Grillo e 5 stelle: le soluzioni di oggi saranno i problemi di domani

Invito tutti a leggere anche il post successivo in cui chiarisco alcune notizie che mi riguardano circolate in questi giorni.

Come i lettori di questo blog sanno (ed alcuni mi hanno rimproverato) seguo il M5s con aperta disponibilità al dialogo, dunque, non credo d’essere accusabile di pregiudizi ostili nei suoi confronti; questo, però, non significa che non  abbia critiche da fare e riserve da sciogliere e sarebbe sleale tacere le une e le altre. In particolare, ritorno sul punto delle soluzioni organizzative che il comico genovese ha dato al Movimento ed, in particolare, al ruolo che si autoassegna. Partiamo da questo.

Grillo è stato una risorsa decisiva per il movimento che, senza di lui non ci sarebbe; questo è fuori discussione  e solo pochi invidiosi provano a contestarlo. Però, man mano che il movimento cresce (ormai è il secondo partito italiano, anche se non sappiamo come si rimescoleranno le carte nella destra) “Beppe” corre il rischio di trasformarsi da Grillo in Crono, un personaggio mitologico che rischia di stargli alla perfezione. Come ricorderete, Crono aiutò la madre a liberarsi di Urano che giacendo su di lei senza sosta, impediva che i figli concepiti uscissero dal suo utero. Pertanto Crono castrò il padre e ne prese il posto di sovrano del Mondo. Tuttavia, quando generò a sua volta, una profezia gli annunciò che uno dei figli lo avrebbe, a sua volta, spodestato. Pertanto Crono iniziò a divorare i suoi figli. All’insolito banchetto scampò Zeus che, in effetti, lo detronizzò resuscitando i fratelli precedentemente divorati.

In effetti, qualcuno potrebbe raccontare così la nuova versione della storia: Grillo-Crono sta cercando di liberare madre-Italia dall’Urano della partitocrazia che la opprime, ma, per timore di essere spodestato dai suoi figli sta iniziando a mangiarli. Restando da vedere se ci sarà uno Zeus e chi potrà essere.

Fuor di metafora: Grillo sta dando anima ad una protesta democratica contro questo ceto politico dispotico, ma corre il rischio di sovrapporsi ad essa e diventare lui un nuovo despota. Capisco che lui abbia intenzioni ben migliori, ma di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno perché, a volte, si può svolgere inconsapevolmente un ruolo molto diverso da quel che si vorrebbe.

Questa estrema personalizzazione del movimento comporta una serie di effetti controintuitivi sui quali lo stesso Grilli farebbe bene a meditare:

a- questo espone Grillo sia ad attentati che a montature scandalistiche. Colpire una sola persona è sempre più facile che colpire un movimento e se questo non è in grado di sopravvivere alla perdita reale o simbolica di quella, togliersi dai piedi questa opposizione diventerebbe molto più semplice;

b- questa conduzione del movimento attraverso il possesso giuridico del simbolo ed il controllo delle sue reti comunicative si traduce in una forma di “patrimonialismo politico” anche più stringente di quello di Forza Italia o dell’Idv che erano “patrimonio personale” rispettivamente di Berlusconi e Di Pietro. Ancora peggio, questo rischio è accentuato dall’assenza di uno statuto deciso democraticamente, di assemblee autonome degli iscritti al movimento, dalla intolleranza verso i dissidenti, dall’assenza di strutture decisionali collettive elette democraticamente;

c- Con ogni probabilità, il M5s, nonostante tutto, avrà uno strepitoso successo alle politiche ed anche se ci fossero duemila dissidenti che uscissero per formare un’altra lista o accordarsi con De Magistris, sposterebbero solo pochissimi decimali, risultando ininfluenti, perché c’è una ondata montante che lo sostiene. Però i problemi cominceranno un minuto dopo l’insediamento dei parlamentari perché ci sono un mare di questioni (come ad esempio la politica estera) su cui non esiste una linea del movimento e non ci sono regole che stabiliscano chi (oltre che il “capo”) possa decidere quale sia la posizione da assumere. Risultato: gli eletti capaci di intendere e volere con la propria testa assumerebbero inevitabilmente posizioni divergenti, dando vita a tendenze centrifughe. La stabilità del gruppo sarebbe data dagli yesmen che farebbero subito corpo con le indicazioni del “capo”, ma ricordiamoci che gli yesmen sono sempre i primi a vendersi. Alla prima occasione tutto va in briciole;

d- L’identificazione fra il padre fondatore ed il movimento va bene nelle prime fasi, dopo, se il padre non lascia gradualmente spazio ad un gruppo dirigente collettivo espressione democratica della base, inizia a profilarsi la divaricazione fra il fondatore e la sua creatura politica. La cosa non emerge subito e, sinché le cose vanno bene, nulla traspare. Alla prima sconfitta politica, le crepe si manifestano, ma a quel punto è sono l’epifania di un processo già avviato da tempo ed a quel punto potrebbe essere troppo tardi per salvare il tutto.

E le perplessità crescono considerando sia le regole per gli eletti dettate da Grillo, sia le modalità con cui il movimento sta scegliendo i suoi futuri parlamentari. Lasciamo perdere le prime e parliamo delle seconde.

Per evitare infiltrazioni, Grillo ha decretato che a potersi candidare alle primarie interne (“parlamentarie” dice lui) possono essere solo quanti si siano già candidati precedentemente in elezioni amministrative. Che questo funzioni contro rischi di infiltrazioni è tutto da dimostrare (dove sta scritto che infiltrati non ce ne fossero da prima?) comunque, magari riduce un po’ tale rischio. In ogni caso, si tratta di un escamotage che può funzionare la prima volta, ma dopo è inapplicabile: mica si può fissare una volta per tutte l’”albo eligendi” congelando il tutto in eterno. Si può stabilire i candidati ad ogni elezione politica debbano essere stati candidati prima in qualche elezione amministrativa, lasciando aperta ai nuovi la porta  delle amministrative ma, a quel punto, che senso avrebbe la norma se non un generico cursus honorum per accedere alle candidature maggiori? A meno che Grillo non pensi il M5s come una operazione a termine, che deve partecipare alle politiche una sola volta e poi si fa altro, ma, in questo caso, sarebbe carino se ce lo dicesse subito.

Poi non è affatto chiaro (almeno per quel che ne ho capito) quali saranno gli effetti pratici della consultazione: immaginiamo che si voti con il porcellum –come ormai appare quasi sicuro- se ne deduce che gli eletti lo saranno sulla base delle liste bloccate, in ordine di presentazione, e qui si aprono una serie di questioni:

a- immaginiamo che saranno candidati i primi 915 di questa competizione (630 alla Camera e 315 al Senato), ma chi decide chi andrà alla Camera e chi al Senato? Anche perché è presumibile che il M5s, che ha una base elettorale prevalentemente giovanile- avrà migliori risultati alla Camera e, quindi lì dovrebbe esserci maggiore probabilità di riuscita;

b- c’è poi da decidere come distribuire i candidati nei vari collegi: per quel che ne sappiamo, ora un iscritto al M5s di Bergamo può votare per “Calogero Bianchi” di Catania e l’iscritto di Catania può votare per “Anselmo Neri” di Catania. Ma dopo, ammesso che sia Bianchi che Neri rientrino fra i candidati alla Camera, in quale collegio saranno candidati? In quello dove risiedono o in quello in cui hanno preso più voti? O magari in un terzo collegio dove non hanno alcuna probabilità di essere eletti perché il movimento lì raccoglie pochissimi consensi?

c- c’è poi un’altra questione: siccome gli eletti lo saranno in base all’ordine di presentazione, ci chiediamo se esso rispecchierà i risultati di questa consultazione, oppure ci saranno variazioni nell’ordine.

Mischiando questi tre elementi (dislocazione Camera-Senato; scelta del collegio; presentazione in ordine di lista) si capisce quanto ampia possa essere la capacità decisionale di chi poi materialmente comporrà le liste. Essendo un vecchio esperto di sistemi elettorali che ha lungo studiato le tecniche dei radicali, vi posso garantire una cosa: datemi i risultati e vi  faccio vedere come, usando anche solo i primi due meccanismi, decido io chi saranno gli eletti effettivi, magari gli ultimi arrivati nella consultazioni, lasciando a casa quasi tutti quelli arrivati primi. Forse qualcuno può sfuggire all’operazione, ma nella maggioranza dei casi state sicuri che ci prendo.

Questo, peraltro, senza considerare il rischio di manipolazioni dei risultati che possono essere fatte sia dal basso che dall’alto: dal basso da parte di organizzazioni interessate che non hanno bisogno di assemblee (proibite dallo strano non statuto) per orientare pacchetti di voti, dall’alto in sede di proclamazione dei risultati.

Intendiamoci: non sto dicendo che Grillo o Casaleggio o anche solo uno degli addetti all’operazione “scrutinio” manipoleranno il risultato –ci mancherebbe altro!- ma che, volendo, potrebbero farlo e questo inevitabilmente si presta ad operazioni di discredito. Peraltro nessuno ci garantisce che un altro movimento che adotti questi criteri  sia sempre fatto da persone meno scrupolose che, invece, i dati li manipolerebbero: quel che dice come non si tratti di una procedura affidabile democraticamente, dato che in democrazia le garanzie dell’integrità personale dei decisori non sono decisive, mentre lo sono le procedure.

Infine: mi fate capire sulla base di quali criteri un militante del movimento sceglie i suoi rappresentanti: sulla base degli interventi nel blog? Conoscenza personale?  Fama mediatica? Immaginazione? Peraltro, non c’è stata nessuna vera campagna elettorale dei candidati e nessuno di essi ha potuto esporre particolari idee politiche perché le uniche che contano sono quelle del “programma” già stabilito. Che razza di selezione può venire fuori così?

E torno su un punto battuto altre mille volte: non esiste democrazia senza regole certe. La democrazia, per sua natura, non può prescindere da procedure garantiste. E qui mi pare che non ci siamo.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (24)

  • Caro Aldo,
    dici cose del tutto ragionevoli, ma secondo me ti sfugge un aspetto fondamentale che cambia del tutto le carte in tavola.
    Tu dici che il M5S non è democratico, ed io dico che è vero, e allora?
    Innazitutto, democrazia non coincide con bene assoluto, è una forma come un’altra di governo, con i suoi meriti ed i suoi demeriti.
    Il punto fondamentale tuttavia è un altro, e che cioè la crisi dei partiti politici non può essere ignorata. Non è che io possa improvvisamente svegliarmi una mattina e decidere di vivere nel medioevo, no, mi svelgio e mi trovo nel 2012 in un paese devastato dalla corruzione politica.
    Il M5S è un a soluzione di emergenza ad una situazione di emergenza. Così, certamente che sarebbe preferibile aavere un’organizzazione democratica dei partiti, ma ciò può avvenire solo per legge, solo norme le cui violazioni siano suscettibili di sanzione da parte di organi giudiziari indipendenti, nessuno che non sia demente può davvero credere che questi partiti siano in grado di autoriformarsi.
    In questa situazione, creare una nuova formazione politica in cui chiunque possa liberamente iscriversi acquistando così il diritto di determinare col proprio voto organi dirigenti e linea politica, corrisponderebbe ad un vero e proprio suicidio politico, di qui non s’esce.
    Le scelte di Grillo non sono nè giuste nè sbagliate, sono soltanto le uniche possibili per non farsi invadere dalle truppe degli altri partiti che in quattro e quattr’otto troverebbero il modo per espellere lo stesso grillo dal movimento che ha creato.
    Quelle che apopaiono come debolezze, sono scelte obbligate, forme di difesa della propria sopravvivenza.
    Per il resto, è evidente che queste regole non possono essere prolungatre in eterno, presto dovranno essere cambiate, ma, a partire dagli episodi che conosciamo che hanno coinvolto alcuni esponenti del movimento, mi pare che effettivamente essi non siano ancora fuori dall’emergenza: non è che Grillo abbia una visione migliore della nostra e dovremmo smetterla di ritenenrci più bravi di lui? Io, per quanto mi riguarda, non sarei eletto neanche in un condominio, così non mi sento proprio nelle condizioni di dare consigli e suggerimenti a chi, al contrario, ha dimostrato di sapere attrarre su di sè tanti consensi.

  • Sicuramente corretto quello che lei scrive, ma con una legge elettorale, la famosa porcata, anche volendo non si potrebbero evitare manipolazioni o meglio, operazioni di discredito in merito alle possibili manipolazioni. Una delle varie proposte fatte dal M5S e’ proprio quella di cambiare la legge elettorale.
    Io mi augura tanto che si riesca a portare un po’ di gente per bene in Parlamento…

  • salve professore, interessante analisi. Premetto che io sono iscritto al portale del M5S e ho votato per la mia circoscrizione. Vorrei puntualizzare che non sono ferrato quanto lei in fatto di materia elettorale, distribuzione dei collegi ecc ecc. Io ho votato poche volte nella mia vita, non so se ci sono precedenti in Italia dove si vedono in faccia le persone che andranno in Parlamento (esclusi i grandi leader di partito, conosciuti più o meno da tutti). Con quali criteri ho deciso la mia votazione? magari sbagliando mi sono affidato al curriculum, alla loro storia personale, ai loro intenti per il parlamento e al video di presentazione. Io non lo so se funzionerà questo sistema di votazione on line, se saranno manipolati i risultati, la cosa che so è che il sistema politico attuale non funziona, non è partecipativo sicuramente ed è scarsamente rappresentativo. Il M5S sta provando questa strada della partecipazione diretta, è una cosa totalmente nuova, soprattutto per noi italiani. Magari fallirà, ma perché non provare e vedere come funziona e quali possibilità ha di riuscita. La politica è una cosa bella, non dovrebbe essere sinonimo di sotterfugi, alleanze di convenienza, soldi a non finire e privilegi, ma dovrebbe partire dal sentimento di “servizio civile”. Il fatto della selezione dei candidati in base alla loro precedente partecipazione amministrativa non mi sembra sbagliata, un militante del M5S che si è iscritto nel 2008 o 2009 avrebbe mai pensato che il movimento sarebbe arrivato fino a qui?? di certo se uno voleva solamente fare soldi e carriera si infilava nel PDL o PD ecc. Condivido con lei pienamente un punto, come si farà alle prossime elezioni? come si sceglieranno correttamente i candidati dopo che il movimento ha acquisito così tanta rilevanza? il rischio di “infiltrazione” è adesso. Un bel problema, ma il bello del futuro è che non è prevedibile al 100%, quindi staremo a vedere l’evoluzione dei fatti.

  • perfetto, condivido tutto. purtroppo la situazione in italia è cosí malpresa, e tu la conosci meglio di me (perdonami il tu, ma è perchè RC in parte ci unisce, ho fondato assieme ad altri tre compagni RC in germania, poi bertinotti mi ha convinto che era meglio cercare altre vie). grillo prenderà un sacco di voti e sarà il secondo (o il primo?) partito alle prossime politiche ma solo perchè la sinistra nel frattempo dormiva o si rimirava nel suo angolo allo specchio o peggio ancora si rifugiava nel PD. le idee mancano, siamo indietro. è perciò che grillo prenderà molti voti: la metà saranno di sinistra per usarlo come grimaldello. e dopo? le idee, i programmi, l’aver chiaro a che punto sta il capitalismo e quale sarà la sua reazione a questa crisi che è decisiva, e magari finale per il modo di produrre capitalistico, c’è una simile discussione nella sinistra italiana?
    franco valdes

  • Direi che non c’è niente da aggiungere. È perfettamente il mio pensiero. Solo esposto in modo molto più limpido di quanto sarei mai in grado di fare. Sono domande che dovrebbero venire spontanee eppure non le ho viste da nessuna parte espresse in modo così chiaro e comprensivo.

  • Concordo in massima parte con quello che ha scritto Professore. Io posso dirle che essendomi registrato sul blog di Grillo tanti anni fa, anche se non sono attivista del movimento, ho potuto votare. Il sistema era abbastanza semplice: ciascuno aveva la possibilità di esprimere 3 preferenze scegliendo fra i candidati della propria circoscrizione. Io, per esempio, ho potuto votare solo per candidati dell’Emila Romagna. Ovviamente il mio voto non è stato particolarmente consapevole, in quanto non conoscevo personalmente nessuno dei candidati; ho perciò scelto sulla base dei curricula persone giovani e laureate, possibilmente vicine a casa mia. Il mio non è stato un sistema di scelta particolarmente intelligente, ne convengo, parallelamente constato anche, in modo molto neutrale, che quanto mi ha offerto il M5S è infinitamente di più di quanto altri partiti mi offrono, seppure come detto io non avevo modo di operare una scelta ragionata. Aggiungo inoltre che non ho la più pallida idea se i curricula esposti corrispondano al vero. Va però detto che la pubblicazione dei candidati con così tanto anticipo rispetto alle elezioni li espone ad un severo esame da parte degli avversari politici, così da qui alle elezioni, che saranno fra circa 3 mesi stando alla stampa odierna, vedremo se questi candidati sono veramente puliti. Fintanto che li tacciano di essere politicamente inesperti vuol dire che non hanno trovato nulla. Se invece scopriranno che ci sono figli di, o amici di, allora saranno un altro paio di maniche.
    Come ho detto dall’inizio concordo in massima parte con quello che scrive, per cui se alla fine voterò M5S, come al momento appare soluzione più probabile, non lo farò per adesione al movimento. Se è vero che molti dei temi cari a Grillo mi trovano concorde, tanto che nel mio piccolo già li mettevo in pratica, devo dire che i dubbi che Lei esprime riguardo alla possibilità del movimento di avere un futuro sono anche miei, per cui intendo votarli oggi perché agiscano come grimaldello per liberare l’Italia dalla classe dirigente più impresentabile d’Europa (e oltre).

  • Non capisco la fascinazione che Grillo ha.
    A parte il discorso di democrazia interna (parecchio carente) se leggiamo il programma del movimento troviamo una serie di slogan alcuni chiaramente inapplicabili sia nel breve che nel medio periodo.
    Oltre a questo noto una mancanza di cultura politica ed economica sia dei candidati che del padre/padrone.
    Che differenza c’è tra l’Uomo Qualunque e M5s?
    Ci vogliamo dimenticare la polemica sui figli degli immigrati forse?
    Quel post sul blog di Grillo non è forse un tentativo di accalappiare i voti in uscita della Lega?

  • Buongiorno professore,
    la mancanza di un programma sui grandi temi è sicuramente un problema, ma i partiti politici attuali non sono assolutamente trasparenti. La destra è improponibile mentre la sinistra è ingessata, interessata principalmente alle sue primarie con candidati sostanzialmente in opposizione. Poi è costretta a non fare quello che dice…Nel caso avesse vinto Renzi, per esempio, io non credo che avrebbero pensionato Bersani, la Bindi e D’Alema. Grillo su temi di buon senso e più immediati come la riduzione della spesa politica e la reale partecipazione e trasparenza mi sembra più credibile. Ovviamente è un parere da elettore.

  • nessun dubbio che i punti proposti siano condivisibili.
    Ma, in un momento di assenza di valori politici come l’attuale, un riferimento morale (e Grillo è l’UNICO riferimento morale che l’Italia può vantare – lo dimostrano i suoi ultimi 25 anni di vita passati a raccontare la realtà palesemente celata agli italiani) è fondamentale per non scivolare nel disastro (ammesso che sia ancora possibile)
    Tutto questo però vale per questo periodo PRIVO di qualunque forma politica efficente e credibile. (non ce ne sono. Parliamo di partiti costituiti totalmente da gruppi di clientele e di un partito tv evidentemente fuorilegge per ogni civiltà dotata di buonsenso)
    Le strutture democratiche del m5s, si formeranno, in maniera tumultuosa, dopo l’approdo in parlamento dei suoi eletti. Se ci sarà un leader, tra gli eletti, capace di tenere unito il gruppo parlamentare allora m5s sarà un successo incredibile, altrimenti tramonterà l’ultima possibilità per il futuro politico dell’Italia. Come vede NULLA dipenderà da Grillo nel futuro. NULLA.

  • perfettamente condivisibile dal primo all’ultimo rigo. d’altra parte i provini in stile x factor delle parlamentarie sono stati per me una forma di divertimento in questi giorni. ma devo dire che trovo pericolose alcune affermazioni, come quelle di vincenzo cucinotta: dire che la democrazia è un valore derogabile mi ricorda molto le posizioni di quelli che dicono che l’articolo 18 si deve abolire in quanto sono precari e a loro non lo riguarda. o quelli che tollerano i pestaggi agli immigrati perchè sono troppi. non si può concepire la politica in deroga: o si va avanti o si va indietro, e in quel caso non si sa dove si va a finire, dato che una volta che accetti una deroga, ne dovrai accettare delle altre. è curioso come la destra abbia fatto propri alcuni valori della sinistra (trovatene uno ad esempio contrario al divorzio), mentre a sinistra, non avendo meglio da fare, pensano che sia meglio rinunciare ai propri valori per prendere a prestito qualche gioiellino della destra, come l’autoritarismo. continua a dire che purtroppo l’elettorato di sinistra (almeno parte di questo, dato che ne faccio parte anch’io) deve scontare tare pesantissime.

  • Sig. Giannuli,
    La sua analisi è del tutto sensata e, forse, del tutto in buonafede. Dico forse in buonafede solo per il fatto che, per quanto lei sia consapevole ed esperto della “questione democratica”, senza volerlo sta attribuendo al m5s (beppe grillo?) i frutti della sua esperienza passata, tralasciando completamente la realtà del movimento. Due parole per descrivere gli elettori, quelli che davvero hanno diffuso e creato consenso intorno al movimento (o davvero si crede che siano scesi giù dal cielo direttamente su un blog che ha catalizzato l’attenzione del 20% circa degli elettori italiani?) : il 5stelle è il complesso di cittadini che si organizzano per la propria unica vita, coscienti del fatto che esistono solo grazie alla società e a cui non possono dialetticamente derogare, pena l’irrazionalità della propria esistenza. Sono cittadini che dopo anni di inerzia, di abitudine a votare ogni tot anni senza consapevolezza, perchè il voto “ha da essere dato”, decidono di mettersi in gioco riacquistando il meccanismo politico proprio dell’uomo per troppo tempo sopito. Si organizzano e danno luogo a quella che i giornali e i telegiornali chiamano protesta, ma che invece è il concetto primo di uomo politico, o comunque, di sicuro, è un concetto più puro di quello di “abitudine alla politica”, di inerzia, di abitudine alla vita a cui si è fino ad ora assistito.

    In tutto questo, nell’attuale assetto organizzativo, questi cittadini “consapevoli”, che nell’infinito tempo diverrebbero chiaramente “tutti gli italiani”, che modo hanno di organizzarsi? Come rimpolpare nuovamente la verità? Con quali mezzi emergere da questa ignoranza organizzativa e culturale, “presieduta” letteralmente da (in buonafede) persone in missione per conto del cielo?

    È chiaro che, dove voglio arrivare, è contraddittorio rispetto ad alcuni concetti chiave di cui si fa portatore il movimento: ma il punto, sig. Giannuli, è che siamo in guerra, letteralmente, forse o chiaramente da secoli. Siamo in guerra contro chi si sente legittimato “dal cielo”, contro chi “non esiste altra possibilità che questa”, naturalmente se parliamo di buonafede, l’unico mezzo intellettuale per giustificare gli stessi personaggi in politica da 20 e più anni, in nessun altro modo giustificabile. Il 5stelle è osteggiato sui giornali, da tutti i giornali, in televisione, nei salotti teatro degli incoscienti, nel procedere stesso della macchina parlamentare (riferimento alle parole di molti: “occorre cambiare legge elettorale altrimenti è sicura la vittoria di Grillo”). Non c’è modo attualmente per emergere e fare quello che la scuola e l’istruzione avrebbe dovuto fare negli anni, se non mantenere con le unghie e con i denti ciò che il movimento vorrebbe rappresentare. Mi creda se le dico che nulla di ciò che ha scritto è lontano dalla consapevolezza degli elettori 5stelle (per carità, i deboli esistono e fanno parte della società da cui dipendiamo e a cui siamo grati come parte del tutto).

    Queste elezioni servono davvero a vincere la guerra. Dopo, ovviamente interverranno i meccanismi più puri della ragione, sono gli stessi elettori (sul territorio, in rete, suo blog..) ad esserne coscienti. Non c”è altro modo attualmente: troppa inconsapevolezza, troppa macchinazione (di chi?) ostile. È un punto fondamentale: non perdiamo di vista il problema, ovvero che siamo in guerra.

    Beppe Grillo potrà ormai star interpretando una parte scomoda, stretta, ma vedrà lei stesso che quando torneranno le basi civili della società, sarà proprio il primo a farsi da parte. Non che questa voglia essere una ingenua difesa della sua persona, ma non credo che ci sia intellettualmente qualcosa di irrazionale, dati i presupposti.

    “L’identificazione tra padre fondatore e il movimento va bene nelle prime fasi..” : vede che, senza volerlo, non considera il 5stelle per quello che è o che vorrebbe essere? Gli eletti 5stelle, pur qui non approfondendo e parlando semplicisticamente, sono “solo” dei portavoce, sono il complesso dei cittadini in parlamento, sono il mezzo per gestire la macchina dello stato, non vorrebbero essere dei soli rappresentanti. Lei dice che non sarà così? Può essere, ma allora non stiamo più parlando di m5stelle. Abbiamo tutti troppa paura per adottare una posizione intellettuale pura, fuori dal torpore dell’abitudine, perchè se fossimo veramente consci e padroni della vita, almeno singolarmente, questo problema non sarebbe stato posto, perchè quello vorrebbe essere il 5stelle, tutto il resto non ha peso. Le persone non hanno i mezzi reali per agire così? Di cosa stiamo parlando allora? Di quale politica vorremmo essere partecipi? Ci dobbiamo per forza sempre ergere al di sopra della società che ci ha generato? È solo grazie alla vita, “quindi” alla società, questa società, che possiamo compiere questa indagine intellettuale, che mantiene lo stesso significato, qualunque siano le condizioni.

    Un ultimo appunto: lei ha detto, circa la questione degli infiltrati, “come facciamo ad essere sicuri che prima non ci fossero degli infiltrati?”, bè, proprio queste elezioni sono state “ristrette” a quelli che sono da anni attivi nel movimento: lei si immagina degli infiltrati in un certo movimento5stelle, sconosciuto, costituito da un comico, che mettono a disposizione il proprio tempo ad un bancone per raccogliere firme, per informare i cittadini su un inceneritore, di mattina, pomeriggio, con il sole o con la pioggia (ed anche qui non vuole essere un ingenuo fiume di parole)? Accidenti che lungimiranza! Dei carrieristi coi fiocchi! Se invece fossero coloro che hanno avuto modo di uscire dal torpore per primi, magari, per queste elezioni, le prime, in guerra, l’idea non è per niente malvagia (ma indubbiamente si possono prestare a critiche, come si presta a critiche la ragione stessa). Possono votare solo i certificati? In queste elezioni eravamo pochi, inesperti, se il 5stelle riuscirà e sarà quello che vuole essere, la prossima volta saremo tanti, tutti, più consapevoli. Come abbiamo votato? In base a cosa? Ripeto: per quanto semplicistico, il curriculum di un laureato, attivista, che utilizza nella dichiarazione di intenti parole chiave come “a misura d’uomo”, di fronte alla situazione attuale della nostra organizzazione politica non lascia molti dubbi: non che sia questa la mia tesi, che invece è quella già esposta: vengono eletti dei portavoce, megafoni dei cittadini, con attivismo sentito, con esperienza di vita pura, da cittadino, o semplicemente, con una laurea con master. I portavoce hanno tanto “poco” valore come eletti quanto invece ne hanno come persone, che si trovano in un dato spazio-tempo a “gestire” la macchina dello stato, come necessità e verità del “merito”, non anche come privilegio.

  • Interessante quanto dice Andre: gli eletti del M5 sono dei “portavoce” di una non meglio identificata società.

    Per cui siamo al rovesciamento del concetto di “partito” o “movimento politico”: io ho determinate idee, le espongo ai miei concittadini e se riesco a convincerli prendo voti, tanti o pochi che siano.

    Ora mi viene da chiedere: diamo voce anche a chi nega validità allo ius soli? Diamo voce sia all’operaio che all’imprenditore dimenticando che hanno interessi diversi?
    Appunto di quale politica stiamo parlando? Siamo a favore o contro le politiche neo liberiste e siamo contro cosa si propone? Queste domande non dovrebbero essere eludibili. L’ideologia, sembrerà strano, ma esiste ancora, la destra ideologica di Monti va avanti senza problemi. Solo la sinistra ha buttato anche il bambino con l’acqua sporca.

    Sarà per questo che la parte del programma del M5 che condivido abbastanza è quella energetica, sicuramente quella meno ideologica e che provocherebbe meno strappi internamente, mentre quella economica è superficiale e vecchia. Troppo dirompente prendere posizioni,

  • Caro Prof. nel tuo posto ci sono delle considerazioni che non sono riuscito a comprendere.
    Quando dici:
    a- immaginiamo che saranno candidati i primi 915 di questa competizione (630 alla Camera e 315 al Senato), ma chi decide chi andrà alla Camera e chi al Senato
    Possibile che non conoscessi già la risposta che è ed era nota: maggiori di 40 anni senato.
    Quando dici:
    b- c’è poi da decidere come distribuire i candidati nei vari collegi: per quel che ne sappiamo, ora un iscritto al M5s di Bergamo può votare per “Calogero Bianchi” di Catania e l’iscritto di Catania può votare per “Anselmo Neri” di Catania. Ma dopo, ammesso che sia Bianchi che Neri rientrino fra i candidati alla Camera, in quale collegio saranno candidati? In quello dove risiedono o in quello in cui hanno preso più voti? O magari in un terzo collegio dove non hanno alcuna probabilità di essere eletti perché il movimento lì raccoglie pochissimi consensi?
    Piccolo errore: un iscritto al M5s di Bergamo NON può votare per “Calogero Bianchi” di Catania e l’iscritto di Catania può votare SOLO per “Anselmo Neri” di Catania.
    CIASCUN ISCRITTO PUO’ VOTARE SOLO CANDIDATI DELLA PROPRIA CIRCOSCRIZIONE, il che fa decadere la domanda, o no?
    Saluti

  • Buongiorno professore. Le questioni a b e c son state risolte già prima delle parlamentarie. Qua trova qualcosa in più per quanto riguarda la a : http://www.beppegrillo.it/movimento/domande_frequenti_votazioni.php
    I candidati, come vuole la regola di residenza e in base al principio di “territorialità” saranno candidati dove sono stati eletti con le parlamentarie. E l ordine di arrivo alle parlamentarie, come spiegato nelle faq che ho linkato sopra, vincola l’ordine nelle liste.

  • Ho trovato l’intervento di Giannuli doveroso e generoso.

    Mi domando se mai Grillo rispondera’ alle obiezioni con la dovuta diligenza.

    Ho trovato i commenti molto interessanti soprattutto quelli che affrontano il problema delle regole e della risposta politica del M5S alla crisi attuale con una logica da Punto Zero, come se il passato fosse tutto da distruggere ed il futuro perigliosamente (“e’ una guerra”) da costruire.

    Con questa logica non si va da nessuna parte perche’ si rischia di rifare all’infinito errori fatti nel passato quando alla logica dell’eccezionalita’ si applicava appunto la logica dell’eccezione.

    In un recente dibattito televisivo tra le due tornate delle primarie del PD una giovane rivoluzionaria diceva tutta contenta che le regole (per la votazione al ballottaggio) dovevano essere “scassinate” per poter cambiare.

    Lo dicevano anche molti giovani nel 1919, che poi confluirono nel fascismo, lo dicono costantemente uomini e donne riunite in cricche e comitati di affari per i loro affari, ed e’ una costante della storia di ogni movimento che muovendosi come fosse l’alba dell’umanita’ finisce per ripetere gli stessi errori dei loro padri, nonni e bisnonni.

    Per questo ho trovato l’intervento di Giannuli “generoso”: mette a disposizione di tutti, anche di Grillo e dei suoi sostenitori, gli attrezzi per evitare errori del passato e dare il loro contributo al rinnovamento effettivo della societa’ italiana.

    Riusciranno i nostri eroi?

  • Per quanto riguarda il programma ricordo che c’è liquid feedback… questo non è una strumento democratico? E’ tutto in veloce e costante trasformazione, che le analisi se pur corrette trovano il tempo che trovano… il giorno dopo magari hai la risposta. Per ora questo sistema misto Grillo/base sta funzionando. Potrebbe essere migliore, più democratico, più trasparente? Certo che si, ma bisogna lavorare è anche molto sodo. Personalmente vedo tanta gente che critica, a tanto tempo per scrivere sui blog, da sentenze… ma dove sono queste persone? Quando c’è da passare dalla critica al lavoro spariscono tutti… Quando si critica il Mv5, si critica se stessi. Se voglio cambiare il Mv5, devo iniziare da me stesso, perchè ognuno di noi è il Mv5.

  • @Paolo Roncoroni

    Il M5s è un movimento politico che si presenterà alle elezioni.

    Ognuno di noi forma questo stato, ognuno di noi può sentirsi più o meno responsabile della presenza di questo ceto politico (ogni popolo ha il governo che si merita), ognuno di noi dovrebbe partecipare alla politica sindacale (o accettare silente Bonanni, Camusso e c.), ma non puoi dire che ognuno di noi è un particolare movimento politico.

    Quando leggo il programma e noto il completo silenzio sul problema “lavoro” posso solo pensare che hai militanti di quel movimento la cosa interessi poco o che non hanno idee da esporre (il che, per me, è grave) e non mi viene certo il desiderio di farlo notare. Se non interessa non interessa. Punto. Se non si hanno idee, molto spesso, può essere controproducente che un signor nessuno, esterno al movimento, lo faccia notare.
    Io posso far notare ad un singolo militante, sempre che mi ascolti, certe incongruenze ed ogni volta che mi capita cerco di farlo notare, ma se la maggioranza degli attivisti del M5s non nota questa grave mancanza…posso solo trarre le mie conclusioni e poco altro.

  • Faccio pacatamente notare che i partiti esistenti non si possono considerare più democratici del M5S.
    Ciò che io dico è che nessuna formazione politica che voglia proporsi oggi può ignorare questa situazione di fatto. Se si cambia, si cambia tutti assieme per forza di legge, sennò è inevitabile che si continui con una concezione dei partiti come se fossero comunità tra amici che regolano come vogliono gli affari interni.
    Infine, la cosa più clamorosa è che pare sia sfuggito ai miei critici che io non sono in alcun modo un esponente del M5S, sono un osservatore che per dirla tutta, ritiene mortificante per questo paese che sia un comico l’unico che mostri con la dovuta determinazione un’opposizione totale a una politica che sta distruggendo questo paese. Se gente come Vendola preferisce farsi inglobare nel PD rinunciando a guidare una vera opposizione, la colpa non è certo di Grillo.

  • credo che ci sia troppa indulgenza nei confronti del m5s. Se alcuni comportamenti di grillo, casaleggio e soci li avessero tenuti rappresentanti della sinistra radicale ne sarebbero nate discussioni feroci sul ruolo realmente democratico o meno di tali movimenti.
    Grillo fa’ un uso disinvolto di analisi vecchie sulla supposta liberta’ del web, non utilizza piattaforme libere e controllabili, il m5s gioca un ruolo ambiguo con i movimenti neofascisti, il linguaggio che utilizza il m5s si sta lentamente spostando a destra. La miglior analisi sul m5s finora letta proviene dal libro “Un grillo qualunque” di Giuliano Santoro, che consiglio, qui trovate la registrazione della presentazione a Bo:
    http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=10421

  • Anche condividendo buona parte parte delle osservazioni di Aldo, bisogna pur ricordare che i partiti tradizionali di questa sciagurata II Repubblica, sino ad oggi non hanno poi dato queste grandi dimostrazioni di una effettiva democrazia interna…

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