J-Ax e Fedez, Comunisti col Rolex e falsa coscienza

Con molto piacere torna a farci visita Jacopo Custodi, che da troppo tempo non mi mandava un suo pezzo. Speriamo sia il primo di una serie! A.G.

Dopo un’efficace campagna pubblicitaria è uscito Comunisti col Rolex, il nuovo album di J-Ax e Fedez, che sta già avendo un successo da record.

Non è mia intenzione presentare qui una recensione del disco, dato che (1) non sono un critico musicale e (2) faccio parte di quei nostalgici degli Articolo 31 che mal digerirono la fine del gruppo (quelli che J-Ax prende in giro in Meglio Prima, per capirci) e non riuscirei quindi ad essere obiettivo. Vorrei invece tentare una riflessione sul significato che i due autori attribuiscono a questo album.

Nelle parole dei due cantanti, il titolo del disco si riferisce a loro stessi, che, a dir loro, sono spesso accusati di essere dei comunisti col Rolex: artisti arricchitisi scrivendo canzoni che affrontano tematiche sociali care alla sinistra (oltre che prestando la propria immagine a campagne pubblicitarie di multinazionali, aggiungerei io). J-Ax e Fedez, però, ripetono che essere comunisti col Rolex, ovvero l’essersi arricchiti, è in realtà “un merito”, “una virtù”, un “sintomo di riscatto” di cui andare fieri. Questa chiave di lettura è piaciuta moltissimo a Fabio Fazio, che li ha intervistati entusiasta a “Che tempo che fa” pochi giorni fa.

Fazio si è spinto al punto di sostenere che il discorso alla base di Comunisti col Rolex è fatto “per ricordarci che sono passate le ideologie, sono caduti i muri ma l’idea che il denaro sia meritocratico è scomparsa di nuovo, cioè è diventato appunto un segno di demerito” (sic!). Tradotto in italiano: la nostra società biasima chi fa soldi, mentre invece dovrebbe riconoscere il giusto valore di merito a chi riesce a diventare ricco. D’accordo con Fazio i due autori: “assolutamente!”, risponde J-Ax; “fa parte di un retaggio culturale old but gold”, rincara Fedez.

Per arrivare a una conclusione simile immagino che Fazio, partito dalla galassia di quella che fu la sinistra italiana e approdato al mondo delle star milionarie della tv, debba aver sofferto duramente durante il suo viaggio a causa di qualche biasimo ricevuto per il suo conto in banca da parte di astiosi compagni.  Una sofferenza che lo porta oggi a sostenere con ardore chi, come J-Ax e Fedez, vede finalmente nella propria ricchezza e quindi anche in quella di Fazio, una ragione d’orgoglio e non un tradimento (“l’essersi venduto”). Il problema è che questo discorso, nonostante riesca forse a placare qualche sporadico senso di colpa notturno di Fazio, Fedez e J-Ax, è una narrazione completamente falsa della realtà. Un esempio cristallino di falsa coscienza.

La falsa coscienza è una rappresentazione fittizia della realtà, in cui il soggetto si inganna sulle proprie ragioni e motivazioni, senza che abbia coscienza della sua falsità. Si può sviluppare per varie ragioni, tra cui quella in cui il soggetto entra in una situazione nuova e la interpreta tramite categorie improprie, poiché rifiuta o non dispone delle categorie adeguate, e crea così una narrazione fittizia che gli dà l’illusione di aver risolto la contraddizione che lo attraversa. È il caso di Fedez, J-Ax e Fazio, in cui la falsa coscienza fornisce loro una narrazione che legittima la loro ricchezza nonostante la provenienza politica (è una virtù essere comunisti col Rolex) e lo fa mistificando la realtà (la società non riconosce il giusto merito al denaro).

In verità, viviamo in una società che, schiacciata dall’egemonia del paradigma neoliberista, negli ultimi trenta-quaranta anni ha sistematicamente elogiato il successo materiale e la ricchezza, equiparando merito e conto in banca. E non c’è bisogno di essere comunisti (con o senza Rolex) per notarlo. Lo si vede anche nella cultura popolare: Zuckerberg e Steve Jobs vengono considerati punti di riferimento. Persino personaggi di rara rozzezza, come Flavio Briatore, ricevono stima e rispetto. Per non parlare dell’ammirazione di milioni di persone verso la scalata imprenditoriale di Berlusconi o di Donald Trump.

L’elogio della ricchezza tipico delle società occidentali contemporanee ha legittimato e favorito livelli di diseguaglianza abnormi. Secondo l’ultimo rapporto OXFAM, le otto persone più ricche del mondo hanno la stessa ricchezza di 3.6 miliardi di persone, la metà più povera della popolazione mondiale. Solo un anno fa erano 62 e non 8.

L’apologia del denaro, la diffusione del sogno del successo materiale individuale, agiscono come una vera e propria legittimazione ideologica del neoliberalismo economico, e si trasmettono come un morbo, mettendo in crisi valori di comunità, di solidarietà, di rispetto dei più deboli e di realizzazione collettiva.

Il discorso di J-Ax, Fedez e Fazio non fa altro che fornire nuovi (per quanto bizzarri) argomenti a favore di questa elogio della ricchezza. Sono argomenti falsi e dannosi. Falsi, in quanto si scontrano con la verità storica: come abbiamo notato, il denaro è lungi dall’essere un “segno di demerito” nelle società contemporanee. Dannosi, poiché sono avversi all’etica progressista e umanista di cui abbiamo bisogno: dire che il denaro sia meritocratico, come fa Fazio, implica una concezione elitista e conservatrice della giustizia.

È per queste ragioni che chiunque rivendichi oggi una morale diversa da quella dominante dovrebbe rifiutare la narrazione di Fedez, J-Ax e Fazio. I loro valori sono frutto di un’egemonia neoliberista che va respinta anche sul fronte dell’etica e della morale. Indipendentemente dal fatto che chi si ne fa portavoce si dichiari comunista o no. A prescindere dal fatto che porti un Rolex sul braccio o no.

@JacopoCustodi

comunisti col rolex, fedez, j ax, musica, neoliberismo, sinistra


Aldo Giannuli

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Comments (26)

  • Non ho la televisione, non seguo l’attualità musicale e pensavo che “Comunisti col Rolex” fosse un insulto coniato da Brunetta o dalla Santanchè. E’ proprio vero che non si finisce mai di imparare. Chiedo però al dottor Custodi di chiarire un punto. Un conto è una falsa coscienza storico-ambientale (per esempio, se un soggetto è nato in un villaggio del Far West o del Tibet o della bergamasca): inevitabilmente assorbe le idea prevalenti del suo ambiente, e solo eccezionalmente riesce a elaborare una concezione del mondo indipendente. Altra cosa è una falsa coscienza per rimozione-ricostruzione, per cui il soggetto nella sua vita ha incontrato, compreso e magari fatto propri strumenti per una lettura critica della realtà circostante, e successivamente, magari spinto da una migliorata condizione sociale, ha preferito una visione più “ingenua” del mondo, perché meno problematica da sostenere nel suo nuovo ambiente. Sono due cose diverse, o mi sbaglio?

  • “Franz è il mio nome, e vendo la libertà
    A chi vuol passare dall’altra parte della città.”

    Bravo Jacopo!

    E’ pura falsa coscienza… la stessa che, dall’altra parte dell’oceano, senza “comunisti”, ma con “rolex” (e jacuzzi piena di bikini allegri, ma qui non vedo donne in piazza coi cartelli… che strano femminismo, quello a stelle e strisce) celebra la ricchezza di tamarri in canotta e medaglione, di ogni colore e tatuaggio possibili e immaginabili. Il “comunisti” da noi si può mettere, qui “fa figo”, come direbbero nel quart’oggiaro (fisico o culturale, poco fa) da cui i nostri eroi provengono: per inciso, anch’io vengo dallo stesso ambiente di sottoproletariato e ne vado fiero e orgoglioso. Solo che, con me, ci fu all’epoca un donmilani che mi disse che con duecento parole lo avrei sempre preso in quel posto da quello che ne sapeva duemila, e così ne ho imparate ventimila e non smetto mai di impararne ogni giorno. Loro, da 200, sono riusciti a regredire a 150 (analfabetismo di ritorno) e, tra un bofonchio e l’altro, si crogiolano del plauso del duemilaparole di turno che, uso a leccare i potenti con la parte sinistra della lingua, sa sempre cosa dire in ogni occasione.

    Per questo, premesso che ogni ideologia è falsa coscienza (almeno secondo Marx), materialismo dialettico compreso nel momento in cui smette di essere mezzo, o metodo, qui c’è poco da sfogliar verze: è la stessa minestra di oltreoceano, condita con una variazione sul tema in salsa italica, secondo quello che Rodari nella Grammatica della Fantasia chiama “binomio fantastico”, ovvero comunisti col rolex, fascisti con le giarrettiere, conigli con la motosega, galline col sigaro, e via. Ai suoi bambini faceva addirittura pescare da due vasi due parole a caso e faceva costruire una storia intera, col binomio fantastico ottenuto: ma quella era fantasia, questa è, come già detto, minestra riscaldata.

    Infine, proprio stamattina avevo più del solito, come si dice da queste parti, la voce in cantina, e mi è uscito un “no” alla mia bambina che l’ha colpita, quasi da basso dei Platters in “16 tons”. Nota che ha subito provato anche lei a riprodurre, e allora io a spiegare che no, le bimbe hanno le note alte: poi avevo il tablet acceso e così son passato da Giannuli al Flauto magico di Mozart. Mentre sentivo il gorgeggio di questo soprano con un timbro che era un piacere sentire per tutto, orecchio, spirito e quant’altro, non potevo non pensare che, oltre ad avere un talento naturale e considerata l’età, aveva studiato musica trent’anni per prendere, ad andar bene, un quarto della metà di quello che prende in una stagione ciascuno dei nostri eroi. Poi, pensavo a quelli che studiano sempre dieci anni di conservatorio per finire a fare gli arrangiamenti per rendere “musicale” il rutto campionato dei suddetti… e ho deciso che era ora di andare al lavoro, perché sarebbe bastata un’altra sinapsi sbagliata a lanciare il tablet dal tavolo.

    Ciao!
    Paolo

  • Pensare che il prof. Giannuli ha elogiato un paio di volte fedez come simbolo di una generazione, quella dei ventenni, più disincantata e “politicamente impegnata”. Per quel che può valere io sono molto più vicino alla versione di questo articolo.

  • Per i costruttivisti le rappresentazioni del mondo sono costruzioni fondate su elaborazioni “soggettive”.

    Non di rado queste rappresentazioni non sono organiche e ben strutturate creando occasione per la consapevolezza di contraddizioni (dissonanza cognitiva).

    Il denaro è un mezzo di natura sociale il cui fine percepito si colora as seconda delle inclinazioni soggettive.

    Il marginalismo, disequilibri di potere contrattuale ed altre questioni hanno indebolito in molti la “percezione” di una equipollenza lessicale tra “denaro” e “lavoro” e dunque generalmente non si usa menzionare l’uno per intendere l’altro.

    Riguardo certi usi degli “status symbol” val bene menzionare ironicamente Epitteto per marcare il paradigma.

    <Di nostra competenza è unicamente l’uso che facciamo delle rappresentazioni ovvero il modo in cui le giudichiamo. E di questo possiamo esser fieri, qualora sia in armonia con la natura delle cose.>

    [6] Di fronte a un pregio o a un merito che non ti compete, suvvia, metti a tacere il tuo orgoglio. Se il cavallo si vantasse esclamando: «ma che bello che sono», tanto tanto lo si potrebbe capire.

    Ma se sei tu a menar vanto: «ho davvero un bel cavallo», sappi che ti stai attribuendo, indebitamente, un pregio che in realtà appartiene al tuo cavallo.

    Che cos’è veramente tuo? Il modo in cui usi le tue rappresentazioni, ossia la capacità di
    giudicare. Sicché, quando finalmente riuscirai ad armonizzare il tuo giudizio con la natura delle cose, solo allora potrai essere a buon diritto soddisfatto e fiero di te stesso: perché di questo unico bene sei davvero padrone.

    http://brsbiblio.altervista.org/portale/sites/default/files/pdf/enchiridion.pdf

    Non seguo molto il mondo musicale ma riconosco il valore che la musica e le sue “incarnazioni” hanno nella nostra cultura.

    “Quanto” i due cantautori siano famosi e siano amati lo devono al loro essere lavoratori.

    PS: In generale, dal punto di vista espressivo, commisurare in “vendite” non consente agli interlocutori di trarre le stesse implicazioni di quando qualcosa sia commisurata in “denaro”: insomma il “vende molto” e il “costa caro” non vengono considerati sinonimi e dunque usare l’uno in luogo dell’altro può generare malintesi.

  • Ottimo pezzo meritevole di attenzione.
    Den Xiaoping lo aveva spiegato molti anni fa: “to get rich is glorious”.
    Cioè: siamo comunisti fin tanto che non si riesce a battere chiodo, ma quando si trova il modo di fare “i danee”, come si dice a Milano, al diavolo Marx.
    Anche per il signor De La Palice era evidentissimo come fosse meglio, molto meglio, vivere comodi con i soldi piuttosto che stare al freddo ed a digiuno per coerenza con la bandiera rossa.
    E’ qui che nasce il conflitto insanabile: stare comodi al caldo, con il Rolex, pretendendo però di poter sventolare pur sempre la bandiera rossa.
    Siamo nell’ossimoro esistenziale!
    Se sei comunista, un vero comunista, devi applicare la dottrina e mettere appunto “in comune” la tue ricchezze condividendole con il popolo.
    Quindi niente Rolex, al più un comune Tissot, usato!
    Altrimenti non puoi propri dirti comunista, e se proprio insisti a mettere al polso il prezzo pregiato, potrai al massimo dire di essere un “socialdemocratico col Rolex”:
    Ma passiamo oltre.
    L’altra faccia della medaglia, e mi piacerebbe leggere al riguardo il pensiero di Custodi, è il rapper “Bello Figo” il coloured che canta “io non pagare affitto, non fare operaio, volere wi-fi gratis”. In pratica quello che vuole essere mantenuto dallo Stato in quanto migrante (latente sostenitore di una pura dottrina “comunista”)
    C’è una generale incazzatura contro questo tizio, ma anche qui l’elemento anomalo non è tanto lui quanto uno Stato che accoglie ed elargisce a prescindere, comunisticamente tralasciando qualsiasi indagine meritocratica.

  • Premesso che non seguo Fazio e dei due ‘artisti’ conosco a mala pena il nome, trovo l’articolo emblematico degli errori del pensiero di un certo tipo di sinistra, che non riesce a chiamare le cose col proprio nome.
    Inventare un oggetto nuovo che soddisfa bisogni delle persone è un’ottima cosa e non deve creare imbarazzo la ricchezza derivante. Se io l’oggetto da me inventato lo produco là dove posso sfruttare gli operai, il surplus ottenuto è immorale. Ancora, se l’oggetto da me inventato non serve a soddisfare dei bisogni, ma io ne faccio attraverso i media un oggetto di moda, il guadagno è egualmente immorale.
    In conclusione, non è il quanto guadagno a rendermi una persona eticamente corretta, o immorale, ma come ottengo il guadagno.
    Nella fattispecie, non conoscendo i due ‘artisti’ non mi esprimo sulla loro moralità, ma chi ne ha seguito il percorso può farlo da sé, considerando il comportamento dei soggetti. Ovvio, la conclusione si presta ad essere estremamente soggettivata.

    • L’articolo non vuole denunciare l’arricchimento onesto ma il concetto espresso nell’intervista “se guadagno ho successo, più guadagno più ho successo” che sconfina nell’esprimere l’altro concetto “il metro del successo è solo guadagno”, concetti strettamente connaturali alla subcultura del “tamarro” e del “cafone arricchito”.

  • ACME NEWS
    Virgin Rays, tramite il suo agente per l’Italia Mayo’s, durante un’intervista concessa al magazine Rolling Stones si è lamentata della pubblicità gratuita concessa a due pressoché ignoti musici quali Emilio Fedes e D Gay X dal blog di Giannuli, malgrado la folk singer si sia prodigata a non finire per far parlare delle sue opere musicali e non, risulti ormai dimenticata dal blog.
    Il PD, tramite il governatore della Campania Vincenzo de Luca, ha espresso la sua solidarietà alla Rays, ingiustamente ignorata.
    Secondo i boatos provenienti dalla Casataleggio & associati la Rays potrebbe essere nominata ambasciatrice speciale dell’Unicef in Africa.

  • Analisi ampiamente condivisibile e associabile a praticamente tutta la musica contemporanea, che è diventata strumento di legittimazione e consolidamento del pensiero dominante (il rap come genere è in questo senso illuminante).
    Non a caso, nel proprio studio, Fazio non invita un Roger Waters, o un Caparezza.

  • mi sono fatto un giro su youtube per vedere chi fossero questi due J-ax & Fedez a me sconosciuti. Non ho capito che cosa abbiano di tanto speciale, anzi mi sembra che aderiscono ad un cliche’ trito e ritrito, per me possono anche andare a farsi benedire. Per contro qui in Italia abbiamo in campo teatrale uno come Marco Baliani che e’ un grandissimo attore/narratore e non lo conosce nessuno. In particolare la TV che e’ sempre piu’ banale e provinciale non promuove chi non e’ altrettanto banale e provinciale

  • ma questi sono molto diversi dalle “cicale” sonore degli anni sessanta e settanta ? no affatto…Bob Dylan..in un intervista di qualche anno fa disse : “….venivano da me gli hippies …nel cancello della mia abitazione (villona ) mi intrattenevo con loro per “dovere” (leggere = doveroso marketing…c’era sempre qualche giornalista che avrebbe scritto magari un magnifico articolo sul giornale “Rolling Stone ” ) e mi parlavano di economia alternativa, di sistema, di “farming” autogestita per bypassare la produzione di sistema, etc etc ….” e —- continua il “menestrello” icona Dylan—…io tra me e me…pensavo: “…ma di che ..azz….parlano sti qua ..? li ascoltavo e non li sentivo ..annuivo …”…
    I favolosi menestrelli della favolosa (un autentica schifezza ) rivoluzione degli anni sessanta ..icone anche per diverse generazioni successive…erano solo degli “imbroglioncelli” per polli : le masse pseudo rivoluzionarie. Infatti son tutti diventati stra miliardari e parte integrata del sistema che farfugliavano di voler combattere.. La differenza tra loro e questi ? che quelli erano artisticamente bravi , ti talento ..questi non valgono nulla sotto nessun punto di vista : monnezza , cianfrusaglia inutile per non dire dannosa . L’unico comune denominatore: entrambi imbroglioncelli opportunisti. Diffidare sempre di chi con la protesta ci fa il denaro.

  • Il rapporto OXFAM si basa su dati fasulli, può trovare in rete diversi commenti a proposito. C’è sicuramente una concentrazione di ricchezza ma non a quei livelli.
    Non è l’apologia del denaro che mette in crisi i valori di comunità e di solidarietà ma il livello culturale di chi lo ha: i personaggi dello spettacolo che lei cita (TV, musica, Formula 1), insieme a molti altri (calcio e sport vari, modelli, ecc) mai si sarebbero arricchiti se non ci fosse un pubblico che li finanzia. Per evitare che questi personaggi diano questi esempi basta alzare a sufficienza gli scaglioni dell’IRPEF, e magari mandarli in galera quando evadono il fisco.

  • Purtroppo nulla di nuovo sotto il sole se ben ci pensiamo. Le tattiche sono antiche, ricordiamo l’adorazione del vitello d’oro? E infantili, ricordiamo quando da piccoli si magnifica ciò che avevamo per essere ammirati? Qui è il denaro è chi ne ha tanto viene ammirato

  • Romani dell’Urbe e della suburbia,
    Latini, Sabini e Volsci,
    compatti, uniti e serrati
    assaltate i negozi di dischi.
    Come un sol uomo scaricate da internet
    l’ultima fatica canora di Virgin Rays
    “Assicurazioni a me e riassicurazioni a voi” !!
    Pompate per le radio il track “assicurescions end riassicurescions” !!

  • ACME NEWS
    Ieri, data di pubblicazione dell’ultimo disco di Virgin Rays, ci sono stato 1,5 mil. di contatti con il suo sito per scaricare la performance live del concerto “Institutions”.
    La singolarità del nuovo tour promozionale è data dal fatto che non sono noti in anticipo i luoghi di esibizione. Sembra che le date e le locations non siano decise dalla folk singer o dal suo manager.
    I fans più accaniti della cantante ringraziano, perchè in tal modo sono evitati odiosi fenomeni di bagarinaggio.
    In torno al personaggio si è creato un clima di attesa: quale sarà la prossima ? Cosa ci riserverà?
    Da alcuni suoi turnisti della rock band si è appreso che è da escludere un concerto presso il Quirinale o presso la sala Nervi.
    Forse è in agenda un happening presso la pretura, o presso il consolato, o presso il tribunato. Dalla questura hanno declinato l’invito.

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