L’indipendenza della Banca centrale.

Fin dagli albori della nascita dello Stato nazionale come lo consociamo adesso – cioè con la suddivisione dei vari poteri – il tema dell’indipendenza della Banca Centrale ha tenuto banco nei dibattiti di politica economica, tanto tra i classicisti, che successivamente tra i keynesiani. Infatti, già nel 1824, David Ricardo scriveva: “sarebbe un grave pericolo, lo confesso, se il governo […] avesse il potere di emettere moneta. Io, perciò, propongo di attribuire questo compito a dei commissari inamovibili dal loro incarico se non a seguito di una votazione di uno o entrambi i rami del Parlamento. […] I commissari non dovrebbero mai, sotto nessun pretesto finanziare il governo, né essere in alcun modo sotto il suo controllo o la sua influenza”.

Ma il termine indipendenza, riguardo alla Banca Centrale, che cosa significa? Come è da intendere questa definizione? Il termine indipendenza, riferito alla Banca centrale assume diversi significati nella letteratura, a seconda che riguardi il potere di stabilire e/o controllare rispettivamente: gli obbiettivi strategici della politica economica, le priorità tra questi obbiettivi, gli strumenti della politica monetaria, la massa monetaria e la gestione amministrativa interna della banca. Ogni scuola di pensiero economica contiene una sua teoria riguardante la politica monetaria, la Banca Centrale e il tema dell’indipendenza.

Negli anni di prevalenza del pensiero Keynesiano – lo stesso Keynes ha cambiato idea più volte sul ruolo della Banca Centrale – dalla seconda guerra mondiale agli anni Settanta, il dibattito sul ruolo della Banca centrale era stato risolto a favore del potere politico e cioè della fissazione degli scopi ultimi di politica economica e la determinazione delle priorità tra questi obbiettivi, lasciando ai dirigenti della banca la scelta degli strumenti e la gestione amministrativa interna. Un’interessante rapporto che incarnava lo spirito dei tempi era il Rapporto Radcliffe presentato al governo britannico, dove la banca centrale era definita: “a highly skilled executant in the monetary field of the current economic policy of the central Government ”.

Lo stesso Guido Carli, Governatore della Banca d’Italia dal 1960 al 1975, in tempi non sospetti ebbe a parlare apertamente di atto sedizioso il “rifiuto del finanziamento del disavanzo da parte della Banca d’Italia”. Il tema perciò di questa indipendenza è stata sempre persistente con idee nel merito altalenanti all’interno della teoria economica. Sarà il ritorno in auge di idee liberali propugnate da, come abbiamo visto, Milton Friedman e von Hayek, a far uscire due filoni di pensiero contrastanti relativi al tema della necessità di indipendenza della banca centrale.

Ma essendomi già dilungato troppo questi aspetti li vedremo nel prossimo articolo.

Ivan Giovi

banca centrale, ivan giovi


Aldo Giannuli

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Comments (7)

  • Ma di che indipendenza parla. Se a Washington il Senato vota una legge per avere i soldi per fare la guerra alla Russia e la banca centrale non corre a stampare con le rotative miliardi di dollari, arriva la Delta force e fa fuori tutti i banchieri centrali e indipendenti.

    • detto e premesso che “quando vogliono” lor signori neoliberisti -stampano quanto vogliono a go go ..sino a far apparire la spesa keynesiana un moscerino in confronto (senza Delta Force…non servono..) .
      Devo controllare i dati per sicurezza ..ma nella somma totale ..in relazione ad un medesimo periodo di tempo..i governi ad impronta neoliberista in particolare quello Reagan e Thatcher..hanno fatto più spesa pubblica degli altri…alla faccia dell’assenza di intervento dello Stato. Il neoliberismo è una fregatura totale: è finita in tragedia il primo sistema liberista (fine ottocento primo novecento …) con la crisi del 1929 e la guerra (anzi le varie guerre )….e si stanno preparando i presupposti per un altro crollo (altroché 2008 ) ed una altra mega guerra mondiale generalizzata (a questo “puntualmente” porta il liberismo S-E-M-P-R-E ..)..che può creare i presupposti per un ecatombe senza ritorno. Il volto feroce della dottrina neoliberista ancora non si è visto…lo si vedrà in un futuro non molto lontano. E si vedrà cosa veramente sono e cosa son sempre stati gli Stati Uniti. Il volto feroce degli Stati Uniti ancora nessuno lo ha visto veramente : il suo vero volto si vedrà.

    • ..hanno fatto più spesa pubblica degli altri…alla faccia dell’assenza di intervento dello Stato.(Paolo)
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      Anche perché non possono far diversamente: un sistema con uno “Stato Minimo”..con tutto deregolamentato…in una arena di “mercato libero” ….il sistema NON FUNZIONA. (ecco perché son stati sempre costretti a smentirsi dalla realtà e dalle contingenze economiche che essa pone ..e in un modo o nell’altro la spesa pubblica la hanno dovuta fare…magari a umma a umma….).Di una cosa non si son mai privati in particolare: del “””socialismo dell’1% “””…a spese del restante 99%.Non riesco a capire come ancora tanti apprezzino quel psicopatico contorto di Hayek..(amava Darwin e credo anche Malthus e il suo modello economico sostanzialmente era proiettato in quel senso ..)..un uomo introverso con turbe psichiche.Ovviamente stra-amato sia dalla Thatcher che da Reagan…

  • Bisognerebbe parlare in modo esteso del “liberismo” perché tanti troppi..in buona fede non si rendono conto dell’orrore di questa ideologia economica che pervasivamente ha inquinato il modus pensandi sociale…e della tragica pericolosità di questa ideologia economica. La cosiddetta indipendenza delle banche centrali…è un frangente della struttura di un sistema economico indispensabile al modello neoliberista. Indipendenza funzionale ai neo liberisti…che per fortuna si sta ricominciando a mettere in discussione…Tanti economisti anche qualche Nobel in tutto il mondo nel dibattito economico contestano il sistema delle “BC indipendenti ” ….(era ora!!!! ) …cito ad esemprio il premio Nobel Joseph Stiglitz…che in polemica con diversi economisti indiani sulla necessità di questi ultimi di render ancor “più autonoma” la BC .. il Premio Nobel Stiglitz ha chiaramente detto che c’è una sopravalutazione di natura ideologica sulla indipendenza “dogmatica” (dogma tutto neoliberista ovviamente ) delle BC affermando pure che una vera autentica indipendenza non è tecnicamente fattibile e che “di fatto” non soddisfa i criteri di efficienza che certo modus pensandi neoliberista attribuisce a tale sistema . Anzi afferma “: …La crisi ha dimostrato che uno dei principi centrali sostenuti da banchieri occidentali, ossia la necessità di indipendenza della banca centrale, è discutibile nel migliore dei casi … Durante la crisi, i paesi con le banche centrali meno indipendenti come la banca di Cina, India e Brasile, hanno fatto molto, molto meglio rispetto ai paesi con le banche centrali più indipendenti come l’Europa e gli Stati Uniti….”

    Dico io: verissimo !!!…addirittura la Cina al netto degli aspetti negativi del sistema cinese (il peggior comunismo + il peggior capitalismo selvaggio ) tecnicamente si serve del sistema Keynesiano ad impronta MMT …e tecnicamente funziona in modo eccellente !!! …(non sto sdoganando il sistema cinese..ma per quanto riguarda un certo aspetto tecnico..assomiglia al nostro pre separazione Tesoro /BC con in più sistema MMT …e che tecnicamente funzioni è sotto gli occhi di tutti..)

    • e bisognerebbe parlare anche di come veramente si sta negli Stati Uniti…Paese ad imprinting neoliberista (ne ho accennato in un post nel precedente articolo sulle BC ). E se veramente quel paese a motore neoliberista è un Paese libero (e di che qualità è la loro libertà ) e se veramente è ed è stato il Paese delle opportunità per tutti…….perché a me NON RISULTA CHE SIA COSI COME TENDENZIALMENTE CI DESCRIVONO I MASS MEDIA DA SEMPRE. AFFATTO. Per poi capire se quello è un modello da imitare (Dio ce ne scampi e liberi )

  • Tenerone Dolcissimo

    Guido Carli, Governatore della Banca d’Italia dal 1960 al 1975, in tempi non sospetti ebbe a parlare apertamente di atto sedizioso il “rifiuto del finanziamento del disavanzo da parte della Banca d’Italia”.
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    Sinceramente non so se il generico “rifiuto del finanziamento del disavanzo da parte della Banca d’Italia” rappresenti un «atto sedizioso».
    Mi sento però abbastanza sicuro, più in particolare, nell’affermare che il rifiuto di intervenire, acquistando titoli di stato, per stroncare atti speculativi contro i titoli stessi rappresenta un omissione di atti d’ufficio. E non c’è cazzo di lettera inviata da un cazzo di ministro che possa autorizzare un cazzo di incaricato di pubbliche funzione a rifiutarsi di espletare un cazzo di dovere. CAZZO!!!! (e scusate se ho detto “pubbliche funzioni”).
    Poi bisogna distinguere due casi.
    PRIMO CASO. Gli atti speculativi contro i titoli di stato hanno un fine meramente economico. Cioè lo speculatore vuole abbattere i corsi per vendere a 100 e riacquistare a 90 guadagnandoci sopra. Nella presente ipotesi rimaniamo nella omissione di atti di ufficio.
    SECONDO CASO. Gli atti speculativi contro i titoli di stato hanno il fine di sovvertire l’ordinamento democratico dello stato e le sue istituzioni. Che so … ad esempio -ipotesi assurda ma facciamola per chiarezza- si vuole dare l’ultima spallata per farlo cadere ad un governo già messo in difficoltà da qualche scandalo sessuale (per esempio il primo ministro va con puttane minorenni). In questa ipotesi andiamo ben oltre la semplice omissione di atti d’ufficio ed entriamo nel più inquietante mondo dove si parla di ALTO TRADIMENTO ovvero di ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE o ancora e più genericamente di DELITTI CONTRO LA PERSONALITA’ DELLO STATO.

    P.S. Supplica al buon Giannuli: perché non ci regali un bel video sulla GUERRA ECONOMICA, magari descrivendoci l’esperienza francese della famosa ECOLE? Su YT c’è una tua lezione in cui si tocca questo tema, ma un intervento ad hoc sarebbe gradito.

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