Hillary Clinton for president: che cosa le lascia Obama?

Molto volentieri segnalo questo articolo dell’amico e collega Mirco Dondi, che potrebbe aprire ad una valutazione approfondita dell’amministrazione Obama. A.G.

Di Mirco Dondi. (Dal blog de Il Fatto) Qualche ora prima, sulla sponda repubblicana, Jeb Bush, fratello dell’ex presidente repubblicano George W. Bush, con un sincronismo da ambizioni presidenziali, ha diffuso un video via web, dove mette in discussione gli assetti della politica estera di Obama e rimarca che l’eccessivo indebitamento in economia impedisce la crescita.

Si accentua l’effetto dinasty sulla contesa presidenziale, dove la carica più ambita si gioca su due ristretti circoli familiari. Già nel 1992 Bill Clinton sconfisse il padre di Jeb, George Bush senior. Nel 2000 George W. Bush junior arrivò alla casa Bianca e nel 2016 il nuovo presidente, con tutta probabilità, uscirà dal confronto tra Jeb Bush e Hillary Clinton.

Che Paese sta lasciando Barack Obama ai suoi successori? Il presidente afroamericano ha condotto gli Stati Uniti fuori dal tunnel della crisi, il Pil e l’occupazione sono in netta ripresa, ma il suo intervento è stato di natura congiunturale, senza intervenire sulla struttura del sistema economico e sociale.

In politica interna il successo più significativo è stata la riforma sanitaria che non riuscì a realizzare Bill Clinton nel 1993. Vent’anni dopo, nel 2013, all’inizio del suo secondo mandato, Obama ha offerto la possibilità a 48 milioni di americani, rimasti esclusi dall’assistenza, di acquistare a basso prezzo un’assicurazione. Un sistema di copertura non pieno e non gratuito, passato dalla strenua opposizione repubblicana, che sta però producendo risultati positivi.

Nel primo mandato è stata varata la riforma finanziaria, tesa a evitare nuove bolle speculative, ma che è stata ritenuta insufficiente dall’economista Paul Krugman e dal primo ispiratore della riforma Paul Volcker. E’ curioso notare che la completa liberalizzazione del settore finanziario è arrivata nel 1999 con il Financial Services Modernization Act, durante l’amministrazione Clinton, annullando quasi interamente i controlli sulle banche sanciti del roosveltiano Glass Steagall Act del 1933.

L’eredità potenzialmente più importante Obama la lascia in politica estera. Prosegue qui.

aldo giannuli, bilancio obama, hillary clinton, mirco dondi, presidenziali americane


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (6)

  • Hai fatto bene Aldo a rilanciare questo post. L’elemento spiccante è l’intervo di Clinton nel 1999 che punta alla liberalizzazione selvaggia del mercato finanziario. Clinton = democratico. La favola che solo i repubblicani sono amici di Wall street non regge.

  • La cosa migliore che ha fatto Obama è dare una ferma a Israele. Gli Usa contameno meno? Secondo me sì. La crisi anche se l’hanno superata, ne ha scalfito il distacco dagli altri

  • Obama lascia a Hillary alcune guerre da finire, oltre a quelle – tante – che incomincerà lei motu proprio. Ma soprattutto lascia un paese allo sbando: gli Stati Uniti d’America, il terzo paese più grande del mondo per popolazione e per superficie, il secondo per economia si trova ad avere un popolo disilluso, abbrutito, disfatto, dove nessuno crede più al “sogno americano” (si sono svegliati quasi tutti), con la classe dirigente peggiore della sua storia, la più ignorante, la più corrotta.
    La prossima volta che la jena Hillary latrerà il suo allucinato e agghiacciante “we saw, we came, he died hahahahahahah” sarà per lo Zio Sam.

  • mah più che altro sarei curioso di sapere cosa potrebbe fare un’altro bush alla casa bianca. l’ultimo bush è uno dei maggiori artefici della fine del monopolarismo usa, dato che ha iniziato due guerre che ha perso, senza contare la crisi georgiana e il sorpasso della cina, e gli alleati improbabili scelti da bush: i sauditi, i turchi, i pakistani, tutti oggi stanno allegramente a fare il doppio gioco e a finanziare il terrorismo.
    per non parlare degli americani andati a vivere nelle macchine per la crisi economica. se tanto mi dà tanto, piuttosto che un altro bush farebbero prima a fare un’altra guerra civile tra loro, forse gli conviene.
    obama ha provato a metterci una pezza in molte cose, ma è macchiato dal peccato originale dei soldi elargiti al mondo finanziario in crisi, ed è difficile vedere in un presidente usa una riproposizione di che guevara: non credo che ci siano presidenti usa “compagni”, nè che ne esisteranno.

  • Obama ha lasciato un disegno parzialmente tracciato, con alcuni elementi positivi. Ritengo che la perfida Hillary non sarà capace di concludere lo schema.

  • Articolo che richiede una lettura lenta, pongo in questione la riformella della finanza che tornerà puro far west con la Clinton, come già Dondi dice fra le righe.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.