Il Carnevale delle liste.

Il Carnevale delle liste.

Al momento in cui scriviamo (2 marzo) non è affatto chiaro come finirà la questione delle liste respinte dagli uffici elettorali circoscrizionali ( Pdl Roma e Lombardia, radicali e verdi in altri centri), però possiamo già fare delle considerazioni che vanno al di là dell’eventuale riammissione.
Innanzitutto, perchè? E ci sembra che ci siano sostanzialmente tre ragioni:
a- in nessun paese  del Mondo ci sono 6 diversi sistemi elettorali, uno per ciascun livello istituzionale (comune, regione, provincia, Camera, Senato e Parlamento europeo) con differenze a volte decisive, a volte minime, ma che contribuiscono a favorire errori di ogni tipo;
b- i partiti si sono dissolti lasciando il posto ad “organismi di plastica” i cui dirigenti, attivisti e manutengoli sono solo dilettanti allo sbaraglio che non sono nemmeno capaci di presentare una lista;
c- errori ce ne sono sempre stati (e si ricordi che successe 5 anni fa sempre in Lazio) ma la Magistratura aveva passato la mano leggera; oggi, forse anche a causa del difficile rapporto fra politica e giustizia, i magistrati fanno più attenzione e, dato che gli errori sono ancor più grossolani, il risultato è quello che si vede.

In secondo luogo: che conseguenze elettorali può avere tutto questo? Ovviamente, il problema riguarda essenzialmente il PdL (per il resto si tratta di piccole formazioni delle cui vicende l’elettorato forse non si è neppure accorto): è evidente che, anche se le liste fossero riammesse (e nel caso del Lazio non vedo come questo sia possibile sulla base delle norme vigenti), c’è un evidente danno di immagine del PdL che appare come una armata Brancaleone rissosa, inefficiente e dilettantesca. Per di più questo accade mentre c’è una ondata di scandali che lo investe. Facile prevedere un effetto non favorevole.
Ragioniamo, invece su quel che potrebbe accadere nel caso di esclusione confermata. In Lazio (dove l’argomento giuridico più efficace a favore della riammissione della lista PdL è una candela alla Madonna di Lourdes) le cose sono più semplici: resta in piedi la candidatura Polverini e la lista romana dell’Udc. La legge elettorale permette di votare  il candidato presidente senza esprimere preferenze per nessuna delle liste collegate (mentre, al contrario, il voto alla lista collegata è attribuito  automaticamente al candidato presidente), dunque gli elettori del Pdl potrebbero votare solo per il candidato presidente, ma, in questo caso, sarebbe possibile la situazione di un presidente senza maggioranza in consiglio. E’ probabile, peraltro che la maggioranza degli elettori finisca per votare per l’Udc e, qualcuno, per liste minori collegate. Morale: l’Udc crescerebbe di 1 o 2 punti a livello nazionale, mentre il Pdl potrebbe avere un risultato complessivo sotto le europee di un anno fa.
Più complessa la situazione in Lombardia, dove, però, ci sono più margini di manovra per la riammissione. Ci sono tre esiti possibili:
a- riconsiderando le firme una per una si riesce a salvarne una cinquantina, sufficienti per riammettere Formigoni. Il danno di immagine rimane ma la corsa riprende
b- viene escluso Formigoni ed il suo listino, ma restano in gara le singole liste di partito in base alle firme presentate per ciascuna di esse. Risultato: la coalizione non esiste più, e ciascuna lista (Lega, PdL, Udc) corre per conto suo. Probabilissimo successo della Lega e crollo del Pdl. Difficilmente, però, la Lega batterebbe da sola la coalizione di sinistra,  per cui Penati vincerebbe con la maggioranza relativa (è da vedere se questo di traduce in una maggioranza in Consiglio).
c- non essendoci un candidato governatore, vengono escluse anche le liste collegate, per cui la destra non prende un voto in Lombardia e questo si traduce in un terremoto a livello nazionale, con la destra complessivamente al di sotto della coalizione di sinistra.
Come è noto, l’idea di una leggina ad hoc è stata scartata per l’opposizione del Quirinale che non la firmerebbe mai, perchè –ovviamente- non si possono cambiare le regole a gioco iniziato. Pare non  lo facciano neanche in Camerun.
E così anche quella di una sospensione delle elezioni  e riconvocazione con nuovi termini appare una soluzione costituzionalmente impraticabile.
Se gli Uffici elettorali confermassero l’esclusione, il Pdl potrebbe ricorrere al Tar e poi, eventualmente, al Consiglio di Stato, ma i tempi sarebbero ristrettissimi ed una campagna elettorale a colpi di carta bollata sarebbe una catastrofe senza precedente per il PdL (e la cosa non può che farci piacere), ma lo sarebbe anche per l’immagine dell’Italia a livello mondiale (e questo ci fa molto meno piacere). Peraltro non è affatto sicuro che poi il PdL, alla fine il ricorso lo vinca.
Dunque, nel caso di esclusione confermata, il disastro per il PdL sembra quasi inevitabile.
A meno che, data la situazione anomala che si determinerebbe (soprattutto in Lombardia) e con una finezza giuridica maggiore a quella sin qui dimostrata dai berlusconiani, non si faccia rientrare dalla porta quello che è uscito dalla finestra: una leggina “interpretativa” che. ferma restante la legge elettorale attuale, ne forzi l’interpretazione in senso favorevole a Formigoni. E questo non sarebbe –formalmente- un “cambiare le regole a gioco iniziato”, per cui, magari, il Quirinale potrebbe anche far passare la cosa.
Comunque, siamo alla frutta.
Anzi, all’ammazzacaffè.

Aldo Giannuli, 2 marzo ’10

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Aldo Giannuli

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Comments (8)

  • Di quello che sta succedendo in Lombardia e Lazio si era avuta una piccola anticipazione in Trentino nelleelezioni regionali/provinciali del 2008, con l’esclusione dell’UDC che al momento di depositare le liste non trovava più la persona delegata a questo compito. Per quanto riguarda le cause (vere) più che di dilettanti allo sbaraglio propenderei per un livello di rissa elevatissimo in alcuni partiti che di partito hanno solo il nome, essendo dei grandi contenitori privi di un minimo legante ideale (non tragga in inganno la vicenda dei verdi a Bergamo poiché il partito esce da uno scontro durissimo per la leadership e la ricollocazione politica al di fuori dell’estrema sinistra e probabilmente in questo scontro tutt’altro che concluso si troveranno le spiegazioni per quello che è accaduto). Condivido quello che Lei sostiene a proposito dei troppi sistemi elettorali, tuttavia se si vuole moralizzare la politica ed il sistema dei partiti bisogna introdurre regole certe proprio per queste organizzazioni. La Costituzione, che assegna ai partiti un ruolo importante nel nostro sistema (che ha funzionato per oltre 50 anni egregiamente), è al riguardo sostanzialmente inattuata. Si è seguita la scorciatoia delle soglie di sbarramento, pensando così di ridurre il numero delle fazioni in campo, ma questa non ha restituito un sistema ch funzioni meglio di prima (il Parlamento è sistematicamente sotto ricatto del voto di fiducia), un terzo degli italiani ormai non vota più (cfr el. europee 2009). Forse se ci fossero leggi rigorose sull’organizzazione ed il funzionamento dei partiti (e si accettasse l’ovvietà che l’organizzazione della partecipazione alla vita democratica dei cittadini ha dei costi) è possibile che i partiti producano gli anticorpi per individuare ed emarginare la delinquenza.

  • Sì, siamo proprio all’ammazzacaffè, e, come dice lei giustamente, se da una parte si prova una certa soddisfazione per la grande confusione che regna nel PdL (foriera, spero, di divisioni e spaccature, anche definitive), dall’altra non si può che essere basiti, stupiti, preoccupati seriamente per come stanno andando le cose in questo paese. Pensavo di aver visto tutto, in quasi 50 anni di vita, dalla DC a Craxi, passando per il terrorismo etc, ma le sorprese sono sempre in agguato. Non so quanto una già fragile democrazia possa resistere a questo caos. E mi chiedo: che sia creato ad arte? Ricordiamoci che il primo beneficiario di questa confusione è la Lega, un tipico partito d’ordine e slogan retrivi, che spesso mi ricordano tempi bui…

  • Non credo si possa paragonare la lega al P.N.F.
    Vuoi per contesti storici diversi,vuoi per struttura,vuoi perchè i legaioli sono la versione organizzata dei cosidetti bauscia.Certo sono ignobili i loro slogan e le loro politiche,ma non penso che si formeranno mai come cellule atte alla violenza .
    Detto questo,forse è auspicabile un cambiamento nella struttura democratica del paese.Una repubblica sempre di percepita democrazia,ma di transizione.Che vuol dire?Se lo sapessi avrei scritto un saggio,e invece rimango su una labile considerazione.Sicuramente dovremmo sgomberare il terreno politico da inutili orpelli di democretinismo,moralismo,ecc…Ritornare a fare strategie politiche in campo estero-dove nuove forze si stanno formando per contrastare più o meno scopertamente la supremazia degli stati canaglia usa e israele-in campo nazionale?Formazione dei quadri politici,massima importanza all’organizzazione-un po’ per la classica cialtroneria italiota e un po’ a sinistra per un discorso cretinissimo di anti-burocrazia,la situazione per chi -come me-milita nei partiti è a dir poco disastrosa:nessuna formazione,nessuna scuola per i futuri quadri,nessun senso di organizzazione,disciplina,gerarchia.

    Insomma moriremo nè dc nè berlusconiani,nè tantomeno sotto il ritorno del fascismo.Moriremo,purtroppo,italiani e quindi pressapochisti

  • In tutto questo si evince un particolare che comunque, vista la povertà strutturale del centro-sinistra in questa fase, dimostra quella che è la vera diversità tra il pd e il pdl, ovvero la consistenza organizzativa. Il pd ha una struttura burocratica che discende direttamente da quella che gli hanno lasciato in eredità i partiti che l’hanno preceduto(ds, socialisti, popolari, liberali) e si vede…l’efficienza di queste strutture comporta non solo una militanza in grado di “rastrellare” firme sul territorio, nei circoli, nelle piazze, ma anche di affidare il compito di gestire le pratiche a persone competenti e puntuali.
    Il pdl, ad esclusione degli ex militanti del msi-an, possiede delle strutture fasulle…in zone dove il pdl è enormemente maggioritario, esistono circoli ogni 40 km se va bene.
    Tutto questo non capita ad esempio alla lega, che non mi risulta abbia mai avuto contestazioni di questo tipo, poichè ha una struttura capillarmente organizzata e presente.
    Ergo, non ci voleva un genio per capire che il pdl semplicemente non esiste a livello di organizzazione e di “messa a terra”. Inevitabile quindi che il dibattito si sposti sulla composizione delle liste, sulle veline-dentiste e sulle banalità pre-elettorali.
    Ma basta farsi due conti: se pdl-lega a livello politico nazionale hanno un vantaggio che pare ancora sensibile, a livello regionale rischiano l’ennesima scoppola(se il centrosinistra si impone in liguria, puglia, piemonte e lazio, tre delle quali sembrano sicure, per il centrodestra potrebbe essere una batosta che aprirebbe una crisi simile a quella del 2005). Semplicemente il centrodestra nei territori non esiste.
    Piccola consolazione per il pd, ma certamente, almeno quando si tratta di scartabellare, i democratici sanno il fatto loro in termini di precisione.

  • Pochi giorni fa sono diventato esperto di firme: ho comprato casa e fatto l’atto.
    Applauso! No non pago da bere a tutti perché in tasca non ho più nulla.
    Dunque: la firma sull’atto deve essere leggibile, non il solito scarabocchio, il notaio mi ha fatto fare le prove affinché la liturgia avesse il giusto valore legale. Invece sull’assegno, con cui lo pagato, ho dovuto mettere il solito scarabocchio, altrimenti la banca non lo riconosceva. Sono confuso, la prima firma è diversa dalla seconda, è giusto così? Sicuro? Si lo dice la legge ed il notaio ci mette il timbro (rotondo di metallo, non quello quadrato di gomma, sono queste le cose che fanno la differenza).
    Considerazioni politiche:
    Ma voi pensate che la sinistra acquisti consenso con la difesa oltranzista del pignolo dettaglio, cresca in autorevolezza con la stampella del giudice, recuperi visibilità mostrando il modulo ben compilato. Lo spiegato voi a mia nonna, pensionata al minimo, che attende con ansia il Cud con cui recarsi al Caf per fare l’Isaee da portare all’Asl ed avere la sacrosanta esenzione dai ticket. (parentesi: quest’anno i Cud dell’Inps sono in ritardo ed a mia nonna, ogni giorno che passa, cresce la pressione).
    Ma ipotizziamo che i ricorsi di Formigoni non vengano accettati e sulla scheda non ci sia ne il PDL ne la Lega, ipotizziamo che il cartello delle sinistre vinca, (con quale partecipazione? il 30% … il 40% ad essere generosi) ringraziando pubblicamente i Radicale per il loro esposto e si porti a casa, che so, il 70% dei consiglieri regionali, mentre il restante se lo spartisce qualche folcloristico partito minore. Ecco in una situazione così pensate veramente di governare la Lombardia, di poter prendere una qualunque iniziativa, anche solo amministrativa, senza trovarvi la piazza piena (penso soprattutto alla Lega che in piazza ci scende sicuramente).
    Ma…..

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