La solita, vecchia trappola del voto utile

Sinceramente, questa volta non so proprio cosa voterò, forse M5s, forse mi asterrò a modo mio, forse voterò una lista di sinistra tipo De Magistris (se ci sarà); aspetto di vedere che scheda si presenterà per decidere. Una cosa però, la so con certezza: alle politiche non voterò per il Pd o per qualsiasi suo alleato. D’altra parte, se devo parlare con qualcuno, prendo in considerazione il padrone di casa, non la servitù. Il discorso potrebbe essere diverso per la Regione, ma anche qui vediamo che minestra si prepara. Ma, per le politiche il discorso è chiuso in questo senso. Come immaginavo, sugli spalti ci sono già ci sono i tifosi che incitano al voto utile per sbarrare la strada al ritorno del Caimano. Di fronte ad una tale orrenda prospettiva, astenersi o non votare per chi potrebbe sbarrare la strada al mostro, è masochismo? Calma e gesso.
In primo luogo precisiamo una cosa: Annibale non è alle porte. Il Cavaliere ha fatto una mossa abile –sportivamente parlando-, c’è da attendersi che ne farà altre come quelle che indicavo in un articolo precedente, se dovesse proseguire spenderebbe un pozzo di soldi, ma la partita è molto compromessa se non proprio disperata. Le reazioni dei mercati, della stampa internazionale e persino del Ppe sono state furibonde ed al limite del linciaggio (meritatissimo: per carità!). Vice versa, i segnali di ripresa del suo elettorato sono stati poca cosa.

Nella possibilità di vittoria piena (cioè che arrivi primo prendendo il premio di maggioranza) non crede neppure lui, nell’ipotesi “pareggio” non crede neppure Giuliano Ferrara. La cosa è possibile ma non probabile perché occorre:

1. che la Lega accetti di allearsi con il Pdl in Lombardia (magari in cambio del Pirellone e, per ora mi pare che non ne viglia sapere), che Albertini e Cl non remino contro e che, di conseguenza, la coalizione riesca a battere la sinistra, recuperando una bella fetta di voti andati all’astensione;

2. che in Sicilia la Mafia e/o i  soliti capibastone si convincano a tornare all’ovile e che si superi l’effetto psicologico della vittoria di Crocetta;

3. che la Lega –più o meno da sola- riesca a vincere in Veneto;

Tutte cose possibili, beninteso, magari può anche darsi che la Lega alla fine si pieghi (ci credo poco) ma che si verifichino tutte insieme queste condizioni non è probabile. E il tutto sotto il fuoco battente dei mitici “mercati finanziari”. Diciamo che un personaggio come il Cavaliere, abituato a battersi sino all’ultimo secondo, ci proverà e non è avversario da prendere sotto gamba, però la cosa più probabile è che resterà sotto il 15% (magari il 20% con la Lega). Lui stesso, con l’incredibile uscita su Monti (“Se si candida lui per il centro destra, mi faccio da parte”: ma non aveva detto di essere tornato in campo perché Monti aveva fatto danni) si è tagliato la strada da solo: come si fa a fare una campagna elettorale contro uno a cui si è offerto di capeggiare la propria lista sino alla sera prima? I segnali sono di rotta senza speranza, visto che lo abbandona anche un fedelissimo come Gaetano Quagliariello (che conosco molto bene da quando aveva 18 anni).

A questo punto potrei cavarmela dicendo che, visto che il rischio di vedere il film “Il ritorno del Caimano” è piuttosto remoto, posso rilassarmi e decidere di astenermi, votare M5s, De Magistris o qualsiasi cosa non sia il Pd ed i suoi infelici alleati. E potrei chiuderla lì. Ma, come i miei amici sanno, non sono tipo da nascondersi dietro il dito e scansare le questioni più spinose, per cui vado avanti.

Chi mi invita a votare Pd e soci lo fa in nome del solito, trito, ritrito, frusto, rancido, avariato, decomposto argomento del “voto utile” che, tradotto in buon italiano suona: “Vota contro”. Credetemi: non sono così ideologico ed ingenuo da non conoscere le virtù della tattica che consiglia di scegliere il “male minore”. Ma il punto è proprio questo: il Pd è davvero il male minore?

A meno di un terremoto elettorale, magari ad opera della discesa di Monti, il Pd vincerà queste elezioni. E non sarà un bene. Già immagino i bruciori di stomaco di molti miei lettori che penseranno ad una mia irrimediabile involuzione a destra. Vi prego di seguirmi nel ragionamento. Bersani ha già detto che la sua linea sarà quella del rigore, indicata  dell’agenda Monti e, di fronte alla minaccia di una lista capeggiata dal Professore, si è precipitato a rassicurare “i mercati” sull’affidabilità del centro sinistra sulla via delle “riforme” già abbozzate da questo governo. Quella linea è non solo socialmente iniqua ma semplicemente fallimentare, come dimostra il fatto che l’intera Eurozona, che si è affidata ad essa, è in netta recessione. D’altra parte, il Pd non ha scelte e deve seguire questa strada: una proposta di politica economica alternativa non ce l’ha e non si può pensare che riesca a darsela in qualche settimana di campagna elettorale. La politica ha le sue leggi e una di queste è la forza di inerzia, per cui una forza politica è indotta a proseguire la traiettoria intrapresa e i tempi di una correzione di indirizzo sono funzione del “peso” del partito e dell’angolazione della svolta: un piccolo vettore può anche fare una svolta a 90° in qualche decina di secondi, ma un autotreno chiede tempi più lunghi anche per modificare la traiettoria di 15°. Ed il Pd non è una utilitaria.

Il punto è questo, c’è una crisi economico finanziaria mondiale che incalza e le scelte sono due: o si cerca una soluzione interna al sistema così come è, o si cerca di mettere in discussione il sistema e di uscire dalla crisi riformando (se non superando) il sistema. Nel primo caso, quello interno al sistema, la soluzione non dipende da nessun governo nazionale ed i singoli governi sono chiamati a fare il lavoro sporco di scaricare i costi  dell’operazione sulla gente, salvando profitti e potere delle banche (e non è detto che la cosa poi riesca). E, in questo caso, Berlusconi vale Bersani, Vendola vale Monti, Casini vale Ferrero: non c’è differenza. Naturalmente ciascuno dei leaders citati può avere una sua particolare sfumatura diversa, ad esempio può scegliere una cravatta più intonata alla camicia o meno, ma non mi sembra molto importante.

Ma, qualcuno mi dirà, magari la sinistra potrebbe essere più delicata della destra verso i ceti subalterni, magari, potrebbe anche fare qualcosa per il lavoro ai giovani o forse aiutare un po’ la Cgil nello scontro con la Confindustria… Chiacchiere! Abbiamo già visto come la sinistra ha sprecato le occasioni in cui è stata in maggioranza: vi siete accorti di qualche differenza rispetto alla politica economica di Berlusconi? La differenza, sin qui è stata che il Pd è un Pdl senza il bunga bunga ma con più tasse e più simpatia per i pm. Il Pdl è un Pd con maggiore propensione al disavanzo ed al debito e più simpatia per imputati ed escort.

Sin qui le ragioni che rendono molto arduo sostenere che il Pd sia una alternativa reale al berlusconismo (che, infatti, non riesce a battere da venti anni). Poi ci sono le ragioni per cui una vittoria del Pd (che, ripeto, probabilmente ci sarà) sarebbe un danno assai peggiore. Magari Bersani riuscirebbe ad attenuare un po’ i rigori dell’austerità e fare “qualcosa di sinistra” (non ci credo, ma ammettiamolo), ma a quale prezzo politico? La sinistra dovrebbe caricarsi dell’impopolarità di scelte politiche antipopolari, entrare in conflitto con la propria base sociale, frenare la Cgil, mandare la polizia contro i movimenti di protesta ecc.  E, alla fine, senza nemmeno raggiungere il risultato prefisso (come si sta puntualmente dimostrando). Per quanto tempo la sinistra pagherebbe il prezzo di un’esperienza di governo così rovinosa?

Ed allora, a guardare tre metri più avanti al proprio naso, chi sarà stato il masochista? Chi ha cercato di evitare una trappola del genere o chi ci è cascato con tutti due i piedi in nome di una vittoria effimera ed avvelenata?

C’è chi pensa che non ci sia alternativa alla politica interna al sistema che ci vuole succubi dei mercati finanziari e del loro bisogno di sacrifici umani. Non lo credo, ma posto pure che sia vero, vorrebbe dire che in questo periodo è possibile solo una politica di destra. Ebbene che la faccia la destra. Se c’è l’agenda Monti da realizzare che la faccia Monti, non le sue copie. La sinistra faccia l’opposizione e le lotte sociali. C’è qualcuno che si ricorda il significato di queste parole? Op-po-si-zio-ne, Lot-te so-cia-li, Con-flit-to, Piaz-za…

Nel caso del Pd, poi, ci sono ragioni più specifiche per negargli il voto. Il discorso del “meno peggio” può valere se l’opzione meno dannosa si tiene entro la decenza di un “minimo sindacale”. Il Pd da molto tempo è al di sotto di quel minimo: non solo ha pedissequamente eseguito ogni indicazione del capitale finanziario, ma ha inferto i peggiori colpi alla democrazia in questi venti anni (dalla legge sui servizi segreti alla riforma del titolo V della Costituzione). Da ultimo non possiamo perdonargli l’ostinazione con cui ha difeso il Porcellum garantendone la sopravvivenza. Questo ce lo ricorderemo per molto tempo, così come non abbiamo dimenticato il referendum golpista del 1993 e come non dimenticheremo l’appoggio a Monti. Poi questa storia del “voto utile” (ma poi, utile a che? Non sanno fare neanche una legge sul conflitto di interesse) è servita solo a peggiorare le cose in questi anni favorendo l’involuzione dell’ex Pci. Il Pd non può pensare di avere una sorta di “diritto” al consenso, per cui chi è di sinistra deve votarlo (sempre per evitare che vinca “l’altro”) qualsiasi cosa faccia. E’ arrivato il momento di dire che se fa una politica di destra chieda i voti a destra.

Per il resto, una sconfitta del Pd oggi sarebbe una sconfitta (meritatissima) del Pd, mentre una rotta del Pd domani, dopo una disastrosa esperienza di governo, sarebbe una disfatta di tutta la sinistra e comprometterebbe le cose per molti anni ancora. Purtroppo è proprio quello che probabilmente accadrà grazie al mantra fraudolento del “voto utile”.

Aldo Giannuli

aldo giannuli, annibale, beppe grillo, berlusconi, bersani, caimano, de magistris, ferrero, m5s, mario monti, pd, pdl, vendola, voto utile


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (37)

  • Un’analisi che condivido pienamente.Mi spingo ancora più avanti facendo un pò di fantapolitica.
    Sarebbe così assurdo pensare che la mossa di berlusconi di ricandidarsi non sia stata concordata con il pd proprio per cercare di fare riaffiorare la voglia di andare a votare per scegliere il voto utile? perchè io sono convinto che ciò che ad entrambi gli schieramenti fa veramente paura è la diserzione delle urne da parte degli italiani.In questo risiede la loro vera delegittimazione.Il banco non può vincere se nessuno gioca.

  • pierluigi tarantini

    P.s.
    Non sono iscritto al PD, non ho votato Pd alle predenti politiche, non ho partecipato alle primarie, vorrei vedere Veltroni in Africa e D’Alema in galera.

  • sotto certi aspetti potrei anche essere d’accordo, ma in effetti non capisco perché, se si considera un fallimento di questo governo di centro-sinistra con un fallimento di tutta la sinistra, non si debba fare lo stesso se il centro-sinistra alle elezioni dovesse non vincerle direttamente: in tal caso risulterebbe chiaramente che tutto l’elettorato di sinistra non sia in grado di concepire un’alternativa al governo monti. perlopiù, in questa atmosfera in cui sembra che il governo italiano debba essere commissariato, mi sembra un po’ eccessivo addossare al partito democratico la responsabilità del fatto che la nostra posizione in europa è alquanto scomoda. come d’altra parte mi sembra eccessivo addossargli le colpe del 1993, a meno di non ritenere il pd un’entità metafisica ontologicamente slegata dalle sue configurazioni storiche.

    sono anch’io convinto che se il pd vincerà alle elezioni il governo difficilmente potrà durare cinque anni, ma ci arrivo facendo considerazioni diverse: se il governo cadrà sarà a causa di una fronda interna al pd, una fronda renziana e di destra, che spaccherà il centrosinistra italiano in modo grave, facendo cadere il governo. e ciò d’altra parte è possibile perchè il pd non è un’entità celeste dotata di pensiero unico, ma un partito fatto da persone che, in quanto tali, non la pensano tutti allo stesso modo. e francamente questa per me non sarebbe una sconfitta per il centrosinistra, ma un passo avanti per quest’ultimo, dato che il disfacimento del pd e magari una sua scissione, sono il presupposto fondamentale per un cambiamento nella sinistra italiana, che visto come è andata finora, non è cero detto che non possa costituire un miglioramento. se il pd perde, rimane lo stesso, non risolve le sue contraddizioni, ma casomai ne aggiunge di nuove, come è stato in questi anni di sconfitta. insomma, io sotto questo aspetto vedo in aldo una certa paura del cambiamento, un conservatorismo che non ha senso per uno storico: non sei curioso di vedere come la storia cambierà la sinistra italiana? vuoi che il pd rimanga sempre lo stesso, un partito sempre secondo che aspetta ogni volta di vincere macinando risentimento?
    credo che sia abbastanza cattolico pensare che la sconfitta renda migliori: già socrate notava che se picchi un cane, questo non ti diventa certo un cane migliore. e il centrosinistra italiano, che prende bastonate da svariati lustri, non è certo migliorato grazie a queste mazzate.

    insomma, sono d’accordo con molte cose, ma credo che alla fine il ragionamento fa acqua, non tanto per il minimo sindacale che è ovviamente una percezione soggettiva e su cui non discuto, ma perchè non si capisce come sia possibile che l’auto-condannarsi all’irrilevanza o l’indifferenza possa migliorare la situazione. a me sembra sempre il solito discorso del “non mi rappresenta nessuno povero me, voglio che la mia anima possa risiedere non solo nell’ecclesia dei fedeli in cristo, ma anche nel parlamento italiano” insomma, siamo a tertulliano, come al solito.

    per me conta solo una cosa, dato che se non vince il centrosinistra vince comunque monti e applicherà la sua agenda in modo ancora più selvaggio, non si capisce perchè preferirlo al pd, a meno di non essere montiani dentro come i grillos. il mio voto a sel (che come ho già detto, è immune alle fronde renziane che temo tanto) non è certo scontato, in caso contrario voterei ferrero. ma perchè io mi rassegni al voto inutile – e al montismo implicato da esso – ancora ce ne vuole. senza contare che votare per un fascista che dice che o la pensi esattamente come il partito o sei fuori, è una cosa che sta fuori dalla realtà, e che mi farebbe avere dubbi profondissimi sull’intelligenza di chi ho davanti.

    p.s. credo anche che queste dichiarazioni di bersani, che sembrano un cambiamento di rotta rispetto alle primarie, non debbano essere interpretate per quel che sono, ma in quanto trattativa con l’ue, e legate sicuramente al ruolo di monti al prossimo governo, ma probabilmente anche a qualcos’altro che non sappiamo. e infatti un’altra cosa di cui si è scordato aldo è proprio il fatto che anche il mondo della finanza e certa tecnocrazia europea non vede l’ora di commissariarci…

  • pierluigi tarantini

    Quante parole per giustificare la posizione che hai da vent’anni a questa parte: … alle politiche non voterò per il Pd o per qualsiasi suo alleato … mi asterrò a modo mio….
    In genere le Tue analisi, pur condizionate dall’ideologia, non danno la sensazione di un’arrampicata sugli specchi come in questo caso.
    Francamente imbarazzante, poi, è il mantra: … il Cavaliere ha fatto una mossa abile –sportivamente parlando-, c’è da attendersi che ne farà altre come quelle che indicavo in un articolo precedente,…
    Tralasciando il fatto che non è dato sapere quale sia la mossa abile cui ti riferisci, prendo atto che sei passato a fare valutazioni sportive ….
    Ti aspettiamo al Bar….
    Andando poi a rileggere l’articolo precedente, in esso affermavi che … nonostante la senescenza, B. è quello che tatticamente ci sa fare di più …
    Bè, ripetersi oggi, dopo le scene pietose degli ultimi giorni, richiede veramente un coraggio fuor dal comune, degno di Bondi e Santanchè.
    Quanto alle colpe del PD: chiederti come fai a definire golpista un referendum cui parteciparono il 77% degli italiani ed i cui promotori furono Segni e Pannella sarebbe il minimo a meno che … non ci si ispiri al senso di Grillo per la democrazia.
    Bè, però, dire al 77% degli italiani di non rompere i coglioni ….
    Risparmiaci, di conseguenza, le preoccupazioni sul fatto che … una rotta del Pd domani, dopo una disastrosa esperienza di governo, sarebbe una disfatta di tutta la sinistra ..
    Veniamo all’unica argomentazione comprensibile, relativa al fatto …. che non ci sia alternativa alla politica interna al sistema che ci vuole succubi dei mercati finanziari …. Non lo credo, ma posto pure che sia vero, vorrebbe dire che in questo periodo è possibile solo una politica di destra. Ebbene che la faccia la destra. Se c’è l’agenda Monti da realizzare che la faccia Monti…. La sinistra faccia l’opposizione e le lotte sociali….
    Il rischio c’è, tuttavia, se mi devo curare, preferisco un buon medico al rappresentante di un’azienda produttrice di protesi…
    Quanto al fare l’opposizione, ma non ti sei stancato di essere prigioniero di questo refrain degli anni settanta?
    E poi, Lot-te so-cia-li, Con-flit-to, Piaz-za, ma il corteo oggi dove lo organizzi a Francoforte, a Washington, a Bruxelles o al prossimo incontro del Bilderberg?

    • lasciamo perdere il resto, ma perchè le mie analisi sarebbero viziate dall’ideologia e quelle di chi dà per eterno ed immutabile l’ordine neo liberista sarebbero esempi filgidi di pensiero laico? Tu credi di essere un volterriano?

  • Articolo molto interessante, come sempre. Io ieri a Servizio Pubblico ho addirittura sentito Tremonti dire una cosa di sinistra, o almeno qualcosa che farebbe bene alle classi sociali che dovrebbero essere tutelate dalla sinistra: creare una banca di Stato che entri in concorrenza o almeno sia alternativa nell’erogazione del credito alle banche private. Se penso poi che lo Stato italiano di banche simili ne possedeva 5, oltre all’Ilva e ad altre infrastruttre strategiche (ferrovie, telecomunicazioni, industria chimica e metallurgica ec.) penso a quanto oggi lo Stato avrebbe potuto fare per contrastare la svalutazione del prodotto italiano, del lavoro italiano, del mercato finanziario italiano ecc.E non mi dicano che le privatizzazioni sono servite a ridurre il debito pubblico o ad aumentare l’efficienza del sistema tramite la concorrenza! Oggi sarei felice se lo Stato non vendesse anche le ultime briciole di patrimonio pubblico, come vorrebbero Monti e amici!

  • pierfrancesco ciancia

    assolutamente d’accordo, tra l’altro in una intervista di oggi D’alema conferma “sarebbe illogico e in qualche modo moralmente discutibile che il Professore scenda in campo contro la principale forza politica che lo ha voluto e lo ha sostenuto nell’opera di risanamento”
    Il PD è schiacciato sull’agenda monti, e non potrebbe andare diversamente viste le implicazioni bancarie del partito, Mps, intesa e in buona parte unicredit sono sotto il controllo del PD tramite le fondazioni…

  • Premetto che, come spesso avviene, condivido l’analisi di Aldo. Non sono del tutto concorde però con alcune premesse e/o conclusioni. Ovviamente non voterei mai per il PD nelle elezioni politiche e farei fatica anche a supportare uno qualsiasi dei suoi alleati. In un contesto come quello attuale non riesco però a capire come si possa, da sinistra, perché l’analisi di Aldo tale è, a carte disvelate, come sta avvenendo ora, considerare ancora possibile l’opzione per M5S. Alcune battaglie di Grillo sono condivisibili e anche il voto di sinistra, alle recenti elezioni regionali in Sicilia, è andato purtroppo in quella direzione. Risulta comunque impresentabile, oltre ogni ragionevole dubbio, la modalità fondata su una scarsa chiarezza/trasparenza e su un autoritarismo di fondo con cui si sta muovendo il Movimento Cinquestelle. Scheletri nell’armadio li hanno sicuramente anche altri partiti, ma l’ipotesi di portare in Parlamento persone che rispondono solo e soltanto al binomio Grillo-Casaleggio, mi spaventa. Bersani, d’altro canto, aggiunge che nell’accordo con SEL è contenuta la clausola che i gruppi parlamentari votino a maggioranza. Mi pare, e qui chiedo aiuto a chi ne sa più di me di Costituzione, che in entrambi i casi, sia con Grillo che con Bersani, venga messo in cantiere una sorta di vincolo di mandato consegnato sulle spalle di chi sarà in Parlamento. Chiaro poi che fare le Parlamentarie oppure le Primarie di fine anno per decidere chi mettere in lista diviene ovviamente inutile se si tratta di anonimi automi che schiacciano un bottone a comando. Tanto vale pilotarli con un joystick o usare direttamente dei droni !
    Chiaramente la mia scelta va per il cosiddetto Quarto Polo (Cambiare si può, PRC, Alba e altro che spero si aggiungerà). Sono il primo a dire che servirebbe in quell’ambito una maggiore chiarezza, prontezza e decisione ed un abbandono di tutte quelle titubanze e tattiche attendiste che finora hanno caratterizzato questo fronte. Alcuni, all’interno di questo schieramento, ritengono ancora plausibile un dialogo con il centrosinistra ormai invece su linee diverse (montiane, liberiste, filo BCE e così via). Più volte Di Pietro (che di sinistra non è), De Magistris e Ingroia mi pare abbiano lasciato aperto uno spiraglio al dialogo con il PD. La trovo un’apertura di credito esagerata, immeritata dal PD e comunque fuori tempo massimo. Credo sia una mossa dettata forse dalla paura di fare la fine della Lista Arcobaleno nel 2008. Ma dall’altra parte cosa ci sarebbe ? Un ingresso ora nel centrosinistra cosa comporterebbe ? Niente di meno e niente di più che ripercorrere la strada che fu di Bertinotti quando decise di entrare nell’Unione del 2006 pensando di rendere permeabile il governo alle istanze dei movimenti, mentre in realtà si rese permeabile quel poco di sinistra che in quel governo resisteva, alle politiche liberiste e filomilitari che furono portate avanti nel biennio 2006-2008 da Prodi. Il crinale è sempre lo stesso. I critici diranno che è tempo di scegliere chi ci deve governare e quindi il “voto utile” va speso in quella direzione. In modo ostinato continuo a rispondere che voterò per coloro i quali rappresenteranno le posizioni a me più vicine anche nel consesso parlamentare, sebbene già in partenza non nutrano nemmeno della benché minima possibilità di essere la maggioranza del paese.

  • Sono assolutamente convinto della necessità del “voto utile” e quindi vanno benissimo tutti quelli (o nessuno) che non sono stati la causa dell’impoverimento dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani in questo triste paese… Mai il mio voto al PD!

  • Caro Aldo Giannuli,
    questa volta sono in totale disaccordo con te (mi permetto il tu, spero di non offendere). Tu stesso dici “Il punto è questo, c’è una crisi economico finanziaria mondiale che incalza e le scelte sono due: o si cerca una soluzione interna al sistema così come è, o si cerca di mettere in discussione il sistema e di uscire dalla crisi riformando il sistema. Nel primo caso, … Berlusconi vale Bersani, Vendola vale Monti, Casini vale Ferrero: non c’è differenza.” E nel secondo caso, secondo te che si dovrebbe fare. “Op-po-si-zio-ne, Lot-te so-cia-li, Con-flit-to, Piaz-za…”. Son 20 anni che una sinistra incapace di prendersi responsabilità di governo continua sempre con questa stessa solfa e quali sono i risultati. Che siamo nella merda in cui ci troviamo. “Magari Bersani riuscirebbe ad attenuare un po’ i rigori dell’austerità e fare “qualcosa di sinistra” , ma a quale prezzo politico?”. Ma a quale prezzo politico??? te lo chiedo io a te: “l’impopolarità di scelte politiche antipopolari” , entrare in conflitto con la propria base sociale, frenare la Cgil, mandare la polizia contro i movimenti di protesta ecc.” le stiamo subendo dolorosamente da decenni nonostante Op-po-si-zio-ne, Lot-te so-cia-li, Con-flit-to, Piaz-za… a cui tu ti richiami e che non ha prodotto nessun risultato. Io penso che sia venuto il momento di mettersi seriamente in gioco e penso che anche tu, che possiedi indubbie capacità intellettuali ed una straordinaria capacità di analisi in materia economica(ho letto i tuoi due libri sulla crisi economica e ho già comprato l’ultimo)dovresti farlo, tenendo conto che in questa Italia moderata e conservatrice anche attenuare un po’ i rigori dell’austerità e fare “qualcosa di sinistra”, è importante, considerando che la politica è soprattutto mediazione di interessi contrapposti, e se da lato che io considero più vicino al mio ci fossero personalità come la tua, io mi sentirei anche più tranquiloo.
    Con stima

  • certo, il rischio che descrivi c’è. Ma guarda che pure de Magistris vuole andare con la coalizione di centro-sinistra. E allora? Io credo al voto utile non nel senso del voto contro (Berlusconi è passato), ma utile a creare condizioni meno pessime per la lotta di classe (vedi che paroloni). Cioè perché la sinistra faccia quel che non ha saputo fare con prodi. E se poi la crisi avrà una stretta (cosa che non si può escludere) e il Pd sceglierà la strada di Papandreu (cosa probabile) si arrivi a rompere con una limpidezza di posizione rispetto alle masse (abbiamo provato a fare questo; abbiamo fatto qualcosa; ci rifiutiamo di fare quest’altro) che attualmente nessuno – nessuno – degli spezzoni della sconquassata sinistra italiana ha rispetto alle masse

    • Caro Marco d’accordissimo su tutta l’impostazione, il punto problematico è questo: un governo Pd migliora o peggiora le condizioni della lotta di classe? Sin qui, ogni volta chde la sinistra è andata al governo non si è visto uno sciopero generale e c’è stata una pioggia di cloroiformio su tutto

  • Provero’ a confutare la tesi esposta da Giannuli.

    Secondo me la situazione si configura in questi termini:

    1) la politica dell’UE e’ attualmente asfittica, incapace di andare al di la’ della ragioneria; il pareggio di bilancio per legge costituzionale potrebbe essere un errore fatale; dicono che l’intesa per il controllo sulle banche potrebbe dare avvio ad una nuova fase: pero’ ancora non c’e’ alcuna decisione sugli investimenti;

    2) la societa’ italiana e’ vecchia, piu’ per mentalita’ che per eta’ media (anche quello, se e’ per questo) altrimenti non si sarebbe fatta ipnotizzare dalle barzellette di questi ultimi 20 anni;

    3) il ceto dirigente del centro sinistra ha un passato disastroso;

    4) USA e Vaticano, come nulla fosse, si apprestano a continuare la strategia catenacciara (nel senso di carcerare la politica italiana) e dopo aver voluto e benedetto Berlusconi (sentitamente, ringrazio) ora ci vogliono rifilare Monti.

    Dunque, noi che facciamo? Ci asteniamo, oppure votiamo per qualcosa che fa l’opposizione a prescindere (5stelle? oppure De Magistris, che rischia di non raggiungere il quorum?). Per scommettere sulle lotte di piazza, i movimenti, ecc. che da sempre, come sappiamo, hanno determinato svolte politiche di peso, specialmente a livello europeo ed internazionale….

    Bersani ha un passato di ministro discreto (molto meglio la prima esperienza) ed amici discutibili: ha condiviso la strategia della vicinanza al territorio (cosi’ si definiva la scelta di Penati come collaboratore) ed ha favorito l’intesa Compagnia delle Opere-Lega delle Cooperative; inoltre mi pare che non abbia condiviso la scelta di Veltroni che nel 2008 disse in un comizio platealmente: “Rifiutiamo i voti della mafia”. Chissa perche’, 12 ore dopo quel comizio, Veltroni fu attaccato pesantemente (non mi ricordo piu’ su cosa) dalla coppia D’Alema-Bersani.

    Pero’ ora sta cercando di fare le primarie, per un ricambio di persone e, spero, di metodo.

    Il lato negativo del cosiddetto ricambio e’ che sembra che una quota di maggiorenti comunque verrebbe garantita. Ma soprattutto il rischio e’ che vengano promossi dal voto delle primarie solo amministratori locali. E, con tutto il rispetto per gli amministratori locali che fanno un lavoro utile e difficile, dubito che sia stata fatta una politica di apertura nei confronti della cosiddetta societa’ civile (anche se le dichiarazioni formali di Bersani nei mesi scorsi sono andate in questo senso). Tanto e’ vero, che le sindacature di Milano, Genova, Napoli, Palermo sono arrivate per amore (primarie) o per forza (Palermo) da ambienti esterni al PD.

    Pero’, alla fine sono arrivate.

    Qui sta il punto. In linea con il ragionamento della “societa’ italiana vecchia” mi domando quanto sia dinamica questa societa’ civile e cosa esprime che non sia stato ancora integrato in qualche processo di rappresentanza sindacale o politica. Pero’, qualsiasi cosa sia, andrebbe messa in un circuito decisionale che implementi scelte di governo ed amministrative che la favorisca. Compreso il livello europeo delle scelte, in sintonia con quello che di dinamico (innovazione, investimenti, sviluppo, integrazione europea) li’ si possa trovare.

    Siamo sicuri che la strategia movimentista “esterna” sia la scelta giusta? Non e’ meglio influire attraverso una partecipazione di governo?

    A me sembra che proprio la decisione, per esempio, di partecipare alle primarie per la presidenza della regione Lombardia e votare Di Stefano vada nella direzione di quello che ho detto poche righe sopra.

    Bisognerebbe avere una conoscenza del PD dall’interno (cioe’, una conoscenza, che non ho, delle dinamiche reali del gruppo dirigente attuale) per poter dare un giudizio esatto, ma l’operazione che ha messo in moto Bersani potrebbe andare proprio nella direzione di un ricambio.

    Preciso: non sono in grado di giudicare gli attuali “quarantenni” e “trentenni” voluti da Bersani; mi sembrano piu’ da laboratorio (quindi leggerini) che provenienti da esperienze concrete (cioe’: sono dei garantiti? hanno mai lavorato? si sono trovati a risolvere un po’ di problemi nella vita personale e professionale?); pero’ a maggior ragione una partecipazione a questo che sembra essere un nuovo corso potrebbe essere la soluzione migliore, piuttosto che sperare in una lotta esterna che, secondo me, rischia di concludere molto poco.

    Poi, nessuna soluzione e’ perfetta.

    E’ che mi stanno antipatiche (perche’ potenzialmente pericolose) le scelte che mi sembrano aristocratiche (absit iniura verbis), anche se nobili nelle intenzioni.

    • Aristocratico a me????!!!
      Scherzi a parte, c’è un problema di cultura politica di base: io , che non sono un movimentista a tutti i costi (chiariamo questo punto) non credo nel governismo programmatico. Se poi è fatto con questo ceto politico non pèarliamone proprio. Preferisco avere come avversario contro cui battermi Monti a Bersani. In fondo, come vedi, non lo voto perchè gli voglio bene!

  • @rosario: ti sembra chetremonti abbia detto una cosa di sinistra perchè non sai che il centrodestra ha sempre bloccato la legge del 1999 (parlamento di centrosinistra)che imponeva alla banca d’italia di ricomprarsi le quote in mano alle banche private italiane per garantire la sua indipendenza. questa è l’unica proposta seria, il resto è fumo negli occhi, dato che è impensabile che la b.i. faccia concorrenza ai suoi azionisti…
    ma d’altra parte da santoro ultimamente i peggio personaggi di destra riescono a farsi passare per compagni, vedi brunetta, renzi o grillo. per me sta diventando il peggiore di tutti, lui e quello scopino di travglio

  • Dunque, il problema e’ trasferire ricchezza, almeno il 20% di quella totale, ai ricchissimi, cioe’ al 2% degli italiani. Su questo vi sono idee diverse:
    a) la destra montiana prevede di togliere il 10% al 50% piu’ povero, cioe’ tutto quel che hanno, lasciandoli in mutande, e un altro 10% dalla piccola impresa e dai commercianti, con la leva fiscale e la stretta creditizia;
    b) la destra berlusconiana (nelle sue diverse anime, comprendendo Tremonti, la Lega, e CL) vuole ridurre il trasferimento al 15%, nella misura dl 10% dai lavoratori e del 5% da commercianti e piccola impresa, ed e’ per questo invisa a tutti, ai ricchissimi perche’ non garantisce l’intera posta, e al ceto medio perche’ nessuno puo’ ormai prenderlo sul serio;
    c) la “sinistra”, per modo di dire per carita’, di Bersani, Ichino, Letta, vuole garantire l’intera posta, lasciando un 2% ai lavoratori, da cui sarebbe prelevato non tutto il possibile subito, ma solo l’80% della loro ricchezza, e aggravando quindi il carico su impresa e ceto medio (esemplare la proposta di Vendola, non piu’ di 300 euro di contanti nelle tasche degli italiani).
    Indubbiamente, la proposta Bersani e’ volutamente vaga, proprio per il suo carattere truffaldino e tendente a confondere le acque per rimediare consensi. Non ingannera’ la piccola impresa, ne’ il ceto medio, ed e’ per questo che serve creare dal nulla il consenso, e mantenere quindi una legge elettorale truffaldina che trasformi la minoranza dei voti in una maggioranza parlamentare.
    Non incompatibili fra loro sono invece le proposte della destra, fatto salvo il carattere puramente illusionistico del “populismo berlusconiano”, che al momento pero’ non riesce nenche a stare sul ring per evidenti limiti di tenuta psicofisica e di confusione intellettiva. Se avessero tempo, potrebbero convergere, naturalmente sulla linea Monti, ma il tempo non c’e’. La previsione e’ quindi facile, si tratta di aver pazienza, lasciar vincere la “sinistra”, e poi ammorbidirla con il consueto piatto di lenticchie. D’altra parte, probabilmente si accontentano anche di razioni d’emergenza, anche scadute, purche’ arrivino subito, in questo non saranno molto diversi dal loro faro ispiratore, il divo Bettino.
    Non c’e’ nessun voto utile, se non un voto contro l’intero sistema politico che vuole operare la distruzione della societa’ italiana, ammesso che esistano forze che si pongano in modo chiaro in questa direzione. Altrimenti, non votero’, ma mai piu’ nessuna fiducia nel PD, satelliti inclusi!

  • Non voterò nemmeno io il PD (faccio la stessa analisi di Aldo), spero si presentino o De Magistris o Alba o Rifondazione, in ordine di preferenza, ma il M5s (sempre che si presenti) mai.
    Non darò il mio voto alla riedizione moderna dell’Uomo Qualunque condito in salsa talebana/ambientalista.
    C’è maggiore dialettica nel PDL e nella Lega rispetto a quanta c’è n’è nel M5s.
    Di dilettanti allo sbaraglio, in questa fase storica, proprio non ne abbiamo bisogno.
    A differenza di Giandavide non credo che la destra PD rialzerà la testa, come non credo che, stavolta il PD, non finisca la legislatura per cause interne, mi piacerebbe (ma chiedo troppo) che non la finisca per una forte mobilitazione delle masse sul genere greco.

  • Il “voto utile” in napoletano (sono nordico, ma poliglotta):
    “ie songo ‘na schifezza, ma vvota pe’ mme, pecché chille là è ‘nu sfaccimme è ‘na schifezza piegge ‘e mme”.
    Democrazia allo stato puro.

  • 1) vorrei sapere l’ultima volta in cui il voto è servito a qualcosa.
    2) il voto serve in democrazia o no? Ma Monti al governo, ha significato la fine della democrazia. Quindi è molto fuorviante chi dice che bisogna votare, perché il problema è un’altro. Comunque vadano le elezioni, la politica di Monti resterà, perché ci è stata imposta dall’Europa.

  • Quando ero bambino mi divertivo ad andare al cinema e vedere i film iniziati, poi vedevo il primo tempo.

    Era bello e mi vedevo piu’ di un film (perche’ vederlo iniziato lasciava aperte molte ipotesi sulla trama).

    Ora, in questo sito bisognerebbe trovare una soluzione che permetta di capire a chi sono rivolte le risposte del padrone di casa, anche se questa volta l’ho capito di quasi tutte.

    Per es. si potrebbe mettere un “@” seguito dal nome della persona alla quale ci si rivolge.

    Nel merito: astenersi per rovinarli, in effetti, potrebbe essere una soluzione. Anche perche’, come me, qualche milionata di persone si e’ molto rotta i cogl… di questi grandi dirigenti del centro-sinistra che vedono le cose in ritardo, alcune delle quali peraltro accadono (come a Scajola) a loro insaputa.

    La mia idea, invece, e’ che bisogna accompagnarli gentilmente alla porta, piano piano, rassicurandoli, senza gli strilli del giovane Renzi, facendo crescere una nuova leva di dirigenti.

    Il vero problema, pero’, che mi pare drammatico, e’ che la societa’ italiana mi pare possa esprimere poco in termini di ricambio. Per questo parlavo di societa’ vecchia di mentalita’.

    Bisognerebbe chiedere a studiosi come Bonomi per capire dove si annida la dinamicita’ sociale ed economica dell’Italia e chiedere a questi qui di farsi avanti e se del caso spingerli da dietro, facendogli proposte che non possono rifiutare.

    D’altro canto se hai una intera generazione di precari e disoccupati ricattati e presi per il collo del bisogno, hai voglia a chiedere dinamicita’. Anche perche’ da chi e’ in difficolta’ economica e di vita ti aspetti disperazione, piu’ che progetti per il futuro. Anche se da questi ricattati dovresti ripartire per riconfigurare le linee guida di una politica di due legislature.

    Per questo insisto sul discorso del ricambio pescando dove si puo’ trovare voglia e capacita’ di futuro. Il quale, ovviamente, non e’ e non dovrebbe essere garantito per nessuno. Nemmeno, per esempio, a chi decide di fare politica.

  • un attimo, forse sto sbagliando a scrivere l’url.. volevo dare uno sguardo al blog di giannuli, eppure mi sa che sono finito su vivamafarka, almeno a leggere i commenti di certa gente. a parte l’uso smodato di lambrusco che fa certa gente che in preda ai fumi dell’alcool scrive che il pd vuole prendere l’80% della ricchezza degli italiani (probabilmente roba sentita a publitalia); quello che dice che grillo è democratico, quello che dice che votare non serve comunque, ecco, mi sa che mancano un pò di paranoie per i rettiliani, il signoraggio e il complotto sionista e siamo a posto.
    e sotto questo siete anche i peggio illusi:con elettori come voi, che votate con la bile piuttosto che col cervello e siete disposti a dividervi per seguire il primo fascista che capita, i partiti alla sinistra del pd non vinceranno mai, ed è fatica sprecata votarli, e devo dire che mi fate pure passare la voglia di pensare di votare a quello sfigato conservatore di ferrero. quindi per non fare vincere monti, che probabilmente si candiderà dopo natale contro bersani, mi sa che voterò vendola pensando anche a voi

  • Aldo, se mi permetti, le scomuniche, le accuse di frazionismo sono cose che ho già viste e che, normalmente, non portano bene.

    Meglio una sana e consapevole astensione piuttosto che dare un voto al vecchio che avanza rivisitato in salsa talebana (noi siamo i buoni, gli altri sono i cattivi) con una notevole dose di incompetenza. Sono stanco di messia (e detto fra noi non mi sono mai piaciuti), sono stanco di gente che viene votata solo perché non ha mai fatto politica prima.

    Il PD è quello che è e non sto a difenderlo, da RC mi sono allontanato perché troppo ingessato, ma non per questo mi va bene qualsiasi altra cosa. Anzi. Cerco di conservare il mio spirito critico. Cerco di usare il cervello.

    Grillo ed il M5s è un film vecchio ed un attimo stantio.

  • basta informarsi, per esempio istat o bnl. il 50% meno abbiente degli italiani possiede il 10% della ricchezza totale dell’Italia, e gli va di lusso, perche’ l’analoga quota tedesca e’ di circa il 2%, mentre quella USA e’ la meta’, cioe’ non supera l’1%.
    l’8% della ricchezza e’ l’80% del 10%, basta usare la calcolatrice, ve ne sono di ottime in commercio anche a 4 euro. questo significa prendere a modello l’Europa tedesca (fatto salvo il fatto che in Italia l’etica kantiana e’ approssimata in modo vesuviano, che la VW non e’ la FIAT di Marchionne, e altri piccoli dettagli aventi a che fare con la sovranita’ nazionale).

  • la ricchezza si trasferisce al 2% più ricco soprattutto quando l’elettorato è composto da bestie che se ne fregano altamente delle sorti del loro paese e si buttano nelle mani del primo populista che passa, e questo lo dico come regola generale, non mi sto riferendo certo a quegli utenti che utilizzano il pallottoliere come i bambini, per muovere le palline sensa senso.

    p. s. nel pd la candidatura di monti sembra agitare le acque, dato che i democristi fioroni e franceschini, oltre al già citato ichino stanno per passare con monti, corrucciati perchè bersani ha preferito la linea fassina. è sempre più probabile che i ragionamenti sul pd montiano diventino spazzatura, dato che monti sarà l’avversario del pd. quindi voto utile o voto inutile… la domanda diventa un’altra: ma a voi piace monti? cosa pensate di fare al riguardo? indignarvi al momento delle elezioni e non fare niente per poi andare a lamentarvi al bar, come fa l’italiano medio? auguri.
    ah, ma vero, sono tutti uguali, lo dice l’esperto di etica kantiana in salsa partenopea. ma, mi chiedo: chi gli scrive i testi? renato farina?

  • Rispondo a GianDavide brevemente per dire che la situazione politica è talmente intricata che anche uno come Tremonti non esita ad affermare “cose di sinistra” (ma cosa vuol dire sinistra oggi?). Ogni analisi politica, oggi sarebbe “fluida” per utilizzare un felice e quanto mai moderno concetto del filosofo Z.Bauman. Quanto a me rimango saldamente ancorato all’idea del quarto polo.

  • @ rosario. ad esempio il fatto che la banca d’italia non sia privata mi sembra una cosa di sinistra, e in effetti in questo caso la sinistra ha provato a farla toranre pubblica, mentre la destra è dal 1999 che preferisce che le banche private italiane, tramite il loro azionariato nella banca d’italia, la controllino e ne inficino l’indipendenza. e ti ringrazio di avere citato bauman, dato che, in un caso che tutto sommato credo che sia abbastanza chiaro(stare con i banchieri=destra, stare con quelli che non sono banchieri=sinistra), il concetto di fluidità è non solo inutile, ma tipico di un certo atteggiamento da finto moderno: usare la metafora dell’idraulico a meno di non stare parlando di argomenti effettivamente relativi all’acqua non ha senso. quando si aggiunge l’inutile suffisso “fluido” in stille baumaniano, il contenuto delle proprie affermazioni diventa: non ci sto capendo un cazzo riguardo alle forze e ai valori che cambiano la società, quindi mi limito ad affermare che questi la cambiano senza che io ci capisca effettivamente un cazzo, e quindi tirano fuori inutili metafore che non aggiungono nulla al bagaglio di conoscenze del lettore. quindi io consiglio di evitare bauman come la rogna, dato che io lo trovo intellettualmente molto meno onesto di un de crescenzo. per il resto, ribadisco che anch’io mi sento in settore quarto polo: ma dato ceh questo qurto polo è la cosa meno seria del mondo, dato che non hanno fatto nulla per 4 anni mentre il fascista grillo cresceva a spese della sinistra italiana grazie all’immobilismo e alle idde fallimentari di ferrero &co. , si presentano un mese prima della elezioni senza essersi minimamente preparati alla cosa. e che ce vo: basta arrivare all’ultimo e dire agli elettori: votatemi sulla fiducia, tanto che ce vo’ ad essere più di sinistra di questi. per me un simile conmportamento significa: 1 non avere idee; 2 volere contare su una rendita di posizone. non sono soddisfatto nè dal pd, nè da vendola, sebbene alla fine, a meno di catastrofi, il mio voto andrà là. ma la cosa che mi fa veramente girare le palle è che se vendola sta giuasto giusto nel limite sindacale di roba votabile, forse un pò al di sotto ma pazienza, anche il cosiddetto quarto polo non è da meno, dato che da un partito di sinistra pretendo molto di più che dire: “siamo più di sinistra noi di loro, votaci a scatola chiusa, nonostante grazie al nostro pessimo lavoro siamo riusciti a fare passare l’opposizione di sinistra a quel fascista di grillo, lisciandogli il pelo per poi facendoci mandare a quel paese, tentando di fare i populisti e non riuscndoci, rimanendo al 4% mentre grillo sta al 16%. ovvero trasformando un’opposizione che naturalmente sarebbe stata di sinistra in un opposizione di destra compoletamente inutile al mondo. sicuramente è per questo motivo che ce l’ho tanto con il quarto polo nonstante io abbia sempre votato in quell’area. (del fascista genovese ho già parlato)

  • pierluigi tarantini

    @ Giandavide
    ….la ricchezza si trasferisce al 2% più ricco soprattutto quando l’elettorato è composto da bestie che se ne fregano altamente delle sorti del loro paese …
    Grande sintesi!

  • La divisione politica crea indecisionismo. L’indecisionismo sostiene chi vuole mantenere lo status quo. Chi ha piu’ interesse a mantenere lo status quo? Quelli che stanno gia’ bene. Quindi “divisione politica” = “vittoria dei conservatori”. Si puo’ pure dire che i conservatori hanno due numeri su tre su cui vincere: l’astensionismo o divisioni all’ interno del parlamento e partiti di maggioranza (vedi Obama-Romney, vedi adesso PD-PdL-Monti…) e il loro partito di rappresentanza (il centro-destra). Mentre chi cerca di cambiare le cose parte svantaggiato (se gli va bene ha solo un terzo delle chance). Io sono per un forte centro sinistra nel PD. La situazione elettorale e’ molto diversa dall’ultimo governo Prodi. Il centro-sinistra puo’ contare su una percentuale molto piu’ ampia, grazie soprattutto all’astensionismo e questo Berlusconi lo sapeva; ecco perche’ ha forzato la sua candidatura e quella di Monti (Grillo non era piu’ sufficiente per contrastare un centro sinistra in ascesa), per almeno sperare in un ridimensionamento della percentuale PD in parlamento. E ci sta riuscendo. Detto questo il PD mi rappresenta e credo rimanga ancora l’unica forza riformatrice in questo paese.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.