L’Isis stende la sua ombra sulla Libia e la Nigeria.
Il 27 gennaio scorso, a Tripoli, un commando del cd. Califfato di Derna (che ha riconosciuto la leadership dell’Isis) ha attaccato l’hotel di lusso Corinthia, dove abitualmente risiedono i manager ed i diplomatici restati in città e dove era ospite il premier islamista, Omar al Hasi (non rsconosciuto dalla comunità internazionale a differenza del governo di al Thani rifugiato a Tobruk) che però non era presente al momento dell’attacco.
La rivendicazione di Derna, parla di una azione per vendicare la morte di uno dei capi di Al Quaeda, Al Libi, avvenuta il 3 gennaio precedente, mentre era detenuto negli Usa.
L’episodio, però, non è affatto chiaro, perché Tripoli è sotto il controllo delle forze islamiste di “Fair Libia” (“Alba libica”), per cui non si capisce se il commando abbia agito all’insaputa di “Fair Libia” o se ci sia stata una intesa fra essa ed il Califfato di Derna. Soprattutto, non si capisce perché gli islamisti di Derna abbiano scelto una città controllata da un’altra forza islamista, piuttosto che un centro controllato da forze ostili.
Le interpretazioni avanzate sono diverse: c’è chi pensa che Derna aveva bisogno di una azione clamorosa per ragioni di immagine e Omar al Hasi l’abbia consentita per ragioni di “buon vicinato”, o magari, perché c’era qualcuno da colpire in quell’albergo e si è preferito ricorrere agli “amici” di Derna; oppure che il commando abbia agito con l’appoggio di una componente delle forze di “Fair libia” poco leali rispetto a Omar al Hasi. Di fatto, va detto che il commando si è fatto saltare in aria quando ha capito di non avere scampo, per cui le forze tripolitane sono intervenute contro di loro, e qui c’è chi dice per reagire contro una aggressione inaspettata, chi per cancellare i sospetti. Ma ci sono anche versioni più allarmanti: considerato che l’albergo era la residenza di al Hasi, sorge il sospetto che l’obiettivo (mancato) dell’azione fosse proprio lui e che Derna stia pensando di “annettersi” Tripoli. Se l’interpretazione corretta fosse questa, dobbiamo pensare che il controllo del territorio da parte delle forze islamiste tripolitane sia davvero molto precario, visto che un commando può arrivare sino alla residenza del leader locale, farvi esplodere un’autobomba e poi fare una strage a sventagliate di mitra.
Ma soprattutto, questo fa pensare ad una offensiva dell’Isis per portare sotto il suo controllo anche Tripoli.
Pochi giorni dopo (ieri) le forze islamiste di Boko Haram hanno attaccato in forze la città di Maidguri in Nigeria ed anche Boko Haram si colloca nella galassia jihadista che ruota intorno all’Isis.
L’impressione che si ricava è che la strage parigina abbia concentrato tutta l’attenzione sul fonte degli attentati interni e di Al Quaeda, mentre l’Isis, indisturbata, stia lanciando l’offensiva dei suoi alleati in Libia e Nigeria. Una situazione decisamente esplosiva che può avere conseguenze molto serie in un futuro non molto lontano.
Aldo Giannuli
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Zerco
Il terrorista X, di qualsiasi provenienza ed estrazione, che ieri era di Al Qaida e oggi è dell’Isis lo fa perché oggi l’Isis ha più soldi, più armi e più sostegno internazionale. E se dopo l’Isis nascerà lo Sfliinz, X sarà dello Sfliinz. Il resto sono manfrine.
Davidem
Credo che il termine tecnico sia “blowback”, ma noi italiani forse preferiamo l’espressione “giocare col fuoco”…
L’Isis è un prodotto genuino, autentico, malvagio ma è anche il frutto ovvio delle diverse strategie di Francia, Inghilterra, usa, arabia saudita e qatar.
Ricordo bene quando nel 2011, prima della guerra in libia, francia e uk cooptavano ex ufficiali di gheddafi allo scopo di preparare la rivolta o il dopoguerra… In quei giorni tutti scrissero si stavano dando le armi agli stessi uomini che si riconoscevano in alqaeda (qualunque cosa sia, sia stata o la gente creda onestamente che sia): eppure tutti se ne sono allegramente fregati in virtù della massima il nemico del nemico ecc..
L’Italia ha perso petrolio a buon mercato, la libia la sua stabilità (per quanto il leader libico non spiccasse per democraticità). Nel frattempo ci si preparava a sfruttare le nascenti primavere arabe e si facevano già i piani per la siria: un ex-ministro degli esteri francesi racconta ad esempio che suoi contatti nella politica e intelligence britannica lo informavano già allora (2011-12) di organizzare i rivoltosi siriani. Qatar e Sauditi hanno poi visto la possibilità di scippare l’Iraq alla dominazione americana e non se lo sono fatti ripetere. E poi sopra tutto, al posto del Fernet Branca, c’è naturalmente la guerra illegale (più illegale di tante altre guerre altrettanto illegali), la tabula rasa lasciata da Bagdad a Mosul. C’è quasi un milione di morti, diretti, indiretti, stillicidio di bombe; morti inesistenti. Se fossero morti in una catastrofe naturale oggi qualcuno almeno li piangerebbe. Non deve essere poi troppo difficile per il califfato trovare reclute da quelle parti.
Barb
Caro Aldo, visto che ti intendi di terrorismo, ti pare sensato che interi governi prendano decisioni gravissime (guerre, sanzioni ecc) sulla base di informazioni offerte da un’unica fonte e senza alcuna verifica ulteriore?
Mi riferisco al noto Site, unica fonte di informazione riguardo all’Isis oggi, e ad Al Qaida prima. Ogni video, ogni “dichiarazione” dell’Isis, ogni fato su di loro esce unicamente da Site e da nessun altro al mondo, e viene presa per oro colato.
La mission ufficiale di Site è “monitoriamo i forum jihadisti”, ma pare strano che su 7 miliardi di individui solo loro siano in grado di trovare questi forum ed estrarne le informazioni più preziose.
Non mi interessa tanto disquisire su chi sia Site davvero (qualche sospetto ce l’ho), ma mi preme sapere se condividi il fatto che siano decise guerre in base a quel che dice una sola fonte, senza fare verifiche. Pensaci: anche le tue pur interessanti analisi si basano su roba uscita esclusivamente da Site. Sei sicuro di non stare facendo analisi su fuffa? E come fai ad esserlo?
😉
Aldo Giannuli
storia curiosa che mi interesserebbe approfondire. Dubito che i servizi si fidino di quella sola fonte, però è interessante che essa ci sia..