Gli Italiani e la politica: è ora di cambiare passo.

La Repubblica, nella scorsa settimana ha reso noto il suo rapporto sulla politica in Italia e le “novità” sono queste:

a.    gli italiani si fidano sempre meno delle istituzioni che sono tutte in calo di popolarità

b.     all’ultimo posto sono i partiti che godono la fiducia di “ben” il 6% degli intervistati

c.    però gli italiani non sono affatto ostili alla politica in quanto tale, anzi sale la voglia di partecipazione

d. questo desiderio di partecipazione cresce sia attraverso nuovi canali, come internet, sia attraverso la rivitalizzazione di vecchie forme come le manifestazioni tradizionali

e.    a ridestare questa “voglia di politica” è stato anche il referendum con la sua lunghissima campagna elettorale (ed io ci aggiungerei anche il malessere prodotto da questa crisi interminabile).

Per la verità, molte di queste cose le avevo già avvertite durante la campagna referendaria: fra iniziative per il referendum e presentazioni del libro (che, comunque, riguardava i temi referendari) ho fatto molte iniziative, sono stato in circoli Anpi ed Arci, in scuole e facoltà, in meet up 5 stelle e librerie, in feste di Rifondazione e del Pci  ed in comizi di area Sel-Si, in circoli della provincia ed in città come Roma, Piacenza, Brescia, Vicenza ed, ovviamente, Milano. Dappertutto ho trovato un forte attivismo spesso condiviso anche da persone che non facevano politica da anni.

Naturalmente io ho battuto l’area della sinistra e del M5s, ma suppongo che questo attivismo abbia riguardato anche la Lega, i circoli di Forza Italia ed, ovviamente, anche il Pd. Si sono scavate trincee profonde che non si colmeranno tanto presto, ma è anche squillata una tromba che ha invitato tutti a schierarsi ed anche questo non è un fenomeno passeggero.

Gli italiani vogliono una diversa classe dirigente e canali di trasmissione della domanda politica, non ostruiti da un ceto politico corrotto, impreparato, mediocre, arrogante  come quello attuale, ma, per farlo hanno bisogno di altri canali di formazione della classe dirigente.

I parlamentari, i ministri, i sottosegretari (come peraltro i dirigenti sindacali, i manager, gli imprenditori, i giornalisti, gli accademici ecc) non si improvvisano e sono il prodotto di una selezione che deve premiare sia preparazione che disinteresse personale. Non è vero che il primo che passa per strada sia di per sé più onesto e meno avido del politicante più incallito: magari non gli bastano 5 anni a capire la politica, ma state tranquilli che impara subito come fare i fatti suoi nella nuova posizione.

Dunque, la mancanza di ogni esperienza politica garantisce solo che il nuovo venuto è una bestia, ma non che sia più onesto di quello che va a sostituire.

Il disastro della Seconda Repubblica è che i nuovi partiti hanno allevato solo politicanti bravi a far carriera ma non a capire la politica, con il risultato non solo di questa porcheria di ceto politico, ma anche di inaridire ogni formazione politica di base. I partiti della Prima Repubblica, nonostante i loro innegabili difetti (che li portarono alla dissoluzione) ebbero un grande merito nell’opera di alfabetizzazione politica di un popolo che usciva da una guerra disastrosa e da un regime ignobile.

Molto faticosamente gli italiani compresero cosa fosse la democrazia pluralista, la dialettica fra diversi, l’importanza del consenso ed il rispetto del dissenso, la necessità delle alleanze e dei compromessi, il rapporto fra politica e cultura, il valore dell’organizzazione retta sulla decisione collettiva e tutto si basava sulla militanza ideale. Tutto questo è stato spazzato via dal colpo di Stato di Occhetto, Pannella e Segni che ha spalancato la strada al berlusconismo.

Il pluralismo è stato soppiantato da un fittizio bipolarismo forzato dall’ortopedia della legge elettorale, il confronto fra diversi reso inutile dal trionfo del “pensiero unico” che rendeva uguali tutte le proposte politiche, il consenso è diventato solo manipolazione mediatica, ogni compromesso o alleanza è stato presentato come “inciucio” o pratica deteriore, il rapporto fra politica e cultura è sparito, la decisione collettiva è stata sostituita dalle decisioni unilaterali del ducetto di turno attorniato dalla sua corte di leccapiedi e la militanza è stata sostituita dalla pratica prezzolata o dal tifo da stadio.

E purtroppo molti di questi guasti intellettuali si sono trasmessi anche a molti cittadini che hanno perso ogni categoria della politica. Quello che spesso viene definito spregiativamente come “populismo” non è altro che il prodotto logico dell’antipedagogia politica di 25 anni di neo liberismo e di ideologia della Seconda Repubblica.

Per un quarto di secolo, leader politici più o meno improvvisati (a cominciare dal Cavaliere, Bossi e Di Pietro) o consumati reperti di retrobottega (da Occhetto a Fini, Rutelli e Casini) si sono preoccupati solo di “bucare il video”, facendo a gara a chi la sparava più grossa. Si è promesso tutto ed il contrario di tutto, senza alcun ragionamento serio, ma solo badando all’effetto mediatico della frase. E la gente si è abituata a pensare che ogni problema abbia una sua soluzione “facile” e detesta ogni ragionamento complesso.

Ora siamo al crollo di tutto questo, anche per effetto della lunga crisi, ed i cittadini si risvegliano, ma non sanno da dove cominciare. E i problemi sono tanti: come ricostruire una cultura politica di massa? Su quali temi e come? Come organizzarsi senza ricascare nello schema delle oligarchie partitocratiche della prima repubblica? Su quali parametri fare la selezione della classe dirigente? Che tipo di militanza riscoprire? Ed altri ancora.

Ovviamente, una restaurazione dello statu quo ante non è né possibile né auspicabile, per cui, pur riscoprendo lo strumento partito occorre vigilare che non ridiventi la scala per i soliti arrivisti affamati di soldi e di potere.

Occorre rivitalizzare il dibattito di base ed, in questo, internet è uno strumento utilissimo, se ben usato. Occorre ridefinire l’orizzonte e le modalità della militanza politica evitando le secche dell’attivismo becero e della pura tifoseria, ma anche evitare la web-dipendenza di chi sta incollato alla tastiera senza nessun rapporto con la vita reale.

Occorre soprattutto saper intrecciare le forme tradizionali di partecipazione politica e quelle nuove, mentre lo stato attuale suggerisce una certa distanza fra gli utilizzatori delle prime e quelli delle seconde.

Abbiamo bisogno di realizzare scuole di politica e centri di studio ed analisi, di reti di contatti on line e di sedi fisicamente presenti sul territorio, di organismi di tipo rivendicativo e di circoli culturali.

Una occasione d’oro è data proprio dalla presenza dei comitati per il NO, che ancora non si sono sciolti. Anche per questo ho pubblicato quell’appello sabato, aderendovi ed invitando ad aderire. Ma non sono molto ottimista e temo che le organizzazioni pre esistenti non guardino di buon occhio la cosa, preferendo affossarla.

Per ora iniziamo a discuterne, poi, un po’ per volta arriveremo a qualche idea più precisa.

Aldo Giannuli

aldo giannuli, attivismo, come cambia la politica italiana, comitati per il NO


Aldo Giannuli

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Comments (25)

  • “I parlamentari, i ministri, i sottosegretari (come peraltro i dirigenti sindacali, i manager, gli imprenditori, i giornalisti, gli accademici ecc) non si improvvisano e sono il prodotto di una selezione che deve premiare sia preparazione – che disinteresse personale – ** questo forse è pretender troppo…**. Non è vero che il primo che passa per strada sia di per sé più onesto e meno avido del politicante più incallito: magari non gli bastano 5 anni a capire la politica, ma state tranquilli che impara subito come fare i fatti suoi nella nuova posizione.
    Dunque, la mancanza di ogni esperienza politica garantisce solo che il nuovo venuto è una bestia, ma non che sia più onesto di quello che va a sostituire.”
    ——————————————————-
    Notevole, Aldo, veramente notevole!!
    Quando la dici così giusta non posso far altro che tacermi e renderti rispettoso omaggio.
    Speriamo che anche nel Movimento se ne rendano conto.

  • Professore, buona sera e ben detto!

    Essendo emotivamente coinvolto, mi rendo conto di non avere abbastanza lucidità per una valutazione obbiettiva di questa complicatissima fase, sicuramente la più difficile dal dopoguerra a oggi. Soltanto quarant’anni fa, Bruno Trentin scriveva “Da sfruttati a produttori” preceduto, poco prima, da Luciano Lama e la sua “Intervista sul sindacato”. Letti oggi non solo non hanno perso di attualità, ma restituiscono la cifra di un ceto politico-sindacale di prim’ordine e, oggi, praticamente estinto. Ho scorso ora alcune loro parti per cercare, tramite un metodo detto di straniamento, o otstranenie, usato perlopiù in letteratura, di staccare un attimo e ritornare a bomba da una prospettiva diversa.

    All’epoca si parlava di politico e sociale, di autonomia del sindacato, di Consigli di fabbrica: oggi il politico è quello che è, il sociale è diventato “social”, il sindacato è in piena difficoltà, messo in crisi da un lavoro precario, dove in molti luoghi di lavoro (mio compreso) non esistono né RSU, né rappresentanti dei lavoratori.

    Eppure alcuni spunti di allora sono molto, molto attuali:
    1. Il partito serve, come strumento che dia visione prospettica all’azione politica nel tempo, coordinando strategicamente azioni in vista del raggiungimento dei propri obbiettivi di trasformazione sociale, e nello spazio, collegando classi, realtà sociali, territori diversi fra loro e unificandone sforzi e movimento massimizzandone il più possibile l’efficacia;
    2. Il sindacato serve, laddove è ancora rilevante, per raggiungere il maggior numero possibile di lavoratori, precari e non, e farsi portavoce delle loro rivendicazioni immediate. Per esempio, i referendum promossi dalla CGIL vanno in questa direzione, e spero davvero che possano essere tutti approvati e sottoposti al giudizio degli elettori.

    Veniamo ora alla società civile finora rimasta esclusa, soggetto che PUO’ e DEVE iniziare a sporcarsi le mani, a contaminarsi con le prime due realtà, ad attingere a un bacino immenso di esperienze maturate in decenni di lotte e, al tempo stesso, a portare energie nuove e, per un periodo più o meno limitato nel tempo, perché no, a mettersi in gioco impegnandosi in prima persona.

    In questo senso, sono anch’io dell’idea che i Comitati per il No debbano cambiare nome. “Comitati per la difesa e attuazione della Costituzione”, potrebbe essere un’idea, la faccio mia (la proposta è dei compagni di Marx XXI) ma, ovviamente, per chi ne ha di migliori, è questo il momento di farsi avanti! L’idea è che questi comitati sopravvivano alla contingenza dell’esito referendario e costituiscano luogo di incontro, elaborazione e coordinamento politico-sociale fra soggetti di di diverse estrazione, esperienza e ambito di azione, uniti dall’idea forte di cui sopra. Vincere resistenze corporativistiche è essenziale, impedire che primedonne preesistenti o improvvisate vi mettano il cappello è indispensabile.

    In questo senso, avremo un lungo anno di lavoro davanti.

    Un caro saluto.

    Paolo

    • Tenerone Dolcissimo

      La triplice ha sempre rappresentato gli interessi parassitari e ne è riprova il fatto che siano schierati per l’imposta patrimoniale e per il rigore fiscale più in generale.
      Come possano soggetti simili -che difendono rendite parassitarie- essere qualificati fra i produttori è un mistero.

    • Caro Paolo,
      allo stato dell’arte, per poter ricominciare un nuovo periodo di liberazione dalla schiavitù e dal dominio delle oligarchie corrotte e predatorie serve un nuovo CLN…!
      il resto é noia, parlarsi addosso, aspettare – sognando- il sol dell’avvenire… !?!?!
      Il Prof. é molto bravo a decifrare il presente ma, a me sembra, sia meno sagace nel leggerlo per capire dove si sta andando…! Non sarà possibile fermare il “meteorite”, che stà per travolgere l’itera umanità, con le mani. Se non ci si rende conto che é tempo di resettare per ripartire e meglio lasciare che la naturalità degli eventi faccia il suo inesorabile corso…!!!
      un saluto comunista… di quelli veri.
      tonino basile – COBAS Roma

      • Caro Tonino,

        a ben vedere, il 2017 sarebbe anche l’anno giusto… quasi una nemesi storica!

        Un grazie anzitutto per l’attività sindacale di base che compi ogni giorno, non facile specialmente di questo periodo (i dati ISTAT sull’occupazione di oggi sono sotto gli occhi di tutti)!

        Per il resto, capisco il tuo punto di vista ma non mi sembra che sia molto distante o, quantomeno, inconciliabile, rispetto a quello di chi invoca una piattaforma di confronto fra forze democratiche e antifasciste per passare dai No ai Si. Un comitato per il No non potrà mai essere un CLN, non ne ha la statura, è un organismo di coordinamento debole e senza poteri reali. Tuttavia, se penso oggi alla frammentazione a sinistra, non riesco a immaginare che, in un ipotetico “giorno dopo” la catastrofe, quel reset generale, mettiamola così, auspicato, noi si abbia sufficienti mezzi per prendere in mano la situazione. In questo senso, ci mancano uomini e mezzi. Il rischio, è quello di vedere una barbarie completa, stile Libia dopo l’iniezione di “caos creativo” a cura delle “democrazie” occidentali.

        In questo senso, occorre preparare il terreno, formare politici capaci, se non i “rivoluzionari di professione” di leninistica memoria. E, per fare questo, occorre essere in grado di cogliere i cambiamenti economici, culturali, geopolitici in atto, inserirsi in essi sfruttando le contraddizioni fra Capitale e Lavoro, individuando momenti di un nuovo progetto di trasformazione sociale, che raccolga quanto di meglio tramandatoci dall’esperienza del cosiddetto “socialismo realizzato” (due cose fra tutte: proprietà sociale dei mezzi di produzione e pianificazione economica) e lo declini secondo le modalità di un’economia e di una politica globalizzate e multipolari. Non abbiamo da perdere che le nostre catene. Ma possiamo e dobbiamo cambiare il corso degli eventi, non possiamo ripartire ogni volta dalle macerie. Lo devo a quella bambina da cui ora sto tornando.

        Ciao!
        Paolo

  • Giannuli ricostruisce l’ultimo trentennio da una prospettiva puramente nazionale, ma esiti grosso modo analoghi si riscontrano in tutta Europa e in tutto l’impero a stelle e strisce. L’Italia ha semplicemente seguito la parabola di ascesa e decadenza del conquistatore anglosassone, come la Gallia o l’Egitto seguirono quella dell’impero romano.

    Mi sembra illusorio scambiare un piccolo risveglio di interesse dovuto al referendum per una nuova fase di impegno, tanto più in senso demo(pluto)cratico. La gente non ne può più di austerità e di clandestini e si avvicina il momento in cui un duce capace di saldare questi due temi avrà l’opportunità di ribaltare il regime e instaurare una dittatura soft (quelle hard sono troppo impegnative per un’umanità del genere).

    Ma sarà più un’esplosione di rabbia dinanzi a un regime predatorio che una riscoperta di idee e di passioni. Non esiste impegno comunitario senza religione e le ultime religioni secolari, quella comunista e quella nazifascista, sono parte del passato.

    • Egr. Lorenzo,
      leggo sempre nei suoi interventi il suo auspicio all’uomo forte, al duce (letteralmente) che, rifacendosi non si capisce bene a quali principi e ideali, sorga dal nulla e prenda in mano la situazione spazzando via tanta mediocrità. Il tutto preceduto dal crollo totale della civiltà occidentale, dalle cui ceneri possa sorgere un Ordine Nuovo, impersonato da questo suo novello Mussolini.
      In buona sostanza, Lei non auspica l’avvento di un rinnovato vigore virile ed etico basato su qualche nuova ideologia, anzi, Lei stesso giudica quelle del secolo passato ormai obsolete ed impraticabili.
      Mi viene un dubbio: non è per caso che Lei speri nell’avvento di un nuovo Mussolini per vederlo appeso anch’esso a P.le Loreto? Il lavacro dei veri e supposti peccati del popolo bue, la vittima sacrificale per chiedere al Dio di guardare di nuovo con benevolenza verso i mortali.
      Del resto, è un classico dell’essere umano e specialmente dell’italiano medio: portare qualcuno alle stelle, più o meno meritatamente, per poterlo poi abbattere furiosamente con le stesse motivazioni con cui era stato innalzato.
      Rispettosamente.

      • Caro sig. Roberto, 1) io giudico ormai obsoleta l’umanità occidentale guastata dal benessere e da tutti i mali che ne derivano (permissivismo e liberazione femminile in testa); 2) ho scritto duce perché è la parola italiana che meglio si avvicina al concetto e che fino ai primi decenni del secolo scorso veniva usata comunemente per descrivere i capi politici. Non ho particolare ammirazione per Mussolini e per il suo totalitarismo di cartapesta che mandava gli oppositori al confino invece di appenderli ai ganci da macellaio.

        • @lorenzo.
          @Benito
          io giudico ormai obsoleta l’umanità occidentale guastata dal benessere e da tutti i mali che ne derivano (Lorenzo )
          ——
          —–
          Cosa ne pensate : trovate qualcosa di condivisibile ??

          http://comedonchisciotte.org/delenda-est-systema-america/

          dell’articolo estrapolo ed evidenzio cio che mi interessa:

          —>>IL mondo attuale è testimone di alcuni eventi geopolitici drammatici ed importanti dopo la caduta dell’Unione Sovietica. L’Impero Americano, che si pensava avrebbe agito come il poliziotto della pace mondiale spinto a questo dalla fine della storia, ha incominciato a disintegrarsi

          —->>Di questa rivolta é leader la Nuova Russia (….) capo ideologico di questa guerra di resistenza contro il totalitarismo occidentale.

          —->>Questo può suonare come una notizia sgradita per i moderati russi “realisti” che cercano un compromesso con l’Impero Americano basato sul rispetto reciproco e sugli interessi condivisi.

          —->>>Il moderno Impero Americano è un regime alimentato da una totale e intatta ideologia

          —->>>dall’ideologia dell’Egemonia Liberale. Gli Stati Uniti hanno sposato il concetto del loro primato nell’ordine mondiale Neo-Liberale, un ordine che implica l’imposizione dei “valori Occidentali”, come la prevalenza dell’individuo sul bene comune, la supremazia delle Multinazionali, e la legittimazione della devianza sessuale. Qualunque nazione o popolo che si intrometta sul cammino verso questi traguardi è considerato immediatamente come un nemico da distruggere.

          —->>>la propaganda Neo-Liberale che adesso viene sfornata in quantità dagli spacci di notizie in tutto l’Occidente

          —->>>L’accusa principale verso la chiesa non è che sia corrotta o ipocrita in senso ordinario, ma piuttosto che si opponga al progetto Neo-Liberale di incoraggiare la diffusione nel mondo della devianza sessuale. Così in un modo strano, direi Orwelliano, l’accusa che viene portata contro la Chiesa è che la sua corruzione si fonda sulla sua effettiva mancanza di corruzione.

          Insomma la Chiesa Ortodossa Russa non è abbastanza corrotta.

          —->>>Questo tipo di resistenza alle imposizioni occidentali, questo rifiuto di condividere le patologie occidentali, è semplicemente inaccettabile per le élite che comandano a Washington. Queste Elite vedono la Chiesa Ortodossa Russa e, per estensione, tutto il popolo russo, come ostacoli per il loro programma e quindi nemici da annientare. Questa è la psicologia che spiega l’incredibile aggressività della politica americana verso la Russia

          —–>>>una guerra che contrappone i sostenitori del totalitarismo Liberale guidati dall’Impero degli Stati Uniti da un lato, alle forze dei tradizionali valori umani guidati dalla Russia, dall’altro.

          —–>>>Bene o male questa è la direzione presa dalla storia e ora la Russia è il leader ed anche il primo simbolo di questa resistenza. Questa non è una scelta consapevole fatta dai governanti della Russia al Cremlino, ma è piuttosto il ruolo che attribuiscono alla Russia la sua stessa esistenza e la sua storia.

          —–>>> la Russia ora è il nemico eterno dell’Impero Americano

          —->>>Questo conflitto proprio per la sua natura è piuttosto una battaglia esistenziale e spirituale tra due concezioni dell’umanità totalmente opposte. E’ una battaglia tra le forze dell’Umanità e quelle della Post-Umanità

          —–>>>le aspirazioni dell’Impero Americano Post-Umano vanno ben oltre il solo proposito di distruggere la Famiglia Tradizionale. L’obiettivo finale è la distruzione proprio del concetto di persona umana.

          —->>>“Ogni cultura è un sistema istituzionalizzato di richieste morali che elaborano lo sviluppo di relazioni personali, un deposito di simboli obbligatori.” Questi simboli obbligatori si collegano tra loro per formare una “grande catena di significati”. Questa catena di significati è stata la base su cui sono state costruite e mantenute tutte le società umane della storia. L’Occidente moderno ora è unito nel rifiutare queste tradizionali forme di cultura (Paolo : e si autodistruggerà…)

          —–>>>L’Anti-Cultura Americana é il culto dell’individuo che cerca di rifiutare tutte le regole tradizionali dei rapporti umani che erano state precedentemente imposte dalla cultura.(Paolo : anti cultura manifestatasi con prepotenza con la cosiddetta rivoluzione degli anni sessanta interessante a proposito : Aldus Huxley, Ginsberg, Kerouac, e poi Marcuse ..etc etc —ne ho citato a caso quelli che mi son venuti in mente — con il senno del poi..era tutta merda velenosa..altroché “liberazione” secondo me il coniugare la cultura degli anni sessanta con un sistema ideologico economico neo liberista : Hayek, Mises,Friedman etc etc il mix di tutto questo (e altro ) ha prodotto sto mostro che ci vuol divorare …)

          —–>>>Al suo posto l’Anti-Cultura cerca di assicurare “Libertà” per tutti. (…)
          “Al centro della libertà c’è il diritto di definire il proprio concetto di esistenza, e il significato dell’universo e del mistero della vita umana.” Questa è l’essenza del Moderno Sogno Americano, la liberazione della volontà individuale da tutte le pastoie morali e culturali,(Paolo : teorizzata dalla cultura della rivoluzione anni sessanta come prima detto..che oggi si rivela per quello che veramente era : veleno … ) dandole la possibilità di perseguire i suoi sempre più numerosi desideri, senza riguardo a quanto perversi, criminali, o demenziali possano essere.

          —->>>concetto Gnostico: “La cultura della terapia ha elevato l’autoreferenzialità ad una pseudo religione, facendone una versione moderna della convinzione Gnostica vecchia di secoli che l’autentica essenza divina deve essere liberata dalla corruzione e dalle regole della società, così che si possa rivelare il reale ordine del mondo.”

          —–>>> E’ il carburante che guida non solo la politica estera del governo americano ma anche le politiche delle organizzazioni non governative allineate come la famigerata Open Society Foundation di George Soros.

          —->>>>Quelli che sperano che una vittoria di Trump nelle elezioni presidenziali cambierà questo stato delle cose saranno tristemente delusi. Mentre una vittoria di Trump rappresenterebbe senza dubbio un significativo arretramento dei Globalisti Post-Umanisti, non significherà però la loro disfatta. Al massimo procurerà agli oppositori dell’Egemonia Liberale tempo prezioso e spazio per preparare le loro difese. Le risorse che i Post-Umanisti possiedono sono veramente formidabili, e sarà solo questione di tempo prima che lancino un contrattacco per riprendersi la presidenza e per espellere i loro oppositori, dato che dispongono di fondi virtualmente illimitati ed hanno anche il completo controllo di quasi tutte le leve del potere nell’università, nella comunicazione, e nei ministeri

          —->>>un finale più realistico è la vittoria di misura della Clinton e le conseguenze di questo fatto saranno notevolmente peggiori

          —->>Il conflitto tra le forze della Post-Umanità e dell’Umanità è già cominciato e non può essere fermato(Paolo = verissimo…da adesso in poi diventerà sempre più intenso ) . L’una o l’altra delle fazioni alla fine vinceranno perché hanno il controllo delle leve del potere dell’Impero Americano.

          —->>>Queste guerre finiranno solo quando i Post -Umanisti stessi non esisteranno più, e solo quando il loro impero sara smantellato e la loro ideologia sarà annientata, il futuro dell’umanità sarà sicuro. Fino ad allora lo spettro del totalitarismo Post-Umano continuerà a minacciare il mondo per quante battute d’arresto possa subire.

          —->>>>La scelta offerta dall’elite fanatica Liberale di Washington alla Russia, e a tutti quelli che si oppongono al futuro Post-Umano che lei sogna, è semplice: sottomettersi alle sue imposizioni oppure essere annientati. Di fronte a una tale scelta si può trarre una sola valida conclusione:L’IMPERO AMERICANO DEVE ESSERE DISTRUTTO

          Replica

          • Nell’articolo c’è un riferimento alla possibile vittoria della Clinton…(mi son dimenticato di toglierlo ) perché è un articolo vecchio pre elezioni americane .

      • E’, come dice lei, una religione, ma disaggregativa anziché aggregativa (come invece erano socialismo e nazifascismo): la falsa coscienza di una società in fase di sgretolamento atomistico.

    • le ultime religioni secolari, quella comunista e quella nazifascista, sono parte del passato. (Lorenzo )
      —-
      —-

      Gli ultimi ORRORI del passato brutale l’uno , brutale l’altro—–>> a questo va aggiunto il neoliberismo di di cui se ne sta delineando il vero volto (forse il peggio deve arrivare ) ….io non sono ottimista per l’immediato futuro …credo che sarà difficilino, complesso e forse tragico . Ho la sensazione (spero che sia tutta mia…e che sbagli ) ..che per l'”ennesima” volta dovremo passare attraverso il “dolore” …e rinsavire dopo—>> e allora che forse nascerà qualcosa di nuovo …(la situazione non italiana ma mondiale è troppo compromessa…in tutti i sensi ) .

    • @Lorenzo.
      Dittatura hard?
      Cribbio !!
      E’ il titolo di una nuova produzione televisiva?
      Io sarei il manager/impresario/ricuttaro( tanto per citare Arbore) di un attore non particolarmente alto, ma che sicuramente fa incassare cifre non basse.

  • apprezzo sempre gli articoli di approfondimento del Professore, ma…un’attenzione maggiore alla forma del testo non sarebbe male. la punteggiatura è quasi sempre imperfetta e ogni tanto escono errori come “statu quo ante” come nel presente lavoro

    • fra la fretta per cui ogni tanto salta una lettera come per status che diventa statu, la vista che fa sempre più fatica eil tentativo di mantenere un pezzo al giorno, più tutto il resto, temo che non si poossa pretendere più di tanto

      • capisco perfettamente, anche per questo noi tutti la seguiamo sempre nei suoi articoli limpidi nonché spesso anche di vero spessore accademico. grazie del suo lavoro

  • ACME NEWS.
    Oggi, intorno alle 30 senza lode, il leader dei liberali in via di estinzione, ha comunicato una notizia terrificante: gli euro grillini resteranno nella loro riserva per i prossimi giorni, senza il permesso di potersi congiungersi con altri euro qualcosa al di fuori del loro recinto, che pertanto resterà chiuso. Indescrivibile è il dolore che ha colpito i suddetti, i quali non potranno abbracciare altri da se, nonostante la subitanea marcia di avvicinamento condotta dalle altre sfere celesti, dopo un interminabile esodo.
    Una sola consolazione filosofica solleva il core devastato dell’afflitta base: i vertici saranno tra le pall .. ide assi delle staccionate a meditare sulla colossale figuraccia.
    P.s. La vendita dei pacchi ACME registra successi e diffusioni insperate solo fino a ieri.
    Grillo e Casaleggio, leggete questo blog !!

    • sintesi : clamorosamente e definitivamente auto-sputtanati e con il sedere per terra. Hanno fatto un gran favore alla Lega e a Fratelli d’Italia.
      Grillo ? uno “stratega ” formidabile. Non so se c’è da ridere o piangere —>>> o entrambi le cose contemporaneamente.
      Non credo sia un errore recuperabile (agli occhi degli antieuro ) .

      • In Italia potranno allearsi eventualmente con il PD …o ricongiungersi —>> quelli che hanno votato si all’ alleanza ci giurerei che erano tutti ex piddinazzi confluiti nel M5s. Salvo non vengano rifiutati pure da questi (il che…) . Roba da matti ahahahah

        d’altronde c’è un precedente: tra i papabili per la presidenza della repubblica …se non ricordo male tra i “preferiti” c’era anche Romano Prodi…..

  • Ultim’ora:

    L’incarnazione più recente della Consulta avrebbe dichiarato inammissibile il quesito sull’art 18 apparentemente coronando le illazioni per cui non sia possibile “abrogare una restrizione” col risultato di avere effetti non previsti dalla legge (come ribadito dall’avvocatura di Stato).

    Una questione tutt’altro che pacifica:
    http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/01/11/jobs-act-i-quesiti-al-vaglio-della-consulta_d694231c-b18d-401b-b0b8-31ff0b3ee40a.html

    Ed i referendum abrogativi parziali che li abbiamo a fare se non a concretizzare “risultati non previsti originariamente”?

    La questione riguarda il comma 8:

    http://www.bollettinoadapt.it/nuovo-articolo-18-risultante-dal-quesito-referendario-scheda-2/
    http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:www.fiom-cgil.it/web/attachments/article/2990/quesiti%2520referendari.pdf

    E se ne deduce fosse possibile anche una formulazione alternativa:

    «Le disposizioni dei commi dal quarto al settimo si applicano al datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore, che in ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo nel quale ha avuto luogo il licenziamento occupa alle sue dipendenze più di quindici lavoratori o più di cinque se si tratta di imprenditore agricolo, nonché al datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore, che nell’ambito dello stesso comune occupa più di quindici dipendenti e all’impresa agricola che nel medesimo ambito territoriale occupa più di cinque dipendenti , anche se ciascuna unità produttiva, singolarmente considerata, non raggiunge tali limiti, e in ogni caso al datore di lavoro, imprenditore e non imprenditore, che occupa più di sessanta dipendenti».

    Dunque non sarebbe possibile “ablare” la differenziazione rivolta agli imprenditori agricoli perché la legge originariamente non lo prevedeva ma al massimo rimuovere la parte riguardante gli imprenditori agricoli (ed innalzare per tutti i limiti)?

    Il recente referendum originariamente conteneva restrizione alle abrogazione parziali limitandole solo ad “articoli o parti di essi con autonomo valore normativo” il nuovo corso interpretativo illustra il perché.
    https://yespolitical.com/2014/07/15/riforma-senato-che-fine-fara-il-referendum-abrogativo-elettorale/

    La possibilità che si prefigurino interpretazioni costituzionali che consentano la stesura di articoli “scientemente” formulati in modo da ostacolare l’abrogazione parziale (cioè non modificabili senza incorrere nell’inammissibilità) sarebbe un serio vulnus alla democrazia.

    Non mi dite che queste sono cose da contesse Maffei proprio in questa pagina.

    • Dunque non sarebbe possibile “ablare” la differenziazione rivolta agli imprenditori agricoli perché la legge originariamente non lo prevedeva ma al massimo rimuovere la parte riguardante gli imprenditori agricoli (ed innalzare per tutti i limiti)?

      Nessuna delle due (perché -si desume- modificherebbero i limiti differenziati nelle intenzioni del legislatore): il comma 8 praticante “blindato” ad abrogazione parziale nelle parti salienti.

      Ma eliminare una restrizione o un criterio discriminate di una legge sarebbe -davvero– un atto “propositivo manipolativo” stante “l’omogeneità” dell’atto ablativo alla ratio del’legislatore (di cui si vogliono appunto “censurare” le deliberazioni “nelle forme e nei limiti della Costituzione”)?

      Cosa sarebbe stato ammissibile dunque, solo l’ablazione dell’intero comma 8?

    • Non resta che attendere il deposito della sentenza per conoscere le motivazioni dell’inammissibilità effettivamente accertate dalla Consulta.

      Scusate la concitazione ma le tesi pubblicate in questi giorni hanno suscitato nel sottoscritto più interrogativi di quanti ne intendessero fugare.

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