
Il revisionismo di Netanyauh.
Come si sa, Benyamin Netanyahu, intervenendo al congresso ebraico mondiale, ha sostenuto che a suggerire ad Hitler la “soluzione finale” del problema ebraico, fu il gran Muftì di Gerusalemme Haj Amin Al-Husseini, durante un incontro con il Fuhrer.
Infatti, Hitler avrebbe avuto in mente di espellere gli ebrei dall’Europa, ma, il Muftì sostenne che si sarebbero riversati tutti in Palestina per cui consigliò ad Hitler una via più spicciativa: “Bruciali”.
La dichiarazione è andata incontro a severe contestazioni, già durante la seduta del consiglio, fra l’altro da parte di Dina Porat, capo degli storici di Yad Vashem che ha detto:
“Sicuramente il muftì di Gerusalemme ha avuto grandi e pesanti responsabilità personali nella Shoah ma non si può affermare che convinse Hitler a sterminare gli ebrei”, aggiungendo che l’incontro tra i due avvenne il 28 novembre del 1941, quando già era in moto il programma di sterminio degli ebrei che era stato deciso tra l’estate e l’autunno del 1941, comunque prima della fine di novembre (cosa su cui gli storici non negazionisti sono abbastanza d’accordo).
Mauro Canali, qui in Italia, ha ricordato come già nell’estate 1941 o nazisti avessero già eseguito diversi massacri sistematici di ebrei, come a Leopoli (4.000 morti nel luglio di quell’anno) o a Vilnius, nei paesi baltici.
Altri hanno fatto notare come, già l’8 dicembre 1941 (soli dieci giorni dopo l’incontro fra Hitler ed il Muftì ) entrò in funzione il campo di sterminio di Chełmno per gli ebrei provenienti dal ghetto di Łódź.
Insomma, sul piano storico la versione di Netanyauh non sta in piedi, ma l’episodio si presta benissimo a qualche considerazione più generale. E’ evidente il senso di questa uscita del primo ministro israeliano: far cadere la colpa del genocidio ebraico sul gran Muftì e, per il suo tramite, su tutti i palestinesi, legittimando in questo modo la politica di espulsione dei palestinesi dai loro territori.
Beninteso: il gran Muftì era un criminale filo nazista ed a lui il genocidio stava benissimo, non c’è dubbio, ma Hitler non aveva bisogno dei suoi consigli ed incoraggiamenti: sapeva benissimo da solo quel che voleva fare.
Questa sconclusionata dichiarazione di Netanyauh, se anche, per assurdo, fosse vera, per la verità aggiunge pochissimo al profilo di Haj Amin Al-Husseini, in compenso attenua fortemente le responsabilità naziste e personali di Hitler nella questione. E si capisce la reazione degli storici di parte ebraica. Siamo in pieno revisionismo olocaustico anche se particolare: non si nega il genocidio ma si distribuiscono diversamente le responsabilità. Ma questo tradisce quale sia l’uso che la politica israeliana fa dell’Olocausto: uno spregiudicatissimo uso politico, per legittimare l’esistenza di Israele ai danni dei palestinesi.
Io sostengo il diritti di Israele ad esistere ed alla sicurezza, ma sostengo che pari diritti hanno i palestinesi e che l’unica uscita possibile da questa situazione sia una onorevole pace fra i due popoli. Operazioni “storiografiche” di questo tipo servono solo a bloccare definitivamente il processo di pace e aizzare l’odio degli israeliani verso i palestinesi.
Ma, di fronte ad uno sconcio del genere, ve la sentite ancora di sostenere una legge indecente come quella che punisce il negazionismo? E se qualche esponente della comunità ebraica italiana riprendesse le dichiarazioni di Netaniauh, potremmo denunciarlo ai sensi di questa legge in via d’approvazione?
Aldo Giannuli
aldo giannuli, deportazione, genocidio ebraico, gran mufti di gerusalemme, hitler, israele, nazismo, negazionismo, palestina, revisionismo storico, seconda guerra mondiale, shoah

GherardoMaffei
Prof. Giannuli parliamoci chiaro, da tempo la valorosa flottiglia degli Uboot costituita dagli storici revisionisti, ha colato a picco il transatlantico “sterminazionista”. Costoro in preda al panico, hanno da subito rifiutato ogni dibattito pubblico, declinando ogni invito rivolto a loro ad un confronto libero e civile.Una inaudita campagna di insulti, calunnie, denigrazioni sistematica, è seguita, con la scontata accusa di essere tutti dei neonazisti.Falso, clamorosamente falso.Il primo revisionista in assoluto fu il francese e antifascista di sinistra, reduce dal lager di Dora, socialista militante, decorato al merito resistenziale Paul Rassinier. Poi sempre in Francia furono gli anarchici della “Vecchia Talpa”,seguiti dal docente universitario Robert Faurisson.In Italia revisionisti tra i primi furono i marxisti dissidenti seguaci di Amedeo Bordiga.Tra i revisionisti vi sono docenti universitari,giornalisti,ricercatori, alti prelati,professori di ruolo, storici illustri di fama internazionale come David Irving, finito in galera in Austria, per aver partecipato ad un pubblico dibattito e infine non mancano tra loro ebrei antisionisti.. Negli USA il docente universitario Norman Fielkstein, figlio di una coppia di ebrei reduci da Auschwitz, ha scritto un libro ove denunciava l’industria della shoah; costui è stato rimosso dall’incarico universitario.Gli “sterminazionisti” sono riusciti solo in una prova a loro favore, quello di far varare dai governi occidentali (per ultima anche l’Italia) delle leggi liberticide, invocando, censure, libri al rogo, perizie psichiatriche, denigrazioni, campagne di stampa terroristiche attraverso i mass media.La nuova sacra inquisizione da tempo è attiva in occidente, le moderne streghe revisioniste, devono finire al rogo! Per quanto riguarda lo stato canaglia di Israele, è dalla sua costituzione che sfrutta l’arma più potente a sua disposizione: vale a dire l’industria della shoah, per ricattare l’occidente intero e avere le mani libere coi palestinesi.
Paola sala
Su questo sono d’accordo con te Maffei. Ho seguito e seguo la battaglia personale di libertà intrapresa dal prof. Finkelstein e a questo proposito consiglio di leggere il suo libro ‘la fabbrica della shoah’ è anche ‘beyond chutzpah’ che spiegano molto bene la strumentalizzazione ad opera di potenti lobbies ebraiche della più grande tragedia del 900 per fini economici e di promozione dello stato di Israele. Non è più tollerabile che chiunque critichi Israele si ritrovi poi ad essere tacciato di revisionismo o peggio di negazionismo. È un attentato molto pericoloso alla libertà di espressione
Zerco
Il Sig. Mileikowski (alias Netanyahu) è una canaglia, è antipatico a tutti, non lo sopporta nessuno (a partire da Obama, è noto, quello che lo sopporta di più pare sia Putin), ma non è affatto stupido. Tutte le sue uscite, che sono tutte da canaglia, colgono nel segno e sono tutte efficacissima propaganda di guerra sionista. Quindi falsi marchiani con qualche granello di verità, ai quali tutti credono o fan finta di credere per piaggeria.
E se in questo ultimo falso di Mileikowski ci fosse un granello di verità? Questo è il problema.
Mileikowski padre era segretario di Jabotinski, il fondatore della legione ebraica. Jabotinski era uno dei principali esponenti del sionismo di destra, quello ebbe inizialmente rapporti con i regimi nazisti e che gli intellettuali ebrei definivano espressamente “fascista”, che ha dato origine alla banda Stern, all’Irgun e al Likud.
E se quel qualcosa di revisionista lo avesse detto Mileikowski padre al figlio? Magari il contenuto di documenti privati o colloqui di Jabotinski?
Poi: i legami con Hitler del Muftì di Gerusalemme sono storia: era filonazista (non un criminale, quello lo deve dire un tribunale per gli atti compiuti – che Amin al-Husseini non compì, peraltro – , caro professore, lei lo sa bene) per i suoi fini politici “anticoloniali”. È comodo tirare in ballo il Muftì, ma c’è sempre il rischio che qualcuno tiri fuori gli altri filonazisti d’Europa, magari tra gli alleati, magari in Inghilterra, magari nella casa reale…
Gaz
Più che storia, quella di Netanyauh è una storiella. Nulla a che spartire con la Storia.
Hitler telecomandato farebbe ridere, se non ci fosse da piangere.
benito
oltre all’ autolegittimazione cui Netanyauh mira con le sue affermazioni, vi e’ anche da dire che gli ebrei sono quelli che il razzismo lo hanno inventato salvo rimanerne vittime per una tragica e terribile ironia della sorte. Infatti nella loro barbara mitologia esiste il concetto del popolo eletto come dell’angelo sterminatore che agisce per conto di quel loro dio crudele e vendicativo. Voglio anche aggiungere, qualora qualcuno pensasse che ce l’ho in modo particolare con gli ebrei, che le altre due religioni derivate da quella ebraica, la cristiana e la musulmana, sono altresi religioni barbare e retrive
GherardoMaffei
A proposito di sfruttamento della shoah aggiungo che ieri l’insospettabile “storico di regime” di origine ebraiche Paolo Mieli ( ma che strana coincidenza…) sul Corriere della Sera, nel commentare alcune frasi incaute pronunciate dal presidente della ferdercalcio Carlo Tavecchio,sugli ebrei (condannate pubblicamente da un “fine intellettuale” come Lapo Elkan…sic! ) ha reso noto un fatto clamoroso, che come al solito i mass media di regime hanno ignorato. Nel corso delle intercettazioni telefoniche i dirigenti dell’ospedale israelitico di Roma,al centro di un recente caso di falsi rimborsi che ha visto coinvolto pure l’ex presidente dell’INPS che ricopriva in contemporanea una ventina di incarichi pubblici, Antonio Mastrapasqua, è emerso un fatto clamoroso.Costoro che hanno truffato otto milioni di euro con false fatturazioni l’ASL del Lazio, venuti a conoscenza dell’inchiesta in corso, brigavano per “sputtanare” uno degli inquirenti, affermando che bisognava accusarlo di essere un filo terrorista arabo. Ma la ciliegina sulla torta inoltre uno degli intercettati, aggiungeva che bisognava far ricorso ai “piagnoni” (letterale) della shoah per pararsi il culo.Noto che i fruitori di questo libero sito, nel passato hanno saturato di commenti, argomenti banali, per non dire artefatti, come le presunte collusioni tra estrema destra e criminalità comune, ma su tale “nervo scoperto” nessun commento, anzi è calato un silenzio assordante. Come mai prof. Giannuli?
Pugacev
se è per questo, anche Gandhi simpatizzava per Hitler per ovvie ragioni anticoloniali. Ciò fa di lui un criminale filonazista?
Aldo Giannuli
Ghandi non ha mai simpatizzato per Hotler e quando gli chiesero di incitare gli indiani alla diserzione lui rigiutò peoprio perchè era convinto che una vittoria della Germania sarebbe stata una iattura
Pugacev
Guardi, Gandhi dà quantomeno prova di molte oscillazioni nel suo giudizio su Hitler, su Mussolini e in generale sul fascismo. Vi sono sue lettere e scritti in cui loda le “riforme” di Mussolini, inspirate da “un appassionato amore per il suo popolo”. Quanto al leader del nazismo, egli afferma: “Non credo che Hitler sia così cattivo come lo dipingono. Sta dimostrando un’abilità stupefacente, e sembra che ottenga le sue vittorie senza grandi spargimenti di sangue”. Non mi sembra, come lei dice, ritenere la vittoria della Germania una iattura (“Non mi auguro la disfatta della Gran Bretagna, ma neppure quella dei tedeschi”) e si spinge ad affermare che la Germania nazista “avrebbe potuto essere e può essere ancora una potenza amichevole”. Si noti che in quel momento è in corso l’invasione della Francia e da mesi infuria l’eliminazione sistematica dell’intellettualità polacca. A guerra ormai conclusa, inoltre, Gandhi renderà omaggio a Subhas Chandra Bose che, pur di conseguire l’indipendenza, aveva combattuto a fianco dell’Asse: «Subhas era un grande patriota e ha dato la vita per il bene del paese».
Vedi ad es. De Simone, Losurdo, “Paradigmi e fatti normativi. Tra etica, diritto e politica”.
Insomma, ciò per dire la misura dell’azione politica di un leader di paesi colonizzati (anche se considerato “un santo”) è rapportata all’obiettivo dell’indipendenza, e condizionata dal nemico che affrontano in loco. Ciò è vero per Gandhi quanto per il Gran Muftì, che con Hitler aveva notevoli motivi di consonanza, dato che il suo nemico diretto erano i coloni ebrei e le loro organizzazioni militari e terroristiche. Per questo il suo giudizio tranchant sul secondo mi pare vada motivato più approfonditamente.
Aldo Giannuli
su Mussolini si, su Hitler mai.
Quanto al Mufti a definirlo ciminale non è tanto la sua vicinanza ad hitler durante la guerra, quanto quello che poi aha fatto per sdabotare ogni possibilke intesa fra palestinesi ed ebrei assumendosi la responsabilità di aver scatenato questo coinflitto amarissimo che dura da 67 anni
GherardoMaffei
Ecco un giudizio del leader pacifista indiano su Mussolini:” Il duce è uno statista di primissimo ordine,completamente disinteressato, un super uomo”. Ebbe un incontro anche personale con Mussolini e altri gerarchi;a Roma l’unico che si rifiutò di riceverlo fu il papa. Per quanto riguarda il cancelliere tedesco Hitler, egli sia tra gli indiani ma soprattutto tra gli arabi era popolarissimo, Ma aggiungo inoltre che anche tra i neri afroamericani degli USA; nel dopoguerra uno dei loro grandi leader Louis Farrakhan capo della Nazione Islamica, non esitò a definire Hitler un grande uomo politico. Tra i tanti ammiratori di Hitler vi fu anche il futuro presidente USA John Fritzgeral Kennedy.Solo in Italia e in Germania, i “collaborazionisti” dei gangsters americani invasori dell’Europa, continuano a ricoprirlo di calunnie e infamie varie.Ma il tempo che è galantuomo farà giustizia di loro ed a lui spetterà il posto storico che merita. E’ solo questione di tempo; sarà collocato al fianco di Giulio Cesare,Alessandro Magno, Napoleone Bonaparte.
Ercole
Netanyahu (Mileikowsky) ha ragione quando afferma che al-Husseini è uno dei massimi responsabili della distruzione degli ebrei.
Anzitutto è stato l’organizzatore delle SS islamiche in Jugoslavia, responsabile dell’assassinio di circa il 90 % degli ebrei di Bosnia e della distruzione di numerose chiese e villaggi serbi: https://it.wikipedia.org/wiki/Amin_al-Husseini#La_divisione_SS_musulmana
In un suo discorso alle SS islamiche in Bosnia pronunciato il 21 gennaio 1944 al-Husseini enuncia la sua comunanza d’intenti con il nazismo:
« Molti interessi comuni esistono tra il mondo islamico e la Grande Germania e questo rende la nostra collaborazione un fatto naturale. Il Corano dice: Voi vi accorgerete che gli ebrei sono i peggiori nemici dei musulmani. Vi sono considerevoli punti in comune tra i principi islamici e quelli del nazionalsocialismo, vale a dire nei concetti di lotta, di cameratismo, nell’idea di comando e in quella di ordine. Tutto ciò porta le nostre ideologie a incontrarsi e facilita la cooperazione. Io sono lieto di vedere in questa Divisione una chiara e concreta espressione di entrambe le ideologie. »
Inoltre, il fatto che nel novembre del 1941 fossero già stati uccisi a fucilate diverse migliaia di ebrei dei territori occupati non significa che Hitler in quel momento non fosse ancora disponibile al loro trasferimento in massa (vedere ‘piano Madagaskar’): infatti, per diversi anni il regime incoraggiò l’emigrazione degli ebrei tedeschi e fu anche a seguito di pressioni di alleati come al-Husseini e al blocco dell’immigrazione per gli ebrei deciso da molti stati occidentali che i flussi in uscita si ridussero. Inoltre, fino all’incontro con al-Husseini del 1941 non si trova traccia di voler costruire camere a gas e forni crematori (anche la conferenza di Wannsee è del 1942).
Qui trovate la trascrizione ufficiale della conversazione fra al-Husseini e Hitler, in cui si decisero le politiche comuni (http://www.timesofisrael.com/full-official-record-what-the-mufti-said-to-hitler); qui la documentazione del progetto di al-Husseini di costruire un crematorio nella valle di Dotan in Samaria, Palestina: http://www.israelhayom.com/site/newsletter_article.php?id=29171.
Bruciare gli ebrei di Palestina era proprio l’intenzione di al-Husseini, che avrebbe anche realizzato direttamente dopo un’eventuale vittoria tedesca ad El-Alamein nel 1943: http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/202436#.Vi5Gr7cvfDd
Ancora: https://www.youtube.com/watch?v=VjARZPAcATM minuto 4,30: al Tribunale di Norimberga Dieter Wisliceny braccio destro di Eichman dichiara… secondo me “Il Gran Mufti ha giocato un ruolo nella decisione del Governo tedesco di sterminare gli ebrei europei consigliando ripetutamente a Hitler, Ribbentropp e Himmler il loro sterminio, considerandolo un comodo strumento per la soluzione del problema palestinese… egli fu consigliere e socio nell’implementazione del programma di sterminio”.
Dopo la guerra, al-Husseini si rifugiò in Svizzera, fu arrestato e messo agli arresti domiciliari in Francia, ma scappò e chiese asilo all’Egitto. Gruppi sionisti chiesero alla Gran Bretagna di incriminarlo come criminale di guerra. I britannici non acconsentirono, in parte perché consideravano le prove addotte insufficienti, ma anche perché ogni loro mossa in tal senso avrebbe accresciuto i loro problemi in Egitto e Palestina, dove al-Husseini era popolare. La Jugoslavia chiese senza successo la sua estradizione.
Aldo Giannuli
il gran Muftì era quello che era, ma Hitler non aveva bisogno di suggerimenti