Il caso Bisignani-P4
Sin dal giorno dell’arresto di Luigi Bisignani si è parlato di “caso P4”, con evidente riferimento alla P2 di Gelli cui, nel 2010, si dette un seguito (giornalistico) con la cd P3, una cricca di affaristi, faccendieri, politici e magistrati dediti ad “aggiustare” sentenze e appalti. Per la verità, non si capisce perchè questa di oggi sia cosa diversa rispetto a quella precedente, visto che il giro della cd P3 è in larga parte coincidente con quello della attuale P4, ma questo è secondario. Il punto più importante è che questa formula giornalistica rischia di confondere le idee più di quanto non le chiarisca.
Evocare il precedente della P2 fa pensare ad una associazione segreta, con tanto di liste di affiliati, schede di adesione, cariche sociali ecc. Non è affatto detto che qualcosa di simile non esista da qualche parte e neppure è possibile escludere che Bisignani e/o altri protagonisti di questa vicenda non ne facciano parte, e, d’altra parte è lecito chiedersi sino a che punto organismi come l’Aspen non svolgano una funzione analoga. Ma, per ora nulla ci dice che questo organismo debba necessariamente esistere e che Bisignani ne sia a capo.
Quello che abbiamo sono le registrazioni delle sue conversazioni, le sue agende, la sua rete di rapporti ed un mazzo di deposizioni che riferiscono di fatti e comportamenti, ma non tirano in causa alcuna organizzazione segreta o no. Unico e vago riferimento assimilabile a qualcosa del genere è quello che ha detto Tremonti ai magistrati parlando di “cordate” nella Guardia di Finanza, ma, come vedremo, si tratta di una cosa a sè stante e “cordata” non significa organizzazione.
Quello che abbiamo davanti è una ragnatela di rapporti da cui scaturiscono episodi di corruzione, di condizionamenti del terzo e del quarto potere, di intrighi politici e finanziari, di carriere troncate e di rapide ascese.
Bisignani presenta tutto questo come una attività di lobbing, lamentando che in Italia le lobbies non siano riconosciute e regolamentate per legge. E, in effetti, negli Usa molte delle sue attività –come la raccolta di fondi per sostenere la campagna elettorale di un partito o di un candidato e la conseguente attività per ottenere benefici di legge a favore dei sottoscrittori- sarebbero considerate tipiche attività da lobbista. Ma, per la verità, anche negli Usa farebbero qualche fatica a considerare attività come lo spionaggio nei confronti di istruttorie penali o il condizionamento corruttivo di gare d’appalto attività di lobbing per quanto pesante.
Soprattutto, temiamo, sarebbero poco comprensivi nei confronti di illeciti tributari o di pressioni sui mass media.
Piuttosto, questo caso sembra offrire un mirabile spaccato del potere in Italia al tempo di Berlusconi.
Il primo dato che balza agli occhi è proprio l’alta informalità di questa rete di potere: nessun rapporto di subordinazione formale lega Bisignani alla Prestgiacomo o a Scaroni o a Masi, nè risulta che egli ricopra una qualche carica istituzionale o nel Pdl e neppure che abbia avuto una qualche delega formale da parte di Berlusconi. Eppure dalle tre “ministre” a Frattini, da Scaroni a Masi, da Papa a Santini tutti hanno ritenuto di doverlo consultare e di considerare in sommo grado il suo illuminato parere. Ed è lui stesso a definirsi uno che, in ambienti e momenti particolari deve essere consultato. Per quanto possa godere di ascendente personale, ci si chiede in nome di quale potere egli debba essere consultato nelle scelte di potere più delicate. Di qui l’idea che lui –novello Licio Gelli- sia a capo di un qualche organismo para massonico da cui scaturirebbe questo potere. Forse è così, ma questo non è affatto necessario. La forza di Bisignani sta nella sua grande capacità di tessere relazioni e nel capitale di informazioni che ne deriva.
Letta è stato sincero quando ha detto: “ Luigi è persona brillante e bene informata. E’ amico di tutti. E’ l’uomo più conosciuto che io conosca. Bisignani è uomo di relazioni”.
Appunto, un uomo di relazioni molto ben informato. E questo ha un valore inestimabile nell’epoca della globalizzazione neo liberista, che ha segnato una brutale caduta dei tassi di trasparenza del potere politico ed economico. E’ proprio questo tipo di globalizzazione che implica una predominanza del potere finanziario, per sua natura vocato alla massima opacità. Ed è altrettanto ad essa che dobbiamo il ritorno alla brutale logica della geopolitica basata su rapporti di forza in gran parte costruiti attraverso l’azione dei servizi di intelligence (ovviamente coperta dal più fitto segreto).
Ma quando il potere si fa tanto opaco, l’informazione diventa un bene raro e, perciò stesso, ad altissimo valore aggiunto. Forse una P 4 o 3 esiste, ma Bisignani (che fu il più giovane piduista) non ne avrebbe bisogno, perchè lui stesso è una “P2” vivente.
Anche la definizione di “faccendiere” (versione spregiativa di lobbista) che gli viene attribuita, quasi per un riflesso condizionato, gli va decisamente stretta, lui è molto di più ed è anche di più di un lobbista come ce ne sono tanti. Egli è il “manager del potere nascosto”. Una nuova figura professionale (se ci si passa l’espressione) che unifica diversi profili professionali precedenti ed al massimo livello: il lobbista, l’avvocato d’affari, il public relations man, il consulente finanziario, il mediatore di conflitti, il tutto con una spiccata vocazione all’intelligence e con qualche punto di somiglianza con il “consigliori” mafioso. Una figura richiesta proprio dagli assetti di potere attuali che fondono politica e finanza, che chiedono costante aggiornamento informativo ma che, soprattutto, sono caratterizzati da una forte carenza di regole.
Questo ultimo punto richiede qualche spiegazione. Il neo liberismo ha avuto uno dei suoi presupposti logici fondamentali nella eliminazione del maggior numero possibile di norme statali, sostituite dalle “regole spontanee” del mercato e dalle conseguenti norme pattizie (e, infatti, ci sono anche giuristi eminenti come Taubner o Galgano) che parlano di una nuova lex mercatoria, che ormai sommerge la sovranità statale. Ed, infatti la deregulation è stata una delle parole-chiave della cultura neo liberista.
Soprattutto nei rapporti fra politica ed economia, questo processo di deregulation è stato il presupposto per una crescente confusione di ruoli, come dimostra abbondantemente il dilagare dei “conflitti di interesse” (che non è una peculiarità solo italiana ma ormai pervade di sè tutti i paesi occidentali). D’altro canto, nel tempo della “liquidità”, per usare l’espressione di Bauman, anche le categorie del pensiero politico, a cominciare dall’idea di guerra, di sovranità, di diritto, di democrazia ecc. perdono i loro contorni per diventare una prassi sempre più informale e meno regolamentata.
In Italia tutto questo è stato amplificato dal processo di sostanziale decostituzionalizzazione dell’ordinamento aperto dal referendum golpista di Segni ed Occhetto nel 1993. Il conseguente scioglimento dei partiti politici (sostituiti da coalizioni ed ectoplasmi a vocazione carismatica) ha ulteriormente spinto in questa direzione. Il risultato è, appunto, la generalizzazione del metodo delle “cordate”, cioè alleanze trasversali fra pezzi di potere politico, apparati burocratici, finanza, servizi segreti, mondo dei mass media ecc. Ma le “cordate”, appunto, non sono organizzazioni o istituzioni e vivono sin quando ci sia convergenza di interessi, per riaggregarsi in altre cordate perdendo vecchi partners ed acquisendone di nuovi. Una forma di organizzazione del potere basata solo sulla convenienza del momento, quindi, per definizione, instabile, ma, soprattutto, “coperta” e priva di regole cogenti.
E’ in questo quadro che acquista funzione la presenza di personaggi come Bisignani: questa assenza di regole condivise e questa organizzazione del potere per rete clanica esige la presenza di mediatori che compongano i conflitti, spianino la strada agli accordi, favoriscano la conclusione di affari. Tutte cose che richiedono senso politico, vasta rete di relazioni, conoscenze di ordine giuridico, economico e politico, ma soprattutto grande abilità nella raccolta di informazioni riservate. Per questo possiamo parlare di “manager del potere nascosto” che è ben altro che un semplice faccendiere o, se si preferisce, lobbist.
Sempre sul filo di questa riflessione sulle trasformazioni del potere merita qualche parola in più la vicenda della Guardia di Finanza. Tremonti ha parlato ai magistrati della Procura napoletana di una cordata di alti ufficiali della GdF e del rapporto privilegiato di essa con il Presidente del Consiglio (quindi, sottintendendo, contro se stesso), in vista della successione dell’attuale Comandante Generale. Ma ha pudicamente sfumato sull’esistenza di un’altra cordata rivale, che sta con lui. La stessa frase “Niente metodo Boffo con me” autorizza a pensarlo, potendosi leggere sia come un richiesta o una sfida politica, sia come un avvertimento.
Si tratta quindi di una lotta interna fra due componenti del corpo, che hanno trovato ciascuna il proprio referente politico, appunto, secondo il modello delle cordate trasversali di cui dicevamo prima.
Il fenomeno non è affatto nuovo, come non lo è il coinvolgimento delle fiamme gialle in un certo tipo di scandali: già in occasione dell’affaire Telekom, quattro o cinque anni fa, emerse la rivalità fra la cordata del Generale Pollari e quella del suo predecessore e già in quella occasione era stato possibile notare le differenze rispetto al passato, quando, pure, c’erano state rivalità interne ma con altri comportamenti. La prima diversità del passato l’ha notata lo stesso Tremonti accennando alle conseguenze della normativa che ha premesso, per la prima volta, agli ufficiali del corpo di accedere al posto di Comandante Generale, sino a quel punto riservato ai generali di Corpo d’Armata di altre armi (gli ufficiali della GdF, come peraltro quelli dei carabinieri, si fermano al grado di generali di divisione, non avendo il corpo unità di livello superiore). E questo ha avuto, con ogni probabilità, il suo peso nel determinare questo scontro, ma, probabilmente si tratta solo dell’epifenomeno, mentre ci sono cause più profonde.
Anche in questo caso è il contesto generale a fare da bussola. Sino agli anni ottanta, la GdF è stata il nostro corpo di polizia meno rilevante, per numero e per influenza politica, mentre la scena era ampiamente dominata da carabinieri (che controllavano il servizio di informazioni militari) e polizia (che controllava l’Ufficio Affari Riservati). La Gdf ha sempre avuto numerose attribuzioni spesso esclusive (polizia tributaria, guardia di confine, sorveglianza e repressione del contrabbando, repressione delle falsificazioni di moneta ecc) ma ha avuto sempre una posizione marginale nella raccolta informativa di interesse politico che, sino agli anni ottanta, era il cuore del potere.
A partire dagli anni novanta abbiamo assistito ad una costante ascesa politica delle fiamme gialle che, alle competenze di sempre hanno aggiunto quella della sicurezza valutaria ed economica del paese e della connessa raccolta informativa. Di riflesso è cresciuto il potere del corpo i cui comandanti sono anche diventati direttori del Sismi in due occasioni (cosa mi accaduta prima). In particolare con l’arrivo al servizio di Nicolò Pollari e la costituzione del nucleo “guerra economica” del Sismi, il rapporto fra servizio militare e Gdf divenne particolarmente rilevante. Si è trattato dell’ovvio riflesso del primato della finanza sull’economia e sulla politica ulteriormente esaltato dall’alto livello professionale del corpo.
Istituzionalmente, la GdF è sempre stata alle dipendenze personali del Ministro delle Finanze, una particolarità del corpo, dato che i carabinieri, pur inseriti nel Ministero della Difesa, non sono alle dipendenze del Ministro come anche la Polizia rispetto al Ministro dell’Interno. Con l’unificazione del Ministero delle Finanze con quello del Tesoro (che ha sempre avuto un suo particolare apparato informativo) si è creata una concentrazione di potere senza precedenti che ha il suo riflesso anche di natura informativa e, nell’attuale architettura di potere la Guardia di Finanza è una delle principali caselle da controllare, ponte istituzionale fra politica ed economia.
Dunque, non sorprende affatto che su questo particolarissimo organo di polizia si scarichino tensioni ed appetiti ben più forti del passato, tanto più che il permanere della dipendenza funzionale dalla persona del Ministro (una anomalia su cui riflettere) politicizza ulteriormente il corpo.
Tornando al caso Bisignani, osserviamo come esso non sia del tutto comprensibile al di fuori dell’ondata di scandali del 2010 che ne sono stati l’immediato antefatto (Protezione civile, Finmeccanica, Propaganda Fide-Ior, Verdini ecc.) nei quali spuntano qui e lì le fiamme gialle. Ma tornano anche diversi nomi di oggi e torna soprattutto Finmeccanica, la grande holding delle armi italiane, di cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze è l’azionista di riferimento con il 32,4% delle azioni (nessun altro azionista raggiunge il 3%). Oggi Finmeccanica rappresenta una delle voci attive di maggiore importanza della nostra bilancia commerciale, in particolare nel settore delle armi individuali e, più ancora, nel settore aerospaziale, nel quale si è conquistata una posizione di riguardo a livello mondiale.
Tutti settori che, da sempre, hanno un forte odore di tangenti in entrata ed in uscita e nei quali operano istituzionalmente i servizi militari (tanto l’Aise ex Sismi, quando il Sios che ha compiti diretti di sorveglianza nelle fabbriche di armi). Ma soprattutto settori che hanno bisogno vitale della rete di relazioni internazionali più vasta possibile: potreste immaginare un campo d’azione più adatto ad un uomo come Bisignani? Tanto più che egli ha grande familiarità con l’Istituto Opere di Religione, presso il qual disponeva, sin dai primissimi anni novanta, di un conto coperto intestato ad una inesistente Jonas Foundation.
Dunque, tirando le fila di questo lungo ragionamento, si ha la sensazione che la materia abbia avuto, sin qui, un trattamento troppo condizionato dalle analogie con il passato. Certamente nel sistema di relazioni di Bisignani ricorrono molti elementi che furono propri della P2, della quale esso è, per molti versi, il diretto sviluppo. Ma ci sono anche aspetti propri come l’altra informalità, la prevalenza dell’economia sulla politica, la diversa composizione sociale dell’area di riferimento ecc che trovano la loro spiegazione negli effetti del processo di globalizzazione neo liberista, sul piano internazionale, e sulle trasformazioni del sistema politico sul piano interno. Pertanto si rende necessaria una riflessione più ampia sulle trasformazione dei rapporti di potere che vada ben al di là delle responsabilità personali di Bisignani.
Aldo Giannuli
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menici60d15
Nuove P2 e organi interni
Il prof. Giannuli invita a non considerare le nuove Pn, con n>2, come una semplice prosecuzione della P2. E’ vero che ci sono differenze, forse legate a diramazioni: certi segni, come il magistrato che, denunciati meritoriamente i privilegi borbonici e gli abusi dei Consiglieri di Stato, invita a “una collaborazione sincera e duratura tra massoneria [buona] e magistratura” [1] portano a chiedersi se gli scandali giudiziari non riflettano una lotta intestina tra fazioni in lotta, portatrici di interessi e stili diversi. Inoltre, cambiato il periodo storico, occupandosi di affari invece che di “Guerra fredda”, forse le nuove Pn non si occupano più di sbudellamenti. Forse: v. Breivik. Però si occupano più di prima di budella, occupandosi di quel fondamentale settore dell’economia che è la medicina.
Forse è un caso, ma è stata la Corte d’appello di Brescia presieduta da Marra, poi dimessosi per lo scandalo P3, ad appoggiare la campagna sui cellulari che provocano il cancro, riconoscendo il nesso etiologico con una sentenza, la prima del genere in Italia. (Questa di scrivere pagine “acrobatiche“ di medicina – gradite al potere – è una delle attività improprie che distraggono i magistrati dal loro lavoro). La cancerogenesi a pile dei cellulari ha scarsissima plausibilità biologica, ma viene agitata in continuazione; in contraddizione col silenzio su radiazioni elettromagnetiche molto più potenti e che si sa per certo essere cancerogene, come quelle dei raggi X: i presunti e dibattuti pericoli dei telefonini sono noti al pubblico come lo erano gli unguenti degli untori sotto la peste, mentre gli si nasconde quanto gli addetti sanno, e scrivono nelle riviste scientifiche, che una quota non trascurabile e crescente di tumori sta venendo provocata da esami radiologici, spesso non necessari, in particolare le TAC. Ritengo che il cancro da cellulari sia un vero depistaggio etiologico. Peraltro attuato su scala mondiale; i piduisti nostrani di ieri e di oggi appaiono come gli operatori locali di movimenti di portata internazionale.
I nostri comunque fanno la loro figura all’interno di questa orchestra internazionale. Statistiche di questi giorni riportano che l’Italia ha la più alta incidenza al mondo di neoplasie dell’età pediatrica. Immediatamente, insieme all’inquinamento (fattore reale, negato o esagerato a seconda della convenienza) sono stati accusati i cellulari. Le Pn si occupano, insieme ai cugini delle forze di polizia, e agli zii della magistratura, di screditare e mettere a tacere chi indichi altri fattori, di tipo sociologico, e segnatamente criminologico, per questo record [2].
Va bene uno sguardo distaccato sui nuovi fenomeni piduisti; ma, soprattutto con una magistratura al 99% abituata, allora come oggi, a fare il pesce in barile, e a ingraziarsi i poteri forti, quando non è parte diretta della rete piduista, suggerirei ai comuni cittadini di non perdersi in distinguo eccessivamente sottili, e di non vedere con occhio più benevolo queste reti di potere; che mettono silenziosamente a rischio gli organi interni, cioè le budella, più di quando facevano fragorosamente esplodere le bombe o crepitare i mitra.
1. http://menici60d15.wordpress.com/2011/03/11/massoni-e-legalita/
2. http://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/
Maurizio Melandri
Post che contiene spunti parecchio interessanti.
Sarebbe interessante, se ci fosse il tempo, di fare un’analisi di questo tipo sui rapporti di potere attuali in Italia e nel mondo.
Sarebbe un lavoro immenso, ma permetterebbe di capire quale cancro ha attaccato la moderna società.
Forse sarebbe però inutile, a tempi brevi, prevedo, dei cambiamenti strutturali della società e la storia ci insegna che non avvengono mai gratis.
Il caso Bisignani-P4 | Covo degli Eretici
[…] Continua qui. Questa voce è stata pubblicata in Aldo Giannuli, Focus Italia, Le analisi e contrassegnata con aldo giannuli, berlusconi, corruzione italia, luigi bisignani, p2, p3, p4. Contrassegna il permalink. ← Euro: ma cosa ha in mente la Merkel? […]
Paola Pioldi
Ciao,
mi è venuto un po’ di mal di testa a leggere l’articolo di Aldo e, mentre cercavo di capirci qualcosa, fantasticavo di ritirarmi su un atollo del Pacifico, ma, pensando al caro Arthur Bloch, rischierei di essere vittima di un esperimento nucleare.
Ampliamo lo spettro della visione, iniziamo a rifletterci, a divulgare ed ad opporci ad un sistema semi-occulto che, nel suo insieme, rappresenta una metastasi difficile da individuare ed estirpare. Capisco i distinguo di cui scrive Aldo, ma, la sensazione di chi non è un addetto ai lavori, come me, rimane la stessa: che palle sentire (to feel) di essere in balìa di un potere il cui lato oscuro, si trasforma, a seconda degli eventi e delle opportunità, ma rimane, quello che io definisco un “potere primitivo”: a proposito della P.C. ricordo che Bertolaso è membro dell’Opus Dei. La trasversalità dell’appartenenza alle logge massoniche è normale: ogni essere umano, indipendentemente da professione e ruolo, è soggetto alla devianza, più o meno dannosa per la Società.
Per Menici60D5: da oggi ho il tuo blog tra i preferiti, condivido (per ragioni umane, ma anche professionali) le tue affermazioni circa sul potere della “medicina”. Mi piacerebbe partecipare, da anni mi batto contro lo strapotere dell’informazione (nel settore medico-psicologico).
Saluti,
Paola
steffa88
qui c’è materiale per almeno un libro, al di là della correttezza di associare il caso Bisignani alla P2.
non so se hai già in mente un articolo a proposito, ma che ne pensi del risultato delle elezioni in Russia?
lavalle
Riguardo alla trasformazione delle Fiamme Gialle da ruspanti montanari, che davano la caccia ai contrabbandieri con lo schioppo in spalla durante interminabili e romantici inseguimenti in montagna, ad un sofisticato centro di raccolta informazioni credo vada ricordato il “GAT – Nucleo Speciale Frodi Telematiche” che, ben più della Polizia Postale, si pone sulla frontiera dei cyber threats.
In questo settore, in questi giorni, ce da segnalare la curiosa iniziatica del “GCHQ – Government Communications Headquarters” inglese. Ne parlo sul mio blog:
http://lavalle-economia.blogspot.com
Cristian
Come sempre la ringrazio per l’ennesimo articolo che mi aiuta a decifrare il nuovo linguaggio con cui si esprime il ceto dirigente dei giorni nostri. Oltre a Bisignani sarebbe utile parlare di Giancarlo Elia Valori che, tengo a precisare, non è attualmente coinvolto in processi come Bisignani ma che sembra rappresentare uno snodo cruciale dei legami tra politica, apparati dello stato ed organizzazioni economiche italiane e straniere negli ultimi quarant’anni della Repubblica. Nel testo “Come funzionano i servizi segreti” il prof. Giannuli lo cita diverse volte (in particolare vengono citati alcuni passi del testo di Elia Valori “Il futuro è già qui”). Non è un caso che Valori sia stato un punto di riferimento nelle privatizzazioni degli anni ’90 e che attualmente sia al veritice di società finanziarie. Ma forse le chiedo troppo e se così fosse me ne scuso.
aldogiannuli
Giancarlo Elia Valori? Un Mito!
Fu lui il fondatore della P2. Se ci riesco gli dedicherò un pezzo.
Davide
Appunto: è amico di tutti, questo Bisignani. Questo vuol dire che è un maneggione pronto a tradire una volta uno, una volta l’altro. Questo è come il Big Jim “due facce”, che aveva il pulsante dietro la schiena; lo schiacciavi e il pupazzo cambiava faccia.
Nicola Mosti
OT:
Tutto sommato, almeno per la puntata di “SERVIZIO PUBBLICO” di ieri sera (8 dicembre), Ferrero sembrava essersi adeguatamente preparato, almeno quanto è necessario per parlare con la sufficiente chiarezza alla pancia della gente. E tutto ciò senza troppo indulgere alla propaganda populista. Alla fine, anche se non è risultato particolarmente brillante, credo sia stato il più “lineare” dei politici intervistati.
Il migliore della serata, invece, è stato indubbiamente l’economista italo-svizzero Christian Marazzi, che ha condotto un’analisi spietata dell’Eurozona e delle sconsolanti reali prospettive italiane.
laura
menici60d15 ma cosa va scrivendo??? E’ stata da poco bloccata la proposta di Barnabé di triplicare i livelli di tolleranza alle onde elettromagnetiche, questo perché se effettuassero dei rilevamenti scopriremmo di essere molto oltre la soglia consentita, questo garazie al decreto Gasparri. I cellulari coprono ben altre strumentazioni, militari, mediche e industriali. Lo spionaggio industriale di cui parla Giannuli avviene oggi grazie a certe strumentazioni di impatto ambientale insostenibile. Stiamo aspettando con ansia i risvolti della vicenda San Raffaele, all’avanguardia nella tecnologia RFID, sarebbe interessante capire quanti e quali denari sono stati sottratti alla sanita pubblica per essere reinvestiti in certe tecnologie. Si legga qualcosa riguardo al progetto “soldato futuro”, in Sardegna si stanno battendo contro la posa di radar che dovrebbero coprire tutto il mediterraneo e sarebbero un surrogato del fantomatico “scudo spaziale” ancora in sospeso. Le radiazioni fanno male, che siano emesse da un cellulare o da una tac, poco importa e poco cambia, se non il dettaglio non irrilevante dell’uso sconsiderato di quella che potremmo definire a tutti gli effetti un’arma bianca, oggi in mano ai bambini, ovvero il cellulare, converrà con me che è più facile essere irradiati da una fonte alla quale siamo continuamente esposti, rispetto ad un’altra alla quale ci esponiamo una tantum?
A Milano l’associazione degli elettrosensibili non è esattamente in linea con quanto afferma lei. Per finire personalmente è da 2 anni (!!!!) che mi sottopongo a tac per mal di testa e linfomi reattivi intorno al canale uditivo, sintomi tipici dell’aneurisma uditivo, legato con tutta probabilità al cellulare (anche se personalmente lo uso pochissimo, ognuno di noi è più o meno sensibile e reattivo alle onde elettromagnetiche) ma non riesco ad ottenere un risultato coerente, poiché per 2 vv la tac me l’hanno fatta a destra, benché i linfonodi siano a sinistra, confermati da un’ecografia. Quindi la informo e se le interessa le posso dare anche materiale che prova esattamente il contrario di quel che scrive lei. Oggi chi denuncia l’elettrosmog (che farebbe lei escluderebbe i cellulari??) rischia persino la pelle, perché le lobby medica, militare ed industriale sono piuttosto potenti, sa? Si informi e denunci anche il controllo remoto dei pazienti, la posa di antenne negli ospedali e il prossimo venturo tatuaggio elettronico, perché i medici non ne sanno nulla, ma il Corriere ha recentemente pubblicato un servizio che lo dà per ufficiale e addirittura obbligatorio per accedere al sistema sanitario nazionale. Così come Obama avrebbe reso obbligatorio il microchip sottocutaneo a partire dal 2013. Sarà un caso ma prima della trasmissione della Gabanelli in cui avrebbe parlato dei danni ai cellulari, è stata investita sulle strisce pedonali davanti alla Rai..a me dopo questo video hanno manomesso la macchina e ho rischiato di ammazzarmi in autostrada. http://www.youtube.com/watch?v=lhk1UP5a3ME. Ho scoperto ieri che dagli smartphone non si può estrarre la batteria, ovvero se non vuoi essere tracciato lo devi lasciare a casa, accessoriamente fanno più male degli altri, ma naturalmente nessuno ne parla.
menici60d15
@Laura. Noi viviamo immersi in un mare di radiazioni elettromagnetiche. La vita sulla Terra si basa sulla radiazione solare. Vedere significa rilevare mediante i fotorecettori della retina le radiazione elettromagnetiche emesse o riflesse dagli oggetti, da tutto ciò che vediamo, nello spettro del visibile (l’informazione è poi trasmettessa al cervello, che la elabora). La luce visibile ha una lunghezza misurabile in decimillesimi di millimetro, e non ci fa venire il cancro. C’è in genere una relazione inversa tra lunghezza d’onda ed energia, e quindi una relazione inversa tra lunghezza d’onda e dannosità. La propaganda mediatica ha invece fatto sì che la relazione tra lunghezza d’onda della radiazione e percezione del danno che essa provoca sia diretta. I cellulari usano “radiazioni” ad alta lunghezza d’onda e quindi a bassa energia, misurabili in decimetri; sono circa un milione di volte più lunghe della radiazione del visibile. I telefonini non sono, come invece ci sembrano, scatolette magiche eccezionalmente potenti: si chiamano “cellulari” perché non sono che delle piccole radiotrasmittenti, capaci di trasmettere in un raggio di qualche chilometro, che necessitano pertanto che il territorio sia coperto da “celle”, ciascuna centrata da un’antenna, che formano la rete attraverso la quale si trasmettono i segnali.
I raggi X, che sono circa diecimila volte più corti della radiazione del visibile, e circa 10 miliardi di volte più corti delle radiazioni dei cellulari, data la loro elevata energia sono capaci di ionizzare, cioè di “scassare” le molecole togliendo loro elettroni, formando così composti nocivi e provocando mutazioni nel DNA. Stime mainstream considerano che in USA il 2-3% dei tumori sia dovuto a radiazioni mediche. Si stima, secondo fonti ortodosse, che una singola TAC in una persona di 25 anni incrementi dello 0.6% il rischio di morire di cancro. Una angiografia coronarica su una donna di 25 anni dà una probabilità su 143 di sviluppare un cancro della mammella o del polmone (D. Johnson, CT Radiation and Cancer Risk.What Healthcare Providers Need to Know, 2011, reperibile su internet). Per dare un’idea, una probabilità simile a quella di spararsi scegliendo, per un singolo giro di roulette russa, tra 24 revolver con tamburo a 6 camere posti su un tavolo, uno solo dei quali contiene una singola pallottola. Si ammette che nella pratica le dosi, e quindi i rischi, siano non di rado maggiori di quanto riportato dai dati ufficiali.
Io non amo i cellulari, che sono utili ma riducono la privacy, e la mia distanza dall’industria della telefonia, che Lei cita, è ancora maggiore di quella che sullo spettro elettromagnetico separa ai raggi X dalle onde radio dei cellulari; ma non bado alle “radiazioni” dei cellulari, che Lei teme; mentre avrei paura a farmi irradiare ripetutamente la testa con le TAC, come Lei fa tranquillamente. Ci sono buone ragioni, delle quali non si parla, come quelle di ordine pedagogico che avanzò lo psicoanalista Carotenuto, per non dare il cellulare ai bambini. In letteratura, sia pure in ritardo, si sta cominciando a cercare di stabilire protocolli per limitare le TAC ai bambini. Invece affermare che “poco importa e poco cambia” tra le “radiazioni” dei cellulari e quelle dei raggi X, cioè tra un gatto e una tigre, mostra su quale genere di convinzioni e quale livello di disinformazione si appoggia la campagna istituzionale che concentra l’attenzione sui presunti danni da cellulare. Si parla sempre di “scientificità”, “rigore”, ma questa è una mistificazione essenzialmente quantitativa, che dalle alte sfere discende fino a fare sostenere degli sproloqui agli zelanti sostenitori di base. Mi chiedo dove sono gli esperti di fisica, ingegneria, biologia, che potrebbero meglio di me spiegare l’equivoco e muovere critiche su questo depistaggio.
giandavide
molto interessante e pieno di spunti altrettanto nteressanti. non posso fare altro che accodarmi alle richieste di articoli su elia valori ed elezioni in russia.
p.s. ma, a parlare male dei cellulari, chi ci guadagna? non vedo gruppi lobbisti che possano farci una lira, e per il rasoio di ockam taglio fuori le spiegazioni inutilmente complesse come il semplice fine di spaventare la popolazione. a dire il vero, sarebbe il contrario: si può costruire un giro di affari mettendo le antenne, non certo dicendo che sono pericolose.
p.p.s. allora la mega antenna di radio maria fa bene?
p.p.p.s Una deputata americana ha sostenuto che la radioattività dovuta all’esplosione di ventrali nucleari non è pericolosa: anzi, è una radioterapia gratuita.
menici60d15
@Giandavide.
a) A seminare paura indicando falsi colpevoli ci si guadagna in controllo politico, denaro e impunità.Soprattutto sul cancro: si spingono le persone ad accettare il cancro come una fatalità, una quidditas che pervade ogni cosa, e ad entrare nei meccanismi dell’oncologia temendo di averlo. I cellulari cancerogeni sono inoltre parte di una campagna di colpevolizzazione delle vittime che trasferisce le responsabilità dal potere alla gente; dall’inquinamento, quello vero, e dalla iatrogenesi, ai “lifestyles”:
http://menici60d15.wordpress.com/2011/01/30/il-pornografico-e-l’osceno/
Intanto i cellulari continuano a vendersi come il pane, ed è sorto un mercato complementare sulla protezione da elettrosmog.
Il rasoio di Occam è un accorgimento ottimo per le ipotesi filosofiche e per quelle sulla natura (incluse quelle sulla correlazione tra lunghezza d’onda e pericolosità delle radiazioni elettromagnetiche); ma semplificare è controindicato per le trame del potere. Il principio euristico che trovo utile in questi casi è che il potere è più scaltro di noi gente comune.
b) L’elettrosmog della stazione radio Vaticana, sul quale inutilmente ho chiesto ai magistrati e al loro perito dati raccolti rilevanti ma omessi nella perizia, contribuisce alla paranoia sulle onde usate dagli apparecchi radio civili come raggi della morte; e ha le caratteristiche del “fare la pecora”, cioè accollarsi un reato per scagionare altri; o dell’accusarsi di un reato non commesso mentre si nascondono propri reati più gravi e autentici. Pratiche alle quali i preti, che evidentemente non credono nel giudizio divino visto il loro tuffarsi negli orrori del business medico, si prestano, con poco danno e bilancio netto positivo date le loro cointeressenze nel business medico e nella gestione del potere. La manovra riguarda anche la campagna di disinformazione e propaganda sulla leucemia infantile:
http://menici60d15.wordpress.com/2010/06/16/se-voi-foste-lo-scienziato/
Leggendo le due perizie, quella dell’accusa e quella di Veronesi, spiace dover dare ragione a quest’ultimo, che ha gravi responsabilità nella involuzione dell’oncologia in un fattore di crescita economica, e ritenere innocenti, dei reati ascritti, i preti, che sulla tutela dell’infanzia appaino più vicini a Erode che al Bambinello. Ma sembra vigere il principio di economia dei neuroni, per il quale gli unici complotti e gli unici scandali che esistono sono quelli dei quali anche un cretino sa comprendere lo schema, e che vengono sbattuti in faccia dai media.
c) Nel caos disinformativo, e quello sui cellulari è una pacchia per i falsi progressisti di sinistra, si prospetta anche che i cellulari facciano bene (“Fanno bene al cervello? Non bisogna escludere nulla, neanche un effetto benefico delle onde elettromagnetiche dei cellulari” Repubblica, 28 nov scorso, in un dossier sulla pericolosità dei cellulari sull’onda della trasmissione Report). Sostenere che “non bisogna escludere nulla”, incluso che le onde radio dei cellulari possano addirittura contrastare la perdita di memoria da demenza senile, mostra lo stato pietoso delle facoltà critiche in età anteriore alla senilità in quelli che dovrebbero costituire il nerbo dell’opposizione alle manipolazioni del potere.
Le P2 vecchie e nuove hanno buon gioco in questo campo nel difendere gli interessi del business medico. Non siamo molto cambiati dai primi decenni del secolo scorso. Nel 1909 a Verbicaro, in Calabria, durante un’epidemia di colera, avvenne l’ultimo caso di linciaggio di una persona considerata un untore, un milite della Croce rossa. Negli stessi anni in USA si diffondeva la credenza che la radioattività avesse proprietà salutari. Ci fu chi beveva acqua tonica radioattiva per vivere più vigoroso e più a lungo, finendo a volte con la mandibola mangiata dal cancro; e chi si applicava lo “scrotal radioendocrinator”, il cui inventore, che si vantava di essere il maggior bevitore di acqua al radio, morì di carcinoma della vescica. L’aura taumaturgica attorno alle radiazioni spinse ad applicarle ai bambini, che sono quelli nei quali gli effetti cancerogeni sono più pesanti. Ricordo, in un ospedale di Boston dove ho lavorato, la gigantografia di una vecchia foto di un’infermiera che si protegge il volto con una mano mentre con l’altra abbassa la leva del macchinario puntato su un bambino. In quell’ospedale pediatrico, nato come nave ospedale per curare i bambini con l’aria di mare, negli anni Venti si trattava la pertosse con i raggi X. Dagli anni Venti agli anni Cinquanta si sono irradiati con raggi X i bambini per patologie benigne come la tigna del capo, o per non malattie come le tonsille o il timo ingrossati (Hemplemann et al. “Neoplasms in persons treated with X-rays in infancy: fourth survey in 20 years,” Journal of the National Cancer Institute, 1975: 50, 519-530).
laura
Come scrive Marc Filterman http://www.ecplanet.com/node/631 e come ho tentato di spiegarle evidentemente senza riuscirci, il cellulare è parte del problema, e può lanciarsi in complesse quanto articolate spiegazioni tecniche senza riuscire a convincere nemmeno un bambino, perché anche un bimbo capirebbe che un’esposizione quotidiana ad una fonte irradiante è molto più dannosa di un’esposizione una tantum. Neanche una parola da parte sua rispetto al controllo remoto dei pazienti, ovvero elettrodi e onde elettromagnetiche che si propagano per l’intera corsia ospedaliera. Eppure quando sono andata a contestare Mauro Ferrari, uno dei “luminari” delle nanotecnologie, vicino naturalmente a Veronesi, medici e scienziati presenti hanno dato ragione a me, mentre lui non è stato in grado di rispondere ai miei interrogativi, è stato abbastanza ridicolo, come è ridicolo che i medici non siano a conoscenza dell’intenzione di introdurre il tatuaggio elettronico nel sistema sanitario. L’inquinamento elettromagnetico provoca stanchezza fisica e mentale, difficoltà di concentrazione, perdite della memoria e molto altro, non è che il potere giudichi interessante alimentarlo? Lei non spende nemmeno una parola sul deficit enorme nel sistema sanitario italiano, deficit in parte provocato proprio dallo sviluppo di certe tecnologie, costosissime, dannose per l’uomo e per l’ambiente, totalmente inutili, a differenza della tac, evidentemente! Lo sa che il San Raffaele era all’avanguardia in questo settore? E del microchip obbligatorio a partire dal 2013 in America che mi dice? http://solleviamoci.wordpress.com/2011/08/05/saluti-da-orwell-buon-microchip-a-tutti-2013-rfid-obbligatorio-per-tutti-gli-americani/
http://video.corriere.it/arriva-tatuaggio-elettronico-col-chip/a3af1864-c4e8-11e0-a78d-d70af0455edb – http://www.youtube.com/watch?v=6Wr7NWzerq8 – http://vimeo.com/16421055 – Caro amico il cellulare è un’arma bianca alla quale potremmo tranquillamente rinunciare, tornando alla segreteria telefonica interrogabile a distanza. Oppure se non vogliamo rinunciarvi, perché ci piace, usiamolo almeno in modo intelligente, ed evitiamo per favore di dire che non è dannoso, perché oggi sappiamo che un’esposizione di sole 2 ore continuative provoca la rottura del DNA, con conseguenze che lei conosce meglio di me…se è deplorevole la segretezza in ambito militare, mi sembra lo sia di più in ambito medico e il solo fatto che su certi dispositivi viga il mistero, non fa presagire nulla di buono. Al contrario, che la tac faccia male non è mai stato un mistero per nessuno..
menici60d15
@Laura.
Veramente è il concetto che fisicamente tanti piccoli urti non fanno niente e una singola fucilata sì (a parte il fatto che gli effetti delle radiazioni sono cumulativi) che è di immediata comprensione; lo capisce un bambino e lo applicò Einstein per la spiegazione dell’effetto fotoelettrico che diede inizio alla meccanica quantistica e gli valse il Nobel; dovremmo capirlo anche noi che siamo in posizione intermedia tra questi due estremi. Io non sono in missione per conto di Dio contro tutte le diavolerie del potere; tento di occuparmi di quelle che ho trovato, all’inizio con stupore e smarrimento, nel mio campo, la medicina, ed è anche troppo. Dell’abuso delle moderne tecnologie per il controllo, in campo generale e medico, ho parlato [1]. E pure sugli effetti sull’economia, e quindi anche sulle nostre borse, della frode medica strutturale [2]. Qui però stavamo parlando di altro: di come si cincischi sulla cancerogenicità di onde radio a debolissima energia per meglio tacere dei danni di quelle ad alta energia, e di altri fattori cancerogeni; e di come e perché le istituzioni dello Stato e quelle dello Stato parallelo aiutano e proteggono le credenze irrazionali che Lei, e scienziati accreditati, sostengono.
Continuando quanto ho detto a Giandavide sulle concezioni popolari irrazionali sulle onde elettromagnetiche, alla fine del Novecento si è sviluppato l’uso, che dura fino ai nostri giorni, degli screening per prevenire il cancro mediante immagini radiologiche. Cioè di prevenire il cancro esponendo masse di persone sane a cancerogeni. I tecnici, come Irwin Bross, che denunciarono la pericolosità di tale pratica, hanno perso, se non la vita come rischia Lei a quanto dice, il lavoro e la serenità. E’ di 3 giorni fa il più recente studio ortodosso che smentisce i precedenti trionfalismi degli studi “scientifici” sullo screening della mammella, ridimensiona i benefici, evidenzia i danni che comporta e auspica un cambio di trend [3] (mentre da noi si punta ad espanderlo [4,5]); stenta a decollare la proposta, sostenuta da interessi potenti, di sottoporre a TAC i fumatori per prevenire il cancro al polmone. Probabilmente questa resipiscenza sugli screening ha a che fare con quei mutamenti epocali economici e politici considerati dal prof. Giannuli; altre forme di sfruttamento della medicina, diverse, si stanno preparando. Può darsi che in futuro gli storici accomuneranno le bizzarrie che nella prima metà del Novecento vedevano nella radioattività una fonte di salute agli screening mediante esami radiologici di fine secolo e del secolo presente. E che pratiche come il sottoporsi fiduciosamente a ripetute irradiazioni delle mammelle a scopo diagnostico verranno viste come rituali apotropaici, che speculavano, come in una forma religiosa, sul desiderio di salute e sulla paura di morire. Questo scambio di opinioni tra Lei e me potrà mostrare i motivi e i meccanismi del successo di tali operazioni.
1. http://menici60d15.wordpress.com/2010/05/10/privacy-sicurezza-e-panottismo/
2. http://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/
3. E Hitt. UK study finds lack of net benefit for mammography, Medscape, 9 dic 2011
4. http://menici60d15.wordpress.com/2011/10/16/teenage-cancer/
5. http://menici60d15.wordpress.com/2011/11/25/lo-sfruttamento-del-bias-da-sovradiagnosi-in-oncologia/