Il contrattacco di Berlusconi e la “guerra civile del gossip”.
Il contrattacco di Berlusconi e la “guerra civile del gossip”.
Siamo stati facili profeti prevedendo la controffensiva berlusconiana e la connessa nomina di Feltri al “Giornale”: puntuali come una cambiale sono arrivati gli attacchi personali a De Benedetti, ai direttori di “Repubblica” ed “Avvenire” ecc., poi la querela a “Repubblica” e l’annuncio di quelle ai giornali inglesi e spagnoli, gli attacchi a Fini apertamente trattato come un traditore ecc.
Quel rigo nel quale si dice che la polizia aveva già segnalato Boffo per le sue pretese frequentazioni omosessuali ci fa capire che quella è roba che viene dall’archivio di qualche servizio: la stessa cucina dalla quale arrivano in tavola gli altri piatti.
Quello che, però, non era previsto è che questo contrattacco rischia di essere molto più devastante per il Cavaliere che per i suoi nemici. Le querele a “Repubblica” ed ai giornali stranieri hanno il risultato di mobilitare compatta tutta la stampa occidentale contro di lui, ora le “dieci domande” di Repubblica sono pubblicate anche da “Liberation”, “Time”, “El Pais” ecc. Se un politico querela un giornale fa sempre una bestialità: lo diciamo anche di quei politici di sinistra che, a suo tempo, querelarono Feltri. Gli attacchi della stampa, anche quelli ingiusti, falsi, magari calunniosi, fanno parte del conto e vanno incassati senza battere ciglio. E se la stampa accusa un politico di un reato? La risposta più efficace è: “Vada alla magistratura a denunciare: è Lei che deve dimostrare quel che dice e, se non lo fa è, un cialtrone”. Ma astenersi sempre dal querelare.
Andreotti non ha mai querelato in 90 anni di esistenza e chissà quante volte ne avrebbe avuto causa: altra tempra, altro livello.
L’attacco a Fini, poi, rischia di accelerare una crisi di governo che inizia ad aleggiare. Ma la cosa più scombinata di tutte è stato l’attacco a Boffo, per di più alla vigilia dell’incontro con Bertone. Una cosa incommentabile.
Possiamo solo dire che oltre Tevere c’è gente di memoria lunga e poco incline alla Perdonanza…
Doveva essere uno sbarco in Normandia, ma sta venendo fuori una Dieppe.
Qualche riflessione, però, si impone. Questa guerra del gossip non l’ha attaccata Berlusconi, ma i suoi avversari che hanno preferito cavalcare l’argomento della delegittimazione morale dell’avversario, piuttosto che quella del confronto sul terreno della alternativa politica (e Dio sa se ce n’è bisogno, di fronte alla tempesta economica che stiamo attraversando). Certo, gli avversari del Cavaliere possono legittimamente invocare una circostanza: hanno rivelato particolari della vita privata di un Presidente del Consiglio, non di un privato cittadino che non hanno i suoi stessi doveri. Resta però da capire quanto sia produttivo insistere per 4 mesi su questo tasto e sino a che punto ci si possa spingere su questo terreno senza provocare un imbarbarimento della vita politica.
Berlusconi risponde attaccando sul piano personale i suoi detrattori che, se non proprio privati cittadini, comunque non hanno incarichi istituzionali e lo fa avvalendosi dei rapporti di forza garantiti dalla sua posizione: così scendiamo ancora di un paio di gradini verso la barbarie.
Abbiamo seguito con scarso entusiasmo gli sviluppi di questa offensiva e ne abbiamo previsto la replica, ora sfondiamo un’altra porta aperta: tutto settembre sarà caratterizzato dalla “guerra civile del gossip”. Quel che significa che il conto finale, più che Berlusconi o i suoi nemici, lo pagherà l’Italia con un deterioramento di immagine terribile. E, dopo questa valanga di letame, provateci voi, con questa immagine di paese di Pulcinella a fare un contratto all’estero.
Aldo Giannuli, 31 agosto ’09
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Goffredo A.
Io mi spingerei più lontano. Supponiamo per un momento che “grazie” a questi scandali, promossi da LaRepubblica Financial Times e Economist, con l’alleanza della Chiesa, il governo Berlusconi cada ci troveremmo di fronte a un duplice inquietante scenario:
1) Un governo eletto e che gode di ampi consensi, può essere sostituito da una sorta di “cospirazione”;
2) Che alleanza ne verrebbe fuori? Sarebbe davvero un successo per la sinistra un governo sponsorizzato da finanza internazionale e chiesa nel quale il PD farebbe solo la parte del Kerensky lacché di potentati?
Infine mi chiedo: ma Fini è ancora a capo di Alleanza Nazionale?
attilio mangano
In effetti il ricorso alla strategia di delegittimazione morale non sembra pagare in alcun modo, è sempre la solita scorciatoia in assenza di una politica alternativa.Credo che Berlusconi arriverà alle elezioni regolarmente e le vincerà di nuovo.
Gino Latino
Più che ricorso alla strategia di delegittimazione morale da parte di altre persone, direi che l’uomo di Arcore, moralmente si sia delegittimato da solo. A meno che, non si voglia continuare a menarla, col giochino stantio, che lui in privato può fare i porci suoi comodi e contemporaneamente, imporre al cittadino che l’ha eletto, il Family Day, la legge contro la prostituzione e altre amenità.
Claudio Cavana
L’imbarbarimento è nato più di 30 anni fa con le reti dell’innominabile (la tastiera rifiuta ormai di scriverne il nome).
La nostra Sinistra è ormai da anni ed anni allo sbando più totale, dalla devastante scomparsa di Enrico Berlinguer.
Posso solo sperare di veder liberata l’Italia dal quel personaggio .ED IN OGNI MODO !!!!!
Citando Silver e Lupo Alberto : …dove non si arriva con un civile confronto dialettico, allora EVVIVA un SELVAGGIO scontro muscolare…
E poi, che altre speranze abbiamo finchè D’Alema ed i suoi sodali ( Rutelli, Fassino,Bassolino…)rimangono a forza sulla scena politica ?????
Su Micromega on line, si danno istruzioni dettagliate per provare a liberarcene, ma la loro forza è purtroppo ancora oggi enorme.
Aveva ragione Nanni Moretti !!!!
Paolo B.
Un mio professore delle superiori una volta mi raccontò una storiella, in merito alla notizia appena giunta in classe del suo trasferimento (ed ad una discreta scena di giubilo della classe…non era proprio amato):
In un paese dominato da un tiranno, il giorno in cui costui morì, la popolazione tutta, fece grande festa, tranne una vecchina che pianse, pianse tanto, finchè qualcuno non le chiese:
-“ma perchè piangi? Non hai capito che è finita la nostra sofferenza??? Il tiranno è morto!!!”
e la vecchina rispose_
-“Si ho capito tutto ed è per questo motivo che piango. So che è morto un tiranno che ci ha fatto soffrire tanto, ma ho paura, anzi il terrore di chi verrà dopo di lui!!!”
Se non si prepara un gruppo politico degno di questo nome che sostituisca il capitano del barcone che sta affondando, quando il capitano sarà sostituito, il barcone continuerà ad affondare…e non possiamo neppure sperare in un “rabbocco dei viveri dalla Valletta noi”!!!
Claudio Cavana
La storiella la conosco anch’io : la vecchietta sperava che non morisse il tiranno vivente: il nonno era stato spietato e crudele, il padre super-spietato e super-crudele …l’attuale super-spietatissimo e super-crudelissimo .
Quindi sperava di non peggiorare…ma ora noi siamo al peggio del peggio del peggio del super-peggio .
Pensavo di aver visto in D’Alema il peggior capo del Governo di sempre…invece era un Semidio al confronto di uno che oggi vuol mettere al silenzio anche le istituzioni Europee…un vero , totale e convinto ANTIDEMOCRATICO, insofferente ad ogni critica, totalmente privo di ogni barlume di senso dello Stato.
Un dittatorello ( anche Israele implicitamente ne ha parlato, citando le stupidaggini del bulletto di Tripoli ) che ha distrutto l’ottanta per cento della Nazione.
Nessun savio potrà mai sentirne la mancanza .
Paolo B.
No assolutamente, la mancanza no, e neppure un pizzico di masochistica nostalgia…
Ma è l’alternativa che manca, peggio di così non si può, ma non vedo nulla di meglio!!!
Sarò io pessimista.