La lezione dei forconi
Non era un’ardua previsione quella del rapido sgonfiarsi del movimento dei forconi man mano che ci si approssimava al Natale, ma nel flop della “marcia su Roma” di qualche giorno fa, non c’è solo l’avvicinarsi delle feste: ci sono i numeri già inizialmente non grandissimi, la spaccatura fra i leaders del movimento, il problema delle infiltrazioni fasciste, le campagne ostili dei giornali. Il che mi conferma una serie di idee su questo movimento (“non di massa” avevo detto) che era spontaneo, ma fragile e terreno facile di infiltrazione per il suo carattere poco strutturato, eterogeneo, improvvisato. E, infatti, la presenza dei gruppi di destra ha subito agito da detonatore, spaccando la leadership del movimento ed allontanando gran parte di quanti avevano partecipato alle prime manifestazioni.
Il che conferma che l’Italia non è un paese dell’Europa orientale come la Grecia, l’Ucraina o l’Ungheria, dove i movimenti fascisti possono pensare ad un’espansione potenzialmente maggioritaria, in Italia ed in Europa Occidentale, il fascismo è merce scaduta da tempo che non ha più corso sul mercato. Pensate poi se può avere successo una cosa che viene proposta come “seconda marcia su Roma”. Chi ha pensato questo slogan è un vero genio della comunicazione!
Bastava leggere o ascoltare le interviste per capire che il vero motore era la rabbia sociale della ex segretaria di redazione finita a fare la badante e poi licenziata, perché il vecchio che assisteva non ha più i soldi per pagarla, il commerciante mandato in malora dai tassi bancari da usura e dalla bestiale pressione fiscale di Monti e di Letta, il piccolo imprenditore spazzato via dalla contrazione dei consumi, ecc. E non si può ridurre tutto questo solo ad “un’accozzaglia di fasci, delinquenti ed elementi folkloristici comprati a fine mercato”, come un mio assiduo lettore e vecchio amico ha scritto.
Certamente c’era anche tutto questo: fascisti, delinquenti, ultras da stadio, arruffapopolo ed aspiranti Masaniello; non discuto, ma non erano solo questo e, peraltro, i movimenti di rivolta sono onde che sollevano sempre molto fango dal fondo del mare: perché, secondo voi, quelli che dettero l’assalto alla Bastiglia erano tutti raffinati illuministi e cavalieri dell’ideale?
Questo era un movimento particolarmente limaccioso, nessuno lo nega, ma poi bisognerebbe disaggregare l’analisi città per città ed anche manifestazione per manifestazione: un conto sono state le prime manifestazioni ed un conto le successive.
Fallita la grottesca manifestazione romana, in molti hanno tirato un respiro di sollievo per lo scampato pericolo: si è trattato solo di una breve parentesi e di qualche migliaio di desperados. Ed hanno torto, perché il problema è destinato a riproporsi e neanche fra molto. Mi si è fatto presente che questo non è stato il primo movimento contro la crisi in Italia e probabilmente il riferimento era al movimento dell’Onda, alle manifestazioni del 10 dicembre 2010 o 15 ottobre 2011 ecc. A mio avviso si è trattato di cose un po’ diverse che solo parzialmente coincidono con la protesta contro la crisi.
In ogni caso, la novità dei forconi è un’altra: per la prima volta sono scesi in piazza (ed in modo decisamente turbolento) pezzi di lavoro autonomo, il ceto medio rancoroso come qualcuno l’ha definito. E questa area di disagio è destinata a crescere perché con la politica economica di questo governo non ci vuole niente a prevedere nuove chiusure di aziende, nuovi fallimenti, nuovi disoccupati ecc: tutto questo è un dato non eliminabile o aggirabile. Dunque, queste tensioni dovranno trovare uno sbocco. Non è detto che la forma che esso assumerà sia necessariamente il ritorno di nuove manifestazioni di piazza altrettanto turbolente. Ma posso profilarsi alche altre forme di protesta come lo sciopero fiscale: se qualche centinaio di migliaia di persone, a seguito di una campagna ben orchestrata, decidessero di non pagare una tassa (poniamo l’Imu o qualcosa del genere) quale potrebbe essere la risposta repressiva dello Stato di fronte ad un fenomeno di questa ampiezza?
Oppure, forme di boicottaggio, di sciopero ad oltranza nella distribuzione (meno probabile nell’autotrasporto, dato che la categoria ha già spuntato ricche concessioni), ecc. E su tutto grava l’appuntamento delle europee, dove facilmente ci troveremo di fronte a nuove formazioni di protesta.
Attenti a non lasciare solo alla destra il terreno della rivolta contro l’Euro: potrebbe costare molto caro. Ma del problema dell’Euro e della sua possibile fine parleremo nel prossimo pezzo. Anche per dissipare qualche equivoco che mi pare possa nascere.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, casa pound, destra, euro, europe, fascisti, flop dei forconi, forconi, forza nuova, lezione dei forconi, sinistra

giandavide
il terreno di scontro sull’euro è politicamente irrilevante. buttando l’azione politica su questo piano il discorso tende naturalmente ad assumere posizioni apologetiche nei confronti della classe dirigente italiana e in generale del “sistema italia”, che in questa ridicola polarizzazione diventerebbe un coacervo di virtù, contrapposto alla malvagità degli eterodiretti eccetera. un effetto collaterale di questa polarizzazione è anche quello di favorire la frammentazione politica e lo stallo parlamentare, seguendo la via maestra indicata da grillo: proporre solo cose irrealizzabili*, e battersene ampiamente il cazzo delle cose realizzabili. e in effetti è proprio questa mancanza di concretezza che mi preoccupa, sebbene forse dovrebbe anche rassicurarmi: il vero punto debole dei forconi e dei movimenti noeuro è che sono confusi e astratti, reggendosi più sul non detto che su una narrazione credibile. e questo va bene per aggregare gente, che casomai si ritrova in piazza senza averci capito tantissimo,ma quando si tratta di passare alla pars costruens, diventa molto più complesso uscire fuori dagli slogan e mettere d’accordo una realtà molecolarizzata come quella italiana, in cui vi sono grossissime frammentazioni di ordine valoriale. in questo momento storico poi abcora peggio: si va in cerca sempre e comunque delcosiddetto “nuovo”, buttandosi a capofitto sul primo renzi o sul primo forcone che capita, per non parlare di quel grillo che doveva salvare la patria. poi di solito passa un pò di tempo e la passione si affievolisce, e l’italiano cerca qualcosa di più nuovo. io trovo un pò vano stare dietro a sto teatrino, preferirei pensare a costruire qualcosa di più duraturo, e qualcosa di duraturo non lo si costruisce certo mettendosi dalla parte delle accise al trasporto gommato in italia, come se la fiat fosse ancora italiana….
* o che non sono prerogativa del corpo legislativo di cui fanno parte, come quando hanno proposto la glass steagall act, appannaggio del parlamento statunitense (che l’ha peraltro riportata in vita sottoforma della volker rule), non certo di quello italiano.
giandavide
p.s. riguardo all’irrilevanza di un tasso fisso o mobile in confronto alla profonda rilevanza di un controllo statale da parte della banca centrale finalizzato alla riduzione di spesa pubblica attraverso la riduzione degli interessi da debito consiglio qua.
http://keynesblog.com/2013/12/17/perche-serve-una-banca-centrale-soggetta-al-governo/
DINO
la mia stima è sicuramente maggiore dei miei commenti. Vorrei porre all’attenzione un’altra cosa: a me è sembrato che oltre alle infiltrazioni, ci fosse anche un cordone di sicurezza di estrema destra8o se preferiamo fascista).
Quel circolo fra informazione, vignettismo e discussioni da bar, che tendeva a dare del fascista a chiunque pensava di poter esprimere solidarietà a quei ceti autonomi rimasti senza reddito. “livorosa classe media”. A me uno di questi livorosi ha pagato lo stipendio per sette anni.
Maurizio Barozzi
Gentile professore la sua analisi non fa una grinza, le cose stanno proprio così. Mi duole solo che lei usi l’appellativo di “fascisti” per indicare le destre e annessi che sono dietro questo genere di cose. Abbiamo convinzioni ideologiche diverse e del resto l’immaginario collettivo indica il fascismo per quello che è stato il “neofascismo” del dopoguerra, un area di reazione e conservazione, attestata su posizioni filo atlantiche. Ma il fascismo, in particolare quello repubblicano, è stato fautore di ardite e spinte leggi sociali e la sua prassi prevedeva la gelosa difesa dell’indipendenza nazionale, non la subalternità ai colonizzatori.
Non pretendo però che lei convenga su questa mia interpretazione e del resto il ciclo storico del fascismo si è concluso e quindi non ci rimane che questa brutta e ributtante copia chiamata impropriamente “neofascismo” di cui lei, oltretutto esperto dell’argomento, avrebbe potuto illustrarci di come sia facilmente controllata e strumentalizzata dai Servizi.
Piuttosto sarebbe stato opportuno che lei avesse analizzato e detto qualcosa sul fatto che il mondo del lavoro, diciamo i proletari, sono rimasti assenti dalla protesta. Eppure i lavoratori hanno perso tutte le loro conquiste sociali dei decenni passati, un ultima limatina avverrà a breve con la cancellazione dell’art. 18, e di fatto oramai andranno in pensione, con risibile rendita, in età avanzata, senza neppure più avere una adeguata copertura sanitaria, mentre i disoccupati sono costretti a farsi largo tra offerte di lavoro, quando ci sono, che ci riportano al “cottimo” di fine ottocento.
gianfranco d'atri
Inetervengo brevemente per segnalare che:
Ieri giovedi era prevista l approvazione al senato ( poi rinviata a gennaio, anche grazie all opposizione solitaria dei 5stelle ) di un decreto stravolgente e che in prospettiva elimina persino il dibattito ” euro si euro no” .
E’ prevista la cessione sostanziale della proprietá di banca dd Italia a soggetti privati e esteri ( finora era formale, e la legge del 2005 ne prevedeva cmq il passaggio in ambito pubblico), con un beneficio di diversi miliardi ( da 5 a 50 mld, a seconda di successive opzioni) per Intesa e Unicredit mps unipol etc..
Non si è assistito ad un dibattito nazionale, anche perchè l attenzione era catturata dai Forconi. Gli interessi enormi su questo passaggio di sovranità ( e facile pensare ad un nuovo nome: Banca di Germania) possono essere stati capaci di fomentare il fenomeno ad usum regni ?
Essendo previsto per ieri la covversione in legge ( con fiducia), non era necessaria la rivolta in piazza.
X fortuna oggi non servono stragi, ma le strategie operano.
controprova: riprenderanno i forconi e simili dopo le feste?
leopoldo
è da capire:
quanto il voto a renzi come segretario sia una protesta al attuale governo?
come mai i partiti di sinistra extra-parlamentari non questionino il ‘fiscal compat’ e €uro e come mai non trovino rapressentanza con gente che un lavoro lo aveva?
chi è garante del credito, oggi, nel modello capitalista?
Perché gli economisti anti-€uro non riescono a fare una sintesi degli argomenti e non vi sono politici che si fanno portano le loro istanze?
i forconi mostrano solo la debolezza della rabbia, se lasciata a se stessa, porta al suicidio. Potrebbe essere incanalata dalla lega o m5s, ma si sono dimostrati ineficaci.
SantiNumi
Ho notato che qualche “vecchio conoscente” di questo blog ha cominciato a parlare di “divorzio” tra Tesoro e Banca d’Italia… direi che è un’ininzio («ma io l’ho sempre detto, io! Dall’81!» come sarà sempre stato contro l’€uro a fine partita…). In tal frangente meglio tardi che mai viste le OSSERVAZIONI SACROSANTE dell’ottimo @gianfranco d’atri.
Ceduta definitivamente ai privati BdI possiamo anche piantarla di chiamarci italiani e parlare “toscano”…
Professore, sono veramente felice di questa sua sempre più CHIARA “presa di posizione” visto il “conflitto relazionale” in cui obiettivamente si esprime.
Sicuramente ne sarà al corrente ma, il solito intellettuale di Sinistra caro ai keynesiani, ha fatto sapere che da RC si è levata qualche voce ONESTA e di Sinistra: Mimmo Porcaro e Ugo Boghetta.
Visto che abbiamo la fortuna di capire la materia (in giusta proporzione alle competenze…) siamo consapevoli che nessuna forma di destra è in grado di opporre sostanziale resistenza al fascismo ordoliberista. Sicuramente per “cultura di militanza” ma soprattutto per ideali: senza una Sinistra radicale capace di raccogliere in forze anche il piccolo (debole!!) capitale produttivo è impossibile pensare di ritornare un minimo al dettato costituzionale. Finché non si riconosce che sono gli “obsoleti” (?) Stati Nazionali Sovrani(e magari i campanili?) che tutelano i piccoli e i deboli e quindi la Costituzione, rimaniamo ostaggio dell’avidità sociopatica di quest’ideologia fanatica ed ignorante, frutto di generazioni di “individualismo sfrenato”.
Si confida molto in zio Putin e nel suo controllo sull'”Heartland” per arginare sti vecchi idioti che è dagli anni ’70 che hanno il controllo totale dei business della NATO. Meglio due cattivi che litigano che un cretino solo con i deliri napoleonici…
Ma anche NOI, come già nel passato, dobiamo fare la nostra parte.
La “Grande Società”, aggiornata ad Orwell, si sta sviluppando da decenni nella sofferenza dei deboli grazie al controllo totale della comunicazione e della cultura occidentale.
Solo la Cultura può arginare tanta sociopatica idiozia mondial/global/internazionalista.
E i capi della Resistenza, come in tutte le VERE rivoluzioni, sono gli INTELLETTUALI LIBERI.
p.s. non mi è sfuggito l’accenno all’incontro con Basso… a tempo debito 🙂
SantiNumi
@giandavide
Piantala di fare DISINFORMAZIONE: il “Divorzio”, iniziato nell’81 e terminato negli anni ’90 fino ad arrivare a quello “assoluto” della BCE, è stato fatto e AGITO/ATTIVATO PROPRIO a causa dei tassi fissi. E’ la concertazione di questi due fattori a imbrigliare il keynesismo, la sovranità e i SINDACATI. Perché pensi sia saltata la “Scala mobile”?
Infatti l’esplosione del debito pubblico non è imputabile alla semplice mancanza di controllo della BC da parte delle autorità democratiche ma, SOPRATTUTTO, al regime di CAMBI FISSI. Infatti la maggior parte delle BC del mondo occidentale è “divorziata” ma solo alcune hanno visto esplodere gli interessi sul debito pubblico. Ti pare che la britannica BoE si comporti come la BdI post divorzio o la BCE?
A parte la BC canadese, quella norvegese e pochi altri esempi, SONO TUTTE DIVORZIATE e dipendenti degli oligarchi. Questa è macroeconomia del I anno!
Infatti la “congiura” golpista di Andreatta è avvenuta nell’81, due anni dopo l’entrata nello SME. Sveglia! Ma ancora non hai capito chi influenza gli Iodice o i Brancaccio?
http://gondrano.blogspot.com/2013/01/il-divorzio-tra-il-tesoro-e-la-banca_1.html
Almeno che…
http://www.youtube.com/watch?v=FbXpBPK8IHQ
SantiNumi
p.s.
il “glass steagall act” è paritetico alle leggi bancarie ITALIANE del ’36. (L’influenza determinante degli USA non giustifica politicamente ed eticamente la bocciatura del disegno di legge pentastellato).
Accetta l’evidenza: SEL, come il PD, è trainato da una motrice NEOLIBERISTA. Ha collaborato e collabora attivamente con l’attuale oppressore fascista.
(Mentre il M5S con neomalthusianesimo, la decrescita lotouchiana, l’attacco alle “Istituzioni Corrotte” e, soprattutto, con il REDDITO DI CITTADINANZA ORDOLIBERISTA, fa da controaltare…).
Gabriele
A livello internazionale, il nodo di fondo sta nel rapporto tra noi e la Germania. Noi, la Francia e la Polonia (per citare i Paesi più importanti a livello continentale) accettiamo di essere guidati dalla leadership tedesca? E se la risposta fosse negativa, cosa si potrebbe fare? Tornare indietro? Impossibile. Velocizzare il cambiamento della governance (visto che Merkel ha detto che vuole cambiare i Trattati)? La vedo difficile la cosa. Secondo me è più probabile che l’Italia continuerà nella sua azione di resistenza/contenimento della Germania, la Francia deciderà di volta in volta se schierarsi con Roma o Berlino e la Polonia starà fuori dall’euro ancora per un pò di tempo.
giandavide
@ santinum. innanzitutto è completamente inutile che tu mi risponda: per me non esisti nemmeno come persona, sei solo un propoagandino di casapound, e dato che scrivi come un maleducato, è molto facile che la nostra discussione degeneri facilmente. solo che la differenza tra noi è che io non ho un lavoro ( o vocazione di vita dovuta ad a abbondanti frustrazioni, indifferente) che comporta il rompere le palle agli altri, e non ho alcun interesse a perdere tempo con te, preferirei parlare con un tostpane.
ma visto che mi devo sentire chiamato in causa vabbè. iniziamo dal p.s. paritettico de che? a meno di non credere che il peso internazionale dell’italia sia pari se non superiore a quello degli usa, un glass steagall act italiana non toccherebbe i poteri di jpmorgan e goldman sachs. oppure si tratta di multinazionali con sede a cinisiello balsamo? di che stiamo parlando? per me sarebbe già tanto se si riuscisse a far si che le banche italiane non regalino soldi ai ligrsti, ma purtroppo quello non è un vostro problema dato che ritenete ligresti e il livello corruttivo che sta dietro alla sua carriera imprenditoriale una cosa normale, sebbene abbia favorito il credit crunch italiano ben più di draghi o di babbo natale.
per il resto la separazione tra banca d’italia e ministero del tesoro è stata fatta per abbattere i salari e la scala mobile, che infatti solo 3 anni dopo la separazione è stata indebolita: i tassi fissi li puoi raggiungere anche più facilmente se sei in grado di controllare chi compra il tuo debito pubblico. per il resto nella storia ci sono anche molti esempi di paesi a cambio fisso che sono riusciti a ridurre i loro interessi sul debito anche quando erano superiori al 170%,come nel caso dell’inghilterra postbellica, e quindi nemmeno questo aspetto è dirimente. posso capire che nei casi di economie sane e a basso tasso di corruzione ci possa essere crescita anche con una banca centrale divorziata, ma nel nostro caso, con una classe dirigente che tende per vocazione a ridurre i salari, è abbastanza difficile produrre risultati positivi.
e notate che parlo di classe dirigente, non di classe politica. io infatti, a differenza vostra, ho una stima scarsissima dell’intellighenzia aziendale e finanziaria italiana. tendenzialmente sono contro il capitale estero, ma mi rendo conto che in italia quando si parla di dinastie economiche come quelle citate non si parla di finanza ma di vassallaggio. e credo che sia meglio spodestare questi valvassori piuttosto che dargli un assegno in bianco facendogli gestire l’uscita dall’euro. per questo trovo irrilevante questa visione politica: mette in secondo piano tutto il resto, dalla proprietà della banca d’italia, alla lotta per una maggiore uguaglianza, sia nei salari che per quanto riguarda la corruzione, diventa tutto appiattito in uno schema in cui i cattivi stanno tutti all’estero, e si riducono sempre alla solita finanza ebraica (con la collaborazione degli zinghiri), e i “buoni” stanno in italia, e tra i buoni ci si mette anche il povero “parvenu” berlusconi, perseguitato dalle toghe rosse che volevano la riduzione salariale tramite euro. il fatto è che come narrazione, a meno di non essere protoberlusconiani, non ha semplicemente senso.
giandavide
volevo dire paraberlusconiani, lapsus
Vincenzo Cucinotta
Il punto non mi pare consista se sia preferibile il capitalista italiano o quello estero.
Il punto sta invece nel fatto che i vincoli esteri impediscono a qualsivoglia governo, fosse anche un governo ideale, di condurre una reale politica economica, cioè una politica economica che sia fatta di scelte e non di aggiustamenti di dettaglio a meccanismi automatici o comunque compiuti da soggetti estranei, in tal modo vanificando la stessa sovranità della nostra nazione.
E’ evidente che uscire dall’euro non basta, e per questo continuo a sgolarmi isolato per la coagulazione di un fronte antiglobalizzazione, non solo quindi schierato contro i ragionieri di Bruxelles schiavi del mercato guidato da poche multinazionali, non solo contro la Grosse koalition tedesca, ma anche contro il sistema bancario globale ed i suoi paladini che includono figure chiave quali lo stesso Obama, come del resto governi di altri paesi che certo non praticano la stessa politica economica della Germania, ma ciononostante sono quanto mai proni nei confronti delle grandi banche mondiali.
Se insomma la politica portata avanti dai grandi paesi occidentali è quella di porre come obiettivo prioritario la difesa delle banche e quindi una politica monetaria che ne garantisca il non fallimento, protraendo così lo stato di crisi (che si veda o che sia occulto, poco importa), l’unica risposta efficace è avere una risposta nazionale che tenga l’Italia fuori da questo circuito finanziario globale che prima o poi detonerà con effetti devastanti sull’intero commercio internazionale.
Oggi controlliamo il flusso delle persone, io vorrei che al più presto liberalizzassimo questo flusso e invece controllassimo il flusso di capitali e di merci, unico mezzo per avere una propria indipendente politica economica.
SantiNumi
@giandavide
Se lasciamo fuori dal dibattito l’ideologia e la religione (per quel che è possibile) ci si può confrontare con profitto. (E se la pianti di dar a sproposito del “fascista” a chiunque ti faccia un appunto, nessuno risponde di conseguenza).
“classe dirigente che tende per vocazione a ridurre i salari,”
E’ qui che la scienza economica si inalbera: la deflazione salariale è imposta dalla concomitanza tra shock e cambi fissi. E’necessaria, non voluta.
La politica economica è fatta dal governo non dall’imprenditore: e l’Italia ha sempre avuto governi che hanno maggiormente tutelato i salari rispetto, ad esempio, a quelli tedeschi.
L’esempio che fai dell’Inghilterra (ripreso dall’articolo “non accademico” di Iodice) è fuorviante: Bretton Woods lasciava comunque fluttuare i cambi entro certi margini (come in qualsiasi regime aureo). E alla prima sollecitazione (nel ’71), c’è stato il “liberi tutti”.
In UEM siamo tutti incatenati da 6 anni dopo uno shock mostruoso: l’obiettivo è evidente e voluto, come ci hanno ricordato i noti esponenti di questa infame ideologia.
L’estremismo di imporre tassitavimante un cambio 1 a 1 con la moneta unica e di avere una BC sovranazionale completamente “divorziata” non è mai stato fatto prima nella storia: non solo perché economicamente irrazionale, ma perché è folle.
Nell’ideologia ordoliberista/hayekkiana è fondante il dogma della denazionalizzazione della moneta: questo è il motivo per cui è anche folle proporre criptovalute che sono state ideate dall’NSA (e che deflazionano!).
La deflazione/stagnazione ordoliberista prevede che rimanga strutturalmente un alto tasso di disoccupazione ed è per questo che Hayek proponeva il REDDITO DI CITTADINANZA.
Per asservire di nuovo i prolet era necessario distruggere gli Stati nazionali costituiti sul valore fondante della PIENA OCCUPAZIONE.
E per piegare Carte Costituzionali sviluppate per resistere al fascismo come quelle europee era necessario usare un fenomenale strumento: L’EURO.
Questo è in €uropa la causa dell’esplosione della disoccupazione e della nostra sofferenza.
Un sincero “in bocca al lupo” anche a te per il lavoro.
Con stima.
Mirko G. S.
OFF TOPIC: professore, avrei bisogno di un consiglio bibliografico. Ogni tanto sento parlare di scemenze neoborboniche: il Sud invaso e conquistato/spogliato/raèinato delle “ricchezze” trasportate al Nord, il banditismo come fenomeno di resistenza partigiana ante litteram e via discorrendo. Un libro che affronti questo settore e confuti le scemenze? Candeloro sarebbe un pò lunghetto da leggere… grazie e visto che ci siamo auguro a lei e a tutti i frequentatori del blog un Santo Natale o felici feste laiche.
antonio d'errico (ANTO)
Articolo uscito su UMANITA’ NOVA del 9 dicembre
9 dicembre. Forchettoni, forconi e fascistoni a Milano
Quello che è successo in questi giorni ci pone delle domande, perciò cercare di capire quello che succede è assolutamente necessario.
Tentiamo perciò di dare una spiegazione a questo movimento che si è mosso a Milano, luogo dove viviamo e conosciamo bene quello che succede in città.
Andiamo con ordine: lunedì mattina, 9 dicembre, dopo una campagna mediatica sopratutto sui social network (Facebook e altri..) piazza Loreto viene occupata da circa un centinaio di persone, polizia poca, digos ancora meno.
La scenografia è molto semplice: bandierone gigantesco dell’Italia visibile da qualsiasi punto si entri in piazza Loreto. Apparentemente non c’è molta organizzazione, ragazzetti delle curve con zainetto e bandiera italiana appesa, cartelli contro la casta, alcune persone più grandi che facevano da controllore, ma molto “soft”. Arrivano i volantini in grande quantità: piccoli(flyer), in bianco e nero, scritti male, con una decina di simboli: dai forconi ad azione rurale veneta, ai liberi imprenditori, federalisti europei , cobas del latte ed altre amenità del genere.
Volantini che avevano parole d’ordine come “Siamo italiani come te” ”contro la globalizzazione che ha sterminato il lavoro degli italiani” ”per la sovranità popolare e monetaria” “facciamo cadere il governo e mettiamo il governo nostro” ”usciamo dall’euro,torniamo alla lira”. Parole molto semplici e di effetto: tutto condito con “siamo amici della polizia e la polizia è con noi” e l’inno di Mameli ogni due per tre.
Mercoledì, al terzo giorno di protesta si comincia a chiarire la situazione. Le persone in piazza rimangono sempre intorno al centinaio, si capisce che i firmatari di quei simboli non ci sono, si deve cominciare a tirare la rete e dare visibilità a chi a messo in piedi a questo baraccone. Qui entra in gioco Forza Nuova e gruppi di fascisti milanesi insieme con gli organizzatori veri della piazza, quelli che erano rimasti occulti ,o sotto tono fino ad allora.
Mercoledì pomeriggio fascisti di FN arrivano in Loreto con uno striscione nero con scritte con caratteri fascisti evidenti e si mettono alla testa della piazza,probabilmente creando qualche malumore di qualcuno un po’ ingenuo (nella migliore delle ipotesi).
Giovedì si ripete la solita scenografia fascistoide, ma qualche contestazione un po’ più accesa prende piede. Gli organizzatori isolano quei quattro o cinque ragazzi che pensavano di partecipare ad una “lotta spontanea”. Decidono inoltre e decidono di togliere lo striscione fascista per mimetizzarsi meglio e cambiare strategia.
Venerdì sempre il solito centinaio di persone, aiutate dalla polizia e dai vigili a fare il blocco della piazza. Intorno alle 16.30 ecco arrivare i fascisti con uno striscione bianco con scritto “riprendiamoci il futuro” a questo punto quelli con i megafoni, con le pettorine con scritto Staff p.le Loreto si sbellicavano in ovazioni verso i camerati ( oltre una quarantina) con abbracci, foto, ecc. La maschera ormai è stata tolta, se qualcuno aveva dei dubbi…sic
Per concludere: a Milano, in piazza Loreto non c’è mai stato nulla di spontaneo.
Nulla più di un presidio diretto concordato con la polizia: la collusione con le forze del disordine era così evidente che anche un cieco se ne sarebbe accorto.
Quello che è successo invece è che sul malcontento e la crisi, i forchettoni milanesi hanno prima tentato una saldatura con le sigle di cui parlavamo prima, sigle alcune vuote ma che potevano dare”dignità”a forconia, ma , saltato il piano A si sono subito riconvertiti nel piano B, cioè “visibilità per l’estrema destra” .
Lo stesso volantino distribuito in precedenza è stato epurato delle sigle e al loro posto è stata aggiunta quella di “coordinamento 9 dicembre SIAMO ITALIANI” .
Chi ha organizzato la piazza milanese sono fascisti e cripto fascisti; avevano l’unico intento di fare uscire i sorci dalle fogne cavalcando le difficoltà delle persone in una crisi violenta e disperante.
Non basta vedere una piazza che sembra protestataria per dire che “bisogna esserci dentro”.
Credo che l’ipotesi di partecipare a queste forme di protesta, “essere dentro”, sia assolutamente velleitaria, almeno nella situazione milanese.
Quello che abbiamo colto è che i ragazzi che ci giravano intorno, quelli che davano i volantini ai passanti, ragazzi disoccupati, qualcuno dei licei professionali, erano stati portati là da qualcuno che conoscevano: pensavano che lì “avrebbero risolto qualcosa”.
Con questi ragazzi abbiamo parlato molto. Un vuoto quasi totale, una povertà di idee, ma anche voglia di fare qualcosa. Alla domanda se avevano già partecipato ad altre lotte, la risposta di quasi tutti era che era la prima volta e a tirarli dentro era un conoscente di scuola o un amico del bar. Molta confusione, poche idee e ben confuse. È con loro che abbiamo parlato in questi giorni cercando di intercettarli e mettergli qualche dubbio.
A piazza Loreto c’è ancora tanto posto. Antifascismo sempre
Wild Cats
giandavide
@santinumi il fatto che politici e imprenditori siano figure collegate tra di loro non ti è evidentemente mai passato per la testa, se vedi in confindustria un’alternativa buona al piddì. il fatto che il figlio di colannino è il responsabile economico del pd non rappresenta una mera casualità, ma un chiaro sintomo di come l'”alta impresa” italiana sia entrata dentro la politica foraggiandola di regalie con l’unico fine di creare situazioni vantaggiose a scapito dei lavoratori. d’altra parte non si capisce come mai un governo che ci tenga tanto ai salari dei propri cittadini come è per te quello italiano, abbia accettato di entrare nel patto truffaldino dell’euro. quando hanno scambiato gli attori del film ? io credo che il fine sia sempre e solo quello del trasferimento di ricchezza dal 90% più povero al 10% più ricco, e che per questo fine esistano molti mezzi, tra cui la gestione neoliberista dell’euro che ha prodotto le politiche di austerità.
p.s. se avessi letto la proposta di fantacci non avresti perso tempo a parlare di bretton woods, dato che lì si prevedono meccanismi di correzione.
comunque la rilinko
http://keynesblog.com/2013/08/26/euro-e-monete-nazionali-the-best-of-both-worlds/
SantiNumi
@giandavide
Grazie per il link ma, come dovresti aver già capito, sono allineato sul tema: l’es. di BW e sulla meno rigidità dei cambi fissi del regime aureo era riferito a validare la passata eccezione inglese che conferma la regola che è il regime a cambi fissi il motivo dell’esplosione della disoccupazione, non della BC divorziata (che rimane giustamente il vero cavallo di Troia ad usum imperii).
E’banale che è il potere economico ad influenzare
legislativo ed esecutivo ma le Democrazie costituzionali nascono per programmare una traiettoria politica e culturale in grado di arginare questo fenomeno naturale nel capitalismo. Grazie.
@Cucinotta
“E’ evidente che uscire dall’euro non basta, e per questo continuo a sgolarmi isolato per la coagulazione di un fronte antiglobalizzazione”
Non ci siamo: in questo forum è stato argomentato più volte come l’€uropeismo sia solo una delle più importanti espressioni dell’ideologia mondialista, del Nuovo Ordine (la “Grande Società”?) dichiarato a gran voce da Bush senior alla vigilia della I guerra in Iraq.
Gli intellettuali che se ne occupano sono da sempre più o meno allineati, visto che gran parte delle forze in campo non sono cambiate nell’ultimo secolo ed oltre. Non è un caso che sono gli storici a fare le previsioni più interessanti. La vera differenza sta nel fattore scientifico/tecnologico.
L’€uro è semplicemente prioritario perché in pochi anni ha disintegrato l’Industria (e la cultura) europea. Perdere un quarto della capacità produttiva in pochi anni non avveniva dalla WWII.
Soprattutto non ci siamo perché:
“Oggi controlliamo il flusso delle persone, io vorrei che al più presto liberalizzassimo questo flusso e invece controllassimo il flusso di capitali e di merci”
Il flusso delle persone è già liberalizzato: cosa pensi sia “Schengen”?
La libera circolazione delle persone (che significa “non controllata”, visto che si può viaggiare da tempo in tutto il mondo con regolari documenti di viaggio) è funzionale alla libera circolazione del fattore lavoro che, come vuole la Teoria economica, deve essere “liberalizzato” come condizione necessaria (ma non sufficiente!) per far fronte agli squilibri che porta alla libera circolazione di merci/capitali.
“Campanile” è bello. Ripeto: “campanile” è bello. Specialmente se di fianco ci metti una scuola.
Non si può amare la cultura del vicino se non si conosce e si ama profondamente la propria.
Uomo –> Terra –> Lingua/Cultura || Lavoro –> Patto Sociale
Il capitalismo mondialista rifiuta l’antropologia. (E non è difficile capirne il motivo, date semplici nozioni di base di psicologia e, soprattutto, psichiatria).
Se fossi abbastanza potente non cercherei di cambiare (crescere?) io (Uomo): farei cambiare (o paternalisticamente “crescere”) tutti gli altri.
Marco
Ho avuto modo di constatare personalmente come sia le manifestazioni di Milano sia quelle di Torino siano state amplificate ed ingigantite enormemente dai media! Si trattava di poche dozzine di persone!
giandavide
@santinumi. se per te è irrilevante il mancato controllo statale sugli acquisti di debito, e non ritieni dannoso il controllo di alcuni privati (travestiti da “mercato”) sulle finanze statali, non capisco come fai a non definirti neoliberista, cosa che per quanto mi riguarda tende ad inficiare molto la credibilità di un qualsiasi interlocutore. io credo che in queste impostazioni economiche ci sia poca scienza e molta politica, tutta declinata sul versante religioso, peraltro. l’unica spiegazione che mi dò è che ritengo il neoliberismo un sistema illiberale in quanto non è incentrato sulle libertà individuali, ma sulla libertà di determinate corporations, che si reggono peraltro sulla mancanza di libertà del resto del corpo sociale. queste dinamiche sono in effetti perfettamente affini a quelle del fasismo per il fatto che entrambe esprimono un’idea della società molto verticale. io sono per l’orizzontalità e resto orgogliosamente keynesiano
Vincenzo Cucinotta
@SantiNumi
Non capisco le obiezioni.
Sull’euro, dici, se ho capito bene perchè ti confesso che stento a seguirti col tuo stile di scrittura, che esso è solo uno degli aspetti di quella che chiami la teoria di Bush.
Se lo pensi davvero, dovresti essere d’accordo con me, che l’euro non è un problema in sè, e che quindi la sua eliminazione non elimina il piano complessivo che è stato programmato, e che quindi dobbiamo essere all’altezza, anche sul piano dell’elaborazione teorica, con il complesso del piano.
In verità, io sono sempre alquanto scettico quando si dipinge l’avversario come imbattibile, e nel presente contesto credo semplicemente che l’ingordigia abbia giocato un pessimo scherzo ai ricconi che comandano il mondo, nel senso che, novelli apprendisti stregoni, essi si sono messi nei guai con le loro stesse mani.
Il volume complessivo delle attività finanziaria è talmente enorme, che ormai ha perso ogni rapporto con la ricchezza reale, con il complesso delle merci prodotte, e che quindi questa bolla finanziaria che si è riusciti a disinnescare nel 2008, sia sempre in agguato, postergata tramite immissione continua di liquidità da parte delle banche centrali (FED in testa) che il sistema bancario sequestra non lasciando che briciole per il sistema produttivo. Finchè tutta questa liquidità rimane confinata nel circuito bancario nè costituisce pericolo d’inflazione, nè d’altra parte può servire a riattivare il sistema produttivo. L’unica conclusione di questa vicenda sarà di accomunare nella sorte di distruzione dei titoli di credito, anche il denaro: a questo ci porterà l’ignavia dei governi del “too big to fail”. Pertanto se c’è un piano, mi pare che sia un piano fatto male e che danneggerà anche coloro che l’hanno ideato.
Allo stesso modo, sembri dissentire quando dico che voglio la libertà di spostamento delle persone, ma poi invece sembri darmi ragione.
Tu dici che esiste uan sorta di automatismo nello spostamento del fattore lavoro a seguito dello spostamento di merci e capitali. Bene, non ho motivi per dissentire su questo punto, ma allora se io controllo il flusso di merci e di capitali, per questa via elimino gli spostamenti selvaggi delle popolazioni, lasciando a quest’atto la sua qualifica desiderabile di scelta dovuta a motivazioni strettamente individuali.
Ancora una volta, non capisco perchè mi dai torto preliminarmente, ma poi nell’argomentare finisci con il convenire sulle mie posizioni: cosa mi sono perso?
SantiNumi
@Vincenzo Cucinotta
Mi spiace di non essere stato in grado di argomentare chiaramente. Ma nel tuo caso sono dei dettagli dialettici che critico:
1 – L’Euro è TECNICAMENTE (giuridicamente/economicamente) la priorità politica dell’Europa democratica. Contesto l’ordine, non l’analisi complessiva sulla globalizzazione e sul Nuovo Ordine (Bush l’ho citato perché è stato il primo/più famoso a sdoganare pubblicamente il nome del progetto.
2 – Viaggiare è bello ==> migrare è brutto in “entrambi i sensi di marcia”.
Sul secondo punto, chiarendo la tua posizione, effettivamente convergi sul mio punto di vista: il primo stop ai fenomeni migratori si ottiene regolamentando il mercato dei capitali (e probabilmente si fermerebbe uscendo dall’asimmetria monetaria causata dal dollaro – magari con il Bancor?).
L’esempio del “campanile” valeva solo come esempio per un certo tipo di internazionalismo dove “semo tutti uguali, volemose bene, è bella e giusta la società multietnica: che è poi la “Grande Società” hayekkiana. L’essenza dell’estrema destra, senza neanche quella maschera populista/socialista degli anni ’30.
Vincenzo Cucinotta
@SantiNumi
Non prendiamoci in giro. Oggi, chi è schierato contro l’euro, o pensa come fa Bagnai che uscendo dall’euro, tutto miracolasamente si risolva da sè, e chi invece pensa che l’euro e i vincoli che impone sia soltanto la risposta più sbagliata che si potesse immaginare ad una crisi mondiale importata nella UE, e che richiede terapie adeguate proprio alla sua dimensione globale.
Tant’è che Bagnai preferisce non discutere dell’origine della crisi perchè il suo castello di carte cadrebbe giù in un attimo.
Non si può secondo me concordare con bagnai che pone al centro delle sue posizioni l’uscita dall’euro e nello stesso tempo convenire invece sulla natura anglosassone della crisi e quindi sulla sua dimensione globale.
Il fatto è che Bagnai è un keynesiano, e quindi un filocapitalista, mentre ad altri, ed a me tra questi, pare che questa sia una crisi epocale proprio del sistema capitalista in quanto tale. Non dico che sia la crisi finale, questo non posso saperlo, ma certo che ne usciremo in ogni caso profondamente trasformati: altro che evocare i mezzucci delle continue svalutazioni di andreottiana memoria!
SantiNumi
Tutte le volte che penso di essere troppo duro mi sbaglio…
Ecco un altro che aspetta la “palingenesi” mentre i concittadini soffrono e stanno male.
Pensavo che Bagnai ricorresse spesso in questo forum per la chiarezza e l’efficacia divulgativa nella lotta anti€uropeista: mi devo ricredere.
E’ evidente che è inviso perché ha messo a nudo il secondo tumore della “sinistra” dopo quello piddino.
Porti i saluti da un altro keynesiano capitalista ai suoi amici in Illinois: non spifferi, la prego, che dopo l’800 è arrivato il ‘900 con Keynes, Kalecky o Kaldor che, oltre a riconoscere il conflitto redistributivo, conosceva pure la macroeconomia…
@Professore
Questo è il secondo motivo per cui la sinistra non scende in piazza: mentre ci sono imprenditori che si suicidano c’è chi si frega le mani mentre aspetta l’esplosione delle “contraddizioni del capitalismo”.
@Cucinotta
Complimenti per l’onestà intellettuale degna del miglior Brancaccio: noi e tutti gli altri lavoratori/imprenditori vi asspetteremo al redde rationem. E anche noi ci stiamo fregando le mani…
Vincenzo Cucinotta
Eh sì, c’è chi partecipa al dibattito web senza comprendere che qui si può solo analizzare, e che contrapporre una non meglio specificata concretezza del fare a un’ipotizzata riflessione fine a sè stessa, è semplicemente ridicolo.
Apparentemente, a corto di argomenti dialettici, non rimane che l’arma finale, quella dell’accusa di sognatore.
Sveglia, se davvero avete scelto di essere concreti, andate ad iscrivervi a qualche struttura di propaganda renziana, e in caso contrario prendete l’onesta abitudine di entrare nel merito degli argomenti, invece di scomunicare preliminarmente l’interlocutore.