La guerra al congiuntivo.

Martedì 5 maggio, il cappuccino mi è andato di traverso. Ero intento alla quotidiana lettura dei giornali, quando, giunto alla pagina culturale di Repubblica (ho detto la pagina culturale!) ho notato la pubblicità di un libro delle edizioni “Raffaello Cortina”: “Pensate anche voi che più si conoscono gli uomini più si amano i cani?”

“Amano” c’è scritto proprio “Amano” al posto di “Amino”, come la dipendenza da un verbo di pensiero imporrebbe. Per lo sciagurato redattore che ha compilato la manchette il congiuntivo è una malattia degli occhi che si cura con il collirio.

La Cortina è una delle nostre case editrici più raffinate, pubblica libri straordinari, bellissimi; non è ammissibile che una casa editrice così faccia uno svarione del genere e nella manchette pubblicitaria sulla pagina culturale del quotidiano più diffuso.

La cosa non può passare liscia: il dott. Raffaello Cortina convochi nel suo studio il responsabile di questa bruttura, lo fissi con gelido disprezzo, in silenzio, ne afferri saldamente la testa per i capelli e ne batta l’inutile cranio contro uno stipite. Non con odio o ira, ma con calma, metodo e ritmo. Quindi, con apposita pinzetta,  ne strappi i peli del naso e lo colpisca ai malleoli. Ed altrettanto faccia il direttore di Repubblica con il responsabile della pagina culturale che non ha vigilato.

Ormai si legge tranquillamente sul Web che il congiuntivo tende a sparire dall’italiano, perché ritenuto un modo “ridondante”. Per cui non vale più la pena di distinguere fra il modo della certezza e quello della probabilità, dell’ipotesi, dell’incertezza, della possibilità.

Meglio tutto all’indicativo. E perché non usare per tutto il solo infinito? “Tu fare schifo” “io volere mangiare” “Bersani essere cagasotto” e così via, abolendo anche l’artico che è di una ridondanza spaventosa. E perché non passare direttamente al linguaggio dei gesti?

Ma le origini di questa guerra al congiuntivo risalgono addietro nel tempo, almeno alla fine dei sessanta, ricordo che un giorno sentii distintamente, da un juke box, tal Piero Focaccia che cantava:

“Lo so sono audace
ma il rischio mi piace,
mi faccia felice
e fuggisca con me.”

Quel “fuggisca” era già un proditorio assalto all’idioma nazionale, ma, pur sempre il tanghero, nelle latebre del suo pensiero, prendeva in considerazione l’idea che la “bella straniera” potesse mandarlo per piste e, dunque, adottava una forma approssimativa di periodo ipotetico.

Poi venne Celentato (il Torquemada  della lingua italiana) che cantò:

“Io non vorrei che tu,
a mezzanotte e tre,
stai già pensando a un altro uomo”

Ora: risulta evidente il carattere deliberato dello sfregio linguistico perpetrato, perché non c’è alcuna ragione metrica per mutare il naturale “stia” nel perentorio “stai”, indicativo della certezza. Ed uno si chiede: <<ma, oh bestia, se sai già che quella povera donna “sta già pensando a un altro uomo” (e fa benissimo!) perché insisti? Sparisci!>>

Ma le cose sono definitivamente degenerate con l’anglomania dilagante, per la quale ormai si fanno lezioni in inglese e ci si sente tanto “globalizzati”. Come è noto, la lingua inglese non ha una modalità distinta per il congiuntivo, ma usa l’infinito senza to in funzione del periodo ipotetico. E la cosa non è affatto un innocente vezzo linguistico, ma tradisce un preciso retroterra psicologico. In questa ostilità al modo verbale della possibilità, dell’incertezza, del dubbio si coglie l’insopportabilità di ogni resistenza alla propria volontà di potenza. Il padrone non ama il congiuntivo, perché preferisce esprimersi all’indicativo e, meglio ancora, all’imperativo.
E’ così che inizia il conflitto di civiltà: si inizia con un  congiuntivo che scivola nell’indicativo, e si arriva ai droni, alle bombe intelligenti, a Guantanamo.

Ed allora che si fa? Vi faccio una proposta: fondiamo il Fronte Nazionale di Resistenza del Congiuntivo ed iniziamo con adeguate forme di lotta. Che ne dite?

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (42)

    • Tipica mentalità fallocratica sciovinista, maschilista nonché prevaricatrice…in poche parole fascista!Proprio fuori luogo per una rappresentante del sesso debole.Pensare che Mussolini era solito affermare che la guerra sta all’uomo, come la maternità sta alla femmina. Amen.

        • e poi debole lo vai a dire a qualcun’altro, io di certo non lo sono. inoltre la maternita’ oggie come oggi e’ una scelta e non un imperativo categorico…. mamma mia quante ovvieta’ sto dicendo!!!! ma perche’ me le fai tirare fuori?????

  • A parte le grasse risate che mi sono fatto nel leggere il suo articolo, immaginandomi puntualmente tutte le azioni descritte, sono assolutamente concorde con lei: parliamo, non tutti evidentemente, una lingua meravigliosa proprio perchè ci consente descrizioni in tempi e modi che altre lingue non vogliono descrivere. Evidentemente la “neolingua” immaginata da Orwell in 1984 sta prendendo piede

  • Capisco e condivido le motivazioni della protesta, ma sul caso specifico sarei molto meno drastico. La dipendenza al congiuntivo ha le sue eccezioni. Fin dall’origine della nostra letteratura, come ben dimostra questo esempio del padre Dante
    Cred’io ch’ei credette ch’io credesse/ che tante voci uscisser, tra quei bronchi/da gente che per noi si nascondesse. INF XIII 25 – 28

  • approvo,
    scrivere e parlare bene e correttamente non è vezzo: è la migliore forma di comunicazione possibile.
    anche meraviglioso dal punto di vista estetico ed edonistico, non vi pare?

    saluti

    victorserge

  • Sob! Non me ne ero accorto! Sembrava giusto ‘conoscono’-‘amano’. Ho dovuto leggere e rileggere prima che dal profondo della memoria riaffiorassero antiche reminescenze e la sensazione di qualcosa di stonato. Com’è stato possibile?! Come è avvenuto? Eppure le mie letture comprendono autori classici (ho letto recentemente ‘le mie prigioni’, ‘Guerra e pace’), guardo pochissima TV e ascolto spesso trasmissioni culturali alla radio e su youtube.
    Visto che pensiamo con le parole dobbiamo averne maggiore rispetto. Una lingua approssimativa consente pensieri approssimativi, confusi. Il verbo è una questione fondamentale.
    Il principio E’ il verbo.

      • Sono molto ossuto, professore, chi mi picchia si fa male, ma mi ciacco anche io, preferirei modi orientati a differente dialettica. Cmq professore io le consiglierei di non accentare la prima persona singolare del verbo dare in quanto solo di recente l’ho vista nei dizionari in quanto ci troviamo credo di fronte ad un’evoluzione linguistica, in passato l’accento serviva a distinguere la nota musicale mentre la voce evrbale era senza segno; adesso invece invale l’uso contrario, accentare la voce verbale mantenendo senza segno la nota musicale. Visto che ci troviamo in tema…

  • sarò materialista e banale, ma credo che per vincere la guerra si deve (non si dovrebbe) investire sull’istruzione (pubblica).

    • Complimenti. Investiamo in coloro che si schierano contro i test invalsi e condannao il nozionismo e considerano come vecchiume lo studio della lingua italiana, asserendo che educare è formareed informare e la sQuola deve consentire la riappropriazione ludica e socializzante del sapere.
      Perché non proporre allora di affidare la lotta alla corruzione alla ditta Buzzi&Carminati con la consulenza di Scajola?
      giandavide, Le ricordo che sulla scuola è passato il 68.

  • D’accordo su tutto ma nel caso specifico della frase citata all’inizio credo che non si debba considerare un errore. A mio avviso (sono giornalista e se fossi stato incaricato di “passare il pezzo” probabilmente così avrei agito), il senso della frase è più o meno questo: ““Pensate anche voi che (sia corretto il detto che afferma:) più si conoscono gli uomini più si amano i cani?”. La frase “più si conoscono gli uomini più si amano i cani” è infatti un’asserzione comune (e che tale sia lo scrivente lo sa benissimo, infatti scrive “pensate ANCHE VOI”, ovvero: anche voi come tutti coloro che utilizzano questo detto). E, in quanto asserzione, vuole l’indicativo.

      • Via, non è così… Qui la frase si presta in modo particolare – e ho spiegato il perché – ad essere interpretata nel senso da me indicato. Comunque, come ho aggiunto sotto, bene sarebbe stato usare le virgolette, se proprio si voleva dare il senso della citazione di un detto comune…

    • Ma di che stiamo parlando? Questo signore crede che si dica “non vorrei che tu stia”, scrive “dò” e dottoreggia sull’italiano degli altri. Ma va’, va’…

  • Vero però che il redattore avrebbe dovuto mettere le virgolette: Pensate anche voi che “più si conoscono gli uomini più si amano i cani?”…

  • Egregio Professore, premetto che sono d’accordo con Lei e sento piangere il mio Quore per la morte della nostra lingua italiano.
    Premetto anche che se prenderebbi questi analfabeti li faressi neri.
    Ma non sono d’accordo nell’individuazione della causa.
    Non pensa che essa risieda nella spasmodica ricerca di certezze di un’umanità che oramai non supera a condizione infantile, chiedendo allo Stato di “farsi carico” di ogni sua necessità e financo di decidere in propria vece in ogni occasione, come i tifosi della TV pubblica, incapaci anche di decidere che programma vedere????

  • Letto poco fa su ‘La Stampa’:
    ‘Esplode fabbrica di fuochi d’artificio nel Napoletano: tre vittime e quattro feriti ‘
    Qualcuno puo’ spiegarmi per favore?

    • E’ che “morti” era troppo corto per chiudere la riga e quindi hanno optato per “vittime”, anche se una vittima non è per forza un morto. Scherzo, anche se non è impossibile che sia andata proprio così.

  • A) La lingua ha il compito depressivo di comunicare abdicando all’onnipotenza per cui quel che so io, sai tu, perché io coincide con tu
    B) Pensare è mentalmente doloroso, diceva Freud, in quanto prevede la necessità di suddividere e di ri-articolare
    C) Pensare richiede un tempo mentale che è una sospensione (“tempo per pensare” dice Lacan) in attesa del “momento di concludere”
    D) La lingua è sempre più piegata ad esigenze di comunicazione rapida, piuttosto che alla preparazione e formulazione di un pensiero. Es. “debbio tenere conto nel DPF del rating, dello spread perché non sia undersized/oversized”
    E) Il congiuntivo non si usa più a causa di…Questo punto, esimio professore, lo compili lei ora che è membro, sia pure non analista, di una società di psicoanalisi.

    Adriano

  • Scusate, ma la frase: “Pensate anche voi che più si conoscono gli uomini più si amino i cani?” secondo me è scorretta e infatti “non suona bene”.
    Sono andata a controllare sul Dardano-Trifone (grammatica di riferimento nella cattedra di Grammatica italiana alla Statale di Milano, fino a quando c’era – l’insegnamento, non la Statale) qual è l’uso dei modi verbali nelle proposizioni oggettive. La scelta dei modi verbali dipende non solo dal verbo usato (ed è vero che i verbi di pensiero, ovviamente, reggono il congiuntivo, come per es.: “penso che tu sia bello”; “credevo che Carlo avesse fame”) ma anche dalla sfumatura di significato che il verbo assume. Per cui se il verbo pensare (e il Dardano-Trifone fa un esempio proprio con questo verbo, mi spiace non avere il volume con me per poter riportare la citazione) significa ad esempio “ritenere” si usa l’indicativo.
    Quindi:
    Pensate (=ritenete) anche voi che più si conoscono gli uomini più si amano i cani?
    Aggiungerei che le norme che regolano la lingua sono molto complesse, e che spesso la norma deriva dall’uso e non viceversa (così, peraltro, è stata codificata la grammatica della lingua italiana, che come noto era un volgare).
    Se poi vogliamo dire che l’uso e la manipolazione della lingua sono fondamentali per l’esercizio del potere (giustissimo il riferimento a Orwell) e per l’imposizione del pensiero unico, non posso che essere perfettamente d’accordo.
    Saluti
    Federica

  • La forma è sostanza. Quando la sostanza cambia porta con sé la forma e viceversa.
    Appoggio in pieno la fondazione di un Fronte Nazionale di Resistenza del Congiuntivo. Sono anni che mi batto in solitudine per proteggere la mia umanità e quella dei miei figli, dalla dittatura delle certezze.

  • Ma questo è niente. Si provi a leggere i forum e i socialminkia: tra strafalcioni propri per ignoranza grammaticale e quelli causati dalla velocità di scrivere sullo smartcazz, ne esce fuori una folla di ignoranti totali. Non è solo colpa dei social ma sopratutto della scuola, che è fatta da insegnanti scazzati e ciucci che pensano solo a piazzarsi sulla cadrega e acchiappare lo stipendio, di insegnare nulla gli frega. Per lavoro ho a che fare con i prof delle scuole superiori: non avete idea di come scrivano, a parte veri errori di grammatica, manco sanno articolare uno scritto. E non sanno compilare l’autodichiarazione sostitutiva!

    Notare anche che è in via di estinzione l’uso del passato remoto, (il trapassato è defunto, una prece) e del futuro semplice.

  • Sono basito.

    Ma solo Valdo si è accorto che in quella frase il congiuntivo non ci va?

    Questo post è un’altra perla esemplificatrice della “sinistra” post-moderna, quella che “sa di sapere” e per cui “tutto è relativo”: considerazioni pregevoli su premesse completamente sbarellate.

    In poche righe viene descritta la crisi della democrazia, nella forma… e nella sostanza.

    Tout se tient.

  • Nicola Morgantini

    Se fra tra tutti gli strafalcioni linguistici che si leggono e si ascoltano Giannulli va a prendere proprio una frase quanto meno ambigua (dato che la subordinata implicita a cui fa riferimento Valdo è assolutamente plausibile e dato inoltre che il verbo pensare, nel caso specifico, può benissmo intendersi nell’accezione di “essere convinto”), occorre domandarsene il perché. E la risposta mi pare che l’abbia data il lettore Junius.

    • caro Morgantini, ogni volta che leggo un suo commento mi chiedo se ci è o ci fa.
      Ma pare di aver letto che lei legge raramente di questi articoli, ma vedo che non è così. Comunque ad italiano stamo un po’ scarsi perchè anche se al posto di poensare ci fosse “sono convinto” ci andrebbe lo stesso il congiuntivo..
      Infine, come tutti quelli del Pd lei non capisce il linguaggio dell’ironia e non solo quello

      • Nicola Morgantini

        “Sono convinto che lei cancellA alcuni messaggi che riceve e che non sono offensivi”.
        E ora mi venga a dire che in una frase del genere ci vuole il congiuntivo perché non esprime una verità condivisa ma solo una certezza del soggetto della predicazione.

        • Senta Morgantini, ho cancellato il suo messaggio perchè lei proprio non ha capito la frase di cui si parla ed ho già perso abbastanza tempo a cercare di spiegargliela, ma adesso basta così, ho altro da fare che spiegarle quel che non caspisce

  • Articolo stupendo…soltanto, professore, vuol davvero asserire che la lingua inglese esprime un’attitudine prevaricatrice o sta solo scherzando? Dal contesto direi la seconda, ma non si sa mai…

    • Be non esageriamo, per quale che possa essere la mia avversione ad inglesi ed americani,… posso dire di amare molto Shakesepaere, Marlow, Orwell…

  • Io credo che il bello dell’Italiano stia nelle tante sfumature che è possibile esprimere, a volte anche stiracchiando le parole (quel “fuggisca con me” è una perla artistica) o la grammatica. Pertanto, usare un indicativo al posto di un congiuntivo può anche essere giusto in certe frasi e contesti.

    Detto questo, ritengo che la frase “Pensate anche voi che più si conoscono gli uomini più si amano i cani?” sia giustissima perché il congiuntivo dovrebbe essere presente nel verbo principale della frase subordinata, che però di verbi ne ha DUE! Che fare…?

    1. Pensate anche voi che più si conoscano gli uomini e più si amino i cani?
    2. Pensate anche voi che più si conoscono gli uomini e più si amino i cani?
    3. Pensate anche voi che più si conoscano gli uomini e più si amano i cani?

    Le tre formulazioni paiono tutte strane, ma hanno tutte un accento su un dubbio diverso…

  • La colpa è della scuola e… degli insegnanti che sono stati “ignorantizzati” dai social, dove ciascuno parla come può…. e tutto si consolida divenendo sempre più frequente. Tale frequenza viene interpretata come liceità e tutto va a rotoli, con l’aggravante che se uno parla correttamente …. viene deriso!!! (dagli ignoranti, naturalmente)

  • Io le consiglio di studiare. Lei è un bluff. (Quel “dò” con l’accento non lo scriverebbe nemmeno mio nipote che è in quinta elementare.)

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