Cosa c’entra il Quatar con la crisi del governo Letta?
Spesso gli analisti sono portati a stabilire rapporti causa-effetto mettendo in relazione eventi che, invece, si sono succeduti casualmente. E’ sempre un rischio presente e conviene sempre sciogliere un po’ di dubbio nelle proprie ipotesi. Soprattutto quando non si abbiano prove certe a sostegno ma solo indizi. Questo non vuol dire che si debba rinunciare ad avanzare supposizioni da sottoporre a verifica, man mano che gli eventi procedono.
L’importante è chiamare le cose con il loro nome: le ipotesi sono ipotesi e non affermazioni certe. A volte le coincidenze sono casuali ed a volte no. In ogni caso è bene registrarle e studiarle.
E così ho notato una coincidenza: la crisi del governo Letta era nell’aria già da settimane, ma ha subito una brusca accelerazione, quando invece sembrava esserci una schiarita, nel giro di una decina di giorni, durante i quali sono successe due cose: l’uscita del libro di Friedman che ha dato un colpo durissimo a Napolitano, costringendolo a ritirare il suo patronage a Letta ed il viaggio di quest’ultimo in Quatar. Ovviamente, un viaggio di stato non si improvvisa in due giorni ma richiede qualche preparazione, che, però, in questo caso non deve essere stata remotissima, perché in larga parte determinata dalla disperante crisi dell’Alitalia, per la quale il governo era a caccia disperata di soci.
E, infatti, i quatarini hanno generosamente offerto a Letta una loro partecipazione. Ma, qui fermiamoci un attimo per qualche considerazione più generale.
L’Italia è ancora strategicamente importante essenzialmente per due cose: la rete Telecom che innerva il Mediterraneo (cioè tutto il Mena) e poi, dal Mar rosso prosegue sino alle Filippine ed alla Corea del Sud, e la rete di gasdotti che collega il Nord Africa a tutta Europa: chi arriva al gasdotto siculo-algerino o riesce a connettersi al terminale di Brindisi, è praticamente arrivato al nord Europa, dalla Francia alla Germania, Danimarca o Polonia.
Come si sa, si stima che le riserve di gas naturale del Quatar siano le maggiori del Mondo; forse non è esattamente così, comunque è certo che si tratti di molta roba. Già nel 2005, l’emiro Hamad bin Khalifa Al Thani propose al governo italiano un gasdotto che lo agganciasse al terminale libico-algerino; opera particolarmente poco costosa, anche perché la gran maggioranza del percorso sarebbe stata costituita da aree desertiche. Ma il governo Berlusconi snobbò la proposta, preferendo l’operazione Southstream con la russa Gazprom che entrò anche pro quota nel gasdotto italio-algerino-libico. Cosa, come si sa, assai poco gradita dagli americani che stavano lavorando al progetto concorrente di Nabucco e che non la perdonarono al Cavaliere, come sappiamo dalle intercettazioni di Assange. E neppure i Quatarini la presero granché bene, se è vero che proprio l’Emirato è stato il massimo finanziatore della guerra di Libia il cui esito finale è stato un secco ridimensionamento della presenza Eni.
Dunque, non pare del tutto infondato il sospetto che nelle giornata quatarine di Letta non si sia parlato solo di Alitalia, ma anche di possibili agganci di gasdotti.
Naturalmente, ci sono due paesi particolarmente controinteressati allo sbarco dei Quatarini nella rete italiana: la Russia ed Israele. Della Russia si capisce facilmente il motivo: se arriva il gas dal Quatar, quello russo deve abbattere i prezzi sul mercato europeo di un buon 30-40%, il che sarebbe una autentica iattura.
Per Israele il discorso non è di natura economica ma politica: il Quatar, non solo è un paese arabo, ma è fra quelli “cattivi” che finanziano i Fratelli Musulmani in Egitto, che non disdegnano di strizzare l’occhio anche verso settori più estremisti e che, per allentare la pressione saudita, sarebbe capace anche di cercare l’intesa con l’Iran. Il tutto con riserve finanziarie che lo mettono in condizione di porre la propria candidatura alla testa del mondo sunnita. Non ci vuol molto a capire che a Tel aviv si guardi con raccapriccio all’ipotesi di una Europa così dipendente dai rifornimenti energetici di un paese così: il ricordo dello shock petrolifero del Kippur è ancora molto vivo.
Se la memoria non ci inganna, il leader di Forza Italia è molto amico del nuovo zar Vladimir I. E, sempre se la memoria non ci tradisce, fra i più apprezzati consiglieri del giovane Renzi c’è quel tale Yoram Gutgeld che viene proprio da Tel avida e dintorni. E l’intesa fra il giovane Renzi ed il Cavaliere era già decollata a gennaio con l’incontro del Nazareno.
Del giovane Renzi, poi, abbiamo apprezzato la posizione cautissima sulla crisi ucraina, ricca di parole di biasimo per Mosca ma sostanzialmente sfornita di alcuna misura concreta.
Ed allora, è tutto un caso? Può darsi, per carità: tutto è possibile. Ma non vi sembra un discorso da approfondire?
Aldo Giannuli
aldo giannuli, berlusconi, energia, enrico letta, gas, matteo renzi, putin, quatar, ucraina
Cinico Senese
E approfondiamolo…
Tenerone Dolcissimo
Sì, a me sembra un discorso da approfondire e ti sarei grato se lo approfondissi (perdona il tu ma mi sembra che ce lo siamo già dati in altri interventi).
E’ raro trovare analisi -come questa- che vadano al Quore del problema e siamo fin troppo pieni di pareri che renzi vuole bene a berlusconi perché da giovane è andato alla ruota della fortuna. Ma non si può pretendere troppo da giornalisti ed opinionisti italiani: si sa che non si può cavar sangue da una rapa.
Il discorso energetico è assente in maniera desolata dal nostro panorama. Anche il M5S, nonostante sia l’unica forza politica che affronta gli argomenti con la dovuta serietà, si è appiattito su un antinuclearismo di maniera, che istericamente combatte il nucleare come una cosa sporca ed immorale.
Qualcuno, invece, dovrebbe ricordare il caso Ippolito che ci insegna che, ammesso ci sia, la lobby nucleare non è molto efficiente nel difendere i propri componenti ed anche che, se c’è una lobby che funziona, è proprio quella che si oppone al nucleare.
Quindi ci aspettiamo ulteriori valutazioni su Nabucco ed affini, praticamente assenti sulla stampa nazionale. E magari anche sulla compagnia di bandiera che un tale ha voluto pervicacemente mantenere italiana, con un’operazione che ai contribuenti pare stia costando cara.
Grazie e saluti.
paolo raffone
Caro Aldo, è un’ipotesi seducente. Tuttavia, senza la pacificazione di Iraq e Siria non capisco da dove passerebbe il gasdotto qatarino. Non a caso dal dirimpettaio Iran il gas parte verso la russa Gazprom con alcune ‘navicelle’ sul Caspio. E poi perche Letta nipote avrebbe dovuto fare uno sgarbo agli amici dello zio?
giandavide
i ragionamenti misembrano molto sensati, in quanto sono basati sui freddi numeri del costo del gas. se fridman è stato lo strumento materiale di persuasione su napolitano, che quasi immediatamente dopo ha deciso di ricevere renzi e dargli il governo, è probabile che il viaggio di letta in qatar abbia rappresentato il kairos per cambiare governo. è proprio difficile rimpiangere letta, che è stato un’esperienza curiosa: un tentativo di gestione dell’uscita di scena di berlusconi che garantisse sia un atterraggio morbido al nano che una sua uscita di scena dalla politica. poi renzi grillo e quant’altri hanno resuscitato berlusconi perchè la vita senza di lui era troppo dura e quindi non se ne è fatto niente. la soluzione per il tutto è stata quanto mai psichedelica: il centrodestra si divide nell’appoggio al governo (ma sta unito per i benefici di coalizione), poi cade il governo e una parte sta con il governo e contro le riforme istituzionali, mentre l’altra sta contro il governo per il governo ma con il governo per quanto riguarda le riforme istituzionali. io credo che i neuroni dell’elettore di centrodestra saranno messi a dura prova dai bizantinismi architettati dall’illuminata dirigenza, casomai in queste europee non si sentirà appieno il flop, ma se continuano a slogare il cervello dei propri elettori con queste contorsioni prima o poi glielo stroncano del tutto.
comunque la cosa più buffa è questo 3% di elettori di sel che secondo i nostri brillanti sondaggisti dovrebbe contribuire al premio di maggioranza per renzi senza però fare eleggere quelli che hanno votato: anzi sono così sfacciati che mettono un’altro 1% ad “altri di centrosinistra” per fare quadrare i conti e mostrare una contesa politica dove invece c’è un pd senza alleati e un pdl che per contenere la perdita di elettori si divide spasmodicamente per intercettare tutte le fascie di delusione e farle tornare all’ovile sperando che le pecorelle non scappino per le guerre interne di una compagine di balordi la cui finalità principale è quella di distinguersi l’uno dall’altro perchè sennò sembrerebbero tutti berlusconiani (tali sono). in questo contesto è evidente il ruolo politico dei nostri bravi sondaggisti che mostrano una situazione così stabile e compatta in cui stanno tutti alla pari, nascondendo la perdita di voti del centrodestra attraverso la spiattellamento nelle liste satellite, e la posizione di debolezza del pd attraverso la creazione ex nihilo di un’alleanza di fatto inesistente. quasi quasi li preferivo prima, quando si limitavano a sbagliare completamente i calcoli
leopoldo
manca l’incipit cappucino e briosc (-:
che vi sia una guerra per chi vende il gas all’europa, è noto a tutti anche se non dicchiarato, povera Syria.
Però penso che l’alternaza tra R-L dipenda più che in italia non ci deve essere un governo forte con un pizzico di autonomia, come si stava prefigurando l’ascesa di R, che a bugerare gli accordi economici tra nazioni, che per quanto si legge tra qatar e italia le cose vanno avanti.
cmq il prossimo conflitto bellico in Ucraina, ripossisionerà gli approviggionamenti, e qui l’ENI potrebbe prendersi una rivincita su francesi e inglesi.
Sergio
molto interessante e plausibile ma allora non mi tornano i conti. Se la cordata vincente che ha incoronato Renzi rimanda a B e alle intese coi russi come risposta alle aperture di Letta ai quatarini, come si inserisce nella disfida il libro-scoop di Firedman, che di fatto avrebbe finito per favorire il ritorno della linea osteggiata dal governo americano? Che l’attacco a Napolitano avesse ben altri obiettivi, es. impedirgli di fare il rimpasto a modo suo? O forse lo scopo era tenere aperte entrambe le soluzioni fin dall’inizio.
Federico Pizzetti
Caro Aldo, molto interessante la Tua analisi. Come vedi che nello scenario descritto Letta fosse stato comunque l’unico, fra i premier occidentali, ad andare a Sochi? Avrebbe dovuto procurargli l’appoggio di Vladimir Putin, o si è trattato, a fronte dei ragionamenti quatarini, di un cerchio-bottismo? E se il Quatar era così interessato alla fornitura di gas, perchè però dare così pochi soldi a Letta tanto da fargli fare una pessima figura, al rientro?
aldogiannuli
be non è che l’Emiro del Quatar sia il cugino di Babbo Natale e poi la visita a Sochi e quella a l Quatar ti dice che Letta si muoveva con la logica della disperazione cercando spazi dove si aprivano, il che non è il viatico migliore per nessuno
leopoldo
il 31/01 in un primo voto della legge elettorale va in porto poi il tempo si dilata, e oggi la legge è pronta a essere cazzata. Su Letta, quello che non capisco perché si arrocasse sulla poltrona, tanto lui il suo seggio in parlamento c’è l’ha, non è un precario che quando lo cacciano dal posto di lavoro rimane in mutande(legge che ha contribuito a creare). Devo oppinare che R è salito gioco forza al governo altrimenti elezioni
que se vayan
Rispondi a Sergio, volevo fare la stessa domanda.
Grazie mille.
aldogiannuli
sergio e que se vayan: abbiamo tre ipotesi:
a.il sovrapporsi casuale di due disegni diversi ed indipendenti fra loro,
b. il sovrapporti due disegni diversi ed indipendenti fra loro (ad esempio l’ipotesi Draghi al quirinale che piacerebbe tanto ai tedeschi a loro volta non ostili alla politica energentica filo russa) ma almeno in parte convergenti
c. parti dello stesso disegno di marca Tel aviv (non così distante da Friedman)
La prima ipotesi non mi pare molto probabile, restano le altre due. Comunque, anche se il colpo di Friedman sembra di marca inglese, non ho mai creduto che quella ne fosse l’origine, ma solo il “mezzo di contrasto” per una triangolazione
leopoldo
aggiungo, forse il voto sulla legge elettorale del 31/01 serviva per vedere se ci fosse una maggioranza. E da lì siano partiti nuovi accordi? effettivamente era concorrente agli accordi di Letta in qattar. cmq è vero che successi e fallimenti influenzano i percorsi di chiunque, ma stratteggie organizzate con premeditazione a medio lungo per far fallire il governo letta, mi sembrano irreali. è più possibile un insieme di proposte che stanno lì presenti tutte in parallelo e a seconda dell’esigenza si fa prevelere una o l’altra realizandola o distrugendola. Poi politici, finanzieri, ecc navigano tra esse. il gas del qatar prima o poi vanno a prenderlo:-)
il documento sotto è un po’ vecchio:D
http://piemonte.indymedia.org/articolo/11816
piccola ricostruzione storica del qatar;D
http://www.linkiesta.it/da-al-jazeera-al-gas-e-il-qatar-la-nuova-potenza-mediorientale
leopoldo
questo suo collega parla in termini economici molto spinti http://www.bloglobal.net/2012/05/italia-e-qatar-gas-e-capitali-per-un-nuovo-rapporto-strategico.html
Pier Francesco Meneghini
Su un piano di ragionamento astratto concordo: le ipotesi vanno certo esplorate. Aggiungerei che, come spesso accade nell’ambito della sfera politica, gli accadimenti quasi mai sono mono-causati, in certi momenti si saldano, si catalizzano, più fattori. E dunque, anche la riflessione geo-politica ha una propria (almeno astratta) legittimazione. Nel merito, mi sembra difficile pensare che il viaggio in questione abbia potuto essere l’elemento catalizzatore, proprio perché il livello delle questioni (energia, sicurezza) non viene trattato di regola nell’ambito di incontri ufficiali, come quello in questione, e con delegazioni (invece che tête à tête)
Caruto
La ricostruzione ha una sua logica; ma per mia ignoranza andrebbe spiegata questa capacita’ israeliana di condizionare la politica interna di una nazione come l’Italia (e’ sufficiente un consigliere di Renzi?) soprattutto se questo significa ipotizzare che gli USA siano rimasti alla finestra a guardare un altro successo di Putin e del “blocco energetico” che fu all’origine della crisi serissima dei loro rapporti con Berlusconi.
E perche’ Napolitano si sarebbe immediatamente adeguato a questo cambiamento di scenario?
Per esempio: un ruolo molto attivo della Germania e non una semplice preferenza per il cote’ Russo?
Mi domando anche se i nostri apparati di sicurezza non siano in grado di dire qualcosa di sensato. Presumo che abbiano qualche informazione in merito.
aldogiannuli
Caruto: fors eil consigliere è solo la punta dell’iceberg
Tenerone Dolcissimo
@ Leopoldo
“Devo oppinare che R è salito gioco forza al governo altrimenti elezioni”
Considerate anche le modalità con cui renzi è andato al governo -che non sono favorevoli per il giovin toscano, poiché hanno demolito quanto da lui costruito in anni di “scalata”- penso che le cose siano andate così.
Dopo le elezioni del 2012 occorreva sostituire Monti, oramai troppo sputtanatato: nemmeno i decerebrati del “le tasse sono una cosa bellissima” lo appoggiavano più. Occorreva qualcuno che ne proseguisse la politica, magari ammorbidendola, dando nel contempo l’impressione che si teneva conto delle esigeenze della gggente.
E’ stato quindi scelto Letta. Un democristiano di altri tempi ed un ragazzo di buona famiglia. Pertanto, ci si aspettava che mantenesse lo status quo, che non prendesse iniziative e soprattutto si togliesse dai coglioni senza protestare quando fosse venuto il momento.
Perché intanto Napo e mandanti lavoravano per noi, cercando qualcuno che riuscisse a fregare il popolo italiano come era riuscito a Monti nei primi mesi -ricorrendo alla sua immagine di uomo nuovo e pulito- e magari meglio di Monti.
Ad un certo punto, Napo e mandanti si sono accorti che la ggggente, o almeno magna pars di essa, gradiva questo ragazzo toscano, percependo qualcosa di nuovo in lui.
Immeditamente ne hanno approfittato. Hanno chiamato il ragazzotto e gli hanno fatto il seguente discorso: “Se vuoi andare al governo con le tue gambe ti ci vorranno anni. E una volta giunto troverai mille difficoltà. Noi ti garantiamo di arrivarci subito, purché tu sia disposto a fare la poltica che diciamo noi cioè aumento delle tasse e mantenimento dei parassiti al loro posto, così accontentiamo sia la Merkel sia la casta. Certo qualche riforma di facciata te la lasciamo fare, così non perdi troppo la faccia e non sputtani troppo la tua immagine di uomo nuovo e pulito. D’altronde un po’ di fumo negli occhi bisogna gettarlo in faccia alla gente, se no si sveglia. Dopo Monti, infatti, è diminuito in modo drammatico il numero di deficienti che credono che le tasse siano bellissime e che se le cose vanno male è colpa dei biechi evasori. Certamente, il gioco non potrà durare in eterno e fra qualche anno ti dovremo dare un calcio in culo come abbiamo fatto con “bello de zio suo”. Ma non ti preoccupare: ti troveremo un confortevole e remunerativo parcheggio quando ti toglieremo di mezzo per sostituirti con qualche altra faccia di bambolotto capace di fregare gli italiani”.
Ecco, penso che le cose siano andate pressappoco così. Se sbaglio mi “corriggerete”.
Tenerone Dolcissimo
Ho l’impressione che noi tutti brancoliamo nel buio per non avere chiarito un punto che -scusate l’immodestia- mi sembra fondamentale e cioè quello dei rapporti Germania – Russia (via Ucraina in questo momento ovviamente).
Vanno d’accordo o sono nemici. E fingono il contrario o mostrano quel che sono? E che valore ha il gas russo per Berlino?
Caruto
“Caruto: forse il consigliere è solo la punta dell’iceberg.”
Ho capito.
Ma: si puo’ dire di piu’? Perche’ l’ipotesi che gli USA siano stati messi all’angolo cosi’ facilmente (a partire dalla situazione che si era creata con Monti e Letta) contrasta con le mie conoscenze. Per questo mi chiedevo se l’intervento (per. es) della Germania non sia stato piu’ consistene di quello che potrebbe apparire.
Inoltre, rimane da capire il cedimento immediato di Napolitano, il quale dice: “Il governo Monti e Letta non sono stati un mio capriccio.”
A chi parlava?
aldogiannuli
Caruto: ma gli Usa sono ancora un fatto unitario? E, soprattutto: non vedi la serie di sberle che stanno prendendo dall’Ucraina alla Siria?
Caruto
A questo punto, seguendo il ragionamento, si dovrebbe ipotizzare un blocco di interessi italiani che gira attorno all’attuale ENI, le altre imprese del settore del comparto pubblico e di interesse internazionale citate nel post dal quale siamo partiti) e che si e’ anche cercato gli appoggi internazionali all’insegna dell’omeostasi (tutto cambi perche’ tutto rimanga come e’).
Le nomine governative prossime venture sarebbero in grado di chiarire: come molti avevano gia’ detto nell’immediatezza della crisi del governo Letta.
E bravo Giannuli!
leopoldo
xTenerone Dolcissimo;-)
nel tuo ragionamento diffetta la botta che ha ricevuto napolitano da Fridman per fargli capire che doveva mollare Letta. R poteva aspettare mentre si faceva la riforma elettorale e affinava l’imagine di pungolatore. L’italia ha governi deboli e litigiosi non è uno Stato debole, povero, isolato come negli anni ’30 del secolo scorso, perciò interventi esterni così invasivi mi fanno dubitare. Credo che le cose siano dipese dalla cricca del PD, friedman intervista anche debenedetti. Ovvio vi devono essere garanzie verso l’esterno di rispettare certi accordi commerciali e politici. La guerra che divampera in Ucriana tra poco non facilita le cose, per l’approvigionamento energetico e gli interessi usa a vendere il suo gas http://ilmanifesto.it/loccidente-sanziona-chi/
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Sono le faide interne del PD, le 2 sessioni di segreterie così ravvicinate a febbraio, l’attaco di Cuperlo. Secondo me anche il PD è stato forzato da interessi economici che hanno anche respiro internazionale e la neccessità di contenere il gruppo di R.
Caruto
1) “ma gli Usa sono ancora un fatto unitario?”
Una precisazione su cosa si intende per fatto unitario?
2) “non vedi la serie di sberle che stanno prendendo dall’Ucraina alla Siria?”
Si. Questo e’ un fatto interessante e sarebbe utile una riflessione sulla modifica in atto degli equilbri internazionali.
Perche’, per rimanere agli USA: 1) E’ legata alla presidenza attuale che valuta con realismo le forze in campo e le risorse che possono spendere? 2) La prossima presidenza potrebbe invertire la rotta e ne avrebbe le risorse? 3) E se volessero invertire la rotta, fin dove si potrebbero spingere in termini di “confrontation” in situazioni come quelle siriale o ucraine? 4) Quanto pesa l’utilizzo delle nuove tecniche di estrazione di idrocarburi nel favorire questa tendenza alla desistenza?
Personalmente mi augurerei una stagione multipolare (piu’ centri di potenza invece di una o due o anche tre superpotenze) ma chi ha avuto il quasi monopolio negli ultimi 20 anni si adattera’ alla nuova situazione?
Ecc. ecc.
Visto quello che sta venendo fuori, la riflessione attuale sul perche’ si e’ passati da Letta a Renzi cosi’ repentinamente potrebbe essere un’occasione interessante per una riflessione piu’ generale sugli attuali equilibri internazionali in stato dinamico.
Tenerone Dolcissimo
Lungi da me sottostimare la botta ricevuta da Friedman. Ma vorrei che l’analisi ricomprendesse anche l’elemento “GERMANIA”.
A questo proposito mi si consenta un fuori tema ed un piccolo interesse privato in atti d’ufficio. Vorrei sapere cosa ne pensa il prof. Giannuli dell’unificazione della vigilanza bancaria in Europa e se secondo lui è tesa a favorire un’egemonia tedesca anche in questo campo.
Grazie e saluti a tutti i partecipanti.
giandavide
mah non credo che gli usa siano stati così ostili a putin al tempo dei repubblicani, e non vedo perchè quel settore lobbistico debba avere cambiato idea. neanche in qatar penso che i rapporti con gli usa siano monoliticamente rose e fiori, specie da dopo le primavere arabe. sono anch’io pochissimo convinto che il “colpaccio” di fridman riassuma le posizioni atlantistiche nei confronti dell’italia, dato che ci sono interessi trasversali anche in campo usa. molto meno trasversale nei nostri confronti è invece la posizione tedesca, che deve difendere i suoi privilegi nazionali a spese nostre e che è molto legata alla russia e alle sue forniture, oltre che insofferente verso le critiche provenienti da oltreoceano alla sua politica di austerity.
i tedeschi sono poi stati favorevolissimi a berlusconi, che è quello che ha firmato il fiscal compact, tanto per intenderci e tutti sti cazzi che abbiamo li dobbiamo a questo scellerato, tanto da avere appoggiato apertamente solo governi in cui la maggioranza berlusconiana era presente a garantire le fette di culo da spedire in germania. poi ci sono state pure le scenette a tenore nazionalista, come i risolini in pubblico, che hanno galvanizzato gli elettorati dei rispettivi paesi l’uno contro l’altro secondo uno schema classico e sono stati convenienti sia alla merkel e a sarko che a berlusconi, che ancora oggi è invitato ai congressi del ppe, tralaltro.
gli usa non sono probabilmente molto favorevoli verso le politiche di austrity più che per motivi ideologici per motivi strategici: esse infatti garantiscono da un lato un valore aggiunto agli euro (ipervalutati) con cui vengono pagate e forniture russe, e dall’altro il rafforzamento dell’egemonia tedesca, che oggi è diventato un player internazionale con una sua sfera di influenza e una sua strategia geopolitica, e quindi un concorrente che si aggiunge alla russia ed erode inevitabilmente la sfera d’influenza americana fatta di rapporti bilaterali.
per quanto riguarda l’eni sembra che le opzioni papabili siano due: sostituire scaroni con maugeri, che insegna ad harward (sic), oppure fare insediare il vice di scaroni. in effetti sarebbe improbabile riproporre il vice di scaroni, specie dopo la crisi ucraina che ha mostrato quanto sono state intelligenti le sue brillanti strategie basate solo sul gas russo comprato a non si sa quanto e trasportato in un oleodotto costruito su una polveriera. ma è incontestabile che in caso di una sua rinomina si capirebbe perfettamente che in italia comanda ancora il suo sponsor berlusconi.
Vincenzo Cucinotta
Non scherziamo però coi soliti scaricabarile: il fiscal compact, con il connesso inserimento in costituzione dell’obbligo di pareggio di bilancio, l’ha votato Berlusconi, ma l’ha votato allo stesso modo il PD, e quasi l’intero parlamento prima del rinnovo del febbraio 2013, soprattuto con la benedizione attiva di re giorgio.
La catastrofe non sta alle nostre spalle, purtroppo è ancora davanti a noi, e stiamo ancora a chiederci quanto sia pericoloso uscire dall’euro e dalla UE, e se sia abbastanza di sinistra il sovranismo.
giandavide
macchè scaricabarile; la maggioranza al tempo ce l’aveva berlusconi, e il pd stava all’opposizione. poi ci sta pure che tranquillamente che il pd, se fosse stato al governo, l’avrebbe votata lo stesso, ma nei fatti l’ha votata il “nazionalista” berlusconi, e non sta a me fare inutile dietrologia sulle possibilità mancate della storia. perchè siamo pieni di balordi, come adesempio i leghisti, che oggi si chiedono chi ce l’ha mandato barroso, omettendo il fatto che barroso è stato votato dai membri della commissione europea che fanno parte del partito popolare europeo, ovvero la maggioranza berlusconiana che i voti della lega hanno contribuito ad eleggere. rimando quindi almittente le accuse di scaricabarilaggio, dato che mi sembra che così si tenda a suffragare i tentativi di berlusconi di rifarsi una verginità di difensore duro e puro della sovranità italiana. per ilresto io al massimo mi chiedo quanto sia pericoloso affidarsi ai meccanismi dell’obsoleto stato nazione, che oramai sono stati completamente erosi dall’ideologia neoliberista, che, dopo averli spolpati completamente, si sta oggi muovendo in campo internazionale, mentre noi si rimane indietro perchè oggi va per la maggiore la tendenza a rianimare cadaveri… consiglio la visione di gesù cristo contro gli zombi linkato qua sotto, così potrò dire di essere insieme a voi, perlomeno in spiritu
https://www.youtube.com/watch?v=GuKV2Z3eYTY
giandavide
ps. non sto associando la lega a vincenzo cucinotta ovviamente (mani avanti)
Vincenzo Cucinotta
Mi pare di avere scritto esplicitamente (raccomando sempre di leggere prima di rispondere) che PD e l’allora PDL hanno entrambi votato l’introduzione del vincolo di pareggio di bilancio in costituzione, e quindi nessuno ragionevolmente può affermare che io favorisca l’autoassoluzione di Berlusconi.
Direi piuttosto che l’obiettivo del mio cortese interlocutore sia quello di stabilire una sorta di classifica nelle responsabilità, tale che ci confermiamo che Berlusconi è peggio.
Non sarò io a difendere Berlusconi, ma questo volere discutere di politica confrontando PD e Berlusconi lo trovo tragicamente sbagliato, significa continuare a rimanere prigionieri della logica da stadio (dove insomma devi necessariamente schierarti per una delle due squadre.
Analogamente, Giandavide, dovresti riflettere su questo utilizzo della categoria nuovista. Gli altri sono avanti a noi dici tu. Ma avanti in che senso? C’è davvero un avanti e un dietro? E se fosse proprio questa lettura ideologica della realtà, che vede la storia come una freccia, il tragico errore che rischia di portare all’estinzione dell’umanità?
giandavide
non mi sembra di essermi schierato, nè di parlare bene del pd, ma ilpunto è che siamo praticamente off topic. non solo per il fatto che la maggioranza era del pdl, ma soprattutto perchè il pd non fa mistero della sua subordinazione alla tecnocrazia europea, mentre berlusconi si vuole rivendere come alternativa a quest’ultima. cos’ha fatto il pd penso che ce lo ricordiamo tutti qua dentro perchè ce lo ricorda ogni giorno la dirigenza, e per disprezzarlo non serve accollargli le responsabilità di berlusconi, perchè ha già le sue.
giandavide
per il resto uso la categoria “avanti” perchè dopo la globalizzazione l’internazionalismo ha irrimediabilmente assunto un grado immensamente più elevato del cadaverico stato nazione, ed è indiscutibile che l’ideologia neoliberista ha una diffusione a livello internazionale omogenea rispetto a ogni controparte di sinistra, e questo è un vantaggio…
giandavide
p.s. siamo occidente nonoriente, quindi bisogna tirare tante frecce e sperare nella stocastica