La morte di Osama Bin Laden: le pentole, i coperchi e la nebbia di guerra.

Cappuccino, brioche e intelligence n°26

Le stravaganze della versione ufficiale sulla morte di BinLaden sono tali e tante da far dubitare che il morto sia effettivamente lui, ma anche che la Cia non sia più in grado di fare un’operazione decente (se l’aggettivo si può usare in un contesto di questo tipo).
Va bene: il delitto perfetto non esiste e il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, ma qui si esagera: possibile che non fosse possibile ricomporre il cadavere e fare una foto presentabile? E perchè tanta fretta di ucciderlo e disperdere il corpo in mare?  E poi tutte quelle versioni aggiustate, pasticciate, smentite, rabberciate!
Troppi errori in una volta sola.
A meno che il morto non sia lui e questa non sia una sceneggiata. Questo farebbe tornare i conti: la foto non c’è perchè si teme che un eventuale fotomontaggio possa essere svelato  e così il corpo è stato fatto sparire per  evitare esami imbarazzanti e c’è stata fretta di “ucciderlo” perchè, ovviamente, non si poteva portare davanti alle telecamere un sosia. Insomma tutto quadrerebbe. O quasi.
Ma questo comporta il rischio di una smentita di Osama, che magari tira fuori un altro video, con prove inoppugnabili della sua esistenza in vita; per cui o c’è un accordo fra le parti o il capo di Al Quaeda è già morto da tempo. E, in effetti, era la soluzione che abbiamo dato per maggiormente probabile nell’esame dell’articolo precedente.

Tutto a posto? Forse. Eppure un velo di inverosimiglianza rimane su questa versione (e, infatti, avevamo detto che ad un esame più approfondito le cose sarebbero potute cambiare): “fabbricare” una falsa morte di un personaggio così “celebre” non è cosa facile, neppure se il personaggio in questione è già morto da tempo. Se il personaggio è vivo c’è bisogno della sua complicità e si è sempre esposti al rischio di un suo ricatto (ve l’immaginate se fra due anni, Osama rispunta fuori e dice “mi credevate morto? Ma no, sono sempre qui fra voi!”). Dovrebbe essere d’accordo anche la sua organizzazione e ci sarebbe sempre il rischio di terzi che, scavando, possano scoprire come stanno le cose. Tutto sarebbe più semplice se il personaggio fosse già morto e la sua organizzazione lo avesse taciuto, per continuare a sfruttare la sua immagine e spingere l’avversario verso un falso obiettivo. Oggi non potrebbe più dire la verità per non smentirsi e sarebbe costretta a stare al gioco. Sino ad un certo punto, però, perchè Osama non compariva più da anni e sarebbe possibile sostenere una sua morte relativamente recente, di cui non si è data notizia per non fare un favore ai “crociati”.
Un po’ tirata, ma, se accompagnata da qualche riscontro, avrebbe comunque l’effetto di mettere fortemente in dubbio la versione americana.

Il problema più grosso sarebbe quello di non poter sapere se terzi sanno qualcosa della “prima” morte del capo di Al Quaeda. Immaginiamo  cosa potrebbe accadere se i servizi russi, cinesi, iraniani o di chi vi pare, siano riusciti a sapere o, almeno, ad aver sentore, a suo tempo, della morte di Osama: per gli americani sarebbe un rischio troppo forte. E peggio ancora: se Osama è morto e questa è una sceneggiata, i servizi pakistani sanno tutto, per cui devono essere stati complici, ma, allora, sarebbe stato meglio farli partecipare alla “cattura ed uccisione” di Bin Laden e non esporli all’attuale situazione che li vede accusati di collusione con il terrorismo.

Insomma, come la si volta, fabbricare dal nulla una falsa morte è difficile e rischioso.
Peraltro, l’operazione continuerebbe ad avere una serie di “pecche” che la rendono pasticciata e poco credibile.
E va bene che la Cia ha avuto un processo di decadenza professionale molto serio, ma qui stiamo facendo gli straordinari: è una storia troppo sgangherata per quello che resta uno dei servizi segreti più potenti del Mondo e non è possibile che siano tutti rimbecilliti a questo punto. Troppi errori tutti insieme per essere credibile che si tratti di errori.

C’è una soluzione più lineare e  meno romanzesca: gli errori non sono errori, ma voluti depistaggi per confondere le acque. Per dirla con il  gergo sei servizi: siamo di fronte ad una operazione di “nebbia di guerra”. E la partecipazione al tutto di una vecchia conoscenza come Pieczenik (Ciao Steve, Chi si rivede!), il vero regista del caso Moro ed uno dei massimi esperti di guerra psicologica, è una firma chiarissima sotto questa ipotesi.
Mi spiego meglio: diamo per buono che Bin Laden sia effettivamente morto qualche giorno fa, ucciso dagli americani. Naturalmente, questo non  vuol dire che l’individuazione del suo covo e l’azione siano poi andate come ci si racconta. Anzi, probabilmente sono andate in modo assai diverso e con molti più pasticci di mezzo. Ed i depistaggi servono a distrarre la nostra attenzione da questo aspetto della vicenda. Avete presente la finta lepre di pezza che fa correre i cani al cinodromo? Ecco: stiamo correndo dietro ad una lepre di pezza mentre ci stanno distraendo dalle vere questioni da capire: come e quando hanno scoperto il covo e perchè questo accade ora.

Ne parliamo con il prossimo cappuccino, mi spiace per il nostro assiduo lettore Ugo Agnoletto, ma la Bibbia ci insegna che la pazienza rende forti gli uomini (Romani 5:3). O no?!

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (7)

  • quando si son scoperti dei falsi palesi e clamorosi cosa è successo?Poco o nulla.Sappiamo che la manipolazione delle immagini e informazioni è arma assai usata e sopravvalutando l’opinione pubblica,la società civile,la libera stampa,(tutte cose da liberali),in realtà partecipanti con ruoli precisi al grande show.
    Io mi reputo possibilista,non credo in tutti i complotti e non sostengo i complottisti,ma ci vuole una grande ingenuità o una forte complicità per credere alle notizie ufficiali di potenze colonialiste,le quali chiaramente avranno bisogno di descrivere come atroci e feroci gli altri stati e altri governanti,hanno bisogno di cattivoni e regimi per avvallare la loro rapina ultracentenaria.
    Quindi l’operazione bin laden fin dal principio rientra in questa ottica.L’espansionismo prima con la tattica fin troppo rumorosa delle missioni di pace,esportazione della democrazia,poi costruendo rivoluzioni da fare bere anche ai sinistrati
    dice che è organizzata male la missione bin laden?Perchè secondo lei quella libica non è organizzata alla kazoo di bau bau,dick of dog in english?Si deve bere litri e litri di acqua santa per non vedere in libia lo zampino tipico del colonialismo espansionista imperialista.No?

  • Ciao a tutti,
    secondo me, la “lepre finta” è tutta la vicenda. Bravi sono! Siamo qui a domandarci se è o no il terribile Osama (quesito per i “piccoli”), o se è il caso di indagare circa modalità e tempi della cattura (per quelli un po’ più “sgamati”). Bene, sarà anche intrigante tutta la faccenda, ma il loro scopo (potenze allo sbando) lo raggiungono ancora: siamo distratti da tutto il resto che, a mio parere, è decisamente più importante della propaganda populista e utilitaristica degli States e dei loro servi,
    Paola

  • Per Aldo:
    scusa i toni del precedente intervento, accorato e amaro. Naturalmente apprezzo le tue analisi (domande ed ipotetiche risposte) e condivido le tue tesi circa l’evento “mediatico” di tutta la vicenda. Mi aspetto anche altro … tutto qui.
    Con stima,
    Paola

  • riporto dal blog di un mio ex compagno di scuola nato a Saluzzo e che conosce bene la realtà americana essendo stato direttore dell’Ansa a Washington, che l’AP (agenzia di stampa), in nome della trasparenza, chiede a Obama le foto del trofeo di Bin Laden. Dice: non vorrà mica questo presedente smentirsi dopo aver cercato di far chiarezza su Guantanamo? Ecco la domanda: in che direzione và ora la politica degli Stati Uniti e quanto Obama la rappresenta? L’elezione di Obama mi aveva entusiasmato come segno di un cambio di rotta degli Stati Uniti, oppure Obama stesso fa parte del depistaggio? Chi tira le fila?

  • l’elezione di obama era un simpatico diversivo per colpire la consueta ingenuità e facilità all’entusiasmo tipiche di una parte della sinistra.Io e tanti altri non ci siamo mai cascati.Il Veltroni versione light abbronzato d’america è chiaramente una pedina del nuovo gioco americano.Dopo Bush che aveva ridato lustro e vita al movimento pacifista e che incarnava il male assoluto,si cambia strategia:basta guerre e bombardamenti e sopratutto un leader appartenente alla categoria che maggiormente ha subito razzismo e violenza nella pacifica e libera america:un nero o negro che dir si voglia,(dipende dai punti di vista),come tanti pesciotti tutti ad abboccare persino,(e questa cosa fa tanto,ma tanto ridere), con entusiasmo.Possiamo imparare una lezione:la scarsissima preparazione politica di molti che essendo anti berlusconiani si reputano terribilmente intelligenti e informati.A parte che l’anti berlusconismo è una cosa normalissima per gente normale,a parte che pure in quelle vesti son riusciti a mantenere a vita per lungo un triste guitto e i servi di scena suoi,a parte questo i democretini,(questo è il nome scientifico e politico)credono a tutte le panzane di saviano,hanno visto in obama capacità da super eroe marvel contaminate con sprazzi di jesus christ superstar e dosi massicce dei Robinson,sono profondamente impreparati sulla politica estera,(alcuni sono anche convinti che vi sia una vera rivoluzione anti gheddafiana,tanto per dire), e così via.
    Per questo l’operazione bin laden potrebbe provocare bruschi risvegli e un po’ di amarezza.
    Leggete Losurdo,”democrazia e bonapartismo” ad esempio,cercate di sforzarvi a comprendere che le nazioni democratiche da sempre vivono sul colonialismo e sull’imposizione del pensiero unico del libero mercato dividendosi tra:espliciti sostenitori dell’espansionismo e paternalismi sinistrati.
    Mica sarebbe stato Obama a cambiare le carte suvvia!
    E per giunta quel cazzo del milan ha vinto lo scudetto,che mondo infame!

  • Rapide osservazioni:

    1) Basta conoscere la dotazione delle armi dei seals per capire che no, difficilmente sarebbe stato “possibile ricomporre il cadavere e fare una foto presentabile”. Un buco in faccia di un .45 non lo si tappa con del cerone.

    2) Sei in grado di fare un elenco di “quelle versioni aggiustate, pasticciate, smentite, rabberciate!”? Le versioni USA eh, non le storielle inventate dai giornalisti.

    3) La pazienza (o perseveranza) produce esperienza non forza.

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