privato che sta di fronte alla sede ex Fiat conosce di automobili più dei paperoni che fanno solo finanza, al punto che i concorrenti della GM li snobbano.
          §§§§
          A tutto questo ed altro Guenon ed Evola non offrono risposte, come non offrono risposte alle disuguaglianze, di cui i ricchi liberisti si disinteressano.

          • A Gaz
            Nati non foste per viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza.
            Oggi, che la cultura è ridotta a una sorta di zootecnia umana, vedere contrapposte proprio le ragioni della pancia al nutrimento spirituale è segno dei tempi.
            Sbaglia Maffei a trascinare continuamente Evola e Guenon nelle sue filippiche, ma è altrettanto sbagliata la mancanza di riguardo nei confronti di autori che nel loro campo sono dei giganti.

    • “….. hanno vinto le armi dell’antifascismo (compresa quella atomica contro civili inermi) …”

      anche Mussolini in Africa mando’ l’esercito a sparare contro la popolazione inerme e uso’ il gas, ma lui evidentemente era legittimato dal fatto che i negri sono esseri inferiori

      • @Paolo Federico.
        “ma è altrettanto sbagliata la mancanza di riguardo nei confronti di autori che nel loro campo sono dei giganti.”
        Mistica per mistica, forse i benedettini sono più professionali di Evola e di Guenon. Quanto al presente, un albero si giudica dai frutti che produce. Non mi sembra che il contributo dei due al pensiero filosofico contemporaneo sia particolarmente significativo.
        Quanto alle contaminazioni stilistiche .. che ci vuol fare .. mi piace persino la musica classica eseguita con strumenti elettronici, si figuri se non dissacro Dante.

        • A Gaz
          Attenzione a non confondere mistica e filosofia con la metafisica tradizionale.
          Non è questione di professionalità o di preferenze, semplicemente i benedettini dicono cose sostanzialmente diverse; Evola Guenon come pure Mircea Eliade, per ciò che concerne la metafisica tradizionale sono delle indiscusse autorità.
          Eppoi quali sarebbero i frutti di tale ormai misconosciuta dottrina nel presente?
          In quanto alle contaminazioni e alle dissacrazioni tutti i gusti sono gusti, figuriamoci, anzi a volte l’ho trovata molto divertente…non stavolta.

          • Intendiamoci. Primum panem, deinde philosophari. Le sue divisiones sono quasi agostiniane, al piunto da rivolgere a me la domanda che io ho posto a lei. Non so quali sono i continuatori/epigoni del pensiero di Evola. E’ lei che parla di dottrina di dottrina oramai misconosciuta nel presente, non io.
            Di Evola non ho letto l’opera omnia, ma mi pare che non sia un autore sistematico. Non mi sembra che E. e G. abbiano avuto loro scuole con molteplici allievi.

        • Che non abbia letto l’opera omnia di Evola o Guenon on po’ l’avevo intuito: con il suo riferimento a scuole e discepoli insiste nell’errore di confondere filosofia e metafisica tradizionale.
          Tra le esigenze della pancia e quelle spirituali non vi è una relazione gerarchica, non vi è nessuna relazione, anzi se vi è relazione gerarchica, è lo spirito a detenere il primato: come spiegare altrimenti la rinuncia alla vita per tristezza o dolore; o la dedizione di una vita all’ideale, che per quanto ateo o laico assume sempre un valore sacrale, che naturalmente lei può divertirsi a dissacrare, ma che comunque c’è.

          • Suvvia, non faccia scherzi da prete giapponese, tipo harakiri ! 🙂
            Lei scrive di primato dello spirito solo perchè non ha mai mangiato la cozza verace e tutti gli altri frutti di mare. Se lo avesse fatto, le sarebbe rimasto un ricordo indelebilile, alla faccia del vibrione e dei suoi parenti e sarebbe rimasto rapito al sol profumo, irresistibilmente attratto come una calamita al suo ferro, folgorato per sempre al sol sguardo, più e meglio di un inprinting, perchè la cozza non tradisce mai le aspettative. Non sa cosa si perde.
            ***
            Della esistenza della dedizione all’ideale so e a ben interdermi non la dissacro.

        • A Gaz
          Tranquillo, non mi uccido neanche se mi ammazzano!
          Che strano, non mi era mai capitato di trovare qualcuno così attratto dalle cozze (?)….

          • Il tuffo di se stessi nella pelosa è un’esperienza trascendentale, che porta ad una sorta di dipendenza. Ecco, come c’erano i lotofagi, così oggi ci sono i mangiatori di cozze e frutti di mare.
            L’ode decantata alla cozza sullo scoglio quando è sera da ebbrezze che librano l’ispirto al di là dei chimismi e dei retrogusti verso dimensioni quasi metafische.
            E’ uno sciogliersi dei sensi sotto il palato. Le essenze vanno dritte alla mente e rapiscono verso mondi altri e primordiali, per poi paracadutarsi dolcemente verso la realtà, avvolti dal suo mando protettivo interiore ed esteriore, in un senso di piacevolezza che scema gratadamente.

          • lei dice la cozza pelosa, ma perchè le noci reali e i datteri (haimè fuori egge) dove li mettiamo? E il rapimento mistico di un tartufo di mare vogliamo ignorarlo.

          • no se si riferisce alla cozza pelosa le assicuto che Gaz non faceva doppi pensi ma era realmente in preda ad una crisi estatica che capisco perfettamente

          • L’effluvio di volottuosità evocato dalla visione onirica Giannuliana fa sorgere in me uno struggente lirismo soggettivo verso i bivalvi, acutizzato, dilaniato e straziato dalla tarda ora che rende vacuo e vano ogni tentativo di placarne l’arsura siticulosa.

          • Il doppio senso era il mio: una donna molto brutta viene in gergo definita cozza ( almeno dalle mie parti )….

  • è difficile per me non ragionare in termini novecenteschi.
    mi spiego: la crisi del welfare (la più grande opera sociale di civiltà nella storia dell’umanità), ha messo in seria discussione una dicotomia antitetico polare su cui si reggeva e si moderava l’epico conflitto capitale lavoro.
    oggi quel mondo non c’è più e il caos regna su tutto il globo.
    le domanda focali sono: chi ha interesse che il caos sussista? chi ha interesse che l’ordine regni in termini di pace sociale e progresso?

    queste domande se le devono porre i giovani, i quali però non conoscono la storia del movimento operaio, non conoscono i motivi della rivoluzione bolscevica, l’avvento del nazismo, yalta, e l’inizio dell’imperialismo usa.

    ora i giovani, parlo della generazione nata dopo il 1980-1990, è cresciuta col berlusconismo in italia, con la fine del welfare in europa, con l’avvento della tecnologia informatica recente, con i talk show in tivu; non hanno letto i grandi romanzi dell’ottocento, non si sono formati prevalentemente con una cultura di base classica ma imperniata sulla base di un efficientismo e un individualismo quasi assoluti.

    i temi di sinistra sono, diciamolo, obsoleti e non tanto perché richiamano un lontano-recente passato, ma perché l’ondata di individualismo feroce che sta sommergendo la civiltà occidentale li ha resi tali.
    ora è vero che non si può tornare a pietrogrado nell’ottobre del 1917, ma i valori che hanno mosso quelle masse sono tuttora e dico fermamente tuttora validi affinché si possa fermare il caos distruttivo che si sta dispiegando nel presente.

    vero è che le dicotomie sx-dx antitetico polari sono da superare per giungere a un equilibrio superiore, ma le esigenze ideologiche che affermano l’individualismo di oggi non sono dirette a un riequilibrio tra le varie composizioni sociali, ma sono dirette ad affermare la superiorità dell’unità rispetto alla moltitudine; ciò per me è un errore di fondo che contribuisce a generare caos, revanscismo, sciovinismo, primato della legge del più forte: in una parola fascismo; non di stampo novecentesco ovviamente, ma di stampo nuovo, di nuovo conio ma sempre per affermare in definitiva la superiorità strategica del capitale contro il lavoro.
    inutile quindi mettere marx in soffitta: è troppo ingombrante, non c’è spazio per contenerlo se non per dover distruggere la casa.

    noiosamente concludo: corbin può scegliere di chiedere agli inglesi che tipo di società in cui vivere, cioè in una società regolata ove il capitale non domini la vita delle persone, oppure vivere in una società ove il “dumping” sociale è la regola per la classe del neo-sottoproletariato e neo-proletariato; oppure può scegliere di far vivacchiare il labour con qualche slogan elettorale giusto per dire che anche loro esistono e vogliono la loro parte di bottino( in senso toscano…..).
    nel primo caso è un compito difficilissimo, arditissimo, che a mio parere visto il momento attuale, supera quello dell’ottobre del ’17.
    nel secondo caso non ha che da copiare tsipras o renzi a scelta.

    cordiali saluti

    victor serge

    ps.
    ho scritto il commento prima di leggere i precedenti.
    lo pubblico dopo aver letto il maffei: mi sconforta il fatto che chi è a corto di argomenti e di pathos non resti che l’insulto e l’apocalisse.

    • Che gli articoli più divertenti su Corbyn li scrive il dayly telegraf, giornale piuttosto conservatore, dove il fair play britannico ormai è scomparso e chiedono che si dimetta. Sinceramente c’è una campagna denigratoria verso Corbyn che non ha niente da invidiare a quelle italiane su Boffo o altri. In questo articolo del fatto spiega perché Corbin è stato eletto come risposta all’austerità, anche oggi si rimane sorpresi delle oltre 30.000 tessere sottoscritte al Labour. Corbyn è un politico con oltre 30’anni di esperienza, stimato nella sua circoscrizione, è non ha intenzione di giocare al ribasso.

  • leopoldo lo so fu Mussolini tramite il maresciallo Graziani. Io a diversità di voi non ho i paraocchi.Leopoldo lo sai che furono due milioni le donne tedesche stuprate dai mongoli dell’armata rossa, tra cui la tredicenne futura moglie del cancellieri Helmut Khol, traumatizzata per il resto dei suoi giorni e morta suicida? Stesso trattamento lo subì Claretta Petacci. Quello che vi rende insopportabili è la perenne vostra richiesta di bruciare sui roghi,le streghe moderne, gli eretici dei nostri giorni, dopo ovviamente la tortura, condanne a morte sentenziate del tribunale della santa inquisizione democratica stile Norimberga. Non moriamo idioti!

  • Alla globalizzazione imposta dalla finanza ci si può contrapporre solo con la globalizzazione dei DIRITTI. I valori non ideologici della sinistra sono universali ed universale deve essere il movimento. Non è un “ideale” ma il necessario e chi tra coloro, politici, sindacalisti, intellettuali che dicono rifarsi a questi ideali non capisce e non si adopera per questo, dimostra di non aver capito assolutamente niente. Corbyn potrà ottenere la maggioranza nel suo Paese ma sa perfettamente che non gli permetteranno mai di attuare il programma politico con il quale si stà imponendo, Tsipras insegna, senza il sostegno di un grande movimento globale.

  • Tenerone Dolcissimo

    “una offensiva culturale che scalzi l’egemonia culturale finanziaria e imponga quella del lavoro.”
    Quando mai la sx ha rappresentato i lavoratori? Da quando ero bambino ho sempre sentito comunisti e socialisti cheidere di vivere a spese del contribuente

  • Non so se ridere o piangere quando leggo commenti e controcommenti settari o qualunquistici quando ci sarebbero interessanti punti sollevati dal professore e concreti e rivoluzionari progetti in un possibile governo futuro inglese.
    Sia l’uomo del bar che lo storico di professione peccano nel trascurare le dinamiche fondamentali dell’agire umano quando sono in gioco grossi numeri: l’equilibrio o meglio il disequilibrio fra il potere decisionale dei pochi (gli oligoi) e la disponibilità a chinare il capo o seguire gli ordini da parte dei molti. Quel che cambia nella storia sono le proporzioni, i nomi, le regole con cui accedere al gruppo riservato, i gradini intermedi che si frappongono fra la base e la punta della torre (e che costituisce la chiave della struttura). Dal 1917 in poi c’è stata una sola grande guerra: contro il comunismo, in modo che non vincesse da nessuna parte. Fiumi di denaro hanno creato i golem del nazifascismo in modo che i ricchi potessero rimanere tali. Per certi aspetti le rivoluzioni comuniste non sono diverse da quella francese: possono conoscere momenti bui e di restaurazione monarchica, ma alla lunga esprimono i bisogni di troppi individui. E’ la conoscenza della statistica che manca spesso agli storici: le repubbliche medievali duravano mesi, ora durano un po’ di più. L’uomo del bar, poi, così come quel cretino di Fukuyama, crede di essere alla fine del film: il comunismo non è morto e il fascismo neppure. Non sono mai esistiti: sono parole che servono a descrivere rapporti di forza che vanno sempre a ricrearsi fra gli uomini con proporzioni e condizioni diverse.
    Corbyn vuole nazionalizzare imprese strategiche e banche? Bene.
    Pochi anni fa consideravano Attac quasi un gruppo terroristico perché proponeva la tobin tax sulle speculazioni finanziarie. E’ tutto propaganda. In italia negli anni ’50 avevano le aliquote per i ricchi fino al 70% e le imprese statali: eccolo il boom, non solo i soldi americani.
    Non si tratta di riportare le lancette indietro di 30 anni: secondo alcuni studiosi, Piketty in testa, sono questi signori del neoliberismo ad aver riportato le lancette indietro ai tempi del sistema feudale. Leggete “Capitalesimo” e avrete un’idea di cosa parlo.
    Succederà qualcosa se Corbyn vincerà.
    Nel bene e nel male, perché l’Inghilterra è piccola ma infida.

  • Solidarietà al prof giannuli che si ritrova certi commenti…
    volevo chiedere al prof. se è al corrente e se condivide la prospettiva che sta elaborando Mimmo Porcaro su una possibile alleanza fra settori molto diversi, fra cui una destra costituzionale – sempre che esista. Colgo l’occasione per dire che Porcaro è uno dei pochi che rispetto all’epoca di Prodi sta davvero prendendo atto che è necessario aprire nuove prospettive che archivino totalmente le illusorie velleità di un csx.
    Su questo avevo letto Il mistero della sinistra di Bontempelli e Badiale e non ci avevo creduto fino in fondo. Invece ho sbagliato, avevano ragione loro credo quasi su tutto… Che ne dire prof:?

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