Cosa c’è dietro gli incendi siciliani e che fare contro i “piromani”?
Giorni fa mi è capitato di partecipare alla trasmissione di Agorà che trattava anche degli incendi sviluppatisi in Sicilia. Richiesto di intervenire su altre questioni (omicidio della parlamentare laburista inglese e valore politico del test amministrativo) non ho avuto modo di dire il mio punto di vista in proposito, che si riduce a due punti molto semplici. Dando per scontato che si tratta di incendi dolosi (l’autocombustione è fenomeno assai raro e l’eziologia casuale o il piromane isolato non si accordano con il gran numero di incendi e su un arco spaziale così ampio), poniamoci il problema del quale interesse abbiano gli incendiari e, a questo proposito, mi ha stupito la vaghezza delle risposte.
C’è stato che ha accennato sommariamente al “controllo del territorio”, chi ad una vendetta per i provvedimenti che che hanno vanificato le manovre di Mafia per mettere le mani sui contributi europei, chi per alcuni licenziamenti fra i forestali, chi per generici interessi speculativi. A me, sembra che si possa essere più precisi. Ormai il movente edilizio è poco convincente per i vincoli sull’edificabilità posti in caso di incendi e, dunque, se di speculazione dobbiamo parlare, non è in riferimento a questo. Mi sembra più convincente un’altra ipotesi: quella delle discariche. E’ convinzione diffusa che la Mafia tragga i suoi profitti dalle opere edilizie attraverso il meccanismo del subappalto contro il quale la Cgil ha svolto una lotta più che trentennale, una lotta comprensibilissima ma basata su un presupposto completamente sbagliato. Infatti, la Mafia non interviene attraverso i contratti di subappalto, ma attraverso quelli di nolo e fornitura soprattutto nel movimento terra. E questo significa che ha acquisito una specializzazione nell’individuare o formare siti per discarica. Ed il caso campano ci ha fatto capire quale businnes rappresenti l’eliminazione dei rifiuti industriali, edilizi, tossici eccetera. Dunque, mi sembra che l’ipotesi più convincente sia che questi incendi preludano (e l’ampiezza del territorio interessato fa pensare ad una operazione in grande stile) alla trasformazione di interi tratti della costa nord della Sicilia in discarica dei rifiuti non solo siciliani e, forse, non solo italiani.
Ma se questo è il piano, si immagina che ci siano segnali di una operazione di vaste proporzioni, con contatti avviati eccetera. Ed allora, mi risulta che presso i servizi di informazione e sicurezza e gli organi di polizia esistano appositi settori di contrasto alla criminalità organizzata con precisi compiti di intelligence: che fanno? Possibile che non abbiano sentore di una cosa di questo genere? Forse i responsabili avrebbero qualcosa da dire al Copasir ed il Ministro dell’Interno dovrebbe andare in Parlamento a riferirne. Va bene che l’attenzione è stata distratta dalle elezioni amministrative, però cerchiamo di non perdere d’occhio anche queste faccende.
Ed allora che fare per contrastare l’attività di Mafia nel settore. In primo luogo credo che intervenire spetti alla magistratura inquirente. Io credo che vada cointestato non l’illecito ambientale o il reati di devastazione, ma quello di strage, con tutto quel che ne consegue tanto in termini di pena prevista quanto di tempi di prescrizione e di aspetti procedurali. Mi spiego: per configurare il reato di strage non è affatto necessario che ci sia un morto. La strage è un reato contro la pubblica incolumità e la sua caratteristica è nel carattere indiscriminato della sua azione; in questo caso gli incendi hanno minacciato molto da vicino centri abitati e messo in pericolo la vita degli abitanti. Se non ci sono state vittime è dovuto al caso, ma avrebbero potuto benissimo esserci. Per cui credo si possa benissimo configurare il reato di strage.
In secondo luogo, il governo della regione Sicilia che deve fare scelte molto drastiche. Se in una regione ci sono ben 26.000 guardie forestali (cioè poco meno di un uomo per Kilometro quadrato includendo i centri abitati: una proporzione che non ha pari nel mondo) e si verificano lo stesso incendi di queste proporzioni, può significare solo due cose: o che gli addetti non fanno neanche il 10% del loro lavoro o che il corpo è semplicemente inutile. Pertanto: il corpo va sottoposto ad inchiesta amministrativa nella sua interezza, individuando le responsabilità individuali o si singoli reparti e uffici e vanno prese le misure conseguenti licenziando a raffica. Ad esempio è accettabile che pregiudicati, addirittura per il reato specifico di incendio, possano essere guardie forestali? In questo modo, sorge il dubbio che molto incediari vestano la divisa della forestale. Ma, mi direte, uno che è stato una volta in galera non deve lavorare più per tutta la vita? Certamente no, deve lavorare, ma non in quel posto soprattutto ce ha precedenti per particolari reati. Dunque tutti quelli con questi precedenti vanno immediatamente licenziati o, almeno, trasferiti ad altra amministrazione. In altri casi si potrà operare con prepensionamenti eccetera
Ma, potrebbe venir fuori che non è colpa dei singoli militi della forestale, magari perché in un contesto sociale difficile come quello siciliano, possono temere di essere esposti a rappresaglie, magari contro la famiglia o considerazioni simili. Quindi, anche se ha 26.000 uomini, il corpo è perfettamente inutile e, dunque, va sciolto senza indugi e la tutela del territorio va affidata all’esercito.
Sono misure eccezionali, ne convengo, ma la situazione è assolutamente eccezionale ed esige rimedi straordinari. Questo se vogliamo fare sul serio…
Aldo Giannuli
aldo giannuli, forestali sicilia
Sebastiano
26000 guardie forestali? Che io sappia le guardie forestali in Sicilia sono state ridotte a poche centinaia. Altra cosa sono i forestali (operai forestali) che sono 26000 con contratti vari (spesso a “chiamata”?) ecc.
Sebastiano Nicolosi
aggiungo: “a chiamata” significa che vengono chiamati quando ci sono gli incendi, quindi… Riguardo all’abolizione del Corpo Forestale (accorpamento ai CC) è un’idea di Renzi e a lui molto cara, il che mi fa insospettire…
Aldo S. Giannuli
non ho detto ci accorparli ai carabinieri
Sebastiano Nicolosi
Comunque sarebbe corretto distinguere gli “operai forestali” dalle “guardie forestali” siciliane dal corpo forestale nazionale: http://www.dazebaonews.it/italia/fatti-opinioni/item/41281-sicilia-guardie-forestali-i-conti-non-tornano-ecco-perche.html
Paolo Selmi
Martino buongiorno! Ottimo intervento, così come accurata l’analisi, in cui mi ritrovo pienamente. Il reato di strage è il più appropriato: strage prima, con la devastazione del territorio, strage dopo, quando gli abitanti gireranno i centri oncologici di tutta Italia alla ricerca di una soluzione al loro male. E rabbia, tanta rabbia perché tutto accade nella passività generale. Hai citato giustamente gli organismi di sicurezza e controllo. Ed è giusto: è inutile prendersela con la passività di una popolazione stremata da decenni di lotte inutili, frustrata dal muro di gomma che ogni comitato spontaneo o no incontra al livello successivo e risolutivo, resa impotente, cornuta e mazziata dalla logica imperante che, con l’ultima parola sempre in bocca, gli dice, in genere nel dialetto locale visto che il tasso di cultura di questi signori decresce coll’aumentare del diametro del rotolo di banconote in tasca: a vistu? tuttu stu casinu? i ppi ‘ccene? ma ‘ba ‘ccurcate. (ognuno poi lo declini nel dialetto che meglio crede, tanto ormai da Lavagna (GE) a Brindisi siamo tutti nella stessa barca…) Abito a venti chilometri da una città che ha come appellativo la “Città giardino” (Varese). Ed è vero, ma ho imparato girandola e vivendoci che tutta l’Italia è un giardino, bellissimo, da Nord a Sud. Non c’è un luogo che non abbia un suo fascino particolare, una sua storia. Pur avendo un occhio abbastanza allenato e uso a codici urbanistici e paesaggistici ormai stranoti, non smetto mai di sorprendermi, e di immortalare il tutto in qualche lavoro in bianco e nero, quando penso che mi sia riuscito bene. https://www.flickr.com/photos/114270893@N02/ Per questo mi incazzo doppiamente, oltre che per esserne stato colpito in prima persona. Un caro saluto.
Paolo Selmi
adamenzo
innanzi tutto una precisazione: i 26000 forestali sono lavoratori a turno, ovvero lavorano dai 56 ai 100 gg l’anno. solo pochi hanno un contratto che li vede coprire l’intero anno solare.
inoltre, considerata la, comprovata in altre epoche e per altre faccende, contiguità tra mafia e uomini dei servizi, possiamo essere sicuri che cosa nostra agisca esclusivamente in proprio e non sia invece “servizievole”?
Aldo S. Giannuli
be i forsetali sono stagionali anche in diverse altre parti del mondo, ma da nessuna parte si arriva a quei numeri
adamenzo
forse in nessuna altra parte c’è “lu pitittu” (la disoccupazione e la fame) che attualmente c’è in sicilia……..
se si tagliano con ogni pretesto (ventate di antimafia o di fedina penale pulita) anche queste risorse, nell’isola non resterà più nessuno.
tuttavia una razionalizzazione (non alla maniera “governativa”) del servizio è indispensabile.
Paolo Selmi
PS Parlando di Sicilia, sono venuto a conoscenza di questo comitato. Leggendo tra i documenti e i filmati prodotti, mi sono accorto di come sia emblematico di tante altre esperienze di comitati dal basso nel nostro Paese. http://www.maurizioscarpari.com/controterna/
fortebraccio
l incendio è stato appiccato scientificamente da gente addestrata.hanno usato persino i gatti,per fare propagare l incendio.
Gaz
Nei mafio piromani si legge un brutto senso di invidia e assoggettamento verso ciò che è più alto, come un albero, che pertanto va bruciato e livellato e verso la profondità della terra, che va sventrata e avvelenata per essere ricucita. In entrambi i casi -alberi e profondità- la cifra comune è la tortura dell’ambiete, di ciò che è più grande, che va rimpicciolito e sfruttato.
… tanto loro bevono acqua minerale, come diceva un camorrista durante una intercettazione telefonica.
andrea
non per fare il sudista a tutti i costi, ma anche con 26000 forestali, se poi i soldi per fare le opere di prevenzione vengono tagliati sia a roma che a palermo, non si fa un cippa. e non la farebbero manco in sud tirolo..