il complotto…2.0
IL COMPLOTTO 2.0…
Rispondo con un solo messaggio ai tantissimi commenti che mi sono arrivati, anche oltre quelli che vedete: ne sono giunti anche sulla mail privata o anche in lingue straniere fra cui il russo e (credo di aver capito) lo svedese e sto provando a farmeli tradurre. D’altra parte, questo sito è fatto in casa come le tagliatelle, è un prodotto del tutto artigianale che gode della collaborazione di due soli ragazzi (a titolo totalmente gratuito) senza dei quali non saprei da che parte cominciare, dato il mio rapporto con la tecnologia… A proposito, vorrei tranquillizzare quei lettori che iniziano a sospettare mie ascendenze sioux o cheyennes: a volte le avvertenze che leggete sono in terza persona (“Aldo Giannuli scrive che…”) perché sono loro a scrivere e non io.
Sull’intervista data al “Giornale” dirò in fondo.
Alcuni lettori (Paolo Barbera, Francesco Iagher, Caruto, Marco Sisi, Pierlu, Turm) accolgono la tesi del complotto, magari aggiungendo altri possibili mandanti (Barbera) o ricordando i precedenti di Craxi e Andreotti (Sisi); altri (Rinaldo, Alessandra) ne dubitano anche in ragione della non eccelsa statura politica dell’uomo che non meriterebbe tanta attenzione essendo solo un personaggio ridicolo. Altri ancora (Forzutino e Rocco) ritendono la cosa poco influente perché il problema è se sono vere o no le accuse rivoltegli e che lo rendono un personaggio “impresentabile” che deve dimettersi (Rocco), all’opposto, c’è chi (Aurelio Lorenzini) sostiene che quello che Berlusconi fa sotto le lenzuola sono fatti suoi, ma quello che deve preoccupare è questo modo incostituzionale di far cadere un governo.
Qualche altro (Alessandro Frigerio) esprime dubbi sul fatto che si sia in presenza di una nuova guerra fredda fra Usa e Russia.
Silos suggerisce invece la possibilità che lo scandalo Noemi sia stato un diversivo per distrarre dalla sentenza Mills e, quindi, un favore a Berlusconi.
Ringrazio tutti, anche quelli (non pochi) che si sono espressi in termini più coloriti che abbiamo preferito non pubblicare a scanso di querele.
Passiamo al merito:
1- Non avendo a mia disposizione né le “gole profonde” dei giornali, né i rapporti dei servizi segreti, ma limitandomi alla lettura dei quotidiani, con il rito mattutino della colazione, non ho prove che ci sia davvero un complotto ai danni del Cavaliere e su chi lo stia ordendo. Provo solo a ragionare sulla base di notizie che abbiamo tutti (come fanno anche diversi lettori intervenuti) per trarne delle mere ipotesi. Il “Giornale” ha dato un tono perentorio alle mie affermazioni (e nel richiamo in prima più ancora che nel testo) che, in effetti forzano un po’ il mio pensiero.
Dunque ragioniamo sempre e solo per ipotesi. Vedo, però, che il “club dei sospettosi” va allargandosi anche a intenditori come Lucia Annunziata e Francesco Cossiga che –disponendo di ben altre fonti del sottoscritto- si mostra anche lui convinto che il meglio deve ancora arrivare e giungerà in prossimità del G8.
2- Tuttavia, resto convinto che l’eventuale congiura non abbia fra i suoi manovratori né gli esponenti della disastrata opposizione di sinistra (come D’Alema) né giornali come “Repubblica” o, tanto meno, il “Corriere”. Semplicemente, questi possono essere “utilizzatori finali” (per usare l’amena espressione di Ghedini) che si limitano ad inzuppare golosamente il pane nella fumante zuppa cucinata da altri. E fanno anche bene: se il Cavaliere dice che i suoi avversari usano i guantoni da boxe, dovrebbe però ricordarsi che lui non calza i guanti di filo bianco!
3- Peraltro, dire che possa esserci una qualche operazione ai danni del Cavaliere non implica affatto che quello che sta emergenza sia tutto falso. Anzi, le operazioni dei servizi riescono meglio quando gli scandali corrispondono a verità. Patrizia D’Addario dice di essere stata “utilizzata” dal Premier aggiungendo particolari non proprio edificanti, l’accusato risponde dicendo che la signorina è pagata e manovrata da altri: essendo nutriti da uno solido garantismo, applichiamo il beneficio della sospensione di giudizio anche a favore di Berlusconi o della sua accusatrice barese, sino a quando le accuse non siano provate. Però, se dobbiamo dire quale è l’impressione (dico solo l’impressione…) ci sembra, salomonicamente, che tutti due abbiano ragione: la Patrizia quando dice di essere stata alla corte di Priapo e Berlusconi quando dice che qualcuno l’ha pagata per dirlo.
D’altra parte, Berlusconi si difende dicendo: “Non ho ricordi di lei…” Le crediamo Cavaliere: con tutta la gente che incontra…
4- Il mio amico Luciano Lanza –direttore della rivista Libertaria cui mi onoro di collaborare e giornalista di Oggi- mi fa sapere che non è vero che il fotografo Zappadu non abbia venduto le sue foto prima di ora e che Oggi ci aveva fatto una copertina già anni fa. E peggio mi suona! C’è un fotografo che si apposta intorno ad una villa che è coperta da segreto di Stato –perché è la residenza del Presidente del Consiglio- scatta delle foto che poi vengono pubblicate e poi torna a suo estro a farne altre, senza che nessuno cerchi di fermarlo o gli contesti alcun reato per aver scattato foto in una zona coperta da segreto politico-militare.
A quanto hanno dichiarato i responsabili dei servizi, non c’erano particolari forme di vigilanza sia a Villa Certosa che a Palazzo Grazioli proprio su richiesta del Presidente del Consiglio che rivendicava il suo diritto alla privacy, per cui, oltre i superficiali controlli di portineria, era possibile entrare portando seco cellulari, macchine fotografiche ecc. E lo stesso Cavaliere conferma il tutto sui giornali di oggi.
Comprendiamo a volo a quale materia fosse riferita la privacy invocata da Berlusconi, che farebbe bene a ringraziare il Santo che lo ha protetto sinora, limitando i danni di questa allegra prassi solo ad un po’ di foto e non a cose più pesanti. Lasciando per un momento da parte il ridicolo di coprire con il segreto di Stato un luogo solo perché è la residenza privata del Capo del Governo, a che serve farlo se poi se la sua tutela è questa? Questo è il paese di Pulcinella, lo sapevamo, ma qui siamo ancora oltre!
5- Soprattutto, un Presidente del Consiglio può avere diritto alla privacy come qualsiasi libero cittadino? Non c’è dubbio che il signor Rossi possa (salvo eventuali rilievi penali) andare lungo i viali in cerca di signorine, giocare d’azzardo, fumare canne, ubriacarsi sino a notte e frequentare camorristi e poi invocare il diritto alla sua privacy. Ma tutto questo può farlo un uomo con incarichi pubblici di primaria importanza? Il Cavaliere si comporta come se fosse ancora l’imprenditore privato che fondava Mediaset, ma non è più così d quando ha deciso di misurarsi nell’agone politico ed accettare incarichi istituzionali importantissimi. Non è un privato cittadino, custodisce informazioni riservate, ha responsabilità per le quali può essere esposto ad attentati, ricatti, pressioni ecc, tutte cose che incidono sulla sicurezza dello Stato, a prescindere da chi ricopra quelle cariche e quanto possa starci simpatico. In

questo senso, vorrei dire ad Alessandra che io non credo che Berlusconi sia Bismarck e questi comportamenti lo provano una volta di più, ma per fare atti rilevanti di rilievo internazionale non è affatto necessario essere Bismarck, ma occupare una posizione di un certo livello. La mia stima per il Cavaliere non è stata accresciuta di un grammo dall’accordo Eni Gazprom (ed il simmetrico siluramento del progetto Nabucco caldeggiato dagli americani) ma non posso non rilevare che si tratti di un fatto di rilievo internazionale di primaria importanza. E questo è vero anche se, magari, è opera del gruppo dirigente dell’Eni e Berlusconi l’ha autorizzato forse senza valutarne a pieno la portata e le conseguenze (non lo sappiamo, ma non farebbe alcuna differenza se fosse così o fosse un atto deliberato).
Dunque, un uomo che deve prendere (o avallare) decisioni del genere non può e non deve esporsi rischi del genere e se lo fa va destituito per manifesta inadeguatezza al compito.
Già se non ci fossero ben altri motivi, solo per questa manifestazione di leggerezza, confinante con il delirio, non può restare dove si trova.
6- Non hanno torto i lettori che sottolineano la scorrettezza sostanziale dei comportamenti di Berlusconi che, certamente è impresentabile (e non da oggi), ma, detto questo, possiamo ignorare il resto? Se c’è in atto una interferenza straniera nelle nostre vicende interne (e se si trattasse degli americani si tratterebbe dell’ennesimo caso: ormai possono invocare l’usucapione della nostra sovranità nazionale) non possiamo mica girare la testa dall’altra parte e far conto che “a caval donato non si guarda in bocca”.
Sarò troppo ottimista, ma non credo che il Cavaliere mangerà il panettone a Palazzo Chigi (e non escludo neanche l’eventualità, per quanto poco probabile, che possa non mangiarne affatto). Però, rifletto sul fatto che chi ci sta preparando questo regalo non lo fa perché ci vuol bene (e qui sarò troppo diffidente), ma perché deve risolvere qualche problema suo. Mi sembra che l’unico lettore che sollevi la questione della nostra sovranità nazionale sia Caruto, ma io inviterei anche gli altri a rifletterci un po’ su.
Anche perché dobbiamo capire quale pietanza ci stiano cucinando per il dopo Berlusconi e non sono affatto convinto che sia tanto gustosa.
Insomma, io sono dichiaratamente antiberlusconiano, ma questo non mi fa dimenticare che gli americani non sono nostri amici.
7- Ultima questione, l’intervista al Giornale: domenica mattina il Giornale pubblicava notizie attinte da questo sito senza citarne la fonte, cosa di cui scrivevo subito, come si può leggere nell’articolo precedente. Forse un po’ piccati per il rilievo, mi telefonavano nel tardissimo pomeriggio: avrebbero nuovamente attinto dal mio articolo ma questa volta citandone la fonte e presentando il tutto come una intervista. Non mi sembrava il caso di inacidire la polemica ho assentito. In effetti il testo rispecchia il mio pensiero anche se ne “taglia” qualche pezzo e il titolo lo forza. Ma con i giornali mi è capitato molto peggio, per cui la cosa era, tutto sommato, nei limiti della correttezza e non me ne lamento.
Alcuni amici sono rimasti un po’ stupiti dal vedere il mio nome su quel foglio (però, non era la prima volta: ho concesso interviste al Giornale altre due volte il 14 anni), per cui vorrei rassicurare tutti: mi onoro di scrivere per il giornale fondato da Antonio Gramsci e profondamente disistimato da Silvio Berlusconi (e non saprei dire se mi inorgoglisce più la prima cosa o la seconda), quando capita scrivo per Liberazione, resto dichiaratamente di sinistra, ma penso che in circostanze particolari si possa anche dialogare con gli avversari e, in questo caso, mi sembrava importante lanciare un segnale sul problema delle interferenze straniere nel nostro paese. E meglio ancora se questo messaggio arriva a elettori di destra che pensano che la contrapposizione agli Usa sia solo un vezzo ideologico della sinistra.
Aldo Giannuli, 24 giugno ’09
aldo giannuli, berlusconi, complotto, francesco cossiga, il giornale, inchiesta bari berlusconi, lucia annunziata, patrizia d'addario

Caruto
Sulle dimissioni di Berlusconi, purtroppo, saremi meno ottimista.
Secondo me ce lo teniamo per un bel pezzo.
D’altronde, il punto e’ tenerlo sotto scacco.
L’interesse dell’Italia a mandarlo via e’, da questo punto di vista, incidentale ed accessorio.
Il tema dell’accordo con Gazprom (del quale non sapevo) e’ stato sollevato anche da Franceschini (corrispondente di Repubblica da Londra) citando stampa anglosassone.
Bisogna capire se a questo punto l’accordo puo’ saltare se si dimette Berlusconi.
Oppure, il gasdotto si fa in ogni caso.
Nel primo caso, e’ vero, Berlusconi potrebbe avere ulteriori problemi.
Ma il tema della sovranita’ limitata si pone, mi pare, in termini differenti da quelli di qualche decennio fa.
Anche se i nostri ceti dirigenti (in politica ed economia) non brillano proprio per schiena diritta. Direi per “costituzione”, cioe’ per ragioni storiche legate alla storia della nostra nazione.
Che ne pensa, Prof. Giannuli?
Paola Tonello
Io credo che lei parli della Storia, mentre i fatti che affliggono oggi l’Italia sono storie, vicende infime di un uomo malauguratamente presidente del consiglio, così volgare e meschino che Lei neanche riesce a immaginarselo.