La risposta di Carlo Lucarelli.
L’acqua è fredda e la borsa è pesante.
Sotto la mano aggrappata ad artiglio lo spigolo della roccia è umido e scivola.
La grotta è piccola ma amplifica i rumori e le voci mi rimbombano forti nelle orecchie. Non ne sono sicuro ma credo di aver sentito anche il latrato di un cane.
Mi stanno cercando.
Mi stanno cercando e mi troveranno, perché non posso scappare e prima o poi guarderanno anche qui, tra gli scogli del lago.
Posso solo aspettare.
Allora penso e la prima persona che mi viene in mente è lui, il mago degli imitatori, il più bravo di tutti. Perché non imitava solo le voci, il grande Alighiero, lui diventava la voce, diventava il personaggio che la emetteva, prendeva il suo volto, il suo corpo, i suoi tic, si muoveva come lui, alla sua stessa velocità.
Ecco, penso a lui, mentre aspetto di essere trovato e preso.
Il mio maestro.
Quando mi arresteranno, convinti di mettere le manette al Venerabile della Loggia P2, Licio Gelli, quello vero, sarà già lontano e al sicuro. In galera ci resterò io, non per molto, sicuramente.
Sarò il Gran Maestro per molto tempo, finché servirà. Uguale la voce, uguale il volto, uguali i gesti.
Alighiero Noschese era il più grande imitatore di tutti.
Adesso che non c’è più, il più grande sono io.
Carlo Lucarelli, 21 marzo ’10
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lamberto
Ho stima di lucarelli, come narratore. Meno come poeta ermetico.
Oppure l’ombra del divo Giulio attraversa ancora sinistra la nostra società.
O sono rimbambito e non afferro la finezza
dello scrittore.