Grillo e Napolitano
Grillo, reagendo ad alcune dichiarazioni di Napolitano contro “la demagogia antipolitica” che alludevano al Movimento 5 stelle, ha attaccato il Presidente della Repubblica: “Ci si mette anche questo presidente dei partiti, ma qui è in gioco la Costituzione. Noi non siamo l’antipolitica, abbiamo già 130 consiglieri, lui deve stare super partes”. Immediate le critiche e dissociazioni di Di Pietro, Bersani ecc. che parlano di insulti al Presidente e di critiche inammissibili. La definizione di Napolitano come “presidente dei partiti” non mi sembra esatta (semmai tende a prevaricare le forze politiche ed essere più sensibile verso le ragioni della finanza), ma sinceramente di insulti non ne vedo, tanto più che si tratta della reazione ad un “intervento a gamba tesa” del Presidente nei confronti del loro movimento. Non intendo occuparmi qui della protesta grillina e del suo carattere più o meno antipolitico (ne parleremo in un prossimo pezzo) qui il punto da capire è: “il Presidente della Repubblica è criticabile? Ed entro quali limiti?”.Sino alla fine degli anni settanta, il problema non si sarebbe posto: i Presidenti furono esposti a critiche molto aggressive, ad esempio Gronchi, Segni, Saragat e –soprattutto- Leone subirono attacchi violentissimi. Poi Pertini inaugurò un diverso stile presidenziale rivolgendosi direttamente all’opinione pubblica e scavalcando la mediazione delle forze politiche. Quel che lo rese assai popolare, conferendo alla figura del capo dello Stato un carisma prima sconosciuto.
Poi Cossiga, sottoposto ad attacchi molto duri per il caso Gladio (pensati per indurlo a dimettersi) reagì trasformando l’istituto dell’irresponsabilità presidenziale in una sorta di “insindacabilità” del suo operato, cosa assolutamente estranea alla lettera ed allo spirito della Costituzione. La cosa non servì a fermare le contestazioni (che proseguirono all’ultima ora del suo mandato) ma valse a porre le premesse di una sorta di “sacralizzazione” del Capo dello Stato non criticabile (almeno mentre è in carica).
A esaltare questa tendenza fu anche un caso per cui, tutti i presidenti successivi (Scalfaro, Ciampi e Napolitano) furono eletti con maggioranze di centro sinistra, mentre, dal 1994, la destra ha governato per quasi la metà del tempo (98 dei 215 mesi totali), litigando spesso con la massima carica dello Stato. Questi scontri erano spesso causati dalla prassi costituzionale assai disinvolta dei governi Berlusconi cui rispondeva una prassi non sempre correttissima del Capo dello Stato. Tutto questo portava ad una strana inversione delle parti: la sinistra (che sino a quel momento era stata la parte che più aveva polemizzato con i Presidenti precedenti) si votava alla più intransigente difesa quirinalizia, per cui ogni critica diventava un delitto di lesa maestà. La destra, che in tutta la Prima Repubblica aveva difeso costantemente la Presidenza della Repubblica, si convertiva a frequenti mugugni anti presidenziali.
Alla fine si è affermato (anche se in modo un po’ sghembo) un principio per cui il Presidente non è sindacabile, soprattutto non lo è da “sinistra”. Cosa discutibilissima, perché in democrazia nessun potere è sottratto alla critica, purché motivatamente espressa e in modo civile, senza insulti, calunnie o attacchi personali. Naturalmente anche le critiche e le motivazioni su cui si fondano possono essere sbagliate: fa parte del dibattito democratico discutere tutte le tesi, giuste o sbagliate che siano e tutte le cariche dello Stato sono criticabili per il modo in cui esercitano i poteri affidatigli; nel caso del Capo dello Stato, questo riguarda in primo luogo la difesa della Costituzione (principale compito affidatogli) e, di conseguenza, il più scrupoloso rispetto di essa nel proprio agire.
Tanto per essere schietti, diciamo subito che Napolitano è stato un Presidente molto spigliato, diremmo quasi brioso da questo punto di vista, sia per le cose fatte sia per quelle non fatte, e diamo qui un breve ed incompletissimo elenco di possibili critiche (ma ci torneremo in altra sede molto più diffusamente):
a-nei quasi due anni del governo Prodi ha controfirmato senza battere ciglio leggi come la Legge 3 agosto 2007, n. 124 di riforma dei servizi segreti che fanno a cazzotti con gli art 3, 101, 104 e 112 della Costituzione (tanto per fare un esempio)
b-nel primo anno di governo Berlusconi ha controfirmato, con altrettanta letizia d’animo, riforme sulla giustizia su cui ci sarebbe stato molto da ridire, ma, più ancora, ha consentito provvedimenti in materia di federalismo in aperto contrasto con l’art. 5 della Costituzione
c-dalla fine del 2009, la sua prassi è andata via via invadendo campi non di sua pertinenza: ad esempio, per circa un anno la politica estera è stata di fatto curata direttamente dal Quirinale (anche se, bisogna ammettere, ciò trovava una sua parziale giustificazione nell’impresentabilità del Presidente del Consiglio che poteva fare viaggi di stato solo in Russia dal suo amico Putin)
d-fra gli sconfinamenti di campo del Presidente sono da segnalare anche interventi che definiremmo di “indirizzo storico culturale” (come le ripetute e non richieste esternazioni in materia di strategia della tensione e simili, subito raccolte da giornalisti compiacenti delle maggiori testate nazionali)
e-una certa tendenza a “dettare” l’agenda del Parlamento e del Governo, che va molto oltre il diritto di inviare messaggi alle Camere sancito dall’Art. 87. Peraltro, il dovere del Presidente di essere imparziale non riguarda solo l’equidistanza fra le forze politiche, ma anche quella fra le forze sociali e questo è stato uno dei punti più carenti della Presidenza Napolitano: in tutta la vicenda della riforma del mercato del lavoro i suoi interventi sono stati costantemente schierati con il Governo (ed, in parte con la Confindustria) e contro il sindacato. Vice versa, colpisce il suo assoluto silenzio in materia di riforma della Finanza (anzi ricordiamo l’assoluta tranquillità con la quale il Presidente accettò l’inclusione dei reati finanziari nella discutibile amnistia del 2006)
f-Anche alcune sue “scelte silenziose” meritano un commento. Ad esempio il caso della grazia a Sofri: concessa dal suo predecessore, venne bloccata dall’allora Guardasigilli Castelli, per cui ne derivò un conflitto fra poteri dello Stato davanti alla Corte Costituzionale, risolto a favore della tesi presidenziale. La grazia tuttavia non diveniva esecutiva, perché nel frattempo Ciampi era giunto a scadenza. Un minimo di cortesia istituzionale avrebbe voluto che il nuovo Presidente desse esecuzione alla volontà del suo predecessore, assumendo l’atto della grazia non come una decisione personale ma come un atto di ufficio, tanto più che la questione era stata posta come conflitto fra poteri dello Stato, quindi trattata come atto dell’istituzione in quanto tale. Invece, non solo la grazia non era concessa, ma sulla questione calava un pesante silenzio. Di fatto, quella mancata conferma diventava un giudizio politico di merito che allineava Napolitano a Castelli, contro il suo predecessore. La conferma implicita verrà dal discorso del Presidente in occasione dell’”incontro delle due vedove” (Pinelli e Calabresi) il 9 maggio 2009.
g-Sempre in materia di atti non compiuti, ci sembra il caso di sollevare una questione totalmente ignorata: la Costituzione stabilisce l’obbligo di copertura delle spese per ogni legge non prevista dal bilancio (art 81). E’ noto, che questo è stato risolto per oltre trenta anni con il disavanzo finanziato dall’emissione di titoli di debito pubblico. E questo è accaduto anche durante gli ultimi governi di Prodi e Berlusconi. Anche se la soluzione adottata non contraddiceva la lettera della Costituzione, sarebbe stato più che opportuno, doveroso, un richiamo del Presidente al rispetto della ratio costituzionale, cercando di contrastare l’aumento del debito. Ma né Napolitano né i suoi predecessori hanno ritenuto di farlo, magari rinviando alle Camere qualche legge di spesa. Oggi si invoca un infausto (e poco credibile) vincolo di pareggio in Costituzione, ma non sarebbe stato costituzionalmente più corretto un intervento presidenziale mentre il debito si gonfiava come una mongolfiera?
h-Ma dove la condotta presidenziale rende costituzionalmente più perplessi è la crisi del novembre scorso. Certamente c’era una situazione di emergenza determinata dalla tempesta sui titoli di Stato, c’era un Presidente del Consiglio che non aveva la sensibilità di farsi da parte ed il ricorso immediato alle elezioni, in quel contesto, appariva finanziariamente troppo rischioso. Tutto vero. Tuttavia, se un governo di transizione, espresso dal Presidente e mandato al voto in Parlamento, era la soluzione quasi obbligata, questo non significa che ne dovesse scaturire una formula di governo di lunga durata (18 mesi) ed addirittura proposta anche dopo le prossime elezioni. Tanto più che noi abbiamo un sistema elettorale maggioritario, che è già uno strappo costituzionale in sé. Se poi le due ( o tre) principali forze politiche si alleano, praticamente sparisce l’opposizione e la forma di governo del paese diventa un’altra cosa rispetto a quella prevista dalla Costituzione. Per di più, questo governo “tecnico” (che più politico non si può) non è affatto neutrale nel conflitto sociale, sta apertamente dalla parte della finanza e vara riforme che vanno molto al di là della singola emergenza che ne ha determinato la nascita, in campi come la giustizia, l’università, i beni comuni. Di fatto, questo governo sta cercando di attuare un nuovo modello sociale polarmente opposto a quello descritto nella prima parte della Costituzione e, per di più, senza mai aver ricevuto una investitura popolare. Se non è un colpo di Stato ci siamo molto vicini.
i-Anche dal punto di vista formale la prassi Presidenziale è stata molto “sciolta”: le consultazioni avviate prima ancora delle dimissioni del governo in carica, la nomina sul capo di Monti a Senatore a vita, con efficacia in 24 ore, con l’effetto di rafforzare la sua eventuale maggioranza in Senato (dove era possibile prevedere maggiori difficoltà, se il Pdl non avesse accettato di votare la fiducia), il governo che chiede ed ottiene la fiducia prima ancora di essersi completato con la nomina dei sottosegretari, ecc ecc: neanche in una bocciofila di quartiere si sarebbe statutariamente così allegri. Mi direte che si tratta di rilievi formali: certo, ma una democrazia parlamentare (o comunque liberale) è fondata su procedure formali da rispettare.
j-Infine, poco consono al dovere di imparzialità ci è sembrato il suo intervento diretto contro il movimento 5 stelle che avrà certamente i suoi aspetti criticabili, ma non spetta al Capo dello Stato occuparsene.
Ed allora, basta per dire che questo è il presidente costituzionalmente più spensierato che abbiamo avuto in sessanta anni e che, su questo punto, Grillo ha ragione?
Aldo Giannuli
Ps: prevengo critiche ed allarmi: non sto diventando grillino e riparleremo del movimento 5 stelle.
aldo giannuli, beppe grillo, bersani, costituzione, di pietro, giorgio napolitano, presidente della repubblica
Oreste
Nulla da dire. L’acriticità incondizionata lascia sempre sconcertati; per le figure istituzionali è fin troppo facile appellarsi retoricamente al “rispetto” della forma estraniando l’agire di chi la riveste.
Nel frattempo aspetto volentieri un pezzo su Grillo.
P.s: sto leggendo il suo ultimo libro..devo dire che, anche se ci provo da tempo, masticare economia mi risulta ostico, seppur il libro mi sembri abbastanza limpido. Per ora, devo dire che la parte su “il grande gioco” è quella che ho preferito.
Sab
qui se c’è qualcuno che insulta l’intelligenza del popolo italiano è proprio napolitano. via le mummie!!! VOGLIAMO IL CAMBIAMENTO!
Mario D'Alterio
Ho letto con interesse questo articolo, che trovo lucido e condivisibile.
Però resto perplesso quando leggo il p.s.; non esiste il “grillino” né tantomeno il grillismo!
Noi (me compreso) siamo cittadini attivi per il bene comune e portiamo avanti le nostre proposte, idee e protete nel Movimento 5 stelle.
perez antonio
Carissimo sig. Aldo
grazie molte per la delucidazione e per il coraggio mostrato nel ricordare a tutti alcune verita sul presidente.
Io credo che lei può aiutare il sig. Grillo a dare una rispondere all’attacco del Presidente.
grazie di nuovo
antonio
claudio
w.il movimento5stelle
Nicola
Se non sbaglio credo che Grillo abbia usato la parola ‘salma’, alludendo quindi anche all’età di Napolitano.
renato
Cosa ci si può apettare da una persona che si è abbeverato sin dalla giovane alla tarda vecchiaia alla massimalista cultura , si fa per dire, massimalista di chi voleva ladittatura del proletariato conquistata , secondo certi seguaci del Migliore, anche attraverso la rivoluzione armata. per più di 50 anni i comunisti italiani non sono riusciti a conaquistare il potere in modo democratico, con la grande crisi ,pilotata, della prima repubblica una classe è stata smantellata con l’ aiuto di un certo tipo di magistratura che ha colpito sostanzialemte un unico bersaglio. Il partito comunista ha cambiato di nome parecchie volte sinb dal tempo di Occhetto ma tutti i suoi esponenti storici sono rimasti al loro posto: napolitano viene eletto presidente della repubblica sdoganato dai voti di un centro sinistra dove il diavolo convive con l’ acqua santa. un comunista ai vertici della stato e cosa fa? si ubriaca del suo stesso modo di intendere il potere e il quirinale diventa una reggia dove costuisi permette , e tutti sono allineati, di interloquire andando molto al di là delle sue prerogative costituzionali. Una persona può benissimo rubare e questo è punito dalla legge, ancora peggio è tacere. Ricordo i suoi ripetuti interventi a favore dell’ impiego delle forze aeree contro la libia speciosamente ignorando l’ elevato costo orario di un caccia bombardiere una volta che si fosse alzato in volo. Ciò nonostante continuava a dirigere le opperazioni e a vagliarne la eticità.Per aver un piede nella tomba mi pare che troppo e malamente si dia da fare. buon decisionista e stalinista vecchia maniera.
renato
Sig. Giannulli nessuno di noi è preoccupato di un paludamento grillino. Mi permetto di dirle che non è certo un disdicevole peccato qualunquista , nè inconsistente rumor di popolo.
renato
Giustizia comunista e napolitano era dei loro: ci si ricorda della grande offesa- ingiustizia commessa da un diktat comunista allorchè imposero a leone di dimettersi rapidamente perchè accustao di essere l’ antilope del caso lockeed? Stoticamente appurato che le accuse erano di nessun fondamento. Bravi
ARMANDO LAURENZANO
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO E’ L’ULTIMO SOSPIRO DELLA CASTA.
STANNO UTILIZZANDO TUTTI GLI STRUMENTI DEL POTERE PARTITICO PERCHE’ TUTTO CAMBI PURCHE’ TUTTO NON CAMBI.
IL SIG. MONTI DEFINITO TECNICO NE E’ UN’ULTERIORE PROVA. DOV’ERA DURANTE I GOVERNI SIA DI BERLUSCONI CHE DI PRODI?
E’ STATO MEDIATORE E CONSIGLIERE DI COLORO CHE HANNO DISASTRATO L’ITALIA, ALTRO CHE TECNICO.
PER UNA BUONA DEMOCRAZIA I PARTITI ATTUALI DEVONO SPARIRE, LASCIARE IL PASSO AGLI ITALIANI ONESTI E VERAMENTE CAPACI A PRESCINDERE DELLA PROVENIENZA DI DX O DI SX.
RIPRENDIAMOCI L’ITALIA!!!
Giuseppe Maini
Riporto il testo integrale della lettera Racc.A.R al Presidente della Repubblica Dott. Giorgio Napolitano,scritta dopo la Sua visita a Venezia con Incontro di Massimo Cacciari,dopo le vacanze nell’isola di Stromboli nel 2010:
PRESIDENTE della REPUBBLICA
Dott. GIORGIO NAPOLITANO
c/o PALAZZO del QUIRINALE 00100 ROMA
OGGETTO: Massimo Cacciari e la Profezia del Rogo della Fenice.
Stimatissimo Signor Presidente,
in merito alla Sua recente visita a Venezia dopo l’Incendio della Basilica della Salute,tengo a informarLa che il “sedicente”filosofo Massimo Cacciari è la “causa metafisica”della Profezia del Rogo della FENICE di Venezia elaborata in 3 tempi dopo l’Offesa recata dalla sua manifesta Ipocrisia e Menzogna.
Il 1°tempo profetico si è compiuto a Recoaro Terme il 10 Dicembre 1985.
Il 2°tempo profetico si è svolto in cima al Vulcano STROMBOLI il 10 Dicembre 1987.
Il 3°tempo profetico conclusivo in VENEZIA con lettera Racc.A.R. firmata nel bar del Ristorante Do Leoni dell’ Hotel Londra Palace l’8 Marzo 1988.
Cacciari ha firmato l’A.R. il 10 Marzo 1988,A.R. che porta come francobolli la testa di Antonio Gramsci e la Natività di Giotto della Cappella degli Scrovegni di Padova.
Tutto questo è riportato su internet.
Voglia cogliere i miei più distinti saluti e sinceri auguri.
Padova,14 Settembre 2010
G.M.
(ultimo discepolo di Giorgio Colli)
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Considerato STROMBOLI luogo di vacanze del Presidente e il Ristorante “La FENICE”di VENEZIA luogo dove il Presidente ha pranzato insieme al “sedicente”filosofo Massimo Cacciari il 1°Settembre 2010,è ovvio che nella mia mente si è determinato un “corto-circuito”analogico.
G.M.argos
Venerdì,27 Aprile 2012
mimmotron
Da non dimenticare, per meglio delinearne la personalità, due sue famose esternazioni: “In Ungheria l’Urss porta la pace” e «I pentiti in Italia sono troppi». Non i mafiosi, i pentiti!!!
giandavide
non bisogna essere grillini per considerare l’intervento di napolitano come un’altra cosa che avrebbe potuto evitare di dire; per il resto, anche senza il peraltro utile elenco fornito da aldo, è facile fare paragoni tra npolitano e i suoi predecessori, in cui questi risulti di qualità inferiore, ed è anche vero che lo status di maestà conferito dal pd è una triste tradizione che si sarebbero potuti evitare.
per il resto credo che con tutta sta chiacchiera su grillo, che da del berlusconiano a saviano e del culattone a vendola, non faccia altro che pubblicizzare il tirchio genovese, proprio quando le sue brillanti esternazioni stavano iniziando a stancare, ridandogli l’onore del palcoscenico in una veste molto pià simpatica, ovvero di quello che si difende e non di quello che attacca.
una situazione del genere di fatto facilita il fiorire di posizioni partigianamente acritiche e inutlmente polarizzate, proprio come vuole grillo.
e infatti sto iniziando a pensare che il nostro nuovo berlusconi sarà lui, altro che tecnici, agli italiani piacciono i buffoni.
Dani Binetti
Ciao Aldo.
Leggo sempre volentieri i tuoi post e questo in particolare sulla mummia al Quirinale ed il suo attacco anti-politico (quello sì) a Grillo ed al M5S.
Seguo e partecipo attivamente al M5S da qualche tempo e devo dirti (con un pò di tristezza e nostalgia della gioventù ribelle che fù…)che il M5S sta realizzando ciò che per tanti anni abbiamo tentato senza esiti positivi anche come Movimento Studentesco all’Università di Bari: la concretizzazione del POTERE DAL BASSO.
Ci sono tanti aspetti che mi lasciano perplesso del Grillo-pensiero, ma quello che mi affascina, è la possibilità che viene data a cittadini incensurati (e ti pare poco…?) di occuparsi in prima persona della cosa pubblica.
Senza la mediazione o esclusività della sovrastruttura partitica che tutta controlla, infetta, distrugge…
Aspetto una tua analisi sul M5S con interesse e spero scevra da obsoleti dogmi politologici…
Un abbraccio,
Dani
Logico
Se non sbaglio, l’esternazione di Napolitano non nominava direttamente Grillo. Tutti i giornalisti hanno tuttavia individuato nel M5S il bersaglio politico, senza peraltro essere smentiti dal Quirinale.
A mio modesto avviso i demagoghi e i populisti in Italia sono riconoscibilissimi in vari componenti del Parlamento e in molti partiti. Nessuno ha provato a fare un elenco?
oreste
Ma serviva Grillo, carismatico forte, da motti che riempie le sale, per far partire il “potere dal basso” che da due secoli cerca di imporsi?
E poi che potere dal basso? è un potere che rende partcipativa la comunità o la lascia a mero elettorato?
Il programma del M5S comprende “riforme” economico-sociali strutturali che sappiano incidere radicalmente sulle forme esistenti?
Ho molti dubbi, sinceramente. Ora che è arrivato il messia si può riuscire nel “potere dal basso”. è una svolta o un pulisci casta?(e non classe)
Tra l’altro alcune uscite di Grillo, mi lasciano più che perplesso, come ad esempio quella sullo ius soli, definita, come concordo, da un mio professore di diritto, “una carattere di civiltà”
Massimo
Concordo con Lei, questa presunta impossibilità di critica del Presidente della Repubblica non ha nessun fondamento di nessun tipo e lo fa assomigliare più ai monarchi dell’Età Assolutista che a un Presidente della Repubblica di uno stato moderno e democratico, almeno in teoria.
Il Capo dello Stato non è un totem, è criticabile nei limiti del normale esercizio del diritto di critica come tutti.
fabio cuzzola
Analisi lucida ed efficace di un organo rappresentativo e inutile del nostro sistema politico. Il movimento 5 stelle finirà quando la politica farà il suo mestiere; utopia?!??! corsi e ricorsi storici me lo fanno pensare.
Prof. lei conoscerà bene il movimento de “L’uomo qualunque”, poi la Lega lombarda, oggi Grillo….
Paolo
Caro professore, penso sia importante stigmatizzare la “sacralità” che alcune parti politiche e larga fetta della stampa hanno costruito per Napolitano e vari suoi predecessori, non tanto perché sia artefatta e notoriamente pelosa, quanto perchè tale “sacralità” implica l’esistenza di una dimensione della politica che non sia più “politica”. Infatti sembra che anche dalla Costituzione e dal sentire comune si evinca che il ruolo del Capo dello Stato sia più “tecnico” che “politico”. Naturalmente se lo è (e c’è almeno la sicura intenzione che lo sia), non può che esserlo all’interno di un più ampio contesto di senso del termine “politica” che sempre politica è e rimane. Quindi scandalizza il comportamento dell’attuale Presidente della Repubblica, ma ricordando che qualche suo predecessore si spinse anche a spalleggiare eventuali colpi di Stato, direi ironicamente che siamo nella “norma”. Napolitano fa Napolitano con tutte le sue scelte da politico, comprese quelle che forzano nella sostanza i limiti del suo ruolo costituzionale. Un problema ben più grave lo riscontro invece nell’assenza di un’opposizione reale, che per il principio dei pesi e contrappesi, è l’autentico pericolo per la democrazia. Penso che sia inutile pretendere dal ladro di non fare il ladro. E’ invece importante che il poliziotto faccia il poliziotto. E’ dunque importante che ci sia un’opposizione reale, ad esempio come quella che oggettivamente da vari anni sembra inverarsi più nella cosiddetta antipolitica che altrove. Penso che se Napolitano si è spinto a criticare un movimento dal peso modestissimo sull’attuale vita politica, che non invita nè alla violenza, nè a disertare il voto, nè a non pagare le tasse come voleva invece Berlusconi, e nemmeno ad assumere quelle forme di protesta non violenta che sono tipiche di molti gruppi no global, è un chiaro indice del pericolo portato da Grillo nel riequilibrare la bilancia della democrazia in un momento in cui più di qualcuno ritiene che le “formalità” democratiche debbano cedere il passo alla “sostanza” dell’emergenza e dell’eccezionalità.
Nicola Volpe
Sì, per le ragioni di cui sopra, Napolitano può essere sicuramente definito il presidente più “spensierato” (il che è un affettuoso rabbuffo, giacché ben altri sarebbero i germini da usare)della Repubblica Italiana dalla sua fondazione ad oggi.
sergio
condivido in pieno. Fra le varie leggi sulla giustizia da lei ricordate aggiungerei almeno la menzione della legge sulla sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato – rilevante perché ci ricorda che dalla insindacabilità sul piano politico si voleva passare alla piena immunità sul piano giudiziario (con la scusa che farlo solo per B. non era esteticamente presentabile).
Le allusioni contro Grillo sono puro cabaret, come dice travaglio (soprattutto nel contesto del 25 aprile!); ma forse sono anche un segnale che Napolitano invia ai non-eletti al governo: i partiti non si toccano, quindi nella prossima legislatura se qualche non-eletto vuole farsi un altro giro meglio aiutarli a rinascere…
Bisogna solo augurarsi che la geniale trovata del governo tecnico ad libitum (a proposito, perché i commentatori all’inizio lo salutarono cme il governo del presidente?) non finisca per annacquare troppo il ricordo dei partiti quando andremo a votare, e soprattutto per ri-aprire la strada del quirinale allo stesso B.
Napolitano è al di sopra di ogni critica? (siamo ancora una democrazia?) « Verso un Mondo Nuovo
[…] Aldo Giannuli è del parere che in una democrazia nessuno può essere immune da critiche. Questa è la sua lista: […]
Luca Iozzino
Sono d’accordo , mi permetto solo di aggiungere l’emanazione del decreto legge in materia elettorale , in cui si sono cambiate a comizi elettorali aperti le regole del gioco elettorale, in aperto contrasto co lo spirito dell’articolo 72 della costituzione.
Mario
Una disamina attenta e puntuale sul ruolo della figura del Presidente della Repubblica e di come questo sia stato misinterpretato da Napolitano. A mio avviso, la classe politica attuale ha il presidente che si merita.
Vorrei congratularmi con l’autore del pezzo. Oltre a cominciare a leggere i suoi libri, assunto lo stesso spirito emerso dai suoi articoli su internet, penso che comincero’ anche a consigliarne la lettura.
Mille grazie.
Gustavo Gesualdo
http://www.ilcittadinox.com/blog/napolitano-non-e-nostro-presidente.html
ugoagnoletto
purtroppo Grillo ha ragione.
Comunque abbiamo solo quattro alternative:
a) Un risveglio della democrazia dal basso.
b) Una politica che abbandona i privilegi e ridiventa politica in senso alto
c) Una dittatura (a quanto pare già iniziata)
d) Una rivoluzione dal basso
Poi, secondo me, i politici farebbero bene a darsi una mossa, per il loro bene.