Ipercapitalismo Finanziario e intelligence

Cosa c’entrano l’ipercapitalismo finanziario e il mondo dell’intelligence con la guerra contemporanea? E perchè il caso Telecom è stato uno straordinario esempio di guerra finanziaria? In questo articolo, pubblicato per la prima volta sulla rivista “Libertaria”, ho tracciato un quadro d’insieme. Buona lettura! A.G.

1- Una parabola lunga tre lustri.

Quando lo sgangherato colpo di stato del 21 agosto 1991 terminò nel più completo insuccesso -la fine dell’Urss era ormai inevitabile-, fu evidente a tutti la fine del bipolarismo: il mondo aveva, ormai, una sola grande potenza. Questo indusse molti a facili previsioni di una nuova era di prosperità e di benessere: la fine del bipolarismo avrebbe posto termine alla gara per gli armamenti, le spese militari sarebbero crollate in un mondo pacificato (ci fu anche chi azzardò che si era giunti alla “fine della storia), gli investimenti si sarebbero riversati su attività pacifiche favorendo una crescita economica senza precedenti. Non é andata così. Tuttavia, fra tante previsioni sbagliate, ce ne fu una, riguardante il futuro dell’intelligence, che, invece, si rivelò abbastanza azzeccata. Alcuni, infatti, segnalavano che gli apparati di sicurezza non si sarebbero ridotti perchè la fine del “grande nemico” non implicava necessariamente la fine delle attività terroristiche (di cui, anzi, si riteneva probabile un incremento) e perchè al tramonto della “guerra politica” sarebbe succeduta , con ogni probabilità, una “guerra economica” non meno intensa. L’alleanza occidentale avrebbe retto alla fine del patto antisovietico? Germania e Giappone avrebbero iniziato una guerra economica con gli Usa? Che effetti avrebbe avuto l’unificazione monetaria europea sul dollaro come moneta di scambio internazionale? Che conseguenza avrebbe avuto la crescita cinese che iniziava lentamente a profilarsi? Queste e ben altre le domande che si ponevano alcuni osservatori.

In effetti, nel nuovo contesto, l’accesso alle informazioni è diventata una risorsa strategica di primaria importanza: sapere in anticipo quale possa essere il comportamento di avversari, concorrenti ed alleati sul mercato mondiale (dal gioco in borsa alla fluttuazione delle monete, dalle gare d’appalto internazionali alle misure creditizie, dalla gara per l’assegnazione dei lotti petroliferi a quella per le forniture militari, ecc.) offre un evidente vantaggio a chi vi riesce e sfavorisce chi è occultamente osservato.

Similmente, l’influenza sui media (soprattutto sulle televisioni) offre la possibilità di attuare campagne informative (o disinformative) per condizionare lo svolgimento degli affari su scala nazionale ed internazionale: una opportuna campagna stampa può spingere la magistratura ad aprire una data indagine, può indurre qualche autorità sgradita alle dimissioni, può far fallire un’operazione finanziaria. Ovviamente, disporre di una massa di informazioni riservate da fornire a giornali e televisioni è un modo efficace per ottenerne la collaborazione (ove non bastino i rapporti diretti con la proprietà o la presenza di propri agenti al loro interno). Si tratta quindi di un ampio campo di attività dei servizi di informazione.

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Aldo Giannuli

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