
La fine di Omar el Mukhtar.
L’11 settembre 1931, Omar el Mukthar, in viaggio con una sessantina di cavalieri, veniva intercettato e catturato da reparti italiani (ne scrissi, anni fa, qui).
Dopo un processo farsa –conclusosi non solo con la condanna dell’imputato, ma anche con quella del suo difensore di ufficio, il capitano Roberto Lontano, colpevole di aver difeso il suo assistito con troppo zelo…- il 16 settembre veniva impiccato davanti a 20.000 deportati libici. Pochi mesi dopo la ribellione cessava definitivamente.
L’avvenimento fu salutato da un trionfalistico comunicato di Graziani, che attribuiva il successo ad una brillante operazione militare. Qualcuno (fra cui il gerarca Emilio De Bono) avanzò il dubbio che le cose stessero diversamente e che la cattura fosse il prodotto del tradimento del capo ribelle Hamrusc. Ma la cosa non ebbe seguito ed anche storici del calibro di Angelo Del Boca o Romain Rainero non hanno trovato negli archivi una conferma anche indiretta di questo tradimento, per cui la versione ufficiale resta ancora quella accreditata.
Oggi, fra le carte appartenute al dottor Giuseppe Franceschino, giudice istruttore del Tribunale del Corpo d’Armata Territoriale di Bengasi (lo stesso del processo-farsa a Omar), spuntano degli interessanti verbali di interrogatorio a tal Hamed Bu Seif, un trentacinquenne mulesem aul (sottotenente) del dor di Abid, che compariva davanti a lui il 12 maggio 1931, dichiarando: << Confermo quanto ho già dichiarato… nulla ho fatto contro il Governo, sottomettendomi al quale, son sicuro di avere la tranquillità… Mi sono sottomesso perchè ho visto che Saad Fannusc sottomessosi è stato lasciato tranquillo e, al Dor gli altri che hanno intenzione di sottomettersi, vogliono prima vedere come sono trattato anch’io.>>
Dunque, l’avvio di una azione di gruppo, di cui Bu Seif era solo l’avanguardia. L’interrogatorio, ripreso anche nei giorni seguenti, produceva molte informazioni sull’organizzazione della resistenza: armamenti, organigrammi e una raffica di decine di nomi con le rispettive azioni compiute, sino a riempire 25 fitte pagine di verbale. In particolare colpiscono molti passaggi riguardanti Omar el Mukhtar:
<< …il drappello che è a guardia personale di Omar Mukhtar non ha caimacan, ma un Bimbasci comandar: egli è Bubacher Zigri….si distinguono dagli altri perchè: sono tutti della stessa cabila di Omar e perchè vestono barracani di seta, e tachie rosse… Quando la carovana si muove …poichè con essa si muove anche Omar Mukhtar è scortata anche dai suoi cavalieri… Omar non cavalca un cavallo sempre dello stesso colore, quando lo lasciai cavalcava un cavallo bianco… la tenda di Omar Mukhtar è a 4 teli, italiana, ed è come quella che adoperiamo noi ascari. Egli non ha più la tenda conica…>> .
Tutte notizie utili a individuare il capo guerrigliero e la sua guardia del corpo, magari dall’alto di una ricognizione aerea.
Ignoriamo che fine abbia fatto Hamed Bu Seif e se sia mai stato processato, ma sembra decisamente improbabile che il comando militare italiano abbia lasciato cadere una così rilevante offerta di collaborazione che, probabilmente, riguardava un gruppo non piccolo. La lettura del verbale comprende molte notizie, troppe per un semplice sottotenente, a meno che egli non fosse stato precedentemente istruito.
Forse questa è la conferma ai dubbi di De Bono che sin qui era mancata.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, de bono, deserto libico, hamed bu seif, leone del deserto, omar muktar, zigri

leopoldo
normali operazioni di polizia?
Gherardo Maffei
Sia ben chiaro da subito che Omar El Muktar ma anche e soprattutto il colonnello Gheddafi sono due martiri e due eroici combattenti per la libertà del popolo libico.Entrambi meritano il massimo rispetto; di loro si deve scrivere e parlare con devozione, come quando si parla dei martiri italiani.Ciò premesso è innegabile che la condotta del Maresciallo Graziani e delle truppe italiane ai suoi ordini, commisero degli eccidi deplorevoli, tuttavia in linea con quello che fecero gli schiavisti britannici nel continente nero. O quello che fecero i francesi nelle loro colonie.Per pareggiare il conto con il Maresciallo Graziani, aggiungo che dopo la conquista coloniale dell’Etiopia, uno dei primi provvedimenti preso dai fascisti fu quello di abolire la schiavitù, crimine di cui le democrazie antifasciste anglo francesi, erano complici assieme al Negus.Comunque ricondurre la storica figura del Maresciallo Graziani, solo esclusivamente agli eccidi coloniali, che sono innegabili, è una operazione di “intossicazione” e di depistaggio. Sarebbe come parlare di Garibaldi solo in relazione al massacro di Bronte, eseguito dal suo braccio destro Nino Bixio. Scriviamo del Ministro della Difesa della RSI Maresciallo Graziani, di un ruolo storico ben più considerevole, che rendere omaggio alle sue innegabili doti dl condottiero militare. A ciascuno i suoi crimini, i suoi fasti, i suoi eroismi.In conclusione il monumento al suo paese natio se lo è ben meritato,guai a chi lo tocca!
Gaz
@Maffei
eccidi deplorevoli = uso di gas asfissianti.
Roberto B.
“il monumento al suo paese natio se lo è ben meritato”: certo, dev’esserne proprio felice, ovunque egli sia! E chissà cosa sarebbe capace di fare a chi osasse rimuovere il suo monumento: magari nottetempo gli aprirebbe il gas di casa.
Gaz
@Maffei.
Ma che pantheon sarà mai quello in cui sono insieme il dottor Goebbels, un acquarellista austriaco, un maestro di Predappio (entrambi caporali), un generale che perdeva incarichi e pazienza, un principe di buona intelligenza e un filosofo ai margini ? Tutti in qualche modo si occupano di morti e morituri. Se proprio deve, ma ne dubito, osanni del ventennio piuttosto un premio nobel come Pirandello, o i due più grandi scrittori decadentisti, Oscar Wild e Gabriele D’Annunzio.
Gherardo Maffei
Gaz, replico solo per conto di alcuni personaggi citati.Partiamo dai caporali. Mussolini è stato il più grande statista italiano di fama mondiale del novecento.Parlo per conoscenza diretta personale: sono milioni gli italiani, dico milioni, che dalla data di sepoltura si sono recati nella cripta Mussolini a Predappio; certamente non sono tutti dei nostalgici, vi si mangiano degli ottimi strozzapreti e si beve dello squisito sangiovese.Quanti milioni di italiani sono andati a visitare le tombe di Pertini, Togliatti,Nenni?. L’altro caporale insignito della Croce di Ferro, nel primo conflitto mondiale, Hitler è stato per i tedeschi ciò che Napoleone Buonaparte è stato per i francesi: un gigante della storia moderna.Il dottor Goebbels fu il gaulaiter della rossa Berlino, una roccaforte dei spartachisti di Ernst Thalmann,, ove in certi quartieri le SA non potevano mettere naso, o se lo facevano qualcuno di loro finiva regolarmente all’obitorio. Fu grazie a lui che la rossa Berlino venne espugnata dai nazi.Un mago della propaganda moderna di massa, non scelto a caso da Hitler per espugnare la rossa capitale. Gabriele Rapagnetta in arte D’Annunzio fu il precursore del fascismo, dai riti, agli slogan,alle liturgie molto il fascismo lo deve a lui.Il premio Nobel Pirandello fu sepolto con la camicia nera per sua volontà. Non moriamo idioti.
Aldo Giannuli
Maffei come sa io sono molto tolleratbnte delle opinioni altrui ed ospito tutti, Passi per la Nostalgia del duce che ovviiamente mi trova ostile, ma rispettoso del suo punto di vista, ma definire squisito un sangiovese che è un vinaccio è proprio troppo
Gaz
@ Maffei
Sig. Gherardo, io ci ho provato. Prove che Emme sia stato peggio degli altri ne ho forite. Se lei continua a crederci e preferisce andare in pellegrinaggio faccia pure, ma sappia che della catechesi di Lui non interessa nulla neppure a quanti sono andati al governo durante la seconda repubblica, i quali, come ha fatto Lui, hann pensato ben ai propri affari, in questo in uno con gli altri che stanno dall’altra parte dell’emiciclo. Però un conto è credere nella venuta del Messia, altro è coltivare un’attesa messianica di un tempo che non verrà più.
Gaz
”La giustizia militare sta alla giustizia, come la musica militare sta alla musica”. Clemanceau
Gherardo Maffei
Gaz, il cambio della guardia della compagnia di servizio della Nationale Volks Armee della rossa DDR . avveniva con l’esecuzione della marcia prussiana Yoscher Marsch di Ludwing Van Beethoven. Clemanceu probabilmente non l’aveva mai conosciuta al pari tuo.
Mugo
Sarebbe Yorckscher Marsch…
Gaz
??? e con cosa vorrebbe sostituirlo, con la Marcia Reale, con Giovinezza, con Faccetta nera con l’Inno alla gioia, con un sirtaki?
Gherardo Maffei
Ho voluto semplicemente dire che il politico francese musicalmente era un somaro, un asino. Ludwig Van Beethoven è un universalmente conosciuto come un genio musicale. Le marce militari italiane, gli inni da te citati, sono orribili musicalmente parlando e anche ridicoli.Cosa che di certo non si può dire di quelle germaniche.
Gaz
Mah, qui andiamo sul soggettivo.
Appartengo alla schiera di coloro i quali ritengono essere Bach il più grande.