il giornale, l’inchiesta barese su Berlusconi e il PM Scelsi…
IL GIORNALE, L’INCHIESTA BARESE SU BERLUSCONI E IL PM SCELSI…
Come è noto, quando ad essere sotto inchiesta è un politico di rango, la difesa dell’inquisito non è più addurre argomenti che dimostrino la non colpevolezza dell’imputato, ma fare il processo al Pm, tacciandolo di ogni nefandezza, per cui l’avvocato magari diventa l’ “accusa dell’accusa”. E’ la nuova procedura penale secondo il rito della casta.
Vedo che “Il Giornale” (19 giugno 2009) difende Berlusconi dall’inchiesta barese attaccando il Pm Giuseppe Scelsi, titolare dell’inchiesta, come esecutore di un piano ordito da D’Alema.
Conoscendo personalmente e molto bene il magistrato in questione, credo che questa tecnica di difesa non sia destinata a dare buoni frutti. Lo dico sulla base dei miei ricordi personali.
Incontrai Pino –all’epoca diciassettenne- durante un’assemblea del mio liceo (l’Orazio Flacco di Bari) nell’inverno 1971: unico militante di Lotta Continua in un liceo –haimè- brulicante di marxisti leninisti, prese la parola per difendere la rivolta di Reggio Calabria, secondo la linea del suo gruppo, mentre gli “ml” ululavano subissandolo di insulti. Godendo di qualche prestigio assembleare, mi riuscì di sottrarlo all’incombente linciaggio e diventammo amici. Pino è sempre stato fatto così: pur essendo caratterialmente mite e quasi dimesso (non gli ho mai sentito alzare la voce), è risolutissimo nella difesa delle cose in cui crede anche se dovesse restare solo contro i rimanenti sei miliardi di abitanti del pianeta.
Dopo ci ritrovammo insieme nel Collettivo di Giurisprudenza e Scienze Politiche di cui eravamo i principali animatori. Da allora siamo sempre rimasti amici e ne ho seguito l’evoluzione culturale ed ideologica che, molto presto, andò in senso garantista, quando dico “garantista” intendo verso tutti a 360 gradi, non solo verso quelli politicamente più vicini.
Posso dire che è uno di magistrati più lontani dal giustizalismo” che io conosca.
E’ vero: come dice il “Giornale” è stato sempre di Magistratura Democratica, diventandone il segretario regionale pugliese, ma è sempre stato dell’ala meno vicina al Pci-Pds e, comunque, le sue scelte politiche sono sempre state molto ben distinte dal suo ruolo di magistrato. Le uniche posizioni prese pubblicamente hanno sempre riguardato i problemi della Giustizia o questioni come l’assetto costituzionale; non ha mai preso posizione contro questo o quel partito o sostenuto pubblicamente nessun candidato, neppure in forme surrettizie (come troppi suoi colleghi amano fare).
Se le risultanze della sua inchiesta lo portassero a concludere che nel comportamento di Berlusconi non si configurano reati, so che non esiterebbe a proscioglierlo, come farebbe per qualsiasi altro cittadino.
Non è mai stato candidato in alcuna elezione e, anche se con ci vediamo da sei anni, sarei sorpresissimo se lo vedessi candidarsi in futuro, perchè so che non ha mai pensato alla carriera politica.
Nella mia vita, fra consulenze, convegni, militanza politica ecc., ho conosciuto personalmente 3-400 magistrati, ma non ne stimo più di una ventina: Scelsi è uno di quei venti.
Decisamente: se la difesa di Berlusconi è affidata alla speranza di dimostrare che Scelsi è parte di un qualche complotto politico-mediatico-giudiziario, vuol dire che è ridotta a mal partito. Con uno così non si cava un ragno dal buco.
Aldo GIANNULI, 19 giugno ’09
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