Il fenomeno bitcoin: cerchiamo di capirci qualcosa.

Ricevo dall’amico Claudio Zanetti, economista, queste riflessioni che sottopongo alla vostra attenzione. Torneremo spesso sul tema.

Il bitcoin – rigorosamente con la b minuscola perché se fosse scritto con la B maiuscola significa che stiamo parlando della tecnologica o della rete – nasce nel 2009 su invenzione di un certo Satoshi Nakatomo – pseudonimo – che lanciò una sua idea che presentò in internet l’anno prima.


Già questo è un punto oscuro. Infatti quando lanciò questa cosa, inizialmente per circa 2 anni, cominciò a rispondere a varie e-mail che gli arrivavano, finché un po’ alla volta cercò di eclissarsi e dal 2011 nessuno ha più notizia di questa persona.

Dato che questa invenzione è geniale per due motivi – che fra poco andrò a spiegare – secondo voi, una persona inventa una cosa del genere e poi sparisce? Quando Fleming inventò la penicillina, o Einstein scoprì la teoria della relatività speciale e generale non sono spariti nel nulla per cui….

La genialità di questa invenzione consiste sul fatto che se io giro 1 bitcoin a qualcuno, a me sparisce.

Voi mi direte che è normale, perché in una transazione se io vendo 1000 Fiat e qualcun altro le compera mi spariscono comunque. In realtà non è così perché essendo bitcoin un prodotto – perdonatemi se lo definisco così – digitale, la vera invenzione è propria questa. Facciamo l’esempio che voi abbiate una foto da inviare a qualcun altro per fargliela vedere, semplicemente gliela girate. Facendo questa operazione a voi la foto vi rimane comunque, mentre con il bitcoin questo non avviene.

In sostanza con l’invio, voi avete duplicato una copia, cosa che non si può fare con il bitcoin pur essendo un “prodotto” digitale.

La seconda grande invenzione è che per scambiare bitcoin non serve l’intermediario, cosa che invece serve per un semplice bonifico. Infatti se io devo fare un bonifico di 100 euro ad un’altra persona, prendo il codice IBAN e do l’ordine alla banca di eseguire il mio accredito nei confronti di chi aspetta i 100 euro, per cui sono costretto a passare per l’intermediario banca. Per il bitcoin questo non serve, e nei giorni scorsi il Presidente della Consob Dott. Giuseppe Vegas, ha detto pubblicamente che le banche devono stare attente in quanto con l’ampliarsi del fenomeno delle cripto valute, le banche saranno costrette a fallire in quanto non serviranno più.

Ora, 2 anni fa ebbi la fortuna o sfortuna – dipende dai punti di vista – di cenare con il Prof. Giulio Tremonti ex Ministro delle Finanze durante il governo Berlusconi. Eravamo una trentina di persone, e quindi non essendoci, telecamere o giornalisti, lui parlò a briglie sciolte. A metà cena c’è stata una pausa e io e lui ci siamo parlati a quattr’occhi. Gli ho illustrato il mio pensiero sul debito pubblico che continua a crescere e di come la moneta – che nacque nel 753 a.C. ad Egea isola greca – era destinata a morire se la si continuava ad emettere con l’aggravio dell’interesse composto. Lui rimase colpito dal mio ragionamento e si concluse la chiaccherata con questa sua dichiarazione: Sig. Zanetti se io fossi in lei mi concentrerei molto sul bitcoin”.

Quella frase mi ha fatto riflettere. Infatti conoscendo l’intelligenza del Prof. Tremonti e sapendo che lui non mi fece quel discorso perché appassionato di trading, il suo significato era quello – a mio giudizio – che il bitcoin – o le cripto valute in generale – siano il futuro, e che il denaro – così come lo abbiamo conosciuto noi – sia destinato a sparire. Non è affatto un caso che bitcoin nasca solo qualche mese dopo il fallimento di Lehman Brothers e allora dovremmo chiederci perché Lehman Brothers è fallita? Non vi sembra strano che dove tutte le altre banche americane sono state salvate, la Lehman invece sia stata lasciata andare incontro al proprio destino?

La Lehman Brothers è stata fatta fallire, perché si doveva capire cosa poteva succedere all’intero sistema finanziario se il castello del cosi detti derivati fosse crollato. Se tu lanci il vaccino antiinfluenzale, lo lanci sul mercato, perché sai già che c’è l’influenza in giro, ma se l’influenza non la conosci come fai a produrre il vaccino?

Ora, se non sai come si comporterebbe il sistema in caso di fallimento del sistema bancario, come fai a produrre una cripto valuta?

Ma entriamo ora sul piano puramente tecnico del bitcoin.

Tutte le transazioni fatte sul bitcoin da qualsiasi persona al mondo sono tenute in un apposito registro, il quale
non ti dice il nome e cognome di chi le ha fatte, ma ti dice chi è il soggetto tramite un suo codice – o stringa – che è composto da 256 caratteri. Un po’ come il vostro cod. IBAN bancario composto da 27 caratteri alfa-numerici ma che non si sa a chi corrisponde. In sostanza con questo registro si può vedere quante transazioni ha fatto quel codice.

Per poter formare questo registro, ogni 10 minuti ci sono delle persone – chiamate minatori – che prendono tutte le transazioni e creano un blocco unico che si chiama blockchain.

Blockchain (in italiano letteralmente: catena di blocchi) è una base di dati distribuita, introdotta dalla valuta bitcoin che mantiene in modo continuo una lista crescente di record, i quali fanno riferimento a record precedenti presenti nella lista stessa ed è resistente a manomissioni. La prima e più conosciuta applicazione della tecnologia blockchain è la visione pubblica delle transazioni per i bitcoin, che è stata ispirazione per altre criptovalute e progetti di database distribuiti.

In sostanza è un po’ come il muro di Berlino. Per farlo c’erano migliaia di mattoni, ma per renderli un blocco unico, bisognava unirli tra loro con sabbia e cemento e a quel punto ne è nato il muro.

Ma qui sta il punto fondamentale di tutto il discorso.

Per creare questa catena di blocchi c’è bisogno di un consumo ingente di energia elettrica, così come per costruire il muro di Berlino c’è stato bisogno di sabbia, cemento e acqua oltre che della manodopera. Per rendere conto di quanta energia stiamo parlando in 11 mesi del 2017 – dal 1° gennaio al 05 dicembre scorso – il consumo è stato pari a 32 terawattora.

Per capire il concetto di terawattora e di quanto energia stiamo parlando, Il terawattora (simbolo TWh) è un multiplo del wattora (Wh) ed equivale a 1.000.000.000.000 Wh (1012 Wh), e poiché rappresenta un valore di energia molto elevato, questo multiplo viene usato, ad esempio, per indicare la produzione mondiale di energia elettrica, che nel 2005 è stata di 17.907 TWh.
Ora voi mi direte che 32 terawattora su 17907 rappresenta solo lo 0,18% dell’intero consumo, ma se si pensa che questo consumo viene fatto solo per creare un blocco a tutte le transazioni del bitcoin direi che il consumo è folle, anche perché per produrre 32.000.000.000.000 di watt (32 mila miliardi) occorrono quasi 3.000.000 di tonnellate di produzione di petrolio.
Ora da questo consumo pazzesco di energia, è evidente che a qualcuno arrivi la bolletta da pagare e quel qualcuno non è sicuramente l’inventore con il pseudonimo di Satoshi Nakatomo che improvvisamente scompare nel 2011, ma molto probabilmente ci possono essere le cosi dette banche centrali che stanno perfezionando la fine del denaro così come lo conosciamo noi – ecco le parole del Prof. Giulio Tremonti – e l’avvento della valuta digitale.

Pertanto il valore del bitcoin è destinato a salire sia per far si che con il suo valore si riesca a pagare questa enorme energia che si consuma, e sia perché quando avrà raggiunto il valore di 21.000.000 di pezzi transati, vorrà dire che il denaro non ci sarà più.

Nel frattempo chi ci vuole giocare con il trading, si accomodi.

Spero di aver portato un po’ di chiarezza.

Claudio Zanetti

bitcoin, cosa sono i bitcoin, introduzione ai bitcoin


Aldo Giannuli

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Comments (11)

  • Non è un po’ complottologico sostenere che la LB non sia fallita ma sia stata fatta fallire per esperire un esperimento sulle ripercussioni sul mercato per preparare il superamento del denaro tramite la criptovaluta? Per carità il ragionamento fila e il dialogo con Tremonti quantunque solo accennato è pur sempre suggestivo ma si potrebbero avere più fonti?

  • Articolo illuminante per la sua semplicità: mai letto nulla di simile sul tema!

    Semplicità per semplicità, pongo solo una domanda: legge di Gresham (“la moneta cattiva scaccia quella buona”, perché la buona viene tesaurizzata e la cattiva circola – magari svalutandosi). Vale ancora? Chi fa da garante del valore dei bitcoin? Brutalizzo e banalizzo: se una moneta aurea incorpora il proprio valore, se una moneta a corso forzoso (un pezzo di carta come l’Euro) ha valore legale perché lo Stato lo impone “con la forza” e garantisce che ne accetta e soprattutto ne accetterà sempre pagamenti in tasse… chi garantisce per il bitcoin?

    Le singole banche private? Perfetto: bisogna però passare in toto dalla moneta convenzionale a quella elettronica (Svezia e India ci stanno lavorando…) e quindi lo stato (gli stati) dovranno accettarla come moneta legale: solo quando accadranno queste cose potrò comprare pane e latte in bitcoin.

    Si intuisce dall’articolo che vi sia, sottotraccia, un disegno in tal senso: è vero?

  • Eccellente argomento per una quarta storia extra vagante… Riguardo alla misteriosa identità di Satoshi Nakatomo, come ricorda don Carlo Cipolla nel suo gustoso e amenissimo libro: «se c’è un posto al mondo in cui si profili qualche possibilità di guadagno, potete star certi che vi troverete un genovese», qualche sospettato?

    https://www.youtube.com/watch?v=opsVl2C1LcQ

  • So molto poco ..e mi chiedo come si accede al possesso dei Bitcoin ..dall articolo mi pare di capire che si paga in energia consumata ..a chi giova ..?
    La scomparsa del suo ideatore mi inquieta..così come la mancanza di trasparenza base della democrazia…

    • Il bitcoin per poter essere usato ha bisogno di una ingente mole di calcoli criptografici per garantire le identità delle parti, questi calcoli richiedono computers molto potenti e quindi molta corrente elettrica, tanto che al momento i cd. “minatori” che estraggono i dati decriptandoli guadagnano una piccola commissione per questo lavoro. Al momento si stanno affacciando sugli scaffali dei computers con processori ottimizzati per il calcolo criptografico ma i calcoli continuano ad essere una sfida per pochi altamente attrezzati. Lessi qualche giorno fa di un americano che aveva installato un PC nel bagagliaio della propria Tesla per usare la corrente a sbafo per “spicconare” i dati delle transazioni in bitcoin mentre era parcheggiato ad una colonnina elettrica… : D

  • Mancano però alcune informazioni di base: fino a che punto una transazione in bitcoin è tracciabile? E dove sono i punti di compravendita fra bitcoin e valute tradizionali?

  • Ci sono già delle grosse somme di bitcoin “disperse” che non sono più in circolazione, famoso il caso di un tizio che ha buttato via per errore un hard disk con 180 milioni di dollari (al cambio attuale) di bitcoin. E il Bitcoin esiste da neanche dieci anni. Le criptovalute hanno un problema: se l’hard disk ti si rompe, PERDI TUTTO.

    Ed è inutile parlare di copie di sicurezza (che tanto uno non fa mai, e che in questo caso sono pure un rischio: se ti fregano una copia di sicurezza perdi tutto lo stesso, se non te ne accorgi subito e non reagisci immediatamente): il punto resta. L’hardware si rompe sempre prima o poi.
    Per cui, a lungo andare (decenni, secoli) è ragionevole supporre che tutti i bitcoin esistenti spariranno dalla circolazione. Non proprio il massimo, per una moneta, essere soggetta a svanire nel nulla.

    Questi due difetti, gravi, offrono una sponda al tanto vituperato sistema bancario: certificare il possesso di somme di bitcoin e garantirne la sopravvivenza in caso di guasti e smarrimenti. Non vedo molte altre alternative: se si vuole davvero che il sistema bitcoin prenda il posto della moneta reale, i suoi difetti devono per forza essere corretti in qualche modo.

    C’è anche un altro punto a favore di questo sviluppo: gli stati non cederanno MAI la loro sovranità monetaria (la Cina ha già vietato il sistema Bitcoin, la Russia sta creando una sua criptomoneta) e correggere i difetti delle criptomonete è un’occasione per rientrare in gioco.

  • Buonasera a tutti. Leggo con attenzione poiché ciò che non si conosce, può avere un uso distorto (esempio l’energia atomica che viene utilizzata per far esplodere una testata nucleare anziché una centrale). Ho avuto a che fare con il lato oscuro dei bitcoin, utilizzati come moneta di scambio proprio per un’estorsione online. Il cryptoloocker aveva bloccato i file del pc di un tizio che si è rivolto a noi e del quale anche la polizia postale non aveva contezza (parlo del 2013). Lavorando su server esteri, i criminali della rete godono dell’impunità totale, mentre chi si è trovato col riscatto, ha pagato con moneta REALE facendo una transazione estera per acquistare un BITCOIN IRREALE (che è stato immediatamente girato ad altro ignaro acquirente). Se questo è il futuro, l’era della pietra si ri-appropriera’ del 99% del globo e di quelli che non saranno in grado di difendersi. È un mio parere. Non è vangelo. Attendo un master del prof. Curioni.
    Cordialità

    • E’ di oggi la notizia di uno scivolone del Bitcoin, che perde in poche ore oltre il 20% del valore.
      Se qualcuno vuole giocare con i Bitcoin, si accomodi, ma si scordi di pagarmi per avere Vicolo Corto o altre caselle: se le vuole, deve pagarmi in moneta Monopoliana, altrimenti nisba!

  • del doman non c’é certezza; qualcuno diceva.

    attualmente è corretto quello che sostiene l’autore, ma la società è in evoluzione costante e nel prossimo entrano in gioco i sistemi di cryptografia quantistici e relativa messaggistica, e energia di fonti rinnovabili.
    Perciò se ho una fonte di energia eterna, il costo non si pone. La questione è il modello e come verrà gestito.
    Mentre una piattaforma elettronica senza possibilità di ritorno

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