La marcia ad est della Germania
La mia ipotesi di una prossima uscita della Germania dall’Euro ha trovato increduli alcuni lettori di questo blog, che hanno creduto di leggervi un eccesso di immaginazione da parte mia. Per la verità, non ho immaginato niente e il graduale allontanamento della Germania dai suoi partner europei è un fatto osservato da tempo da diversi commentatori, così come l’ipotesi di sdoppiamento dell’Euro caldeggiata anche da economisti italiani come Luigi Zingales. Dunque, non ho il merito di aver “scoperto” questa tendenza. Il punto è quello di capire dove può portarci.
Dunque, ragioniamo con freddezza e senza pregiudizi su alcuni incontestabili dati di fatto che sono sotto i nostri occhi:
1- sin da prima della crisi (dal 2006) la Germania ha iniziato a spostare gradualmente i suoi interessi dai tradizionali mercati europei a Russia e Cina: fra il 2006 ed il 2009 gli investimenti manifatturieri tedeschi in Russia sono cresciuti del 132%. in Cina del 51,2% (sono cresciuti anche verso la Polonia, Giappone e Brasile), mentre sono diminuiti del 33,4% verso la Gran Bretagna, del 17,6% verso l’Italia, 10,6% Francia e 10,2% Spagna (ma sono diminuiti del 15,3% anche verso gli Usa (1).
E’ ragionevole pensare che questa tendenza sia stata in buona parte determinata dalla recessione dei paesi europei e degli Usa, pertanto è abbastanza logico attendersi che l’ulteriore recessione si profila la incoraggerà ulteriormente.
2- la costruzione del gasdotto Northstream, che collega la Germania alla Russia (parallelamente a quello Southstream, che collega l’Italia alla Russia) ha determinato la nascita di un asse energetico, nel quale diverse importanti società tedesche (come la Wintershall o la E.On) hanno avuto accesso diretto alla produzione di gas in Russia ed hanno partecipato diverse società russe del settore. Lo scambio di prodotti energetici contro know how ha cementato una forte intesa fra i due paesi che va ben oltre il buon vicinato della Ostpolitik. In Germania è nata una solidissima lobby filo russa che include, oltre alle società del polo energetico, anche quelle alimentari e dei prodotti di largo consumo che trovano in Russia in particolare, un fiorente mercato di sbocco (l’Europa Orientale in generale assorbe il 17% dell’export tedesco) (2)
3- I tedeschi non amano l’Euro che ritengono un peso, senza del quale il loro paese crescerebbe a ritmi più rapidi: secondo gli studi demoscopici la percentuale di tedeschi che hanno fiducia nella Ue, fra il 2002 ed il 2011 è passata dal 49 al 25% mentre quella di quanti hanno scarsa fiducia in essa è salita dal 40 al 67%3. Dirk Kurbjuweit ha coniato l’epressione “Wutburger” (letteralmente cittadino arrabbiato) per indicare la figura sociale prevalente attualmente in Germania (4).
4- Dall’inizio della crisi, la Germania si è trovata in un crescente isolamento, esploso in modo evidente in occasione della nomina del nuovo governatore della Bce. Il candidato tedesco Weber ha clamorosamente gettato la spugna a fine febbraio per i dissensi con la Kanzlerin Merkel, ma la sua candidatura non aveva trovato quasi nessun appoggio e la posizione francese a favore di Draghi aveva definitivamente affondato la candidatura tedesca. La Germania ha fatto buon viso a cattivo gioco, ma questo non ha certo migliorato la sua disposizione verso i partner europei.
5- Sin dall’esplodere della crisi greca, nei primissimi del 2010, la Germania ha assunto una posizione fortemente frenante sul tema degli aiuti ai paesi in difficoltà e di crescente freddezza sull’ipotesi di meccanismi di solidarietà fra i paesi dell’Euro (da ultimo l’ennesimo colpo di freno della Merkel sugli Eurobond) (5)
Mi pare ce ne sia abbastanza per acquisire almeno due elementi:
1-la Germania sta sviluppando una crescente attenzione verso i paesi orientali a scapito di quella verso i partner europei;
2-alla Germania l’Euro, così come è, interessa sempre meno.
Le obiezioni all’ipotesi di una uscita tedesca dall’Euro (con conseguente fine della moneta unica e, ricaduta, della Ue) sono essenzialmente di tre tipi:
1- di tipo geopolitico: la Ue è una realtà irreversibile e, pertanto, anche l’appartenenza ad essa della Germania lo è (dato che senza Germania la Ue avrebbe ben poca ragion d’essere)
2- di tipo economico: la scelta di uscire dall’Euro non converrebbe alla Germania che vedrebbe crollare il suo export, trovandosi in possesso di una moneta troppo forte verso le altre europee ed il dollaro; inoltre il sistema bancario tedesco (in cui prevalgono banche regionali a basso tasso si internazionalizzazione) è troppo fragile per reggere l’urto e si troverebbe ben presto in balìa della speculazione internazionale
3- di tipo pratico: la conversione dall’euro alla nuova moneta di contratti, obbligazioni ecc comporterebbe un lavoro immenso con costi elevati, ci sarebbe un contenzioso infinito per i titoli emessi in Euro ecc ecc.
Tutte obiezioni molto serie, ma che non fanno i conti nè con le ragioni opposte nè con una situazione in rapida evoluzione. E questo riguarda in particolare il primo tipo di obiezioni: l’aspetto geopolitico è proprio il punto debole dell’intera costruzione europea dove più impietosi si avvertono i segni della consunzione di un disegno che deperisce prima di esser giunto a maturazione. L’unione europea è stata costruita sull’asse franco tedesco, è ancora attuale questo asse? Ma su questo punto torneremo in una occasione specifica. Qui ci limitiamo ad osservare che Berlino, che nel 1992-93 avrebbe potuto legittimamente candidarsi ad essere la capitale europea, non ha saputo e non ha voluto esserlo. Oggi la questione si pone in termini molto diversi.
Ovviamente, una mossa che mandi all’aria la moneta unica avrebbe contraccolpi molto forti per tutti (anche per gli esterni alla Ue), comporterebbe costi salati e rischi tutt’altro che trascurabili, tutto questo è chiaro, ma occorre entrare nel merito dell’analisi dei costi e dei benefici, cosa per la quale a noi mancano molte (troppe) informazioni, ma che altri e ben più informati staranno già considerando da tempo. Noi possiamo solo osservare la scena e cercare di cogliere i segnali delle tendenze in atto. Peraltro, senza neanche trascurare l’ipotesi di scelte condizionate da interessi di gruppi ristretti, cui importa sino ad un certo punto dei costi collettivi ed anche quella di scelte fatte su calcoli sbagliati.
Per ora cerchiamo di tenere presenti questi possibili scenari:
1- l’euro resta moneta unica (forse con l’uscita di qualche paese marginale come la Grecia) e la governance economica europea si rafforza centralizzando il fisco ed il controllo sulla spesa: ipotesi continuità dell’Euro
2- l’euro si spezza in due: da un lato il Nord (Olanda, Belgio, Francia, Germania, Boemia, Finlandia ecc) e dall’altro il Sud con una moneta unica (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) o più monete nazionali: ipotesi “Neuro” e “Seuro”
3- l’euro si spezza in due ma con la Francia esclusa dal club del Nord
La prima ipotesi è quella caldeggiata dai pasdaran di questo disegno europeo, ma deve fare i conti con una serie di se: se nessuno dei paesi maggiori della Ue fa default, se la corte di Karlsruhe fa passare altri trasferimenti di sovranità alla Ue, se nella politica tedesca prevalgono ancora orientamenti europeisti, nonostante le attuali dinamiche, se il processo di trasferimento dei poteri alla tecnocrazia della Bce non incontra resistenze troppo decise in altri paesi…. allora potrebbe attuarsi questo disegno (peraltro per nulla auspicabile perchè presupporrebbe il commissariamento delle democrazie europee).
La seconda ipotesi (il Neuro ed il Seuro) è fatta per consentire ai paesi del sud di alleggerire la loro situazione ricorrendo ad una massiccia svalutazione ed è sostenuta da diversi economisti che auspicano una maggiore omogeneità economica dei paesi aderenti all’Eurozona. Sopravviverebbe un Euro ridimensionato, ma arroccato nei suoi punti di forza. Si tratterebbe ancora di più un’area a guida tedesca. Punti deboli di questa proposta: giunge tardi, avrebbe potuto essere realizzata dall’inizio o, al più tardi nel 2009 quando ha iniziato a profilarsi la crisi greca. Ora governare un passaggio del genere, nel pieno della tempesta ed è forte il rischio di un “rompete le righe”. D’altra parte, la speculazione anglo americana (facciamo qualche nome ogni tanto) non si è limitata ad attaccare solo i soliti Pigs, ma anche paesi dell’area “forte” come Austria, Olanda e Francia. Dunque il rimedio potrebbe, paradossalmente, risultare utile ai paesi del Seuro, ma costare molto e dare scarsi risultati a quelli del Neuro che continuerebbe ad avere nella Francia il suo ventre molle (Olanda ed Austria non contano granchè).
La terza soluzione (Neuro senza Francia) non sarebbe altro che il ritorno al Marco appena travestito. E –con qualche piccola modifica- saremmo esattamente all’ipotesi che avevo prospettato. Certo le obiezioni di cui dicevo poco sopra resterebbero tutte: sarebbe un doppio salto mortale con molti problemi tecnici. Ma forse c’è chi pensa ad un passaggio graduale e “governato”.
Sempre che la crisi lo consenta.
Nel frattempo, il New York Times riporta dichiarazioni per le quali “La rottura dell’area dell’Euro appare, più che possibile, probabile”…“Non possiamo ignorare la prospettiva di una fuoriuscita disordinata di alcuni Stati dalla Zona Euro”. Mentre alcune banche (Merryllinch, Barclays, Nomura) hanno emesso una serie di report, studi ed analisi sul possibile crollo dell’eurozona. Per chi voglia leggere per intero l’articolo:
Siete ancora del parere che un esito del genere sia solo frutto di fantasia?
Aldo Giannuli
(1): “Jack EWING e Judy DEMPSEY (New York Times)“La Germania guarda ad oriente” in “L’Internazionale” 22 luglio 2011 p. 15;
(2): Alexandr RAHR “L’asse Berlino Mosca è più solido che mai” in “Limes” n 4 2011 pp. 93-100;
(3): “Il conto dell’Euro” in “Limes” n 4 2011 p. 8;
(4): Ibidem;
(5): CdS 23 novembre 2011;
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DAVIDE
Appunto, facciamo nomi e cognomi di questi banchieri che non sono altro che mafiosi in giacca e cravatta. Ma per questi la galera non esiste ? E’ possibile che tutto sia lecito nei mercati finanziari ? A me pare che Obama non abbia le palle per distruggere ‘sta gente, a meno che non sia complice e secondo me lo è.
Serpe
Concordo con quanto riportato in questo articolo. Riporto però quanto letto venerdì su altro sito in cui si proponeva di chiudere tutti i mercati finanziari europei per un periodo di tempo così da non permettere la speculazione da parte di tutti quei banchieri e fondi che si stanno arricchendo speculando sul default dell’euro. Sicuramente la scelta avrebbe tanti risvolti negativi (se non facciamo le aste come rifinanziamo il nostro debito??) però sarebbe un segnale molto forte verso gli speculatori.
Maurizio Melandri
Non ho mai pensato che scenari di rottura dell’Euro siano campati per aria.
Nell’articolo però tenderei a dividere ciò che unito non può essere.
Il manufatturiero tedesco dal finanziario tedesco.
Il primo vive di esportazioni e trovo normale che, a fronte di una crisi di queste dimensioni, cerchi nuovi mercati. Il punto, casomai, sarebbe capire quanto i nuovi mercati possano rimpiazzare i vecchi in termini di consumi. Tempo fa ho letto che un economista tedesco parlava di valorizzare maggiormente il mercato interno. Infatti Cina e Russia li vedo come mercati asfittici (i ricchi molto ricchi ed i poveri molto poveri).
Per analizzare meglio il secondo mi mancano dettagli: quanti titoli del debito dei PIIGS hanno le banche tedesche? Se l’esposizione fosse alta le soluzioni di super marco o di Neuro e Seuro sarebbero per loro un vero disastro.
In soldoni, credo che la Merkel stia facendo determinati passi solo in vista delle elezioni, per poi, nel caso ce la facesse a rivincere (non lo credo veramente) tornare indietro.
franchino11
Esauriente articolo, forse migliore del precedente sul tema. A inizio di Novembre di quest’anno, in una conferenza tenutasi a Lucerna, l’ex Capo Economista e membro del direttivo BCE – Jurgen Stark – ha asserito che entro due anni il debito dell’Eurozona sarà sotto controllo. Ma poi più avanti ha ribadito che è del tutto inutile l’acquisto di bond degli stati sovrani da parte della BCE (e in questo non ha torto, in quanto sarebbero misure tampone inflazionistiche se non accompagnate da riforme che rilancino uno sviluppo sostenibile e duraturo e relativo abbattimento della spesa improduttiva, ma sono riforme-cantiere con un lasso temporale di almeno 10 anni e oggi invece siamo quasi nell’occhio del ciclone che è in arrivo); ha lasciato trapelare che la Grecia potrebbe uscire dall’Euro (e di conseguenza anche il Portogallo). Ma non è contraddittorio? Prima afferma che il debito potrà essere messo sotto controllo, però senza il “prestatore di ultima istanza” BCE, senza Eurobond e forse la Grecia lascerà (aprendo la diga dello sfacelo dell’Euro). Possibile che la Germania non abbia un piano B e che sia appunto quello di cui lei parla? Certo attualmente la Germania ha tutto da guadagnare dalla crisi devastante degli altri membri (è cinico dirlo ma è proprio quello che ne consegue); 1) innanzitutto finanzia il proprio debito a tassi così bassi mai visti in precedenza – 2) anche le aziende e le imprese riescono a finanziarsi a tassi irrisori (invece il mercato del credito del Club Med è prossimo a un devastante credit crunch se non interviene BCE o FMI – 3) i tedeschi hanno dei vantaggi indiretti con paesi terzisti come il nostro, in quanto la crisi riduce il potere contrattuale delle nostre maestranze (e quindi indirettamente i prodotti che esportiamo nella Grande Germania). La Germania comincerà a vederne i lati negativi da qui a un anno, quando le esportazioni nell’area UE cominceranno a calare drasticamente. Nel contempo potrebbero avvantaggiarsi delle esportazioni nell’Est e Nord Europa. Potrebbero anche risentire drasticamente di un ulteriore calo delle esportazioni nel caso di adozione di una moneta forte e di una parallela svalutazione delle nuove valute che si verranno a creare per i paesi deboli. Ma io credo che abbiano calcolato il “timing” tra i due processi (calo dell’export nell’area Club Med e parallela espansione a Nord ed Est. Staremo a vedere, comunque l’ipotesi di un nuovo Marco non è peregrina, non a caso il Gotha delle Banche mondiali sta studiando l’evenienza.
ugoagnoletto
chi specula nelle borse è come uno che stà tagliano le gambe della sedia su cui è seduto
andrea
non ho mai aprofondito le ragioni per cui Axel Weber abbia abbandonato la corsa alla bce.
Inoltre un asse tedesco russo,internazionalmente come verrebbe visto ?c’è il timore che il cremlino influenzi più del dovuto le politiche tedesche,e non il contrario?
Insomma quale sarebbe lo scenario più plausibile ed accetttabile per gli anglo americani ? e per la cina ?
forse è il caso di concentrarci su cosa vogliono gli altri piuttosto che su quello che accadrà all’europa,più che altro per capire cosa accadrà all’europa.
Angelo
fanta politica? mah…segnali di impazienza teutonica di rompere la gabbia EU e mettersi in proprio affiorano di quando in quando sempre + spesso. Leggo proprio ora sul Fatto online – Giannulli Aldo è un preveggente ? – questa notizia:
10.10 – Germania smentisce ipotesi “elite bond”. La Germania ”non sta lavorando” a una proposta per l’introduzione dei cosiddetti ‘elite bond’, ossia obbligazioni congiunte emesse dai Paesi europei che vantano un rating di ‘Tripla A’. Lo afferma il ministero delle Finanze tedesco in una nota – citata da Bloomberg – in cui si smentiscono come “assurde” le indiscrezioni pubblicate oggi dal giornale Die Welt. Secondo il quotidiano tedesco, Berlino starebbe studiando emissioni congiunte con Francia, Finlandia, Paesi Bassi, Lussemburgo e Austria”
Considerando che fra poco la Francia sara declassata e che i restanti tripla A hanno peso politico risibile, significherebbe che la Germania si sgancia dall’EURO e diventa polo attrattore dei piccoli virtuosi.
Francesco Acanfora
Mah, curiosando per la rete se ne raccolgono di sentimenti anti tedeschi. Per esempio, se andate a cercare su you tube mappe geografiche dell’Europa prossima futura, troverete le cose piu’ strampalate, sicuramente inviate da spostati e matti di vario genere, che pero’, stranamente, concordano TUTTE su due cose:
1) Francia, Italia, Spagna, e financo UK, sono accozzaglie di popoli diversi, tenuti insieme dai rispettivi stati nazionali, che sono sul punto di esplodere (sorpresa, lo stato meno stabile e’ ritenuto quello francese, non quello spagnolo o italiano);
2) la Germania non solo non esplode, ma anzi viene vista come una calamita, in grado di catturare praticamente subito tutto il reich, con Finlandia, Olanda , Danimarca e Slovenia in omaggio.
Sui due aspetti seguenti, non c’e’ invece unanimita’, ma sono indubbiamente molto piu’ mirati:
3) i piu’ cattivi dipingono l’asse russo-tedesco con l’Ucraina che va a confinare direttamente con la Germania, la Russia che ingloba stabilmente la Bielorussia e va a confinare direttamente con la Germania, e la Polonia viene risolta per sempre come problema inglobandola come stato indipendente, ma circondato territorialmente, dentro l’Ucraina, per proteggerla evidentemente in modo definitivo;
4) la chicca e’ sulla composizione etnica degli USA, sembra che, in un censimento a risposta libera (da quale parte del mondo pensate di discendere?), la maggioranza relativa degli americani pensi di discendere da famiglie tedesche; tanto che il gruppo etnico di maggioranza in tutti gli stati del centro-nord e in Florida sarebbe quello tedesco. Quindi, votano democratico gli inglesi, irlandesi, italiani del New England, i neri del sud, gli ispanici e i messicani, mentre i repubblicani sono tutti tedeschi. California e Texas hanno composizione etnica piu’ equilibrata, per cui si governa vincendo la’. Per quanto sia fanta-politica, questa piantina mi ha allarmato, e non poco. Domanda, come fanno i democratici a reggere i privilegi delle loro “aristocrazie operaie” e della middle class? Come fanno a ottenere il consenso dei crucchi anglicizzati a forza di TV e sogni americani? Storicamente, i democratici sono interventisti, non isolazionisti. Isolazionisti sono invece per lo piu’ i repubblicani.
Se queste fantasie avessero un fondo di verita’, forse si potrebbe scorgere nelle ipotesi proposte da Aldo piu’ un atteggiamento difensivo che offensivo. La Germania sarebbe in sostanza costretta a ridimensionare il suo progetto di fare politica globale nascondendosi dietro l’UE, per salvaguardare la sua sopravvivenza economica, abbandonando Italia e Francia alla calda accoglienza dell’alleanza atlantica, con una buona parola del governo di Sua Maesta’ Britannica. Il neo-marco, l’euro con l’inchiostro, non potrebbe avere le stesse ambizioni e lo stesso gradimento dell’ambizioso euro dei futuri invincibili Stati Uniti d’Europa. Resta, anche se alquanto ammaccato, solo il dollaro a fungere da equivalente globale.
giandavide
a parte che questo blog mi piace perchè non si fa fantascienza, sebbene si tratti di una prospettiva possibile, penso che sia anche dipendente dall’andamento dell’economia tedesca, e sono d’accordo sul fatto che sia un’ipotesi tardiva e mal gestita. non so quando siano le prossime aste di bund, ma, in questo scenario non mi sembra che ci siano le condizioni per acquisti di massa: bond che rendonono poco e comunque soggetti a moti inflattivi. se vogliono uscire è meglio che lo facciano presto anche per loro, o perlomeno che non facciano passare molto tempo tra dichiarazioni e dati di fatto, pena la fuga generalizzata di capitali.
riguardo ai mercati interni, i dubbi sui benfici della manovra rimangono, dato che i mercati russi e cinesi non possono garantire la crescita cinese e quella tedesca in uno scenario da crisi globale. o l’una o l’altra. piuttosto mi sembra più facile che la germania possa ritrovarsi in una condizione simile a quella del giappone di oggi (ah, i paesi che perdono guerre mondiali), ma non è detto che alla merkel gliene importi un fico secco dei cittadini tedeschi e che alla fine non decida di rovinarli più di quanto ha fatto in questi anni.
sono perfettamente d’accordo che il discorso identitario è il più debole come motivo di coesione. ma credo che le conseguenze geopolitiche potrebbero essere consistenti: la spartizione dell’europa tra usa e russia (senza avere nemmeno vinto una guerra mondiale) potrebbe creare i presupposti per una serie di conflittualità a livello europeo: come la prenderà l’opinone pubblica del resto d’europa se la germania porerà tutti al fallimento? io credo non troppo benino, forse fino al punto da causare rotture diplomatiche e di trattati. non mi spingo oltre perchè la fantascienza è alle porte, ma è probabile che gli infiniti contenziosi legali di cui parla aldo alla fine possano svolgersi in ben altro modo.
piuttosto, io avrei un altro dubbio: come si configurerebbe un intervento dell’FMI in questo scenario? è effettivamente ciò che sperano i tedeschi per commissariare il resto d’europa oppure velocizzerebbe lo sfaldamento dell’euro?
pierluigi tarantini
Illustrissimo Algido,
il Nostro, ancora una volta, è vittima dei suoi desideri.
Ha sempre avversato l’Euro per ragioni, magari anche comprensibili, ma di natura squisitamente politica.
Ha infatti sempre fieramente avversato, in nome della primazia della politica (fossanche quella, totalmente indecente, di B.), qualunque cosa sapesse di tecnocrazia.
E qual’è per Egli l’Olimpo dei tecnocrati?
Ovviamente la BCE con il suo figlioccio Euro che, per il Nostro, ha anche la colpa di sottrarre ai parlamenti nazionali la possibilità di risolvere i problemi attuali con la svalutazione.
Prescindendo dal fatto che oggi si fa quantitative easing che suona meglio e che, avendo valute di riferimento mondiale, è anche più conveniente, il Nostro, non vede, non volendo vedere, che ruolo in questa crisi abbiano avuto altri organismi democraticamente eletti quali le agenzie di rating o le banche d’affari ai cui report il Nostro arriva ad affidarsi per confortare le proprie tesi.
Nè sembra considerare la singolare convergenza di interessi tra gli States, interessati a resuscitare il dollaro, e frau Merkel, che questa crisi ha incoronato monarca assoluta di Eurolandia.
Il desiderio del Nostro si manifesta, perciò, in disquisizioni sugli scenari del neuro, che a chiamarlo così sembra pure poco serio, che malcelano il desiderio di vedere la fine della moneta tecnocratica ed il ritorno ad una bella valuta nazionale, magari accompagnata da una legge elettorale proporzionale.
Sarà nostalgia o che il Nostro legge troppo Repubblica ?(Berlino.. C’è un piano operativo per la nuova moneta: banche chiuse e frontiere controllate – 28.11.11).
Confidando in un Suo provvidenziale intervento, come sempre devoto.
aldogiannuli
Caro Pierluigi, Algido è impegnato in cucina per cui rispondo io per lui.
Ti ringrazio per aver ricorsato la mia antica avversione all’Euro come operazione sbagliata politicamente ed anche economicamente (sto cercando un articolo che scrissi su Liberazione nel 1995-96 in proposito perchè vorrei ripubblicarlo). Ora pare che i fatti stiano confermando proprio quelle ipotesi. Unica rettifica: pensando a cosa ci aspetta se l’Euro salta, ti assicuro che non è affatto una cosa che auspico, per cui non confondo i desideri con la realtà
aldogiannuli
giovanni
“gli investimenti manifatturieri tedeschi in Russia sono cresciuti del 132%. in Cina del 51,2% (sono cresciuti anche verso la Polonia, Giappone e Brasile), mentre sono diminuiti del 33,4% verso la Gran Bretagna, del 17,6% verso l’Italia, 10,6% Francia e 10,2% Spagna (ma sono diminuiti del 15,3% anche verso gli Usa ”
spostare le fabbriche non vuol dire necessariamente spostare i clienti, anche perchè una macchina tedesca è fuori dalla portata per l’operaio medio dei paesi in cui si impiantano le nuove fabbriche.
“3- I tedeschi non amano l’Euro che ritengono un peso”
i tedeschi possono pensare quello che vogliono, ci sono biblioteche intere di studi che dimostrano che l’euro è stato il grimaldello con cui si è verificata un’enorme spostamento di ricchezza dal sud della UE verso la Germania, quindi che senza euro starebbero meglio è una loro pia illusione.
CHe poi l’euro possa finire comunque, rimane probabile, ma se la Germania vuole la rottura per andare dietro al razzismo molto malcelato dei suoi cittadini, ne pagherà le conseguenze con gli interessi, quando il “neuro” o il marco saranno così forti da far collassare le esportazioni per anni.
Caos
neuro è proprio brutto come nome… il seuro lo chiamerei sesterzio anche se l’Italia tornerà al fiorino
franz
-Die Grosse Deutschland-
Ebbene ci credo.
Geopolitica:crisi di accumulazione risolta sul campo da bocce iraniano:alla
Russia ed alla Cina servirà Hi Tech.Nato=USA,dentro;Russia,fuori;Germania,
sotto.Non mai gli piacque.Chirac li ha fregati sul tema cruciale della condivisione dell’ombrello.I Russi hanno l’ombrellone,un pò delabrè,di cui
al punto 2.
Mercato:Una Russia ed una Cina Bisognose di Siemens,che devono importare intere linee industriali,piene di soldi e risorse,non parlando dei milionari
e dei satelliti(Kazakhstan,per dirne uno,petrolio e gas),il tutto mentre il
dollaro va a marengo.Marco+atomica=golden standard.
Lo scenario e la psicologia elettorale ci sono.
La tenuta dell’Euro è determinata dalla tenuta degli States,tenuti dalla Cina:fine del monopolarismo?Lotta Comunista lo dice dal primo numero…
Delirio?Sono le 4 e 40.Può darsi.
Un bel nome per il Seuro:SCIROCCO(E’ sempre un vento).Ne avrei uno più
bello ma è il mio nickname artistico .it e non lo vendo.Chi indovina riceve
un regalo per natale.
Saluti comunisti.
Caos
La germania ha un’economia con importanti costi fissi e quindi se cade l’europa deve esportare di più nei paesi non europei ma comunque ne risentirà molto. Qui è ognuno per sé e si salvi chi può visto che caduta l’europa cadranno molte banche nel mondo e ogni paese dovrà combattere una guerra contro i propri indignati. Gli USA invece di aiutare i PIIGS dovrebbero pensare a sé e non sperare nei miracoli che non arrivano mica con il telecomando.
franchino11
Ottimi commenti, solo una cosa poco condivido. Il problema non è essere pro – o contro – la Germania. La Germania fa della propria “Realpolitik” un’arte. L’Unione Europea non esiste e non è mai esistita: non esiste etnicamente, storicamente, fiscalmente ed economicamente. Esiste una moneta unica (in realtà una moneta di parità fissa rispetto alle precedenti), pertanto a ben vedere non esiste neppure una moneta unica nel senso tecnico della stessa. Esiste un parlamento eletto ma che non legifera. Esiste una Commissione non eletta ma che legifera ed è Esecutiva. Esistono frotte di lobbysti che stazionano nei corridoi delle commissioni in parlamento europeo. Non si vedono i popoli. In questo confuso e a-democratico 8(o anti-democratico?) contesto ogni Stato, pur avendo rinunciato a buona parte delle proprie sovranità (oggi gli Stati sono contenitori vuoti, ridotti a redigere finanziarie e convertire in legge tutto ciò che arriva da una Commissione non eletta) cerca di trarne un proprio beneficio. In questo vuoto, gli Stati con economia più forte e bilanci a posto dettano legge. E’ la legge del Far-West Europa e la Germania sfrutta cinicamente il proprio vantaggio. Dico “cinicamente” ma non vuole avere valenza negativa, ribadisco è solo una questione di “RealPolitik”. La Germania ha capito la debolezza dei partners e la sfrutta. Atteggiamento sprezzante? Atteggiamento Anti-Europeo? Mah, io personalmente non sono mai stato un europeista, per me l’Europa è stata architettata per svuotare definitivamente le prerogative degli stati sovrani, la retorica europeista non mi ha mai sedotto, anzi.
rosario
Io penso che se si verificasse l’ipotesi infausta dell’uscita dall’Euro, almeno si dovrebbe tornare al vecchio ECU o “serpente monetario” con un rafforzamento della BCE stavolta con funzioni di cassa nella quale far forzatamente confluire parte di risorse da reperire possibilmente da tassazione di transazioni finanziarie e l’obbligo di deposito di moneta da parte degli stati europei in percentuale da definire. Avremmo così un fondo europeo simile all’FMI però non governato dai paesi anglosassoni.La gestione del ritorno alle monete nazionali non dovrà essere fatta come quella, sciagurata, del passaggio all’EURO . E così, accontentata la Germania, la Finlandia, la Norvegia dal punto di vista monetario, voglio vedere se dal punto di vista industriale saranno così felici di competere con i paesi mediterranei.
pierluigi tarantini
Illustrissimo,
le Sue parole mi lasciano costernato.
Certo, dovevamo aspettarcelo…
La tempra del Nostro, pur forte, non poteva reggere alla prova estrema della frequentazione dei dibattiti con Ferrero, Migliore e Bertinotti su come uscire dalla crisi.
E quindi il Nostro, come i “vecchi entusiasti dell’euro” citati, ha subito la fascinazione del peana jettatorio da alcuni mesi intonato oltre Atlantico.
Cert, qualche preoccupazione l’essere tetragoni dei tedeschi la infligge anche a me, ma non riesco a rassegnarmi pensando a quante volte glielo avevo detto che degli economisti che parlano di finanza non
c’è da fidarsi.
Eppure la domanda dovrebbe sorgere spontanea: ma chi glielo fa fare di occuparsi di economia se capiscono di finanza?
Ma Lui niente
pierluigi tarantini
Ps. La commozione mi ha impedito di terminare il post che precede significando la devozione che Le è dovuta.
franchino11
Ma gli Economisti non sono altro che i portavoce dell’Oligarchia che ha voluto la cosiddetta integrazione Europea. Non hanno pensieri propri, un proprio credo e criterio di giudizio. Sono i portavoce dei poteri finanziari (Oligarchia Internazionalista) che ha spinto per l’Unione Europea. E’ un progetto strategico che portavano avanti da tempo, gli economisti fanno solo da grancassa alle loro idee. Ovviamente la Democrazia non è contemplata dagli Oligarchi (forse solamente quella formale della elezione di una Casta Europea di politicanti che non hanno neppure la facoltà di legiferare, ma “proporre leggi”).I popoli, (il gregge) deve solo obbedire, frastornato dall’infotainment e dal giornalismo di regime. La questione che si proporrà a breve è la seguente: il progetto di cui sopra è fallito, l’Euro si disintegrerà in decine di altre monete o avremo un Euro di seria A e uno di serie B? L’Unione Europea nel progetto dell’Elite è in via di esaurimento, pertanto? Oppure, in un’altra chiave di lettura, saranno revisionati i Trattati, messi nuovi vincoli agli Stati aderenti (ovvero ulteriore Centralizzazione con le deleghe alla Commissione delle politiche fiscali e svuotamento totale pertanto delle prerogative degli Stati Sovrani)? Ovvero, Problema (Crisi dell’Euro) – Reazione (Panico sui mercati, crisi economica profonda) – Soluzione (ulteriore centralizzazione delle politiche economiche, finanziari e fiscali in capo alla Commissione)? Ovvero, il progetto invece avanza e la crisi ne è stata la catapulta?
pierluigi tarantini
Rispondo, in estrema sintesi,a franchino 11:
l’Unione come è stata sinora, che “kantianamente innamorata delle regole ha provato a darsi una costituzione di 884 pagine … senza riuscire ad approvarla >>, necessita evidentente riforme.
Ci penserà frau Merkel.
L’Euro, previa centralizzazione dell’approvazione preventiva dei bilanci nazionali e di quant’altro la Germania riterrà opportuno a livello di modifica dei trattati, resterà in piedi.
La BCE, che remunera i depositi presso di essa alla 0,50%, distribuirà l’oltre 7% pagato da italiani e spagnoli sui titoli di stato in suo possesso (attualmente il 6/7 % del totale) in tutta Europa.
Gli italiani, spero, impareranno che preferire, per il tramite dell’astensione o della dispersione del voto, il lusso di governi Berlusconi per il quale l’evasione fiscale è quasi un diritto, è un lusso che costa caro.
La Germania lascerà l’Euro??? « SPACEPRESS
[…] una recente analisi, Lei parlava di una possibile uscita della Germania dall’euro. […]
marcolfo
certo siamo in uno di quei momenti storici in cui tutto puo’ succedere. Ma credo anchio come pierluigi che l’ipotesi sopra proposta da aldo e’ ardua. Le alleanze geopolitiche non si costruiscono in pochi mesi, sull’onda degli eventi del momento. La costruzione dell’ue e’ durata 50 anni, saltare di palla n frasca tra le braccia dei russi mi pare poco fattibile sul breve periodo. Eppoi ci sono una quantita’ infinita di rapporti tra germania e francia, italia ecc… una complessita’ di intrecci e interconnessioni che difficilmente si potrebbero districare cosi’ con un’alzata di spalle. Io credo che la germania stia invece approfittandone soffiando sul fuoco per poter portare a casa il direttorio dell’ue. Credo che sì, cambiera’ enormemente l’europa e sara’ meno democratica e piu’ accentrata a berlino. Intanto sarebbe l’ora di comnciare a creare un movimento europeo e non sempre andare a ranghi sparsi contro la tecnocrazia europea
rosario
Secondo me la Germania non va nè ad est nè a ovest: resta al centro, cioè ripiegata sul proprio ombelico e pensando di riesumare un antico revanscismo e antiche evocazioni di nazione guida dell’europa, magari con sfondo tragico wagneriano e cavalcate delle valchirie varie. Scherzi a parte, penso davvero che la germania dovrà essere ancorata ad un più ragionevole compromesso con le varie istanze europee, altrettanto dignitose e meritevoli, in base alla loro storia nazionale, invece di cercare di imporre un modello culturale ed economico pangermanico.
Robert
@Algido
qui sui costi del default:
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001696.html
comunque con gente competente che faccia partire una moneta sovrana come ai tempi della lira con capacita’ di fare inflazione e stampare moneta il debito lo possiamo riassorbire non dico agevolmente ma senza portare allo sfacelo il paese (senza disastri all’argentina insomma, anzi sono proprio monti e gli fmi/GS boys che eventualmente stanno provando a farci diventare la nuova argentina)
a nostro avviso prima implode l’euro meglio sara’ per l’italia , stante la posizione tedesca, e si sara’ proprio a causa della loro
posizione ottusa e stolida
ps:ho letto un paio dei suoi libri , molto ben scritti
Robert
messaggio per un miglioramente tecnico dell’interfaccia del blog:sarebbe utile poter commentare sotto il messaggio a cui si vuole fare riferimento (con un menu’ a tendina )
Alessandro Grossato
Ottimo articolo. Condivido in pieno.
makno
gentile prof.giannulli e gentili utenti del blog, vorrei sottoporre alcune mie considerazioni sul tema trattato dall’autore nelle ultime settimane. vivendo nell’estremo nord est, e conoscendo di persona il contesto tedesco e mitteleurope in genere, tendo a non escludere un comportamento della germania che segua le tesi qui prospettate. in primo luogo i tedeschi sono portati a reagire in maniera rigida ai cambiamenti repentini, non sono storicamente, culturalmente, e psicologicamente portati a gestire situazioni eccezionali e “fuori dagli schemi”, con capacità innovative e flessibili. in secondo luogo i politici attualmente al potere a berlino sono piuttosto mediocri sia sul piano umano che professionale, la sig.ra merkel ed il suo vicepremier wesserle presentano una vera e propria incapacità a leggere gli eventi, il ministro delle finanze, vera guida della compagine governativa, risulta ostaggio dei falchi della bunde bank. i piani per sganciarsi dai paesi del sud europa ci sono e sono piuttosto radicali, il fatto è che la classe politica tedesca non è in grado di attuarla, e neache il coraggio di andare sino in fondo. infatti si non potrebbe escludere addirittura uno sviluppo bellico della situazione rispetto alla quale la germania non sarebbe in grado di reagire. affondare 170 milioni di europei nella miseria non sarebbe indolore e potrebbe determinare effetti collaterali che potrebbero dirigersi verso la stessa germania, che sarebbe del tutto impreparata e reagire.
Robert
Quanto all’operato del governo monti : i sacrifici , i taglio , le privatizzazioni forzate e prezzi di svendita
notate cosa dice otte(nell’articolo sopracitato) un tedesco:sono inutili e dannose.
Questo è un governo di traditori(dei cittadini e dello stato) , il peggiore della storia repubblicana , l’unica cosa buona se la faranno sara’ un operazione di buyback del debito italiano (ipotizzabile visto l’accenno a pagare i creditori dello stato in btp)gia’ -si dice-programmata da tremonti.
Robert
pardon per i refusi ho scritto con fretta e furore
Robert
http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=2911503475816361
dececco 13maggio 2011
Altrimenti?
“Altrimenti l’alternativa è piuttosto sgradevole da considerare. Quando è venuto fuori l’euro, un vecchio professore americano molto illustre, ha scritto che, senza certe condizioni, questa moneta unica è capace di dividere l’Europa e probabilmente metterla un’altra volta in guerra. Non è tutto uno scherzo e, visto quello che sta succedendo, comincio a pensare che quel signore non avesse completamente torto sulle possibilità distruttive di uno strumento simile, non integrato opportunamente in tutto un suo contesto di politica”.
(decco è un amante dell’euro)
vi faccio notare che il ministro della difesa scelto da questo governo è un generale(!!!) di collegamento nato (!) e che
il primo ministro ha tenuto le deleghe per i servizi segreti (che dovenano andare a catricala’) di sicuro non stanno cosi’ tranquilli non vi sembra? peccato che i generali italiani non leggano ambrose evans o krugman in inglese…magari qualcuno che li legge c’è…