La sinistra ed il M5s.

La sinistra italiana ha digerito molto male la nascita del M5s ed il suo rapido successo e non perde occasione per manifestare la sua antipatia, spesso con punte decisamente isteriche. Un atteggiamento comune alla grande maggioranza dei dirigenti, degli attivisti ed anche alla base delle formazioni di sinistra, senza distinzioni: dal Pd renziano a quello di sinistra, dai centri sociali a Sel, da Rifondazione al PdCI, con l’eccezione  solitaria di Civati che ha provato timidamente a dialogare con il M5s.

I bersaniani non perdonano al M5s di esistere, perché senza di loro il Pd avrebbe stravinto le elezioni del 2013 e poi di aver rifiutato ogni dialogo per un governo Bersani sostenuto dall’esterno dal M5s.

Rifondazione e PdCI di aver assorbito lo spazio politico dell’opposizione impedendogli prima di raggiungere la soglia del 4% e dopo di sottrargli ogni visibilità.

I centri sociali vedono il M5s come pompieri ultra legalitari che gli sottraggono consensi che, altrimenti, andrebbero certamente a loro.

Sel lo vede come un invadente vicino che li mette in ombra e che ha spinto oggettivamente verso il governo Letta prima e Renzi dopo, spaccando la sua alleanza con il Pd.

I renziani considerano i M5s come un fastidiosissimo pungolo che non dovrebbe esistere e (purtroppo) esiste. E della stampa (Repubblica ed Espresso in testa) non parliamo.

E tutti rimproverano al M5s mancanza di democrazia, populismo, assenza di progetto, essere agenti nascosti del neo liberismo se non proprio para-fascisti ecc ecc. E magari si fanno capriole per dimostrare l’indimostrabile (come per l’accusa di cripto liberismo o di para fascismo).

Beninteso, non tutte le critiche al M5s sono infondate come queste (e non mi pare di aver mai taciuto in proposito come sul tema della democrazia e sull’eccessiva rigidità ideologica), quanto alla stampa, se è vero che tratta malissimo il M5s e chi (come il sottoscritto) gli si accosta, è anche vero che il M5s un po’ se la va a cercare, con un atteggiamento troppo polemico.

Ma l’ostilità va molto oltre le motivazioni dichiarate e rivela un malanimo più profondo, che supera persino l’odio che investì i radicali nella loro migliore stagione.

A veder bene, i più giustificati sono i bersaniani che devono al M5s il doppio capitombolo del risultato elettorale e della mancata formazione del governo. A suo tempo (chi non ci crede vada a rivedersi quello che scrissi nella primavera di due anni fa) sostenni che il M5s stava perdendo una grande occasione negando anche solo l’astensione al Senato nei confronti del governo Bersani, al quale avrebbe potuto porre condizioni molto onerose: dalle elezioni entro un anno, ad una serie di provvedimenti legislativi (dal ripristino della proporzionale, alla legge anticorruzione ed a quella sul conflitto di interessi) che avrebbero permesso al M5s di arrivare alle elezioni con un ingente bottino di vittorie politiche. E, fra l’altro, ci saremmo risparmiati la rielezione di Napolitano, il governo Letta, il patto del Nazareno, la vittoria di Renzi eccetera eccetera. Ma, all’epoca il M5s era troppo acerbo per un approccio alla politica così disincantato (anche oggi fa fatica a distinguere fra intese politiche e contaminazioni antigieniche). Quindi, un po’ di risentimento da parte dei bersaniani è comprensibile e giustificato, anche se poi i loro torti sono molto più pesanti.

Molto meno giustificato è l’odio da parte dei vari frammenti che vengono dal tronco di Rifondazione (Sel, PdCI, diaspora dei gruppi minori oltre, ovviamente, alla stessa Rifondazione superstite). In primo luogo, se uno ha perso 3 elettori su 4 deve chiedersi perché, fare i conti, come direbbe Marx, con la propria precedente esperienza. Cosa che Rifondazione e derivati non hanno mai avuto l’onestà intellettuale di fare. Se dopo (ma solo dopo) un altro si presenta ed al primo colpo prende il 25%  prendendo più del doppio di quanto non abbia mai preso il primo, l’atteggiamento più corretto è quello di chiedersi come abbia fatto, cercare di carpirne i segreti. Mentre non ha nessun senso prendersela con chi ha avuto quel successo. Qui siamo al paradosso che il M5s, pure in discesa, ha comunque un elettorato che è quasi due volte e mezzo quello che il Prc aveva ai suoi tempi belli e questo è un capo d’accusa, non un motivo di riflessione per chi non è mai riuscito ad avere quei consensi.

La verità, duole dirlo, ma a volte occorre essere molto duri, Rifondazione è fallita perché è stata guidata da un apparato di burocrati nullafacenti e incapaci di proposta politica, che volevano solo vivere di rendita di un simbolo. Il Prc non ha prodotto un grammo di cultura politica, di proposta, non ha neppure cercato di analizzare  le trasformazioni  sociali, economiche e culturali di un mondo che cambiava velocissimamente,  si è accontentata di quattro slogan  messi insieme alla bell’e meglio e si è accucciata ai piedi della Quercia, ritenendo bastevole lo status di principale cespuglio.

Quando, come nel 1998, ha rotto quella alleanza (in verità, più per gli attriti personali fra Cossutta e Bertinotti che altro) non ha saputo offrire alcuna alternativa credibile, tanto che poi (dopo il giro di valzer con i disobbedienti nel 2001), è tornata in braccio allo stesso Pd addirittura entrando nel governo, con i risultati che sappiamo.

Questo pagliaccesco comportamento ha retto per sedici anni, dopo il giocattolo si è rotto. Ma neppure la sconfitta del 2008 è servita ad avviare una onesta autocritica: il manipolo di funzionari la cui vera funzione era quella di ciondolare fra una stanza e l’altra della direzione nazionale o delle federazioni principali, non aveva né la capacità né la voglia di farlo.

E ve la prendete con il M5s? L’odio per gli aborriti “grillini” è solo lo schermo per non fare i conti con la propria incapacità. Quanto, poi, al “populismo” del M5s, ma vi ricordate il “populismo di sinistra” di Ferrero e le sue michette? Era questa la risposta alla crisi?

A Sel è andata un po’ meglio, essendo rientrati in Parlamento e con larga messe di deputati, grazie al ricco premio di maggioranza, ma si tratta di una esistenza precaria e marginale, sempre insidiata dal richiamo della foresta del Pd. A proposito, nel maggio scorso scrissi dei propositi scissionisti della “banda Migliore” e mi beccati la sfuriata di un paio di lettori vicini a Sel che mi accusarono di ripetere le calunnie della stampa di regime e che erano tutte falsità. Mi pare che non fossero proprio falsità, visto che poi Migliore e& c. sono effettivamente passati al Pd e nei ranghi della maggioranza renziana (congratulazioni!).

Di fatto anche Sel non tenta alcuna operazione di avvicinamento al M5s, anche se riconosco che è cosa tutt’altro che semplice.

Ed anche i ragazzi dei centri sociali, ai quali sono sempre stato vicino e che considero con affetto come i giovani più promettenti di questo spezzone di sinistra sopravvissuta, rifiutano di fare un bilancio della propria esperienza. I centri sociali esistono dalla fine degli anni settanta, vale a dire da quasi quaranta anni ed hanno avuto la loro migliore stagione fra gli anni novanta ed  i primi del 2000, cioè oltre quindici anni fa. Hanno dato vita ad una militanza generosa (quanto, spesso, ingenua), hanno realizzato molte esperienze sociali (ambulatori popolari, lotte in difesa del diritto alla casa, movimento No Tav o no Expo ma hanno raccolto pochissimi successi e, soprattutto non sono riusciti a costituirsi in soggetto politico nazionale. Funziona –e poco- solo qualche coordinamento regionale. Non è un grande risultato dopo quasi venti anni. Ma, dirà qualcuno, i centri sociali non vogliono misurarsi sul terreno istituzionale che ritengono un diversivo (anche se mi pare il discorso della volpe e dell’uva), quanto sul piano di “quanta gente portiamo in piazza”. E sia, ma anche su questo piano, di occasioni di qualche consistenza (intendo nell’ordine di qualche decina di migliaia di persone) se ne ricordano pochine ed in genere sprecate dalla logica degli scontri a tutti i costi, il cui principale risultato è stato quello delle decine di militanti finiti in galera. Ho sempre sostenuto le campagne per la loro liberazione ed ancora lo farò perché i compagni non vanno mai lasciati soli davanti alla repressione, ma… si potrebbe evitare questa inutile ginnastica “rivoluzionaria”? A che serve?

Anche perché, l’effetto poi è l’isolamento sociale dell’are antagonista che resta una frazione minoritaria che ha una qualche consistenza solo nelle grandi città. Insomma, il seguito, non dico elettorale, ma  sociale dell’area antagonista arriva all’1%? Ne dubito.

Ed allora, che senso ha l’ostilità verso il M5s che non fa concorrenza su nessuno dei terreni praticati dall’area antagonista? Sembra un po’, scusatemi, la gelosia del bambino nei confronti di quello che ha il giocattolo più bello, anche se lui quel giocattolo poi non lo userebbe. C’è molto infantilismo in questo atteggiamento.

La cosa più deprimente è che i militanti di sinistra rifondarola, antagonista, o Sel, pensano che il problema si risolva aspettando che il M5s imploda perdendo tutti i suoi consensi e stanno seduti ad aspettare che accada. Peccato che, se pure accadesse, i rivoli che ne uscirebbero si dirigerebbero solo in misura risibile verso le loro organizzazioni mentre il grosso andrebbe nell’astensione e il resto verso il Pd o la Lega: bel risultato!

In ogni caso io sono convinto, come ho già scritto, che il M5s stia attraversando un periodo di trasformazione soprattutto organizzativa molto difficile e contraddittorio, e sono perfettamente cosciente che non è detto che questa trasformazione riesca o che riesca in tempo. Anche per il M5s è partito l’orologio che scandisce il tempo che resta prima dell’esito. Se al momento zero la trasformazione sarà completata in modo soddisfacente, metterà radici diventando un soggetto stabile del nostro sistema politico e con possibilità di vittoria. Ma se questo non sarà stato, farà la fine degli altri, finendo a pezzi (come è stato per i radicali, i verdi, l’Idv, la stessa Rifondazione). Ma il momento zero credo che arriverà in un tempo medio (diciamo tre-cinque anni) mentre nell’immediato è probabile che continui ad essere una forza di almeno il 15-20% alle politiche (diverso è il discorso delle regionali ed amministrative dove, probabilmente, i risultati saranno molto più avari).

Ed avete voglia di restare in panchina per tutto questo tempo? Forse conviene adattarsi all’idea che con il M5s occorrerà farci i conti almeno per alcuni anni ancora. Ma, soprattutto, se si vuole costruire davvero una sinistra capace di incidere e non un nosocomio per funzionari a riposo, forse sarebbe il caso di darsi da fare per cambiare aria, sbaraccare le solite facce che sanno di sconfitta, riaprire una dialettica politica vera, fatta più di idee che di sigle, costruita con modalità comunicative adatte ai tempi. E qui, forse, se si studiasse, con più freddezza e senza mal di pancia, l’esperienza del M5s, qualche buona idea potrebbe venir fuori.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (31)

  • Il problema principale rimane che il M5S non vuole neanche provare a cercare una qualche linea di collaborazione con altri partiti o movimenti. Intanto non sono tutti di Sinistra, quindi, per dire, se RIfondazione cerca di il dialogo con loro, ci saranno i grillini concettualmente di destra che si oppongono. A livello locale si prova tutti i giorni a creare una sinergia con i 5S, ma se la base di partenza è che loro sono belli e onesti e gli altri, in quanto partito, sono persone di malaffare, la discussione a mio modesto parere, neanche parte. Quindi o si ragiona in termini paritari oppure si preferisce costruire qualcosa di Sinistra da soli. Non ci riusciremo? Avremo sempre percentuali da prefisso telefonico? Almeno avremo avuto l’onesta intellettuale, almeno quella ce la riconoscano, di non fare accordi con chi non ci riconosce dignità politica in cambio di qualche punto percentuale.
    Un RIfondarolo

  • aldo dipende se m5s ha intenzione di aprire un dialogo verso la coalizione sociale. Meglio se nella coalizione sociale interagirà anche m5s. Ma ho i miei dubbi sull’intera faccenda per i problemi di verticismo che di solito evidenzi.

    • Perché non il contrario invece?
      Perché Coalizione Sociale, che da quello che dice Landini non mi pare sia un partito, non fa pressione sui suoi rappresentanti politici (SEL e PD) per far appoggiare provvedimenti di buon senso?
      Se i provvedimenti sono di buon senso il voto del M5S non mancherà.

  • Il M5S è un evidente progetto di gatekeeping, odiato soprattutto perché, come FI prima, dimostra l’inanità umana e culturale, prima ancora che politica, di chi si vende come “sinistra”.

    L’ho sostenuto alle nazionali, contro il fascismo piddino, e anche con l’ingenua speranza che potesse acquisire cultura politica: così non è stato. Sicuramente la scarsa democrazia interna è stata dirimente.

    A livello nazionale è stata una tragedia, proprio perché amministrare il territorio non è far politica nazionale. Non scherziamo.

    Le Democrazie nascono con il riconoscimento delle opposizioni, e le opposizioni nascono con la cultura. Non è un caso che Platone definiva la Politica come l’espressione più alta delle scienze.

    Casta-cricca-corruzione, debitopubblicobrutto, gli sprechi, la meritocrazia, l’onestismo, è tutta retorica neoliberale: questa non è un’opinione. È tutta roba che da quarant’anni arriva dall’FMI, con cui si è mandato in miseria 3 quarti di pianeta. Basta difendere l’idifendibile!

    Cosa dire delle uscite grillesche per cui “tedeschi annetteteci”, “dovremmo fare le riforme Hartz”, “LO STATO COME UNA FAMIGLIA”, e via a promuovere livore antistato, antipartito, come promosso dalla Troika!

    Ma un po’ di decenza, Professore.

    L’antipartitismo non è solo è un must del neoliberismo, è un attacco diretto alla democrazia! Altro che democrazia diretta… in spregio all’art.49 Cost.

    Questo è il pensiero politico che muove questi novelli giacobini convertiti al liberismo: indipendentemente dalle facce pulite e dalla presunta “superiorità morale”.

    Stanno puntellando il sistema non solo perché hanno spinto al consociativismo, ma proprio perché chiudono il cerchio ideologico neoliberale.

    Cosa c’è di più reazionario, neoliberale, contro il lavoro, e, in definitiva, più antidemocratico che non proporre “il reddito di cittadinanza”? Ma un po’ di onestà intellettuale, suvvia!

    Certo è che la cultura costituzionale è proprio rappresentata da pochi “iniziati”, a quanto pare. Guardi, mi ricordo bene che il Professore sosteneva che il diritto europeo subordinava i precetti costituzionali. Contro una secolare giurisprudenza e la più elementare teoria delle fonti…

    « I centri sociali esistono dalla fine degli anni settanta »

    Appunto: da quando è stata messa la lapide sulla sinistra. Ovvero, da quando tramite il vincolo esterno il conflitto di classe è stato riportato fuori dalle istituzioni.

    Tra pseudocultura sessantottina, guerriglia urbana e cultura della droga, con tutte le lodevoli eccezioni, i centri sociali sono finalizzati a puntellare il sistema neoliberista.

    La Sinistra va ricostruita, prima come cultura diffusa e coscienza del conflitto classe, all’interno dei partiti. Tutti. Perché tutti devono rispondere e “convergere”, come ammonivano Mortati e Calamandrei, verso il programma costituzionale, CHE È FONDATO SUL LAVORO.

    Se questo non è chiaro tutto l’impegno è inutile, con buona pace anche del suo lavoro, caro Professore.

    • Sembra che dietro lo pseudonimo Junius ci sia il prof. Bagnai 🙂
      Analisi giustissima quella di Junius, io salvo la buona fede di Grillo testimoniata dai cambiamenti di rotta più recenti e dalla crescita culturale e politica di alcuni deputati M5s. Però va detto che sono evoluzioni che arrivano troppo tardi quando il capitale elettorale è ormai dilapidato. Purtroppo natura e origine della crisi economica e politica le abbiamo messe a fuoco solo in questi ultimi anni, e il legalitarismo sembrava essere una buona base rivendicativa di massa per ricostruire un’opposizione (le rivoluzioni storicamente sono state prima legalitarie e per l’uguaglianza giuridica e poi per l’equità economica, e nell’Italia del 2007 la Storia era tornata indietro).

      • D’altronde chi ha impostato il dibattito sull’euro è stato lui e gli stilemi sono i suoi.

        Così come aver divulgato la letteratura sul “vincolismo”, l’insegnare dove cercare dati e fonti per il fact-checking, per una resistenza democratica contro la propaganda, è merito suo.

        Questo dalla vecchia “sinistra” non gli verrà mai perdonato.

        (E infatti ci provano con il “relativismo”, come da tradizione neoliberale, a far credere che ogni argomentazione ha “ugual valore”, giocando codardamente tra la confusione tra “diritto di esprimere un’opinione” e “valore intrinseco dell’opinione”: da cui l’egualitarismo antidemocratico di 1 vale 1 ecc.
        Il diritto di voto “vale uno”: il parere di un geologo su un piano urbano non VALE come quello della sciura Pina… tanto oramai ci stanno portando via tutto: il lavoro, il benessere e la libertà conquistati con milioni di morti)

        Spero, però, che riconoscerai che in queste analisi, al di là di alcuni stilemi oramai “marchio di garanzia” del dibattito politico più informato, si va ben oltre all’istrionico economista.

        Una nuova Sinistra pare stia iniziando a gattonare… e non lo possono accettare.

        • Ciao Junius, credo si capisse dal mio precedente commento quanto stimi Bagnai e come consideri la sua diagnosi, la sua prognosi e la sua terapia economico politica le migliori attualmente sul mercato delle idee (salvo la sua adesione tattica alla Lega già -mi sembra- ridimensionata) . nè ironizzo sui cloni stilistici di Bagnai, perché li considero moltiplicatori virali di tesi sacrosante. Dubito solo sull’opinione che Grillo e Casaleggio siano dei gatekeeper, ho l’impressione che -come noi- abbiano maturato un’analisi corretta in maniera lenta e tortuosa. Io Bagnai l’ho scoperto a fine 2012 grazie a Badiale e Tringali e loro grazie a Giulietto Chiesa con cui ora sono in rotta. Qualcuno -i più giovani- ci sono passati attraverso le distorsioni visionarie del documentario Zeitgeist, i meno istruiti e/o adolescenti magari son partiti dai rettiliani (credo che anche il complottismo più becero possa essere una base di partenza per una maturazione critica e una sana diffidenza per le ideologie dominanti, sempre se non ci si ferma lì). Sulla retorica nefasta della democrazia diretta e la pretesa l’equivalenza delle opinioni sono arci d’accordo. È il momento di fare ampie alleanze in nome della sovranità nazionale e la difesa della costituzione, se non possiamo lasciare fuori neanche una Lega autocritica (ma non volevano fare con la Padania quello che la Germania ha fatto al resto d’Europa ? Mercato unico nazionale e spesa pubblica locale? ) credo ilM5s non abbia meno titolo ad entrarci. Un saluto e alla lotta!

          • @Carlo

            Certo che avevo capito… ma visto che son giorni che provo vanamente a litigare con il Professore (tra l’altro ampiamente citato nell’ultimo libro di Bagnai) non voglio essere preso per un “bagnaino” (come qualche sinistrato appella gli antieuropeisti più preparati) perché uso casta-cricca-corruzione-brutto.

            Stilemi che, come giustamente fai notare, sono assolutamente virali.

            Comunque non ha tanto importanza se i responsabili della comunicazione del M5S siano “gatekeepers” o meno.

            De facto hanno avuto e hanno questo ruolo.

            Sono una persona empatica anch’io, ma son troppo consapevole del disastro che sta accadendo per cercar di “non ferire i sentimenti” di alcuno.

            Ora sto tendendo le orecchie per capire cosa hanno intenzione di fare Porcaro e Boghetta: prima esplode il M5S prima si liberano le energie che sta intrappolando e destrutturando culturalmente.

            A quel punto magari anche Giannuli metterà a disposizione “le sue armi” per un progetto che non sia una mera perdita di tempo come lo è sicuramente l’M5S.

            Un saluto e alla lotta anche a te…. che fra poco inizieranno a volare botte da orbi.

    • Non sono daccordo con la sua valutazione.
      In particolare se segue Bagnai sul tema corruzione e legalità. Le forzature paramafiose sono uno degli aspetti del capitalismo attuale.
      Dato che allarga il discorso fino al punto di vedere nel m5s un sostegno al neoliberismo, può darsi ma faccio presente che in quel movimento c’è sensibilità per una rimessa in discussione radicale dei dogmi della crescita e dell’economia dominante che Bagnai per esempio – ma anche diversi marxisti dogmatici – non riesce a fare. Quindi prima di dire chi è il sostegno al capitalismo neoliberale sarei un po’ più cauto…

  • mi fanno ridere i minions di Bagnai che accusano il M5S di essere guidata da “guru” e poi vengono a trollare usando la stessa terminologia del loro santone nemmeno leggessero da un libercolo che si portano dietro

    • mi hai preceduto di poco…ahahah
      occhio che loro sono gli ecco…nomisti, sanno tutto e infatti lo hanno dimostrato negli ultimi decenni.

  • Porre condizioni in cambio dell’appoggio esterno, due anni fa? Bella ipotesi… se fosse plausibile e il PD avesse dato prova di essere affidabile. Cosa che, a mio avviso, non è affatto. Il centrosinistra ha un’antica tradizione di pugnalate alle spalle degli alleati (inteso anche come singole correnti interne, guarda il caso Letta / Renzi). Cosa avrebbe impedito al PD di rinnegare ogni singolo impegno preso con il M5S per poi tuonare, come fece il suo antenato nel 1998 con PRC, che sia tutta colpa dei grillini che non sanno come si governa, che vogliono far vincere Berlusconi, che ce lo chiede l’Europa? Nulla, anzi! M5S che nega l’appoggio, crisi di governo, larghe intese “per il bene del Paese” con il PDL al soccorso, e tutto si sarebbe svolto esattamente come è successo, ma con la differenza che il 5 Stelle avrebbe avuto il “marchio” del ritorno di Berlusconi e soprattutto del suo “sputtanamento” dell’accordo con “la Casta” e si sarebbe del tutto dissolto in breve tempo come appunto Rifondazione.

    • Marco Villasmunta

      Perfettamente d’accordo. Bersani aveva un potere pari a 0 nel PD già allora e credo che oggi sia evidente a tutti. Forse l’unico modo per salvaguardarsi dalle manovre occulte dei renziani (ma anche dei dalemiani a mio avviso) era imporre cinque ministri di altissimo profilo e non ostili al M5S (penso a Strada, Petrella, magari Landini) che in caso di tradimento degli accordi fossero stati pronti a dimettersi in massa e aprire una crisi di governo. Ma appunto allora c’era scarsissima esperienza politica da parte del M5S e se Bersani avesse davvero voluto fare un governo con l’appoggio esterno del M5S lo avrebbe proposto lui (ho il sospetto che il suggerimento gli sia pure arrivato).

  • Tenerone Dolcissimo

    Mi sembra normale che fra sinistra e M5S non ci sia feeling. COme possono andare d’accordo gente che afferma che non è il politico che ti cambia la vita e gente che si aspetta che i politici ci porteranno in una nuova era di saturno in cui i ciccioline e le ciccioline passeggeranno nudi scambiandosi fiore e cantando tenere melopee, mentre lupi ed agnelli berranno fratername insieme da ruscelli di latte e miele?

  • Ottima analisi sugli sviluppi del dopo incontro con Bersani, anche se si sa, che è più facile fare analisi con il senno del poi. Giorni fa ti ho potuto finalmente ascoltare dal vivo all’incontro sulla Libia.

    • be, però io certe cose a proposito della trattativa con Bersani le scrissi in tempo reasla all’epoca, non ho atteso il “poi”

  • Mi considero un militante “in sonno” di Sinistra e ammetto di essere prevenuto verso il M5S. Condivido però completamente lo smantellamento che Giannuli opera delle “ragioni” addotte dai pezzettini di Sinistra, malamente sopravvissuti fino a giorni nostri, per criticare il M5S. Detto questo, penso che il M5S com’è ora finirà entro il 2015, per una ragione: le imminenti elezioni amministrative. Mal che vada, il M5S si troverà ad avere un certo numero di eletti in tutt’Italia, sia per la pessima immagine che hanno dato di sé i partiti tradizionali, sia per il prevedibile diffuso astensionismo. A questo punto, il ridicolo meccanismo decisionale che si sono dati (consultazioni in rete o decisione “motu proprio” del padre-padrone, a seconda delle convenienze) non potrà più funzionare, spero di non dovere spiegare perché, e decine di cittadini e cittadine eletti dovranno prendere ogni giorno decisioni grandi e piccole. Non passerà molto tempo prima che qualcuno faccia notare che sullo stesso argomento a Torino si è votato giallo, a Napoli indaco, a Venezia blu cobalto e a Genova fumo di Londra. A questo punto, può succedere di tutto. La cosa peggiore sarebbe che il M5S andasse in frantumi. La migliore, che si spezzasse in una Destra (sperabilmente con Grillo e Casaleggio dentro) e una Sinistra. A questo punto, sarei disposto a fare cerimonie, sacrifici e offerte per chiedere a un Dio o a una Dea qualsiasi la grazia che questa Sinistra M5S non si fonda con i vecchi cocci, ma che faccia i conti “teorici” con la propria esperienza da confrontare con estrema libertà critica con la cultura (seria) della Sinistra del passato. Quello che la Sinistra vecchia-vecchia e vecchia-nuova si è sempre rifiutata di fare.

  • @Paolo Federico

    No, no, no… l’onestismo esiste e come: l’onestà è soggettività.

    La capacità politica è machiavellanamente oggettività.

    Meglio un politico capace e un po’ truffaldino, che un francescano incapace.

    L’onestà è una qualità umana, non necessariamente politica.

    Infatti la somma di queste (presunte) onestà è un messagio politico disonesto, al pari di tutti gli altri partiti che, almeno, sono strutturati.

    TUTTE le proposte del M5S sono funzionali alla deflazione salariale, di cui la proposta politica più aberrante e vergognosa, che fa da contraltare al Jobs Act, è il “reddito di cittadinanza”.

    Cosa c’è di più eticamente disonesto che ergersi a difesa dell’onestà (come l’FMI…) e proporre subdolamente proposte calate dall’alto – e nessuno ha ancora capito da chi – per cui si seda la resistenza sociale e SI PROPONGONO PRECETTI ECONOMICI NEOLIBERALI che porteranno ad atroci sofferenze sociali?

    Certo, per chi l’economia l’ha studiata queste considerazioni sono banali, per chi non l’ha (ancora) fatto, non rimane che il triste livore insipiente di chi crede, ancora, nel 2015, che gli economisti non avessero previsto ampiamente questa catastrofe.

    Ma la colpa non è dei lavoratori incolti: la responsabilità storica è della classe erudita che sa di sapere.

  • A junius
    Ma non vedi che il tuo modo di procedere ( che è quello di tanti su questo blog ) conduce alla disperazione, alla totale sfiducia nell’uomo!
    Non puoi porre il politico ( che non è assolutamente un tipo umano superiore, anzi…) al di sopra della legge utilizzando il sofisma della onestà soggettiva.
    Dire “Meglio un politico capace e un po’ truffaldino, che un francescano incapace.” segue una logica apparente ma in realtà è un non senso.
    L’unica cosa che ci distingue dall’animalità è la legge. Non l’ho detto io, l’ha detto Socrate.
    Machiavelli, nel suo Principe, distingue due momenti opposti : quello dell’acquisizione del regno, dove consiglia lo spregio di qualsiasi legge e moralità, ferocia e crudeltà estreme fino all’infanticidio; e quello della conduzione del feudo, dove consiglia di promuovere il benessere dei sudditi, di promulgare leggi giuste alle quali il principe per
    primo è consigliato di sottomettersi con rigore.
    Come vedi anche Machiavelli individua la necessità di porre la legge al di sopra di tutto.

    • @Paolo Federico

      Guarda, gli sfiduciati nell’Uomo sono proprio gli elitisti nieztschani… stai proprio discutendo con un umanista che ama Socrate e Platone… fino ad arrivare ad Hegel, “l’ultimo dei Greci”.

      Se avverti sfiducia, credo sia proprio perché fai della proiezione, probabilmente per motivi ideologici.

      L’ovvietà che un ordinamento è costituito da norme e precetti che vanno più o meno coercitivamente fatti rispettare, non significa che questo può essere a bandiera di “propaganda politica”.

      Esiste la magistratura per questo. L’Uomo è libero e può e deve sbagliare. E, per convivenza civica, non si può aspettare la legge karmica ma è necessario avere un sistema giudiziario. Bene.

      Invitandoti a controllare, non ho scritto da nessuna parte che “un buon politico deve rubare”. Faccio tutto un altro discorso.

      Concordiamo entrambi, credo, che il politico che vorremmo sia quello individuato da Platone: il saggio dei saggi, il Filosofo. (Che poi, ne “La Repubblica”, doveva essere anche un po’ “francescano”, giustamente).

      Per capire l’assurdità del “legalitarismo” – che è un aspetto “dell’onestismo” a cui Carlo più sopra fa riferimento, e con cui non concordo assolutamente che sia mai stato motore di rivoluzioni politiche – è necessario comprendere come da almeno la Rivoluzione francese, questi slogan che non hanno a che fare con “la distribuzione della ricchezza”, sono sempre e solo cosmesi di beceri e materialissimi interessi.

      Infatti il legaritarismo è roba, come ricordavo, tipica dei sicari economici tipo FMI. Ti ricordo il golpe dietro quella infamante pagliacciata di “Mani pulite”, propedeutica alla riforma della legge elettorale e alla firma di Maastricht. Il debbito pubblico! Se so’ magnati tutto! Governo ladro! Non ci so’ più soldi pellepensioni! E vai di becero luogocomunismo… che, in realtà, è cinica ingeneria sociale.

      Travaglio è il simbolo di questa profonda ignoranza storica e politica.

      Perché le leggi funzionino, non è necessario che il politico le rispetti per primo. Ma che le faccia rispettare a chi ha il potere di non rispettarle. E per questo non ci vuole moralità, ma capacità e cultura.

      Quando hai bisogno di un professionista capace, gli chiedi il CV, non se è stato capo scout.

      Preferisci mandare un tuo caro da un buon ed onestissimo dentista per farsi operare dopo un infarto o preferiresti mandarlo da un cardiologo, noto frequentatore di donnacce ed evasore fiscale, truccatore di bilanci di aziende ospedaliere…. ma che non ha mai perso un paziente sotto ai ferri?

      Capisci perché si parla di gatekeeping? Di finte opposizioni che sono funzionali al permanere della dinamica attuale?

      Di opposizioni attualmente in Occidente, a parte alcune “destre sociali”, NON CE NE SONO. Fintanto che non ce ne sono è inutile fare tifo da stadio contro (o a favore!) chi ti piglia per i fondelli.

      È meglio studiare e prepararsi: il medioevo pare sarà molto lungo.

      • ” Preferisci mandare un tuo caro da un buon ed onestissimo dentista per farsi operare dopo un infarto o preferiresti mandarlo da un cardiologo, noto frequentatore di donnacce ed evasore fiscale, truccatore di bilanci di aziende ospedaliere…. ma che non ha mai perso un paziente sotto ai ferri?”
        Sono costretto a ripetermi: questo modo di procedere sembra seguire una apparente logica ma è un non senso.
        Al personaggio sopra descritto, nonostante la sua abilità, andrebbe proprio impedito l’esercizio della sua professione e sbattuto in galera. Affermare qualsiasi cosa di diverso significa minare le ragioni stesse della vita sociale. E’ una esigenza di ordine superiore e contemporaneamente meramente pratica.
        Junius, trovo tante di quelle contraddizioni nel tuo scritto, che non so davvero da dove cominciare.
        ” Perché le leggi funzionino, non è necessario che il politico le rispetti per primo. Ma che le faccia rispettare a chi ha il potere di non rispettarle. E per questo non ci vuole moralità, ma capacità e cultura”.
        Ma ti rendi conto di ciò che dici? A me sembrano parole in libertà.

        • Provo a chiarire il secondo punto perché è lievemente “più fine”: la responsabilità di un qualsiasi illecito è della persona. Dell’individuo. Chi provvede ad accertare è il magistrato (potere giudiziaro: non quello esecutivo né, ovviamente, quello legislativo).

          Il politico è naturalmente soggetto a corruzione come chiunque può materialmente fare gli interessi di un PRIVATO. (Negli USA la corruzione l’hanno risolta legalizzandola, le lobby sono rappresentate direttamente in Congresso. Un po’ come a Bruxelles… lo sapevi?)

          Quindi, a parte che per i neoliberisti come i radicali o il M5S, il vero problema è il corruttore (ovvero il privato) non il corrotto (ovvero il pubblico): soprattutto il problema è la privatizzazione della governance che produce la cattura dei funzionari pubblici.

          Le norme UE hanno favorito strutturalmente i fenomeni corruttivi: poi, gli analisti neoliberali, tendono a non considerare che non esistono reali “statistiche sul fenomeno corruttivo”. Semplicemente si fanno confronti sulla “PERCEZIONE del fenomeno corruttivo”, per il semplice fatto che è molto difficile stimarlo, e, soprattutto, paragonarlo ad altri paesi.

          Il buon politico è quindi – ovviamente per un democratico, non per un seguace di Casaleggio – colui che lavora per evitare che ci siano gruppi di potere al di sopra della legge.

          Che, secondo lo spirito della Costituzione, sono coloro che “la legge la possono comprare”. (Progressività dei contributi e ridistribuzione del reddito tramite lo stato sociale)

          Il crimine più grande che un politico può commettere, non è accettare la bustarella, ma è quella, come gli onestisti di “corruzione=debitopubblico”, di proporre riforme liberiste quando espressamente vietate dall’impianto costituzionale nato dal sangue di chi ha lottato contro il nazifascismo.
          Ma queste non sono parole in libetà, sono parole al vento.

          Infatti non mi aspetto di essere stato più chiaro, visto che, se non hai capito il punto uno, quelli come te manderanno quelli come me e i miei cari a farsi operare a cuore aperto da un macellaio.

          Ma integro secondo i valori del cittadino Paolo Federico.

          • Comincio ad avere il sospetto che dialogare con te sia una ginnastica inutile. Andiamo per ordine.
            1) Dire che voglio mandare qualcuno a farsi operare da un macellaio è un parto della tua fantasia. Non hai capito assolutamente il senso delle mie parole e infatti insensatamente mi rispondi.
            2) “Il crimine più grande che un politico può commettere, non è accettare la bustarella, ma è quella, come gli onestisti di “corruzione=debitopubblico”, di proporre riforme liberiste quando espressamente vietate dall’impianto costituzionale nato dal sangue di chi ha lottato contro il nazifascismo.
            Ma queste non sono parole in libetà, sono parole al vento.”
            Ma vorresti spacciarmi queste elucubrazioni per conclusioni scientifiche? Sono semplici opinioni le tue, infarcite di contraddizioni che non vedi, dettate da uno pseudo buon senso, che come tali valgono quelle di chiunque altro.
            3) Affermi che è tollerabile, addirittura auspicabile, che un colto scaltro abile corrotto ( il profilo di un pericolosissimo perfetto criminale ) uomo politico sia posto al di sopra della legge ( consentendo a questo quello che a nessun altro è consentito), affinché si erga a difensore dei deboli e oppressi contro i potenti della Terra. Dai, sembra una battuta di Crozza.

          • Troppi stimoli…

            Sto dicendo che un politico deve saper fare il politico. Se commette un reato c’è il magistrato (ma poi, ci sarà poi stato un motivo per cui esisteva l’immunità parlamentare? ma non complichiamoci troppo la vita…)

            Comunque, io mi tengo il mio chirurgo corrotto, a te lascio il dentista in odore di santità: quando cercherà di operarti con il trapano al ventricolo… be’… capirai perché ho parlato di macellai.

            Sì, io sono un comico, e tutta la logica è apparente.

            Quindi, se vuoi una logica gödeliana, non ascoltare un comico, ascolta Grillo.

            (Ma la colpa non è tua, è di chi dovrebbe formare la classe lavoratrice che ha sostituito l’ortodossia sostanziale con l’opinionismo liberal)

  • caro professore,

    non sono d’accordo con i contenuti del post e lo ritengo sbagliato. mi perdoni, ma mi sembra l’ennesima vomitata di odio verso la sinistra, cioè il suo mondo d’origine, con una spruzzata di paternalismo malcelato, dettata più dalla volontà di sottolinearne il fallimento che da spirito propositivo (ma poi, se la sinstra è morta e fallita, chi dovrebbe intavolarlo questo xconfronto per dio?). nell’articolo infatti si sottolineano solo ed unicamente le responsabilità della sinistra (di cui lei ha fatto parte organicamente, come intellettuale, per decenni), ponendo sempre sotto una luce giustificatoria e paternalista le criticità del m5s. Non si fa riferimento con la dovuta attenzione al fatto che grillo e co in quel periodo erano capaci solo di dire “siete morti” a chiunque provassi e relazionarcisi: come pretendere poi di poter avviare un confronto politico? se come lei fa ormai quotidianamente sul suo blog con la (morta) sinistra,il suo interlocutore ogni volta che ci parli ti dice “sei un fallito, sei una nullità!”, come si può intavolare una discussione? mi sembra che parliamo del nulla, da una parte (la sinistra, lo riconosco), ma anche dall’altra. mi permetta, ma rientra tutto nella sua ormai, triste, militanza da tastiera. Per non parlare della mancanza di critiche verso il m5s (che, come fallimento politico, accosterei alla sinistra, in un tristissimo testa a testa): mi scusi, ma le sembra che l’esperienza del m5s in termini di democrazia diretta abbia dato qualche contributo fattivo? e non mi dica che non pensa che che i sondaggi online sono fasulli… quale prospettiva sta costruendo ora il m5s come cultura politica? glielo dico io, quella della politica da bar, di chi legge il mondo dai blog e non si sporca le mani facendo assemblee, incontri, struttura politica (non burocrazia, ma organizzazione). il m5s aveva degli spunti interessanti, ma si è ridotto ad una accozzaglia di infantilismi politici e fanatici. ma poi che movimento politico è quello dove le decisioni politiche non si prendono, se non, credo, nella sede della casaleggio e associati? ma questa è l’innovazione democratica? professore, non me ne voglia, la sinistra è fallita e strafallita, ma lei si è innamorato della sua figura di consigliere del principe (in questo caso del “movimento”, con l’aggravante di fare finta di non essere organico al movimento, cosa che invece lei è, e dimostra di essere ogni giorno di più, con post di questo tipo, in cui non pone dei problemi o dei temi che favoriscano la discussione, ma si diverte a dare sfogo alla sua frustrazione/odio verso il mondo di cui ha fatto parte e che ha abbandonato, giustamente, per salire su una barca che, a sua volta, si sta andando a schiantare senza alcun risultato significativo… (mattarella vittoria del m5s? ma mi faccia il piacere!! ahahah!).

    saluti giannuli e la prego dia un freno ai commentatori del suo sito, ormai siamo a livelli veramente insopportabili che ammazzano chiunque di normale voglia provare ad inserirsi… ma tanto ora mi ricoprirà di insulti dicendomi che sono un fallito di sinistra… ahaha

    tsiprazo

    • tsiprazo Lwei ha ragione sul debordare degli interventi sul blog e stavo appunto pensando ad intervenire, sia per la lunghezza spropositata e per il tono inaccettabile oltre il limite dell’insulto. Sin qui va bene
      Ha torto su tutto il resto:
      1. non ho nessun odio verso l’area Rifondazione-Sel-Landini ecc, anzi continuo a ritenerla molto prossima, ma non posso far altro che constatare il fallimento cui è andata incontro: questo è un dato di fatto indiscutibile del quale nessuno di quell’area vuol tenere conto e si irrita (come lei) con chiunque glielo sbatte in faccia, con il risultato di passare di sconfitta in sconfitta. O non è così?
      2.sul M5s ho espresso da due anni moltissime critoichje e continuo a farlo, basta leggere i pezzi in materia, non mi sfuggono affatto i limiti di questa esperienza, ma anche qui devo misurarmi con i dati di fatto: questi alla prima presentazione hanno preso una percentuale che la sinistra di cui stiamo parlando non è mai stata capace neppure di sognare. Poi hanno fatto una serie di errori che hanno dilapidato buona parte di quel consenso, verissimo ed anche questo mi pare di averlo detto, ma, piaccia o no, per ora hanno ancora consensi a due cifre (anche se alle regionali è prevedibile che andranno molto meno bene per le caratteristiche stesse di questo movimento) mentre la “sinistra” non sa se mette insieme un 4% e spera nell’arrivo del cavaliere bianco Landini che, secondo me, non muove più di un 2%
      3. sbaglia a ritenermi organico al M5s ed a ritenermi “consigliere del principe” perchè, semmai ho un rapporto dialettico con Casaleggio punteggiato più da dissensi che da consensi e su molte cse(dalla proposta sul reddito di cittadinanza che non approvo, alle scelte fatte per il Csm) ho avuto pubblicamente posizioni diametralmente opposte (se per lei questo è “essere organici”….)
      4. E sbagli anche nel prevedere che io l’avrei coperta di insulti: come vede non è così
      Però, una domanda: ma dove credete di andare se non siete capaci neppure di accennare una autocritica per il disastro combinato?
      Il suo è un intervento che conferma quello che dico: la sinistra detesta il M5s perchè è la misura esatta dei suoi errori che non vuol riconoscere a nessun costo

  • Aldo evito un lungo giro di parole e ti pongo un interrogativo: ammesso che appoggiavano Bersani, chi avrebbe impedito, in assenza di risposte alle loro richieste, di ritirare l’appoggio?

    • nessuno, infatti secondo me l’accordo andava fatto anche nell’ipotesi di inaffidabilità del Pd perchè in ogni momento era possibile ritirare l’appoggio

  • trovo abbastanza noioso stare a discutere su chi ha iniziato a litigare tra il m5s e la cosiddetta sinistra, perchè quando si litiga si litigai due o più, e la responsabilità del litigio è qualcosa che si condivide sempre con qualcun’altro. quindi non starò a dire che anche nelle rare collaborazioni tra centri sociali e m5s che ho potuto in qualche modo osservare, questi ultimi non venivano nel posto occcupato perchè illegale, o altre cose del genere, dato che chi è grillino pensa già di far parte di una comunità aperta verso l’esterno e non c’è modo di fargli notare quando si comporta come un membro di una setta.
    trovo più stringenti altre cose: ad esempio sembra che in questi giorni sia facile intuire che il finanziamento privato ai partiti è un fenomeno privo di trasparenza e che favorisce la corruzione. cosa ne pensano i grillos di tutto questo? il nulla più totale, balle di fieno che svolazzano nel deserto: infatti i geni si erano concentrati sul finanziamento pubblico, fregandosene altamente del finanziamento privato. sono tante piccole cose come questa che rendono il m5s un partito collocato nel settore della destra neoliberista (lo stesso dell’alleato farage) e quindi completamente inadatto a qualsiasi tipo di svolta di sinistra.
    beh in compenso potrete consolarvi con la svolta semi governativa della lega e del fatto che drenerà meno voti al m5s.
    tanto l’importante non è che renzi governerà fino al 2018, quello è un particolare che sembra che vi vada anche bene: l’importante è dimostrare che voi grilli ce l’avete più lunga degli altri (l’onestà ovviamente).

    p.s. ricordo che quegli idioti di sel hanno cercato alleanze con i 5 stelle in vari modi, altro che ostilità. e infatti hanno sbagliato: è quasi sempre un grosso errore pensare di intavolare un dialogo con un soggetto la cui propensione al dialogo è più o meno equivalente a quella di un tostapane.

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