Il prefetto di Perugia e Luigi Einaudi

Avendo una certa età, ne ho viste di tutti i colori e penso che poche cose riescano ancora a stupirmi, soprattutto se negative (quelle positive, purtroppo sono così rare da sorprendere sempre). Devo dire che il (o meglio, l’ex) prefetto di Perugia è riuscito a lasciarmi a bocca aperta. Ho ascoltato la sua allocuzione (vedetela su Youtube): un concentrato di banalità da bar dello sport di periferia degradata (le “mamme che hanno una particolare sensibilità per capire certe cose”, distinguere fra droghe leggere e pesanti crea confusione, i giovani che vanno barcollando per strada con la bottiglia in mano…) condite con varie espressioni vernacolari anche molto colorite (mancava solo un rutto in diretta).

Per poi planare su quelle due frasi per cui i padri dovrebbero “tagliare la testa” ai figli che si drogano e le mamme che non si accorgono che i figli si drogano “devono solo suicidarsi”. Non credevo alle mie orecchie. Essendo meridionale so bene che quelle espressioni sono gergo che non va preso alla lettera, di fronte ad una dimostrazione di incapacità un napoletano dirà spesso “Sc-parati!” lo so, come anche tagliare la testa va preso in senso figurato, ma, insomma, chi ascolta non è detto che debba conoscere le frasi idiomatiche o le forme espressive napoletane e un prefetto della Repubblica dovrebbe saperlo, soprattutto se non sta parlando ai suoi amici del bar dello sport ma in una occasione ufficiale.

E, infatti, nel filmato si vedono i vicini (ufficiali di polizia e dei carabinieri, ed altre autorità dell’amministrazione) allibiti, fermi,  gelidi con un imbarazzo che si intuisce anche a distanza.

Ma la cosa più grave non sono queste due scemenze che hanno particolarmente colpito chi non conosce il napoletano, quanto i contenuti della sua esternazione che denotano una sconcertante banalità culturale, una rozzezza ed una disinformazione da far accapponare la pelle se riferite ad un alto funzionario dello Stato. Se certe cose le dicesse un fruttivendolo al mercato rionale (con tutto il rispetto per i fruttivendoli, sia chiaro) non farebbero impressione, sarebbero battute dette di passaggio, senza starci a pensare, ma è ammissibile un simile tasso di tangheraggine in una occasione ufficiale e da parte di un prefetto?

Ora, immagino che questa non sia stata la prima esternazione di questo singolare personaggio (non trovo parole per definirlo) e mi chiedo “ma chi è che lo ha fatto arrivare sino al grado di Prefetto?”.  Alfano lo ha immediatamente rimosso e va bene, ma dell’inutile testa di costui non sappiamo che farcene, io me la prendo con quelli che gli hanno spianato la strada, assicurandogli una così brillante carriera. Fra gli ottanta ed i novanta, quando presumibilmente l’uomo muoveva i suoi primi passi nell’amministrazione,  il Ministero dell’Interno fu appalto di una successione di ministri napoletani: Gava, Scotti, Mancino. Forse una coincidenza.

E mi viene il dubbio che lui non sia il solo a pensarla in questo modo e ad esprimere questo desolante livello culturale.

Forse il merito maggiore (se di merito si può parlare) di questo reperto borbonico è stato quello di consentire di aprire uno squarcio e mostrare cosa è l’alta dirigenza di questo Stato.

Nell’immediato dopoguerra, Luigi Einaudi lanciò un appello: “Via i prefetti!”, ricordando il ruolo corruttivo che essi ebbero nell’Italia liberale, quando erano la longa manus del Presidente del Consiglio in carica per i peggiori intrighi. E proponeva un modello di Stato diverso.

Molti risposero (spiace ricordarlo, anche il Pci) che l’articolazione prefettizia dell’amministrazione era necessaria e che, comunque, i prefetti che falsificavano i risultati elettorali agli ordini di Giolitti e che facevano ogni sorta di intrighi erano un ricordo del passato: i prefetti della Repubblica sarebbero stati ben altrimenti attrezzati culturalmente e ben diversamente scelti. Ecco… settanta anni dopo, questi sono i risultati.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (13)

  • Però l’abolizione dei prefetti,non è stata solo una prerogativa di Einaudi, ma è da sempre un cavallo di battaglia della Lega nord, fin dagli esordi. L’abolizione del prefetto visto come rappresentante becero del centralismo romano-centrico,credo che attualmente porterebbe solo acqua al mulino di Salvini, come l’uscita dall’euro.Poi quel prefetto partenopeo, è il tipico napoletano esuberante e incontenibile, con una mimica e una gestualità che è unica, oserei dire al mondo dei napoletani, impersonificata da Totò, il più grande comico del novecento. Si è voluto stroncare il suo gergo nazional-popolare (il gergo della maggioranza degli italiani) per privileggiare il gergo dei salotti bene,dei radical-chic, delle mode correnti per cui guai chiamre negro un africano; guai dire invertito, ma è obbligatorio il politicamente corretto gay, guai dire femmina, ma rappresentante del gentil sesso,tossicodipendente invece di tossico di merda e via delirando.No, quel prefetto parla come mangia, parla come la maggioranza della gente.Sono le infime minoranze di intellettualoidi di una sinistra fradicia e decadente, che parlano il politicamente corretto,avulse dalla realtà quotidiana, rinchiuse in torri d’avorio, con il loro gergo cervellotico, che altro non è che aria fritta!

  • Ragionamento da bar (o no?).
    L’Italia è un paese diviso in due (con tutte le dovute eccezioni): la classe dirigente, intesa in senso lato, e tutto il resto.
    Il resto è fondamentalmente sano o, dove sano non è, recuperabile senza troppe difficoltà.
    La classe dirigente è marcia ed è irrecuperabile.
    In altri termini: il pesce puzza dalla testa.

  • Caro Professore,
    anche io dopo avere visto il video mi ero stupito e mi ero chiesto: ma Come può un personaggio di siffatta levatura raggiungere i massimi gradi dell’amministrazione degli Interni?
    Poi ad una più meditata riflessione, anche alla luce della mia trentennale vicenda di funzionario pubblico, sono arrivato alla conclusione che siffatti individui hanno le caratteristiche richieste per accedere ai massimi gradi dell’Amministrazione Pubblica. Il sistema reale di potere che determina gli avanzamenti di carriera ha bisogno di dr. Repucci. Solo codesti personaggi possono garantire l’esecuzione di ordini per quanto sbagliati, assurdi e/o illegali siano. Avessero infatti un’adeguata professionalità e statura morale e culturale ben difficilmente si presterebbero a tale stato di cose.
    L’evidenza sperimentale disponibile in tal senso è schiacciante.
    Di nuovo c’è solamenta la punizione n tempo reale. Ma, sono convinto , che calmatesi le acque il dr. Repucci riemergerà in posizioni di responsabilità superiori magari dove meno c’è lo aspettiamo. Sicuramente il ben oliato meccanismo continuerà a fornire “l’assicurazione sugli infortuni”. Leggendo tra le righe delle esternazioni successive si capisce che la “richiesta d’indennizzo è già partita”.

  • Per tanti anni ho scelto di trascinarmi in mezzo ai covi pericolosi dell’estrema destra. Questo è il livello di coloro che si candidano come nostri rappresentanti, che scrivono libri, che fanno spendere chissà quanti denari allo stato per manifesti e contributi ai partiti, che infestano la nazione con terroristi e psicopatici, persone che odiano le donne, calunniatori professionisti, ultras. E chissà cosa altro. L’Italia ha bisogno di una strigliata

  • Premesso che sono figlio di un meridionale, mi sento di dire che questo personaggio (anch’io, come il Professor Giannuli, preferisco chiamarlo così) non è altro che uno dei tanti meridionali, convinti che tra una sede istituzionale e il rione sanità non vi sia alcuna differenza di contesto, e che al suo ruolo di potere è arrivato solo perché a lavorare per lo Stato Italiano sono principalmente, per non dire quasi esclusivamente, meridionali, i quali concepiscono lo Stato come un prolungamento del familismo e del clientelismo che tanti danni continuano a nuocere al Sud. Per dirla in maniera più chiara e sintetica, quello che il prefetto ha dimostrato è solo l’ennesima dimostrazione di quanto il meridionalismo, nella sua espressione maggiore, abbia infestato lo Stato e occupato tutti i suoi livelli, con buona pace di quei ridicoli meridionalisti neoborbonici, diffusi soprattutto in Campania, bravi soltanto a fare del vittimismo e a fischiare l’Inno di Mameli.

  • non concordo con la strategia contro la droga sono perché lo stato gestisca il commercio in monopolio dietro ricetta medica o simili. Il questore in causa manifesta un suo malessere personale verso una campagna giornalistica iniziata dalla 7 e una impotenza contro i risultati culturali contro il narco traffico e la cultura dello sballo, usa termini coloriti e similitudini forti, ma per me non totalmente sbagliate. Io direi che le famiglie sono sole nell’incertezza del lavoro, nella fragilità delle relazioni anche quelle più strette ovvio che magistratura e forze dell’ordine non sono deputate a quello. L’intervista è infelice nei termini, nei contenuti rappresenta bene l’abbandono a se stessa della gente e la lente distruzione del tessuto sociale. Valuterei piuttosto le ordinanze emesse dal prefetto più che le dichiarazioni stampa in oggetto.

  • Il personaggio è certamente sopra le righe, ma punta il dito su un problema estremamente reale: la famiglia non svolge più il suo ruolo educativo, i genitori danno soldi e consumismo ai figli e poi se ne fregano, le madri emancipate e lavoratrici hanno smesso di vegliare sui figli. Sono le conseguenze del Sessantotto, luogo di sgretolamento dell’impalcatura tradizonale (severa, patriarcale e repressiva) della società.

    E allora si mobilitano le istituzioni – dalla scuola trasformata in parcheggio alla polizia – per cercare di tenere i giovani lontani dai casini, in un pulviscolo incoerente di competenze e attribuzioni governate dalla political correctness.

    Buona anche l’osservazione contro i convegni dove si pontifica (ancora in politicocorrettese) guardandosi bene dal proporre qualcosa di concreto, che potrebbe inimicarci questo o quell’altro membro dell’assemblea o essere riferito in maniera ostile dai giornali.

    Una voce goffa e sgraziata che però ha spezzato, per un attimo, la soffocante cupola mediatica eretta dalle élites per togliere la parola alla povera gente e alla vita reale.

  • Premetto che i prefetti, come la quasi totalità dei componenti delle forze dell’ordine e dei militari in genere non hanno idee progressiste e che in italia, tra i tanti retaggi del regime dello stato pontificio e di quello fascista, sopravvivono i reati legati alla bestemmia e alle opinioni. Penso anche io che il prefetto di Perugia abbia detto una cazzata (forse voleva affermare che sembra strano che un genitore non si accorga che il proprio figlio si droghi) ma l’ipocrisia di Alfano e Romina Renzie e dei media italici anche stavolta ha raggiunto il massimo dello splendore!! Lo schieramento politico del ministro dell’interno ha approvato il porcellum, la Fini-Giovanardi (che ha mandato in galera migliaia di persone per una canna), la legge 40 sulla fecondazione eterologa (che ha costretto migliaia di coppie ad andare all’estero) ed altre amenità tutte, sottolineo tutte, bocciate dalla Corte Costituzionale!! Io sono preoccupato di vivere in un paese nel quale si rimuove un prefetto perchè dice una cazzata e si lasciano al loro posto, magari con la facoltà di rimuovere gli altri, parlamentari e ministri che danneggiano in modo così pesante le libertà personali garantite dalla nostra carta costituzionale. SINISTRA CI SEI???

  • Carlo 63,i tuoi si che sono i soliti discorsi da bar dello sport.Storicamente l’unico vero colpo di stato militare avvenuto in Italia, fu quello contro il fascismo, vale a dire quello attuato dai militari, il 25 luglio 1943.Militari progressisti quindi, che venivano bollati, con sommo disprezzo dai tedeschi, come “badoglio truppen”.Poi è da anni che si tenta di introdurre anche in Italia, una legge che vieta la ricerca storica revisionista, con leggi liberticide che prevedono la galera per docenti universitari, ricercatori onesti,storici indipendenti, che non accettano la vulgata storica dei vincitori del secondo conflitto mondiale, sancita dal processo di Norimberga, quello che sentenziò, che i ventimila ufficiali polacchi, fucilati nelle fosse di Katyn, fu opera dei tedeschi e non dei sovietici e bada bene solo per questo conflitto. Come mai? Le tue vulgate politicamente corrette, non quello del prefetto, sono i soliti luoghi comuni!

  • Tenerone Dolcissimo

    carlo63
    Caro Carlo, te lo dico senza spirito polemico e con tanta tenerezza: smettila di aspettarti la difesa dei diritti civili dalla sinistra. La tua e mia generazione sono cresciute con questo mito: la sinistra difende i diritti degli individui. Ma la verità e’ profondamente diversa: la sinistra storicamente se ne sbatte delle libertà borghesi ritenute una truffa. Ricorda che oggi il fisco sa tutto del tuo conto corrente anche se hai pagato un’operazione per sistemarti le emorroidi, notizia che non penso faccia piacere a nessuno che divenga di pubblico dominio. E chi sono i padrini di tale iniziativa????? eheheheh

  • ringrazio Germano Germani per la lezione di storia ma dei suoi discorsi astratti c’ho capito poco o niente (curioso l’ossimoro militari-progressisti)…ma dove sta il “bar” nel porcellum, nella legge 40 e nella Fini-Giovanardi “bocciate” (se così si può dire) dalla Corte Costituzionale?

  • Carlo 63,invocare una sinistra come fai tu, che è ossequiosa al celebre detto del compianto senatore Giovanni Agnelli, che sosteneva che in Italia, per fare una politica di destra, ci vuole un governo di sinistra, questo è roba da bar dello sport.Poi per l’ossimoro dei militari progeressisti,costoro non sempre sono reazionari.Badoglio su mandato della massoneria internazionale e domestica, il 25 luglio 1943, attuò un colpo di stato che mise fuori gioco il fascismo.Ma ciò è avvenuto anche in Portogallo, quando i militari fecero un colpo di stato e misero fine allo stato totalitario di Salazar. Se non basta ti rammento il colpo di stato del maresciallo Jaruzelsky in Polonia, che tentò la fine del sindacato anticomunista Solidarnosc. Non sempre i militari sono reazionari e di destra.Io temo invece a tua differenza, che in Italia avremo molto presto, una legge liberticida che impedirà la ricerca storiografica revisionista. Dei tossicomani che finiscono in galera dico che se la sono cercata.Delle amenità dichiarate anticostituzionali dalla corte costituzionale, io replicò con la constatazione che sia la costituzione che la corte, sono merce avariata,entrambe da gettare nel bidone della spazzatura, perché superate ampiamente dagli eventi.

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