La questione dell’Imu: posso dire che Berlusconi ha (quasi… molto quasi) ragione?
Berlusconi chiede l’immediata abolizione dell’Imu. Insorge Monti ed il suo partito Bce, dicendo che sarebbe una catastrofe. Letta annuncia di volerla abolire. I ministri Pd dicono una cosa, poi la smentiscono, poi forse si tratta solo di una sospensione: l’importante è che confermino nella testa della gente l’idea della sinistra come partito delle tasse. Altrimenti come si fa a perdere le elezioni? Interviene anche la Camusso, (una che ha la simpatia di un doberman e la cultura del Trota) e si schiera anche lei per il mantenimento dell’Imu, salvo che proprio per gli indigenti o quasi.
Va bene, entriamo nel merito.
Partiamo da una cosa: con una pressione fiscale al 52% del Pil (secondo altri al 56%) e tutta sbilanciata su famiglie ed imprese, non è possibile alcuna crescita. E su questo mi pare non ci siano dubbi. Se poi le banche prestano i soldi solo ad interessi proibitivi e con garanzia della Regina Elisabetta, perché meravigliarsi se le aziende cadono come birilli?
Dunque, fuori discussione che la pressione fiscale deve calare ed essere spostata dagli investimenti produttivi e dai consumi verso le rendite ed in particolare le rendite finanziarie. Oppure andiamo tutti in rovina. Il punto “debole” del discorso di Berlusconi (o meglio, quello che svela il carattere puramente demagogico della sua proposta) è l’assenza di proposte compensative. Tuttavia, nel merito, non pare seriamente discutibile che l’Imu sia la prima cosa da togliere di mezzo. E non solo perché applicata anche alla prima casa è una tassa odiosamente iniqua (e su questo non c’è bisogno di aggiungere nulla) ma perché è uno degli interventi più sbagliati che si possono fare.
Riflettiamoci un attimo: sulla casa gravano già una notevole quantità di tasse e balzelli, mentre è ridotta al minimo la detraibilità per mutui, spese di ristruturazione e manutenzione sia individuali che condominiali, per cui siamo già ai limiti della diseconomicità dell’investimento, aggiungerci un altro peso è fare l’ultimo passo verso il baratro. E, infatti, nell’ultimo anno le compravendite immobiliari sono crollate, nonostante il sensibile calo dei prezzi. Insistere sull’Imu significa disincentivare il mercato immobiliare. A dirla in due parole: se una persona realizza che fra interessi sul mutuo, Imu e tasse varie, più spese condominiali legate alla proprietà, deve spendere molto più di un fitto, inizia a pensare che convenga andare in fitto. Ma, siccome il possesso di più case è a sua volta ulteriormente tassato ed i fitti scendono, anche quello che pensa di comperare un immobile da affittare, come investimento comincia a sospettare che ci sono investimenti più remunerativi.
Anche le ristrutturazioni non convengono e persino gli interventi di manutenzione, in tempi di credito difficile, vengono rinviati sine die. Dopo di che iniziano ad esserci troppe case invendute e sfitte, con il risultato di paralizzare il mercato immobiliare e, quando si ferma il mattone, si ferma tutta l’economia: dai cementifici alla produzione del tondino, dalla produzione di infissi agli ascensori, dalle ditte produttrici di sanitari ecc. Avete idea dell’effetto occupazionale di un disastro del genere? E mi parlate di ripresa? Sono un vecchio sindacalista dell’edilizia e ne so qualcosa. A proposito: come è che quelli della Fillea (il sindacato edili della Cgil) non sono ancora andati dalla Camusso per mangiarle il cuore?
Ma c’è di più: quando la domanda delle case in proprietà crollasse e ci fosse solo un po’ più di domanda di case in fitto, il mercato immobiliare si paralizzerebbe ed i valori di mercato degli immobili scenderebbero, e, alla fine, si svaluterebbero anche gli asset di banche, finanziarie, assicurazioni ecc. il che, in tempi di eccessi di leva finanziaria, non sarebbe una trovata troppo intelligente.
Dunque l’Imu va soppressa prima di domani e badando a non sostituirla con un’altra imposta equivalente che si chiami in altro modo.
Ovviamente occorre anche far quadrare i conti e per questo si possono fare varie cose come:
a- Tagliare le spese
b- trovare fonti alternative di entrate
c- fare disavanzo ed emettere nuovi titoli di debito
d- stampare moneta (ovviamente a costi di inflazione).
Visto che stampare moneta non dipende da noi, restano le altre tre soluzioni, che si possono usare in modo combinato, ma badando a non sbilanciare troppo l’intervento in una sola direzione: se, per trovare entrate alternative, vendessimo massicciamente proprietà pubbliche rischieremmo di ricavare molto poco perché, oltre certe quantità, “svenderemmo” quelle proprietà. Se cercassimo il riequilibrio solo tagliando la spesa pubblica (ma dovremmo discutere anche cosa andrebbe tagliato), al di là di certe soglie, otterremmo effetti depressivi facendo cadere la domanda sul mercato interno.
Dunque, nella maggior parte dei casi, è preferibile combinare vari aspetti nella stessa manovra. Ma il rimedio più importante resta un altro: spostare una parte della pressione fiscale da consumi ed investimenti alle rendite finanziarie, che sono del tutto improduttive. Ma questo Berlusconi si guarda bene dal dirlo. E, purtroppo, anche gli altri, Cgil inclusa.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, berlusconi, camusso, cgil, imu, pd, pdl, tasse
ilBuonPeppe
Che sui fabbricati (che non sono solo case) sia necessario cambiare ottica è certo; ma è altrettanto certo che togliendo l’IMU non risolveremo quasi nulla.
In dettaglio:
– il mercato immobiliare si è fermato nel 2008 (e ne ho pagato le conseguenze personalmente), quindi ben prima che arrivasse l’IMU;
– l’IMU sulla prima casa, per chi ci abita, non è assolutamente un problema; lo è invece per una serie di casistiche (separati, anziani in ospizio, ecc.) che andrebbero disciplinate ad hoc;
– l’IMU sui fabbricati delle aziende è stata invece un salasso, e la cosa è inaccettabile;
– il vero problema dell’IMU, di cui però non si parla, è che non dovrebbe essere incassata dallo stato ma, come avviene altrove, agli enti locali;
– togliendo l’IMU i soldi vanno reperiti altrove (problema sbagliato ma tristemente reale) per cui il risultato finale sarà prossimo allo zero.
Vincenzo Cucinotta
Scusa Aldo, qui abbiamo due distinti livelli di discussione che converrebbe tenere rigorosamente separati, sennò finiamo per confonderci.
L’uno è stabilire se e di quanto si debba aumentare il disavanzo, un discorso che si scontra subito con le compatibilità europee. Penso che su questo argomento, non occorra insistere, tu ed io almeno siamo d’accordo che mantenere il rigore di bilancio nell’attuale situazione è un comportamento suicida.
Il secondo livello di discorso è l’ordine di priorità, e su questo temo di non essere più d’accordo con te.
Ti elenco voci che secondo me sono di gran lunga più urgenti di un’eliminazione drastica dell’IMU (io trovo la soluzione della quota esente che c’era prima la migliore, fino a un certo livello di rendita catastale sei esente, e paghi sulla parte che eccede tale soglia, cosa non va in questo meccanismo?)
Prima emergenza, esodati.
Seconda emergenza, cassa integrazione in deroga.
Terza emergenza IRAP, la più stupida di tutte le tasse (e difatti l’ha introodtta il piddino Visco, non so se mi spiego…). Andrebbe tolta di mezzo prima di subito perchè danneggia proprio l’occupazione, ma almeno dovrebbe essere drasticamente ridotta.
Quarta emergenza, l’occupazione giovanile e le forme di incentivi connessi, anche se rimango dell’opinione che ci vorrebbero veri e propri piani ocupazionali, non basta data la dimensione del problema, la predisposizione di condizioni favorevoli.
Ecco, l’IMU al quinto posto ci starebbe, ma si dovrebbe fare come dicevo, ripristinare la quota esente.
Insomma, senza fare un paragone tra le varie urgenze, rischiamo di apparire d’accordo quando forse non lo siamo. E’ evidente che la cosa più importante è stabilire un congruo aumento del disavanzo (o molto meglio, stampare moneta dopo essere usciti dall’euro, ma qui il discorso ci porta troppo lontano). Solo una volta stabilito quanto sfondiamo, possiamo stabilire dove riusciamo ad arrivare nella lista dei desideri.
Poi. so bene che il provvediemnto sull’IMU rischia di essere il primo, ma si tratta di una decisione politica e mai e poi mai potrei dichiarare che sia la cosa giusta, per me sta al quinto posto, come dicevo.
ilBuonPeppe
In merito alle quattro azioni che indichi, solo le prime due sono ad oggi nelle disponibilità del governo; ma sono interventi grazie ai quali non si fa altro che spostare il problema da una parte all’altra, lasciando inalterati i saldi complessivi. Potrebbero essere utili solo se si andasse realmente (come suggerisci) a colpire la rendita finanziaria e i redditi più elevati, ma è evidente che non c’è alcuna intenzione in questo senso.
Quanto alle ultime due (nuovo debito e stampare moneta) sono interventi che non possiamo fare finché non ci liberiamo del cappio della UE, cosa di cui (guarda caso!) nessuno a sinistra vuole sentir parlare, tutti impegnati a difendere il nostro carnefice.
Un ultimo appunto prettamente tecnico. Stampare moneta, soprattutto nelle condizioni attuali, NON provoca inflazione; il pericolo dell’inflazione è una delle tante bugie con cui ci terrorizzano per convincerci (con successo) a non uscire dal seminato.
Paolo
Sono molto d’accordo, l’IMU è fondamentalmente una tassa regressiva che colpisce la piccola proprietà immobiliare diffusa e lascia intoccata quella dei palazzinari. Chi ha provato a dirlo da sinistra in campagna elettorale è stato accusato come minimo di essere berlusconiano, personalmente sono riusciuto anche a sentirmi dare del brorghese filo fascista perchè sostenevo che il punto fosse tassare la Pirelli R.E. e le sue proprietà sfitte…
Ovviamente in questo contesto Berlusconi fa un’operazione simile a quella dell’ICI che fu: abolirla e lasciare i comuni in paltra, che peraltro erano già in paltra perchè nonostante il nome l’IMU solo in minima andava ai municipi.
Sulla FILLEA, poche semplici parole: cassa edile.
Questione Imu, Berlusconi ha (quasi) ragione… | FiascoJob Blog
[…] Dal blog di Aldo Giannuli […]
paola sala
mi e’ saltata all’occhio e prima di finire di leggere volevo dire che i doberman sono molto simpatici, forse la Camusso no (anche se a me non dispiace, a volte)
aldogiannuli
ma tu hai mai provato a discutrere con un doberman incazzato?
Pierfrancesco ciancia
Caro professore, questo articolo però dimostra come anche una persona colta e realista come lei non riesca a ragionare fuori dagli schemi.
Tutta la nostra Economia commette lo stesso errore, perpetrare un errore per tentare di rimediarvi, partendo da una base di ragionamento molto semplice sul tema immobiliare io direi che bisogna costruire quando servono nuove costruzioni, e il prezzo andrebbe trovato in base al costo e corretto dalla domanda. In italia ci sono enormemente piu costruzioni di quelle necessarie, il che significa che costruire ancora dissipando energia e risorse tra cui il suolo per qualcosa che non serve rappresenta un costo in termini reali e non un guadagno. In Italia se si volesse ragionare bisognerebbe dare contributi per bonificare le aree cementificate, non per cementificarne di nuove e per ristrutturare e rendere piu efficienti le migliori già edificate. La bolla del mercato immobiliare è stata oramai creata, meglio assorbire adesso mano a mano il costo del crollo che incentivare un rigonfiamento ulteriore della bolla che ci assicurerà soltanto maggiori pene future. Le sembra possibile che una economia vada avanti coprendo il terreno di cemento e case che nessuno può abitare?
aldogiannuli
Ciancia capiamoci: non sono affatto un sostenitore della cementificazione ad oltranza del suolo e so che di case ce ne sono già troppe, però:
1. non basta fare la statistica, perchè bisogna vedere dove stanno queste case di troppo e dove invece occorre costruire
2. una parte del patriminio immobiliare, come è maturale che sia, va abbattuto e ricostruiro
3.un’altra parte va ristrutturata
4. infine occorre acquisire una cultura della manutenzione ordinaria, per cui è bene ciclicaente spendere qualcosa per evitare di trovarsi di fronte ad immobili deperiti anzi tempo
Ma, in presenza di una pressione fiscale così pesante sugli immobili, mi dice come facciamo a fare queste quattro cose? Che si tratti di immobili nuovi, ristrutturati o da manutenere, resta il problema che se l’investimento è diseconomico, il mercato immobiliare si ferma e questo pare non faccia molto bene all’economia…
Pierfrancesco ciancia
Secondo me si fa bilanciando questa pressione fiscale, che non è troppa, semmai è iniqua, per ottenere gli effetti desiderati, abolendo l’imu sulla prima casa, mantenendola media sulle case comunque abitate e utilizzate, e scaricando tutto sul disabitato, invenduto, oggi i costruttori hanno 5 anni prima di cominciare a pagare, e tra cinque anni non si escludono proroghe. Gli incentivi sulle ristrutturazioni già ci sono, dovrebbero essere rafforzati e anch’essi messi in relazione alla condizione della persone, molto di piu sulla prima casa e a indigenti, Ho conosciuto il primo maggio una persona che in un paesino della versilia che stanno tentando di portare via da casa sua perchè pericolante ed è totalmente indigente, in questi casi si potrebbe pensare alla sovvenzione totale. così come si dovrebbero attuare degli sgravi per le attività produttive, scaricando sempre sulle proprietà immobiliari sotto utilizzate, terze, quarte, millesime case se si tratta di società, senza guardare al rischio di fallimento del settore, L’italia può e deve avere un riassetto dei propri settori verso industrie a bassa intensità energetica e alto valore aggiunto, e l’edilizia non è fra queste.
salvo lombardo
scusi prof,invece di emettere nuovi titoli di debito,perche non svendiamo direttamente berlusconi, con tutte i suoi averi,rubati ai cittadini, alla merkel,o i letta,zio e nipote agli americani,cosi che possano vincere,abbattere il loro tasso di disoccupazione? e non vendiamo pure brumetta al circo di stato di montecarlo,e recuperare cosi i soldi dell imu da togliere sulle prime case,di chi ce li ha?
paola sala
caro Aldo, preferisco comunque discutere con un doberman incazzato piuttosto che con un La Russa o un Gasparri
Riccardo Beretta
Caro professore,
secondo me è venuto il momento dire la verità alla gente anche se questa non ci piace. Non sarà certamente l’abolizione dell’IMU a farci uscire dalla crisi, la verità è che il sistema che abbiamo costruito ci ha cacciato in una crisi da cui non è possibile uscire, questo non solo per l’Italia ma per tutto il mondo. Per i seguenti motivi:
1) Nel caso facessimo un po’ di deficit e debito pubblico per rilanciare l’economia, questo comporterebbe una aumento dei deficit, già stellari, i soli USA accumulano all’anno più di 1000 miliardi di $ di deficit e il debito totale USA (federale, statale e locale) è ormai al 120 % e sfiora i 20 miliardi $ (solo il debito federale è pari a quasi 17 miliardi di $ e non include i programmi come la Social Security e il Medicare…..). Per i dati guardi pure http://www.usgovernmentdebt.us/national_debt
Che probabilità hanno gli USA di ripagare il proprio debito?? Mi risponda sinceramente!!
E il bello è che tutti i paesi del mondo stanno espandendo il proprio debito contemporaneamente. Direi che la via di fare debito per uscire dalla crisi mi sembra alquanto azzardata.
2) Stampare moneta!!! Certo, se non l’avessimo fatto saremmo gia falliti tutti nel 2008 ma non è la nuova bacchetta magica dell’economia. Gli apprendisti stregoni che ci governano hanno visto che continuando a stampare moneta non si genera inflazione e si rilancia la borsa e i valori dell’azioni e di conseguenza i risparmi degli americani che possono tornare a spendere. Ma dov’è la fregatura?? Il motivo per cui non si genera inflazione, nonostante il più grande ammontare di liquidità di tutta la storia del capitalismo, è che questo soldi rimangono nel circuito finanziario e non affluiscono nell’economia reale, generando una inflazione di tipo diverso una “inflazione finanziaria”. Un aumento dei valori azionari incontrollati e ingiustificabili, in altre parole una bolla speculativa. A dimostrarlo sono le quotazioni di wall street in piena crisi economica. E’ solo questione di tempo che bolla scoppi. E i soldi per salvare questa volta le banche chi li metterà???
Una piccola precisazione, anche se un imput politico riuscisse a spostare una parte della IMMENSA liquidità delle banche centrali verso l’economia reale, questa verrebbe solo parzialmente assorbita dall’economia reale ed inoltre genererebbe certamente una iperinflazione (che certamente pagherebbero i più poveri). In ogni caso è una eventualità a cui non credo.
3) Chiaramente la terza via, cioè quella dell’austerità tedesca, a già mostrato nei fatti che conduce alla depressione economica nell’immediato e anche ad un peggioramento del debito e del deficit (vedi Grecia).
Mi pare evidente che nel lungo termine (dai 5 ai -15 anni) il sistema crollerà, QUALSISI COSA SI FACCIA, a maggior ragione la sua proposta di abolire 200-300 euro di IMU sulla prima casa, in questo contesto la definirei inadeguata.
Come fermare la crepa di una diga con del dentifricio!!!
Saluti
Riccardo
Alfredo Mason
Riflettiamoci un attimo: sulla casa gravano già una notevole quantità di tasse e balzelli, mentre è ridotta al minimo la detraibilità per mutui, spese di ristruturazione e manutenzione sia individuali che condominiali, per cui siamo già ai limiti della diseconomicità dell’investimento, aggiungerci un altro peso è fare l’ultimo passo verso il baratro. E, infatti, nell’ultimo anno le compravendite immobiliari sono crollate, nonostante il sensibile calo dei prezzi. Insistere sull’Imu significa disincentivare il mercato immobiliare. A dirla in due parole: se una persona realizza che fra interessi sul mutuo, Imu e tasse varie, più spese condominiali legate alla proprietà, deve spendere molto più di un fitto, inizia a pensare che convenga andare in fitto. Ma, siccome il possesso di più case è a sua volta ulteriormente tassato ed i fitti scendono, anche quello che pensa di comperare un immobile da affittare, come investimento comincia a sospettare che ci sono investimenti più remunerativi.
giandavide
anch’io trovo vaghi e inutili il discorso sull’imu. copre una tipologia enorme di casi e quindi non è possibile solo attraverso una dialettica polare imu si imu no affrontare i problemi della redistribuzione.
una tassazione che concentra la ricchezza è possibile anche senza imu, e una tassazione che la redistribuisce è possibile anche con l’imu. di fatto credo che le uniche cose che si potrebbero fare sono le riforme che aumentano il pil a livello gratuito, ovvero senza stanziare spesa pubblica. ma quelle, appunto perchè sono le più ovvie, sono di fatto impossibili.
impossibile sarebbe una riforma delle cosiddette categorie protette: tassisti, camionisti, notari (per fare i primi esempi che mi vengono) e in generale quelle categorie professionali che si configurano come una congiura contro l’utente, sebbene la profonda riforma di queste categorie produrrebbe (direttamente o indirettamente) punti di pil nel corso degli anni.
ma anche di legalizzazione o anche liberalizzazione delle droghe leggere (non costa nulla e vale almeno 1 punto di pil, + di 2 con la liberalizzazione), ma figurati se quello che aveva lo spaccino come stalliere ti legalizza le canne. poi farei pagare le tasse agli immigrati e alle puttane.
certo, non si possono eludere i problemi relativi alla tassazione sulla casa (anche se la tassazione sul lavoro e l’iva sono ancora più importanti), ma quelli si possono affrontare con un piano unitario, non con sparate come “togliamo una tassa poi si vedrà”, e francamente non vedo piani mirati a redistribuzioni della ricchezza e quindi non compro nulla.
Alberto
Cercherò di intervenire con una riflessione.
Il sistema sociale in cui viviamo ha circa mezzo secolo. La storia di migliaia di anni non ci aiuta a comprendere come in passato erano usciti da analoghe situazioni perché sono tutte nuove. La politica Keynessiana di cui i governi passati hanno abusato è servita per rilanciare il volano dell’economia ai primi segnali di rallentamento in aggiunta alla svalutazione della allora lira italiana. Per attuare una politica keynessiana non serve essere delle aquile, lo stesso keynes ipotizzava di dividere l’esercito dei disoccupati in due squadre, far scavare delle buche alla prima e farle riempire alla seconda. Se lo stato paga queste persone a fine mese potranno fare degli acquisti e l’economia “gira” è questa fondamentalmente la ragione per cui ci ritroviamo con un debito pubblico enorme. Poi se si aggiunge che molti venivano “assunti” non scavare buche o riempirle ma come “passa carte” nella pubblica amministrazione i discorso di Keynes non cambia. Lo scavare e riempire le buche, così come far riempire dei moduli a Tizio, farlo timbrare a Caio per poi farlo archiviare a Mevio non genera ricchezza e in aggiunta allo spreco di denaro pubblico perpetrato per decenni per fini personali da chi poteva farlo ha portato a questi risultati. L’azienda privata, soprattutto quella piccola era il vero motore della nazione, le cui capacità prevalenti erano il “made in Italy” basato sul basso costo della mano d’opera ora incapaci di reggere il ridicolo costo della mano d’opera cinese o indiana. Le banche erano nate per finanziare l’economia locale e sono diventate delle aziende che a livello planetario macinano utili con la finanza creativa perdendo di vista l’economia locale.
I conti ora come si quadrano ? Mi ricorda una storiella. Un giorno in un albergo entra un turista tedesco e chiede di poter vedere una camera. Mario, l’addetto alla reception, gli consegna la chiave e gli dice di andare a vedere la stanza ma gli chiede anche una cauzione di 100 € per la chiave. Prende i 100 €, il turista entra in ascensore e Mario corre da fioraio dicendogli “qui i 100 € che ti dovevo per i fiori della comunione di mia figlia”, il fioraio corre dal panettiere e dice “ecco i 100 € per gli arretati che ti dovevo”, il panettiere corre dal meccanico “ecco i 100 € per la revisione della macchina che ti dovevo”, il meccanico corre dal dentista “ecco i 100 € che le dovevo per l’otturazione del dente di mia moglie”, il dentista corre dal fruttivendolo “ ecco i 100 € che le dovevo a saldo”, il fruttivendolo corre da Mario all’albergo e gli dice “ecco i 100 € che ti dovevo per il pernottamento di mia sorella che era venuta la settimana scorsa”. Dall’ascensore esce il tedesco e dice “le camere non mi piacciono, ecco le chiavi” “ecco i 100 € che mi aveva dato” risponde Mario.
rosario
Bell’articolo, come sempre. Riguardo all’IMU, imposta odiosa perchè colpisce un risparmio (virtuoso! perchè ha dato lavoro ad un sacco di persone, in Italia) di più generazioni, devo dire che mi pare sia stata usata da Berlusconi al solo scopo di far sapere a tutti che in Italia comanda ancora lui e detta l’agenda di governo del suo partito, anche se abbiamo un primo ministro fantoccio (senza offesa, s’intende) appartenente al PD. Sai che botta per i votanti di quel partito? Sai che incoraggiamento per i berlusconiani. Eppure Bersani aveva stragiurato che mai…e poi mai avrebbe fatto un governo con il PDL. Ah già, adesso c’è Letta, l’onore e la parola data sono salvi!!