Il caso Snowden ed i suoi insegnamenti

Cappuccino, brioche e intelligence n° 38

Se c’è una cosa che del caso Snowden non si può dire è che si tratti di uno scandalo. Lo scandalo, per sua natura, è la rivelazione di un determinato comportamento riprovevole che, prima, non era conosciuto. Insomma: senza sorpresa che scandalo è? E qui di motivi di sorprendersi proprio non ce ne sono. Ragioniamo: c’è una lastra di vetro sospesa fra due sponde e noi continuiamo a mettere al suo centro pesi sempre maggiori. Che, ad un certo punto, la lastra si spezzi non è una probabilità, è una certezza, per la quale superato il “punto di rottura” la lastra cederà. Che motivo di essere meravigliati ci sarebbe quando ciò capitasse? Fuor di metafora: qui abbiamo tutte le premesse perché si produca inevitabilmente un certo evento, che ora si è manifestato. Ciò è solo la conferma ufficiale di un processo prevedibilissimo che tutti sospettavamo fosse in atto da tempo. Ci vogliamo meravigliare?

Da circa venti anni sono andate crescendo nuove tecnologie che permettono di raccogliere e stoccare a tempo indeterminato immense masse di informazioni, che sono riproducibili in pochi secondi con procedure semplici e poco dispendiose.  Qualche tempo fa ho fatto un piccolo esperimento, raccogliendo, per un anno, tutti gli scontrini di spese, ricevute Bancomat e carte di credito, operazioni bancarie, domande ad enti pubblici, accertamenti sanitari, pratiche fiscali ecc. ho anche contato tutte le mail e gli sms che ho mandato ecc. ed ho scoperto di aver emesso una informazione almeno 1 volta ogni 13 minuti secondi, compresa la notte (tenendo conto delle molteplici informazioni contenute, ad esempio, in un semplice scontrino del supermercato). E questo senza tener conto delle informazioni continuamente trasmesse dal cellulare, dall’Ipad ecc., che localizzano in ogni momento dove siamo e dicono i contenuti dei messaggi che scambiamo e con chi.

Tutte queste informazioni sono rigorosamente registrate presso qualche server che, in teoria, dovrebbe distruggerle dopo 5 anni, ma nessuno può controllarlo. Peraltro, il server può anche distruggerle, ma se qualcuno se ne è impossessato apertamente e legalmente o meno e le ha copiate, noi non lo sappiamo ed esse possono sopravvivere per sempre.

Al fine di raccogliere notizie su una persona, è come se, per osservare un qualsiasi organismo, fossimo passati dalla lente di ingrandimento al microscopio elettronico. E tutto questo, per di più a costi irrisori, almeno per quanto riguarda la riproduzione e l’immagazzinamento dei dati: sembra che il sistema Boundless  (alla base di questo “scandalo”) abbia la capacità di acquisire 3 miliardi di pieces of intelligence al mese e nel solo mese di marzo, i sistemi  americani collegati a Boundless hanno incamerato qualcosa come 97 miliardi di pieces of intelligence evidentemente attinti anche allo stock precedente. Il tutto a costi assolutamente stracciati.

Questa è la base di partenza oggettiva.

A tutelare la privacy dei cittadini dovrebbe provvedere la legge,  imponendo certe regole di comportamento per i gestori e penalizzando chi cercasse di impossessarsene. Ma queste regole non hanno alcuna efficacia nei confronti dei servizi di informazione e sicurezza, il cui compito, appunto, è quello di raccogliere informazioni anche con procedure illegali: diversamente non ci sarebbe ragione di opporre il segreto di Stato alla magistratura. Dunque, abbiamo un soggetto che ha l’interesse, i mezzi ed il modo di ottenere tutte le informazioni che crede dai server. Anche perché, l’opportuna emergenza antiterroristica ha fornito i mezzi legali per poterlo fare. E questo non è stato fatto solo negli Usa: il governo Monti ha autorizzato i servizi italiani a fare cose del genere in nome della lotta all’evasione fiscale. C’è sempre una emergenza  in nome della quale poter fare quello che più fa comodo. Quella massa di informazioni, debitamente trattate con dei programmi informatici di potenza adeguata consente di: spiare gli altri paesi per realizzare un fortissimo vantaggio politico e militare, osservare e condizionare il gioco in borsa, prevedere le tendenze del mercato, essere preavvertiti dei sommovimenti sociali in arrivo, identificare ed isolare le aree di opposizione sgradite, cedere grandi quantità di informazioni di interesse commerciale ad imprese economiche in cambio di adeguati compensi monetari, turbare gare d’appalto, condizionare gli equilibri fra le valute eccetera eccetera. Insomma si possono fare un mucchio di cose rispetto alle quali la lotta all’evasione fiscale o al terrorismo sono l’ultimo pensiero.

Dunque, la pentola sul fuoco c’era già da tempo; ora il problema è capire chi l’ha scoperchiata, per quale motivo e perché in questo momento.

Come è noto, Edward Snowden –l’ex analista della Cia che ha dato il via allo “scandalo”- afferma di averlo fatto in difesa delle libertà garantire dalla Costituzione. Da parte sua, l’Amministrazione Obama lo accusa di essere una spia e punta il dito verso i cinesi, anche perché Snowden si trova adesso ad Hong Kong, da dove gli Usa vorrebbero estradarlo. I cinesi, ovviamente smentiscono e, stando alle informazioni di Agi-China24, avrebbero fatto sapere alle autorità di Hong Kong (che, per quanto riguarda politica estera e difesa dipende da Pechino) di non avere alcun interesse a far nascere un caso politico. Una  linea soft che confermerebbe, indirettamente, lo scarso interesse che Pechino attribuisce al caso. Ma, ovviamente, tutto questo potrebbe essere solo la copertura dell’operazione fatta. Difficile pensare che la Cina sia del tutto estranea al caso, anche perché solo pochi giorni prima c’era stato l’incontro fra Obama e Xi Jinping che si era acceso proprio sul tema della guerra cyber, tanto in termini di attacchi hacker quanto in termini di spionaggio. Il fatto che, dopo solo un paio di giorni, arrivi a Washington questo cadeau da Hong Kong difficilmente può essere ritenuto una semplice coincidenza. Sembra anzi che i cinesi abbiano voluto far sapere agli americani che non sono loro quelli che hanno più da perdere se si apre il discorso sulle intrusioni ed aggressioni cyber.

C’è stata poi la pronta disponibilità russa ad offrire asilo politico a Snowden, il che fa pensare che i suoi tifosi siano più numerosi di quel che Obama potesse immaginare.

Ovviamente, l’idea che si possa essere trattato di un’operazione coperta di cinesi o russi o di entrambi, non esclude affatto che Snowden possa essere realmente una persona onesta che lo fa per ragioni ideali e non per vile pecunia, anche se può aver cercato sponda in qualche servizio straniero che ne proteggesse la ritirata e che assicurasse un adeguato “lancio” alle sue rivelazioni. Durante la II guerra mondiale o la successiva guerra fredda molte spie erano tali per ragioni ideali: Snowden non sarebbe il primo. Ma questo, alla fin fine, conta solo ai fini della valutazione personale dell’ex analista Cia (e che sta anche simpatico a chi scrive queste righe), che è l’aspetto meno importante della faccenda. Le questioni più rilevanti sono altre:

a. Questo è un segnale del graduale deterioramento dei rapporti russo americani che l’incontro ai massimi livelli non ha affatto migliorato

b. Obama è solo un Bush di colorito più scuro, un’ operazione di marketing dei poteri forti americani che hanno impacchettato la stessa linea politico-militare in una confezione un po’ più seducente

c. Dopo il caso Assange, questo è un altro segnale della porosità e vulnerabilità del sistema informativo Usa, che si sembra il classico gigante dai piedi d’argilla

d. Il confronto-scontro fra le grandi potenze si sta spostando sempre più dalle questioni finanziarie a quello dell’intelligence, segnano una escalation che lascia intendere ulteriori sviluppi.

e. Per troppo tempo il freno alle tensioni politico-militari è stato  affidato ai negoziati sulla limitazione degli armamenti, in particolare nucleari, mentre non c’è mai stato alcun negoziato sulla limitazione reciproca delle attività di intelligence che, in prospettiva, potrebbero rivelarsi ben più pericolose per la pace di quanto non lo siano gli armamenti nucleari.

Quanto al come difendere i cittadini dalle intrusioni del potere è una questione molto più complicata –e quasi disperata- di cui occorrerà discutere  in altra occasione.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (22)

  • Sull’ultimo punto: “come difendere i cittadini…”.

    La sintesi che e’ stata fatta e’ sintetica ed efficace: a me sembra qualcosa di enorme.

    La sproporzione tra le potenzialita’ dei dententori delle capacita’ tecnologiche ed i singoli individui e’ tale che per spiegare il cambiamento gia’ avvenuto forse bisogna scomodare le categorie dell’antropologia piu’ che quelle della politica, della sociologia, o dell’economia.

  • Non farei un confronto quantitativo tra armamenti nucleari ed intelligence, mi sembrano cose tra loro incommensurabili (ricordiamo il nostro maestro che alle elementari ci diceva che non si possono sommare pere e mele tra loro). E’ evidente che se un ordigno nucleare mi scoppia a distanza di chilometri da dove mi trovo, è molto più importante di qualsiasi altra cosa.
    Detto questo, la cosa su cui anch’io mi propongo di postare è il peggioramento dei rapporti degli USA con un po’ tutti i paesi, tranne alcune significative eccezioni.
    La mia impressione è che la leadership planetaria degli USA sia particolarmente in pericolo, trovo che dalla fine del bipolarismo URSS-USA, non sia mai stata così debole come oggi.
    Ciò avviene in ambito economico, ma anche militare con i clamorosi insuccessi sul campo, ultimo in ordine di tempo quello in Afganhistan. Anche la fragilità dei sistemi di intelligence aggiungono un ulteriore tassello a questo quadro di apparente declino. Non sottovaluterei questa faccenda dell’isteria dei mercati verso anche misurati annunci di moderazione nel fornire liquidità da parte della FED, il che sembra confermare l’immagine che tu evochi del “gigante dai piedi di argilla”.

  • salve,
    io credo nella onesta intelletuale di snowden, perché dubitarne caso mai poi i fatti mi smentiranno. La questione che pone snowden è la presa di coscenza delle modifiche all’identità sociale dei cittadini nella società. Nei villaggi di campagna, fino a meta del secolo scorso, per sapere cosa faceva una persona guardavi fuori dalla finestra, andavi a bere un thé a casa sua. Oggi la società è di massa e li strumenti sono di massa, la comunicazione elettronica né fa parte:
    1) con la capacità di assegnare un numero alle informazioni,
    2) come mezzo di informazione
    3) essa stessa fornisce informazioni su se stessa
    (-: qui la psicanalisi ci va a nozze 🙂

    quanto è invadente che il supermercato sappia che rossi antonio adora le fragole?
    è una questione etico politica sanitaria, il quale rossi antonio è interessato allo sconto (sogetto che genera le informazioni), il supermercato a vendere (soggetto che genera e detiene le informazioni), l’ufficio di igene dovrebbe preocuparsi della salute del rossi.

    potrei dire che non è giusto che il suppermercato
    sappia che rossi compra sempre le fragole,
    potrei dire che è importante sapere quante fragole vengono vendute per farne un prezzo il + vantaggioso possibile (non parliamo di equità).

    diciamo che la capacità capillare delle informazioni (dove siamo, con chi siamo, ecc..) verso cui stiamo andando, spaventa un po, ma non è molto diverso da villaggio dove si conoscono un po’ tutti.

    la questione che si pone come molti analisti hanno fatto notare è fino a dove l’ente dello stato o il mio datore di lavoro, deve conoscere la mia vita eludendo la mia consapevolezza.

    by poldo

  • beh prof sappiamo tutti che produciamo una mole di informazioni spropositate ma questo caso ha molte particolarità:
    1 mettere insieme una tale quantità di dati ha comunque dei costi e una complessità di gestione veramente tosti (io personalmente pensavo fosse quasi impossibile)

    2 in teoria io, quando rifiuto di fornire le mie informazioni personali, dovrei costringere loro a attenersi a quello che ho sottoscritto e dovrebbero rendere indecifrabili le mie informazioni (cosa che fanno tra l’altro per difendersi dagli hacker, ma al contrario al governo federale hanno messo il telepass a ogni informazione possibile..)

    3 questa cosa è comunque enorme e qualsiasi piano abbia messo in piedi qualsiasi altro stato non sarà mai lontanamente vicina a questa. A PRISM avevano accesso agenzie di contractors, aziende che lavoravano per la NSA e buona parte delle agenzie governative statunitensi. Con la scoperta di questo caso diventano molto sospetti molte mosse finanziarie americane, i successi strepitosi di alcune ditte come la apple ecc. ecc.

    4 per me l’europa dovrebbe prendere la palla al balzo e rompere con gli states su tutto. Uno spionaggio del genere è veramente fuori ogni scala di tollerabilità

    5 Nixon si è dimesso per veramente molto meno. Obama ha usato questo strumento per reprimere il dissenso, colpire i repubblicani, guerra economica e probabilmente spionaggio industriale e insider trading

  • interssanti le considerazioni sulla politica internazionale. ma devo dire che non c’era bisogno di snowden per capire che la nostra società è strutturata per facilitare la raccolta di informazioni. bastava facebook, fenomeno che esprime anche la voglia dell’utente di farsi spiare e che di fatto è diventato il mezzo più sputtanante. sotto questo aspetto troverei coerente che chi si scandalizza tanto per l’invesione della privacy del governo usa, smetta di usare facebook e/o prenda a manate i conoscenti che lo usano. ma mi sa che la gente se ne fregherà altamente, e e che non rinunceranno certo a una cosa così inutile per difendere la loro privacy.
    obama è un presidente americano e si comporta da presidente americano: non mi ha deluso perchè non mi aspettavo granchè. ma trovo inutile puntare il dito contro di lui: lo spionaggio non l’ha certo inventato obama, e soprattutto non l’ha certo favorito lui: è stato piuttosto favorito dagli sviluppi della tecnologia e da una scarsa consapevolezza degli utenti su come questi svilupppi vadano utilizzati: ci si è fermati alla compulsione provata dagli utenti di mettere su internet informazioni sensibili, specialmente tramite facebook, ma non mi sembra ci sia una chiara percezione degli effetti di questa diffusione di dati.
    per il resto non ho una grande considerazione di snowden; ai patrioti non credo, ai soldi si, specie se ci sono di mezzo i servizi segreti. anche perchè non riesco nemmeno ad afferrare tanto bene l’entità di questo “servizio” reso alla patria. dato che, appunto non ha detto niente che non sospettassi. e infatti credo che il simpatico snowden farà una fine molto migliore del soldato manning: purtroppo è da queste cose che si capisce se uno è un eroe o meno

  • Purtroppo che Cina, Russia ed USA si stiano preparando alla “grande battaglia finale” non è un mistero (almeno ad ascoltare la parole di Kissinger).

    Non trova altra spiegazione la soppressione stessa dei paesi europei in favore degli USE se non dal punto vista militare. USE (deutschland), USA, UK e Israele uniti negli USO?

    Quello che sta accadendo in Europa tra compressione dei diritti civili reali e dei salari e il genocidio culturale tramite il favorimento dell’immigrazione è qualcosa che va oltre alla lotta di classe. Forse Nerone a Roma.

    Quando le democrazie occidentali saranno definitivamente rase al suolo rimarrà solo la necessità, come ipotizzarono gli amici di Monti una quarantina di anni fa, di controllare totalmente le “masse”.

    Oltre ai classico controllo tramite la diffusione degli stupefacenti (chi si ricorda il magistrato Palermo?), dell’istruzione, dei mass media e del sistema monetario si aggiungeranno il controllo totale e globale delle derrate alimentari tramite la diffusione degli OGM, il controllo totale dei mezzi di pagamento tramite l’eliminazione del contante e, appunto, tramite il controllo TOTALE delle forme di comunicazione elettronica.

    Ricatti e delazioni di memoria staliniana saranno all’ordine del giorno, altro che Beppe Grillo, le “lese maestà” o quel povero diavolo di Bossi! Questa sì che è neolingua!

    La distopia Orwelliana è stata assolutamente assolutamente un concentrato di ottimismo.

  • La cosa più abberrante è che i luogotenenti più proni a questa stalinismo a servizio dei rentier occidentali sono state le sinistre europee! Dalla svendita del welfare, alle apologie di xenofobia che hanno tutelato le politiche razziali vere e la tratta degli schiavi, al “sogno europeo” della BCE!
    Basta parlare di “antifascsimo”, mio nonno partigiano si rivolta nella tomba.

    Consiglio a tutti quelli un po’ svegli, a partire dagli attivisti del M5S:

    1 – usate gli strumenti elettronici SOLO come strumenti

    2 – usate solo FLOSS

    3 – fate smodato uso di crittografia nelle comunicazioni

    4 – meccanico è meglio di elettronico

    5 – siate paranoici

  • C’è un baco nel ragionamento: la confusione fra dato e informazione. Per chiarire: se raccolgo tutte le uscite di una roulette o di un qualsiasi altro gioco d’azzardo (che non sia truccato, cioè che sia realmente imprevedibile) raccolgo moltissimi dati, ma nessuna informazione. Se trovo in un testo “Eureka!” ho un dato piccolissimo, ma ho un’informazione importante: che l’autore conosce la cultura occidentale (non è un Maya o un cinese antico, per esempio). Ora, per giudicare quanto siano pericolosi questi strumenti di controllo, bisognerebbe capire di più come trasformano i dati in informazioni, cioè i bit in significati. Nel frattempo, di tanto in tanto, giochiamo a “sparire”: solo denaro contante, cellulare spento o in condizione “aereo”, niente internet, e attenzione alle TVCC.

  • prof.ma i detentori della tecnologia,di internet,hanno piu diritti degli altri? e perche,hanno ricevuto il lume,il fuoco degli dei? ed essere postisti,nel senso di postare,è un end capp,sono un uomo,e non sono un ragionere,o che altro,siamo,dobbiamo, sentirci inferiori,ed avere piu diritti degli altri,come gli altri,DIVERSAMENTE DISGRAZIATI?

  • Prof., Le consiglio di acquistare i DVD di una serie anni ’60: IL PRIGIONIERO. E’ un concentrato di psicologia, sociologia, manipolazioni di vari tipi, fino all’ultima puntata. A volte perde qualche colpo in chiarezza ma resta insuperabile.

  • @Giovanni Talpone

    Non credo ci sia nessun baco nel ragionamento: i metadati vengono massivamente raccolti per aver delle informazioni. La retention ha, per quanto piccolo attualmente possa essere, un costo. E viene destinata proprio per gli scopi che bene ha descritto il professore.

    I servizi sono da SEMPRE, generalmente legati ad ineteressi particolari piuttosto che dello stato, nel senso illuministico del termine.

    Qualsiasi cosa non soggetta a opinione pubblica, chi può, l’ acquista.

    Comunque trovo assolutamente sconcertante speculare su oggetti da tempo noti e ben ricordati dal post: se non hai molta dimestichezza con l’argomento prova a seguire: https://www.eff.org/

  • Snowden apparentemente aveva in un primo tempo lavorato per la CIA, ma poi era passato all’NSA, ente ancora più riservato della CIA.

  • @santinumi. io trovo che sia tu a presentare una preparazione imbarazzante: sia perchè parli di immigrazione e non di libero mercato: ev identemente non sei molto bene informato degli effetti del secondo, e ti concentri sul primo degli argomenti, dato che il tuo livello è lo stesso di un la russa qualsiasi.

    e poi talpone ha detto una cosa abbastanza logica: molti dati, in mancanza di strumenti per leggerli, equivalgono a “nessun dato” dato che sarebbero sottoponibili solo ad interpretazioni ambigue. la presenza di gusti radicati negli utenti e di un’abitudine imposta dall’alto a parlare dei cazzi loro, ad aiutare gli spioni a spiare, è una tendenza esplicitamente supportata dai social media e chiaramente finalizzata a facilitare il lavoro dei servizi di intelligence.
    e le persone come te, inconsapevoli del fatto che il loro modo di raccogliere e presentare informazioni possa essere utilizzato, si ritrovano ad essere dei soggetti perfettamente manipolabili, anche perchè sono chiusi nel loro circolo di informazioni autoreferenziali, e quindi sono predisposti dall’autorità a fare i delatori di se stessi o degli altri.

  • @giandavide

    Non ho detto che è illogico ciò che ha sostenuto @talpone: chiunque ha seguito dei corsi univeritari in ingegneria o informatica conosce bene l’argomento: è quindi un’osservazione di una persona che ha quantomeno “studiato”.

    E’ invece fuori luogo rispetto al contesto come si evince dalle osservazioni fatte da chi si occupa per missione del problema, come EFF di cui ho girato prontamente il link (ti invito a darci un’occhiata).

    Non capisco dove vedi l’autoreferenzialità: EFF è meno credibile di @talpone? Curioso.

    Poi parli di “libero mercato” che, come dovresti sapere, è generalmente utilizzato con un’accezione positiva: credo tu voglia intendere la “deregolamentazione del mercato dei capitali” che porta esattamento al contrario del “libero mercato”. (E immagino che ti riferisca in particolare alla costruzione europeista e all’imposizione del “vincolo esterno” nell’UE volute dalle “sinistre” europee).

    Non so cosa c’entra La Russa (che cmq, andando per paradossi, ha fatto meno danni di Prodi…), avrei preferito che mi citassi Ida Magli o Indro Montanelli sul tema “immigrazione” da cui trovo le mie fonti ripettivamente antropologico/solciologiche e politiche.

    Ti faccio solo notare che l’esplosione dell’immigrazione, in particolare di quella africana, avviene in coincidenza con la ratificazione dei trattati UE e che il significato semantico del sostantivo “razzismo” è mutato a fine degli anni ’80 per opera di ben noti “spin doctor” della nuova “sinistra neoliberista”, impedendo qualsiasi dibattito reale sul tema e favorendo le politiche razziali “vere”, così come da sempre definite per altre esperienze storiche recenti e generalmente associate a politiche imperialiste (inglesi, francesi e russi hanno operato spesso in questo modo e spero di non dover far degli esempi ad una persona colta come te).

  • @santinumi
    quando parlo di libero mercato di solito sottintendo un’accezione per nulla positiva, dato che è per il libero mercato che esiste il lavoro nero e la necessità di sfruttare i migranti. io parlo di processi economici, non di ridicoli discorsi sull’ibridazione del tessuto sociale e la perdita d’identità, dato che la ricerca della purezza e l’identitarismo sono solo stati un segno di società malate e decadenti, e non sono mai state soluzioni ai problemi di queste ultime.
    poi ho citato la russa perchè sarebbe stato d’accordo con lo slogan che hai scritto nel post precedente: dato che non esiste la telepatia, è meglio essere meno ambigui possibili quando si scrive, oppure non è impossibile essere associati al ridente politico di paternò.
    per il resto nel link che hai mendato non si risponde al semplice quesito di cui sopra: cosa garantisce che di questa enorme quantità di dati venga fatta una sintesi adeguata? quando i dati sono troppi, leggerli diventa impossibile o inutile.
    anche per questo ormai la maggiorparte del lavoro la fanno fare agli utenti: li invitano cortesemente a dire tutti i loro cazzi su varie piattaforme strutturandone sia la presenza in modo che basti sorvegliare i siti di aggregazione per trovare chi bisogna trovare, e gli utenti rispondono entusiasti. ma quello che è peggio è il direzionamento delle ricerche a seconda dei gusti dell’utente: chi cerca signoraggio e immigrazione su internet troverà solo cose vicine a quelle che ha già letto: gli altri testi non appariranno, e pazienza se sono scritti meglio e contengono argomenti. ma questa è la migliore garanzia che i dati vengano inscritti in una cornice in cui sono più facilmente leggibile e in cui ogni cosa che si muove divenga subito osservabile dato che opera sin da subito nel relativo contesto di appartenenza con i relativi utenti.
    infatti cercando determinati argomenti byoblu e tutta questa bella gente arrivano sempre a stare tra i primi risultati, ed è garantito che chi utilizza chiavi di ricerca di matrice populista non sarà mai in grado di farsi un’idea del libero mercato, dato che leggerà solo i pareri di questa gente strana che a parole vuole cambiare tutto, poi quando si parla in concreto di non dare ai banchieri la possibilità di intervenire sulle nostre chiappette per farle a fettine diventa tutto molto fumoso, o finiscono come bagnai, per il quale il salotto buono dell’economia italiana va benissimo, che berlusconi andava benissimo eccetera, e se non sei d’accordo prima ti insulta poi ti banna. posso capire che il bagnai sembra off topic, ma anchre lui fa parte di quella cerchia di individui che ci mangia su questo fenomeno: l’utilizzo di concetti contraddittori sbagliati o poco attinenti alla realtà come chiavi di ricerca e la conseguente compartimentazione sociale e culturale che ne consegue. basta questo semplice fenomeno, unito all’ipertrofismo comunicativo di facebook, a fornire all’intelligence tutti i dati che servono, e se la gente è così stupida da agire in questo modo il problema non è più tanto quello dei servizi e degli spioni, che si ritrovano in mano molti più dati di quanti necessitano, ma è un problema collettivo di educazione, che è ancora peggio se vogliamo. io al massimo posso proporre letture obbligatorie per tutti e se non passi l’esame il diritto di voto te lo scordi. e non dico marx, basterebbe gianni rodari, uno che segue l’aureo principio di voltaire secondo cui un buon libro dovrebbe dire la metà dei ragionamenti e lasciar fare l’altra metà alla mente del lettore per renderlo migliore di prima.
    per il resto vedere snowden in tour mondiale e ora ospitato da putin non me lo rende certo più simpatico: non è un pò ridicolo vedere questo sedicente paladino dell’antispionaggio finire sotto l’ala protettiva dell’ex capo del kgb (e allora se non voleva spiare nessuno perchè è entrato nella cia? boh). poi se si devono fare i paragoni con manning e wikileaks, devo dire che il basso contenuto informativo delle dichiarazioni di snowden confermano l’idea che me ne son fatto di individuo attaccato al denaro, altro che ideali: non vedo nessun hitler da combattere, specialmente al di fuori degli usa

  • Tralasciando il tema dell’immigrazione di cui preciso solo che sugli esempi storici mi riferivo non certo a un “qualche decadente mito di purezza” ma a quel tipo di politiche che aumentano la conflittualità sociale in modo volontario per evitare la lotta di classe: già a fine degli anni ’90 dovresti anche tu sapere che si “mormorava” che dietro a questa improvvisa ed inspiegata esplosione dei flussi migratori ci fosse lo zampino dei “banchieri” (all’epoca non capivo assolutamente il senso di tale chiacchericcio…).

    Mi rifersisco a Stalin che “spostava le frontiere” dell’URSS “non russa” per far scannare tra loro i popoli nomadi e guerrieri con quelli che vivevano di agricoltura. O basta pensare alle frontiere “tracciate col righello” in medioriente o in Africa.

    Tornando a bomba: EFF e tutti coloro che si occupano di privacy e di libertà di espressione sono decenni che spiegano come vengono trattate le raccolte massive dei metadati. Echelon ce lo siamo già dimenticati?

    Facebook è un’aberrazione, tutti sanno che è stato dagli albori finanziato da una società direttamente collegata alla CIA e tutti lo usano anche per parlar di politica: poi vengono torturati e seviziati come in Egitto.

    Ignoranza tecnologica. Eppure sono convinto che anche tu scrivi da un PC MS Windows, ben sapendo che è da almeno il ’95 che la NSA lo riempe di “backdoor governative”.

    Credo anch’io che il caso Snowden sia molto diverso dal caso Assange sotto il profilo etico: ma l’oggetto rimane lo stesso.

    Approvo anche la necessità, come sottolinei, della cultura come strumento di lotta di classe ma, appunto, il ruolo del gigante nell’età digitale è la battaglia per il controllo dell’informazione. Ed Internet soprattutto è lo strumento più conteso: o strumento per il Paradiso o per l’Inferno.

    La TV ha sterilizzato gran parte dell’aumento della scolarizzazione media. Non basta studiare.

    I VALORI, ciò che veramente formano l’uomo, si formano con un processo di apprendimento che è soprattuto relazionale e sociale; comunicativo.

    Per questo, prima ancora della difesa del sistema educativo, è necessario difendere la libertà di informarsi e comunicare.

    Buona giornata

  • “a quel tipo di politiche che aumentano la conflittualità sociale in modo volontario per evitare la lotta di classe”. ecco, dato che casualmente questi processi sono gli stessi che perseguono coloro i quali vogliono il libero mercato deregolamentato, con conseguente concentrazione della ricchezza, io, per far prima, parlo delle cause, ovvero il libero mercato, e non degli accidenti, ovvero che in determinati contesti il libero mercato sia stato favorito anche creando conflittualità nei confronti dei migranti. poi ammetto che nella storia gli egiziani facevano schiavi gli ebrei e li spostavano da una parte e dall’altra, e altre cose simili come quelle da te citate, ma dato che siamo nel 2000 preferirei fare esempi più circostanziati e più attinenti al contesto socioeconomico attuale (quindi libero mercato eccetera).
    per il resto, io volevo solo dire che controllare ogni singola conversazione ai fini del controllo è inutile, dato che si tratta di una mole troppo elevata di dati: più facile educare gli utenti ad un imprinting di tipo quasi pavloviano per cui li abitui da soli a incasellare le loro informazioni con dei criteri quasi biblioteconomici che facilitano enormemente il lavoro di chi deve cercare qualcosa. quindi sotto il profilo della privacy non sono preoccupato tanto dal fatto che “qualcuno mi possa spiare”, dato che mi preoccupano più gli effetti panottici prodotti sull’habitus del corpo sociale. d’altra parte, come dice anche questo tizio

    http://www.keinpfusch.net/2013/06/ancora-la-storia-di-prism-e-snowden.html

    sembra che il fulcro delle attività denunciate da snowden non si concentri sul privato, ma sulle comunicazioni commerciali ed interne delle aziende, e che quindi qua si tratti di ingerenze a carattere economico e di difesa degli interessi delle aziende americane nei confronti di quelle cinesi ed europee. e così in effetti la cosa mi sembra funzionare meglio, sebbene poi l’autore finisca con una ridicola esegesi dell’interiorità di snowden, dipinto come un piccolo san paolo, che non è assolutamente al livello del resto del pezzo.

  • Tutte queste informazioni, prosegue Giannuli, sono rigorosamente registrate presso qualche server. In teoria, il server dovrebbe distruggerle dopo cinque anni, ma nessuno può controllarlo: le nostre informazioni “tracciate” possono anche sopravvivere per sempre. Il tutto, a costi irrisori: sembra che il sistema Boundless, alla base di questo “scandalo”, abbia la capacità di acquisire 3 miliardi di “pieces of intelligence” al mese. E nel solo mese di marzo, i sistemi americani collegati a Boundless hanno incamerato qualcosa come 97 miliardi di “pieces of intelligence”, evidentemente attinti anche allo stock precedente. «A tutelare la privacy dei cittadini dovrebbe provvedere la legge, imponendo certe regole di comportamento per i gestori e penalizzando chi cercasse di impossessarsene», osserva Giannuli, «ma queste regole non hanno alcuna efficacia nei confronti dei servizi di informazione e sicurezza, il cui compito, appunto, è quello di raccogliere informazioni anche con procedure illegali: diversamente non ci sarebbe ragione di opporre il segreto di Stato alla magistratura».

  • Professore, mi sembra curiosa la coincidenza temporale di questa “rivelazione” e i negoziati per il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) tra Europa e USA. é possibile che Russia e Cina volessero bloccare i negoziati o, che addirittura, siano gli stessi USA?

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