Il potere irresponsabile.

Il potere irresponsabile.

Provatevi a chiedere conto a Berlusconi di cosa stia facendo con Putin o del cosa ha fatto per contrastare la Mafia: se siete un giornale vi darà querela, se siete un gruppo parlamentare non vi prenderà neppure in considerazione.
Provatevi a chiedere conto a Tremonti delle sue scelte in materia fiscale: se siete un suo collega vi coprirà di contumelie, se siete un mass media farà solo una smorfia disgustata.

Provatevi a chiedere a Bersani, Veltroni e compagnia perdente perchè non fanno nemmeno finta di fare l’opposizione: vi scacceranno con un gesto della mano come una mosca fastidiosa.
Provatevi a chiedere a Paolo Ferrero o a Nichi Vendola perchè non si fanno da parte dopo due sconfitte disastrose come alle politiche del 2008 e le europee del 2009: non prenderanno in considerazione la vostra esistenza neppure se siete –sfortunatamente- iscritti ai rispettivi partiti.
Provatevi a chiedere conto ad un qualsiasi magistrato delle disfunzioni della giustizia italiana: se vi andrà bene vi ignorerà, se vi va male vi dirà che siete un amico di Berlusconi se non proprio un mafioso.
Provatevi a chiedere conto ad un professore ordinario del modo in cui la sua categoria ha governato l’università e fatto i concorsi: vi risponderà chiedendovi a sua volta come vi permettete di fare una domanda simile.
E potremmo continuare  a lungo.

Il segno distintivo del tempo che viviamo è quello del “potere irresponsabile”: nessuno si sente in obbligo di rendere conto del proprio operato e dei propri doveri d’ufficio. E questo a cascata dal Presidente della Repubblica (che, però, è irresponsabile per dettato costituzionale) all’ultimo usciere. Chiunque eserciti una funzione ed un potere, per microscopico che sia, si sentirà investito di immunità.
Anche un assistente di volo vi risponderà nel modo più arrogante se gli chiedete perchè l’aereo non decolla anche se è un’ora in ritardo.
E’ l’Italia delle corporazioni che vince sulla democrazia. Se Cucchi è stato ucciso di botte dai carabinieri o da degli agenti di custodia, a fare il reato saranno stati quei tre o quattro carabinieri o quei tre o quattro secondini, mica l’intera Arma o l’intero corpo della polizia penitenziaria. Ed, allora, perchè i comandanti dell’Arma o i responsabili della polizia penitenziaria si affannano a dichiarare alla stampa che certamente i loro uomini sono stati corretti e non chiudono il becco? Se qualcuno dei loro uomini ha fatto o no un reato ne risponderà nelle sedi opportune avvalendosi  delle garanzie che il codice di procedura penale gli riconosce e che non sono poche. Non servono altri avvocati oltre quelli  di fiducia.

Il guaio è che in questo paese se critichi (o denunci) un magistrato, un professore ordinario o un commissario di Ps devi essere pronto a metterti contro, rispettivamente, tutta la magistratura, il corpo degli ordinari e la Polizia di Stato. E, per converso, se fai critiche al funzionamento di giustizia, università e Polizia, ogni magistrato, ordinario o commissario si sentirà personalmente attaccato e ti dirà che stai insultando la memoria di Giovanni Falcone o dei 25 ordinari che non giurarono fedeltà al fascismo o di Boris Giuliano. Uno per tutti, tutti per uno.
E i politici? I politici –per usare una espressione di Marx- sono “la corporazione dello Stato delle corporazioni”. La corporazione peggiore.
Abbiamo bisogno di ripristinare un principio democratico generale: chiunque eserciti una funzione pubblica lo fa in nome della Repubblica ed è tenuto a rispondere del suo operato, sia che si tratti di un ministro, sia che si tratti di un magistrato, di un professore ordinario o di un Questore. E niente “tribunali dei pari” che assolvono preventivamente.

Aldo Giannuli, 4 dicembre ’09

aldo giannuli


Aldo Giannuli

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Comments (3)

  • Una riflessione esemplare,”Il segno distintivo del tempo che viviamo è quellodel “potere irresponsabile”: nessuno si sente in obbligo di rendere conto delproprio operato e dei propri doveri d’ufficio”, che può aiutare a comprendereal di là dei bipolarismi e delle contrapposizioni più o meno gridate alcuni vizi di fondo, strutturali e antropologici.

  • Questa è un’analisi davvero importante. Sono d’accordo su tutto, sono convinto anch’io che il potere irresponsabile sia la causa principale di tutte le disgrazie del paese, fino alla disastrosa situazione politico-sociale. Purtroppo non è solo Berlusconi il grande problema del nostro paese, sarebbe semplice se fosse così. Temo che adesso, con questa nuova stagione di pentiti di mafia e contrapposizione tra poteri dello Stato, le cose siano destinate a peggiorare ancora. Spero di sbagliarmi.
    E intanto la ringrazio per queste sue riflessioni.

    Michele

  • vero. non è una novità, il disconoscere la propria responsabilità è un attitudine che tocca forse l’apice ai giorni nostri. probabilmente deriva già dall’ascesa delle macchine e della tecnologia che sostituisce l’azione. oggigiorno, qualsiasi sia l’ambito, il messaggio principale è: la libertà è l’assenza di responsabilità.
    forse.

    andrea echorn

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