La nuova bolla che scoppierà: l’oro
Diversi frequentatori di questo blog, scambiandomi per un consulente finanziario (quel che proprio non sono), mi chiedono “Mi conviene comperare oro? E’ un investimento sicuro vero?”. Consulente finanziario non sono, ma qualche informazione base posso darla.
In vista dell’imminente recessione, molti risparmiatori si sono precipitati ad investire in oro, contribuendo, in questo modo, a farne salire il prezzo sino alla cifra record di 1.900 dollari l’oncia: solo tre anni fa una quotazione alla metà sarebbe parsa una impennata impressionante. E tutti deducono di aver fatto bene a mettere lì i loro soldi. Per ora cerchiamo di vedere la cosa dal punto di vista del piccolo risparmiatore, dopo parleremo degli speculatori.
Per spiegare cosa sta succedendo, devo fare una premessa: di quale oro stiamo parlando?
Perchè quando si dice oro si possono intendere due cose: l’oro cartaceo e l’oro fisico. Nel primo caso, il risparmiatore non compera un oggetto, ma solo un pezzo di carta (o una comunicazione on line) in cui un determinato fondo o banca certifica che il signor Pio Bue ha acquistato X grammi di oro. Ma, in realtà, il signor Pio Bue ha comperato dell’oro, ma un titolo obbligazionario alla quotazione del giorno dell’acquisto. Dunque, quando poi rivenderà per le stesse strade della finanza il suo titolo, lo farà alla quotazione del momento della vendita e, considerato che oggi l’oro è già ad una quotazione altissima, calmata la tempesta, scenderà a livelli più normali, vale a dire assai inferiori a quelli del momento dell’acquisto. Da questo punto di vista, il signor Bue l’oro avrebbe dovuto acquistarlo tre anni fa e venderlo ora guadagnandoci (come collocare il ricavato è un altro paio di maniche e qui non ne parliamo). Adesso acquistare oro è una sicura perdita in prospettiva. Ma, ci si obietterà, il Bue in realtà non vuole guadagnarci ed, anzi sa che ci perderà qualcosa, però sta investendo in oro perchè, per quanto l’oro possa calare, resta pur sempre un bene prezioso, quindi, una parte del suo peculio la salva, anche se crolla tutto il sistema finanziario.
E invece no, perchè lui non ha oro ma un pezzo di carta o una mail e basta. E l’oro? Quello è affondato con la banca, esattamente come i soldi dei depositi. Bruciato, svanito.
Ma il Bue è furbo ed ha acquistato oro fisico, proprio dei lingotti: in Svizzera, appena varcato il confine, ci sono delle macchinette che distribuiscono lingotti come pacchetti di sigarette, ma, ovviamente, al prezzo competente. E qui stiamo al sicuro: l’oro c’è. Potrà diminuire di valore ma qualcosa varrà sempre.
E invece no: quando il signor Bue cercherà di realizzare il suo capitale si accorgerà di non avere un mercato di sbocco. A chi lo vende? Nè banche, nè oreficerie, fondi o industrie lo accetteranno, perchè i canali attraverso cui essi acquistano oro sono ben altri e non certo al minuto dal primo che passa. Al massimo si può andare da una agenzia “compro oro” e che glielo pagherà a prezzi di ricettazione o poco più. Considerato il prevedibile calo della quotazione dell’oro e il prezzo di realizzo, alla fine, da un lingotto ci esce un pranzo al ristorante, ma a condizione che non sia un ristorante troppo caro.
In più, in epoche difficili, potrebbe accadere un’altra cosa sgradevole: che il governo dichiari illegale il possesso privato di oro e lo confischi o lo si debba svendere a prezzi stracciati. I precedenti storici non mancano.
Dunque, per il piccolo risparmiatore, l’acquisto di oro è la cosa più cretina che si possa fare.
Ora, vediamola dal punto di vista dell’operatore finanziario: ovviamente a lui interessa acquistare sino a quando il prezzo di un bene è in salita e vendere un minuto prima che inizi a calare.
Dunque, considerato che uno dei segnali classici, che l’oro ha toccato la sua massima quotazione possibile, è quando supera il prezzo del platino (e questo è già successo il 18 agosto), è chiaro che il punto alto è stato toccato e, infatti, il 24 agosto è già precipitato a 1.770 dollari l’oncia.
Considerata la tempesta in atto, è possibile che possa esserci un nuovo rally, ma è ragionevole che fra non molto assisteremo allo sgonfiamento della bolla, soprattutto se i paesi produttori (Sud Africa, Brasile, Russia) dovessero immettere più oro sul mercato per approfittare del momento favorevole e compensare le prevedibili flessioni su petrolio ed altre materie prime.
Per cui è ragionevole pensare che i grandi investitori si stiano preparando a buttare sul mercato un bel po’ di oro da vendere ai gonzi, contribuendo così ad accelerare la sua caduta. Ovviamente, nessun grande investitore si libererà di tutto l’oro in suo possesso: una certa quantità sarà conservata nel proprio asset. Ma la bolla finirà. Poco male, quando il ricavato va a formare un’altra bolla (immobiliare, delle commodity, nell’azionario, nei titoli di stato, nel valutario) che durerà quel che deve durare per poi alimentare un’altra bolla ancora. La finanza è proprio questo: cambiare in continuazione denaro in una certa forma con denaro in un’altra forma, per guadagnarci al cambio. I guai seri vengono quando le bolle si sgonfiano tutte insieme, per cui le borse crollano come castelli di carte. E questo succede in particolare quando:
a- ci sia troppo denaro in attesa di remunerazione, magari perchè qualcuno ha pompato troppa liquidità o c’è stata una eccessiva accumulazione
b- quando ci sia troppa volatilità per cui gli investitori si spaventano e cercano occasioni-rifugio, anche a rendimento molto basso per fuggire dal rischio
c- ci sia una crisi dell’economia reale che registra una crescita troppo anemica.
Cosa vi ricordano queste tre condizioni?
Aldo Giannuli
aldo giannuli, bolla speculativa oro, crisi economica, default, finanza, materie prime, oro
pierluigi tarantini
Caro Algido,
Ti scrivo per manifestarTi le preoccupazioni procuratemi dal nostro comune amico Aldo.
Il Nostro, infatti, di cui allego scritto, alterna momenti di grande lucidità (vedi analisi sul mercato aureo) con momenti di incomprensible nostalgia millenarista (vedi analisi relativa al “quando le bolle si sgonfiano tutte quante insieme”).
Ricollegandomi alle considerazioni del Nostro circa l’apprezzamento dell’oro, aggiungo che il cd. bene rifugio per eccellenza è infruttifero e che i mercati hanno spesso cercato di far dimenticare il concetto di redditività.
Provo a spiegare: un tempo la valutazione di un immobile teneva conto del reddito che lo stesso era in grado di assicurare.
In pratica il valore di un immobile veniva stimato (anche) moltiplicando detto reddito per il saggio d’interesse corrente o valori prossimi a quest’ultimo.
Ovviamente tale redditività non è indipendente da altri fattori.
Tanto perchè se si vuol acquistare un appartamento in periferia per destinarlo alla locazione, è bene sapere da subito che difficilmente una famiglia operaia potrà destinare al canone la totalità del proprio reddito.
Le banche hanno dovuto riapplicare questi concetti dopo le scoppole prese nel periodo dei “mutui facili”, ed oggi sono inflessibili nel richiedere per l’erogazione di un mutuo che il rateo non superi il 35 % del reddito del mutuatario.
Viceversa, nel periodo del boom immobiliare 1999 – 2007 al fine di alimentare la frenesia immobiliarista dei parenti del sig. Pio Bue, i professionisti hanno posto l’accento sul fatto che ” il valore degli immobili aumenta sempre” e, cioè, sull’aspettativa di un aumento esponenziale del valore completamente disgiunto dalla capacità di produrre reddito.
Tanto vale anche per il mercato azionario.
Se un titolo è in grado di assicurare dividendi dignitosi l’andamento in borsa perde l’assoluta centralità che ha, invece, per quei titoli per i quali conta solo la speranza di un apprezzamento.
Conseguentemente il calo del valore borsistico di un titolo cd. difensivo può essere stoicamente sopportato grazie al lenitivo costituito da (lauti) dividendi.
Dai tulipani nell’Olanda del ‘600 alla bolla dei titoli legati ad internet all’exploit del prezzo dell’oro, gli operatori professionisti hanno sempre giocato sul fatto che il sig. Bue, oltre ad essere avido, crede anche di essere più furbo degli altri e, cioè, capace di passare il cerino un attimo prima di bruciarsi.
Oggi, rispetto al mercato dell’oro, v’è di più solo un pizzico di isteria mediatica.
Passiamo alle note dolenti e, quindi, all’analisi relativa al “quando le bolle si sgonfiano tutte quante insieme”.
Certo la concomitanza di più fattori, tra i quali anche quelli citati dal Nostro può creare problemi sistemici.
Ma come Tu insegni, caro Algido, il Nostro Aldo dovrebbe ricordare che il professionista, in qualsiasi campo si cimenti, è un ottimista per il quale le acque devono essere intorbidate per poterci pescare meglio.
Ed infatti se non vi fosse un pò di paura come fare a convincere i Buoi a mettere al sicuro il patrimonio con l’acquisto (a prezzi che non rivedranno per i prossimi vent’anni) di un pò d’oro che non rende niente?
Quanto al troppo denaro in attesa di remunerazione condividerai con me che esso è garanzia che la giostra ripartirà e le sirene dei mercati incanteranno nuovamente magari con il promettente mercato dei terreni sulla Luna.
E poi, a riprova dell’emotività del Nostro, se tutto dovesse andare a scatafascio cosa potrà mai succedere?
Verrà aumentata l’IVA e abrogato l’art.18?
Oddio che paura!
Con devozione
P.s. Il millenarismo di cui il Nostro sembra talvolta pervaso non ne fa un buon consulente ma potrebbe farne un ottimo promotore finanziario.
Pensa a quanti ricchi bottegai spaventati dal TG potrebbe convincere…
Paola Pioldi
Ciao,
non so se le tre condizioi ricordino altri crack, ma a me pare che siano presenti tutte e tre ora, mantre sto scrivendo ….
Saluti,
Paola
aldogiannuli
questa del mercato dei terreni sula Luna mi sembra una ottima idea per la prossima bolla, ma potremmo aggiungere -è l’economart- la vendita dei dirittti sul “sospiro d’artista”, i bulbi di tulipano (è vecchia, ma si può sempre riciclare), l’acquisto di obbligazioni demi secolari sull’elisir di lunga vita prodotti dai laboratori “Don Verzè”, i cd swap sul “gonzoplan”, i bond poliennali del Sud Sudan al 47% di interesse annuo,
In effetti sino a quando ci sono mungituri c’è speranza.
giorgio
vi segnalo, in proposito, un intervento del prof. Damodaran sulla validitità dei metodi di “valutazione del valore intrinseco” e di valutazione del valore relativo degli assets (scusate la pessima traduzione dei concetti di intrinsic vs relative valuatio
http://aswathdamodaran.blogspot.com/2011/06/thoughts-on-intrinsic-value.html
stefano
Salve,
condivido l’osservazione formulata dall’autore, attento e puntuale, e dai vari autori dei commenti che il prezzo del metallo fisico è notevole se parametrato ai dati storici, in particolare se osserviamo il periodo che va dall’80 al’99. Vorrei comunque trasmettevi questa considerazione, ci troviamo in un nuovo ciclo di “mercato” dove le economie sviluppate sono in grado di garantire lo status quo stampando moneta, calmierando i tassi artificiosamente, intervenendo nei mercati finanziari con limiti a tempo all’operatività.
Considerando il reale tasso di inflazione, il calo della domanda interna (per l’expot è solo questione di tempo) ed il crollo del mercato immobiliare dove sono stati allocati trilioni di dollari ed euro, l’attenzione viene spostata verso l’oro il quale è vero che non da dividendi o cedole ma attira il valore della cartamoneta e pertanto mantiene potere d’acquisto, che diversamente è polverizzato e dall’inflazione reale (a 2 cifre) e da rendimenti offerti dai titoli di debito pubblico (che iniziano a non avere mercato vedi l’intervento bce sul secondario o della fed qe2 -qe3) che vanno dal 2% al 5% inferiori quindi all’inflazione.
Fatte queste considerazioni provate ad immaginare il seguente scenario:
l’uscita di un paese piigs dall’euro, gli usa che continuano ad alzare il tetto del debito o salvano qualche altro istituto “troppo grande per fallire” (comprando bond quindi stampando dollari) i nuovi players emergenti che piano piano liquidano riseve in dollari, e contestualmente allocano liquidità in assets solidi in grado di mantenere valore della carta moneta che, a quanto pare, ultimamente non manca ma circola sempre più lentamente.
Bene con questo scenario i gestori di patrimoni mobiliari enormi dove saranno tentati di allocare la loro liquidità? Nei bond (carta) pubblici o privati, o nel metallo giallo? Voi cosa fareste?
Stiamo entrando in un nuovo “ciclo” il prezzo dell’oro è alto ma chi lo farà crollare? O meglio, chi farà scoppiare la bolla se di bolla si tratta? Qualche sciocco e sprovveduto investitore di nome pio bue?,
che ha acqustato si e no qualche oncia di metallo fisico conservato magari nei caveau di zurigo, londra o new york tramite società specializzate quindi immediatamente liquidabile, oppure qualche fondo edge, banca d’investimento, banca centrale qualunque? Secondo voi questi investitori professionali ed istituzionali daranno il via al crollo dei corsi dell’oro per capitalizzare le plusvalenze (anche grazie a pio bue) e riallocare la liquidità nella “carta” o negli immobili?
Oppure continueranno ad accumulare oro fisico giorno dopo giorno fintanto che questa turbolenza finanziaria ed economica figlia del debito garantito dal nulla se non dalla carta passi?.
L’oro costa troppo non si mangia e non da cedole, ma oggi è l’unico assets che brilla.
Stefano
rick
Caro Aldo,
ho letto il tuo libro 2012 e ne sono rimasto entusiasta. Ma permettimi di dissentire in tutto da quanto scrivi nel tuo articolo. L’oro non è in una classica “bolla speculativa” perchè:
– l’oro non può essere stampato a volontà dalle banche centrali come la cartamoneta o la moneta virtuale;
– l’oro ha valore intrinseco e non è rappresentativo di un titolo di credito (che a sua volta rappresenta un titolo di debito, che potrà essere onorato oppure no;)
– è stato rappresentativo di denaro reale per almeno 5.000 anni;
– la produzione è in declino e la domanda in aumento;
– l’oro si svaluta ogni anno dell’,% – 2% ma tale svalutazione può essere compensata dall’aumento demografico globale; nei prossimi dieci anni, si calcola che in Cina e India la popolazione aumenterà di almeno un miliardo di abitanti (agli attuali trends), pertanto diminuirà la percentuale di oro-pro-capite;
– ad oggi, solo l’1% circa o poco più degli investitori mondiali ha partecipato alla corsa all’ora / o ha asset in oro nei propri portafogli (nel 1980 gli investitori avevano circa il 26% in oro nei portafogli)
– le banche centrali, a differenza degli anni ’90 (quando svendevano oro perchè il dollaro saliva e i capitali affluivano negli USA) sono acquirenti netti e non venditori netti;
– Cina e Russia hanno annunciato di voler incrementare le loro riserve in oro per difendersi dalla svalutazione / guerra delle monete;
– la domanda retails è in netto aumento;
– la crisi dei debiti sovrani e privati……è solo all’inizio, come ricordavi tu nel tuo libro. Il peggio deve ancora arrivare.
Un caro Saluto
aldogiannuli
tutto vero quello che dici sull’oro ed infatti anche io dico che pur sempre si tratta di qualcosa che ha un valore inrtrinseco. Restano però tre problemi:
1. il prezzo dell’oro fluttua e conosce alti e bassi, ora è su quotazioni alte e forse salirà ancora ma non ci vuole mnolto a capire che conoscerà nuovi ribassi ed io credo abbastanza severi se la crisi dovesse avere un certo corso
2. l’oro fisico non ha mercato di sbocco e l’oro cartaceo è solo un titolo come qualsiasi altro, per cui in caso di fallimento della banca ti saluto oro!
3. il suo possesso è infruttifero per cui , ad un certo punto, la sua appetibilità cala.
rick
Vero quello che affermi ma:
– premetto che una certa domanda speculativa “fisiologica” è attualmente presente nella domanda d’oro (specie sui derivati) ma la domanda di oro fisico “naturale” è in aumento in quanto gli investitori si cautelano contro calamità economiche e politiche attuali e a venire;
– in secondo luogo, attualmente (e forse anche per il futuro) le banche centrali stanno acquistando titoli di stato a lungo termine per “abbassare” i reali tassi d’interesse e salvare gli Stati indebitati, pertanto manipolando il mercato e iltasso reale d’inflazione a cui detti titoli dovrebbero invece adeguarsi; nonchè gli istituti di valutazione dell’inflazione “taroccano” i panieri; in realtà se il mercato dei titoli di stato non fosse manipolato (lo stesso per gli indici dell’inflazione) l’inflazione “reale” sarebbe più alta di quanto ci dicono; oltretutto i tassi d’interesse reali sono ai minimi, anche qui non rispecchiano il reale andamento inflazionistico;
– solo l’oro fisico è in grado di proteggere l’investitore dall’inflazione, non certo un titolo governativo al 4% lordo o equivalente corporate;
– l’oro fisico è accettato in tutto il mondo, ed è un mercato totalmente liquido;
– inoltre, sta venendo meno la manipolazione al ribasso dei grandi investitori (come JP Morgan) sul mercato dei derivati – questi per conto della Fed operano da anni al ribasso sui futures dell’oro e argento per contenerne i prezzi a favore del dollaro.
– nei prossimo anni, il ruolo del dollaro americano è destinato a declinare e non si sa quale valuta/e potrebbe sostituirlo(L’Euro neanche a parlarne).
Un caro saluto
aldogiannuli
una domanda: dici: ” l’oro fisico è un mercato totalmente liquido accettato in tutto il mondo” ma il picolo risparmiatore che abbia un po’ di lingotti ( non quantità tali da giustificare una operazione di ampia portata magari all’estero), dove va a venderli se non alle agenzie orafe che fanno prezzi da strozzino?
rick
Caro Aldo,
l’investimento in oro va fatto con cautela e con giudizio. Vi sono agenzie apposite per la vendita di lingotti e monete prezione (Sterline, Marenghi, Dollari ecc.) e devono essere autorizzate da Banca d’Italia. Bisogna stare lontani da coloro i quali non hanno autorizzazione di Banca d’Italia. Pertanto un piccolo risparmiatore, prima di investire in oro fisico, deve accertarsi con chi ha a che fare.
Il vero investimento in oro consiste in:
monete fisiche ( soprattutto sterline, marenghi, dollari ST. Gaudens e Krugerrand –queste sono le monete più accettate in tutto il mondo); è l’investimento migliore perché consente di “frazionare” l’ammontare che si intende investire;
lingotti (è l’investimento più rischioso) perché quelli veramente appetibili nel caso di vendita sono quelli da un chilo (che costano molto, mi pare circa 37.000 dollari) e che non sono frazionabili. I lingottini con peso inferiore di un chilo, sono illiquidi. Pertanto il miglior investimento è quello in monete fisiche.
Per quanto riguarda la manipolazione del mercato dell’oro, il GATA (Gold Anti-Trust-Action Committee) ha confermato anni fa che alcuni operatori manipolavano al ribasso il prezzo dell’ORO (e stiamo parlando di JP Morgan, HSBC, Goldman Sachs) per mantenere bassi i prezzi. I “Committenti” erano la FED e il Governo USA (nelle persone del Segretario al Tesoro Rubin e il sottosegretario Summers). Il fine era quello di tenere basso il prezzo dell’oro, fare affluire capitali nella Borsa –Wall Street – quindi mantenere alto il prezzo del dollaro e fare volare le Borse Azionare, creare una sensazione di “ricchezza artificiale”, tenere basso il prezzo dell’inflazione, ed essere rieletti. Il tutto approvato dalla Fed, che faceva pagare al contribuente eventuali perdite sul COMEX da parte degli operatori ribassisti di cui sopra (i quali si rifacevano sulla FED, la quale si rifaceva sul contribuente acquistando titoli di stato che i cittadini poi devono pagare sotto forma d’interesse).
Con le varie bolle speculative successive, il meccanismo si è spezzato. Tutti gli assets in bolla sono saltati (azioni, obbligazioni, immobiliari ecc.) ma per evitare una catastrofe peggiore, Bernanke ha esplicitamente detto in più occasioni che il dollaro dovrà deprezzarsi e di molto al fine di mettere in moto un’economia che non parte più. A questo punto, il giochino si è rotto, e anche se alcuni grandi operatori rimangono ribassisti per non far volare il prezzo dell’oro verso la stratosfera (sempre sotto la supervisione Fed), non è più possibile contenerne la domanda come prima (e la Fed e il Governo non ne hanno neppure più la volontà politica di “contenere” il prezzo dell’oro e per converso sostenere le valutazioni del dollaro). Oltretutto, non ne avrebbero neppure più i mezzi.
Un caro saluto
stefano
Salve,
vorrei suggerire ai lettori ed all’autore di cercare su qualsiasi motore di ricerca “oro fisico”. tra i vari risultati cormpro oro e quantaltro spiccheranno alcune società internazionali (che non cito per correttezza) che offrono un servizio altamente specializzato a 360° riferito al commercio di metalli ad uso investimento.
Per quanto riguarda il commentantore rick vorrei suggerire di considerare il rischio controparte nel commercio di monete preziose ad uso investimente infatti l’unico interlocutore è il commerciante il quale non investe ma specula. Sconsiglio le monete a scopo investimento e suggerisco oro o argento fisico.
Infine concordo pienamente su quanto detto da nick circa la manipolazione dei prezzi fatto dalla fed.
A presto
Stefano
Massimo
Io ho comprato oro 24 carati qualche anno fa a 18 euro il grammmo e ne ho rivenduto una parte a 41 euro il grammo : non mi pare un prezzo da strozzino.
Condivido comunque alcune osservazioni di Aldo Giannuli.
fvtrento
A proposito di oro fisico ho letto che c’è quello degli stati sovrani (35.000 tons) conservato nelle Banche Centrali e quello privato (18.000 tons) . L’Italia ha la quarta quantità maggiore di oro detenuto , 2500 tons . Un accordo internazionale permette agli Stati di immettere nel mercato un max di 500 tons . Circolano alcune chiacchiere che una parte del nostro oro (ma è veramente nostro ?) sia già passato nella disponibilità della Bce per l’acquisto dei nostri titoli obbligazionari .
antimafia
concordo con rick per quello que riguarda l’oro e la sua manipolazione sopratutto della jp morgan, non e l’oro que va su ma la moneta di carta que va giu!Oncia d’oro in 1971 valeva 35 dollars oggi vale 1900 dollars.in pratica poi non c’e abbastanza oro per assorbire il debito que abbiamo creato da 40 anni cioe depuis l’explosion du capitalisme financier.
ugoagnoletto
non siamo distanti dalla lezione di un grande esperto di oro: re Mida, che trasformava in oro tutto quello che toccava.
Aggiungo un’altra considerazione: il Titanic stà affondando, cosa serve comprarlo?
antimafia
sono d’accordo con te Ugo,come ha detto Aldo siamo fritti e non c’e scampo ,volevo soltanto sottolineare su l’argomento che l’oro e sottovalutato e l’unico chi preserve il suo potere d’acquisto nell sistema capitalista.poi visto la decisione del G7 si ho capito bene di stampare dei banconoti monopoly a scala mondiale (carta strascia)andra alle stelle.Per il grande esperto c’est rate!sono spazzo camino! e sono fiero di essere operaio e intendo di rimanerlo.saluti.
Rosario
…e infatti i cinesi stanno comprando terreni (quelli servono davvero e sono un bene limitato) raccolti, materie prime e debiti sovrani. L’oro lo lasciano ai privati, perchè quando hai fame, cosa ti mangi? Insomma oggi il problema, a mio parere, è quello di passarwe da un’economia immateriale (azioni, titoli bancari, oro, diamanti titoli immobiliari e tutto il resto) ad un’economia materiale, con beni prodotti e scambiati, con perosne reali che producono quei bei e comprano servizi utili (alla persona, per lo più) creando un circolo virtuoso dove tutti hanno qualcosa da fare e da dare. I beni di lusso, per i pochi che li usano, seguiranno…
rick
Salve a tutti,
Una mia integrazione a precisazione di quanto scritto in precedenza: noi oggi viviamo in un sistema economico-finanziario dove Banche Centrali (private) stampano pezzi di carta (e moneta virtuale) prestandola a Stati e privati, indebitandoli fino all’inverosimile. Tutti questi pezzi di carta (titoli di credito che hanno come “collaterale “ un debito) non saranno più rimborsati. Questa è in breve la crisi che caratterizza l’Occidente. Non è una crisi prettamente “tecnologica”, ma una crisi del sistema finanziario fondato sul debito infinito. Ora questi debiti su cui si pagano interessi composti, dipendono anche da strumenti finanziari derivati (come i famigerati CDS): abbiamo un castello di carta che dipende da altri pezzi di carta senza alcun valore e senza alcuna autorità di regolamentazione del settore. Ogni strumento finanziario (avente come collaterale un debito) è sostenuto da uno strumento “derivato” che ha come collaterale altro debito. Tutto questo gioco è destinato a breve a schiantarsi inesorabilmente. Lo schianto si chiama: svalutazione delle proprie monete fondate sul “fiat currency” – create dalle Banche Centrali dal nulla, “from thin air” dall’aria fine come dicono gli inglesi, ovvero non aventi alcuna copertura aurea e slegate dalla produzione di beni e servizi.
Gli investitori hanno una visione completamente falsata delle cose: ragionano a breve e non sono privi di qualsiasi visione storica di lungo raggio. I nostri libri di storia ci raccontano che quando le valute si deprezzano , gli Imperi sono destinati a decadere.
La Storia ci insegna anche che l’unica forma di ricchezza che si preserva e rimane intatta durante le tempeste economiche, politiche e finanziarie è l’oro. L’oro è denaro. “Gold makes the rules”. Gli USA, dopo la seconda guerra mondiale erano una superpotenza anche per il fatto che possedevano la maggior quantità d’oro di riserva al mondo e la loro moneta era agganciata all’oro. Hanno abbandonato il “Gold Standard” nel 1971 e da quell’anno è cominciata la loro decadenza, anche se per molto tempo dopo quella decisione il dollaro fungeva da valida valuta di riserva mondialie L’oro è convertibile in denaro, mentre le “fiat currency” rimangono pezzi di carta non convertibili in oro. L’oro mantiene intatto il suo splendore; durante la Rivoluzione Francese, durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, la Germania di Weimar fino alle recenti crisi degli anni ’90 in Brasile, Messico, Tigri Asiatiche e Russia, coloro che detenevano parte della loro ricchezza in oro hanno limitato i danni, coloro che detenevano solo risparmi espressi nella propria moneta hanno sofferto di più. E’ ovvio che l’investimento in oro (come tutte le forme d’investimento e qui concordo pienamente con quanto scritto da Aldo Giannuli), va fatto razionalmente, senza farsi prendere da euforie del momento, sapendo che è la forma estrema di protezione della propria prosperità e non un investimento-espediente per diventare ricchi in breve tempo. Ma è solo l’investimento in oro fisico (a mio avviso) che preserva la propria capacità d’acquisto nel tempo.
Roberto russo
Micomplimento con tutti per lo spessore dei contenuti, ognuno esprime compiutamente la sua teoria. Il problema di fondo e’ che come diceva il saggio ‘le scienze economiche sono perfette per prevedere quello che e’ giA successo ‘. Viviamo purtroppo o per fortuna in un mondo globalizzato solo nei giochi, ma nn nelle regole, per cui un soggetto cinese può permettersi di praticare prezzi pari ad un decimo di quelli italiani perché nn ha una serie di costi obbligatori che noi abbiamo, con ciò intendo ferie, sicurezza sul lavoro, ecologia, maternità , pressione fiscale ecc. Non globalizzando le regole si crea concorrenza sleale. Torno sul tema. Ci sono ormai troppe variabili economiche per cui fare previsioni diventa impossibile. Investire in oro ha senso ad oggi per proteggere i propri soldi, nel senso che in cado di catastrofe economica qualcosa in mano ci si troverebbe. Attenzione, qualcosa, non tutto. Se oggi investo in oro il valore di una casa in cado di crisi monetizzando il mio oro non otterrò lo stesso valore reale, sicuramente meno, ma sicuramente qualcosa prendo. Se avessi banconote perderei tutto. Bisogna vedere quale sia il fine, se e’ speculare va bene comprare ori ma rivendendolo a breve. Per le catastrofi va bene pure . Ma nn ci si aspetti di essere ricchi a fine crisi
aldogiannuli
credo che lei abbia centrato il problema principale della globalizzazione
Oro: Bolla Si, Bolla No | cogito ergo sum…penso dunque sono
[…] Ovviamente, nessun grande investitore si libererà di tutto l’oro in suo possesso: una certa quantità sarà conservata nel proprio asset. Ma la bolla finirà. Poco male, quando il ricavato va a formare un’altra bolla (immobiliare, delle commodity, nell’azionario, nei titoli di stato, nel valutario) che durerà quel che deve durare per poi alimentare un’altra bolla ancora. La finanza è proprio questo: cambiare in continuazione denaro in una certa forma con denaro in un’altra forma, per guadagnarci al cambio. I guai seri vengono quando le bolle si sgonfiano tutte insieme, per cui le borse crollano come castelli di carte. E questo succede in particolare quando: a – ci sia troppo denaro in attesa di remunerazione, magari perchè qualcuno ha pompato troppa liquidità o c’è stata una eccessiva accumulazione b – quando ci sia troppa volatilità per cui gli investitori si spaventano e cercano occasioni-rifugio, anche a rendimento molto basso per fuggire dal rischio c – ci sia una crisi dell’economia reale che registra una crescita troppo anemica. Cosa vi ricordano queste tre condizioni? Link articolo: http://aldogiannuli.it/nuovotest/2011/09/la-nuova-bolla-oro/ […]
rick
Questa storia della speculazione sull’oro da parte dei grandi fondi d’investimento che veicolerebbero fondi da un settore all’altro è un grande mito da sfatare. Ripeto: le Banche Centrali (o almeno le più importanti del mondo occidentale) sono direttamente interessate a “schiacciare” il prezzo dei metalli preziosi (oro e argento) perché esse possono essere considerate monete (denaro) a tutti gli effetti; monete in concorrenza con l’emissione delle loro valute “fiat”, valute emesse a fronte del nulla. Loro vogliono che le popolazioni abbraccino le loro “fiat currency”. Se avessero valore, le valute emesse dalle banche centrali, sarebbero in parte coperte dall’oro e convertibili in metallo prezioso su semplice richiesta del richiedente. Allora si che avrebbero una copertura, un “valore”. Ma, il 15 agosto 1971 (esattamente 40 anni fa), gli USA che erano l’unica nazione ad avere la convertibilità dollaro/oro (tutte le altre erano già “fiat currency” avendo abolito detta convertibilità con gli accordi di Bretton Woods del 1944) hanno lasciato fluttuare la loro moneta nel mercato dei cambi. Due settimane fa, l’oro è sceso di 300 dollari dai massimi di agosto, il GATA (Golden Anti Trust Committee) e altri esperti del settore, hanno appurato che sono state le Banche Centrali a comprimere il prezzo dell’oro, tramite vendite a breve sui derivati. Tale processo è chiamato “Gold Suppression Scheme”. Andate sul sito del GATA e troverete tutto il materiale occorrente per comprendere esattamente cosa esiste dietro “la cospirazione contro i metalli preziosi”. Ricordate che ogni 40/50 anni i sistemi monetari cambiano, mutano, si trasformano, il prossimo a venire sarà di nuovo basato sul “Gold Standard”, l’attuale è fallito, non ve ne state accorgendo?
sergio
Caro Giannulli sto ancora aspettando fiducioso che la bolla scoppi, grazie per la sua dritta (ok era ironico). Lei non è un’economista, torni a fare il suo mestiere per favore e non faccia il saccente, ci rivediamo fra sei mesi, magari a quel punto sarà scoppiata sta bella bolla