I (molti) difetti della sinistra

In attesa del risultato dei ballottaggi , vorrei rassicurare qualche lettore che sospetta che mi stia facendo travolgere da una ondata di eccessiva euforia: caratterialmente sono molto prudente ed un po’ pessimista, per cui non sono facile agli entusiasmi irrazionali. Dico soltanto che questa volta possiamo farcela e che è il momento di mettercela tutta. Anche perchè Silvio e Letizia stanno facendo il possibile per renderci facile il compito (un po’ di gratitudine ci vuole).
Per rassicurare del tutto il mio lettore, vorrei dedicare questo pezzo ai viziacci della sinistra che ci condannano ad essere eterni perdenti.
Nel momento del successo serve che qualcuno sussurri nell’orecchio del vincitore “Ricordati che sei mortale” . Poi magari si fanno i debiti scongiuri.
Ci pensavo riflettendo sulle reazioni (tanto su questo sito, quanto su fb e, in qualche caso, anche via sms) alla mia dichiarazione di voto a favore di Calise. Alcune reazioni, devo dire, sono state abbastanza comiche. Ad esempio un mio giovane collaboratore (ragazzo di grande intelligenza e preparazione, che, però, quando parla di politica, dà segni piuttosto allarmanti) si è detto meravigliato –ma che dico? Indignato!- per quella dichiarazione, perchè bisogna votare sin dal primo turno Pisapia! Che c’è di strano? direte voi.
Nulla, se non fosse che il promettente giovanotto è un autonomo e convinto astensionista,  perchè “Se votassi, mi sentirei sporco!”. Però pretende che gli altri (che evidentemente pensa non si lavino, come dice il Cavaliere) votino e votino come dice lui. Considerato che è un collaboratore prezioso, faccio male a preoccuparmi paternamente delle sue condizioni di salute?

Altrettanto divertenti gli appelli al “voto utile” da parte di compagni della Federazione di Sinistra, immemori del fatto che proprio l’appello al “voto utile” contro Berlusconi li (ci) ha lasciati fuori del Parlamento.
Il tutto, poi riferito ad un primo turno elettorale, dove il rischio di dispersione non esiste per definizione (e peraltro ho votato il candidato sindaco ma non la lista).
Il fatto è che a sinistra siamo sempre meno militanti e sempre più “tifosi”, con tutto quello che di irrazionale questo comporta.

Divertimento a parte, ci sono state alcune osservazioni variamente modulate che mi hanno fatto riflettere più di altre. La solfa, più o meno, era questa: non puoi dare indicazione di voto per un candidato diverso da quello della “sinistra”, invocando una pretesa libertà di pensiero dell’intellettuale, perchè saresti incoerente e l’intellettuale non è al di sopra dello scontro politico. E qualcuno ha ricordato anche la mia posizione sulla Libia a conferma del mio “deviazionismo” (che, peraltro, confesso). Bene, entriamo nel merito.

In primo luogo, non mi piace la parola “intellettuale”, non mi ritengo tale e non ritengo affatto che l’”intellettuale” sia au dessus del la melèe. La parola “intellettuale” -per definizione “umanista” filosofo- evoca quella del “guru” o, se preferite, del “ maitre a penser”, “maestro di vita e di morale”: niente che mi riguardi. Non ho mai amato la filosofia, non mi  piace lo spirito “umanistico”, ritengo “guru” e “maestri di vita e di morale” solo dei ciarlatani e non sono il “maitre a penser” di  nessuno; posso insegnare delle tecniche e dei metodi di lavoro, ma anche i ragazzi che lavorano con me sono abituati a confrontarsi alla pari. Mi ritengo un lavoratore della conoscenza che applica il metodo storico. Punto e basta.

E ciò implica che devo accettare i risultati della mia analisi, sia che mi piacciano sia che non mi piacciano. Questo non significa affatto che mi metta al di fuori dello scontro o non abbia una parte di riferimento. Anzi, il mio lavoro di analisi è sempre finalizzato a dare strumenti di battaglia politica alla parte cui appartengo. E se le conclusioni cui giungo sono in contrasto con la propaganda del mio partito, sindacato, movimento? Pazienza.

Il mio compito non è quello di fare propaganda, ma di aiutare la mia parte a capire la realtà e verrei meno ai miei obblighi di lealtà nei suoi confronti se facessi il “medico compiacente”. Ovviamente posso sbagliare –come tutti- ed accetto di confrontarmi sui metodi ed i dati con cui sono pervenuto a certe conclusioni, disponibilissimo ad ammettere gli errori, ma l’argomento del tipo “la sinistra dice questo e se sei di sinistra non puoi dire quello” semplicemente non lo prendo in considerazione.
Il guaio è che la sinistra non riesce mai ad emendarsi degli errori che la condannano a perdere in eterno. Nel tempo, ho imparato a riconoscerne questi dieci peccati mortali:

1- scambiare l’appartenenza ad un sistema di valori di libertà, eguaglianza e fraternità con l’appartenenza ad uno schieramento caratterizzato da un accentuato spirito tribale nel presupposto che, avendo il sistema eticamente migliore (o ritenuto tale) questo significa che chi vi si ispira sia migliore degli altri.

2- questa pretesa di rappresentare la parte moralmente migliore del Mondo produce un certo doppio-pesismo nel giudizio “fra i nostri e gli altri

3- l’incapacità di autocritica per cui anche le sconfitte sono sempre “colpa degli altri” che non hanno capito  la “giustezza” delle nostre proposte, o degli avversari che “hanno fatto il gioco sporco”

4- l’incapacità di chiedere conto ai propri gruppi dirigenti

5- un falso senso dell’unità per il quale non bisogna mai ammettere le proprie colpe ed insufficienze per “non fare il gioco del nemico”

6- l’incapacità di distinguere fra avversari, concorrenti ed alleati, per cui stai con noi o sei contro di noi e l’unico alleato accettabile è il vassallo che non fiata, mentre tutti gli altri hanno semplicemente la colpa di esistere

7- la tendenza ed essere transigenti ed intolleranti piuttosto che intransigenti e tolleranti

8- l’esasperato soggettivismo che spinge  a confondere i desideri con la realtà ed esaltare il volontarismo

9- scambiare l’egemonia culturale, basata sul consenso e sulla capacità di convincere, con  la sopraffazione organizzativa, con conseguente culto dell’apparato dei politici professionali

10- un disastroso minoritarismo che si compiace di sè stesso.

E se provassimo a parlarne per cambiare?

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (13)

  • Maurizio Melandri

    Una battuta veloce sul punto 10. Nemmeno se vincessero Pisapia e De Magistris, nemmeno se domani Berlusconi cadesse e si facesse un governo diverso e se alle prossime elezioni vincesse il centro sinistra potrei dirmi veramente contento.
    Non è questa la società per cui ho lottato e lotto, non è nemmeno parente di quella che speravo di lasciare ai miei figli. Non pensavo di avere la società “comunista” (troppo utopica per ora) e nemmeno un “socialismo reale” (mi fa venire i brividi la definizione), ma qualcosa di meglio della società anni ’70 si, quello speravo di costruirla.
    Noto però che la maggior parte, se non tutti, coloro con cui mi confronto non notano come le attuali parole d’ordine del centro sinistra sono oggettivamente meno avanzate di quelle che aveva il PCI (mica LC) quando ho cominciato a fare politica. Le cose che ha fatto quando è stato al governo sono state oggettivamente un regalo al padronato (cfr. Pacchetto Treu). Eppure mi ricordo le fila ai seggi del PD in cui si votava per Bersani.
    Mi sento minoritario in questa società e sinceramente mi spiace, ma mi vanto di aver tenuto la barra delle mie idee ferma e me ne compiaccio.

  • Siccome sono infognato con gli adempimenti scolastici di fine anno, non posso argomentare quanto sto per dire. La definizione di lavoratore della conoscenza è molto bella (e la faccio mia) e convincente, ma non è in contrasto con la nozione di intellettuale, sulla quale molto ci sarebbe da dire. Rimando alle dense pagine di Gramsci su questo tema. Certo, hai ragione a preoccupaerti del tuo collaboratore. Quanto al decalogo, be’ credo che hai messo il dito nella piaga e spero che i lettori del tuo blog aprano un dibattito su questo tema. Spero. di avere più tempo per aparlare più diffusamente di questo argomento che mi sta paerticolarmente a cuore.

  • Egreggio compagno professore,
    nell’elencare i difetti della sinistra,sport nazionale delle medesima da quel nefasto 1989,mancano i punti dolenti.
    1)collaborazionismo e sostegno dell’imperialismo colonialista euroatlantista.
    2)Paternalismo razzista nei confronti dei Popoli esteri e del popolo.
    3)Eccessivo zelo nel distaccarsi dalla sua storia e bizzarro senso dello sputtanamento da gridare ai quattro venti.Grazie a questi imbecilli molti pensano che vi sian stati solo gli anni di Piombo e le Br.

    Non è quindi la mancanza di autocritica il punto debole della sinistra,o perlomeno spieghi meglio quanto voleva dire

    La sciagura procede perchè rincoglioniti dal movimentismo,spontaneismo,rebeldismo,si è piano piano sostituito il partito,la disciplina,la militanza ,con delle trovate e azioni simboliche di poco peso e che sopratutto urtano il Popolo.Disobbedienti e affini hanno creato solo un notevole distacco con le nostre classiche basi di raccolta voti e consenso.In un certo senso anche le battaglie per minoranze sessuali per quanto giuste nel merito non lo sono state nel metodo e nei tempi.
    Il lavoro?Non una proposta di legge seria contro la precarietà.Tante parole,canzoncine,filmetti squallidi come quello di Virzì,ma ci fermiamo lì.Piagnoni,lagnoni,degni padri degli indignados spagnoli,(quelli che non votando consegneranno la spagna alla destra).

    Non è vero che sìam troppo estremisti,forse nelle figure da cioccolatai,ma non è l’estremismo il solo male.
    Certo lo spirito moralistico e minoritario è nefasto.Come ho scritto,a mio avviso anche brillantemente essendo il sottoscritto un autodidatta assoluto,le regole del regime democratico sono ben chiare e precise:spazio a quelle formazioni di alternanza,pochissimo o nullo a chi vorrebbe presentare programmi “rivoluzionari” o in aperta polemica con il modello politico dominante a livello internazionale e nazionale.
    Si è svenduta la storia per poter avere la sicurezza di governare,maggiordomi degli americani e dei sionisti leggi Pd,narratori pleonastici e altro.
    Nondimeno:la discussione e il dibattito è INTERNO,le strategie porteranno poi una linea a dettare l’agenda politica del partito.Mai si è visto che durante un turno elettorale,da parte della sinistra , si faccia una polemica su essa.Il motivo?Quando una forza è debole e lotta per rimontare il tempo dei ma e dei se non è attuazione di democrazia,libero pensiero e altro,ma inutile-si,si volevo scrivere pleonastico ma già lo adoperai- confusione,divisione,disorganizzazione
    Mai la libertà del singolo e le sue critiche devono guastare il funzionamento del Partito e dell’Organizzazione.Si potrebbe avvertire il tutto come esigenze piccolo borghesi,(che è un po’ la critica buona per ogni occasione visto che almeno 10 volte al giorno la indirizziamo contro tutto e tutti,alla cazzo di cane spesso),l’intellettuale è una figura importante e quindi a mio avviso la sua critica a questa figura è un po’ da rivedere e correggere.
    Perchè quando si parla di maestro di vita e morale si evidenzia un torto della figura se essa fosse lasciata in balìa della sua naturale propensione all’egocentrismo.Invece l’intellettuale organico e di partito è la voce che rende netta,limpida,chiara,la posizione del partito al popolo.Ruolo quindi fondamentale e importante.Qualora lei fosse iscritto al prc,a sel o altre formazione avrebbe codesto compito,per nulla ingrato o scomodo.
    Serve perchè mica sarò io giornalaio nemmeno lontanamente visto nelle vicinanze di una università a dettare linee e principi.Le nostre idee di base devono essere rivedute e corrette dalla figura dell’intellettuale e dello studioso.Molte cose in fatto di politica mica le so o imparate perchè mi son apparse di notte,ma perchè ho letto libri e documenti di lavoratori del sapere.
    L’intellettuale che critica il suo ruolo,mi sa tanto del belloccio che dice:ma chi se ne frega della bellezza!
    Anche questo è un difetto di sinistra.Oltretutto lei diceva che un nostro errore è la mancanza di autocritica:ora,carisssimo compagno professore Aldo Giannuli,ma a me pare-dicasi pare- che moltissimi lettori e tra questi tantissimi compagni-con uno me medesimo di limpidissima simpatia stalinista- abbiano criticato la sua dichiarazione pro Grillina,meno grave rispetto a quanto scritto sulla Libia a essere sinceri,questo vorrà anche dire che magari lei in quel frangente abbia sbagliato.Le motivazioni sono state ampiamente scritte e visto la netta minoranza dei difensori della sua idea,magari si potrebbe anche rivedere un po’ il sostegno a un gruppo nefasto come quello grillino.
    Ma richiedere che i compagni facciano autocritica,anzi mettere questo punto nero su bianco in un post,mi pare azione un po’ stalinista,no?Magari quel punto è da rivedere.
    Con : la classe dirigente che sbaglia la campagna elettorale deve fare autocritica di fronte alla base e agli elettori e poi dimettersi da ogni incarico.
    Perchè l’autocritica deve essere legata solo a questa problematica e non andare oltre come invece avviene spesso.
    Dopidiche stimo il suo lavoro e anche questo post foriero di materiale per una interessante discussione-l’ennesima non facciamo altro-sulla SINISTRA
    Dico solo:c’è l’ultima sfida a Milano di fondamentalissima importanza,non si poteva aspettare altro giorno per aprire il contenzioso?Semplice pensiero di miltante,(anche se per ora purtroppo senza partito)

    Buona sera e scusi la lunghezza del mio scritto:son grafomane!

    • giusto devo dei chiarimenti. Ad esempio la critica per l’atlantismo ecc non è riferibile all’intera sinistra maad una sua aprte ma ne parlereo.
      Quanto alla sfida elettorale, non credo che queste riflesisoni spostino mezzo voto

  • non spostano voti,assolutamente.Semplicemente a mio modesto parere si potrebbe discutere meglio a voto concluso.Per magari aggiungere critiche o toglierle alcune.
    Buona giornata a tutti

  • sto gioiendo
    ho preso il pomeriggio libero per seguire le elezioni e noto che, qui a napoli, la gente sorride per strada. almeno 3 persone che non conoscevo mi hanno fermato felici per commentare

  • Trionfo di De Magistris a Napoli,come ho già scritto credo che questa vittoria sarà un terremoto anche all’interno dell’IDV dove vedo in crisi la leadership di Antonio Di Pietro,magari una possibile accesa discussione per l’egemonia all’interno del partito,non dico un altro processo Zinoviev e Kamenev,ma un ridimensionamento del Di Pietro forse sì.

    Con la sconfitta di Milano si ritrova il segnale forte della borghesia milanese che scende dal carro berlusconiano,è stata la sua disaffezione a un berlusconismo ormai in netta aperta crisi.Dispiace che Red Ronnie dovrà lasciare milano,si avverte i compagni di organizzare cori popolari per accompagnarlo verso l’esilio.Trieste e Cagliari altre sconfitte del Pdl,che però a mio avviso sono naturali della democrazia occidentale,dove esiste un’alternanza pronta in caso di crisi del partito di maggioranza
    Non dico che sia la fine di Berlusconi,ma un momento di crisi.Vedremo come si comporterà il pd,formazione american-sionista collocata in italia.
    Tuttavia non ci sono altri campi praticabili,dannato occhetto e dannatuccio segni e il vostro referendum del 93!Non so se c’entra qualcosa questa mia invettiva,ma da quel 93 mi pare che le cose sian andate peggiorando.

    saluti da davide un felice interista e stalinista

  • non è che siamo tutti felicissimi di DeMagistris… ok è apparentemente una discontinuità, ma è una discontinuità che parla in prima persona (come un bel po’ di altre realtà più e meno simpatiche) con un “IO” un po’ troppo stentoreo, con amicizie non ben definite, su un sostrato politico/sociale torbido non poco, ma tant’è questa è napoli alla fine… si incrociano le dita e si è contenti più per un riflesso politico di breve periodo e per la consonanza nazionale, il vento che tira… che più che di sinistra mi sembra di disaffezione verso il populismo della destra. E detto fra noi mi pare che la sconfitta della destra sia più legata alla distrazione dal suo populismo abituale… meno promesse e più paure, meno condoni e più attacchi stizziti ai giudici e all’informazione, troppo tempo sulla difensiva dagli scandali sessuali e finanziari e pochissima attività legislativa… la mia impressione è semplicemente che a napoli il centrodestra non ha votato… e gli unici conquistati al progetto DeMagistris siano i Pasquini e il PD… vedremo il prezzo.

  • francamente trovo il tutto un pò banale e non all’altezza di aldo: i 10 punti non sono una prerogativa dell’elettore di sinistra, ma di un qualsiasi soggetto molto ideologizzato. anzi per dire il vero, ho notato che si tratta di difetti pienamente presenti nell’elettorato “nè di destra e di sinistra” di grillo, che è in assoluto il più compiaciuto del proprio minoritarismo. d’altra parte aldo si guarda bene dallo spegare il perchè questi vizi siano “di sinistra”, e dal dire se a destra siano assenti o, altrimenti, se l’elettore di destra è “irrecuperabile” nel mostrare questi difetti e per lui non si può fare niente. non voglio credere che aldo pensi alla prima opzione, ma non sono sicuro che propenda per la seconda.

    io credo che il principale difetto della sinistra è quello di perdere la bussola da un momento all’altro, come è stato nel caso delle tendenze “liberal” del pds-ds-pd, che non sono state inscritte in una linea politica di sinistra. ma si possono considerare anche le simpatie dell’establishment piddino per la lega o per casa pound (a cui veltroni ha regalato la sede). ed è chiaro che se si fanno scelte del genere l’elettore diventa un poveraccio che vota per disperazione. oppure diventa il perfetto ricettacolo per campagne elettorali a stampo personalistico, abbracciando ideologie che non possono che essere destrorse.

    per il resto credo che sia giusto anche ragionare sugli interrogativi che pone davide, specie sull’autocritica, anche se credo che il problema dell’intellettuale sia troppo complesso e dovrebbe essere affrontato a parte per parlarne seriamente. e basterebbe anche osservare i flussi di voto per capire che l’elettore di sinistra è il più critico di quello di grillo, obbligato ad essere. dissociato per non essere critico)

    infine mi chiedo una cosa: perchè asor rosa, quando esprime tendenze dittatoriali nel volere vedere berlusconi in manette è un pazzo, mentre grillo può preferire le dittature illuminate alla democrazia e rimanerte di sinistra e democratico? signor aldo, perchè usa due pesi e due misure?

  • si,sinceramente vedo come anello debole Napoli,Masaniello ha stravinto le elezioni e come sempre mi han insegnato ,ai tempi della mia militanza nel prc,i compagni dell’ernesto:vincere,ma non stravincere.Perchè predispone una tensione di mantenimento delle promesse elettorali assai forte.
    A Milano vince la borghesia milanese e il suo riformismo tra socialismo light e capitalismo finanziario,bancario,famigliare.Pisapia mi sembra un candidato capace di dar fiducia a questa classe che infatti l’ha premiato.

  • un’ultima nota su Napoli… se ho visto bene il prossimo consiglio cmunale avrà come partito di maggioranza relativa l’IDV… come notizia è un po’inquietante vista la qualità media dei rappresentanti scelti da Dipietro fino ad ora… per il resto concordo con Giandavide ed i punti 1 e 3 di Davide… a me sembra che il problema della sinistra sia la convinzione di non poter vincere con idee di sinistra e quindi, alla prima occasione chiedere ammenda per pugni chiusi, affermazioni lesive del mercato e posizioni “etiche” assunte tanto tempo fa (ormai) e ricercare un compromesso inteso come resa senza condizioni a più o meno chiunque ci si ritrovi di fronte (centro, imprenditori, ex fascisti, usa…). Ma quando dico questo penso al PD, i tuoi dieci punti parlavono forse delle ancora sopravviventi schegge di partiti comunisti… ma se devo dire mi sembrano più problemi di gruppi dirigenti che di militanti…

  • Professore non crede che dai risultati complessivi di queste ultime amministrative si possa percepire anche che una parte di elettori si è stancata del sistema elettivo maggioritario, visto che a Cagliari e a Milano sono stati eletti candidati di uno dei movimenti politici che non stanno rappresentando tanti cittadini in Parlamento? A mio parere da qui bisoga partire, con intransigenza e tolleranza

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