Gaza, una Guerra voluta da Israele, nel Mezzo di una Trattativa in Corso da Mesi
Puntuale e approfondita, come sempre, l’analisi proposta da Lorenzo Adorni sul conflitto in corso a Gaza.
Quando una crisi politica sconfina in un conflitto armato, prende il via il dibattito sulle responsabilità. Chi ha causato la guerra, chi “ha iniziato a sparare per primo”. Domande che frequentemente divengono retoriche prima ancora che vengano formulate. Sarebbe invece opportuno chiedersi cosa ha modificato la precedente situazione, causando il passaggio da una fase di stallo del conflitto a un’escalation militare, analizzando la situazione precedente alla crisi e cercando di comprendere cosa stesse accadendo. Il lancio di missili dalla Striscia di Gaza verso Israele era sostanzialmente inalterato da due anni. Nel 2011 sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso il sud di Israele circa 700 missili causando 3 morti e 81 feriti. Nel 2012, precedentemente allo scoppio di questa crisi, i missili lanciati si attestavano già alla medesima cifra, causando 32 feriti e i 3 morti nell’attacco di Kiryat Malachi. Proprio in seguito a questo evento Israele ha risposto uccidendo al Jabari, una delle figure di spicco di Hamas nella Striscia di Gaza. Durante questi due anni, con una certa frequenza, Israele ha risposto bombardando i siti di lancio dei missili, anche uccidendo alcuni uomini di Hamas. Raramente però colpendo figure di rilievo come Al Jabari. Mantenendo fermo il diritto di Israele a difendersi, restano due domande alla quali è obbligatorio trovare una risposta, ovvero: perché uccidere proprio al Jabari? Perché farlo ben sapendo che il livello di scontro si sarebbe inevitabilmente innalzato?
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alberto
per capire il conflitto arabo-israeliano è sufficiente andare alla genesi; cioè di tutto quanto è accaduto prima della fine della seconda guerra mondiale e del primissimo dopoguerra; il libro di ilan pappè “la pulizia etnica della palestina” offre una documentazione particolareggiata su chi sono i padri dello stato di israele e della loro “gesta”.
buona lettura.
saluti
alberto