Immigrati, terrorismo e paranoia.

Come si sa, uno dei meccanismi base della paranoia è la percezione fortemente sovradimensionata di un pericolo e la conseguente risposta irrazionale ad esso. Teniamo fermo questo assunto di base ed applichiamolo all’atteggiamento diffuso nei confronti del fenomeno migratorio e di quello terroristico visto come inevitabilmente interrelato. Non credo ci sia bisogno di particolari citazioni di fonti per affermare che una parte significativa dell’opinione pubblica europea (lasciamo perdere se maggioritaria o meno, comunque rilevante) è convinta:
a. che sia in atto una “invasione” da parte dei popoli del sud del mondo ed in particolare islamici, principalmente a causa della debolezza delle classi dirigenti europee e solo in parte a causa delle guerre in corso in Siria, Iraq e Libia

b. che l’atteggiamento delle classi dirigenti europee nasconda, dietro pretesti falsamente umanitari, precisi interessi (il timore di perdere il petrolio del medio oriente, assicurarsi una sacca di forza lavoro di riserva per tenere bassi i salari dei lavoratori indigeni, addirittura il disegno di promuovere una mescolanza interraziale che assicuri la docilità di un popolo senza radici ed identità, di fronte ad una èlite globalizzata ed a carattere prevalentemente finanziario)

c. che l’immigrazione islamica (nel suo complesso, senza distinzioni fra islamisti e moderati, che in questo discorso, sono solo l’invenzione di qualcosa che non esiste)

d. celi disegni di conquista dell’Europa e distruzione della civiltà occidentale e che questo si esprima attraverso l’attacco terroristico che è percepito come uno delle principali emergenze del tempo presente

e. che occorra difendersi da questa invasione rafforzando la difesa dei confini marittimi in modo da scoraggiare le migrazioni e moltiplicare i respingimenti,

f. e. più in particolare, che occorra rivedere(e se possibile, eliminare) gli accordi di Schengen sulla libera circolazione per battere il terrorismo.
Come sempre, ci sono elementi di verità in questo discorso (ad esempio, la politica di “accoglienza” della Merkel abbia a che fare con la politica di bassi salari o che l’attuale ondata terroristica abbia una prevalente, se non esclusiva, connotazione islamica) ma il problema è la dimensione attribuita ai fenomeni in questione e la presenza di elementi del tutto infondati presenti nel discorso.

Partiamo da un dato secco: recentemente, un’ inchiesta ha comparato l’effettivo peso percentuale dell’immigrazione sul totale della popolazione europea con la percezione del fenomeno da parte dei cittadini indigeni. La percentuale reale oscilla fra il 3 ed il 4% medio, con una punta massima dell’8%. Nello stesso tempo, la “percezione” dei cittadini europei è che l’immigrazione costituisca fra il 20 ed il 31% sul totale, cioè una percezione da 5 a 10 volte superiore alla realtà. In Italia, gli immigrati si aggirano fra i 2 milioni e mezzo ed i tre, cioè il 5% circa, ma la percezione è 5 volte maggiiore). Già questo mi sembra un indice interessante. Questo forte divario fra sensazione soggettiva e realtà oggettiva è prodotta da una serie di fattori: in primo luogo, gli immigrati sono immediatamente “visibili” per le loro caratteristiche somatiche, in secondo luogo, sono molto concentrati (soprattutto nelle città ed in alcune loro zone particolari), per cui si ha la sensazione di una loro maggiore presenza. Ma, soprattutto, la sensazione è amplificata dalla presenza del tema sui mass media. Dunque, l’Invasione” sta più nella testa della gente che nella realtà.

In secondo luogo. Non è affatto vero che la maggioranza degli immigrati siano arabi o, comunque, di religione islamica (non tutti gli islamici sono arabi, e non tutti i cittadini arabi sono di religione islamica). Gli islamici si aggirano intorno al 30% sul totale, quindi sono fra l’1,5%ed il 2% della popolazione del continente, che non sembrano i dati di una invasione. Ma, soprattutto, (sorpresa!), la maggioranza assoluta degli immigrati è di religione cristiana (latino americani, etiopici, eritrei, filippini, est europei, minoranze cristiane di paesi a prevalenza animista, induista o islamica). Immagino alcune reazioni dei lettori: “Sono dati falsi” che è una classica reazione paranoica. Consiglio a chi abbia di questi dubbi, di fare un piccolo test assolutamente empirico e privo di valore scientifico: prendere un tram e contate i passeggeri, poi quelli che, già dalle apparenze, denunciano una provenienza extra comunitaria (capiterà di prendere siciliani o pugliesi per arabi e rumeni per friulani e vice versa, ma con molta approssimazione la cosa dovrebbe riuscire). Avrete una percentuale notevole, ma, in genere, al di sotto della metà), dopo, tenete presente i dati ambientali (è ovvio che a Milano ed in zone come via Sarpi o a Torino a Porta Palazzo, la percentuale sarà sensibilmente più alta che a Barletta o Sacrofano) e sociali (è molto più probabile che sia un immigrato a non avere l’auto e prendere il tram che non un italiano) ed, anche a dividere per tre o per quattro la percentuale prima calcolata, vi renderete conto di aver ottenuto un dato non molto distante da quelli che vi ho fornito. Non vi convince? Ripetete l’operazione su un treno, facendo caso alle differenze fra una carrozza di prima ed una di seconda classe. Ripeto che è una semplicissima verifica empirica che, però, dovrebbe per lo meno farvi dubitare dei vostri dubbi.

Pertanto, sono da rivedere anche certe convinzioni sulle cause dell’immigrazione: le guerre mediorientali hanno il loro peso, ma, contrariamente a quanto si pensa, la maggioranza degli arrivi, anche oggi, non sono affatto di siriani o irakeni, ma dall’africa sub Sahariana o dall’est europeo, spinti da altre ragioni. E fra poco vedrete un’altra ondata di rifugiati molto più consistente, ma da provenienze ben diverse: le previsioni parlano di una ondata particolarmente pericolosa del “nino” (pronuncia “nigno”, scusatemi, ma non trovo l’accento circonflesso sulla tastiera), la devastante perturbazione del Pacifico meridionale, che, questa volta potrebbe mettere a rischio la vita di 60 milioni di persone fra le cosate sudamericane a il Sud Africa orientale. Immaginate a quali flussi migrativi andiamo incontro? Anche se una parte si dirigerà verso gli Usa ed un’altra verso l’Australia, una bella fetta toccherà anche all’Europa. Come si vede, il fenomeno ha una complessità molto maggiore di quella che semplicisticamente si suole considerare.

Dunque, anche le considerazioni sui complotti delle classi dirigenti europee non sembrano molto fondati, anche perché i respingimenti sono tutt’altro che pochi, inoltre, occorre tener presente che la maggior parte dei flussi clandestini, non proviene affatto via mare, ma via retta, dalle frontiere orientali e, nonostante i kilometri di filo spinato degli ungheresi, una parte non piccola riesce comunque a passare, spesso grazie aiuto interessato della malavita.
E veniamo al tema dell’immigrazione islamica e del rapporto con il terrorismo. Che ci sia un problema particolare di convivenza fra noi e gli islamici sarebbe sciocco negarlo, ma è per lo meno avventato ridurre questo al solo fattore religioso (peraltro vissuto in modo diverso da persona a persona), senza tener conto dei fattori sociali (ad esempio le condizioni di vita nella banlieu parigina) i intersoggettive (l’ostilità non va solo dagli immigrati islamici a noi, ma anche in senso inverso e finisce per determinare un ciclo che si autoriproduce). Quanto al terrorismo, le stime degli organi di polizia sono molto varie perché adottano criteri molto diversi per cui c’è una banda di oscillazione che va dalle 4.000 alle 20.000 unità su circa 30 milioni di persone (tenendo conto solo dei paesi Ue ed escludendo, dunque Albania, Macedonia ecc.), cioè parliamo di 1 persona su 150 nella ipotesi superiore e di 1 su 700 circa in quella inferiore. Se consideriamo anche gli islamisti di opinione ma non collegati ad alcuna organizzazione e non dediti a pratiche jhiadiste, la proporzione sale considerevolmente, ma resta comunque decisamente al di sotto del 5% sul totale di questi migranti.

Vero è che esiste una “fascia grigia” che, pur non aderendo a nessun orientamento islamista, ha un atteggiamento anche solo passivamente non sfavorevole verso gli jhiadisti, ma, anche in questo caso abbiamo una fascia decisamente minoritaria –pur se consistente. Vice versa non possono tacersi la partecipazione massiccia degli islamici alla manifestazione parigina seguita alla strage di Charlie Hebdo, così come le continue dichiarazioni di condanna delle comunità islamiche e della maggioranza degli imam o ulama presenti in Europa.

D’altro canto, questa percezione del conflitto in corso, lo immagina essenzialmente come fra Europa cristiana e Islam o fra civiltà e barbarie (secondo il modello del conflitto di civiltà) perde di vista il suo aspetto principale che è quello di una guerra civile interislamica. Pochissimi ricordano che il 95% delle vittime del terrorismo jhiadista sino islamiche e non europee o cristiane. Questo porta ad assumere l’Isis come avversario religioso e non politico, quel che invece è, e ad assumere per autentiche le finalità vantate nella sua propaganda (la distruzione del cristianesimo, l’invasione di Europa) quando, invece il suo obiettivo è di natura politico- statale e riguarda essenzialmente il progetto di un grande stato islamista ad est di Suez.

Quanto al rifiuto di distinguere fra islamisti ed islamici, assumendo l’intero Islam come avversario, è esattamente quello che gli islamisti cercano di ottenere presentandosi come unici veri rappresentanti dell’Islam e l’Europa come nemica di tutti gli islamici indistintamente. Un ragguardevole favore fatto all’avversario.

Le vittime del terrorismo Jhiadista in Europa, in un quindicennio sono state meno di 500, in un solo anno, in Europa, ci sono circa 120.000 vittime per incidenti stradali e circa 3.000 per incidenti sul lavoro. Tuttavia, nonostante le morti sul lavoro siano mediamente 90 volte superiori a quelle per terrorismo islamico, non sembra che l’allarme sociale per le prime sia lontanamente paragonabile a quello per le seconde, nonostante molte di esse siano attribuibili a gravi negligenze delle imprese e potrebbero essere evitate.

Questo non significa assolutamente che si debba sottovalutare la gravità politica del fenomeno o non lo si debba contrastare con la massima decisione (se lo pensassi non avrei scritto un libro sull’argomento, il cui scopo è proprio quello di sollecitare un contrasto più efficace contro lo jihadismo), ma che esso va, per così dire, “ritarato”, riportato alle sue proporzioni ed alla sua natura essenzialmente politica e non di conflitto di religione.

Riassumendo, abbiamo una percezione del fenomeno che presenta queste caratteristiche:

a. è fortemente sbilanciata nella percezione quantitativa tanto in riferimento all’immigrazione nel suo complesso, quanto a quella islamica in particolare

b. fortemente sopravvalutato dal punto di vista militare

c. valutato in modo errato sotto il profilo politico, in particolare dei reali obiettivi dell’avversario.

Tutti sintomi, direi abbastanza chiari di una percezione paranoica del fenomeno. Sulle cause di questa ondata di paranoia ragioneremo in un prossimo pezzo.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (64)

  • Per fortuna su questo blog/sito di interventi paranoici non si ha proprio traccia.

    Comunque le/vi voglio raccontare un aneddoto sul tema identità e immigrazione. Tempo fa parlavo con un amico sudamericano, di etnia indios, che mi dice: “Io ci tengo che i miei figli conservino la nostra cultura.”
    “Bene, quindi?” gli domando.
    Lui: “In casa si parla solo spagnolo!”

    Quando gli ho fatto notare che, pur facendo benissimo secondo me, lo spagnolo è una lingua europea mi ha guardato un po’ smarrito…

    • @Herr Lampe
      …accidenti della civiltà. Per fare un altro esempio. Delle culture precolombine abbiamo, dalle cronache, notizia di riti, danze, conosciamo pure gli istrumenti, però non sappiamo invero cosa suonavano. Soltanto possiamo farcene un’idea approssimativa a partire da certe melodie raccolte dai frati missionari ed incorporati a pezzi composti “all’europea” col proposito di ‘favorire’ l’evangelizzazione, dunque…

      • Mi stupisco del suo stupìo professore (cit D.S.). Se proprio debbo cercare il pelo nell’uovo temo che alcuni interventi pecchino in buonismo – un po’ peloso – su tutti il Maffei, peraltro impeccabile ed equilibrato sul resto dei temi qui affrontati.

        (scusi se esagero con le battute, ma o la butto sul ridere o mi viene la depressione)

  • Con il termine ‘invasione’ si vuole porre l’attenzione sul fatto che si tratta di un numero insostenibile di persone indesiderate, non che vengano armi in pugno.
    Chi critica l’invasione imposta dai pastori constata talvolta che non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere. Ciò non deve scoraggiare, ma al contrario deve dare la forza di reagire, alleandosi con i propri simili e trovandovi sostegno.
    Soprattutto deve essere realista, perchè si deve rendere conto che gli indifferenti e gli apologeti sono mossi da una visione della vita opposta alla sua. Agli indifferenti/apologeti non interessa la continuità dei gruppi etnici europei, la loro visione del mondo è per lo più caratterizzata da egoismo/edonismo individuale piuttosto che da umanismo, che è una vera e propria religione con la sua teologia, il suo linguaggio e i suoi riti. Gli indifferenti/apologeti sono spesso persone senza figli o che fanno della propria carriera economica e reputazione lo scopo principale della loro vita.
    Nel discorso dominante i pastori utilizzano termini ambigui come ‘migranti’, ‘immigrati’, ‘integrazione’ o diffamatori come ‘razzista’ o ‘xenofobo’ (qui sostituiti dal termine ‘paranoico’). I termini ambigui vengono utilizzati per connotare l’invasione come un qualcosa di naturale, di innocuo, di inevitabile; mentre i termini diffamatori servono per troncare sul nascere possibili discussioni con i dissenzienti, facendo in modo che la loro opinione venga percepita come immorale e inaccettabile.
    Il termine ‘migrante’ è ambiguo perchè suggerisce al gregge europeo una situazione di ‘movimento’, transitoria, come se i gruppi invasori fossero in Europa solo temporaneamente perchè tanto poi migreranno da un’altra parte e non daranno fastidio: come se fossero degli uccelli – per l’appunto – migratori che guardano o sono visti da lontano non interagendo con gli invasi.
    Il termine ‘immigrato’ è ambiguo perchè generale, perchè nulla dice sul tipo di persona che immigra: immigra un ex emigrante italiano che torna a casa, un europeo, un nemico islamico, una persona non assimilabile? E soprattutto: in che numero?
    Il termine ‘integrazione’ significa sostanzialmente sostituzione, cioè un invasore è ritenuto ‘integrato’ quando sostituisce un europeo: negli asili nido, nelle scuole, nei posti di lavoro, nella polizia ed esercito, nel parlamento, nei tribunali, ecc.
    Mentre regna sovrana l’ignoranza su cosa sia l’islam (termine che significa sottomissione), che è un complesso sistema giuridico-militare-religioso inventato per sottomettere le popolazioni cristiane ed ebraiche conquistate dagli arabi nel medioevo.
    Le statistiche sociali sono falsate, e lo sono in tutta l’Europa Centro-Occidentale, intendendo con questo termine tutto ciò che sta ad Ovest delle frontiere di Russia-Polonia-Ungheria-Slovenia, soprattutto quelle relative alla criminalità e al numero di invasori. Infatti per i pastori appartenere ad una nazione europea non è un fatto etnico-culturale che deriva sostanzialmente dalla nascita, ma un fatto puramente amministrativo, una etichetta che si acquisisce dopo una semplice permanenza. In conseguenza di ciò quelli che hanno acquisito la ‘cittadinanza’, e sono almeno un paio di decine di milioni in Europa, nelle statistiche falsate compaiono nei gruppi etnici europei e non più nei propri. Da questo derivano anche le falsità propagate dai pastori e dai loro media secondo le quali gli attentatori omicidi islamici di Londra, Madrid, Tolosa, Parigi, Bruxelles sarebbero degli ‘inglesi’, ‘francesi’ o ‘belgi’ o che i combattenti stranieri islamici in Siria e Iraq sarebbero degli ‘europei’ o che esistano degli italiani ‘neri’, islamici o cinesi; piuttosto che la negazione dell’origine etnica e culturale extraeuropea – e dell’odio etnico, religioso e razziale che li motiva – di omicidi, stupri, rapine o altri crimini.
    Qualche decennio di invasione – non solo islamica – ha purtroppo cambiato la composizione demografica delle maggiori città europee, soprattutto a nord del mediterraneo, dove le popolazioni autoctone mantengono la maggioranza solo grazie ai pensionati, che oltretutto tra qualche anno non ci saranno più.
    Per le popolazioni europee perdere la maggioranza significherebbe perdere irreversibilmente la propria sicurezza, oltre ad essere ulteriormente derubate attraverso il meccanismo della tassazione e del successivo trasferimento della ricchezza sotto varie forme agli invasori (sussidi a fondo perso, assegnazione di case, finanziamenti, ecc).
    Il terrorismo omicida è un aspetto secondario perchè è un metodo di intimidazione e non un fine; molto più importanti sono i cambiamenti demografici in atto e la sostituzione in atto degli europei nei posti chiave nella società, soprattutto nelle pubbliche amministrazioni, nelle forze armate, negli organismi legislativi, nei media di regime e non. Inoltre, per mettere a ferro e fuoco uno stato è sufficiente una piccola percentuale di persone decise ad usare le armi: ad esempio in Siria su 24 milioni di abitanti i combattenti sono forse il 2%, lo stesso avviene in Ucraina orientale, rapporti simili sono normali nei conflitti armati. Chi pensa che un gruppo ostile aspetti di avere la maggioranza assoluta o relativa prima di scatenare una guerra è un cretino.
    Tenendo conto che i soli invasori islamici in Europa Centro-Occidentale sono almeno venticinque milioni e che varie statistiche attribuiscono ai simpatizzanti del cosiddetto ‘islamismo’ o califfato almeno il 25% del totale, che gli islamici sono credenti o osservanti al 90% circa, che l’invasione sta continuando, e soprattutto che le popolazioni europee si riducono di un terzo ad ogni generazione la situazione è più che allarmante.
    L’invasione non è solo islamica, infatti sono i secondi, terzi, quarti, quinti figli di varie etnie e culture che emigrano, colonizzano e sostituiscono. Si calcola che attualmente 500 milioni di persone stiano migrando o si preparino a migrare nel mondo, in gran parte in direzione Occidente/Europa: per l’UNFPA le persone che si sono già mosse sono 244 milioni: http://www.unfpa.org/migration
    Il problema dell’invasione/sostituzione, e delle conseguenze, è ampiamente sottodimensionato nei media dominanti.

    Purtroppo l’invasione non è il frutto di un complotto dei pastori e del cosiddetto ‘grande capitale’, in tal caso sarebbe facile trovare una soluzione, ma ha molteplici cause, e più profonde. Come accennato sopra, è importante che i patrioti solidarizzino tra di loro, organizzandosi e delegittimando l’ideologia umanista dei pastori. Dei risultati stanno incominciando a dare l’attività dei coraggiosi gruppi identitari sparsi per l’Europa, ad esempio quelli di Francia e Germania si trovano agli indirizzi:
    http://www.bloc-identitaire.comhttp://identitaere-bewegung.de

    • @Ercole
      L’Italia è piena di minoranze -per giunta protette dalla Costituzione- che vanno dai grecii del Salento ai waltzer della Val d’Aosta. Si tratta di Italiani a tutti gli effetti. Non mi vorra mica sostenere che i catalani di Sardegna o i cimbri del Veneto sono meno italiani degli altri connazionali?
      Il Brasile è pieno di oriundi italiani, idem l’Argentina e l’Uruguay. E che dire degli USA o di città come Londra?
      Scavi nel suo albero genealogico e troverà sicuramente uno straniero.
      Sa come e’ aumentata spettacolarmente la popolazione europea nel seicento ?
      P.s. Se gli italiani del futuro avranno una pelle più scura della mia, vorrà dire che saranno più protetti dai melanomi.
      Semmai è un processo da governare, ma questo è un discorso diverso.

      • La storia sovrabbonda tanto di fusioni e meticciamenti, quanto di epurazioni e stermini finalizzati ad evitarli. Dalla legislazione statunitense sull’immigrazione in vigore fino agli anni ’60, alla politica della Spagna cattolica verso i musulmani o a quella nazionalsocialista nei confronti dei giudei. Ogni cultura oggi esistente è frutto di inclusioni ed esclusioni.

        Allo stesso modo, dinanzi ad ogni situazione di meticciamento è possibile adottare un atteggiamento spirituale di approvazione (che mira a consentirla o incoraggiarla) o disapprovazione (che mira a limitarla o a farla regredire). Il nazionalsocialismo riconosceva volentieri il livello di (relativo) imbastardimento esistente nella Germania degli anni ‘30, e puntava a farlo regredire tramite un’appropriata legislazione razziale.

        La strategia argomentativa dei rotocalchi di regime, e di chi ne ripete le banalità, consiste nel fingere che la storia sia dominata dal versante dell’inclusività, e nel passare dal giudizio descrittivo a quello prescrittivo (alla diffamazione) dinanzi a ogni caso conclamato di affermazione dell’esclusività.

        E’ il livello argomentativo che arriva a capire il gregge, che serve a plasmarlo e dargli una direzione.

        • La cacciata dei moriscos e degli ebrei dalla Spagna e dalla Sicilia spagnola ad opera dei cattolicissimi sovrani fu un duro colpo per l’economia. Quando si innesca una miscela di elementi etnici e religiosi basta poco per farla esplodere.
          Senza andare lontano alle guerre di religione, basti vedere quel che è successo nella vicina ex Jugoslavia.
          Non è detto che il mondo sia nero o bianco o eurocentrico.
          La politica religiosa statunitense è storicamente e costituzionalmente di netto separatismo rispetto ai fenomeni religiosi.
          Quanto alle leggi razziali, incluse quelle italiane, furono un boomerang, per non dire della loro stupidità e antiscientificità.
          Chi lo va a dire ai nostalgici che i tedeschi/austriaci erano meno biondi e più neri e affumicati dei norvegesi e degli svedesi?

          • Guarda un po’, c’è gente che ci tiene più all’omogeneità che all’economia, e cerca di innescare le miscele etniche allo scopo di annichilire gli allogeni.

            Che i tedeschi fossero più meticciati degli svedesi lo dice qualsiasi manuale di disciplina razziale nazionaloscialista (ne ha mai letto uno?). Assieme al fatto che il nazismo era nato appunto per ripristinare la purezza perduta.

            Magari la prossima volta arriverà perfino a rispondere sul merito alle mie osservazioni. Compito difficile ma non impossibile se c’è buona volontà.

          • @Lorenzo.
            🙂 in primis il suo nick name fa riferimento a un santo di origine siriana.
            Scavi nel suo albero genealogico .. pensi, persino analizzando quello del Furher sono emerse sorprese.
            Il concetto di allogeno non mi è chiaro. Un bel po’ di ebrei furono arianizzati per ordine di Hitler. L’allogenità è un concetto genetico o da anagrafe? Ammesso e non concesso che sia un concetto scientifico, in base a quali paramentri si stabilisce? Ricordi che nelle valli alpine chiuse per secoli, dove vi è una fortissima allogenicità/consanguineità il numero di bambini nati con qualche problema genetico è al di sopra della media nazionale.
            Il concetto allogenico mi resta oscuro. Sono allogeni i siciliani che per quattro secoli hanno avuto la dominazione araba? Per lo stesso motivo lo sono i sardi? E che dire dei calabresi plasmati dalle invasioni di origine germanica? La dominazione spagnola dove la mettiamo? E del substrato celtico di Bossiana memoria che ne dice? Uhhh ! E gli etruschi?? E i fenici delle foci del Po ?? Faccia il suo discorso nella Francia politica e vedrà che lì troverà i suoi alleati.
            Mi perdonerà se ho letto poco o nulla di disciplina razziale nazional socialista, ma sa, le orientali mi fanno girare la testa .. Vuole che le aggiunga che ho la pianta del piede larga … come i ciadiani … (questo è un sito serio !).
            Quindi, riassumendo, il concetto di purezza della razza è una gran sciocchezza scientifica.
            Appartengono alla stessa razza due individui che accoppiandosi danno luogo a prole fertile, pertanto se prende un danese e una congolese avrà prole fertile. Se lei per ipotesi si accoppiasse con una donna israeliana darebbe luogo a prole fertile.
            Siamo tutti Homo Sapiens, Sapiens. Anche a volerle dare ragione l’uomo non ha avuto il tempo per diffeenziarsi geneticamente, tanto più che i geni si sono mescolati e rimescolati.

          • Gaz, le conversazioni si fanno rispondendo sul merito. Chiudo osservando che “due individui che accoppiandosi danno luogo a prole fertile” appartengono alla stessa specie e non alla stessa razza. E che non c’è motivo per cui la comunità morale debba coincidere con quella riproduttiva. Cordialmente.

          • @Paolo Federico.
            Le sue prospettazioni sono infondate per contraddittorietà, illogicità .. per i seguenti motivi:
            1. I naturalisti sono scienziati a tutti gli effetti in quanto epistemologicamente seguono il metodo gallileano deduttivo sperimentale, arricchito dalle acquisizioni popperiane;
            2. L’onestà non è predicato delle scienze sperimentali, ma delle scienze morali. Al più ci possono essere ipotesi non suffragate dal dato sperimentale. In ogni caso sarei curioso di conoscere da chi è composta la banda degli onesti e chi ne è il capobanda;
            3. Sembra che i Neanderthal sono un ramo estinto, come lo sono stati i Cromagnon e altri ancora, per cui è difficile che noi sipossa discendere da loro;
            4. In alcune sue puntualizzazioni ha insistito su temi quali la razza e la specie riferito all’uomo, sottolinenado che: ” le razze esistono perché evolute all’interno di barriere geografiche può essere la verità”, ma subito dopo si contraddice, affermando che: ” è … aperta la possibilità che le razze si siano formate per altre vie o magari per più sinergie” non meglio specificate o indicate, ancor meno provate.
            Sostenere nella stessa preposizione A e il suo contrario è indice di contraddittorietà.
            Ad ogni buon conto, prescindendo dai Neanderthal, dalle nicchie geo – antropiche, dall’isolazionismo genetico, non comprendo su quali basi fonda le sue ipotesi identitarie. curturali.
            Sappia che c’è una libertà tanto grande che non ammette condizioni di sorta: è quella matrimoniale. E’ tanto grande da consentire persino di non sposarsi. Non può esistere nessuna legge che mi vieti di sposare una coreana o una donna di qualsiasi altra nazionalità.
            Dulcis in fundo la supposta napoletaneità della mia virtuale arroganza non posso che prenderla come un complimento, perchè amo Napoli, dove sono stato militare per sei mesi, così come amo Chatillon, Palermo, Cinisello, Udine, Cannole, Gioiosa …

          • @Lorenzo
            Può essere che abbia invertito species e genus, ma dove è scritto che: “non c’è motivo per cui la comunità morale debba coincidere con quella riproduttiva”.
            Chi e quando lo ha stabilito ? Esiste una legge al riguardo? Lo ha detto lo zio d’America?
            Cos’è una comunità morale ? E una immorale o amorale? Centrano i preti e le monache? Che indirizzo ha la comunità morale?
            Se mi comparisse una giapponesina da sballo dovrei ricordarmi della sua comunità morale e aborrirla ? Si sbagli aalla grande !!
            Le anticipo che io preferirei fare comunità con la giapponesina.

    • sconsiglio pezzi così lumghi che non legge nessuno, lo dico per voi che intervenite. Nel merito non potre essere meno d’accordo.

      • Terrò conto del suo consiglio.
        Pubblicare interventi dissenzienti su questi argomenti le rende comunque onore. Un suo collega, ammesso che si prenda il tempo di gestire un sito come questo, probabilmente non lo farebbe.

      • @ Giannuli.
        Mi poni un quesito di medicina legale, al quale non posso che rispondere confermando i tuoi sospetti: è Homo Sapiens, Sapiens.
        D’altronde è una verità alla luce del sole, sotto gli occhi di chi vuole vederla, tale che non ha neppure bisogno di essere sussurrata all’orecchio. Fa parte del suo profilo, ma direi anche di T. Renzi.
        Rientra nella statistica.
        La risposta discende dalla definizione/premessa maggiore di specie.
        Peccato che non usi la sua qualità per l’Italia.
        Figuriamoci quanto gli altri lo sanno meglio.
        Margot
        https://www.youtube.com/watch?v=LnYYdxny-z8
        lo ha musicato.

          • Tra le righe l’ho detto in modo dissimulato.
            Esiste una fotografia in bianco e nero della Royal family con bebè in carrozzella che vale un trattato di medicina legale: ed infatti è introvabile.
            La netiquette vale anche per me, che qui la predico.
            Condivido i tuoi sospetti.

      • A Gaz
        Anche i felini sono tutti felini, ciò non toglie che non solo un micio sia sostanzialmente diverso da un leone, ma addirittura un leopardo delle foreste è diverso da un leopardo delle nevi: li metta insieme in una gabbia e succederà un pandemonio.
        La scienza e la genetica ancora non hanno capito perché siamo diversi (perché lo siamo se ne faccia una ragione), poiché ogni volta che ci provano arrivano alla conclusione opposta e cioè che quasi non c’è differenza genetica persino tra noi e i moscerini della frutta.
        Concludendo, in attesa che scienza e genetica ci offrano delle risposte conclusive (cosa di cui personalmente dubito), non sia sbagliato constatare che alle differenze fisiche di razza, che ammetto di per se non significare nulla, si associano differenze psico -attitudinali di razza che sospingono, quasi per deriva naturale, i vari gruppi a costituirsi a se, come a voler istintivamente marcare e preservare una differenza.
        Il meticciato è un fatto normale e positivo ma occasionale che viene sempre riassorbito nel tempo dalla razza, la quale inevitabilmente si ripristina.

        • l’unica differenza è che ghepardi, gatti, leoni e pantere non hanno uso di ragione e l’uomo si. Servirà pure a qualcosa o no? Poi lei confonde il concetto di razza con quello di specie, esattamente come i vegano

          • Io non confondo nulla, rispondevo a Gaz il quale per equiparare le razze ha tirato in ballo la specie Sapiens; comunque anche ci fosse una imprecisione sarebbe bello rispondere nel merito, fermandosi al senso che certamente non le è sfuggito.

          • semplice: la razza non è un concetto scientifico e non ha confini definiti perchè il meticciato è possibile, le specie no perchè c’è appunto la barriera di specie. Ergo molto diverso è il comportamento: in condizioni normali nessun animale, uomo incluso, mangia (o attacca per mangiate) un individuo della sua specie. Ergo l’esempio dei felini non c’entra nulla

          • Sul fatto che la razza non sia un concetto scientifico non tutti gli scienziati sono d’accordo, alcuni infatti insistono ad usarlo.
            Sul fatto che normalmente un animale non mangia individui della sua stessa specie( intanto si dovrebbe stabilire cosa si intende per normale) semplicemente non è vero, molti animali predano individui della stessa specie (gli squali per esempio).
            E comunque io nel mio commento non ho di certo asserito il contrario di quel che lei mi fa notare, sembra piuttosto una reazione animosa nei miei confronti.

          • nessuna reazione animosa posso garantirlo. Per quanto riguarda la razza gli “scienziati” che insistono a iusare questo concetto non sono riconosciuti come tali da tutti gli altrri cge solo la gran maggioranza. In condizioni normali significa quando esista disponibilità di altro cibo, gli squali non attaccano (per quel che mi risulta, se non in cinbdizioni particolari e comunque non mi sembra che sia un esempio che invalida il principio generale che esclude di cibarsi del “simile)

          • E comunque anche il concetto di specie è molto elastico come quello di razza, soprattutto quando si è appurato la presenza del neanderthal nel patrimonio genetico della nostra specie, per cui ormai si è costretti a includere nel concetto unica specie tutti gli homo, anche quelli che potendoli avere davanti si troverebbe nel serio dilemma se chiuderli in una gabbia o portarli adulti all’asilo.

          • E’ ovvio che il simile non mangia il simile, dov’è che io avrei asserito il contrario? Ciò non di meno il cannibalismo in natura esiste; è chiaro che esso si verifica in condizioni particolari, ma queste condizioni per la facilità con cui in natura si presentano, possono essere assimilate alla normalità: in particolari condizioni in natura il cannibalismo è normale.
            Ma questo non c’entra niente con il mio commento e non capisco perché mi trovo trascinato in questa polemica.
            Il senso del mio commento era inteso nel suggerire che alle differenze biologiche si associa una razza dello spirito che è quello che i vari gruppi tendono a preservare quale elemento superiore di coagulo e riconoscendo agli islamici in tale senso una superiore forza essi possono con la sola immigrazione acquisirci come razza.

        • @Paolo Federico.
          Secondo gli antropologi che si sono occupati delle nostre origini, sembra che le unioni tra i Neanderthal e i noi tri-sapiens non dessero proprio a prole. Secondo altri li abbiamo sopraffatti.
          Tralasciado le nostre origini, c’è da dire che la Drosophila melanogaster ha un numero cromosomico leggermente inferiore a quello umano. Sebbene il numero c. non sia risultivo, qualche indizio ci porta a dire che tra il moscerino della frutta e noi ci sia qualche differenza, non fosse altro perchè il primo non ha bisogno di comprare biglietti aerei. Le differenze (esteriori) fisiche tra le popolazioni umane sono dovute per lo più a fenomeni di adattamento climatico-ambientale: un norvegese, ma anche un italiano, portato in Etiopia si ustiona … gli occhi a mandorla filtrano la luce in un certo modo .. Il fatto che talune popolazioni orientali abbiano la pianta del piede stretto in termini evoluzionistici non significa nulla, perchè se si sposta di pochi chilometri troverà altre popoolazioni con una diversa storia di migrazioni avere una pianta media. Quanto alle sue affermazioni sulla “deriva naturale” e sulla “tendenza dei gruppi naturali a costituirsi a se”, oltre che essere antiscientifiche sono smentite dalla realta. Se un gruppo si fosse autopertuato solo dal suo interno, quel gruppo invece dei piedi, potrebbe in teoria, aver sviluppato arti diversi. Provi a vedere quel che succede nei gruppi dove si uniscono tra cugini, tra fratelli, tra consanguinei … lo si vede persino nei cani … sono fenomeni che l’evoluzione tende ad estinguere. Quando la nobiltà si è a lungo imparentata nei soliti giri … ne sono venuti fuori di tarati .. tanto che le principesse-future regine, per ovviare al fatto di avere un figlio-futuro re più o meno tarato .. sapevano come provvedere, sopratutto se si sposavano tra parenti. Se da uno sgurado agli alberi genealogici delle principali famiglie europee, scoprirà che sono tutte imparentate, e non una volta, per cui i matrimoni tra reali con non nobili sono una delle smentite alle sue affermazioni. Se ne faccia una ragione: c’è la possibilità concretissima che lei possa avere lo stesso gruppo sanguineo di un eritreo. Poi alla fine della fiera mi riesce difficile comprendere il suo rapporto negativo con la melanina. E’ solo una proteina. Si metta al sole in estate e diventerà più scuro.

          • A Gaz
            Allora cominciamo a parlarci con chiarezza.
            Lei si limita a ripetere a pappardella affermazioni dei naturalisti che a detta di molti scienziati rigorosi e onesti non hanno il vaglio del metodo scientifico.
            Per esempio non si rende conto della stupidaggine insita nella affermazione “l’unione tra noi e i neanderthal non ha dato luogo a prole” se è vero che hanno trovato il neanderthal nel patrimonio genetico nostro.
            Anche lei o non ha capito o fa finta di non capire il senso del mio commento, dove appunto ho affermato di considerare non importanti le differenze biologiche, che invece mi vengono rinfacciate da lei e da Giannuli come se io avessi detto il contrario di ciò che ho detto.
            Quello che cerco di dire e che lei o non capisce o fa finta di non capire è che affermare che le razze esistono perché evolute all’interno di barriere geografiche può essere la verità, ma non può essere affermata come verità scientifica allo stato attuale delle conoscenze perché altrimenti diventa dogma, è quindi aperta la possibilità che le razze si siano formate per altre vie o magari per più sinergie: non devo certo ricordarle come verità ritenute affrettatamente acclarate dalla scienza siano state modificate o addirittura smentite dalle conoscenze successive.
            “Alla fine della fiera mi riesce difficile capire il suo rapporto negativo con la melanina”
            Io sono orgogliosamente scuro con alcuni tratti mediorientali che in talune occasioni mi hanno fatto molto comodo.
            Caro Gaz forse le riesce difficile capire e basta, tutto compreso nello sforzo di apparire spiritoso finisce con lo esprimere quell’arroganza tutta partenopea che conosco bene

  • Esimio prof.,
    Pur leggendo assiduamente, mi trovo in disaccordo.
    Vorrei rappresentare che le stime da lei riportate sugli immigrati, riguardano solo quelli regolari. Gli irregolari sono circa il doppio e sono fantasmi. Come fantasmi diventano circa la metà dei regolari che, acquisito il permesso di soggiorno, scompaiono nel nulla. Chi lucrare su questa faccenda legale?
    Se non ci crede, venga in ufficio con me dove l’ultimo arresto è stato quello del famoso “cinese coi documenti dell’altro cinese”.
    Altrimenti potrebbe raggiungermi in Ungheria. Ho attraversato tre nazioni. C’erano più pattuglie di polizia in Slovenia che altrove, ma erano intente a controllare i furbi che non acquistano la “vigneta” autostradale.
    Il confine è libero e accessibile. I mass media amplificano la realtà solo per i loro interessi (e di chi li sfrutta, es. critiche massicce all’Ungheria). In uno stato democratico Hollande si sarebbe dimesso (o l’avrebbero ghigliottinato) dopo lo scandalo amante-mafia corsa. Ora è il defensor dell’europa.
    Cordialmente

  • Prof.Giannuli, come al solito ci si nasconde dietro un dito. L’Africa entro un decennio avrà un miliardo di abitanti. L’Europa vecchia putrida baldracca in declino inarrestabile, che nel corso della sua storia, ha contratto tutte le infezioni ideologiche, possibili e immaginabili, dalla rivoluzione borghese del 1789, al marxismo, alla democrazia, al femminismo,al parlamentarismo parolaio, al sindacalismo inconcludente, ecc.ecc. sta conoscendo quello che la demografia ha definito la “peste bianca” vale a dire un tasso di denatalità da suicidio.Perfino il sud della nostra penisola, che è sempre stato prolifico, ha smesso di fare figli.Ma niente paura ci penseranno gli alogeni che stanno venendo a ondate sempre più massicce nel vecchio sterile continente a ripopolarlo. Venite amiche carrette del mare, venite barconi stracolmi di giovani maschi neri africani in preda a tempeste ormonali, le bianche vi aspettano per diritto di preda. Il maresciallo Zukov aveva promesso ai mongoli dell’armata rossa nella Berlino distrutta del 1945, le frau e le fraulein berlinesi come premio, come bottino. di guerra Mai si vide tanto ardore nei combattimenti. Ci furono due milioni di donne tedesche stuprate da orde di mongoli, sature di vodka e spirito di vendetta!La storia si ripete lo abbiamo visto di recente anche il capodanno di Colonia.
    Post Scriptum. Ambasciatore non porta pena.Ha letto ciò che ha scritto su di lei Massimo Fini?

    • @Maffei.
      Una donna che appena si tolse di dosso gli artigli rapaci dell’aquila potè comprendere “il senso della vita”, molto prima dei Monty Python, fu Leni Riefenstahl, la quale andò a ritrovare se stessa in Sudan.
      Qualche parolina sulle “incommedevoli” azioni dell’uomo bianco in Africa la vogliamo spendere? Quali erano le colonie tedesche, quali quelle italiane? Cosa hanno fatto verso le rispettive popolazioni locali?
      E gli altri colonialisti (i maggiori) ce li vogliamo dimenticare?
      P.s. Maffei, ma che genere di film iterrazziali si proieta?

      • @Gaz. Giampiero Mughini ha scritto la biografia di Telesio Interlandi, il direttore di un quindicinale che ebbe uno straordinario successo di stampa,negli anni trenta, merito anche del compianto redattore capo che fu Giorgio Almirante.Ebbene apprenderà che a Cinecittà (fondata da Mussolini “la cinematografia l’arma più forte”)vi era in cantiere il progetto di girare un film, ambientato nel duemila, ove la trama era semplicemente questa: orde di giovani africani a milioni, nel duemila avrebbero invaso la putrida massonica giudaica Europa, dedicandosi allo stupro delle bianche, alla razzia, al saccheggio.Per una questione di mancanza del vile denaro il progettò naufragò.Ecco il film che avrei ardentemente desiderato vedere. Leni Riefensthal nel dopo guerra subì al pari dell’intero popolo germanico (che è stato evirato mentalmente dai gangsters statunitensi invasori) ) una odiosa persecuzione, in nome della democrazia. Fu costretta a girare un film su una tribù di africani. Personalmente non mi sono fatto mancare niente. E’ un film bello, ma io prediligo “il trionfo della volontà”. Lei sicuramente preferisce il cortometraggio girato appositamente da Hitchocok, il regista dei genere horror , a Dachau nel 1945. Non le viene mai il sospetto che si trattò dii una operazione di lavaggio del cervello e di criminalizzazione dei tedeschi?

        • @ Maffei. La storia dice che furono gli italiani -in pessima compagnia coloniale- ad invadere l’Africa e non il contrario. La storia non si fa con i film abortiti o dando un significato diverso a persone che scrivono sulla loro tenda “Aiutateci” o “Aprite le frontiere”.
          La Riefenstahl è stata sempre assolta, ma non lo furono altri a Norimberga, e comunque il senso della vita lo aveva compreso benissimo in Africa.
          Avendo avuto mio zio passato dopo l’8 settembre dalla Regia Aeronautica all’ospitalità non richiesta del Fuher, ho avuto modo di ascoltare i suoi raccapriccianti racconti di prigionia … e non mi pare che fosse un propagandista.
          Si rassegni, sono stati gli stessi tedeschi a documentare amministrativamente le loro atrocità. Rischia lei semmai di essere vittima dei revisionisti.

          • @Gaz, non essere crudele,
            il nonnino Maffei legge tantissimo e senza tregua, appena una sostina per scrivere su questo blog. Cosicché per il poco dormire (si veda le ore dei suoi commenti) e per il molto leggere (le sue qualcosuccie per ingannare i tempi) gli si prosciugò il cervello. Adesso confonde Mussolini con Lenin, il VGIK, fondato nel 1919, con Cinecittà e da questa mattina ha cominciato a parlare con se stesso, poverino Gherardo… La cosa no pinta bien…

        • @Gaz, non essere crudele,
          il nonnino Maffei legge tantissimo e senza tregua, appena una sostina per scrivere su questo blog. Cosicché per il poco dormire (si veda le ore dei suoi commenti) e per il molto leggere (le sue qualcosuccie per ingannare i tempi) gli si prosciugò il cervello. Adesso confonde Mussolini con Lenin e il VGIK, fondato nel 1919, con Cinecittà e da questa mattina ha cominciato a parlare con se stesso, poverino Gherardo… La cosa no pinta bien…

    • Maffei: chi le dice che l’Africa fra 20 anni sarà ancora un continente sottosviluppato e che l’Europa sarà ancora così attraente? Non prende in considerazione l’ipotesi di fliussi migrativi più distribuiti, per esempio fra Afiaca ed Asia o America Latina? Credo che le variabili siano molte di più e comunque credo nella possibilità di integrazione
      Quanto a Fini ho setto il suo delirio ma non pretenderà che perda il mio tempo a rispondergli!

  • Un’ osservazione. Probabilmente non comprendo io:
    scrive:

    Gli islamici si aggirano intorno al 30% sul totale(degli immigrati), quindi sono fra l’1,5%ed il 2% della popolazione del continente.

    e sotto:

    “veniamo al tema dell’immigrazione islamica e del rapporto con il terrorismo (…)Quanto al terrorismo, le stime degli organi di polizia sono molto varie perché adottano criteri molto diversi per cui c’è una banda di oscillazione che va dalle 4.000 alle 20.000 unità su circa 30 milioni di persone.

    In UE circa 500 milioni di abitanti ci sono quindi 30milioni di islamici.
    Quindi sono circa il 6% della popolazione e non l’1,5/2%?

    saluti

  • essendo stato per due anni a titolo gratuito a contatto con gli extracomunitari facendo la spola tra caritas ed assistenti sociali, ho una percezione distorta della faccenda perché mi trovavo a contatto con gente senza lavoro, in cerca di alloggio, con bambini piccoli, non in grado di pagare mensa scolastica per i figli, bollette luce, gas, rifiuti, bollo auto, assicurazione, con problemi di salute, senza soldi per comprare il cibo. E questo si aggiunge a una situazione in cui anche per i nostri figli è difficile trovare lavoro e diventare autonomi. Ma almeno i nostri figli hanno alle spalle i genitori che li aiutano. Le risorse della caritas e dei comuni sono limitate.

  • Ha detto quasi tutto Ercole. Io aggiungo che questi smanettamenti neo-francofortesi, mirati ad aggiungere una clausola denigratoria (la paranoia) a carico di quanti avversano la mitologia migrazionista, fanno cascare le braccia dal punto di vista dottrinario e aggiungono poco al bestiario semantico (chiamarlo ideologico gli fa troppo onore) allestito dal regime (che verosimilmente finanzia l’impresa).

    Le stime di Giannuli sono premeditatamente falsate perché i negri o mezzi negri che acquisiscono la cittadinanza figurano automaticamente come “popolazione residente”. Quando alla presenza straripante e invadente (dalla microcriminalità in poi) degli stranieri si aggiunge un tasso di natalità triplo rispetto ai bianchi, e la determinazione del regime a proseguire nella politica di attrazione indiscriminata, si capisce quanto sia giustificato il sentimento angoscioso di assistere alla fine del un mondo: il proprio. Alla razza bianca e alla cultura europea deve far seguito – senza che nessuno si sia beninteso sognato di interpellare il popolo “sovrano” (di cui Giannuli teorizza il turplinamento mediatico) – la Zivilisation apolide e meticcia imposta dall’atomismo del mercante-pirata anglosassone, e dal suo capitalismo di rapina.

    Non la resistenza all’invasione, bensì l’acquiscenza alla narrazione dei media di regime (che previene una reazione vitale da parte della popolazione residente) configura uno stato di alienazione psicotica di massa.

    Solo sul c.d. terrorismo Giannuli ha qualche ragione. Stanno iniziando a riverberarsi sull’Europa le conseguenze di un trentennio di guerre petrolifere condotte dal complesso militar-industriale. I pennivendoli, colti fra servilismo e sensazionalismo, reinterpretano questi avvenimenti alla luce della “guerra al terrorismo” di bushiana memoria. L’evocazione di un nemico monolitico e implacabile ha il benefico effetto di accentuare fra gli ascoltatori il timore e quindi l’ostilità nei confronti dell’invasione.

    • giovanotto. io non prendo per i fondelli nessuno, ma le cose bisogna anche saperle leggere. E’ ovvio che sto parlando di cittadini non italiani (e ci mancherebbe che dovessimo considerare stranieri anche i cittadini italiani di altra etnia che, peraltro non sono affatto molti) e parlo di immigrati non cittadini sia regolarizzati che non
      Ecco un perfetto esempio di ragionamento paranoico

      • Eh già… infatti il marocchino naturalizzato che parla arabo, spaccia eroina sotto casa e ti scassina la serratura appena ti allontani un paio di giorni è recipito dal “popolo” (sovrano, ehm…) come un amico e un confratello: italiano a tutti gli effetti. Buonasera giovanotto.

      • Lorenzo, parlando di “negri o mezzi negri” che figlierebbero come conigli (traduco liberamente, sperando di rendere il senso), non si nasconde dietro il dito del “Io non sono razzista, però…”.
        Adesso mi tocca solo capire se un caso così eclatante di assenza di vergogna sia più un bene o un male.

        (la battuta sui francofortesi invece è piuttosto gustosa. Ennesima conferma che ignoranza e stupidità, pur aiutando, non sono qualità necessarie per essere razzista)

      • Ieri avevo 30 secondi a disposizione e ho scritto una battuta sullo stesso livello della replica di Giannuli. Oggi ho 10 minuti e rispondo seriamente. Per quanto mi sembri che questo blog si muova sul livello della politica politicata e le osservazioni articolate lascino il tempo che trovano. Naturalmente adesso qualche cretino dirà che nessuno mi costringe a scriverci.

        L’equazione fra immigrati naturalizzati e italiani doc appare scontata solo a chi condivida l’umanesimo apolide e il mondialismo imposti dal regime (intendo quello del conquistatore statunitense e della sua filiazione eurista, di cui i politici romani sono amministratori delegati), e il suo calcolo di scaricare i costi impliciti dell’invasione migratoria sulle spalle della povera gente (che ci deve convivere). Per chi adotti una prospettiva anche lontanamente identitaria (che sia un militante nazionalsocialista o una delle innumerevoli persone comuni rattristate e impaurite dalla fine del mondo in cui sono cresciute, e dalla trasformazione dei loro quartieri in casbe), o di semplice tutela del proprio benessere, fa un mondo di differenza che il vicino di casa sia bianco, negro o mezzo negro, parli italiano o una lingua sconosciuta, abbia tradizioni e attitudini compatibili colle proprie, e sia persona distinta e benestante o un disperato pronto a tutto per sopravvivere (magari abituato a orinare sul pianerottolo e a vivere in 10 in 60 m quadri).

        Altrimenti si deve concludere che le banlieux parigine dove si parla quasi solo arabo, ci sono solo moschee e la polizia non entra se non in forze, siano il cuore spirituale della nazione francese, un posto dove le puerpere di buona famiglia sognano di far crescere i propri bambini. Tanto arabi, spacciatori e teppisti hanno il passaporto francese. Un tratto di penna en français e la casba diventa l’Ile de France; in italiano, e diventa la Firenze dei Medici. Nemmeno Gesù sulla montagna faceva simili moltiplicazioni.

        Dinanzi a quest’opposizione valoriale, o meglio di puro buon senso, Giannuli cala le carte. Quel che gl’interessa è unicamente salvare la pelle ai negri. Tutto il resto è bla-bla che va avanti finché serve allo scopo e poi viene rigirato come una frittata. Qualche mese fa il nostro teorico del M5S e della democrazia diretta giustificava il raggiro del popolo (sovrano, eh eh) pur di convincerlo ad accettare l’invasione. Adesso vien fuori l’intento che sta dietro ai convegni sponsorizzati dal regime (e che Ercole coglieva alla perfezione): dichiarare matto (paranoico) tout court chi non ne condivida i pregiudizi fondativi.

        Si tratta di un passo importante perché i matti si chiudono in manicomio: il regime osserva con preoccupazione la crescita di un’opposizione identitaria e va forgiandosi la base dottrinale in vista delle future tornate repressive.

        • lasciando perdere tutto il resto su cui non vale la pena di rispondere, faccio presente che è un po’ grossolano definire “matto” e da internare il paranoico. La paranoia, prima di essere u distrurbo psicologico indivduale è una forma direazione collettiva basata su una ideologia sociale

          • Professore, se tutte le ideologie sono per definizione sociali, non crede stia incorrendo in “petitio principii”?

          • dipenda dal sinificato che diamo a “sociale”: se con esso vogliamo indicare una ideologia che abbia a vuto una certa diffusione, bisogna tener presente che le filosofie esoteriche, quelle elitarie ecc, non sono affatto “sociali” per definizione. Insomma capiamoci…

          • Visto che si parla di una eventuale “percezione paranoica” di fenomeni certamente sociali, pensavo piuttosto a Marx quando diceva che «non è la coscienza dell’uomo che determina la sua maniera di essere, ma è, al contrario, la sua maniera di essere sociale che determina la sua coscienza». Ebbene…

          • Conosco la differenza fra pazzia e paranoia. E lei pensa che al regime, ai media da esso controllati e al gregge che guaisce all’estremità della catena, distinzioni del genere facciano qualche differenza?

        • Premetto di aver avuto più sedi lavorative. All’inizio del millennio ho abitato in un condominio in cui ero l’unico italiano. Tra gli adulti si parlava in inglese. I bambini di tutti i colori giocavano nel piccolo parco giochi che era giù, senza che si ponessero problemi e riuscivano a comunicare e a giocare tranquillamente. Sono gli adulti che si fanno problemi. Chi non era italiano si alzava di buon ora per andare a lavorare … Non ho mai avuto un solo problema.

  • Una breve postilla a carattere dottrinario. Il bestiario di francofortesi & C. muoveva dall’idea che a fronte delle idee a loro sgradite, denigrate come psicopatologiche, facessero fronte idee sane, guarda caso le proprie. Eh già, l’attesa messianica del Sol dell’avvenire o il ritorno di Morfeo e Narciso sarebbero alcunché di più solido o razionale del Reich millennario, e la religione dell’umanità più attendibile rispetto a quella della razza o della nazione. In realtà nessun sistema di idee aggregative ha alcunché a che spartire colla logica. La ragione ha un effetto puramente dissolutivo, e la sfera pratica è interamente dominata da narrazioni mitiche e pregiudizi utili. Di qui la trovata dei francofortesi di trasfigurare le irrazionalità altrui in termini di patologie, badando bene a non utilizzare i medesimi strumenti concettuali sulle proprie, ancor più strambe e inverosimili.

  • Mi domando se si possa ragionare senza essere azzannati.
    L’impero romano piuttosto che quello mongolo o giapponese potevano integrare al loro interno qualsiasi religione o etnia, poiché avevano come centro gravitazionale l’impero stesso quale istituzione superumana.
    Cosa abbiamo noi da opporre e da imporre all’immigrato di così alto e intangibile da renderci forti al punto di poterlo integrare (nel senso corretto del termine di azione nostra informativa ai nostri principi), se non vi è una sola istituzione a cominciare dalla tanto strombazzata Costituzione che non sia stata avvilita e denigrata dalla venduta classe politica e dal popolo bue?
    Altro che sovradimensionamento paranoico del pericolo, i rischi sono concreti innanzi tutto per l’Italia!
    Avete notato o no che nonostante le migliaia di morti affogati nel mediterraneo, non una voce di protesta si è mai levata dal mondo mussulmano, mai una parola di rimprovero o di scuotimento da parte delle autorità religiose o politiche nei confronti degli stati islamici affinché si adoperino per far cessare questa tragedia?
    Possibile che su questi argomenti si riesca solo a fare del facile sarcasmo ovvero buttarla sul patologico?

    • @Paolo Federico.
      Le sue premesse di Storia Antica sono controvertibili. La religione pagana romana era politeista, per cui poteva ben acquisire e abbracciare nuove divinità e nuovi culti, inoltre il rapporto con il divino era quasi un do ut des. Al tempo di Giulio Cesare, Roma non dominava solo alcune future province africane e asiatiche rispetto allla massima espansione sotto Traiano – Adriano. Sulla globalizzazione romana in casa di Giannuli non oso parlare. Quanto alla Costituzione e alla generazione dei Padri costituenti, credo che qualche merito lo abbia: se lei oggi può scrivere liberamente su questo blog, dissentire, dire la sua, è merito di quella Carta.

  • Io credo che la paura verso gli immigrati sia più dovuta al codazzo di criminali che si portano dietro che agli attentati terroristici. Questi per fortuna in Italia ancora non ci sono stati, di crimini compiuti da stranieri ne avvengono tutti i giorni. Ciò spiega l’avversione per immigrati non islamici, come rumeni, moldavi o bulgari, fra cui il tasso di criminalità è piuttosto alto. Però chi solleva questo problema è un razzista quindi meglio far finta di niente o dire che ci sono delinquenti anche fra gli italiani per tranquillizzare la propria coscienza, tanto le vittime della criminalità comune sembrano contare molto di meno delle vittime del terrorismo

    • nessun fenomeno migrativo è esente da tassi di criminalità. Neppure quello degli italiani di fine secoolo. Ma questo dipende anche da politiche sbagliate di fronte al fenomeno

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